08-05-2022
maggio 8, 2022 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il britannico Mark Cavendish (Quick-Step Alpha Vinyl Team) si è imposto nella terza tappa, Kaposvár – Balatonfüred, percorrendo 201 Km in 4h56′39″, alla media di 40.654 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Arnaud Démare (Groupama-FDJ) e il colombiano Fernando Gaviria (UAE Team Emirates). Miglior italiano Jakub Mareczko (Alpecin-Fenix), 5°. L’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix) è ancora maglia rosa con 11″ sul britannico Simon Yates (Team BikeExchange-Jayco) e 16″ sull’olandese Tom Dumoulin (Jumbo-Visma). Miglior italiano Matteo Sobrero (Team BikeExchange-Jayco), 4° a 24″.
4 JOURS DE DUNKERQUE – GRAND PRIX DES HAUT DE FRANCE
Il belga Gerben Thijssen (Intermarché-Wanty-Gobert) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, Ardres – Dunkerque, percorrendo 182.9 Km in 4h20′53″, alla media d 42.065 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Hugo Hofstetter (Team Arkéa-Samsic) e Lorrenzo Manzin (TotalEnergies). Nessun italiano in gara. Il belga Philippe Gilbert (Lotto Soudal) si impone in classifica con 4″ sul connazionale Oliver Naesen (AG2R Citroën Team) e 5″ sul britannico Jake Stewart (Groupama-FDJ).
FLÈCHE ARDENNAISE
Il francese Romain Grégoire (Groupama-FDJ Conti) si è imposto nella corsa belga, circuito di Stavelot, percorrendo 168.6 Km in 4h24′30″, alla media di 38.246 Km/h. Ha preceduto di 1″ il belga Lennert Van Eetvelt (Lotto Soudal U23) e il britannico Thomas Gloag (Trinity Racing). Due italiani in gara: Lorenzo Germani (Groupama-FDJ Conti), 4° a 51″, Lorenzo Milesi (Development Team DSM), 53° a 4′26″
RINGERIKE GP
Il norvegese Sakarias Koller Løland (Uno-X DARE Development Team) si è imposto nella corsa norvegese, circuito di Hønefoss, percorrendo 165.9 Km in 4h03′00″, alla media di 40.963 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Andreas Stokbro (Team Coop) e il connazionale Ludvik Holstad (Lillehammer CK). Nessun italiano in gara
GRAN PREMIO CIUDAD DE EIBAR (Donne)
La canadese Olivia Baril (Valcar-Travel & Service) si è imposta nella corsa spagnola, circuito di Eibar, percorrendo 112.3 Km in 2h51′08″, alla media di 39.37 Km/h. Ha preceduto allo sprint le spagnole Ane Santesteban (Team BikeExchange-Jayco) e Margarita Victoria García (UAE Team ADQ). Miglior italiana Nadia Quagliotto (BePink), 17° a 1′27″
GRAN PREMIO INDUSTRIE DEL MARMO (Under23)
L’italiano Alessio Martinelli (Bardiani CSF Faizanè) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Marina di Carrara, percorrendo 174.7 Km in 4h10′00″, alla media di 41.928 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Francesco Busatto (General Store-Essegibi-F.Ili Curia) e il tedesco Pirmin Benz (nazionale tedesca)
CAVENDISH VOLA SUL LAGO, VAN DER POEL RESTA IN ROSA
Nella prima vera e propria volata di gruppo del Giro 2022, Mark Cavendish (Team Quick Step Alpha Vinyl) vince a Balatonfured davanti ad Arnaud Demare (Team Groupama FDJ) e Fernando Gaviria (UAE Team Emirates). Il britannico conferma di essere ancora uno dei velocisti più forti del panorama ciclistico odierno. Mathieu Van der Poel (Team Alpecin Fenix) conserva la maglia rosa.
La terza tappa del Giro 2022 da Kaposvar a Balatonfured di 201 km è quella dal chilometraggio più esteso in territorio magiaro, con il finale che si svolgerà lungo le rive del Lago Balaton. Un semplice GPM di quarta categoria posizionato a 13 km dall’arrivo non impedirà ai velocisti di giocarsi la vittoria in volata, prima del ritorno nel Belpaese. Mathieu Van der Poel (Team Alpecin Fenix) riparte in maglia rosa dopo il brillante secondo posto nella cronometro di ieri mentre salgono le quotazioni di Simon Yates (Team BikeExchange Jayco) che ieri ha messo in fila tutti i pretendenti alla vittoria finale con una prova davvero convincente. Dopo la partenza da Kaposvar scattavano subito Mattia Bais e Filippo Tagliani (Team Drone Hopper Androni Giocattoli), gli stessi protagonisti della fuga della prima tappa, ai quali si aggiungeva Samuele Rivi (Team EOLO Kometa). Dopo 10 km il vantaggio del terzetto di testa sfiorava i 2 minuti. In testa al gruppo maglia rosa erano presenti gli uomini del team Alpecin Fenix e del team Lotto Soudal. Tagliani si aggiudicava il primo traguardo volante di Nagykanizsa posto al km 69.1. Il gruppo transitacìva con un ritardo di 2 minuti e 10 secondi dal terzetto di testa. Nel frattempo si registrava il primo ritiro del Giro 2022. A mettere il piede a terra era Jan Tratnik (Team Bahrain Victorious), ancora dolorante per le botte riportate nella caduta della prima tappa. A 100 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era salito a 3 minuti e 15 secondi. Adesso anche il Team Groupama FDJ si faceva vedere nelle prime posizioni del gruppo. Tagliani si aggiudicava il secondo traguardo volante di Badacsony posto al km 147.8. La fuga veniva ripresa a 28 km dall’arrivo. Pascal Eenkhorn (Team Jumbo Visma) si aggiudicava il gpm di Tihany posto al km 188.4. Tra squadre dei velocisti e squadre degli uomini di classifica tutti cercavano di posizionarsi nelle prime posizioni del gruppo. La volata veniva preparata alla perfezione dal Team Quick Step Alpha Vinyl che lanciava benissimo Mark Cavendish con Michael Morkov e Davide Ballerini. Il britannico partiva abbastanza lungo e manteneva sempre la ruota davanti ai suoi avversari, andando a vincere davanti ad Arnaud Demare (Team Groupama FDJ) e Fernando Gaviria (UAE Team Emirates). Chiudevano la top five Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty Gobert) in quarta posizione e Jakub Mareczko (Team Alpecin Fenix) in quinta posizione. Oltre a Mareczko si segnalavano altri due italiani nella top ten: Simone Consonni (Team Cofidis) in settima posizione ed Alberto Dainese (Team DSM) in nona posizione. Cavendish ottiene la quarta vittoria stagionale dopo le affermazioni nel UAE Tour, al Tour of Oman ed alla Milano – Torino. In classifica generale Mathieu Van der Poel (Team Alpecin Fenix) conserva la maglia rosa davanti a Simon Yates (Team BikeExchange Jayco) e Tom Dumoulin (Team Jumbo Visma). Dopo il primo giorno di riposo per organizzare il rientro in Italia, si riparte dalla Sicilia martedì 10 Maggio con l’attesa tappa da Avola all’Etna di 172 km. La salita finale verso il Rifugio Sapienza è lunga poco più di 23 km con una pendenza media del 5.9%. E’ soltanto la quarta tappa del Giro 2022 e vedremo se ci sarà battaglia tra gli uomini di classifica.
