SAYAR, EROE NAZIONALE

aprile 27, 2013 by Redazione  
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Tappa con arrivo in salita a Selçuk e show del corridore di casa, Mustafa Seyar (Torku Sport) che stacca di 18” Yohann Bagot (Cofidis) e di 23” Nicolas Edet (Cofidis) e soprattutto di 43” Natnael Berhane (Europcar), scavalcandolo così in classifica generale. La classifica vede, quindi, in testa il turco Sayar, seguito a 41” da Berhane e a 44” da Bagot.

Foto copertina: trionfo in casa per il turco Sayar (foto Bettini)

Da quando il Tour of Turkey è entrato a far parte del circuito Europe Tour, si son visti andare forte parecchi corridori: sudafricani, bulgari, kazaki, spagnoli; nessuna gloria, invece, per i corridori turchi che videro ridurre le proprie possibilità di vittoria alle sole fughe. Non oggi, perché sulla salita conclusiva, Mustafa Sayar ha sbeffeggiato quello che ormai era diventato un complesso di inferiorità dei corridori di casa ed è andato ad conquistare sia la tappa sia la maglia di leader, mettendo una seria ipoteca sulla vittoria finale.
Sesta tappa che presentava difficoltà soprattutto nell’ultima parte con due Gran Premi della Montagna negli ultimi 30 chilometri: uno di seconda categoria e l’altro, che fungeva anche come arrivo, di prima categoria.
Nella prima parte di gara sono in molti coloro che provano la fuga per avvantaggiarsi sul gruppo così da prendere l’ultima salita con un po’ di margine, ma fino al chilometro 40 la corsa rimane cucita, e dopo un attimo di quiete partono in due corridori: Delle Stelle (Bardiani-Csf) e Ilesic (United-Healthcare). Dopo aver goduto di un vantaggio massimo di circa nove minuti, la coppia al comando verrà ripresa all’imbocco del primo GPM di giornata.
Da lì inizierà il lavoro delle squadre per portare più avanti possibile i propri leader in vista della salita finale. É l’Astana che imbocca in testa al gruppo l’ultima salita in vista di un attacco del proprio capitano Seeldrayers.
Il primo che tenta un attacco serio è portato da Nicolas Edet (Cofidis), il quale guadagna sullo scatto qualche metro sugli inseguitori. Non ci vorrà molto tempo prima che, da dietro, Sayar non effettui il proprio attacco; Berhane risponde al primo colpo ma non al secondo, permettendo così al turco di raggiungere prima Edet, staccatosi successivamente, e poi di involarsi solitario verso l’arrivo.
L’azione di Sayar è imperiosa e il distacco rispetto agli concorrenti risulta elevato: 18 secondi su Edet, secondo classificato, e 23 secondi su Bagot, terzo classificato.
Completano la Top Ten: Petrov (Caja Rural) quarto a 28”, Atapuma (Colombia) quinto a 30” che regola un gruppetto comprendente: Hivert (Sojasun), Pawuels (Omega-Quick Step) e Meyer (Orica-Greenedge).
In classifica generale la situazione si vede ribaltata tutta a favore di Sayar, che grazie alla vittoria odierna è il nuovo capo classifica, e che ha la seria possibilità di conservare la leadership fino alla tappa conclusiva di domenica, potendo gestire un vantaggio di 41” su Berhane.
Domani è prevista una frazione che non presenta nessun GPM, e che si può adattare ad un arrivo in volata, o perché no, ad un esito positivo della fuga di giornata.

Paolo Terzi

ITALBICI ALL’ASSALTO, MA SFRECCIA MEERSMAN

aprile 27, 2013 by Redazione  
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Azzurri protagonisti nella frazione di Payerne con Enrico Gasparotto, Simone Stortoni e soprattutto Adriano Malori che vanno all’attacco con il parmense ripreso a soli 400 metri dal traguardo e Francesco Gavazzi che chiude al secondo posto in volata ma ad imporsi è ancora il belga dell’Omega-QuickStep che bissa il successo di Renens davanti al valtellinese e a Michael Albasini. Al comando della generale resta Chris Froome alla vigilia della tappa regina di Les Diablerets, sulla quale aleggia però lo spettro della neve

Foto copertina: bis per Meersaman sulle strade del Giro di Romandia (foto AFP)

