SCOCCA HIRSCHI ALLA FRECCIA VALLONE

settembre 30, 2020 by Redazione  
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Lo svizzero in maglia Team Sunweb taglia per primo il traguardo sul Muro di Huy e vince la Freccia Vallone. Secondo Cosnefroy dell’Ag2r La Mondiale, male gli italiani.

Marc Hirschi (Team Sunweb) è il vincitore della Freccia Vallone 2020. Un’edizione che si è dovuta svolgere a fine settembre a causa del Covid-19, e che ridimensionata dall’assenza di molti ciclisti impegnati in altre gare accavallate in questo finale caotico di stagione, ha visto trionfare il giovane Hirschi in volata sul Muro di Huy dopo 202 km di corsa. Proprio il corridore del Team Sunweb veniva da un periodo di forma eccellente, basta ricordare la dodicesima tappa vinta al Tour de France, nonché i numerosi piazzamenti e il premio di supercombattivo, e soprattutto il bronzo mondiale conquistato pochi giorni fa a Imola.
Corsa che vedeva quattro fuggitivi prendere il largo nella fuga di giornata che ha animato la corsa nelle prima parte, i ciclisti erano il figlio d’arte Mauri Vansevenant (Deceuninck – Quick-Step), Aaron Van Poucke (Sport Vlaanderen – Baloise), Mathijs Paasschens (Bingoal – Wallonie Bruxelles) e Marlon Gaillard (Team Total Direct Energie). L’ultimo ad arrendersi, a pochi chilometri dalla salita finale dl Muro di Huy, è stato Vansevenant, dove cadeva a terra, fortunatamente senza conseguenze. Arrivati in prossimità del traguardo, il talentuoso svizzero Hirschi gestiva con un’esperienza non normale per la sua giovane età un finale caotico dove veniva a scontrarsi con corridori più rodati ed esperti di lui. Hirschi, risalendo piano piano tra le prime posizione del gruppo dei migliori, piazzava lo scatto perfetto al momento giusto, superando sul traguardo il francese Benoit Cosnefroy della Ag2r La Mondiale e il canadese Michael Woods della Ef Pro Cycling, rispettivamente arrivati secondo e terzo. Male gli italiani, il migliore Bagioli della Deceuninck che chiude diciannovesimo.

Luigi Giglio

Vittoria di Hirschi (foto Bettini)

Vittoria di Hirschi (foto Bettini)

30-09-2020

settembre 30, 2020 by Redazione  
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FRECCIA VALLONE

L’elvetico Marc Hirschi (Team Sunweb) si è imposto nella classica belga, Herve – Huy, percorrendo 202 Km in 4h49′17″ alla media di 41.90 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Benoît Cosnefroy (AG2R La Mondiale) e il canadese Michael Woods (EF Pro Cycling). Miglior italiano Andrea Bagioli (Deceuninck – Quick Step), 19° a 18″.

BINCKBANK TOUR

La seconda tappa, circuito a cronometro di Vlissingen (10.9 Km) è stata annullata in seguito al divieto di far disputare eventi sportivi all’aperto nei Paesi Bassi a causa dell’emergenza Covid e sarà recuperata dopodomani su di un altro tracciato, disegnato dagli organizzatori attorno al villaggio belga di Kanne (Riemst). Domani si svolgerà regolarmente quella che doveva essere la terza frazione, modificandone il tracciato togliendo i chilometri iniziali in territorio olandese. Anzichè da Philippine si partirà dalla cittadina belga di Aalter, dove già era previsto l’arrivo della tappa, che si snoderà interamente in circuito sulla distanza di 157 Km.

VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA “EDIÇÃO ESPECIAL”

Lo spagnolo Oier Lazkano López (Caja Rural – Seguros RGA) si è imposto nella terza tappa, Felgueiras – Viseu, percorrendo 171.9 Km in 4h13′15″ alla media di 40.73 Km/h. Ha preceduto di 15″ il britannico Daniel McLay (Team Arkéa Samsic) e il venezuelano Leangel Rubén Linarez Meneses (Miranda – Mortágua). Due italiani in gara: Mauro Finetto (NIPPO DELKO One Provence) 5° a 15″, Riccardo Minali (NIPPO DELKO One Provence) 66° a 19′55″. Il portoghese Amaro Manuel Raposo Antunes (W52 / FC Porto) è ancora leader della classifica con 13″ sul connazionale Frederico José Oliveira Figueiredo (Atum general / Tavira / Maria Nova Hotel) e 1′13″ sullo spagnolo Gustavo César Veloso (W52 / FC Porto). Finetto 25° a 6′21″, Minali 89° a 57′25″

MONDIALI 2020: LE PAGELLE

settembre 30, 2020 by Redazione  
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Qualche giorno dopo il mondiale vinto da Julian Alaphilippe ecco le pagelle dei campionati del mondo disputati domenica scorsa a Imola.