Giuseppe Scarfone

Mark Cavendish vince a Balatonfured (foto: Getty Images)
VOLATA AL VENTO DEL BALATON
Ultima giornata ungherese per il Giro d’Italia, che oggi offrirà un’altra tappa destinata ai velocisti, stavolta senza l’insidia della salita finale. Il Gran Premio della Montagna che gli organizzatori hanno piazzato negli ultimi chilometri è troppo morbido per incutere timore tra gli sprinter, maggiori apprensioni potrebbero darle il vento, come sempre quando si pedala a lungo con la compagnia del mare.
Il Giro saluta l’Ungheria e gli dice ciao con una lunga tappa – una delle rare nelle quali si supereranno, seppur di poco, i 200 Km – la cui altimetria annuncia volata certa sulle rive del Balaton. L’altimetria è solo leggermente increspata e non fa di certo paura ai velocisti il microscopico GPM di Tihany che gli organizzatori hanno piazzato a una dozzina di chilometri dall’arrivo, salita talmente facile che non riuscirà nemmeno a respingere quegli sprinter che solitamente soffrono le salitelle brevi piazzate nei finali di gara. Ma l’ultima delle tre frazioni disegnate sul suolo ungherese potrebbe non rivelarsi una passeggiata perchè gli ultimi 80 Km di gara si snoderanno prevalentemente, a parte due brevi deviazioni nell’entroterra, lungo le rive del Balaton, il più vasto lago dell’Europa centrale, che si estende per quasi 600 Km quadrati. È risaputo che le ambientazioni rivierasche sono tra le più esposte all’azione del vento, che ha campo libero grazie ai vasti spazi del “mare magiaro”, e se Eolo dovesse mettersi d’impegno potrebbe rendere la gara più impegnativa del previsto. Così chi correrà con il pensiero rivolto alla classifica finale non dovrà distrarsi e cercare di rimanere davanti perché, se il gruppo si dovesse spezzare sotto l’azione del vento e si finisse nel ventaglio sbagliato, si correrà il rischio di sprecare energie preziose per rientrare o, peggio, di lasciare fin d’ora per strada parecchi minuti.
L’ultima tappa ungherese prenderà le mosse da Kaposvár, cittadina che è anche un po’ “romana” perché, come la nostra capitale, le fanno corona sette piccole colline tra le quali ce n’è una che, non a caso, si chiama Rómahegy (dove “hegy”significa collina, ma anche montagna).
Pedalando sul velluto delle steppe ungheresi si toccheranno nel tratto iniziale i centri di Nagybajom e Iharosberény, pressi i quali è rispettivamente possibile ammirare il museo di storia locale Sárközy István (la famiglia dell’ex presidente della repubblica francese è di origini ungheresi) e il castello Inkey, risalente al XVIII secolo. Percorsi i primi 70 Km i “girini” giungeranno in quella che nel 2020 sarebbe dovuta essere l’ultima meta della Grande Partenza dall’Ungheria, la cittadina di Nagykanizsa, dove si disputerà il primo dei due traguardi volanti giornalieri prima di invertire rotta e puntare in direzione del Kis-Balaton, il cosiddetto “Piccolo Balaton”, specchio d’acqua un tempo appartenente al bacino principale e in seguito separatosi a causa della sedimentazione del corso del fiume Zala. Oggi è divenuto un biotopo incluso dal 1997 nel parco nazionale del Balaton, interessante anche per la presenza di una riserva di bufali, introdotti in quest’area nel 1800 dai conti Festetics e rinfoltitasi dopo la creazione dell’area protetta, che ha portato nel giro di vent’anni il numero di questi animali da 16 a 200. Per giungere sulle sponde del vero Balaton bisognerà percorrere quasi 120 Km dal via da Kaposvár, quando la corsa sbarcherà sulle strade di Keszthely, cittadina il cui nome significa “castello” (e, infatti, qui non manca uno spettacolare maniero, costruito dai conti Festetics tra il 1745 e il 1880) e che il nome l’ha dato alla “cultura” qui fiorita dopo la caduta dell’impero romano d’occidente attorno al villaggio di Gorsium – Herculia, la cui area archeologica si trova nei pressi del centro di Székesfehérvár (attraversato due giorni prima nel corso della prima tappa). Il primo dei tre tratti disegnati lungo le rive del lago misurerà poco meno di 30 Km e si concluderà con il passaggio dalla località di villeggiatura di Badacsony, alla quale si giungerà dopo esser transitati ai piedi della collina sulla quale sono pittorescamente collocate le rovine del castello di Szigliget, costruito tra il 1260 e il 1262 dall’abate Favus di Pannonhalma. La prima “scampagnata” porterà il gruppo a inoltrarsi nell’entroterra del lago per una ventina di chilometri, attraversando un’area caratterizzata da colline d’origine vulcanica tra le interessante è l’Hegyestű (337 metri), in passato molto sfruttata per l’estrazione del basalto, attività che da una parte ne ha modificato l’originario aspetto conico e dall’altra ne ha riportato alla luce la sua particolare struttura interna, risalente all’epoca nella quale questo colle era un vulcano attivo. Affrontati in questo tratto alcuni modestissimi dislivelli, si tornerà a pedalare in pianura al momento del rientro sul lungolago, che il gruppo ritroverà all’altezza del centro di Zánka. Per circa 14 Km si pedalerà nuovamente con la compagnia di quello che gli antichi latini chiamavano “Lacus Pelso”, attraversando in questo tratto il centro di Balatonudvari, presso il quale si trova un cimitero dove si possono vedere numerose e curiose lapidi a forma di cuore, realizzate in marmo tra il 1808 e il 1840. È a questo punto che si andrà ad affrontare il piccolo GPM che l’organizzazione ha previsto a una dozzina di chilometri dall’arrivo, più interessante per il luogo dove terminerà questa salita che per le pendenze di un’ascesa che farà a malapena il solletico: percorsi i suoi 1600 metri al 3.1% i “girini” si troveranno al cospetto di una delle principale mete turistiche dell’area del Balaton, la millenaria abbazia benedettina di Tihany, fondata su di una piccola penisola dal sovrano Andrea I d’Ungheria, che dopo la morte sarà sepolto nella cripta della chiesa del monastero (la sua tomba è l’unica di un re ungherese vissuto in epoca medioevale ad essersi conservata fino ad oggi), dedicata alla Vergine Maria e Sant’Aniano di Orléans. Dopo quest’ultimo tributo all’arte e alla storia della nazione magiara, in un attimo il gruppo tornerà a pedalare in pianura, filando via veloce sulla litoranea in direzione di Balatonfüred, località climatica celebre anche per la sua rinoma clinica cardiologica, che ha avuto tra i suoi pazienti il poeta bengalese Rabindranath Tagore, Premio Nobel per la letteratura nel 1913. I battiti qui saranno ancora tutti per il Giro, che si appresta a salutare l’Ungheria con un appassionante volatone. Poi tutti di corsa a prendere l’aereo per l’Italia.
