UNA VUELTA (QUASI) SENZA SAPORE

settembre 14, 2011 by Redazione  
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Il terzo Grande Giro della stagione si conclude con la vittoria di una seconda linea, Cobo Acebo. Un’edizione per lo più snobbata dai grandi atleti da corse a tappe ma caratterizzata ugualmente da un buon livello tecnico dei partecipanti. La corsa spagnola è stata infatti scelta, come di consuetudine da qualche anno a questa parte, da molti campioni che puntano alla maglia iridata, da Freire a Cancellara, da Sagan a Cavendish. Ennesima delusione stagionale per l’Italia che alla vigilia della gara sperava in un bis di Vincenzo Nibali il quale, però, si è dovuto accontentare di un mesto settimo posto in classifica generale.

Foto copertina: è Froome il corridore “promosso” nelle pagelle della Vuelta 2011 targate 2011 (www.teamsky.it)

Juan Josè Cobo Acebo: chi avesse puntato anche un solo euro sulla vittoria di questo atleta alla vigilia della Vuelta, adesso si vedrebbe ricompensato con una bella somma di quattrini. Effettivamente si sta parlando di un onesto corridore facente parte di quei ciclisti che, per capirci, sono soliti tentare la fuga nelle tappe di media montagna dei Grandi Giri o che nelle grandi classiche del Nord riescono con fatica ad entrare nei primi dieci classificati. Ebbene, si stenta a crederlo, ma questo trentenne quasi sconosciuto (il suo unico successo di un qualche rilievo è la vittoria finale del Giro dei Paesi Baschi) è riuscito, grazie ad una scalata all’Angliru prodigiosa, a dare un peso al suo fin qui inconsistente palmarès. Bravo Cobo che ha saputo cogliere l’attimo, aspettiamo però un confronto vero con i grandi corridori da corse a tappe per giustificare il passaggio da carneade a campione. Voto: 8

Chris Froome: ancor più sconosciuto di Cobo è questo giovane ragazzo anglo-keniota che, è il caso di dirlo, ha scelto il posto sbagliato ed il momento sbagliato per salire alla ribalta. Costretto ad un lavoro di gregariato di bassa lega tanto stupido quanto faticoso (direttore della Sky, voto: 2) non è riuscito a recuperare da questi sforzi nel momento in cui è stato eletto capitano della squadra, cioè dopo la débâcle di capitan Wiggins sull’ Angliru. Per colpa di un grave errore tattico questa promessa del ciclismo ha dovuto rimandare l’appuntamento con il successo in una grande corsa a tappe. Dato il fisico e le caratteristiche tecniche potrebbe ottenere un ottimo risultato anche a partire dal prossimo Tour de France. Voto: 9

Bradley Wiggins: vuole a tutti costi ottenere il successo in una grande corsa a tappe, questo è diventato il suo sogno, la sua ossessione, il suo tormento. Per raggiungere questo obiettivo è disposto a tutto, anche a sacrificare il suo gregario di fiducia, Chris Froome, palesemente più forte dell’olimpionico sia a cronometro che in salita. La brutta caduta patita al Tour de France avrà in qualche maniera influito sul risultato finale ma credo davvero che Wiggins, per quanto riguarda le gare a tappe, risulterà sempre più piazzato che non vincente. La sua impeccabile posizione a cronometro non riesce a compensare quelli che sono i suoi limiti in salita e per questo troverà sul suo cammino sempre atleti più forti di lui, come insegna anche questa edizione della Vuelta. Voto: 6

Vincenzo Nibali: tutte le speranze dell’Italia erano riposte in questo atleta, attualmente il più talentuoso e promettente ciclista da corse a tappe italiano. Tali sono rimaste, in quanto mano a mano che le tappe passavano e le salite si facevano più arcigne, Vincenzo non è stato capace di reggere il ritmo dei migliori. Malgrado le mancanze non si può, tuttavia, dimenticare che questa Vuelta rappresentava il secondo grande obiettivo stagionale del siciliano e che, obiettivamente, preparare due grandi corse a tappe nello stesso anno non è cosa da tutti. Al Giro d’Italia, infatti, ha concluso terzo in classifica generale e, probabilmente, queste fatiche si sono fatte sentire nel corso della Vuelta. Voto: 5

Joaquim Rodriguez: conquista due splendide vittorie di tappa, quelle a lui più congeniali, quelle che finiscono su degli strappi durissimi. Purtroppo, come sempre, patisce le salite lunghe, senza poi parlare delle cronometro. C’è chi nasce atleta da gare a tappe, lui ha dimostrato di non possedere queste caratteristiche. Voto: 6,5.

Denis Menchov: si potrà consolare con la vittoria del compagno di squadra Cobo, anche se dal russo ci si aspettava molto di più. La sua regolarità non l’ha premiato nell’arco di questa stagione e anche questa Vuelta ha dimostrato che bisogna avere più coraggio se si vuole ottenere qualcosa, anche a costo di saltare. Sull’ Angliru è bravo a rubare gli otto secondi di abbuono a Froome, secondi che risulteranno determinanti per la vittoria del compagno. Voto: 5,5

Carlos Sastre: la sua parabola discendente è iniziata ormai da tempo, gli è rimasto l’istinto dell’attaccante ma nulla più, come dimostra nella tappa dell’Angliru. Voto: 4

Andreas Kloeden, Janez Brajkovic: i due capitani della RadioShack ci permettono di riaprire la nostra ormai nota rubrica “Chi l’ha visto?” (questa volta al plurale, però). Davvero inesistenti. Voto: 2

Peter Sagan: Le sue volate sono come delle rasoiate, in particolare se l’arrivo è posto su uno strappo e anche la sua tenuta sulla distanza è eccellente. Fa incetta di vittorie in questa Vuelta 2011, un vero collezionista di tappe. Ai prossimi Campionati del Mondo bisognerà marcarlo stretto, anzi strettissimo. Voto: 9

Daniele Bennati: l’aretino che guiderà la nazionale italiana ai prossimi Mondiali suona la carica e vince una bella tappa in questa Vuelta 2011, dimostrando che la condizione c’è ed è in crescita. Al di là delle critiche resta uno dei nostri atleti più forti quando le gare superano i 250 km e presentano un percorso mosso ma non troppo duro come quello di Copenhagen. Sono certo che se si arrivasse allo sprint sarebbe in grado di giocarsela alla pari con i più forti al Mondo. Voto: 8

Oscar Freire, Mark Cavendish: il gatto e la volpe del ciclismo mondiale si ritirano dopo poche tappe per preparare al meglio l’appuntamento con Copenhagen. Solo la strada ci dirà se questi ritiri programmati hanno giovato ai due atleti o se, forse, avrebbero fatto meglio ad onorare maggiormente questa corsa, proseguendo per qualche tappa ancora. Voto: S. V.