JULIAN ALAPHILIPPE. Il percorso era adatto alle sue caratteristiche, anche se le prestazioni negli ultimi mesi non erano state stupefacenti, eccetto la vittoria di tappa al Tour de France. Ad Imola però il transalpino si presenta ai suoi livelli ottimali e nel momento giusto ha fatto il vuoto sulla salita di Gallisterna. Ha dato il tutto per tutto nel falsopiano e nella discesa finale fino il traguardo. Nessuno ne ha avuta per stargli dietro. Successo meritato, la maglia iridata avrà un degno possessore. VOTO:10

WOUT VAN AERT. La domanda sorge spontanea: se non si fosse spremuto nella crono di giovedì ce l’avrebbe fatta a tenere le ruote di Alaphilippe? Chi lo sa, era il grande favorito e il Belgio ha lavorato tutto il giorno per lui, ma nel punto cruciale della corsa si lascia scappare Alapilippe. Delusione ma consapevolezza di essere ormai un big del gruppo, come dimostra la volata vinta senza fatica che gli è valsa l’argento mondiale. VOTO: 8

MARC HIRSCHI. Lo svizzero era in uno stato di forma eccezionale e come ha corso il Tour ha corso in Italia. Un bronzo che a 22 anni ha un valore speciale. Guardando il suo palmarès tra i juniores si evinceva come con addosso la maglia della nazionale svizzera facesse faville. E così è stato. VOTO: 7,5

MICHAŁ KWIATKOWSKI. Non partiva tra i favoriti, nonostante il polacco un Mondiale lo avesse voto già vinto nel 2014 a Ponferrada in Spagna. Il buon Michał anche quando non te lo aspetti è capace di regale sorprese e attacchi imprevedibili. Questa volta non gli riesce ma arriva lo stesso ad un passo dalla medaglia. VOTO: 7

JAKOB FUGLSANG. Il danese nelle ultime stagioni ha regalato gioie e successi; ci prova anche qua, ma come tutti i big gli manca la gamba per seguire Alaphilippe. Inoltre in in volata non era tra i più veloci. Tutto sommato un buon quinto posto per il vincitore del Lombardia 2020. VOTO: 7

TADEJ POGAČAR. Il vincitore del Tour dà spettacolo anche al Mondiale. Un guasto meccanico lo fa fermare, rientra con tenacia e quando mancavano 50 chilometri all’arrivo piazza uno scatto deciso e prende il largo. Rimane in avanscoperta per 28 chilometri, raggiungendo un vantaggio massimo di 25 secondi, ma la nazionale belga di Van Aert non molla e lo raggiunge. VOTO: 6,5

PRIMOŽ ROGLIČ. Sesto posto per lo sloveno, anche lui tra i big a dimostrazione del ciclista talentuoso che è. Si riprende bene dopo la beffa del Tour de France. VOTO: 6,5

ALEJANDRO VALVERDE. A 40 anni suonati è ancora lì a far piazzamenti, monumentale. Un ottavo posto dopo un oro, due argenti e quattro bronzi collezionati nella sua lunga carriera, da incorniciare. Forza di volontà e un spiccato senso a non mollare mai. In una nazionale iberica che aveva tante frecce nella faretra alla fine spicca sempre e solo lui. VOTO: 7

DAMIANO CARUSO. È il ciclista italiano più in forma del momento. Esce bene dal Tour de France. Si vede sul Mazzolano e stenta un po’ sul Gallisterna, ma stringe i denti e riesce a chiudere nella top ten come in Francia. VOTO: 6,5

VINCENZO NIBALI. Non lo squalo migliore, ma la gamba è in netto miglioramento. Buoni segnali in vista del Giro d’Italia. VOTO: 6

RIGOBERTO URÁN. Un ventiquattresimo posto che non ha nulla di positivo, con una nazionale colombiana che non si vede mai. VOTO: 5

DIEGO ULISSI. Sulla carta era il corridore italiano più indiziato di vittoria. Invece termina al 47° posto con oltre dieci minuti di ritardo. VOTO: 5

THOMAS PIDCOCK. Si ritrova a 21 anni capitano della nazionale della Gran Bretagna per caso (ma non troppo, vista la sua netta vittoria al recente Giro d’Italia Under23). Fa quel che può ma la condizione non c’è e il percorso non è proprio nelle sue caratteristiche. VOTO: 5

JONAS KOCH (Germania), TORSTEIN TRÆEN (Norvegia), MARCO FRIEDRICH (Austria), DANIIL FOMINYKH (Kazakistan), YUKIYA ARASHIRO (Giappone), EDUARD GROSU (Romania), ULISES CASTILLO (Messico). Sono i fuggitivi di giornata, in scena prima che entrino in ballo i favoriti. VOTO: 6

Luigi Giglio

Il momento del decisivo attacco di Alaphilippe (Getty Images)

Il momento del decisivo attacco di Alaphilippe (Getty Images)

PHILIPSEN INAUGURA IL BINCKBANK TOUR 2020, GRUPPO DECIMATO DA UNA CADUTA

settembre 29, 2020 by Redazione  
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Il promettente corridore della UAE Team Emirates è riuscito ad evitare la grossa caduta avvenuta nel finale e con un grande sprint in rimonta è andato a prendersi una bella vittoria davanti il pubblico di casa.