Mauro Facoltosi

Spettacolare vista panoramica del Balaton e l’altimetria della terza tappa (fringeintravel.com)
FOTOGALLERY
La cattedrale di Kaposvár
Iharosberény, Castello Inkey
Nagykanizsa, monumento alla “Grande Ungheria”
Uno scorcio del Kis-Balaton

Mandria di bufali all’interno della riserva naturale creata presso il Piccolo Balaton (www.bfnp.hu)
Mandria di bufali all’interno della riserva naturale creata presso il Piccolo Balaton (www.bfnp.hu)
Keszthely, Castello Festetics
Castello di Szigliget
L’Hegyestű
Le curiose tomba a forma di cuore del cimitero di Balatonudvari
L’abbazia di Tihany
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI BUDAPEST (cronometro individuale)
maggio 7, 2022 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1962 a 60 anni dalla prima delle due vittorie consecutive di Franco Balmamion)
SALA STAMPA
Italia
Yates fa sua la crono, ma Van der Poel resta in rosa. Nibali batte un colpo: lo Squalo c’è
Gazzetta dello Sport
Ungheria
Nagyszerű hangulat, brit és holland ünnep Budapesten
Magyar Nemzet
GRAN BRETAGNA
Simon Yates lays down Giro d’Italia marker with time-trial victory
The Times
FRANCIA
S. Yates remporte la deuxième étape du Giro
L’Équipe
SPAGNA
Primer aviso de Simon Yates
AS
BELGIO
Fenomenale Mathieu van der Poel behoudt roze na tijdrit, Simon Yates pakt dagzege
Het Nieuwsblad
PAESI BASSI
Dumoulin kan ’deal’ met V/d Poel niet beklinken
De Telegraaf
COLOMBIA
Giro de Italia 2022: Simon Yates rompe el reloj y gana la segunda etapa
El Tiempo
ECUADOR
Carapaz se defiende en la contrarreloj; Yates gana la segunda etapa del Giro
El Universo
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Sul bel Danubio blu (Johann Strauss)
METEOGIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa del giorno dopo
Kaposvár : cielo coperto, 21°C, vento moderato da ENE (11-14 km/h), umidità al 43%
Nagykanizsa – Traguardo Volante (69.1 Km): cielo coperto, 21.4°C, vento moderato da NE (12-14 km/h), umidità al 45%
Keszthely (123 Km): cielo coperto, 21°C, vento moderato da NE (9-12 km/h), umidità al 55%
Badacsony – Traguardo Volante (147.8 Km): cielo coperto, 23.4°C, vento moderato da ENE (10-13 km/h), umidità al 40%
Balatonfüred : cielo coperto, 22.7°C, vento debole da ENE (9 km/h), umidità al 47%
GLI ORARI DEL GIRO
11.40: inizio diretta su RaiSport
12.15: inizio diretta su Eurosport 1
12.40: partenza da Kaposvár
14.00: inizio diretta su Rai2
14.10-14.20: traguardo volante di Nagykanizsa
15.50-16.10: traguardo volante di Badacsony
16.45-17.10: GPM di Tihany
17.00-17.30: arrivo a Balatonfüred
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Rizzato: “Si parte con l’inversione della classifica generale”
Petacchi (parlando delle cause della caduta di ieri di Ewan): “Ewan si controllava a destra e a sinistra”
Pancani: “Ewan è riuscito a riprendere il via”
Pancani: “Vedo i corrridori concentrati in una maschera”
Televideo: “Davide Conti” (Valerio Conti)
Televideo: “Un’ottimo ultima tratto”
Televideo: “Tulet” (Tulett)
Garzelli: “Martinelli lo conesce molto bene”
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo della seconda tappa, Budapest – Budapest (cronometro individuale)
1° Tobias Bayer
2° Edoardo Zardini a 35″
3° Alexander Cepeda a 41″
4° Rüdiger Selig a 42″
5° Michael Schwarzmann a 44″
Classifica generale
1° Jan Tratnik
2° Harm Vanhoucke a 7″
3° Clément Davy a 1′20″
4° Samuele Zoccarato a 1′22″
5° Filippo Tagliani a 1′35″
IL GIRO DI 60 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1962 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
2a TAPPA: SALSOMAGGIORE TERME – BAIA DELLE FAVOLE (Sestri Levante) (158 Km) – 20 MAGGIO 1962
BATTISTINI 1° A SESTRI NUOVA MAGLIA ROSA – FORTI RITARDI DI NENCINI, LIVIERO, TACCONE
Faticosa e ricca di colpi di scena la seconda tappa del Giro d’Italia
Il vincitore stacca tutti sulla salita del Passo Cento Croci, a cinquanta chilometri dall’arrivo – Il suo vantaggio sale ad oltre un minuto, poi si riduce a quattro secondi al traguardo – Vivaci attacchi del campione del mondo Van Looy nella prima parte della corsa – Le conseguenze della pioggia e del freddo della prima tappa si sono fatte sentire su molti corridori

Il Trofeo Senza Fine attende il vincitore del Giro 2022 davanti al Parlamento di Budapest (foto: Lounge Design)
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo
Raduno di partenza Budapest
1a tappa: Budapest – Visegrad
SIMON YATES RE D’UNGHERIA, FANTASTICA PROVA A CRONOMETRO!
