ANDRONI PADRONA A GENTING HIGHLANDS: SERPA IN GIALLO
Il colombiano vince la seconda tappa consecutiva a Genting Highlands, dove in passato si era già imposto tre volte, e si issa in vetta alla classifica generale, anche approfittando della crisi nera dell’ex leader Lapthorne (15’ di distacco per lui). Completano il trionfo della formazione di Gianni Savio il 3° posto – alle spalle dell’altro colombiano Victor Niño – di José Rujano, ora 2° in generale, e la 5a piazza di giornata e complessiva di Jackson Rodriguez.
Foto copertina: José Serpa batte in scioltezza Victor Niño allo sprint sul traguardo di Genting Highlands (foto Shane Goss)
Sarà probabilmente José Serpa a sfilare in giallo, domenica prossima, sull’anello di Kuala Terengganu, dove andrà in archivio la diciassettesima edizione del Tour de Langkawi. Come già avvenuto nel 2009, in occasione del suo primo e sinora unico trionfo in terra malese, il colombiano ha costruito il probabile bis sulla salita di Genting Highlands, l’ascesa simbolo della corsa, sulla quale già aveva alzato le braccia nel 2006, nel 2007 e – per l’appunto – nel 2009. Una vittoria, quella che lancia Serpa in testa alla classifica, senza più particolari insidie in programma di qui all’epilogo, costruita sulla straripante superiorità in salita della Androni Giocattoli di Gianni Savio, che ha preso in mano le redini della gara sin dalle prime battute della salita finale, quando era già chiaro che in palio, per i big, ci sarebbe stato anche il successo parziale, con la fuga iniziale di Bazayev, Valynin, Zainal, Williamson, Haghi, Loh e Colbrelli ormai chiaramente destinata al riassorbimento.
Il forcing degli uomini di Serpa, che con il successo di ieri già si era candidato al titolo di uomo da battere per oggi, ha prodotto esiti oltremodo positivi in tempi più rapidi di quanto probabilmente si attendesse la stessa Androni: è infatti bastata meno di metà scalata per piegare la resistenza della maglia gialla Darren Lapthorne, che così bene si era comportata ieri, prima di cedere un quarto d’ora nel giorno della verità. Fatale all’australiano è stata la prima sgasata di uno scatenato José Rujano, al quale si sono accodati – in una dimostrazione di quel palese strapotere di cui si diceva – i compagni Serpa e Ochoa, che con l’altro colombiano Niño sono andati a costituire un quartetto sudamericano da subito parso destinato a non essere più raggiunto.
Con la corsa ormai nelle mani degli uomini di Savio, Rujano ha forse peccato di ingordigia nel produrre svariate ulteriori accelerazioni, sperando di sbarazzarsi dell’unico avversario rimasto. A pagare i ripetuti strappi del venezuelano è stato invece il solo Ochoa, e quando, a poco più di 5 km dalla conclusione, Serpa ha sferrato il suo attacco, è stato proprio Rujano a doversi inchinare.
I residui 5 km non sono stati sufficienti a scindere la coppia colombiana compostasi al comando, giunta così a giocarsi la vittoria di tappa in uno sprint a due che rischiava di tramutarsi per la Androni in una clamorosa beffa, dopo essersi trovata con tre uomini nel quartetto di testa a metà salita. A sventare una delusione che l’ormai certa conquista del primato in classifica da parte di Serpa avrebbe comunque meno reso amara, è stato lo spunto veloce di cui il 32enne di Corozal aveva già dato prova ventiquattro ore fa, grazie al quale ha addirittura rifilato 2’’ in volata ad uno stremato Niño.
Limitando a 46’’ il distacco accusato sul traguardo, Rujano è riuscito a salvare la piazza d’onore in generale, staccato di 30’’ dal compagno di squadra, e con 26 di margine sullo stesso Niño. Al quarto posto di tappa (a 2’32’’) e della generale (+2’20’’) si è installato Alexandr Dyachenko, capitano di una Astana che si trova costretta a fare sostanzialmente a meno di Vinokourov, oggi giunto al traguardo con un apocalittico ritardo di oltre 17’. L’identità tra graduatoria di giornata e complessiva prosegue in quinta e sesta posizione, occupate rispettivamente da Jackson Rodriguez e dal nostro Stefano Locatelli, che, tre giorni dopo il suo ventiduesimo compleanno, si è regalato il miglior risultato della sua neonata carriera tra i pro.