La terza tappa del Giro di Romandia, 181 km con partenza e arrivo a Payerne caratterizzati da quattro gpm, comunque non troppo impegnativi, ultimo dei quali quello di Châbles ai -17 dal traguardo, ha visto per la prima volta la pioggia fare la sua comparsa sul percorso il che ha incentivato i corridori a carsi battaglia: a differenza che nelle frazioni di Renens e Granges, in cui fin dalle prime battute era nata una fuga di tre atleti che avevano avuto da subito il via libera del gruppo, gli attacchi si sono susseguiti in serie finchè non sono riusciti ad andarsene Peio Bilbao (Euskaltel), Julien Bérard (Ag2r), Kevin Reza (Europcar), un Marcus Burghardt (Bmc) a caccia della maglia rosa di miglior scalatore, un Matthias Brändle (Iam Cycling) già all’attacco nelle due frazioni precedenti e un atleta di grosso calibro come Steven Kruijswijk (Blanco), reduce da un 2012 non all’altezza delle aspettative ma comunque 8° nella classifica generale del Giro 2011 e 18° al momento in quella del Tour de Romandie a 31” dalla maglia gialla Chris Froome (Team Sky): è stata naturalmente la formazione del leader a organizzare l’inseguimento e a chiudere il gap a 40 km dal traguardo ma ciò le è costato un forte dispendio di energie e di uomini, con quattro atleti in maglia nera che hanno perso contatto dal gruppo nel corso delle varie salite al pari di Marc Cavendish (Omega-QuickStep), Elia Viviani (Cannondale) e Matthew Goss (Orica-GreenEdge), ed è per questa ragione che, nel tentativo successivo portato avanti da Jurgen Van de Walle (Omega-QuickStep), Adriano Malori (Lampre-Merida), Enrico Gasparotto (Astana), Eugeni Petrov (Saxo-Tinkoff), Stef Clement (Blanco), Pierrick Fédrigo (Fdj), Francis De Greef (Lotto-Belisol) e da un inesauribile in queste giornate Pierre Rolland (Europcar) la corazzata britannica ha inserito in funzione di stopper la sua seconda punta Richie Porte, lasciando alla Movistar di Alejandro Valverde e alla RadioShack di Robert Kiserlovski l’onere di andare di inseguire questi attaccanti che sono stati comunque ripresi ai piedi dell’ultima salita dopo aver acquisito non più di 20” di margine.
L’ascesa di Châbles, 3 km con una pendenza media intorno al 5%, non era certo di quelle che facevano paura e sia pure ridotto nei suoi componenti il Team Sky è stato all’altezza della situazione soprattutto con David Lopez Garcia, già determinante nel successo di Porte alla Parigi-Nizza: solo i nostri Gasparotto, uscito in ottima condizione dalle classiche delle Ardenne, e Simone Stortoni (Lampre-Merida) hanno tentato di avvantaggiarsi venendo però ripresi subito dopo lo scollinamento e vani sono stati anche i tentativi successivi di Wilco Kelderman (Blanco) e Rafal Majka (Saxo-Tinkoff), che dovrebbe essere l’uomo di classifica della formazione danese al prossimo Giro d’Italia, nonchè quello su un dentello posto a 10 km dal traguardo di Moreno Moser (Cannondale) e Carlos Betancourt (Ag2r). Molto più incisivo è stato invece l’attacco portato ai -7 da Adriano Malori, che ha approfittato di un attimo di rallentamento per prendere un centinaio di metri di vantaggio e ha fatto valere le sue grandi doti di passista per tenere a distanza il gruppo, ma i lunghi rettilinei posti nel finale e il gran lavoro dell’Omega-QuickStep di Gianni Meersman, con due formidabili cronoman come Tony Martin e Peter Velits a condurre l’inseguimento, hanno fatto sì che le speranze dell’atleta di Traversetolo di cogliere il suo primo successo in una gara in linea svanissero a 400 metri dal traguardo: nello sprint finale Meersman si è rivelato implacabile prendendo la ruota di Michael Albasini (Orica-GreenEdge) che ha tentato di anticipare tutti ai -300 metri e saltandolo agevolmente nel finale con Francesco Gavazzi (Astana) che ha tentato invano di affiancare il belga e si è dovuto accontentare della piazza d’onore davanti all’elvetico, con Luka Mezgec (Argos-Shimano) 4° davanti a Juan Josè Lobato (Euskaltel), Danilo Wyss (Bmc), Rinaldo Nocentini (Ag2r) e un Roberto Ferrari (Lampre-Merida) che in volata non ha brillato ma che è stato comunque bravo a chiudere nel gruppo di testa a differenza degli altri sprinter puri: arriva dunque dopo quello di Renens il secondo successo in questo Romandia nonchè il quarto stagionale per Meersman senza dimenticare che anche nella tappa di Granges si era rivelato nettamente l’atleta con la maggiore velocità di punta ma aveva dovuto accontentarsi del terzo posto per aver iniziato lo sprint troppo nelle retrovie.
Da segnalare gli abbandoni di Giacomo Nizzolo (RadioShack), frenato da problemi intestinali, di Daniel Moreno (Katusha) colpito da una bronchite che gli impedirà di prendere parte al Giro d’Italia e di Ryder Hesjedal (Garmin-Sharp) che ha scelto di fermarsi ritenendo ormai conclusa la sua preparazione per la corsa rosa, mentre la classifica generale vede sempre Froome al comando con 6” su Andrew Talansky (Garmin-Sharp), 9” su Meersman risalito grazie agli abbuoni, 13” su Kiserlovski e 15” su Porte alla vigilia della tappa regina, 188,5 km da Marly a Les Diablerets in cui dovrebbero essere scalati il Col de Mosses, il Pas de Morgins e per due volte il Col de la Croix, salita lungo la quale nel Tour 1997 Marco Pantani e la sua Mercatone Uno sferrarono un attacco che consentì al Pirata di strappare il terzo posto nella generale a Bjarne Riis: il condizionale è però d’obbligo dal momento che il passaggio in vetta è a rischio a causa della neve, e nel caso dovesse saltare i cronomen a partire da Froome sarebbero fortemente avvantaggiati avendo a disposizione i 18 km della prova contro il tempo conclusiva di Ginevra.