Michele Scarponi: apparso pimpante sui primi arrivi in salita, col proseguire delle tappe si è sciolto come neve al sole. Vale il discorso fatto per Nibali, in quanto anche Michele era al secondo appuntamento stagionale con una grande corsa a tappe. Evidentemente due gare così impegnative sono troppe anche per lui. Voto: 4

Francesco Gandolfi

13-09-2011

settembre 14, 2011 by Redazione  
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TOUR OF BRITAIN

L’olandese Lars Boom (Rabobank Cycling Team) si è imposto nella terza tappa, Stoke-on-Trent – Trentham Gardens, percorrendo 150 Km in 3h23′42″, alla media di 44,182 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Matthews e il britannico Thomas. Due italiani in gara: Giacomo Nizzolo (Leopard Trek) 50° a 7′45″, Cesare Benedetti (Team Netapp) 80° a 12′12″
Boom è il nuovo leader della classifica, con 3″ e 6″ sui britannici Cavendish e Thomas. Nixzolo 61° a 9′00″, Benedetti 79° a 12′25″.

TOUR OF CHINA
oggi riposo

TOUR OF BULGARIA

Il russo Timofey Kritskiy (Itera-Katusha) si è imposto nella quarta tappa, Shumen – Dobrich, percorrendo 135 Km in 3h35′27″, alla media di 37,595 Km/h. Ha preceduto i bulgari Tchanliev Kirilov (allo sprint) e Mihaylov (di 16″). Il bulgaro Martin Grashev ha conservato la testa della classifica, con 1′24″ sul connazionale Gyurov e 1′27″ sul russo Kaikov.

12-09-2011

settembre 13, 2011 by Redazione  
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TOUR OF BRITAIN

La seconda tappa, Kendal – Blackpool (137,7 Km) è stata annullata a causa del maltempo.
Rimane, dunque, invariata la classifica generale, che vede in testa il britannico Mark Cavendish (HTC-Highroad) con 4″ sull’australiano Renshaw e 6″ sull’olandese Bos. Due italiani in gara: Cesare Benedetti (Team Netapp) 55° a 10″, Giacomo Nizzolo (Leopard Trek) 88° a 1′02″.

TOUR OF CHINA
Il sudcoreano Sun Jae Jang si è imposto nella terza tappa, Baoji – Feng County, percorrendo 112 Km in 2h37′07″, alla media di 42,770 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Serov e il norvegese Rake. L’uzbeko Muradjan Halmuratov (Giant Kenda Cycling Team) è il nuovo leader della classifica, con 3′27″ su Jang e 3′31″ su Serov.

TOUR OF BULGARIA

Due tappe disputate nel secondo giorno di gara.
Il mattino, il russo Valery Kaikov si è imposto nella seconda tappa, Troyan – Veliko Tarnovo, percorrendo 100 Km in 1h59′59″, alla media di 50,006 Km/h. Ha preceduto allo sprint il bulgaro Gyurov e il kazako Ayazbayev. Kaikov è il nuovo leader della classifica, con 2″ su Gyurov e 4″ su Ayazbayev.
Il pomeriggio, il bulgaro Martin Grashev si è imposto nella terza tappa, Veliko Tarnovo – Shumen, percorrendo 142 Km in 3h29′33″, alla media di 40,658 Km/h. Ha preceduto di 1′35″ il connazionale Danail Andonov Petrov e il tedesco Mohs. Grashev è il nuovo leader della classifica, con 1′24″ su Gyurov e 1′27″ su Kaikov.

ZWEVEGEM KOERSE

Il belga Baptiste Planckaert (Landbouwkrediet) si è imposto nella corsa belga, percorrendo 166 Km in 4h08′21″, alla media di 40,104 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo svedese Ljungblad e di 23″ il lituano Kruopis.

L’AVENIR E’ ANCORA COLOMBIANO

settembre 13, 2011 by Redazione  
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Dopo il successo 2010 di Quintana, anche nel 2011 è un colombiano ad aggiudicarsi la corsa francese, la vittoria va infatti a Chaves che conquista il gradino più alto del podio nell’ultima frazione scalzando Bolly. Per i colori azzurri il podio finale di Cattaneo e diversi piazzamenti, il DS Amadori può essere abbastanza soddisfatto.

Foto copertina: la premiazione del colombiano Chaves (www.letour.fr)

Dopo anni in sordina, ultima vittoria italiana nel ‘73 con Baronchelli, l’Italia torna ad essere protagonista al Tour de l’Avenir, pur senza vittorie la nazionale azzurra ha portato a casa diversi piazzamenti oltre al podio finale di Cattaneo. Questo grazie anche alla rivoluzione tecnica voluta dagli organizzatori della corsa francese che hanno riservato la corsa alle nazionali under 23, oltre ad aver previsto le due tappe finali nel “belpaese” fornendo qualche motivazione in più ai ragazzini azzurri.
La vittoria finale è comunque rimasta in casa colombiana, con Chaves che nell’ultima tappa ha scalzato Bolly dal primo posto che aveva preso la maglia dalle spalle di Dennis al termine della fuga della quarta tappa, e l’aveva mantenuta nonstante non avesse mai vinto una tappa.