Prestazione regale di Simon Yates (Team BikeExchange – Jayco) nella crono odierna, il britannico polverizza di 4” il miglior tempo parziale di Tom Dumoulin (Jumbo-Visma) che chiude terzo, si arrende anche la maglia rosa Mathieu Van Der Poel (Alpecin-Fenix) a 3” in seconda posizione ma che conserva il simbolo del primato per il secondo giorno del Giro d’Italia.
La seconda fatica in terra ungherese del Giro d’Italia prevede una cronometro individuale di soli 9,2, piatti fino allo strappo finale verso la parte alta di Budapest, tante le curve, ben 22, con cui anche gli specialisti della disciplina dovranno confrontarsi al meglio per rilanciare l’azione. Una prova atipica, difficile da interpretare caratterizzata dalle bellezze paesaggistiche della capitale ungherese. Poco vento, sole, assenza di pioggia tutti ingredienti per far sì gli atleti possano dare spettacolo, salta subito all’occhio le tantissime persone disseminate lungo il percorso ad accogliere i ciclisti. A rendere storico questo giorno ci pensano i grandi nomi presenti in corsa, tra coloro che devono curare la classifica generale e gli specialisti per la vittoria di tappa. La Jumbo-Visma piazza subito una sua pedina a fermare il tempo con Edoardo Affini, gran prova quello del mantovano che chiude in tredicesima posizione, fa meglio il compagno di squadra Tobia Foss sesto tempo per lui, entrambi “danno” i tempi a Tom Dumoulin che ha i favori del pronostico. A fare meglio di Foss, intanto, è Ben Tulet, il britannico sarà quinto assoluto. Tra gli uomini di classifica il primo a far registrare un tempo discreto è Wilco Kelderman (Bora-hansgrohe) stesso tempo di Foss con 12’:03”. Ottima la prova di Vincenzo Nibali a 2” da Kelderman e tredicesimo assoluto, fa meglio di un secondo Joao Almeida (UAE Team Emirates). Prova opaca quella di Richard Carapaz (Ineos Grenadiers) che dal portoghese perde 10”, fa peggio di 22” Miguel Angel Lopez (Astana – Qazaqstan Team), mentre si difendono bene sia Romain Bardet (Team DSM) che Pello Bilbao (Bahrain – Victorius) a 6” e 7” dal portoghese in ottica classifica generale tra i pretendenti alla vittoria finale. In chiaroscuro anche la prova di Mikel Landa a 15” sempre da Almeida. Dicevamo tante le emozioni perché, per Tom Dumoulin, nemmeno il tempo di tagliare il traguardo e gustarsi il primato temporaneo che, poco dopo, Simon Yates (Team Bike Exchange – Jayco) ha fermato il tempo in 11:50”, migliorando la prova dell’olandese di 4”, il primo ad abbattere il muro dei 12’, ottima la prova anche del suo compagno di squadra, il campione italiano della specialità Matteo Sobrero che chiude dal britannico a 13” e quarto assoluto. C’è solo da attendere la maglia rosa di Mathieu Van Der Poel (Alpecin-Fenix) che all’intertempo è dietro di soli 65 centesimi! Va in scena una lotta bellissima tra il britannico Yates e la maglia rosa che divora letteralmente la rampa finale ma deve accontentarsi del secondo posto, dietro per soli 3”, fantastica comunque la difesa della maglia rosa che porterà anche domani per il terzo giorno consecutivo. Esulta di gioia Simon Yates che con il Giro d’Italia ha più conti aperti! Il capitano della Bike Exchange guadagna preziosissimi secondi su tutti i pretendenti alla vittoria finale e si porta al secondo posto della classifica generale dietro al solo Van Der Poel a 11”, terzo Tom Dumoulin a 16”. Domani terza ed ultima tappa in Ungheria, dopo un arrivo in salita e duna cronometro, è la volta della volata con i velocisti chiamati ad essere protagonisti.
Antonio Scarfone

Simon Yates impegnato nella prova a crono (Foto: Getty Images)
DUNKERQUE, A CASSEL FA FESTA GIANNI VERMEERSCH, GILBERT NUOVO LEADER
Gianni Vermeersch (Alpecin – Fenix) ha vinto in uno sprint ristretto sul traguardo di Cassel battendo Oliver Naesen (AG2R Citroen Team) e Jake Stewart (Groupama – FDJ).
Philippe Gilbert (Lotto Soudal) ha conquistato la maglia di leader alla vigilia della tappa finale.
La quinta tappa della 4 Giorni di Dunkerque di 185 chilometri da Roubaix a Cassel era la frazione regina di questa corsa a tappe. Dopo un primo percorso di 70 chilometri pianeggiante gli atleti entravano nel circuito di Cassel ai piedi della prima discesa del circuito.
La prima difficoltà che trovavano i corridori era la salita di Avenue Achille Samyn, 2.4 chilometri al 4.7% con pendenze massime del 10%, dopo la quale veniva percorso un breve tratto di discesa e due/tre chilometri pianeggianti prima di risalire verso l’arrivo attraverso la Rue de Tambour, una salita costante di 1500 metri al 4.5% interamente su ciottolato, una volta scollinato i corridori si trovavano nel centro di Cassel dove giravano attorno al borgo per trovare un nuovo tratto di ciottolato lungo 800 metri, sul quale era posto l’arrivo nella prima parte.
Dopo il transito sull’arrivo i corridori dovevano effettuare questo circuito per altre sette tornate che portavano la frazione a un dislivello di 2300 metri, di molto superiore a tutte le altre frazioni, che permetteva azioni interessanti per la classifica generale.