Dopo l’appuntamento clou della corsa, il Tour de Langkawi si dirigerà domani verso Kuantan, dove lo scenario tornerà verosimilmente a sorridere alle ruote veloci del gruppo. Lo stesso si prospetta peraltro per i giorni successivi: proprio per questo, la doppia stoccata di Serpa sembra essere quella decisiva.
Matteo Novarini
GUIZZO DI SERPA, SPROFONDA ZABRISKIE
Sesto successo di tappa in carriera al Tour de Langkawi per il colombiano della Androni che allunga a 5 km dal traguardo e batte nella volata a due Lapthorne con Rabottini che ha regolato il gruppetto degli inseguitori; l’australiano dal canto suo approfitta del crollo del cronoman della Garmin, giunto a quasi 20′ di ritardo, e del ritiro di Phelan per conquistare la leadership
Foto copertina: la vittoria di Serpa a Pandan Indah, conseguita davanti al nuovo leader della generale Lapthorne (foto Bettini)
La quinta tappa del Tour de Langkawi, 190 km da Ayer Keroh a Pandan Indah, presentava le prime vere salite dall’inizio di questa corsa: nulla di trascendentale ma i due gpm di 2a categoria posti nella parte centrale del percorso, quello di Bukit Tangga e quello di Genting Perez, e nel finale il più breve ma impegnativo strappo di Bukit Tinjau facevano sì che lo scenario sarebbe stato diverso da quello delle prime tre frazioni in linea tutte vinte da Guardini (Farnese) in volata. Non essendoci un epilogo scontato tutti hanno tentato di andare in fuga tanto che la prima ora è stata percorsa ai 47 di media e soltanto al km 75, dopo che tra gli altri ci avevano provato Serpa (Androni), Vinokourov (Astana) e Charteau (Europcar), finalmente hanno avuto il via libera del gruppo De Marchi (Androni), Genè (Europcar), Williamson (New Zealand) e Pollock (Drapac), già all’attacco nella frazione precedente: l’andatura sostenutissima ha fatto però male al suo compagno e connazionale Phelan, 2° nella generale a 1′ dal leader Zabriskie (Garmin), che è stato costretto al ritiro per le conseguenze della caduta nella seconda tappa.
Salendo verso Bukit Tangga il plotone ha proseguito a ritmo regolare con Williamson che ha tentato una sortita solitaria mentre Fukushima (Terengganu) è fuoriuscito dal plotone e si è riportato sui tre inseguitori; la battaglia si è invece accesa lungo le rampe di Genting Perez con i battistrada che sono stati raggiunti e il leader della classifica degli scalatori Rabottini (Farnese) che si è lanciato allo scoperto seguito da Dyachenko (Astana), che aveva fatto lavorare la squadra in precedenza, Othman (Champion System), Chan Jae Jang (Terengganu) e addirittura Rujano (Androni): la presenza del venezuelano vincitore del Tour de Langkawi 2011 e rinato dopo il ritorno alla corte di Gianni Savio ha fatto sì che il gruppo non lasciasse spazio e malgrado la salita fosse piuttosto pedalabile Zabriskie vittima di uno stato febbrile è andato in crisi nera e al traguardo arriverà penultimo a 19′35” scortato dal compagno di squadra Kreder.
In discesa c’è stato un ulteriore rimescolamento di carte con Rabottini e Ohtman che hanno proseguito nell’azione guadagnando fino a 49” di margine mentre gli altri tre sono stati riassorbiti dal gruppo inseguitore, dal quale sono evasi sull’ultima ascesa di giornata Serpa, Mizbani (Tabriz Petrochemical), Mat Senan (Terengganu), Nino (Azad University), l’onnipresente Dyachenko e Lapthorne (Drapac), terzo nella crono di apertura e virtualmente leader della generale visto il ritiro di Phelan e il distacco di Zabriskie: malgrado gli sforzi della Csf di Piechele, rimasto nel gruppo di testa a differenza di un Guardini comunque bravo a mantenere il ritmo dei migliori nelle salite precedenti, non c’è stato nulla da fare e sono stati i sette uomini di testa a giocarsi il successo. Sentendosi battuto in volata Lapthorne ha tentato l’azione solitaria a 5 km dal traguardo e alla sua ruota è riuscito a portarsi il solo Serpa che poi ha fatto valere il suo superiore spunto veloce conquistando il suo sesto successo al Tour de Langkawi, corsa che lo ha visto imporsi nella classifica generale nel 2009 e in cui solo l’anno successivo è tornato a casa senza conquistare almeno un successo di tappa; la volata del gruppetto inseguitore giunto a 11” di ritardo è stata vinta da Rabottini su Othman, Dyachenko, Nino e Mizbani mentre il grosso del plotone, di cui oltre a Zabriskie non faceva parte un Vinokourov ancora molto indietro di condizione, ha concluso con un distacco di 24” ed è stato regolato da Weldegaber (Mtn).
La nuova classifica generale vede Lapthorne al comando con 37” su Danielson, 46” su Dyachenko e Rujano e 51” su Cooper ma sarà rivoluzionata dopo l’arrivo in cima a Genting Highlands, tradizionale traguardo della corsa malese; non si conosce la tenuta in salita dell’australiano che ha dato una grande impressione fin qui ma di sicuro lungo le rampe dell’ascesa finale ci si attende un grande attacco della Androni di Rujano, Serpa già capaci di imporsi su questo traguardo nonchè di altri ottimi grimpeur come Monsalve, Ochoa e Jackson Rodriguez.
Marco Salonna
28-02-2012
febbraio 29, 2012 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
LE TOUR DE LANGKAWI
Il colombiano Josè Rodolfo Serpa Perez (Androni Giocattoli) si è imposto nella quinta tappa, Ayer Keroh – Pandan Indah, percorrendo 187,2 Km in 4h32′17″, alla media di 41,251 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Darren Lapthorne (Drapac) e di 11″ l’italiano Matteo Rabottini (Farnese Vini). Lapthorne è il nuovo leader della classifica con 37″ sullo statunitense Danielson e 46″ sul kazako Dyachenko. Miglior italiano Alfredo Balloni (Farnese Vini), 10° a 1′17″
GUARDINI FA TRIS IN UN FINALE THRILLING
Sembra fatta per i quattro fuggitivi di giornata che vengono inglobati dal gruppo proprio sul rettilineo d’arrivo ed è ancora il veronese ad avere la meglio davanti a Keough e Salleh conquistando la terza vittoria consecutiva nonchè l’ottava in due stagioni al Tour de Langkawi
Foto copertina: Guardini abbraccia il tris consecutivo (foto Bettini)
La quarta frazione del Giro della Malesia, 169,4 km da Batu Pahat a Muar, aveva un profilo interamente pianeggiante se si eccettua qualche strappettino nella fase centrale non tale comunque da impensierire Andrea Guardini, logico favorito dopo i due successi di Melaka e Parit Sulong. La grande superiorità mostrata in volata dal 22enne di Tregnago ha fatto però sì che le altre squadre in vista di una quasi sicura sconfitta in caso di arrivo di gruppo compatto lasciassero il peso della corsa nelle mani della Farnese ed è per questo che i fuggitivi di giornata Pollock (Drapac), Reza (Europcar), Crosby (New Zealand) e Fukushima (Terengganu) evasi al km 10 hanno potuto guadagnare fino a 6′ e dopo l’iniziale intervento della Garmin del leader Zabriskie, minacciato da Pollock che nella generale aveva un ritardo di 3′15”, sono stati ininterrottamente i gialloneri di Scinto a tirare negli ultimi 30 km quando il vantaggio degli uomini di testa era ancora consistente; sembrava comunque fatta per i battistrada che a 10 km dalla conclusione avevano conservato un margine di 2′ ma a quel punto la stanchezza ha iniziato a farsi sentire nelle loro gambe finchè sul rettilineo del traguardo quando ormai la volata degli inseguitori era già partita non sono stati ripresi con Reza ultimo ad arrendersi a non più di 100 metri dal traguardo. Gli uomini della UnitedHealtCare di Keough hanno tentato di sorprendere Guardini prendendo il comando nell’ultimo km e impostando in testa lo sprint ma il veronese si è posizionato alla ruota dello statunitense e non ha avuto difficoltà a saltarlo e conquistando il suo ennesimo successo al Tour de Langkawi mentre staccatissimo dai primi due Salle (Terengganu) ha conquistato il 3° posto davanti a Gene (Europcar), a Valentin Iglinsky (Astana) e al trentino Piechele (Csf) che si è confermato a buoni livelli dopo il 4° posto di Parit Sulong. In attesa delle prime montagne la generale resta immutata con Zabriskie al comando con 1′ su Phelan, 1′10” su Lapthorne, 1′17” su Danielson che sembra aver recuperato dopo la caduta del giorno precedente e 1′26” su Rujano che sembra essere il più pericoloso per il successo finale.
Marco Salonna
27-02-2012
febbraio 28, 2012 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
LE TOUR DE LANGKAWI
L’italiano Andrea Guardini (Farnese Vini) si è imposto anche nella quarta tappa, Batu Pahat – Muar, percorrendo 169,4 Km in 3h57′11″, alla media di 42,852 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo statunitense Keough e il malaysiano Salleh. Lo statunitense David Zabriskie (Garmin-Barracuda) conserva la testa della classifica con 1′ e di 1′10″ sugli australiani Phelan e Lapthorne. Miglior italiano Alfredo Balloni (Farnese Vini), 14° a 1′57″
VUELTA INDEPENDENCIA NACIONAL (Repubblica Dominicana)
Il colombiano Jaime Vergara si è imposto nella nona ed ultima tappa, circuito di Santo Domingo, percorrendo 84 Km in 1h58′37″, alla media di 42,490 Km/h. Ha preceduto di 12″ l’olandese Van Der Velde e di 20″ lo spagnolo Milan. In classifica si impone il dominicano Nelson Ismael Sánchez Jiménez, con 1′31″ e 1′48″ sui colombiani Oyola Oyola e Beltrán Suárez.
CAPECCHI SI ISCRIVE AL FEBBRAIO D’ORO LIQUIGAS
Continua la serie di successi dei biancoverdi di Amadio con l’umbro che attacca nell’ultima discesa e complice una caduta senza conseguenze di Scarponi che era alle sue spalle arriva in solitario al traguardo di Lugano davanti a un già brillante Cunego e a Battaglin
Foto copertina: Capecchi primo a Lugano (foto Bettini)
Giunto alla sua 30a edizione e dal 2001 riservato ai professionisti il Gp Città di Lugano si è disputato di 178,5 km tutti lungo un circuito da ripetere per cinque volte caratterizzato dallo strappo di Albonago, il cui ultimo scollinamento era posto a 6 km dal traguardo. Tra i protagonisti al via il campione uscente Basso e Capecchi (Liquigas), Cunego e Scarponi (Lampre), Evans e Santambrogio (Bmc), Nocentini e Roche (Ag2r), Duarte (Colombia-Coldeportes), Modolo, Battaglin e Pozzovivo (Csf), Baliani (Nippo), Vila (Utensilnord), Rubiano e Sella (Androni), Kump (Adria Mobil) e Di Luca (Acqua&Sapone), fresco di firma con la formazione abruzzese dopo un’annata difficile alla Katusha.
Al km 4 è nata la prima fuga di giornata ad opera di corridori di secondo piano come Rybakov (Itera-Katusha), Junya (Nippo), Oberholzer (Atlas Personal), Barbin (Meridiana) e Palini (Team Idea) che hanno guadagnato in breve 5′10” ma a differenza di quanto avviene in altre occasioni la reazione del gruppo è iniziata molto presto e grazie all’intervento della Utensilnord il gruppo è tornato compatto già a metà gara. La strategia degli uomini di Bordonali era quella di mettere a tutti i costi un uomo in fuga e infatti subito dopo il ricongiungimento in coincidenza con il terzo passaggio ad Albonago è partito Rocchetti alla cui ruota si sono posti Sella e Barla (Team Idea) e i tre hanno accumulato un margine superiore ai 2′ e li hanno mantenuti fino a 50 km dal traguardo quando da dietro è partito il forcing della Lampre.
I blu-fucsia hanno operato un forcing che ha fatto vittime eccellenti come Basso, costretto al ritiro da problemi fisici, e Duarte e successivamente anche Di Luca ed Evans e che ha fatto sì che il vantaggio dei tre uomini di testa scendesse drasticamente fino al ricongiungimento avvenuto a 18 km dal traguardo con Rocchetti ultimo ad arrendersi; tutto si è deciso sull’ultimo passaggio sullo strappo di Albuzzano con Pirazzi (Csf) e Bouet (Ag2r) ma l’azione che ha fatto male è stata quella di Scarponi autore di una progressione che ha ridotto il gruppo di testa a 16 unità. Il marchigiano è passato in vetta davanti in compagnia di Pozzovivo, Rubiano e Capecchi che sulla successiva tecnica discesa si è portato al comando e proprio Scarponi che si trovava alla sua ruota è finito in terra per fortuna senza conseguenze ma la sua caduta ha fatto sì che Capecchi potesse guadagnare una decina di secondi e tirare dritto fino al traguardo rendendo vano l’inseguimento finale di Csf e Lampre. L’umbro ha conquistato dunque il primo successo stagionale e dopo Viviani, Sagan, Moser, Nibali è l’ennesimo atleta della Liquigas ad aver già vinto una corsa nel 2012 mentre un Cunego apparso già in buona condizione in vista della Parigi-Nizza e poi delle corse nelle Ardenne ha regolato il gruppetto inseguitore davanti a Battaglin, al sorprendente Gnezda (Adria Mobil), a Rubiano e a Santambrogio.
Marco Salonna
MATTHEWS, SPRINT VINCENTE AD ALMERIA
La 27° Clasica de Almeria se l’aggiudica allo sprint Matthews, ma, nonostante l’arrivo in volata, non è di certo stata una corsa compassata con Astana e Rabobank sugli scudi. Secondo posto per Bozic, terzo Kluge. Addirittura fuori dai dieci l’attesissimo Kittel.
Foto copertina: Matthews si impone nella classica spagnola (foto Bosco Martin)
Percorso ben disegnato e grande battaglia durante tutta la gara: a rendere appassionante la 27° Clasica de Almeria ci hanno pensato dapprima cinque fuggitivi, quindi Astana e Rabobank lungo le due asperità di giornata.
Alla fine si è giunti all’arrivo in volata, con un gruppo formato da una cinquantina di unità regolato da Matthews. Piazza d’onore per Bozic e gradino più basso del podio per il tedesco Kluge.
Niente da fare quindi per Kittel, grande atteso di giornata, che ha pagato il forcing delle squadre dei primi due classificati che sono riuscite nel loro intento di eliminare i velocisti puri prima della volata.
I primi a partire sono stati Talabardon, Le Mevel, De Walle e Toribio che sono usciti dal gruppo dopo 27km, raggiunti più tardi da De Ketele. I cinque hanno preso un buon vantaggio sul gruppo, controllato da Project 1T4I e Rabobank, fino all’Alto de Lucainena, da qui è cominciato il forcing della stessa squadra olandese coadiuvata dall’Astana con il loro lavoro che si è concretizza sull’Alto de la Serrata quando, dopo aver ricucito sui fuggitivi, il gruppo ha iniziato a scremarsi fino a perdere tutte le ruote più veloci.
Il resto è storia con il lavoro delle tre squadre citate che ha pagato al massimo con un uomo ciascuna nei primi tre posti: Matthews (Rabobank), Bozic (Astana) e Kluge (Project 1T4I).
Andrea Mastrangelo
26-02-2012
febbraio 27, 2012 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
LE TOUR DE LANGKAWI
L’italiano Andrea Guardini (Farnese Vini) si è imposto anche nella terza tappa, Melaka – Parit Sulong, percorrendo 187,6 Km in 4h30′11″, alla media di 42,077 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Kreder e il malaysiano Manan. Lo statunitense David Zabriskie (Garmin-Barracuda) conserva la testa della classifica con 1′ e di 1′10″ sugli australiani Phelan e Lapthorne. Miglior italiano Alfredo Balloni (Farnese Vini), 14° a 1′57″
GP CITTA’ DI LUGANO
L’italiano Eros Capecchi (Liquigas-Cannondale) si è imposto nella corsa elvetica, circuito di Lugano, percorrendo 178,5 Km in 4h32′02″, alla media di 39,370 Km/h. Ha preceduto di 4″ gli italiani Damiano Cunego (Lampre – ISD) ed Enrico Battaglin (Colnago – CSF Inox)-
KUURNE-BRUXELLES-KUURNE
Il britannico Mark Cavendish (Sky Procycling) si è imposto nella classica belga, circuito di Kuurne, percorrendo 198 Km in 4h27′30″, alla media di 44,411 Km/h. Ha preceduto allo sprint il bielorusso Hutarovich e l’olandese Van Hummel. Miglior italiano Manuel Belletti (AG2R La Mondiale), 13°.
CLASICA DE ALMERIA
L’australiano Michael Matthews (Rabobank Cycling Team) si è imposto nella corsa spagnola, Roquetas de Mar – Almeria, percorrendo 185,6 Km in 4h27′17″, alla media di 42,136 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo sloveno Bozic e il tedesco Kluge. Miglior italiano Giovanni Visconti (Movistar Team), 7°.
VUELTA INDEPENDENCIA NACIONAL (Repubblica Dominicana)
Ottava tappa strutturata in due semitappe
Il mattino, lo statunitense Tanner Putt si è imposto nella prima semitappa, La Vega – Santo Domingo, percorrendo 115 Km in 2h30′17″, alla media di 45,913 Km/h. Ha preceduto di 1″ l’ecuadoriano Bone Leon e il colombiano Beltrán Suárez. Il dominicano Nelson Ismael Sánchez Jiménez ha conservato la testa della classifica, con 1′24″ e 1′25″ sui colombiani Beltrán Suárez e Oyola Oyola.
Il pomeriggio il canadese Bruno Langlois si è imposto nella seconda semitappa, circuito a cronometro di Santo Domingo, percorrendo 10,4 Km in 12′28″, alla media di 50,053 Km/h. Ha preceduto di 10″ Sánchez Jiménez e di 12″ l’ecuadoriano Navarrete. Sánchez Jiménez ha conservato la testa della classifica, con 1′31″ e 1′48″ sui colombiani Oyola Oyola e Beltrán Suárez.
RUTAS DE AMERICA (Uruguay)
L’argentino Cristian Clavero (Avai de Florianopolis) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, Trinidad – Montevideo, percorrendo 203,6 Km in 4h34′20″, alla media di 44,530 Km/h. Ha preceduto allo sprint il brasiliano Nardin e lo statunitense Magner. In classifica si impone l’uruguayano Jorge Soto Perera (Porongos de Flores) con 10″ sul connazionale Presa e 35″ sull’argentino Médici.
LES BOUCLES DE SUD ARDECHE
Il francese Rémi Pauriol (FDJ-Big Mat) si è imposto nella corsa francese, Bourg-Saint-Andeol – Ruoms, percorrendo 200,1 Km in 5h09′08″, alla media di 38,837 Km/h. Ha preceduto di 31″ il connazionale Vichot e lo spagnolo Izaguirre Insausti. Miglior italiano Davide Malacarne (Team Europcar), 4°.
L’IRIDE RISPLENDE AL NORD
Ha fatto le prove generali della classicissima il campione del mondo Mark Cavendish. E non poteva scegliere palcoscenico migliore essando considerata la “Milano – Sanremo del Nord” la Kuurne-Bruxelles-Kuurne, classica belga che lo ha visto affermarsi per la terza volta in maglia iridata in questa stagione, dopo i due successi conseguiti sulle strade del Qatar.
Foto copertina: Cavendish a segno a Kuurne (foto AFP)
Il campione del mondo Mark Cavendish non delude le aspettative e vince nettamente la Kuurne-Bruxelles-Kuurne grazie anche all’ottimo lavoro del Team Sky. La chiamano ‘Sanremo del Nord’. Siamo nelle Fiandre e la bagarre inizia subito con la fuga di giornata che raggiunge un vantaggio massimo di 5 minuti e mezzo. Greg Van Avermaet, Jérôme Baugnies, Koen Barbé, Gilles Devillers, Niko Eeckhout, Justin Van Hoecke e Julien Fouchard : 6 belgi e 1 francese che mostrano impegno e affiatamento. Ad un’ottantina di km dall’arrivo un gruppetto formato tra gli altri da Boonen, Flecha, Degenkolb, Farrar e Ballan riesce a staccarsi dal gruppo principale e a raggiungere il gruppo di testa a 59 km dall’arrivo. Ma il gruppo principale non molla e si ricongiunge definitivamente a quello di testa ai meno 45 Km, sotto l’impulso della Lotto Belisol, squadra dell’atteso Greipel. Un altro gruppetto si lancia quindi al contrattacco, comprendente tra gli altri Nico Eckhaut e Sylvain Chavanel, ma ai meno 5 km le squadre dei velocisti, condotte dal team Sky e dalla Rabobank, riesce definitivamente a ritornare sul gruppetto. E’ quindi volata di gruppo con Cavendish guidato e lanciato ottimamente dal treno Sky che batte agevolmente Hutarovich. Al terzo posto si piazza l’olandese Van Hummel, mentre i delusi di giornata sono Farrar e Greipel che soccombono nelle retrovie.
Antonio Scarfone
GUARDINI-BIS IN MALESIA
Dopo il successo in volata della 2a tappa, Andrea Guardini concede il bis nella terza, bruciando l’olandese Kreder e il malese Manan, che hanno estromesso dal podio l’altro azzurro Andrea Piechele, quarto. Domani altro probabile sprint a Muar, prima di due frazioni poco adatte alle ruote veloci.
Foto copertina: Andrea Guardini celebra il secondo successo consecutivo al Tour de Langkawi (foto Bettini)
Più difficile del previsto – ma forse proprio per questo di maggiore spessore – la seconda vittoria in due giorni di Andrea Guardini al Tour de Langkawi, sempre più sua terra di conquista. Dopo la passeggiata di ieri, quando un chilometraggio contenuto e un profilo altimetrico oltremodo favorevole avevano agevolato il compito dello sprinter di Tregnago, è stato oggi il pur non proibitivo strappo di Bukit Belah, collocato ad una decina di chilometri dal traguardo, a mettere in discussione un risultato che pareva per il resto scritto in partenza.
Ormai neutralizzata la fuga a carattere asiatico della prima ora, imbastita dal padrone di casa Fauzan e dai giapponesi Fukushima e Nishitani in compagnia del britannico Coutts, la Colnago ha infatti provato a mettere in difficoltà l’uomo da battere con un forcing nel punto chiave della frazione, facendo leva sulla ben nota idiosincrasia di Guardini per qualsiasi pendenza. La resistenza del velocista della Farnese è stata però vincente e non troppo sofferta, lasciando intravedere quale sarebbe stato l’epilogo di una frazione scivolata via sino a quel momento come da previsione.
Premiando almeno in parte il gran lavoro svolto dalla sua Garmin-Barracuda, è stato l’olandese Raymond Kreder a rappresentare la più seria minaccia per Guardini nelle battute finali, venendo però costretto alla piazza d’onore dalla solita, micidiale progressione dell’azzurro. Il malese Manan ha regalato al paese ospitante il primo podio della corsa, estromettendo dalle prime tre posizioni quell’Andrea Piechele in funzione del quale la Colnago si era spesa nei chilometri precedenti.
Alla vigilia di un’altra giornata sulla carta favorevole ai velocisti, teoricamente destinata a lasciare inalterata la classifica generale, David Zabriskie ha conservato in scioltezza la maglia gialla di leader, mantenendo il minuto di margine nei confronti del duo australiano Phelan – Lapthorne. Sempre quarto l’altro americano della Garmin Tom Danielson, che è però incappato in una caduta di massa nei chilometri conclusivi che, se le conseguenze si rivelassero serie, potrebbero definitivamente convincere la formazione americana a puntare sull’attuale capoclassifica in chiave successo finale. Per quello parziale di domani, invece, non ci stupiremmo di applaudire un tris di Guardini, che neppure nella trionfale spedizione dell’anno passato seppe conquistare tre vittorie consecutive.
Matteo Novarini