Per i primi giorni la corsa era stata dominata da australiani e olandesi: nel prologo iniziale Hepburn aveva preceduto il compagno Dennis di appena 4”, l’olandese Domoulin era finito a 18”, primi azzurri Coledan e Cattaneo a quasi 50”. Nella seconda frazione la vittoria andava invece ad Hofland sul francese Bardet, si vedeva però un po’ di Italia con il terzo posto di Mammini bravo ad inserirsi nella fuga di sette uomini giunta con una trentina di secondi di vantaggio.
Nella quarta tappa il trionfo olandese (Wippert primo, Hofland secondo, Kreder quarto) è stato appena mitigato dal terzo posto di Fortin.

La classifica è stata poi scossa nella quarta tappa, in cui Bolly è divenuto leader, con un gruppetto di sette uomini giunti al traguardo con quasi un primo sul resto del plotone, per i nostri colori era presente Cattaneo, ma la vittoria è andata nuovamente a Hepburn in volata su Simon e Juul-Jansen. A differenza di quanto si può immaginare, però, alla fine della giornata lo spagnolo era sicuramente più soddisfatto dell’australiano che a causa di un’esultanza poco educata era stato escluso dal suo direttore sportivo, per l’iberico invece giungeva l’accordo con la Andalucia.

La tappa successiva ha visto finalmente protagonista la Francia, ma Bardet (la prossima stagione all’AG2R) ha dovuto inchinarsi al tedesco Arndt, dietro di lui il britannico Yates.
La vittoria transalpina era però nell’aria ed è giunta nella frazione successiva sul complicato arrivo di La Saleve. Alle sue spalle sono giunti Hansen e Chaves, ottavo posto per Cattaneo che pian piano iniziava a risalire la china.

Le ultime due tappe si sono poi svolte in terra italica. La Fossano-Fossano era completamente pianeggiante e la volata è andata a Yates, ancora un piazzamento per l’Italia con Fortin che ha nuovamente dovuto accontentarsi di un piazzamento, nel frattempo Cattaneo si portava fino al quarto posto, il leader restava Bolly, anche se la sua posizione vacillava parecchio. Infatti nella tappa finale con arrivo ad Alba, dopo i le salite di Pedaggera, Castino, Valdivilla e Gavello, Chaves con il suo terzo posto dietro a Barguil e Cattaneo conquistava il primo posto e la corsa francese. Anche Cattaneo completava la sua rimonta finendo sul podio alle spalle di Bolly.
Per il DS azzurro Amadori una corsa dolce-amara, i suoi corridori si sono sempre messi in mostra con buone prestazioni, numerosi piazzamenti e il podio finale, peccato sia mancata la ciliegina sulla torta, una vittoria, che sembrava alla portata.

Andrea Mastrabgelo

GUARDINI E BASSO, L’ULTIMA COPPIA DEL PADANIA

settembre 12, 2011 by Redazione  
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Con il successo del velocista della Farnese-Neri sul traguardo di Montecchio Maggiore, va in archivio una delle gare più contestate degli ultimi anni. Belle volate in quattro giorni su cinque e poi l’acuto di Basso in salita. Gli spunti per Bettini, insomma, non mancano.

Foto copertina: la premiazione di Ivan Basso (foto Bettini)

Le contestazioni non sono mancate nemmeno nell’ultima giornata di gare. Ed a niente è servito partire con mezz’ora di anticipo rispetto alla tabella di marcia iniziale da Rovereto: questo Giro di Padania non s’aveva da fare, a detta dei contestatori.
La frazione finale, da Rovereto a Montecchio Maggiore (Vicenza) è scivolata via tranquilla con un copione scontato: fuga iniziale ripresa nei pressi del traguardo e poi volata anche perché la classifica generale era già scritta con il successo di Ivan Basso.
E così ad andare in avanscoperta, sul Pian delle Fugazze unico Gpm di giornata, sono stati Bertolini (Androni Giocattoli) e Vrecer (Slovenia). Brutta caduta per Luca Mazzanti costretto al ritiro ma poi la fuga viene ripresa ai 44 chilometri dal traguardo dopo che i due di testa si erano spremuti a fondo. A quel punto sono state le squadre dei velocisti a prendere in mano la situazione, in particolar modo Liquigas, Farnese e Colnago, per sfruttare un arrivo favorevole. E il colpo di pedale giusto è arrivato da Andrea Guardini che rilancia le sue quotazioni dopo un inizio di stagione con i fiocchi ed un periodo successivo, fisiologico, di calo. Nello sprint conclusivo il velocista di Scinto ha messo le sue ruote davanti ad Elia Viviani e ad un Danilo Napolitano che piazza il tris di terzi posti in questo Padania. Sbaglia i tempi dello sprint, invece, il dominatore Sacha Modolo che chiude soltanto al 27° posto.
Nessuna novità per la classifica generale, con Ivan Basso che vince la maglia verde con 52” su Giovanni Visconti ed 1’08” su Francesco Masciarelli. Subito dopo altri italiani con Baliani quarto, Rebellin quinto, Sella sesto, Stortoni settimo e Pozzovivo ottavo con il primo straniero che è il polacco Rutkiewitcz.
Adesso spazio a poche altre corse prima di intraprendere definitivamente l’avventura mondiale per la Nazionale.

Saverio Melegari

Mauro Facoltosi

11-09-2011

settembre 12, 2011 by Redazione  
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VUELTA A ESPAÑA

Lo slovacco Peter Sagan (Liquigas-Cannondale) si è imposto nella ventunesima ed ultima tappa, Circuito del Jarama – Madrid, percorrendo 94 Km in 2h20′59″, alla media di 40,004 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Daniele Bennati (Leopard Trek) e Alessandro Petacchi (Lampre – ISD). In classifica si impone lo spagnolo Juan Jose Cobo Acebo (Geox-TMC) con 13″ e 1′39″ sui britannici Froome e Wiggins. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Cannondale), 7° a 4′31″.

GRAN PRIX CYCLISTE DE MONTREAL

Il portoghese Rui Alberto Faria Costa (Movistar Team) si è imposto nella classica canadese, percorrendo 205,7 Km in 5h20′18″, alla media di 38,532 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Fedrigo e di 2″ il belga Gilbert. Miglior italiano Daniele Pietropolli (Lampre – ISD), 6° a 4″.