Nei primi venti chilometri gli attacchi si susseguivano con il solo Andrea Misfud (Nice Métropole Côte d’Azur) a riuscire ad evadere il gruppo, il quale veniva raggiunto da Maurice Ballerstedt (Alpecin-Fenix), Max Poole (Team DSM), Léo Danès (Team U Nantes Atlantique), Alex Colman (Sport Vlaanderen – Baloise) e Louis Blouwe (Bingoal Pauwels Sauces WB).
Questo sestetto di attaccanti guadagnava un vantaggio massimo di sei minuti. Una volta arrivati nel circuito finale, ai -85 Stéphane Rossetto (St Michel – Auber93) attaccava andando all’inseguimento in solitaria, per qualche chilometro fino a quando dal gruppo evadevano anche Michael Gogl (Alpecin – Fenix), Matthieu Ladagnous e Jake Stewart (Groupama – FDJ). Questo quartetto mantenva un vantaggio inferiore al minuto sul gruppo riuscendo a riportarsi sui fuggitivi ai -62. A quattro giri dal termine il gruppo si trovava a 40” dalla testa con diversi frazionamenti dal quale vari atleti provavano ad attaccare. Nel primo tratto in discesa Stewart finiva a terra venendo ripreso dal gruppo dal quale attaccava Brent Van Moer (Lotto Soudal) sulla prima salita del circuito selezionando ulteriormente il plotone con il leader della generale rimasto attardato, ma una mancanza di collaborazione permetteva al resto del gruppo di rientrare in testa. Ballerstedt, Colman e Danès erano i primi fuggitivi a perdere il contatto, mentre il distacco tendeva a salire per i continui rilassamenti in gruppo dopo i tentativi falliti d’attacco raggiungendo il minuto e cinquanta secondi di ritardo. All’inizio del penultimo giro riscoppiava la bagarre in gruppo con un gruppo di sei atleti capace di sganciarsi all’inseguimento, ma il gruppo inseguiva ad altissima velocità sulla prima salita del circuito riprendendoli e abbassando il ritardo dalla fuga di cinquanta secondi. Nel momento del ricongiungimento attaccava Laurent Pichon (Team Arkéa Samsic) allungando ulteriormente il gruppo causando il distacco della maglia di leader di Evaldas Šiškevičius (Go Sport – Roubaix Lille Métropole). Una volta rientrati in pianura il gruppo si rialzava nuovamente facendo aumentare il ritardo dalla fuga, mentre Dimitri Claeys (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux) e Samuel Watson (Groupama – FDJ) attaccavano con convinzione cercando di rientrare in testa e scollinando ad appena venti secondi all’inizio del giro conclusivo, con un margine di circa quindici secondi sul gruppo.
Al termine della discesa i fuggitivi, dai quali si erano staccati Rossetto e Poole, riusciva a rientrare la coppia di attaccanti entrando negli ultimi dieci chilometri, con il gruppo attardato di una ventina di secondi dove la Cofidis faceva un forcing importante, quando ormai gli attaccanti erano nel mirino Watson decideva di attaccare secco con il solo Gogl a provare a contenerlo, dovendosi però arrendere. Il corridore britannico si lanciava in discesa con una manciata di secondi di vantaggio su un gruppo molto allungato che contava ancora una quarantina di atleti guiidati sempre dalla Cofidis che terminavano l’inseguimento proprio ai piedi della salita finale. Alexandre Delettre (Cofidis) spingeva molto forte nel primo tratto in pavè fino a quando B&B provava un attacco negli ultimi 2400 metri venendo chiuso da Andreas Kron (Lotto Soudal) che forzava il ritmo per il suo capitano Philippe Gilbert, il quale provava a partire secco negli ultimi 1500 metri. Il campione belga riusciva a prendere subito un po’ di margine, ma Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix) riusciva a rispondere ritornando su di lui in cima allo strappo entrando nell’ultimo chilometro con anche Oliver Naesen (AG2R Citroen Team) in grado di rientrare su di loro, mentre Stewart, Benjamin Thomas (Cofidis) e Baptiste Planckaert (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux) rientravano negli ultimi metri con Gilbert che manteneva il ritmo alto. Naesen anticipava la volata prendendo di sorpresa tutti, ma Vermeersch rientrava su di lui con prepotenza riuscendo a conquistare il successo davanti a Naesen e Stewart.
Gilbert prendeva la maglia di leader con 4” su Naesen, 5” su Stewart e 10” su Thomas e Planckaert lasciando quindi la classifica ancora tutta in ballo considerando gli abbuoni in palio nella tappa di domani che presenta un percorso nervoso all’inizio con due traguardi volanti, mentre il resto della frazione sarà interamente pianeggiante con il finale di Dunkerque che deciderà il vincitore finale di questa corsa.
Carlo Toniatti.

Gianni Vermeersch conquista il successo a Cassel (Luc Claessen / Getty Images)
07-05-2022
maggio 7, 2022 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il britannico Simon Yates (Team BikeExchange-Jayco) si è imposto nella seconda tappa, cronometro individuale di Budapest, percorrendo 9.2 Km in 11′50″, alla media di 46.648 Km/h. Ha preceduto di 3″ l’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix) e di 5″ l’olandese Tom Dumoulin (Jumbo-Visma). Miglior italiano Matteo Sobrero (Team BikeExchange-Jayco), 4° a 13″. Van der Poel è ancora maglia rosa con 11″ su Yates e 16″ su Dumoulin. Miglior italiano Sobrero 4° a 24″.