26-04-2013

aprile 27, 2013 by Redazione  
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TOUR DE ROMANDIE

Il belga Gianni Meersman (Omega Pharma – Quick Step) si è imposto nella terza tappa, circuito di Payerne, percorrendo 181 Km in 4h19′03″ alla media di 41,922 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Francesco Gavazzi (Astana Pro Team) e l’elvetico Albasini. Il britannico Christopher Froome (Sky ProCycling) ha conservato la testa della classifica con 6″ sullo statunitense Talansky e 9″ su Meersman. Miglior italiano Moreno Moser (Cannondale Pro Cycling Team), 12° a 18″

PRESIDENTIAL CYCLING TOUR OF TURKEY

Il turco Mustafa Sayar (Torku Sekerspor) si è imposto nella sesta tappa, Bodrum – Selcuk, percorrendo 182 Km in 4h40′09″ alla media di 38,979 Km/h. Ha preceduto di 18″ il francese Bagot e di 23″ il francese Edet. Miglior italiano Luca Mazzanti (Vini Fantini – Selle Italia), 19° a 1′16″. Sayar è il nuovo leader della classifica con 41″ sull’eritreo Berhane e 44″ su Bagot. Miglior italiano Luca Mazzanti (Vini Fantini – Selle Italia), 16° a 2′34″.

VUELTA A GUATEMALA

Il guatemalteco Jhonathan De León (Instacofi-Café Quetzal) si è imposto nella sesta tappa, Huehuetenango – Quetzaltenango, percorrendo 93 Km in 3h32′45″ alla media di 40,047 Km/h. Ha preceduto di 38″ il brasiliano Nascimento e il guatemalteco Marroquin. Il colombiano Oscar Eduardo Sánchez Guarín (Gw Shimano) è ancora leader della classifica, con 1′03″ sul connazionale Millán e 2′35″ sul connazionale Tamayo Martínez

LE TOUR DE BRETAGNE

L’austriaco Riccardo Zoidl (Team Gourmetfein Simplon) si è imposto nella seconda tappa, Ploemel – La Turballe, percorrendo 174,2 Km in 3h50′14″ alla media di 45,397 Km/h. Ha preceduto di 5″ l’olandese Van Der Lijke e di 53″ l’italiano Marco Benfatto (Continental Team Astana). Zoidl è il nuovo leader della classifica, con 6″ su Van Der Lijke e 55″ sul belga Verhelst. Miglior italiano Benfatto, 7° a 1′01″

SKIVE LØBET

Il danese Patrick Clausen (Team Cult Energy) si è imposto nella corsa danese, circuito di Skive, percorrendo 173,8 Km in 3h41′51″ alla media di 47,004 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Te Brake e il belga Gardeyn. Unico italiano in gara Daniele Aldegheri (Christina Watches – Onfone), 19°.

ALTRA VOLATA, DI NUOVO GREIPEL

aprile 26, 2013 by Redazione  
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Il tedescone André Greipel (Lotto-Belisol) conquista la seconda vittoria consecutiva in questo Tour of Turkey. Il corridore della Lotto-Belisol precede allo sprint Matteo Trentin (Omega-Quick Step) e Nikias Arndt (Argos-Shimano). Per quanto riguarda gli altri italiani da sottolineare il quarto posto per Luca Paolini e il tentativo di Pippo Pozzato ad un chilometro dall’arrivo. In classifica generale comanda sempre Natnael Berhane (Europcar).

Foto copertina: il bis di Greipel sulle strade di Turchia (foto Bettini)

Non c’è niente da fare, André Greipel si è definitivamente sbloccato: dopo il ritorno alla vittoria di ieri, oggi c’è stata la conferma della sua potenza e della sua forza in questi tipo di arrivo; significativo il fatto che il secondo classificato di oggi, Trentin, sia giunto sulla linea d’arrivo con due biciclette di ritardo.
Tornando alla tappa, questa quinta frazione lunga 180 chilometri proponeva una prima parte di gara molto ondulata con il culmine dopo 36 chilometri dove era posto l’unico GPM di giornata, ma comunque di 1a categoria. Dopo di che la strada tornava pianeggiante per qualche chilometro, fino ad una salita successiva, ma più semplice, posta al chilometro 85. Lì cominciava una lunga discesa che avrebbe portato i corridori ad affrontare l’ultima parte di corsa, più semplice ma che presentava ancora qualche saliscendi che potevano offrire occasioni per un attacco.
Dopo la partenza si decide in pratica la tappa: sul GPM di 1a categoria si screma il gruppo, che conta circa settanta unità, mentre si staccano corridori come Modolo, Kittel e Guardini.
La fuga parte al chilometro 70, ed è composta da otto corridori: Juul Jensen (Saxo Bank), Belkov (Katusha), Duret (Bretagne), Levarlet (Cofidis), Chalapud (Colombia), De Maar (Unite Healthcare) e Bakirci (Torku). Il vantaggio massimo ottenuto dai battistrada è di quattro minuti, ma la presenza di Pagani (20esimo in classifica a 2′50” dal leader) preclude loro ogni possibilità di riuscita dell’impresa. Ed è così che ai 45 dall’arrivo con il gruppo in netta rimonta, Belkov allunga sugli altri sette e tenta l’avventura solitaria, ma anche il russo non riuscirà a scampare dalle grinfie del gruppo e verrà ripreso ai meno 8.
Da lì in poi, nonostante la prospettiva di un sprint sia sempre più verosimile, sono in molti coloro che ci provano sullo strappetto posto ai 2 chilometri dall’arrivo: prima tocca a Kascheckin, Gretchyn e Schillinger; quando vengono ripresi parte in contropiede Filippo Pozzato, che, di potenza, guadagna circa 5 secondi sul gruppo, ma il treno dell’Argos che lavora per Arndt chiude sul vicentino della Lampre a volata lanciata, dove un imperioso Greipel non lascia scampo a nessuno e si aggiudica la tappa. Dietro al tedesco si piazza in seconda posizione Matteo Trentin al rientro dopo l’infortunio occorso alla Omloop Het Nieuwsblad, mentre giunge terzo Nikias Arndt.
Completano la Top Ten: Paolini (Katusha), Van Dijk (Accent Jobs), Andriato (Vini Fantini), Fonseca (Bretagne), Schorn (Netapp-Endura), Colbrelli (Bardiani-Csf) e Mederel (Sojasun).
In classifica generale nessun pochi problemi per Berhane che conserva la leadership in attesa della tappa di domani, decisiva ai fini della classifica per via del percorso esigente e dell’arrivo in salita ad House of Virgin Marry, GPM di 1a categoria: lassù non si nasconderà nessuno.

Paolo Terzi

NAVARDAUSKAS, VITTORIA D’ASTUZIA

aprile 26, 2013 by Redazione  
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Terzo successo in carriera per il lituano della Garmin-Sharp abile a non farsi sorprendere dall’accelerazione degli uomini della Bmc nell’ultima curva e lesto ad anticipare tutti ai 250 metri dal traguardo, resistere al ritorno di Enrico Gasparotto e Gianni Meersman e imporsi sul traguardo di Granges. 6° e 10° Francesco Gavazzi e Manuele Mori mentre Chris Froome mantiene la maglia gialla

Foto copertina: Navardauskas si staglia su tutti sul traguardo di Granges (foto Alliance)

La seconda tappa del Giro di Romandia, 190,3 km da Prilly a Granges, ha avuto in gran parte un andamento simile rispetto a quello della frazione di Renens che l’ha preceduta con tre uomini in fuga fin dalle prime battute, ovvero Matthias Brändle (Iam Cycling) già all’attacco ieri nel finale, un Johnny Hoogerland (Vacansoleil) che sta cercando di ritrovarsi dopo i gravi incidenti che l’hanno condizionato nelle ultime due stagioni e un Marcus Burghardt (Bmc) particolarmente motivato dal fatto che l’arrivo fosse posto nella città quartier generale della formazione di Jim Ochowicz, e il gruppo sempre tirato dal Team Sky della maglia gialla Chris Froome che ha concesso loro non più di 4′ prima di avvicinarsi ai piedi dell’ultima salita di giornata e completare il ricongiungimento lungo le rampe della stessa, con Burghardt ultimo ad arrendersi: rispetto al Col de Mollendruz affrontato nella prima tappa però l’ascesa di Plagne presentava pendenze più impegnative e soprattutto era molto più vicina al traguardo con la vetta posta ai -16 il che ha fatto sì che, sotto la spinta dell’Astana di Francesco Gavazzi ed Enrico Gasparotto interessata ad eliminare i velocisti puri, nel primo gruppo rimanessero non più di 60 corridori con Marc Cavendish (Omega-QuickStep), che dopo la tappa di Renens ha avuto parole di fuoco nei confronti della sua squadra per essere stato atteso dal solo Bert Grabsch, ancora una volta tra i primissimi a perdere terreno al pari di Elia Viviani (Cannondale) oltre che di un Christian Vandevelde (Garmin-Sharp) lontano dalla condizione di un anno fa quando al Giro fu il più prezioso gregario di Ryder Hesjedal, mentre poche centinaia di metri più avanti hanno ceduto anche Giacomo Nizzolo (RadioShack), Roberto Ferrari (Lampre-Merida) e Matthew Goss (Orica-GreenEdge).
Come già accaduto sul Mollendruz è stato Josè Rujano (Vacansoleil), apparso comunque lontano parente dell’atleta capace di domare il Colle delle Finestre al Giro 2005 o il Grossglockner in quello del 2011 tanto da venire immediatamente ripreso, ad accendere la miccia e dopo il venezuelano si è mosso Pierre Rolland (Europcar), che ha acquisito fino a una trentina di secondi di margine e ha scollinato in testa, e ormai in prossimità della vetta Thibaut Pinot (Fdj), Steve Morabito (Bmc) e il terzo della generale Robert Kiserlovski (RadioShack): questi attacchi hanno messo in leggera difficoltà il Team Sky con il solo Richie Porte rimasto al fianco di Chris Froome ma le trenate dell’australiano nel primo tratto di discesa sono state sufficienti per riprendere tutti e nei 10 km conclusivi pianeggianti sono state le squadre interessate al successo di tappa a prendere in mano la situazione, a partire dalla Bmc di Dominik Nerz, dalla Blanco di Stef Clement e dall’Omega-QuickStep di Gianni Meersman, grande favorito dopo essersi aggiudicato una volta di gruppo a Renens. Ai -7 dal traguardo Chris Sørensen (Saxo-Tinkoff) ha tentato la sortita immediatamente seguito da Mikel Astarloza (Euskaltel) sui quali si sono riportati Alexander Dyachenko (Astana) e un Cameron Wurf (Cannondale) che, alla luce dell’ottima condizione dimostrata già al Giro del Trentino, potrebbe essere l’arma in più per Ivan Basso al prossimo Giro d’Italia mentre in gruppo Damiano Cunego (Lampre-Merida) è rimasto vittima di una foratura ma è riuscito in extremis a rientrare e dunque non perdere secondi in classifica generale: per qualche km sembrava che l’azione di Sørensen e compagnia potesse essere quella vincente ma poco prima del triangolo rosso il gruppo si è riportato sotto con Brent Bookwalter (Bmc) che ha preso la testa approcciando fortissimo l’ultima curva tanto che i soli Nerz, Gasparotto, Luka Mezgec (Argos-Shimano) e Ramunas Navardauskas (Garmin-Sharp) sono riusciti a restargli a ruota mentre alle loro spalle si è creato un buco che ha tagliato fuori tutti gli altri: il lituano, già maglia rosa per due giorni al Giro 2012, è stato il più lesto di tutti partendo ai 250 metri dal traguardo con una poderosa accelerazione che ha reso vano il tentativo di rimonta di Gasparotto battuto per pochi cm, mentre da dietro è rinvenuto ancora più forte Meersman che ha dovuto accontentarsi del terzo posto davanti a Mezgec, Nerz e Gavazzi con Manuele Mori (Lampre-Merida) che ha chiuso in 10a piazza: per Navardauskas si tratta del terzo successo in carriera nonchè del primo a livello internazionale dopo aver conquistato il titolo lituano in linea nel 2011 e quello a cronometro nel 2012. La classifica generale resta invariata con Froome che guida con 6” su Andrew Talansky (Garmin-Sharp), 13” su Kiserlovski, 15” su Porte e 16” su Rui Alberto Faria da Costa (Movistar) alla vigilia della terza tappa, che presenta un profilo altimetrico piuttosto simile a quello delle precedenti con quattro gpm l’ultimo dei quali verso Châbles posto a 17 km dal traguardo ma che potrebbe essere condizionata dal maltempo che ha dato tregua ai corridori nei primi giorni di gara.

Marco Salonna

25-04-2013

aprile 26, 2013 by Redazione  
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TOUR DE ROMANDIE

Il lituano Ramunas Navardauskas (Garmin – Sharp) si è imposto nella seconda tappa, Prilly – Granges, percorrendo 190,3 Km in 4h51′49″ alla media di 39,127 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Enrico Gasparotto (Astana Pro Team) e il belga Meersman. Il britannico Christopher Froome (Sky ProCycling) ha conservato la testa della classifica con 6″ sullo statunitense Talansky e 13″ sul croato Kiserlovski. Miglior italiano Moreno Moser (Cannondale Pro Cycling Team), 11° a 18″

PRESIDENTIAL CYCLING TOUR OF TURKEY

Il tedesco André Greipel (Lotto Belisol Team) si è imposto anche nella quinta tappa, Marmaris – Turgutreis, percorrendo 182,7 Km in 4h41′59″ alla media di 38,874 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Matteo Trentin (Omega Pharma – Quick Step) e il tedesco Arndt. L’eritreo Teweldemedhin Natnael Berhane (Team Europcar) è ancora leader della classifica con 10″ sul belga Seeldraeyers e 12″ sul turco Sayar. Miglior italiano Luca Mazzanti (Vini Fantini – Selle Italia), 15° a 1′20″.

VUELTA A GUATEMALA

Il colombiano Oscar Eduardo Sánchez Guarín (Gw Shimano) si è imposto nella quinta tappa, Solola – Huehuetenango, percorrendo 142 Km in 3h32′45″ alla media di 40,047 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’ecuadoriano Carapaz e di 2″ il guatemalteco Marroquin. Sánchez Guarín è tornato leader della classifica, con 1′03″ sul connazionale Millán e 2′35″ sul connazionale Tamayo Martínez

LE TOUR DE BRETAGNE

Il belga Louis Verhelst (Etixx – iHNed) si è imposto nella prima tappa, Sainte Anne d’Auray – Pluvigner, percorrendo 166,5 Km in 4h03′29″ alla media di 41,029 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’austriaco Sokol e il belga Dupont. Miglior italiano Eugenio Alafaci (Leopard Trek Continental Team), 7°. Verhelst è il primo leader della classifica, con 4″ su Sokol e 6″ su Dupont. Miglior italiano Alafaci, 15° a 10″.

GP DELLA LIBERAZIONE (dilettanti)

Il bielorusso Ilia Koshevoy (Big Hunter – Seanese) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Roma, percorrendo 138 Km in 3h21′54″ alla media di 41,010 Km/h. Ha preceduto di 1″ l’australiano Phelan e di 30″ l’italiano Alberto Bettiol (Mastromarco Sensi Dover Benedetti)

MEERSMAN, PERFETTO VICE-CAV

aprile 25, 2013 by Redazione  
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Il campione del mondo di Copenhagen si stacca insieme a pochi altri atleti sul Col de Mollendruz ma l’Omega-QuickStep conquista ugualmente il successo in quel di Renens grazie al 27enne fiammingo che supera in volata i nostri Giacomo Nizzolo e Roberto Ferrari. Nella top ten anche Francesco Gavazzi e Marco Marcato mentre Chris Froome, come al solito ottimamente supportato dal Team Sky, conserva senza patemi la maglia gialla.

Foto copertina: Meersman “abbraccia” il traguardo di Renens (foto Laurent Gillieron)

La prima tappa in linea del Giro di Romandia, 176,8 km Saint-Maurice a Renens, si prestava a diverse possibili interpretazioni per via di un percorso caratterizzato oltre che dalle brevi ascese di Châtel-Saint-Denis e Martherenges poste nella parte centrale anche dal Col du Mollendruz, salita piuttosto pedalabile ma lunga in ogni caso oltre 15 km con la vetta posta ai -41 dal traguardo. Ci si poteva pertanto attendere grande bagarre fin dalle prime fasi ma il primo tentativo di giornata, operato da Julien Berard (Ag2r), Garikoitz Bravo (Euskaltel) e David Veilleux (Europcar), si è rivelato quello buono e nessun altro ha tentato di evadere da un gruppo costantemente guidato dal Team Sky del leader della generale Chris Froome che ha concesso ai tre fuggitivi un vantaggio massimo vicino ai 5′ annullato a pochi km dalla vetta del Mollendruz, lungo le cui rampe si sono susseguiti gli attacchi anche ad opera di uomini importanti come Josè Rujano (Vacansoleil), Simon Spilak (Katusha), Alejandro Valverde (Movistar), Igor Antón (Euskaltel) e Pierre Rolland (Europcar) oltre che di un molto attivo Adriano Malori (Lampre-Merida), che con il senno del poi avrebbe fatto meglio a provarci nel tratto finale pianeggiante: il ferreo controllo del Team Sky, con il solito Vasil Kiryienka in prima linea, e le pendenze molto abbordabili della salita hanno infatti fatto sì che nessuno riuscisse a prendere il largo e in cima si è presentato un gruppo pressochè compatto con la significativa eccezione di Marc Cavendish (Omega-QuickStep), che ha perso contatto insieme a pochi altri corridori dando segnali non certo positivi in vista di un Giro d’Italia in cui anche quasi tutte le tappe sulla carta dedicate ai velocisti presenteranno delle difficoltà altimetriche non troppo lontane dal traguardo.
Malgrado la defaillance del campione del mondo di Copenhagen l’Omega-QuickStep ha comunque preso il comando delle operazioni nel tratto finale pianeggiante puntando sullo sprint di Gianni Meersman e la stessa cosa hanno fatto l’Astana per Francesco Gavazzi e la Bmc per Brett Bookwalter annullando il tentativo di Jeremy Roy (Fdj) e Matthias Brändle (Iam Cycling), rimasti in avanscoperta dai -25 ai -7 dal traguardo con un vantaggio massimo di 30”, e quello in verità piuttosto velleitario di Manuele Boaro (Saxo-Tinkoff) che ci ha provato ai -2 venendo immediatamente ripreso: le grandi manovre per lo sprint finale hanno visto prendere il sopravvento la Argos-Shimano con Georg Preidler a pilotare il neopro sloveno Luka Mezgec che si è lanciato in testa ma nulla ha potuto di fronte alla rimonta di Meersman, che dopo i due successi conquistati in sprint ristretti al Giro di Catalogna ha dimostrato di poter dire la sua anche negli arrivi a ranghi compatti precedendo i nostri Giacomo Nizzolo (RadioShack), che è stato costretto a disputare una prima mini-volata per portarsi nelle posizioni di testa e ha forse perso l’attimo giusto per lanciarsi, e Roberto Ferrari (Lampre-Merida), che di qui in avanti diventerà il velocista di punta della compagine blu-fucsia dopo che Alessandro Petacchi ha annunciato il ritiro dalle competizioni: Mezgec ha chiuso 4° davanti al francese di colore Kévin Reza (Europcar) e a Gavazzi mentre Marco Marcato (Vacansoleil) ha chiuso la top ten. La classifica generale resta invariata e vede Froome in maglia gialla con 6” su Andrew Talansky (Garmin-Sharp), 13” su Robert Kiserlovski (RadioShack), 15” su Richie Porte (Team Sky) e 16” su Rui Alberto Faria da Costa (Movistar): la seconda tappa, 190,3 km da Prilly a Granges, si presta anch’essa a diversi possibili scenari con le ascese piuttosto impegnative di Rochefort e Chaumont nella parte centrale del percorso e quella di Plagne sulla carta meno dura ma con la vetta posta comunque a soli 17 km dal traguardo.

Marco Salonna

RIECCO GREIPEL

aprile 25, 2013 by Redazione  
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Il tedesco André Greipel (Lotto-Belisol) si aggiudica allo sprint questa quarta tappa del Tour of Turkey precedendo il connazionale e talentuoso Nicklas Arndt (Argos-Shimano) ed un altro giovane, l’olandese Moreno Hofland. Quarto Filippo Pozzato (Lampre-Merida). In classifica generale Natnael Berhane (Europcar) mantiene il simbolo del primato.

Foto copertina: Greipel si impone sul traguardo di Marmaris (foto Bettini)

Due mesi senza vincere per un ciclista che non deve fare altro che quello, è un bel digiuno, ma appena ritorni ad alzare le braccia, dimentichi tutto e vai avanti, ancora più forte di prima. Tutto ciò lo ha passato realmente André Greipel, forte velocista tedesco, che avevamo visto non più vincente per due mesi: ultima vittoria ottenuta risale a febbraio quando sbaragliò tutti nella prima tappa del Giro del Mediterraneo. Oggi il tedesco ha sorpreso tutti vincendo la volata di un gruppetto di corridori formatosi dopo lo strappo che conduceva all’arrivo.
Proprio per il percorso, questa tappa poteva adattarsi perfettamente ad una fuga da lontano, ma anche a colpi di mani, con profilo altimetrico che di pianura ne dichiarava ben poca.
Il sospetto che una fuga potesse arrivare si carpito non appena si è formato il gruppetto dei battistrada, composto da quindici corridori: Hepburn (Orica GreenEDGE), Ignatiev, Kristkiy (Katusha), Maes, e Rabon (Omega Pharma-Quick Step), Kurek e Mihaylov (CCC Polsat), Sijmens (Cofidis), Sebastian Arango (Colombia), Delaplace (Sojasun), De Negri (Vini Fantini), Hansen (Lotto Belisol), Ciolek (MTN-Qhubeka), Gretchyn (Torku) e Dion (Bretagne-Séché).
Il volume della fuga l’ha resa immediatamente pericolosa agli occhi del gruppo, il quale ha dovuto sudare le cosiddette “sette camice” per annullarla, e più precisamente il ricongiungimento è arrivato a circa 20 chilometri dal traguardo.
É sullo strappo che conduce alla cittadina di Marmaris (sede di arrivo) che si consuma la battaglia: i numerosi scatti, anche di uomini di classifica come Seeldrayers, Bagot e Sayar, hanno scremato il gruppo, rimasto con solo una trentina di unità.
Europcar e Bardiani hanno poi tentato di tenere cucito il gruppetto fino alla volata finale, dove ad avere la meglio è stato Greipel, che appena partito ha subito fatto capire di non volersi lasciar sfuggire quest’occasione per tornare a vincere, e così è stata sua l’affermazione in questa tappa.
Sul podio salgono invece due ragazzi (nel vero senso della parola) entrambi ancora neoprofessionisti, ed entrambi nati nel ‘91; uno è tedesco, Niklas Arndt (secondo) mentre l’altro è olandese, Moreno Hofland (terzo).
Completano la Top Ten: Pozzato (Lampre-Merida, e comunque in crescita di condizione), Golas (Omega-Quick Step), Lasca (Caja Rural), Lequatre (Bretagne), Edet (Cofidis), Hivert (Sojasun) e Pawuels (Omega Quick Step).
In classifica generale si trova ancora in testa l’attentissimo Natnael Berhane (Europcar), che oggi è riuscito a controllare, non senza fatica, le offensive dei suoi concorrenti per la maglia di leader.
Domani tappa adatta ad uno sprint di gruppo, ma potrebbe anche sorridere ad una fuga.

Paolo Terzi

24-04-2013

aprile 24, 2013 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE ROMANDIE

Il belga Gianni Meersman (Omega Pharma – Quick Step) si è imposto nella prima tappa, Le Saint-Maurice – Renens, percorrendo 176,4 Km in 4h29′09″ alla media di 39,324 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Giacomo Nizzolo (RadioShack – Leopard) e Roberto Ferrari (Lampre – Merida). Il britannico Christopher Froome (Sky ProCycling) ha conservato la testa della classifica con 6″ sullo statunitense Talansky e 13″ sul croato Kiserlovski. Miglior italiano Moreno Moser (Cannondale Pro Cycling Team), 11° a 18″

PRESIDENTIAL CYCLING TOUR OF TURKEY

Il tedesco André Greipel (Lotto Belisol Team) si è imposto nella quarta tappa, Gocek – Marmaris, percorrendo 146,9 Km in 3h38′47″ alla media di 40,286 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Arndt e l’olandese Hofland. Miglior italiano Filippo Pozzato (Lampre – Merida), 4°. L’eritreo Teweldemedhin Natnael Berhane (Team Europcar) è ancora leader della classifica, con 10″ sul belga Seeldraeyers e 12″ sul turco Sayar. Miglior italiano Angelo Pagani (Bardiani Valvole – CSF Inox), 13° a 53″.

VUELTA A GUATEMALA

Il messicano Juan P. Magallanes (nazionale messicana) si è imposto nella quarta tappa, Antigua – Solola, percorrendo 126 Km in 3h06′40″ alla media di 40,500 Km/h. Ha preceduto allo sprint il brasiliano Santos. e il costaricano Artavia. Il colombiano Jonathan Millán (Gw Shimano) è ancora leader della classifica, con 27″ sul connazionale Sánchez Guarín e 1′32″ sul connazionale Tamayo Martínez.

BERHANE, IL TURCO-ERITREO

aprile 24, 2013 by Redazione  
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É Natnael Berhane (Europcar) il vincitore della terza tappa del Tour of Turkey. L’eritreo dell’Europcar è riuscito ad imporsi sul traguardo in salita di Elmali staccando di 6 secondi il belga Kevin Seeldrayers (Astana) e Mustafa Sayar (Torku Sport). Berhane sale anche al primo posto della classifica generale con un vantaggio di 10 secondi sul secondo, Seeldrayers.

Foto copertina: Berhane, un corridor color del cioccolato, a segno sul più duro traguardo del Giro di Turchia (foto Bettini)

Il 2013 si sta rivelando un anno molto prolifico per il ciclismo africano: dopo la vittoria nella Milano-Sanremo da parte di una squadra africana (anche se ottenuto grazie ad un tedesco,Gerald Ciolek), oggi c’è stata l’affermazione di un corridore africano in una corsa di tutto rispetto; vittoria che Natnael Berhane si è aggiudicato non in una tappa qualunque, ma nel tappone di questo Tour of Turkey: si tratta quindi di un corridore che ha ottime capacità di scalatore, con sicuri margini perché la sua carta d’identità dice che ha appena 22 anni e non sarebbe un sogno vederlo in futuro disputare le grandi corse del panorama ciclistico.
Restiamo però in Turchia e specialmente su questa terza tappa che partiva da Antalya e terminava a Elmali dopo 150 chilometri, non su percorsi facili come quelli delle tappe precedenti ma su un percorso che comprendeva quattro Gran Premi della Montagna, di cui 3 di 1a categoria, inoltre l’ultimo, Elgubeli, fissato proprio sul traguardo.
Inizio di gara che ha vissuto uno dei primi momenti con la formazione della fuga di giornata, composta da sei corridori: Koretski (Bretagne), Duggan (Saxo Bank-Tinkoff), Marycz (CCC Polsat), Finetto (Vini Fantini), Thurau (Europcar), Gretchyn (Torku Sport). Il vantaggio di questi attaccanti non supererà i 5 minuti, ma in gruppo ci sono alcune squadre che vogliono “fare” la corsa come Astana e Columbia e che, con l’aiuto anche di Bardiani e Bretagne, riportano il gruppo compatto poco prima dell’inizio dell’ascesa finale.
Durante la salita il plotone si seleziona subito e già a metà sono solo circa venti corridori che compongono la testa della corsa. Dopo qualche chilometro il primo a tentare lo scatto è Serge Pawuels (Omega-Quick Step), ma su di lui si riportano subito Berhane e Seeldrayers, raggiunti pochi metri dopo da Sayar, Pagani, Mederel e Atapuma. A prendere l’iniziativa successivamente è Berhane che, con un paio di accelerate, manda “fuori giri” Atapuma, Pagani e Pawuels che verrano riassorbiti dal gruppetto inseguitore. Si arriva nelle vicinanze dell’arrivo con questi quattro corridori davanti a tutti: Sayar, Berhane, Mederel e Seeldrayers. Saranno quindi loro a giocarsi la vittoria, e ancora una volta in uno sprint, ma stavolta in salita: quando Berhane parte deciso ai 200 metri dal traguardo gli altri perdono metri, e nei metri mancanti all’arrivo guadagnerà tanto che ci vorrà il cronometro per contare il distacco. É quindi il ventiduenne eritreo ad aggiudicarsi la tappa distanziando di 6 secondi Seeldrayers e Sayar, di 16” Mederel, di 24” Bagot, Sutherland e Meyer, di 28” Guillou, di 30” Atapuma e di 33” Edet. Primo degli italiani è Angelo Pagani (Bardiani-Csf) classificatosi 13esimo con un ritardo di 43 secondi da Berhane.
Il corridore dell’Europcar è anche il nuovo capoclassifica che guida, per ora, con un vantaggio di 10” su Seeldrayers e 12” su Sayar.
Domani tappa un po’ più semplice ma comunque nervosa, con l’ultimo GPM a circa 20 chilometri dall’arrivo. Fuga?…

Paolo Terzi

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