TOUR OF BRITAIN

Il britannico Mark Cavendish (HTC-Highroad) si è imposto nella prima tappa, Peebles – Dumfries, percorrendo 170 Km in 4h41′06″, alla media di 36,286 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Renshaw e l’olandese Bos. Due italiani in gara: Cesare Benedetti (Team Netapp) 55° (stesso tempo dei primi), Giacomo Nizzolo (Leopard Trek) 88° a 1′02″. Cavendish comanda la prima classifica con 4″ su Renshaw e 6″ su Bos. Benedetti 55° a 10″, Nizzolo 88° a 1′12″.

GP DE FOURMIES / LA VOIX DU NORD

Il francese Guillaume Blot (Bretagne – Schuller) si è imposto nella corsa francese, percorrendo 200 Km in 4h49′48″, alla media di 41,408 Km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Kristoff e l’olandese Van Dijk. Miglior italiano Daniele Colli (Geox-TMC), 12°.

TOUR DE L’AVENIR

Il francese Warren Barguil si è imposto nella settima ed ultima tappa, circuito di Alba, percorrendo 138,5 Km in 3h26′36″, alla media di 40,222 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’italiano Mattia Cattaneo e il colombiano Johan Esteban Chaves, che si è imposto nella classifica finale con 17″ sul canadese Boily e 24″ su Cattaneo.

BUTRA HEIDELBERG CEMENT TOUR DE BRUNEI
L’iraniano Makekimizan Ramin (Tabriz Petrochemical Team) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito di Bandar Seri Begawan, percorrendo 146,5 Km in 3h37′32″, alla media di 40,407 Km/h. Ha preceduto allo sprint il giapponese Shinichi Fukushima (Terengganu Pro-Asia Cycling Team) e di 3″ il thailandese Sai-Udomsin. In classifica si impone Fukushima, con 1′37″ sul malaysiano Othman e con 1′43″ sull’iraniano Jahanbanian.

TOUR OF CHINA
Il norvegese Adrian Gjolberg (Joker Merida) si è imposto nella seconda tappa, Xian – Baoji, percorrendo 180,7 Km in 4h11′35″, alla media di 43,095 Km/h. Ha preceduto di 4″ l’uzbeko Halmuratov e di 3′44″ il russo Shpilevsky. Gjolberg è il nuovo leader della classifica, con 5″ su Halmuratov e 3′38″ su Shpilevsky.

TOUR OF MARMARA
Il turco Eyup Karagobek (Konya Torku Seker Spor – Vivelo) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Adapazari – Kocaeli, percorrendo 110 Km in 2h30′56″, alla media di 43,728 Km/h. Ha preceduto di 2″ e 1′58″ i connazionali Ali Riza Tanriverdi e Harmanci. Unico italiano in gara Stefano Zanichelli (Konya Torku Seker Spor – Vivelo), 30° a 3′56″. In classifica si impone Tanriverdi, con 2″ sul siriano Hasanin e 57″ sul turco Bakirci. Zanichelli 21° a 3′50″.

CHRONO CHAMPENOIS

L’australiano Luke Durbridge si è imposto nella corsa francese, percorrendo 33 Km in 40′16″, alla media di 49,172 Km/h. Ha preceduto di 51″ il danese Quaade e di 1′ il russo Vorobyev. Due italiani in gara: Luigi Miletta 10° a 2′24″, Marino Palandri 22° a 4′09″.
La gara riservata alle donne è stata vinta dalla tedesca Judith Arndt (HTC Highroad Women), che ha percorso 33 Km in 45′10″, alla media di 43,837 Km/h. Ha preceduto di 20″ la statunitense Neben e di 26″ la britannica Houvenaghel. Nessuna italiana in gara.

TOUR OF BULGARIA

Il russo Pavel Kochetkov (Itera – Katusha) si è imposto nella prima tappa, Sofia – Troyan, percorrendo 180 Km in 3h40′35″, alla media di 48,961 Km/h. Ha preceduto allo sprint il croato Rogina e l’olandese Merx, distanziati di 4″ e 6″ nella prima classifica generale.

TROFEO SALVATORE MORUCCI

L’italiano Fabio Aru (Palazzago Elledent Rad Logistica – MCipollini) si è imposto nella corsa laziale, percorrendo 180 Km in 3h40′35″, alla media di 48,961 Km/h. Ha preceduto di 2′30″ e 2′48″ gli italiani Stefano Di Carlo (Marco Pantani Abruzzo) e Gennaro Maddaluno (Malmantile – Romano Gaini)

TROFEO MARIO RUSCONI

L’italiano Alfio Locatelli (Palazzago Elledent Rad Logistica – MCipollini) si è imposto nella corsa lombarda, percorrendo 156,7 Km in 3h46′, alla media di 41,601 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Stefano Locatelli (Team Colpack) ed Eugenio Alafaci (Lucchini Maniva Ski)

PASTICCIO GILBERT-LOTTO, A RUI COSTA IL GP MONTREAL

settembre 12, 2011 by Redazione  
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Il campione belga e la sua squadra questa volta si fanno sorprendere e malgrado un finale impressionante lui e il gregario Roelandts non vanno oltre il 3° e il 4° posto, anticipati dal portoghese della Movistar attivissimo per tutta la corsa che brucia in volata Fedrigo.

Foto copertina: dopo la tappa di Super Besse dell’ultimo Tour de France, ecco un altro successo che conta per il portoghese Rui Costa (foto Rob Jones)

Il Gp di Montréal, seconda delle due prove canadesi del World Tour, si è snodato lungo un circuito di 12,1 km da ripetere per 17 volte per un totale di 205,7 km, caratterizzato in avvio dall’impegnativa Côte Camilien-Houde, 2 km all’8% di pendenza media, dalla decisamente più agevole Côte de la Polytechnique nella parte centrale e da un arrivo con la strada che tirava leggermente. Per quanto visto al Gp di Quèbec gli uomini da battere erano il dominatore delle corse di un giorno di questa stagione Gilbert (Omega Pharma), il vincitore della passata edizione Gesink (Rabobank) e il colombiano Uran (Sky), ma fin dall’inizio la squadra belga ha adottato un comportamento singolare rimanendo sempre sulle ruote mentre sono stati olandesi e britannici a chiudere sulla fuga di un Di Luca (Katusha) che essendo distante dalla migliore condizione ha tentato la sortita da lontano in compagnia di Arashiro (Europcar), Geslin (Fdj) e Pate (Htc). I quattro sono evasi dopo circa 30 km e sono ripresi quando ne mancavano altrettanti al traguardo dopo aver accumulato un vantaggio massimo di 6′30”, con l’americano che è stato l’ultimo ad arrendersi.
La corsa nel plotone è esplosa a 60 km dalla conclusione nel momento in cui i fuggitivi avevano ormai poco più di 1′ di vantaggio con Weening (Rabobank) che ha operato un forcing per il suo capitano Gesink; da quel momento in poi nessuno è stato più in grado di controllare la situazione e vi è stato un susseguirsi di scatti nei quali erano presenti quasi sempre atleti della Rabobank e della Sky, che però non riuscivano a guadagnare più che qualche manciata di secondi: l’azione più significativa è stata promossa a metà del terzultimo giro da Veilleux (Europcar), Tuft (Spidertech), Barry (Sky), Danielson (Garmin), Wynants (Rabobank), Rast (Radioshack), Salerno (Liquigas), Stangelj (Astana), Rui Costa (Movistar), Reda (Quickstep), Peraud (Ag2r), Hoogerland (Vacansoleil) e Dumoulin (Cofidis) che hanno acquisito fino a 36” su un gruppo ancora molto nutrito ma nel quale a fianco di Gilbert era rimasto il solo Roelandts.
Nel penultimo passaggio sulla Côte Camilien-Houde il vallone ha tentato l’azione di forza con alla ruota Gesink e Marcato (Vacansoleil) riuscendo quasi a chiudere sui fuggitivi che però hanno riguadagnato terreno nel successivo tratto pianeggiante; ci ha pensato tuttavia la Radioshack a chiudere e l’azione degli uomini di Bruyneel ha fatto sì che all’inizio dell’ultimo giro il vantaggio del gruppo di testa, che sulla salita aveva perso alcuni elementi, fosse ridotto a non più di 10 secondi. Sull’ultimo strappo Rui Costa è rimasto solo al comando venendo poi raggiunto da Gerrans e Uran (Sky), con l’australiano che ha successivamente ceduto, e da Vandevelde (Garmin) ma Leipheimer (Radioshack) ha riportato sotto il resto del gruppo nel quale Gilbert si manteneva nelle posizioni di retrovia.
L’azione decisiva è nata nella successiva discesa ad opera di Denifl (Leopard), Fedrigo (Fdj) e dell’immancabile Rui Costa, sui quali ha tentato invano di riportarsi Giampaolo Caruso (Katusha); grazie al lavoro di stopper dei compagni di squadra di Fedrigo il trio ha guadagnato una ventina di secondi e solo una lunga trenata di un Samuel Sanchez (Euskaltel) nuovamente brillante dopo la delusione del Gp Quèbec ha fatto sì che gli inseguitori riducessero leggermente il gap. Il più generoso tra i tre al comando è stato Denifl che ha finito inevitabilmente per tirare la volata agli altri due; sulla carta il più veloce era Fedrigo, che aveva già castigato in passato al Tour de France i nostri Commesso, Pellizotti e Cunego, ma Rui Costa ha avuto più energie e si è imposto davanti al francese, mentre dietro di loro Gilbert e Roelandts hanno scattato il resto del gruppo e si sono prodotti in una rimonta straordinaria che li ha portati a superare Denifl e a chiudere in 3a e 4a posizione nella scia dei primi due e davanti all’austriaco: è vero che il vallone ha consolidato la leadership nella classifica del World Tour ma vista la condizione mostrata da lui e da Roelandts nel finale desta a maggior ragione perplessità la condotta di squadra dell’Omega Pharma che per tutto il giorno non si è mai mossa per chiudere sui vari tentativi di fuga e di questo ne ha approfittato il 24enne portoghese della Movistar per conquistare meritatamente il terzo successo stagionale dopo la classfica generale della Vuelta a la Comunidad de Madrid e soprattutto la tappa di Superbesse all’ultimo Tour de France. Buona la prova dei nostri Pietropolli (Lampre), Marcato (Vacansoleil) e Nocentini (Ag2r) rispettivamente 6°, 7° e 9° al traguardo mentre l’8a piazza è stata occupata da Vichot (Fdj) e la 10a da Wegmann (Leopard).

Marco Salonna

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI MADRID

settembre 12, 2011 by Redazione  
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Ecco l’oramai consueta rubrica di approfondimento delle grandi corse a tappe della stagione 2011. Adesso tocca alla Vuelta per la quale, come al solito, vi proporremo la rassegna stampa internazionale, i commenti dei tifosi, l’illustrazione delle singole tappe, le previsioni meteo e il racconto di una “Vuelta che fu”

Foto copertina: Madrid, il Palazzo Reale (www.seniortripspain.com)

VUELTA A ESPAÑA, VUELTA DEL MUNDO

Vuelta, trionfa Cobo “Ma la vita non cambia” (Gazzetta dello Sport)

Vueltu uzavrel triumf Sagana, celkovým víťazom je Španiel Cobo (Pravda)

Cobo vandt Vuelta a España (Jyllands-Posten)

Den ukendte spanier vinder Vuelta’en (Sporten.dk)

Dyb depression afløst af stor Vuelta-jubel (Politiken)

Sagan vant siste etappe, Cobo vant Vueltaen (Adresseavisen)

Le grand tour de Cobo (L’Equipe)

Bennati gewinnt vorletzte Etappe (Tageblatt)

Cobo krönt sich zum Vuelta-Champion (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)

Juanjo Cobo se corona en Madrid (AS)

‘El Bisonte’ más Grande (Marca)

Cobo gana la Vuelta (El Mundo Deportivo)

Cobo sort de l’ombre pour remporter le Tour d’Espagne (Le Soir)

Sagan (Liquigas) remporte sa 3e étape, Cobo déclaré vainqueur final (Sud Presse)

Cobo wint Vuelta (De Standaard)

L’Espagnol Juan Jose Cobo (Geox) remporte le Tour d’Espagne (L’Avenir)

Helper wint verrassend Ronde van Spanje (Het Nieuwsblad)

Groene trui Mollema (De Telegraaf)

Cobo Closes in on Spanish Vuelta Win (The New York Times)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Vorrei far notare che nella tappa di ieri Wiggins si è piazzato terzo ad un traguardo volante, di fatto “scippando” un probabile abbuono a Froome. Il motivo secondo voi? Si era accorto che Froome non avrebbe avuto le gambe e si è lanciato per evitare che l’abbuono finisse a Cobo? Oppure non c’è feeling tra Wiggins e Froome e gli ha fatto un dispettuccio?

Hotdogbr: ieri è successo un pasticcio, intanto lo sprint intermedio è stato spostato a 17 km dall’arrivo all’ultimo momento e Froome ha fatto la volata ma lo striscione era quello dei -20, poi forse Wiggins voleva tirare la volata al compagno e non si sono intesi

Salitepuntocià: Ha vinto il migliore, ha tenuto bene nell’unica crono, e ha staccato il sospettoso duo inglese sull’Angliru, che ANCHE QUEST’ANNO E’STATO DECISIVO, senza di esso, COBO non la vinceva

Ceemo: Analizzando la Vuelta di quest’anno ma vista anche la tendenza che questa corsa sta prendendo mi viene da chiedere se abbia ancora senso la sua esistenza intesa come corsa da tre settimane.
Le ragioni della rivisitazione della sua importanza e durata sono:

-I percorsi sono mediamente semplici con chilometraggi raramente superiori ai 200 km;
-Assenza o quasi di tapponi ( uno nel 2011, uno nel 2010), con salite decisive inserite da sole nel finale.
-Livello di combattività mediocre con medie veramente basse fino agli ultimi 30 km
-Livello di partecipazione mediocre e spesso finalizzato al mondiale.
- Collocazione delle tappe decisive pessima, con la terza settimana praticamente inutile.
- Organizzazione non all’altezza ( vedasi rotonda non adeguatamente segnalata a 300 metri dall’arrivo nella tappa vinta da Haedo).

Per questi motivi io vedrei meglio come corsa di una decina di giorni come è già per il giro di Svizzera.

N@po:
Hai ragione, quest’anno si è vista una corsa disegnata malissimo, pubblico assente sulle strade e protagonisti imbarazzanti. Ma questo è il progetto dell’UCI e di ASO (evidentemente). Stroncare le corse trisettimanali (tour escluso) a favore di nuove corse nei paesi emergenti. Cos’, anche il giro d’Italia, secondo i boss del ciclismo andrebbe ridimensionato. Mentre negli USA già non escludono di fondere Utah e Colorado per avere la prima corsa bisettimanale.

Howling Wolf14: Il ciclismo professionistico deve fare una scelta di campo. O restare strettamente legato alla sua storia e alle tradizioni, con il rischio, però, di sconfinare in un ultraconservatorismo, oppure aprirsi a nuovi orizzonti, non solo e non tanto sottoforma di lancio di prove nei Paesi “emergenti”, ma anche e soprattutto con una totale revisione del calendario e della durata delle prove. Quando sarà stata fatta questa scelta di campo, allora sarà possibile dire che cosa è giusto fare e che cosa è giusto non fare. Tutto ciò, però, per il bene del ciclismo, non per salvaguardare ognuno il proprio orticello, mutuando le furbizie dei politici.

Hotdogbr: -basta che gli organizzatori lo vogliano e le tappe di oltre 200 km si possono fare
-idem come sopra, le montagne per fare tapponi in Spagna non mancano
-per la verità se si eccettuano le poche tappe pianeggianti quest’anno le medie sono sempre state altissime con fughe che non partivano prima di 50-60 km
-il livello di partecipazione era indubbiamente più alto rispetto a quello del Giro e anche molti di quelli venuti a preparare il Mondiale sono stati protagonisti, Sagan su tutti ma anche Bennati, Chavanel, Van Avermaet e altri: è vero che molti erano in America ma questo è dovuto non tanto alla perdita di appeal della Vuelta quanto al fatto che rispetto al passato ci sono molti più corridori e squadre americane che scelgono di portare i big nelle corse di casa
-torniamo ai primi due punti, basta che gli organizzatori lo vogliano e i tapponi alla terza settimana si possono mettere, peraltro quest’anno ci sono stati meno ritiri ma dubito per la mancanza di tapponi quanto perchè il Mondiale è a due settimane e non una dalla fine della Vuelta
-sui punti dell’organizzazione e del raffronto con il Giro di Svizzera, che ha una storia superiore a quella della Vuelta, possiamo essere d’accordo

Ceemo: Io non criticavo la possibilità di creare un bel percorso, con tapponi lunghi e con molte salite, bensi la volontà di farlo.
Gli ultimi anni ci hanno fatto vedere terze settimane penose( non sempre a dire il vero ma spesso).
Sul livello di partecipazione a me non sembrava così alto, e tolto Sagan io di campioni non ne ho visti. Per la classifica invece la lotta era tra giovani emergenti e gregari ritrovati. Dove sarebbe la superiorità con il giro?
Cobo meglio di Contador? non scherziamo
Sagan meglio di Cavendish? per ora no, vedremo in futuro.
Che senso ha quindi andare avanti per questa strada?
Temo che abbia ragione Napo, ma se questa è la strada non vedo un futuro a medio termine molto roseo per il ciclismo.

Hotdogbr: Cavendish c’era e non è colpa di Cobo se quelli più quotati di lui sono andati piano

Salitepuntocià: OK, ma sia Cobo che gli altri presunti campioni, che io non ho visto, non son Contador nemmeno messi tutti assieme… vero che c’erano nibali e scarponi, ma il loro top era al giro, idem cavendish,menchov non ha messo la vuelta come top, etc Wiggins ha peso scoppole sia al giro che al tour ultimamente… Bisogna vedere Cobo al giro che fa, al tour penso non abbia chances di vittoria non essendoci l’angliru

Hotdogbr: ok, se prendiamo i primi 10 del Giro con la condizione che avevano al Giro e li mettiamo insieme ai primi 10 della Vuelta probabilmente finirebbero davanti i primi però la qualità del campo partenti la si vede appunto prima della corsa e non dopo, Contador è un nome importantissimo ma accanto a lui i soli Kreuziger e Rujano, che in salita vale almeno quanto Cobo ma è meno continuo dello spagnolo, erano presenti al Giro e non alla Vuelta mentre i corridori importanti presenti alla Vuelta e non al Giro erano molti di più

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

LA TAPPA CHE VERRA’
La Vuelta è finita. L’appuntamento è per la prossima edizione, che scatterà da Pamplona con un prologo a cronometro, mentre la prima tappa terminerà a Viana. In progetto quattro impegnative tappe sulle strade dell’arcipelago delle Canarie

C’ERA UNA VUELTA

Dopo avervi narrato, attraverso i titoli dei giornali dell’epoca, il Giro del Centenario dell’Unità (1961) e il primo Tour vinto da Indurain (1991), ora vi proporremo il ricordo della Vuelta del 1956, la prima conquistata da un italiano, Angelo Conterno. Giusto 55 anni fa.
Titoli dal quotidiano spagnolo “El Mundo Deportivo”
Altimetrie e grafici dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessibile selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)ù

17a TAPPA: VITORIA – BILBAO

CONTERNO GRAN VENCEDOR DE LA VUELTA CICLISTA A ESPAÑA (G.P. FIRESTONE)

En Bilbao triunfò Van Steenbergen, una vez más, al esprint – Loroño, que en el Sollube iba líder, es segundo de la general, seguido del Impanis y Bahamontes – Chacón, gran revelación de la Vuelta, es sexto – De Filippis vencedor del Gran Premio de la Montaña – España primera por equipos

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ARCHIVIO ALMANACCO
Selezionare la voce “Vuelta″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)

SAGAN INFILZA I NOSTRI NEL GIORNO DI COBO

settembre 11, 2011 by Redazione  
Filed under News

Sembrava che la tappa di Madrid fosse un affare tra Petacchi e Bennati ma negli ultimi metri lo slovacco spunta le retrovie e conquista il suo terzo successo alla Vuelta, mentre in classifica generale non c’è nessuna sorpresa con il cantabro della Geox che mantiene i 13” di vantaggio su Froome e succede a Nibali nell’albo d’oro della corsa a tappe iberica.

Foto copertina: il podio della Vuelta 2011 (www.marca.com)

Tradizionalmente l’ultima tappa di un grande Giro è una festa vissuta dai corridori come un ultimo giorno di scuola ma non è stato così in questa occasione: prima dei 95,6 km che dal circuito di Jarama portavano al Paseo del Prado di Madrid atto finale di una Vuelta combattutissima infatti erano in bilico non solo la maglia rossa, con Froome (Sky) che grazie agli abbuoni aveva la possibilità teorica di scavalcare Cobo (Geox) che lo precedeva di 13”, ma anche quella bianca della combinata guidata anch’essa dallo spagnolo davanti al britannico e quella verde della classifica a punti, con Rodriguez (Katusha) e Mollema (Rabobank) appaiati al vertice a quota 115 punti: definitiva era solo la classifica della maglia a pois vinta per il quarto anno consecutivo da Moncoutiè (Cofidis) al termine di un appassionante duello con il nostro Montaguti (Ag2r). In ogni caso le cose si sono messe immediatamente bene per Cobo perchè pochi km dopo l’ingresso del circuito di Madrid sono scattati Horrach (Katusha), Benitez (Andalucia) e Caruso (Liquigas), che si sono così spartiti i secondi di abbuono nei due sprint intermedi togliendoli a Froome: la presenza in fuga al siciliano dava inoltre la possibilità alla Liquigas che aveva in Sagan l’uomo di punta di non tirare e a incaricarsi dell’inseguimento sono state dunque la Lampre di Petacchi, la Leopard di Bennati e la Saxo Bank di Haedo, che hanno chiuso il gap a 10 km dal traguardo.
Come già accaduto nelle poche tappe precedenti decise allo sprint la squadra lussemburghese è stata quella che ha preso il comando delle operazioni ma O’Grady, che aveva alla sua ruota Petacchi e Bennati nell’ordine, già agli 800 metri ha esaurito il suo lavoro lasciando allo scoperto i due azzurri, che pertanto si sono lasciati sfilare facendo sì che a prendere il comando fosse la Skil-Shimano con Veelers a tirare la volata a De Kort. Petacchi e Bennati sono rimasti comunque nelle primissime posizioni ed è stato l’atleta della Lampre a lanciarsi per primo seguito da quello della Leopard; l’aretino ha gradualmente rimontato lo spezzino e sembrava lanciato verso il suo successo consecutivo dopo quello di Vitoria ma dalle retrovie è improvvisamente spuntato Sagan che negli ultimi metri è andato a beffare i due azzurri aggiudicandosi la sua terza frazione in questa Vuelta: successi peraltro molto diversi l’uno dall’altro con quello di Cordoba arrivato al termine di un’azione di squadra della Liquigas, quello di Pontevedra avvenuto in un arrivo in leggera salita e quello di Madrid arrivato al termine di un classico volatone di gruppo. 4° ha chiuso Degenkolb (Htc) davanti a Maes (Quickstep), Ligthart (Vacansoleil), Sutton (Sky), De Kort e Mollema, che ha così strappato la maglia verde a un Rodriguez che non ha neppure tentato di disputare lo sprint.
A esultare sul traguardo sono stati dunque lo slovacco, l’olandese e soprattutto Cobo, atleta di talento in grado di vincere un Giro dei Paesi Baschi e una tappa di montagna alla Vuelta 2009 chiusa al 10° posto ma che nelle ultime due stagioni sembrava essersi perso, che si è aggiudica una Vuelta in cui probabilmente alla vigilia non era tra i 20 atleti più quotati oltre a conquistare la maglia bianca della combinata, e lo stesso discorso vale per Froome battuto di 13”: piuttosto sorprendente anche il 3° posto con un distacco di 1′39” dell’altro britannico Wiggins alla luce di una condizione che non sembrava poter essere al top dopo la caduta del Tour e di un percorso apparentemente sbilanciato a favore degli scalatori. 4° a 2′03” ha chiuso Mollema che oltre alla classifica a punti si è tolto sia pure per un solo giorno la soddisfazione di vestire la maglia rossa, 5° a 3′48” un Menchov (Geox) che nel finale è stato prezioso alleato per Cobo, 6° a 4′13” un Monfort (Leopard) finalmente competitivo lungo tutto l’arco delle tre settimane e 7° a 4′31” un Nibali (Liquigas) che sembrava ben avviato a ripetere il successo di un anno fa ma che è stato respinto dalle grandi montagne: chiudono la top ten Van den Broeck (Omega Pharma) 8° a 4′45”, Moreno (Katusha) 9° a 5′20” e Nieve (Euskaltel) 10° a 5′33”. Di Moncoutiè che si aggiudica per il quarto anno di fila la classifica degli scalatori, oltre alla tappa di Estacion de Montaña Manzaneda, si è già detto mentre la Geox ha completato il proprio trionfo aggiudicandosi la graduatoria a squadre. E ora tutti gli occhi sono puntati su Copenhagen dove dopo una settimana di pausa inizieranno i campionati del mondo, con la prova su strada per professionisti prevista per domenica 25 settembre.

Marco Salonna

10-09-2011

settembre 11, 2011 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

VUELTA A ESPAÑA

L’italiano Daniele Bennati (Leopard Trek) si è imposto nella ventesima tappa, Bilbao – Vitoria, percorrendo 187 Km in 4h39′20″, alla media di 40,167 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Enrico Gasparotto (Pro Team Astana) e Damiano Caruso (Liquigas-Cannondale). Lo spagnolo Juan Jose Cobo Acebo (Geox-TMC) ha conservato la maglia rossa, con 13″ e 1′39″ sui britannici Froome e Wiggins. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Cannondale), 7° a 4′31″.

PARIS – BRUXELLES

Il russo Denis Galimzyanov (Katusha Team) si è imposto nella classica franco-belga, percorrendo 219,1 Km in 4h51′35″, alla media di 45,084 Km/h. Ha preceduto allo sprint il bielorusso Hutarovich e il francese Ravard. Miglior italiano Daniele Colli (Geox-TMC), 8°.

GIRO DI PADANIA

L’italiano Andrea Guardini (Farnese Vini – Neri Sottoli) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Rovereto – Montecchio Maggiore, percorrendo 170 Km in 4h00′40″, alla media di 42,382 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Elia Viviani (Liquigas – Cannondale) e Danilo Napolitano (Acqua & Sapone). In classifica si impone l’italiano Ivan Basso (Liquigas – Cannondale) con 52″ e 1′08″ sugli italiani Giovanni Visconti (Farnese Neri-Vini Sottoli) e Francesco Masciarelli (Astana).

TOUR DE L’AVENIR

Il brtannico Simon Yates si è imposto nella sesta tappa, circuito di Fossano, percorrendo 153,5 Km in 3h25′59″, alla media di 44,712 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Filippo Fortin e l’australiano Palmer. Il canadese David Boily ha conservato la testa della classifica, con 7″ sul colombiano Chaves e 21″ sul norvegese Laengen. Miglior italiano Mattia Cattaneo, 4° a 31″.

BUTRA HEIDELBERG CEMENT TOUR DE BRUNEI
Il malaysiano Mohamed Shahrul Mat Amin (Terengganu Pro-Asia Cycling Team) si è imposto nella quarta tappa, Tutong – Bandar Seri Begawan, percorrendo 104,7 Km in 2h35′34″, alla media di 40,381 Km/h. Ha preceduto di 3″ il filippino Reynante e di 11″ il malaysiano Salleh. Il malaysiano Muhamad Adiq Husainie Othman (Malaysian National Team) ha conservato la testa della corsa, con 6″ sull’iraniano Jahanbanian Kamnabi e sull’uzbeko Abrekov.

TOUR OF CHINA
Il neozelandese Dene Rogers (Giant Kenda Cycling Team) si è imposto nella prima tappa, circuito di Xian, percorrendo 129 Km in 2h27′45″, alla media di 52,385 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Shpilevsky e l’australiano Cantwell. Nella prima classifica Rogers precede di 1″ e 5″ i russi Shpilevsky e Efimkin.

TOUR OF MARMARA
Il turco Ugur Marmara si è imposto nella terza tappa, Akcakoca – Adapazari, percorrendo 120 Km in 2h48′13″, alla media di 42,802 Km/h. Ha preceduto i connazionali Akdylek (allo sprint) e Reis (di 2″). Unico italiano in gara Stefano Zanichelli (Konya Torku Seker Spor – Vivelo), 31° a 43″. Il siriano Omar Hasanin ha conservato la testa della classifica, con 55″ e 1′22″ sui turchi Bakirci e Harmanci. Zanichelli 6° a 1′50″.

GIRO DEL VENETO E DELLE DOLOMITI

L’italiano Marco Canola (Zalf Désirée Fior) si è imposto nella seconda ed ultima tappa, Santa Giustina – Ponte nelle Alpi, percorrendo 157 Km in 4h01′56″, alla media di 38,936 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Enrico Battaglin (Zalf Désirée Fior) e Nicola Boem (Zalf Désirée Fior). In classifica si impone Canola, con 9″ su Battaglin e 15″ su Boem.

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