4 JOURS DE DUNKERQUE – GRAND PRIX DES HAUT DE FRANCE
Il belga Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix) si è imposto nella quarta tappa, Roubaix – Cassel, percorrendo 183.7 Km in 4h39′56″, alla media di 39.374 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Oliver Naesen (AG2R Citroën Team) e il britannico Jake Stewart (Groupama-FDJ). Nessun italiano in gara. Il belga Philippe Gilbert (Lotto Soudal) è il nuovo leader della classifica con 4″ su Naesen e 5″ su Stewart
BRETAGNE LADIES TOUR CERATIZIT
La polacca Marta Lach (Ceratizit-WNT Pro Cycling) si è imposta nella quinta ed ultima tappa, Rennes – Vitré, percorrendo 114.7 Km in 2h56′26″, alla media di 39.006 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Nicole Steigenga (Team Coop-Hitec Products) e l’italiana Greta Marturano (Top Girls Fassa Bortolo). L’italiana Vittoria Guazzini (FDJ-Nouvelle Aquitaine-Futuroscope) si impone in classifica con 25″ sulla francese Cédrine Kerbaol (Cofidis Women Team) e 29″ sulla neozelandese Ally Wollaston (AG Insurance-NXTG Team)
SUNDVOLDEN GP
Il norvegese Martin Tjøtta (Ringerike SK) si è imposto nella corsa norvegese, Sundvollen – Krokkleiva, percorrendo 169.1 Km in 4h11′03″, alla media di 40.414 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Embret Svestad-Bårdseng (Team Coop) e il danese Mathias Bregnhøj (Riwal Cycling Team). Nessun italiano in gara
RONDE VAN OVERIJSSEL
L’olandanese Coen Vermeltfoort (VolkerWessels Cycling Team) si è imposto nella corsa olandese, circuito di Rijssen, percorrendo 199.8 Km in 4h27′57″, alla media di 44.74 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Cameron Scott (ARA Pro Racing Sunshine Coast) e il connazionale Joren Bloem (ABLOC CT). Nessun italiano in gara
GP ECO-STRUCT (Donne)
L’olandese Charlotte Kool (Team DSM) si è imposta nella corsa belga, circuito di Wichelen, percorrendo 136.4 Km in 3h21′59″, alla media di 40.518 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Rachele Barbieri (Liv Racing Xstra) e la connazionale Lorena Wiebes (Team DSM)
TOUR DU BÉNIN
La quinta ed ultima tappa (Séhoué›Porto-Novo, 138.4 Km) è stata vinta dal burkinabè Bachirou Nikiema (nazionale burkinabè), secondo il belga Bjorn De Decker (Team Flanders), terzo il marocchino Mounir Makhchoun (nazionale marocchina). In classifica si impone il tedesco Marcel Peschges (Team Embrace The World)
I SECONDI SCORRONO SUL BEL DANUBIO BLU
Chi sarà il giudice della breve cronometro budapestina? Il vento che spira dal Danubio potrebbe dare del filo da torcere ai passisti, naturali favoriti per la vittoria di tappa, ma anche la salita finale potrebbe risultare determinante e ribaltare i verdetti del cronometro.
Sarà l’ingrediente meno presente nel percorso del Giro 2022, ma sarà un ingrediente da non sottovalutare perché per qualcuno potrebbe comunque rivelarsi indigesto. Stiamo parlando dei chilometri da percorrere a cronometro perché quest’anno ne saranno previsti poco più di 26 e mai così pochi se ne sono visti da quando nel 1933 per la prima volta furono inserite le prove contro il tempo nel tracciato del Giro, che tra l’altro fu la prima delle tre grandi corse a tappe a proporle. Le uniche eccezioni, da quell’edizione disputata quasi novant’anni fa, furono le rarissime volte nelle quali il percorso proprio non ne mise in cartellone di tappe a crono, ma quest’anno ci saranno e dovranno comunque essere messe in conto. È vero che, per com’è stato disegnato il Giro, dopo la penultima tappa la classifica generale dovrebbe essere già ben delineata, ma non va esclusa la remota possibilità che i primi si presentino al via della conclusiva crono di Verona con distacchi ridotti e che il Giro possa essere ribaltato proprio in extremis, come già successo in tempi recenti, nel 2012 con il sorpasso di Ryder Hesjedal ai danni di Joaquim Rodríguez per appena 16”, nel 2016 con il definitivo passaggio di consegne al vertice tra Tom Dumoulin e Nairo Quintana per 31” e nel 2020 con l’ancora fresco ricordo della detronizzazione di Jai Hindley a Milano, con la maglia rosa passata per 39” sulle spalle di Tao Geoghegan Hart.
Della torta dei 26 Km programmati quest’anno la prima “fetta” sarà servita sul prestigioso vassoio di Budapest, 9 Km e 200 metri favorevoli ai cronoman almeno sino ai piedi dell’ascesa finale che strizza un attimo l’occhio agli scalatori, anche se i 1300 metri conclusivi non presentano una pendenza particolarmente sensibile (4.7% la media, 14% la massima). Di fatto si gareggerà, pur se con qualche “ritocchino”, sul percorso che era stato pensato per la “Grande Partenza” del 2020, disegnato tra le due anime della capitale ungherese, Pest e Buda.
Come da programma originario, dunque, la rampa di lancio sarà piazzata nel bel mezzo di Piazza degli Eroi, una delle principali di Budapest, al cui centro si colloca il Monumento del Millenario, costruito tra il 1896 e il 1929 per celebrare i primi mille anni di vita dello stato magiaro. Il tratto iniziale della tappa si snoderà sull’Andrássy út, il viale realizzato a partire dal 1872 per snellire il traffico della città e per fungere da collegamento diretto tra Buda e il Városliget, parco all’interno del quale si possono ammirare edifici come il castello Vajdahunyad e i Bagni Széchenyi, il più grande complesso termale d’Europa. Il progetto iniziale previsto per il 2020 prevedeva di percorrere questo viale nella sua interezza, 2400 metri perfettamente rettilinei che avrebbero costituito un vero e proprio invito a nozze per i passisti come Filippo Ganna; nel percorso rimodulato per il 2022 si è scelto di ridurre il rettilineo di partenza a poco più di un chilometro per poi proporre ai corridori la prima delle 22 curve che contribuiranno a spezzare la linearità della prima parte di gara, una svolta a gomito dopo la quale si taglierà nel mezzo il Terézváros, quartiere famoso per la sua vita notturna e nel quale si trova, non distante dal percorso di gara, la Casa del Terrore, museo-memoriale dedicato alle vittime delle dittature comuniste e naziste.