E’ partita oggi la breve corsa a tappe tra Belgio e Paesi Bassi con una tappa per velocisti di 132 km tra Blankenberge e Aardoie che si è rivelata più nervosa del previsto tra pioggia, una grossa caduta e gli sprint intermedi per gli abbuoni dei Golden Km. I fuggitivi di giornata sono solo i due coraggiosi Thimo Willems (Sport Vlaanderen-Baloise) e Ludovic Robeet (Bingoal-Wallonie Bruxelles) che il gruppo ha controllato come di consueto lasciando un vantaggio massimo di 3 minuti. Avvicinandosi al primo sprint per gli abbuoni ai -21 km, la corsa si anima con l’attacco dello specialista delle Classiche del Nord Sep Vanmarcke (EF Pro Cycling) che va a riprendere i due fuggitivi per poi esser ripreso dal gruppo regolato in volata da Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix) mentre il secondo sprint viene vinto Yves Lampaert (Deceuninck-Quick Step) ed il terzo da Mike Teunissen (Jumbo-Visma). Negli ultimi chilometri il plotone prosegue spedito e compatto verso l’arrivo quando ai -4,5 Km due corridori si toccano innescando una grossa caduta che lascia attardato buona parte del gruppo. Le squadre dei velocisti superstiti lanciano la volata dove il tedesco Pascal Ackerman (Bora-Hansgroe) parte lungo e viene subito affiancato da Mads Pedersen (Trek-Segafredo) ma i due vengono bruciati negli ultimissimi metri da Jasper Philipsen (UAE Team Emirates) che a 22 anni si prende la seconda vittoria da professionista a distanza di un mese da quella al Tour du Limousin. Poco dopo giungono a gruppi gli attardati dalla caduta con molti corridori malconci tra cui Oliver Naesen (AG2R La Mondiale) che riferisce al giornale Het Nieuwsblad di temere una distorsione al ginocchio con interessamento dei legamenti: sarebbe un brutto colpo per la Campagna del Nord del belga.
Domani la seconda tappa prevede una breve cronometro piatta di 10,9 km attorno Vlissingen stabilirà le prime gerarchie della corsa.

Matteo Conz

Philipsen vince la volata della prima tappa del BinckBank Tour 2020

Philipsen vince la volata della prima tappa del BinckBank Tour 2020 (Bettini Photo)

29-09-2020

settembre 29, 2020 by Redazione  
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BINCKBANK TOUR

Il belga Jasper Philipsen (UAE-Team Emirates) si è imposto nella prima tappa, Blankenberge – Ardooie, percorrendo 132.1 Km in 2h59′26″ alla media di 44.17 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Mads Pedersen (Trek – Segafredo) e il tedesco Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe). Miglior italiano Alberto Dainese (Team Sunweb), 6°. Philipsen è il primo leader della classifica con 4″ su Pedersen e 5″ sul connazionale Mike Teunissen (Team Jumbo-Visma). Miglior italiano Dainese, 10° a 10″

VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA “EDIÇÃO ESPECIAL”

Il portoghese Amaro Manuel Raposo Antunes (W52 / FC Porto ) si è imposto nella seconda tappa, Paredes – Mondim de Basto (Alto da Senhora da Graça), percorrendo 167 Km in 4h25′50″ alla media di 37.69 Km/h. Ha preceduto di 22″ il connazionale Frederico José Oliveira Figueiredo (Atum general / Tavira / Maria Nova Hotel) e di 1′13″ il connazionale João Ricardo Cardoso Benta (Radio Popular Boavista). Due italiani in gara: Mauro Finetto (NIPPO DELKO One Provence) 27° a 6′23″, Riccardo Minali (NIPPO DELKO One Provence) 88° a 32′02″. Raposo Antunes è il nuovo leader della classifica con 13″ su Oliveira Figueiredo e 1′13″ sullo spagnolo Gustavo César Veloso (W52 / FC Porto). Finetto 27° a 6′23″, Minali 88° a 32′02″

28-09-2020

settembre 29, 2020 by Redazione  
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VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA “EDIÇÃO ESPECIAL”

Il portoghese Luís Gabriel Silva Gomes (Kelly / Simoldes / UDO) si è imposto nella prima tappa, Montalegre – Viana do Castelo (Alto Santa Luzia), percorrendo 180 Km in 4h24′41″ alla media di 40.8 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Daniel José Pereira Mestre (W52 / FC Porto) e lo spagnolo Gustavo César Veloso (W52 / FC Porto). Due italiani in gara: Mauro Finetto (NIPPO DELKO One Provence) 8° con lo stesso tempo dei primi, Riccardo Minali (NIPPO DELKO One Provence) 89° a 4′26″. César Veloso è ancora leader della classifica con 1″ su Pereira Mestre e 4″ sul portoghese Daniel Alexandro Loureiro Silva Freitas (Miranda – Mortágua) Finetto 20° a 30″, Minali 90° a 6′15″

UN BATTITO D’ALA E I MONDIALI TORNANO IN FRANCIA

settembre 27, 2020 by Redazione  
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La corsa si è accesa solo al penultimo giro grazie ad una grandissima e coraggiosa azione del recente vincitore del Tour de France che avrebbe meritato maggior fortuna. Nell’ultima ascesa verso Cima Gallisterna parte Alaphilippe in contropiede su un attacco di Kwiatkowski e approfitta della mancanza di accordo tra gli inseguitori per riportare la maglia iridata in Francia, 23 anni dopo la vittoria di Brochard.

Sarà Julian Alaphilippe a vestire la maglia iridata per i prossimi dodici mesi. Il francese ce l’ha messa tutta ed ha sfruttato al meglio le proprie doti, tuttavia deve buona parte del successo alla condotta di gara di Wout Van Aert che, trovatosi davanti con un gruppo portato allo scoperto da Vincenzo Nibali, non ha collaborato all’azione nonostante fosse di gran lunga il più forte in volata, come dimostrerà il secondo posto conquistato allo sprint.
Anche dopo l’affondo micidiale di Alaphilippe sulle pendenze più ripide della salita di Gallisterna, Van Aert non ha voluto accollarsi la maggior parte del lavoro come sarebbe stato logico. E’ ovvio che il maggior peso dell’inseguimento deve gravare sul corridore di gran lunga più veloce, perché è quello che ha maggiore interesse a chiudere il gap. La riluttanza del belga ha ovviamente indispettito gli altri inseguitori, che comunque si sentivano battuti in volata (come è poi puntualmente avvenuto) e non volevano quindi caricarsi del lavoro per far vincere il belga. Questi avrebbe dovuto tirare a tutta come ha fatto Alaphilippe davanti ed a quel punto, forse, qualche breve cambio lo avrebbe ricevuto da parte di quei corridori che avrebbero potuto sperare che il belga ed il francese accusassero lo sforzo al momento dello sprint. Era ovviamente un rischio per Van Aert, ma era anche l’unico modo per sperare di chiudere sul nuovo campione del mondo.
Una grande nota di merito va a Tadej Pogačar. Molti penseranno che la sua azione al penultimo giro sia stata sconsiderata, in quanto il vincitore dell’ultimo Tour de France avrebbe potuto trovarsi con il compagno di nazionale Primož Roglič all’ultimo giro a tentare di far valere la superiorità numerica. Per quanto la contemporanea presenza nella medesima nazionale dei primi due classificati al Tour possa essere suggestiva, chi scrive ritiene che, invece, la situazione di superiorità non sarebbe stata sufficiente a far virare le sorti del campionato del mondo verso Lubiana. Il punto chiave, infatti, sarebbe stata comunque la salita verso Gallisterna, sulla quale gli sloveni non sarebbero stati in grado di staccare un corridore esplosivo come Alaphilippe, né avrebbero avuto speranze in una eventuale volata con Van Aert.
Pogačar è stato comunque bravissimo a tentare l’impresa nello stesso punto in cui ieri si era involata Anna van der Breggen, andata poi a vincere in solitaria la prova dedicata alle donne.
Vero è che le corse femminili sono più aperte di quelle maschili, perché non c’è l’esasperazione della ricerca ossessiva della massima tecnologia e della forma fisica senza un filo di grasso e, quindi, le differenze sono inevitabilmente più marcate. Tuttavia è anche vero che spesso, in altre corse abbastanza importanti, abbiamo visto il gruppo disorientato da azioni come quelle di Pogačar e in quei casi basta una distrazione di pochi chilometri perché il fuggitivo, specie se è un atleta potente e temibile come lo sloveno, riesca a conseguire un vantaggio che diviene poi difficile da annullare.
Il recente vincitore della Grande Boucle va quindi certamente apprezzato per il bel tentativo che ha offerto ad una corsa che, sino a quel momento, era stata piuttosto sonnecchiosa, nonostante il tracciato offrisse l’occasione per tentare di impostare una corsa dura.
Il percorso elaborato in fretta e furia da Davide Cassani per sostituire quello per scalatori puri di Martigny, sorrideva decisamente agli uomini esplosivi da classiche. Le due salite di lunghezza limitata con tratti a forti pendenze non sono paragonabili per caratteristiche alla Petite Forclaz, punto chiave del tracciato elvetico.
Tuttavia, il percorso andato in scena presentava comunque molti punti insidiosi, a cominciare dalla ripidissima discesa che precedeva l’attacco della salita di Mazzolano, che comunque presentava pendenze elevate. Il tratto che seguiva la dura ascesa verso Cima Gallisterna era, invece, molto irregolare, con vari tratti in contropendenza. Su quel tratto, la potenza e la freschezza potevano fare la differenza.
Ciononostante la corsa si è svolta tranquilla fino all’attacco di Pogačar, che probabilmente ci ha salvati dall’assistere ad un penultimo giro di attesa.
La fuga va via quasi subito ed è popolata dal tedesco Jonas Koch, dal norvegese Torstein Træen, dall’austriaco Marco Friedrich, dal kazako Daniil Fominykh, dal giapponese Yukiya Arashiro, dal rumeno Eduard Grosu e dal messicano Ulises Castillo.
Il gruppo lasciaquesti uomini, obiettivamente per nulla pericolosi, un vantaggio che arrivo sino a sette minuti, per poi stabilizzarsi per molto tempo sui cinque minuti. Nel quinto giro perdono contatto dal gruppetto al comando prima Friederich e poi Grosu, mentre all’inizio del sesto giro si staccano Castillo, Fomyinikh e Arashiro.
Il giapponese, però, vuole farsi riassorbire e rimane per parecchi chilometri a bagnomaria tra la coppia al comando ed il gruppo che, nel frattempo, recupera velocemente grazie all’azione di Danimarca e Svizzera. Tra gli elvetici, è soprattutto Silvan Dillier a prendere su di sé il maggior carico di lavoro, rendendo chiare le intenzioni bellicose di Marc Hirschi, che ha dimostrato la propria combattività vincendo il relativo premio all’ultimo Tour de France.
E’ però la Francia ad imprimere l’accelerazione più violenta, grazie alla quale il gruppo ritorna compatto intorno al settimo passaggio sulla Gallisterna e resta tale sino al successivo passaggio quando Pogačar, da poco rientrato in gruppo dopo un cambio di bicicletta, attacca deciso sulle arcigne pendenze, salutando il gruppo e guadagnando sino a 25 secondi sotto lo striscione del traguardo, mentre suona la campanella dell’ultimo giro, nonostante il forcing dei belgi.
Sull’ultimo passaggio sulla salita di Mazzolano, però, il gruppo si avvicina e Tokm Dumoulin ne approfitta per uscire allo scoperto e portarsi sullo sloveno. L’azione dei due non dura molto, anche perché dietro vanno a tutta. Ci prova Nibali, che porta allo scoperto un gruppo con Mikel Landa, Van Aert e Rigoberto Urán. Si tratta di uomini di primo piano che potrebbero tentare di andare all’arrivo ma manca l’accordo. In particolare, Van Aert non sembra intenzionato a dare linfa al tentativo nonostante ne abbia tutto l’interesse, essendo di gran lunga il più veloce del plotoncino. Il tentativo quindi naufraga in brevissimo tempo.
L’azione decisiva nasce dal tentativo di Michał Kwiatkowski, che parte deciso dopo gli allunghi effimeri quanto inefficaci di Greg Van Avermaet ed Marc Hirschi. A questo punto è questione di esplosività e Alaphilippe in fatto di esplosività non è secondo a nessuno. Il francese stacca tutti e riesce a mantenere nel tratto successivo quei 10/15 secondi di vantaggio che gli permettono di tagliare braccia al cielo il traguardo e di riportare il mondiale in Francia, 23 anni dopo la vittoria di Laurent Brochard a San Sebastián.
Il gruppetto inseguitore, composto da Hirschi, Kwiatkowski, Jakob Fuglsang, Roglič e Van Aert, non trova l’accordo, soprattutto a causa della riluttanza del belga ad accollarsi il maggior peso dell’inseguimento. Ovviamente, gli altri non hanno nessuna voglia di far da gregari al belga, che quindi si deve accontentare del secondo posto davanti ad Hirschi.
Ha fatto certamente piacere vedere la salita verso Gallisterna tappezzata da scritte inneggianti a Marco Pantani a vent’anni dalla sua ultima vittoria. Sicuramente la cosa si ripeterà durante la tappa di Cesenatico del Giro d’Italia, che ricalcherà la mitica Nove Colli.
Non ci sarà da aspettare molto perché il prossimo 3 ottobre prenderà il via dalla Sicilia l’amatissima Corsa Rosa, che tutti gli appassionati aspettano con ansia, sperando che il grande spettacolo che il Giro non manca mai di offrire non vada incontro a problemi meteorologici che, verso la fine di ottobre, a certe altitudini sono tutt’altro che una mera possibilità.

Benedetto Ciccarone

Julian Alaphilippe si impone nel mondiale e riporta in Francia la maglia iridata (Getty Images)

Julian Alaphilippe si impone nel mondiale e riporta in Francia la maglia iridata (Getty Images)

27-09-2020

settembre 27, 2020 by Redazione  
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CAMPIONATI DEL MONDO DI CICLISMO – STRADA UOMINI

Il francese Julian Alaphilippe si è imposto nella corsa su strada, circuito di Imola, percorrendo 258.2 Km in 6h38′34″ alla media di 38.87 Km/h. Ha preceduto di 27″ il belga Wout van Aert e l’elvetico Marc Hirschi. Miglior italiano Damiano Caruso, 10° a 53″.

PARIS – CHAUNY

Il francese Nacer Bouhanni (Team Arkéa Samsic) si è imposto nella corsa francese, Margny-lès-Compiègne – Chauny, percorrendo 203.1 Km in 4h46′27″ alla media di 42.54 Km/h. Ha preceduto di 1″ il tedesco Alexander Krieger (Alpecin-Fenix) e l’olandese Danny van Poppel (Circus – Wanty Gobert). Miglior italiano Imerio Cima (Gazprom – RusVelo), 7° a 1″

VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA “EDIÇÃO ESPECIAL”

Lo spagnolo Gustavo César Veloso (W52 / FC Porto) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Fafe, percorrendo 7 Km in 09′39″ alla media di 43.52 Km/h. Ha preceduto di 1″ i portoghesi Rafael Ferreira Reis (Feirense) e Daniel José Pereira Mestre (W52 / FC Porto). Due italiani in gara: Mauro Finetto (NIPPO DELKO One Provence) 29° a 30″, Riccardo Minali (NIPPO DELKO One Provence) 98° a 1′49″. César Veloso è il primo leader della classifica con 1″ su Ferreira Reis e Pereira Mestre. Finetto 29° a 30″, Minali 98° a 1′49″

TOUR OF MEVLANA (Turchia)

Il russo Maxim Piskunov (Marathon-Tula Cycling Team) si è imposto nella seconda ed ultima tappa, Konya Mevlana – Konya Real, percorrendo 133.5 Km in 3h04′17″ alla media di 43.47 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Artur Ershov (Marathon-Tula Cycling Team) e il francese Vincent Louiche (Team Ufusport). Unico italiano in gara Filippo Ridolfo (Team Type 1 Foundation), 43° a 7′33″. Ershov si impone in classifica con lo stesso tempo di Piskunov e 6″ su Louiche. Ridolfo 48° a 7′43″

VAN DER BREGGEN ILLUMINA IMOLA: BIS IRIDATO PER L’OLANDESE

settembre 26, 2020 by Redazione  
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Al termine di una strepitosa cavalcata lunga oltre 40 km, Anna Van Der Breggen si laurea Campionessa del Mondo su strada per la seconda volta in carriera. L’Olandese, che aveva già vinto il mondiale in linea due anni fa ad Innsbruck, si è resa protagonista di un’irresistibile azione in solitaria partita nel corso del penultimo giro e che non ha lasciato scampo alle avversarie. Alle spalle della Van der Breggen, la battaglia per la medaglia d’argento è stata conquistata dalla connazionale Annemiek Van Vleuten che battuto allo sprint l’Italiana Elisa Longo Borghini, splendida medaglia di bronzo. La fuoriclasse di Zwolle ha così ottenuto il bis nella rassegna iridata di Imola dopo la vittoria nella prova a cronometro disputata due giorni fa.

La prova in linea femminile prevedeva 5 giri di un circuito lungo 28,8 km con partenza e arrivo all’interno dell’Autodromo “Enzo e Dino Ferrari” di Imola, per un totale di 143 km. Il percorso era uno dei più esigenti degli ultimi anni: una volta uscite dall’autodromo, le atlete dovevano affrontare il falsopiano che porta a Bergullo e quindi, dopo un breve tratto in discesa, il primo strappo del circuito, posto al km 8,8. La salita, lunga 2,7 km e con una pendenza media del 6,1%, presentava un primo tratto di 1 km al 9,6% e una seconda parte più morbida fino allo scollinamento di Mazzolano. La successiva discesa portava nel centro di Riolo Terme dove iniziava la seconda asperità del percorso, la salita di Cima Gallisterna, lunga 2,7 km e con un pendenza media del 6,4%. Lo strappo era caratterizzato da un tratto centrale di 1,4 km al 10,6%, con punte del 14%. Dopo lo scollinamento, le atlete dovevano percorrere un tratto di saliscendi prima della tortuosa e stretta discesa che precedeva il tratto finale posto all’interno dell’autodromo.

Al via della corsa iridata si sono presentate 142 atlete. Oltre al forfait della Statunitense Chloe Dygert, caduta malamente nella cronometro e gravemente infortunata, non sono partite la Bielorussa Alena Amialiusik, la Norvegese Mie Ottestad e l’Uzbeka Olga Zalelinskaya. Al via invece l’Olandese Annemiek Van Vleuten, nonostante la frattura al polso rimediata poco più di una settimana fa al Giro d’Italia.

Il nervosismo e la voglia di stare davanti sin dalle prime fasi della corsa hanno causato una caduta nel tratto di trasferimento, costringendo la direzione di corsa ad attendere le atlete attardate prima di dare il via ufficiale alla corsa. La scena si è ripetuta poco dopo il “chilometro zero”. In entrambi i casi non ci sono state conseguenze per le atlete.
Per tutto il primo giro la corsa è andata avanti senza particolari sussulti, anche se già dopo il primo passaggio sugli strappi di Mazzolano e Gallisterna, diverse atlete sono andate in difficoltà.
Al km 23, una caduta avvenuta nel tratto di discesa verso Imola ha coinvolto Anna Van der Breggen, recente vincitrice del Giro d’Italia e della Cronometro iridata. L’Olandese, aiutata dalle compagne Chantal Blaak ed Ellen Van Dijk, è riuscita a rientrare in gruppo pochi metri dopo il primo passaggio sul traguardo.

Il primo attacco di giornata è arrivato solo nel corso del secondo giro (al km 36), durante l’ascesa verso Mazzolano. A scattare dal gruppo è stata Valerie Demey. La Belga, probabilmente intenzionata a portare via un drappello, è riuscita a guadagnare 30” nel giro di pochi chilometri, grazie anche al ritmo non proibitivo del gruppo, ma è stata ripresa poco dopo lo strappo di Gallisterna.
Lungo la discesa che porta all’autodromo è giunto un secondo attacco, questa volta ad opera di Alison Jackson. La Canadese ha guadagnato qualche secondo prima di rialzarsi. Proprio quando stava per essere riassorbita dalla testa del gruppo, l’australiana Grace Brown è scattata andado a riprenderla. Il duo di testa ha proceduto di comune accordo, passando sulla linea del traguardo con 26” di vantaggio sul gruppo.

La corsa si è animata ulteriormente all’inizio del terzo giro. Ai -85, sulle due battistrada è rinvenuto un gruppetto formato da altre 9 atlete: Katia Ragusa (Italia), Amy Pieters (Paesi Bassi), Lisa Brennauer (Germania), Taylor Wiles (USA), Christine Majerus (Lussemburgo), le sorelle Alice e Hanna Barnes (Gran Bretagna), Juliette Labous (Francia) e Susanne Andersen (Norvegia). Le fuggitive hanno raggiunto rapidamente un vantaggio di circa 25”, finchè la Spagna, rimasta tagliata fuori dal tentativo, ha imposto un forcing in testa al gruppo con l’obiettivo avvicinare la fuga. L’azione delle iberiche ha consentito a Mavi Garcia di scattare e rientrare sul drappello di testa proprio all’inizio dello strappo di Mazzolano.

Lungo la salita, dal gruppo di testa hanno perso contatto la britannica Alice Barnes e l’australiana Grace Brown, mentre in coda al gruppo principale, numerose atlete si sono staccate a causa di un ritmo decisamente più alto rispetto a quello dei precedenti giri.
Le 10 battistrada sono riuscite a guadagnare un discreto margine, raggiungendo circa 1’30” di vantaggio all’inizio del terzo passaggio sullo strappo di Gallisterna. Lungo la salita il gap è cresciuto ulteriormente, superando i 2’ su un gruppo evidentemente non troppo impensierito dalla fuga. Il ritmo relativamente tranquillo ha così consentito alla slovena Eugenia Bujak di evadere all’inseguimento delle battistrada quando mancavano 67 km all’arrivo.
Al termine del terzo giro (a -57 dall’arrivo), le fuggitive sono transitate sul traguardo con 1’12” sulla Slovena e 2’28” sul gruppo tirato da Tiffany Cromwell (Australia) e composto da circa 80 atlete.

L’inizativa australiana ha provocato un deciso cambio di ritmo all’inizio del 4° e penultimo giro. Nel corso di pochi km, il gap si è ridotto notevolmente: all’imbocco dello strappo di Mazzolano, le fuggitive vantavano solo 15” su Eugenia Bujak e 50” sul gruppo principale da cui numerose atlete perdevano contatto. Proprio nel tratto più duro dello strappo, è arrivata l’accelerazione di Anne Van der Breggen che ha prodotto una evidente selezione nel gruppo. Contemporaneamente la Bujak era rientrata sulle battistrada a cui ormai restavano solo 18” di vantaggio.
Le fuggitive sono riuscite a mantenere un margine esiguo sul gruppo, finchè ai -43 è arrivato l’attacco delle Olandesi Marianne Vos e Annemiek Van Vleuten che ha neutralizzato definitivamente il tentativo delle fuggitive. Appena iniziato lo strappo di Gallisterna, la Van Vleuten ha accelerato ulteriormente distruggendo letteralmente il gruppo. Le uniche in grado di resistere al forcing sono state la danese Cecilie Ludwig, Anne Van der Breggen ed Elisa Longo Borghini.

Poco dopo, a 41,5 km dall’arrivo, Anna Van der Breggen ha piazzato un violento scatto riuscendo rapidamente a fare il vuoto. Alle sue spalle Longo Borghini, Van Vleuten e Ludwing hanno scollinato con 20” di ritardo, mentre quel che restava del gruppo inseguitore era segnalato gia ad oltre 1’.
Lungo il saliscendi successivo la Van der Breggen è risucita a guadangare ulteriormente (35” ai -38) nei confronti del trio inseguitore su cui nel frattempo era rientrata Elizabeth Deignan (Gran Bretagna). Le contrattacanti non sono riuscite a trovare un buon accordo, soprattutto a causa della presenza della Van Vleuten che non aveva intenzione di collaborare. Il vantaggio della Van der Breggen è dilagato in discesa raggiungendo 1’ ai 33 km dall’arrivo. Le quattro inseguitrici una volta entrate nell’autodromo si sono quindi rialzate facendosi riprendere dal gruppo poco prima del passaggio sulla linea d’arrivo.

Anna Van der Breggen ha continuato a guadagnare iniziando l’ultimo giro con 1’43” di vantaggio sul gruppo tirato dall’Italia. Ma l’inseguimento non ha sortito nessun effetto. Anzi, la Van der Breggen ha incrementato ulteriormente il margine, superando i 2’ ai 18 km dall’arrivo. Il gruppo inseguitore, forte di una trentina di unità, si è così rassegnato a dover lottare per l’argento.
La battaglia si è riaperta ai -12, quando lungo lo strappo di Gallisterna, Cecile Ludwig ed Elisa Longo Borghini hanno attaccato. L’Italiana ha proseguito il suo forcing facendo staccare la Danese, superata anche dalla Van Vleuten. L’olandese è rapidamente rientrata sulla Longo Borghini dando vita ad una coppia che ha subito preso un buon margine sulle altre inseguitrici.
A 5 km dall’arrivo Longo Borghini e Van Vleuten sono transitate con 1’35″ di ritardo dalla Van der Breggen e circa 30” vantaggio sul gruppo inseguitore formato da Elizabeth Deignan (Gran Bretagna), Marianne Vos (Olanda), Liane Lippert (Germania) Katarzyna Niewadoma (Polonia) e Cecilie Ludwig (Danimarca).

Anna Van der Breggen, forte dell’ampio vantaggio, si è potuta godere gli ultimi chilometri della sua lunga cavalcata vincente, tagliando il traguardo con 1’20” sulla connazionale Annemiek Van Vleuten che ha preceduto Elisa Longo Borghini nella volata per la medaglia d’argento. Lo sprint per il 4° posto è stato vinto da Marianne Vos (a 2’01”) davanti a Lippert, Deignan e Niewadoma. Cecilie Ludwig è giunta ottava a 2’41” mentre Lisa Brennauer (Germania) ha vinto la volata per il 9° posto (a 3’08”) davanti a Marlen Reusser (Svizzera).

Domani è in programma l’ultima prova dei Mondiali, la corsa in linea maschile. I corridori dovranno affrontare 9 giri del circuito iridato per un totale di 258,2 km.

Pierpaolo Gnisci

Anna Van der Breggen: bis Mondiale (foto:Getty Images)

Anna Van der Breggen: bis Mondiale (foto:Getty Images)

26-09-2020

settembre 26, 2020 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

CAMPIONATI DEL MONDO DI CICLISMO – STRADA DONNE

L’olandese Anna van der Breggen si è imposta nella corsa su strada, circuito di Imola, percorrendo 143 Km in 4h09′57″ alla media di 34.33 Km/h. Ha preceduto di 1′20″ la connazionale Annemiek van Vleuten e l’italiana Elisa Longo Borghini.

TOUR OF MEVLANA (Turchia)

Il russo Sergey Rostovtsev (Minsk Cycling Club) si è imposto nella prima tappa, Konya Mevlana – Selçuklu, percorrendo 139.6 Km in 2h57′24″ alla media di 47.22 Km/h. Ha preceduto allo sprint il turco Onur Balkan (Salcano Sakarya BB Team) e il connazionale Artur Ershov (Marathon-Tula Cycling Team). Unico italiano in gara Filippo Ridolfo (Team Type 1 Foundation), 49°. Rostovtsev è il primo leader della classifica con 4″ su Balkan e 6″ su Ershov. Ridolfo 49° a 10″

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