Un altro paio di curve porteranno a imboccare il Ponte Ferdinando, costruito nel 1874 per superare la linea ferroviaria, poco prima di giungere al cospetto della Stazione di Budapest Ovest, la seconda per importanza della città, progettata da August de Serres e Victor Bernard, architetti francesi che in precedenza avevano lavorato nello studio di Gustave Eiffel, l’ideatore della celebre torre parigina. Le successive pedalate verso la maglia rosa, che oggi dovrebbe cambiare padrone, si snoderanno sulle strade di Lipótváros, quartiere tra i più importanti poiché vi ha sede il Palazzo del Parlamento, edificio in stile neogotico eretto a simbolo dell’indipendenza dall’Impero Austro-Ungarico dichiarata nel 1848, anche se diventerà veramente effettiva solo con la dissoluzione dell’impero a seguito della sconfitta nella Prima Guerra Mondiale (1918). Prima di giungere al cospetto della scenografica facciata dell’Országház (così i magiari definiscono il loro Parlamento) bisognerà percorrere una strada intitolata a Giuseppe Garibaldi, che coinciderà anche il breve tratto di discesa che sull’altimetria ufficiale spezza temporaneamente la continuità della pianura nella prima parte di gara. A questo punto con una strettissima curva a U si imboccherà il tratto danubiano della cronometro, con il “bel fiume blu” – immortalato nel 1867 dal celebre valzer composto da Johann Strauss figlio – che sarà compagno di viaggio dei “girini” nei successivi tre chilometri e mezzo, lasso di strada nel quale qualche corridore potrebbe trovarsi la marcia infastidita dal vento che spira dal fiume. Ci si allontanerà temporaneamente dalle sue rive per affrontare le quattro curve ravvicinate che precederanno l’ingresso sul Ponte Margherita, cosi chiamato perché a metà del suo cammino va a lambire l’estremità meridionale dell’omonima isola, in gran parte occupata da un parco e sulla quale si trovano importanti impianti sportivi, come lo stadio del nuoto che ha ospitato tre edizioni dei campionati europei di nuoto (l’ultima nel 2010) e due dei similari di pallanuoto (nel 2001 e nel 2014). Lasciatasi alle spalle Pest i partecipanti al Giro 2022 sbarcheranno sulle strade di Buda, la parte più antica della capitale ungherese, e invertiranno la direzione di marcia sempre avendo il Danubio al fianco, lanciandosi nel secondo dei due rettilinei che caratterizzano la prima parte di gara e che termina all’altezza della chiesa calvinista di Buda, costruita su progetto dell’architetto Samu Pecz alla fine del XIX secolo sul luogo che in epoca medioevale ospitava un mercato e che fu realizzata imitando le forme di una chiesa tradizionale, pur se questo modello non si conciliava con i riti e le liturgie tipiche della confessione fondata dal teologo francese Giovanni Calvino. Subito dopo il passaggio dinanzi ad un altro luogo di culto, la chiesa dei cappuccini dedicata a Santa Elisabetta d’Ungheria, una stretta curva a destra rappresenterà l’inizio della rampa finale, già facile di suo ma ulteriormente addomesticata un morbido tornantone disegnato ai piedi della gotica chiesa di Mattia, così chiamata in onore del re ungherese Mattia Corvino – che vi si sposò due volte – ma che più propriamente è intitolata a Nostra Signora Assunta della Collina del Castello. Dopo aver “dominato” il passaggio dei corridori, la chiesa accoglierà al suo esterno anche l’approdo di questa breve crono, dopo averne percorso il più ruvido tratto conclusivo perché all’ingresso del centro storico l’asfalto lascerà il passo al pavé per le ultime emozioni di una cronometro veloce… ma non troppo.
Mauro Facoltosi

Il Ponte delle Catene, simbolo di Budapest, e l’altimetria della seconda tappa (www.andiamoabudapest.it)
CIAK SI GIRO
La chiesa di Mattia, presso la quale si concluderà la seconda frazione del Giro 2022, non è conosciutoa solamente tra gli appassionati d’arte. Anche gli amanti del “brivido” se la ricorderanno bene perché un maestro del genere, il nostro Dario Argento, nel 1989 vi girò quasi per intero – almeno per le riprese esterne – il film “La chiesa”, del quale non fu però regista (ruolo affidato al suo “erede” Michele Soavi) ma autore del soggetto e produttore. La pellicola si svolge quasi per intero all’interno di una basilica i cui visitatori vengono man mano posseduti da demoni risvegliati da un’incauta restauratrice, successione di tragici eventi che ha termine solo quando un giovane sacerdote riesce ad attivare il meccanismo che causa l’autodistruzione della chiesa, effetto ottenuto inquadrando alla fine del film una vera chiesa in rovina, quella di San Nicola ad Amburgo. Pur trattandosi di una produzione nostrana, il film fu quasi per intero girato all’esterno, ricorrendo a set italiani unicamente per le scene ambientate all’interno della chiesa (per ovvie ragioni ricostruita in studio, dove furono utilizzati gli studi Elios, oggi di proprietà di Mediaset) e una sola piccola scena in esterni, quella nel quale il sacerdote protagonista ha la visione di uno dei cavalieri tedeschi che in epoca medioevale avevano sterminato un villaggio di streghe, successivamente sepolte nel luogo dove sarà poi costruita la chiesa protagonista del film. Per quella specifica scena si scelse uno dei cortili del Castello Odescalchi di Bracciano (Roma), una delle location più sfruttate dal cinema italiano: vi si sono stati girati oltre 150 film e tra i suoi ambienti si sono aggirati “mostri sacri” del calibro di Vittorio De Sica, Alberto Sordi e Marcello Mastroianni, ma anche celebrità straniere come il monumentale attore (e non solo) statunitense Orson Welles

La chiesa di Mattia a Budapest inquadrata nel film "La chiesa" (www.davinotti.com)
Cliccate qui per scoprire le altre location del film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/la-chiesa/50002811
FOTOGALLERY
Piazza degli Eroi
Bagni Széchenyi
La secca svolta a destra per imboccare Izabella utca, prima curva del tracciato della crono
Il palazzo sede del museo-memoriale dedicato alle vittime delle dittature comuniste e naziste.
La stazione di Budapest Ovest
Il palazzo del Parlamento visto dal Danubio
L’Isola Margherita vista dall’omonimo ponte
La chiesa calvinista di Buda
Il tornante della salita verso Buda
SUCCESSO IN VOLATA DI TAMINIAUX ALLA 4 GIORNI DI DUNKERQUE
Lionel Taminiaux (Alpecin-Fenix) ha vinto la quarta tappa della 4 Giorni di Dunkerque battendo in volata Stanisław Aniołkowski (Bingoal Pauwels Sauces WB) e Gerben Thijssen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux). Evaldas Šiškevičius (Go Sport – Roubaix Lille Métropole) ha conquistato la maglia di leader grazie agli abbuoni conquistati in fuga.
La quarta frazione della 4 Giorni di Dunkerque consisteva in un percorso di 179 chilometri da Mazingarbe a Aire-sur-la-Lys pianeggiante, senza particolari difficoltà nel finale.
La fuga di giornata prendeva piede dopo diversi tentativi, dopo 30 chilometri erano Alexandre Delettre (Cofidis) e Evaldas Šiškevičius (Go Sport – Roubaix Lille Métropole) a prendere il largo, ma dopo una sessantina di chilometri si ricompattava, con un nuovo attacco portato dal leader della classifica per scalatori Alex Colman (Sport Vlaanderen – Baloise), insieme a Léo Danès (Team U Nantes Atlantique), Jonathan Couanon (Nice Métropole Côte d’Azur) e Ludovic Robeet (Bingoal Pauwels Sauces WB). I fuggitivi una volta entrati negli ultimi 30 chilometri con un margine di un minuto sui fuggitivi iniziavano a scattare tra di loro, mentre Colman cedeva immediatamente il passo. Dopo alcuni chilometri i fuggitivi tornavano a collaborare, ma perdendo inesorabilmente dal gruppo che rientrava su di loro ai -8. La Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux prendeva le redini della corsa in vista dell’ultimo chilometro con la Groupama – FDJ a guidare la volata, che veniva lanciata da Lorrenzo Manzin (TotalEnergies) partendo secco per primo, ma venendo risucchiato nel finale da Lionel Taminiaux (Alpecin-Fenix) che la spuntava per un pelo dal forte rientro di Stanisław Aniołkowski (Bingoal Pauwels Sauces WB), secondo, e Gerben Thijssen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), terzo.
Grazie agli abbuoni raccolti durante la tappa Evaldas Šiškevičius (Go Sport – Roubaix Lille Métropole) riusciva a saltare al comando della classifica generale con un secondo di margine su Thijssen, Arvid De Kleijn (Human Powered Health), Taminiaux e Philippe Gilbert (Lotto Soudal).
Nella giornata di domani la frazione regina di Cassel con un circuito da ripetere 8 volte molto impegnativo comprendente due salite e due tratti di pavè che permetteva una corsa dura e i primi sensibili distacchi della corsa per delineare la classifica conclusiva.
Carlo Toniatti.

Il successo al photofinish di Taminiaux (Getty Images Sport)
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI VISEGRÁD
maggio 6, 2022 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1962 a 60 anni dalla prima delle due vittorie consecutive di Franco Balmamion)
SALA STAMPA
Italia
Van der Poel brucia Girmay sul traguardo di Visegrad: è lui la prima maglia rosa
Gazzetta dello Sport
Ungheria
Drámai bukás a cél előtt, így kezdődött nálunk a Giro d’Italia
Magyar Nemzet
GRAN BRETAGNA
Mathieu van der Poel wins chaotic finale to land stage one at Giro d’Italia after Caleb Ewan crashes heavily
The Daily Telegraph
FRANCIA
Van der Poel premier en rose
L’Équipe
SPAGNA
Van der Poel, color de rosa
AS
PORTOGALLO
Van der Poel veste de rosa no Giro
Público
BELGIO
Hij doet het! IJzersterke Mathieu van der Poel wint openingsrit Ronde van Italië, zware val Caleb Ewan in slotmeters
Het Nieuwsblad
PAESI BASSI
Van der Poel pakt eerste roze trui
De Telegraaf
COLOMBIA
Giro de Italia 2022: Miguel ‘Supermán’ López salvó el primer día
El Tiempo
ECUADOR
Giro: Carapaz, sexto en etapa inicial
El Universo
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Cielo d’Ungheria (Tiziana Rivale)
METEOGIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa del giorno dopo
Budapest – partenza primo corridore : cielo coperto, 21.9°C, vento debole da ESE (8-10 km/h), umidità al 41%
Budapest – arrivo maglia rosa : cielo coperto, 22.2°C, vento debole da E (9-12 km/h), umidità al 37%
GLI ORARI DEL GIRO
13.15: inizio diretta su RaiSport
13.50: inizio diretta su Eurosport1
14.00: inizio diretta su Rai2
14.00: partenza del primo corridore da Budapest
17.10: arrivo dell’ultimo corridore a Budapest
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Borgato: “27 anni li coprirà ad ottobre”
Petacchi: “Ci divertavamo”
Rizzato: “Foratura al posteriore per Cavendish”
Rizzato: “È rimasto impigliato nel passaggio di sacchetti”
Pancani: “Ricordo agli amichi”
Pancani: “I bordini che impreziosiscono le maglie della maglia”
Borgato: “Gruppo carico come una mandria assatanati”
Pancani: “Maglia della maglia blu”
Petacchi: “Almedia” (Almeida)
Petacchi: “Eolo Kometo” (Kometa)
Pancani: “La pendenza che stiamo seguendo adesso”
Pancani: “La pendenza è sempre tra il 5%”
Pancani: “Vittoria di tappa e maglia gialla”
Rizzato: “Questa maglietta che è stata fatta “Veni vidi Bini”, giocando con il suo cognome” (Bini è il diminutivo del nome di Girmay, Biniam)
Televideo: “Domoulin” (Dumoulin)
Televideo: “Pejo Bilbao” “Peio Bilbao” (Pello)
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo della prima tappa, Budapest – Visegrad
1° Harm Vanhoucke
2° Jan Tratnik s.t.
3° Clément Davy a 1′25″
4° Filippo Tagliani a 1′55″
5° Samuele Zoccarato s.t.
Classifica generale
1° Harm Vanhoucke
2° Jan Tratnik s.t.
3° Clément Davy a 1′25″
4° Samuele Zoccarato a 1′55″
5° Alex Dowsett s.t
IL GIRO DI 60 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1962 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
1a tappa: MILANO – TABIANO BAGNI (185 Km) – 19 MAGGIO 1962
LIVIERO SUL TRAGUARDO DI TABIANO VINCE LA PRIMA TAPPA DEL GIRO
La grande corsa ciclistica ha preso il via da Milano
I belgi Daem e Sorgeloos ai posti d’onore – Degli assi soltanto Nencini, Pambianco e Massignan nel gruppo di testa – Van Looy, Defilippis, Ronchini e Gaul staccati di oltre un minuto e mezzo – Una violenta pioggia ha disturbato la corsa – Oggi arrivo a Baia delle Favole, presso Sestri Levante

Piazza degli Eroi a Budapest colorata di rosa in onore del Giro d'Italia
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo