RADIO-SHOW A MOUNT BALDY

maggio 22, 2011 by Redazione  
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Leipheimer e Horner fanno il bello e il cattivo tempo nella tappa regina del Giro di California arrivando insieme al traguardo e spartendosi successo di giornata e maglia di leader mentre Danielson, 4° di giornata dietro a Ten Dam, strappa a Sutherland la terza posizione nella classifica generale. In evidenza anche i nostri Damiano Caruso e Bellotti 8° e 12°

Foto copertina: gloria per due sul Mount Baldy (foto Mark Johnson/www.ironstring.com)

La corsa, 121,9 km da Claremont a Mount Baldy con i primi 16 in salita verso Glendora Ridge e l’interminabile ascesa finale verso il traguardo, si è accesa fin dalle prima battute con la Garmin che ha tentato di mettere sotto pressione la Radioshack mandando in fuga Hesjedal e Talansky, rispettivamente 8° e 11° in classifica generale con un ritardo di 2′27” e 2′56” da Horner: insieme a loro si sono lanciati in avanscoperta anche il nostro Bellotti (Liquigas), Froome e Swift (Sky), Hincapie (BMC), Niermann (Rabobank), Alexander Efimkin (Team Type 1), Britton (Bissell Cycling) e il leader della classifica dei gran premi della montagna McCarty (Spidertech) che si è assicurato i punti sufficienti per mantenere il primato fino al termine del Giro di California. La Radioshack ha tuttavia dimostrato una grande forza contenendo in 2′ il ritardo in vetta alla prima salita e mantenendolo fino a 37 km dall’arrivo, quando è iniziata la lunghissima ascesa verso Mount Baldy sia pure intervallata da tratti in falsopiano e discesa.
Sulle prime rampe verso Mount Baldy gli uomini della Leopard di Andy Schleck si sono portati insieme a quelli della Radioshack al comando di un gruppo che si era già ridotto a circa 90 unità e a farne le spese sono stati tra gli altri il vincitore della crono Zabriskie (Garmin) e Sagan (Liquigas), che alla partenza era 12° in classifica a 2′58” da Horner; in testa al plotone si sono alternati Lund (Leopard), Zubeldia e Muravyev (Radioshack) che hanno ridotto a 30” il distacco dal gruppo di testa, dal quale avevano perso contatto Swift e McCarty, e a circa 40 unità il gruppo dei migliori.
A 7 km dal traguardo in coincidenza con l’inizio del tratto più duro della salita Efimkin è rimasto solo al comando, con Bellotti ultimo a resistergli a ruota, mentre in testa al gruppo si è portato Busche (Radioshack) che si è prodotto in un’azione straordinaria: sotto il suo impulso hanno perso contatto nell’ordine Martin (Garmin), Gerdemann (Leopard), il 3° della generale Sutherland (UnitedHealthCare), Majka (Saxo Bank), Damiano Caruso (Liquigas), il 4° e il 5° Vandevelde e Danielson (Garmin), Morabito (BMC), Van Garderen (HTC), Andy Schleck (Leopard) e Ten Dam (Rabobank) finchè nel momento in cui a 4 km dal traguardo Busche si è fatto da parte alla sua ruota erano rimasti solo i suoi due capitani Horner e Leipheimer.
I due dominatori del Giro di California hanno raggiunto e staccato l’esausto Efimkin e hanno tirato dritto fino al traguardo con Leipheimer che si è aggiudicato la tappa davanti al connazionale; 3° a 43” è giunto Ten Dam, 4° a 1′01” Danielson autore di un ottimo recupero nel finale, 5° e 6° a 1′21” Morabito ed Efimkin, 7° a 1′29” Van Garderen e 8° a 1′39” l’ottimo Caruso in compagnia di Andy Schleck crollato negli ultimi km e di Vandevelde, mentre Bellotti malgrado la lunga fuga ha tenuto bene chiudendo 12° a 2′29” davanti a Sutherland il cui 13° posto a 2′34” significa dire addio ai sogni di podio.
In classifica generale Horner guida con 38” su Leipheimer, 2′45” su Danielson, 3′18” su Vandevelde, 3′23” su Van Garderen, 3′26” su Ten Dam, 4′12” su Sutherland e 4′33” su Andy Schleck con Caruso risalito al 12° posto a 6′39”; salvo clamorose sorprese nell’ultima tappa, 132,4 km da Santa Clarita a Thousand Oaks con solo qualche saliscendi nella parte centrale, il 39enne statunitense, che ha dichiarato di sentirsi il secondo miglior scalatore al mondo dopo Contador, porterà a casa il più importante successo della sua carriera insieme al Giro dei Paesi Baschi del 2010.

Marco Salonna

21-05-2011

maggio 22, 2011 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

Lo spagnolo Igor Anton Hernandez (Euskaltel-Euskadi) si è imposto nella quattordicesima tappa, Lienz – Monte Zoncolan, percorrendo 172 Km in 5h04′26″, alla media di 33,899 Km/h. Ha preceduto di 33″ lo spagnolo Alberto Contador Velasco (Saxo Bank Sungard) e di 40″ l’italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Cannondale). Contador Velasco ha conservato la maglia rosa, con 3′20″ su Nibali e 3′21″ su Anton Hernandez.

AMGEN TOUR OF CALIFORNIA
Lo statunitense Levi Leipheimer (Team RadioShack) si è imposto nella settima tappa, Claremont – Mt. Baldy, percorrendo 121,9 Km in 3h33′01″, alla media di 34,335 Km/h. Ha allo sprint il connazionale Christopher Horner (Team RadioShack) e di 43″ l’olandese Ten Dam. Miglior italiano Damiano Caruso (Liquigas-Cannondale), 8° a 1′39″. Horner ha conservato la testa della classifica, con 38″ e 2′45″ sui connazionali Leipheimer e Danielson. Miglior italiano Caruso, 12° a 6′39″

CIRCUIT DE LORRAINE PROFESSIONNEL
Il francese Anthony Roux (FDJ) si è imposto nella quarta tappa, Baccarat – Rehlingen, percorrendo 175,5 Km in 4h06′14″, alla media di 42,764 Km/h. Ha preceduto allo sprint il portoghese Faria Da Costa e il francese Hinault. Miglior italiano Marco Marcato (Vacansoleil), 4°. Il belga Thomas De Gendt (Vacansoleil) ha conservato la testa della classifica, con 5″ e 6″ sui francesi Simon e Roux. Miglior italiano Marco Marcato (Vacansoleil), 10° a 25″

ROYAL SMILDE OLYMPIA TOUR (Olanda)
L’olandese Jetse Bol (Rabobank Continental Team) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, Reuver – Buchten, percorrendo 223,4 Km in 5h13′07″, alla media di 42,808 Km/h. Ha preceduto allo sprint il neozelandese Bauer e l’olandese Sinkeldam. Nella classifica finale si impone Bol con 18″ su Bauer e 22″ sull’olandese Dumoulin.

RONDE DE L’ISARD
Il francese Kenny Elissonde si è imposto nella seconda tappa, Les Bordes sur Arize – Luchon-Superbagnères, percorrendo 146,5 Km in 4h11′28”, alla media di 34,955 Km/h. Ha preceduto di 56″ il neozelandese Bennett e di 58″ lo statunitense Lloyd Dombrowski. Elissonde è il nuovo leader della classifica, con 56″ su Bennett e 58″ su Lloyd Dombrowski.

KAISER IGOR! CRESCE NIBALI, MA È IL GIORNO DELLA VERGOGNA UCI

maggio 21, 2011 by Redazione  
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Stroncati, strappati, stracciati i cinquanta km finali più duri della storia del ciclismo. Il presidente della giuria, braccio esecutivo dell’UCI, impone all’ultimo istante la cancellazione del Crostis, con pretesti legati non alla sicurezza ma alla “sportività”. Sullo Zoncolan vince bene Antón, convince Nibali, traballa Contador che mostra un imbarazzante nervosismo nei confronti del siciliano, pure distante ben oltre 3’ in generale.

Foto copertina: Anton “rasoia” lo Zoncolan (foto Bettini)

La tappa parte monca. Non vale quasi la pena di discutere quanto sportivamente ha preceduto l’ascesa finale, se non per il rispettoso elenco dei fuggitivi della prima ora: Tankink (RAB), l’ultimo a cedere, Brambilla (COL), il più aggressivo sullo Zoncolan poi crollato e giunto a oltre 11’, perfino dietro Rabottini (FAR), il più prudente nell’avvicinarsi alla salita.

Tutti i fatti della corsa hanno semmai più a che vedere con il pasticcio esploso nella serata di ieri. Il presidente della giuria, su impulso dell’UCI, a propria volta condizionata pesantemente dall’intervento dietro le quinte e assolutamente poco trasparente di alcuni gruppi sportivi, annulla l’ascesa del Crostis – sia detto a parer nostro – con un pretesto assai risibile: l’assenza delle ammiraglie lungo la Panoramica delle vette, sostituite da moto munite di meccanico e bici di riserva, avrebbe pesantemente condizionato la dimensione sportiva della competizione.

Che di pretesto si tratti risulta molto chiaro da vari elementi: in primo luogo il fatto che la stessa salita dello Zoncolan sia stata in passato affrontata in quelle condizioni; lo stesso avviene anche oggi, senza alcun problema né alcuna polemica. È abbastanza chiaro che in una tappa altamente selettiva, alla fine della seconda settimana di un grande giro, per di più in cima a una salita di una quindicina di km al 10% medio come sarebbe stato il Crostis!, gli atleti in grado di interagire nella dinamica di gara “ai fini del risultato sportivo” saranno in numero ridotto, forse persino sparpagliati, ampiamente supportabili dal servizio tecnico in moto.
Va aggiunto anche che – se le valutazioni sulla sicurezza ammettevano dibattito, specialmente prima di aver potuto osservare la discesa nella sua recente sistemazione definitiva – viceversa il problema relativo alle ammiraglie era noto nei suoi termini esatti ormai da mesi, e non aveva mai causato rimostranze degne di nota: sollevarlo all’ultimo minuto, quando con tutta la buona volontà non c’era nemmeno il tempo materiale per discuterlo e ponderarlo, ha un aspetto di grave strumentalità.
Se si fosse trattato di condizioni meteo, se si fosse trattato di un maturare di una consapevolezza diversa sul tema della sicurezza nel gruppo dei corridori, avremmo potuto parlare di condizioni sopravvenute solo adesso: ma ci sfugge perché il presidente della giuria abbia aperto gli occhi solo a questo punto su un dato confermato da lungo tempo.

Siamo a questo punto curiosi di venire a sapere quali provvedimenti verranno presi contro la Saxo Bank perché il destino ha voluto, a proposito di regolarità e sportività, che durante la tappa il frazionarsi del gruppo lungo strade assai strette abbia comunque privato i corridori del supporto tecnico per diverse decine di chilometri, e qui senza che alcuna scorta in moto potesse supplire. Questo valeva per tutti i membri del primo troncone che seguiva la fuga, tirato dalla Liquigas, ma non per i corridori del team danese, dacché la loro ammiraglia – unica – riusciva a portarsi in coda a questo primo segmento grazie alla manovra estremamente irregolare di sorpasso nei confronti dell’auto della giuria, viceversa rimasta intruppata. Ci aspetteremmo una punizione esemplare, visto il rigore con cui, quanto ipocritamente!, si sollevano a comando certe questioni.

La decisione in ore estreme ha impedito anche di concretizzare il tracciato alternativo che era stato immaginato in caso di difficoltà meteorologica, costringendo l’organizzazione a una semplice rimozione del Crostis che alterava del tutto il contenuto tecnico della tappa, a questo punto a tutto svantaggio dei corridori che più avrebbero goduto di quelle condizioni, e che magari si erano risparmiati ieri in vista di una giornata odierna di diversa strutturazione. Non si tratta anche in questo caso di un’indebita influenza sui valori sportivi di una regolare competizione?
A tappa in corso, l’organizzazione è stata poi forzata a tagliare ulteriormente il percorso, perché in località Tualis gli abitanti del luogo minacciavano di bloccare la gara: ci si è così diretti subito da Ovaro su per lo Zoncolan, sacrificando il penultimo Gpm e una ventina di km di corsa. La fuga avrebbe anche potuto trarne vantaggio, ma così non è stato, e dopotutto i contenuti tecnici non sono mutati troppo rispetto allo stravolgimento già operato eliminando il Crostis.

Che cosa si può commentare? Che questa vicenda sembra un’epitome delle disastrose politiche UCI negli ultimi anni: nell’incapacità di gestire in modo autonomo e imparziale i rapporti con i team e gli organizzatori si cerca di danneggiare ora gli uni ora gli altri, si fanno concessioni vergognose – ad alcuni potenti team, in questo caso – per cercare di ingraziarsi qualcuno e sventare minacce secessioniste; si innalzano come idoli fasulli, in maniera quasi immorale perché del tutto strumentale, valori chiave come la regolarità o la sportività (per non parlare della salute o della sicurezza, i primi grimaldelli usati contro il Crostis, sventati però dall’ottimo lavoro dell’organizzazione); il tutto viene operato in maniera furbesca e al contempo raffazzonata, senza accorgersi che in questo modo si distrugge l’immagine del ciclismo, che dopotutto è il principale alimento di questo mondo oltreché dell’UCI stessa. Nel groviglio perverso di complotti, lotte intestine, boicottaggi, favoritismi, ci si perde, è difficile seguire alleanze e ostilità, sembra quasi che le confessioni oltreoceano di Hamilton (e forse Hincapie) possano influenzare equilibri delicatissimi e dare adito a nuove complicità.
Pressoché impossibile capire, discernere, dirimere, quello che è certo è siffatti giochi politici si conducono sistematicamente sulla pelle delle persone che del mondo del ciclismo fanno parte: questa è l’altra caratteristica evidente dello stile UCI (ma anche di molti componenti del livello dirigenziale del ciclismo, organizzatori o team manager), l’assenza di rispetto verso le persone che costituiscono la galassia delle due ruote.
Mancanza di rispetto verso i corridori, tirati in ballo senza mai dare peso reale al loro parere (a quanto pare sul Crostis un certo consenso si era raggiunto, e proprio allora…); mancanza di rispetto verso i campioni e le squadre, che su una certa costruzione di questa tappa potevano aver impostato una strategia; mancanza di rispetto verso la gente, quella che aspettava carica di emozione questa giornata, quella per strada da giorni sul Crostis, quella che ha sgobbato giorno e notte per mettere in sicurezza la discesa.

È una vergogna, non ci sono altre parole, e visto che il Giro parla spagnolo verrebbe tanta voglia di fare come i giovani iberici che invadono le piazze delle proprie città per esprimere indignazione verso una classe dirigente pesantemente autoreferenziale, intenta a giostrare circostanze e decisioni con il solo fine di conservare o accrescere il proprio potere, e del tutto disinteressata all’esistenza reale delle persone che sarebbero chiamati a organizzare, guidare, indirizzare.

L’aspetto squisitamente tecnico-sportivo dello Zoncolan è stato di rilievo, ma non straordinario. La Liquigas (finalmente) si è fatta carico di dettare i ritmi prima che restassero allo scoperto solo i grandi. Dopo un attacco veemente di Joaquim Rodriguez, schiantatosi però su un perdurare eccessivo delle pendenze da lui tanto amate, si va configurando una situazione che vedrà modeste evoluzioni. Attacca Antón, risponde Contador, si forma un trio iberico con il succitato scattista catalano, il basco e il madrileno d’adozione. Poi, lo abbiamo anticipato, cede Rodriguez, e gli subentra Scarponi rientrato da dietro. Nibali sale frattanto molto regolare. Rujano pare faticare e paga forse un primo sforzo per restare a ridosso almeno del siciliano.
Attacca Antón, e lo si raggiungerà solo quando avrà tagliato il traguardo: bella la salita dello spagnolo con buoni cambi di ritmo e alcuni momenti di difficoltà. Grande titolo di merito perché questa, come ribadiremo, è salita assai inadatta agli scattisti e ben più amica dei cronomen. Contador sembra intenzionato a far da scudiero al connazionale, e non accenna inseguimenti, mentre l’onere soprattutto psicologico di dettare i ritmi è affidato prima a Scarponi, poi a Nibali, che rientra con grande regolarità di ritmo e poi passa a condurre le danze, sempre affiancato da Contador, mentre Scarponi accusa la fatica.
Su questa ascesa il costo psicologico di decidere il ritmo è ancor più esigente e aspro che su una comune salita il costo fisico di tagliare l’aria: l’incognita è che l’avversario a fianco possa essere pronto ad un attacco in ogni momento, specie se questo avversario si chiama Alberto Contador, la volontà è quella dunque di massimizzare lo sforzo ma evitando ogni fatale fuorigiri, conservando se possibile un piccolo margine per tutelarsi da sorprese. Un equilibrismo più adatto a chi fa della crono il proprio punto di forza, anche perché con i rapporti disponibili oggi il pur chiaro effetto delle pendenze a vantaggio del rapporto peso/potenza è comunque ridimensionato.
Dietro sembra in ottima crescita Menchov, più volte prossimo a riportarsi su Nibali o Scarponi, ma mai in grado di operare in effetti il ricongiungimento: chiuderà a soli dieci secondi dal marchigiano. L’impressione, vedremo se confermata, è che Menchov, come forse pure Nibali, abbia deciso di costruire sapientemente il picco di forma verso la parte finale del Giro: il rischio di questa scelta è che essa può tradursi in una zavorra di minuti nelle prime tappe di montagna, se esse, come in questo caso, risultano assai combattute, e che poi non è nemmeno detto che la forma arrivi, specie se frattanto venisse meno la motivazione. Bravo Menchov a continuare a crescere, almeno finora, ancora più bravo Nibali ad uscire indenne dalla prima parte di Giro e ora a guadagnare in forma: tutto questo ammesso che queste ipotesi siano almeno parzialmente suffragate dai fatti futuri!

Nel finale Contador attacca con forza Nibali, che patisce subito un sensibile distacco. All’interno dell’ultimo km però il siciliano riesce a rientrare: qualche giornalista sostiene che Contador volesse lasciare la vittoria ad Antón, il che è assai probabile, ma non avrebbe, a nostro parere, alcun rapporto con la necessità di “rallentare”, visto che il basco era parecchio avanti (chiuderà con oltre 30” di vantaggio su Contador). Forse Alberto voleva risparmiarsi, ma questa idea è smentita dalla nuova sparata con cui, a poche decine di metri dalla riga, la maglia rosa riesce a frapporre nuovamente sette secondi tra sé e Vincenzo. Per risparmiarsi, bastava limitarsi a stare col messinese e al limite anticiparlo sulla riga.Troppo “facile”, poi, dal punto di vista del duello, dare una sgasata per inchiodare un avversario già provato dall’operazione di rientro: l’impressione netta è che su una misura superiore allo scatto secco Nibali oggi fosse in grado di esprimere pari – o maggior – potenza rispetto all’avversario. Forse anche da questo l’atteggiamento di Contador, sicuramente poco gradevole: già non è bello non dare cambi dietro richiesta e poi scattare in faccia, ma riproporre uno scattino quando si viene ripresi praticamente sull’arrivo è addirittura ai limiti del patetico, specialmente quando si hanno oltre tre minuti di vantaggio.
Da un lato è una mancanza di fair play verso l’avversario, dall’altro lato però potrebbe anche essere una manifestazione di rispetto ancora più radicale: nonostante tutto ti temo, e voglio assolutamente guadagnare ogni secondo disponibile, e demoralizzarti, anche a costo di mettere in gioco “la faccia”. Forse meglio questo che le stucchevoli e quasi nauseanti reciproche manifestazioni di amicizia con Andy Schleck.

Non condividiamo comunque i pesanti fischi che si abbattono sullo spagnolo sia nelle ultime fasi sia sul palco di premiazione per la maglia rosa. Chiaramente il comportamento dello spagnolo non è il massimo dell’eleganza, ma come giustamente commenta Nibali “ognuno ha il diritto di correre come vuole per curare la propria classifica”: in assenza di scorrettezze i fischi sono fuori luogo e davanti a un campione puzzano di nazionalismo d’accatto. L’altro motivo che spiega questo rumoroso dissenso sta nel ricondurre a Contador una responsabilità per l’eliminazione del Crostis: però, come osserva sempre Nibali, “lui, povero, non c’entra”. Senz’altro le pressioni di Riis hanno contribuito alla scelta, ma Riis avrebbe agito così anche alla faccia di Contador stesso. E le colpe più pesanti, comunque, restano dell’UCI. Dal nostro punto di vista è indecente fischiare un corridore al culmine della propria fatica, ma anche nel momento di gioia della premiazione che ne attesta un successo: anzi, per essere più chiari, è sempre e comunque una bruttura, ma la bruttura in questi contesti è finanche accentuata.

A sostegno dell’idea che lo Zoncolan non è poi così adatto agli scalatori puri vanno anche le “relative” controprestazioni di Gadret (comunque 6° a 1’38”), rispetto a Menchov diciamo, di Rujano (10° a 2’11”), di J. Rodriguez (che sembrava in crescita), di Masciarelli (crollato). Tra i 3’30” e i 4’ Kreuziger, Arroyo, Carrara, Le Mevél e Cataldo, vedendo così complicarsi le diverse e rispettivamente commisurate ambizioni di classifica. Comunque impressionante invece la regolarità di Sivtsov, il coniglio dal ciclindro dell’HTC per quest’anno, anche oggi nei dieci a un paio di minuti, consolida così la propria generale. Bravi a confermarsi, sempre nei dieci, gli scalatori puri Nieve, spalla di Antón, e Dupont, spalla di Gadret: le doti dell’iberico erano note, quelle del francese meno, ma tant’è!

Gabriele Bugada

LIENZ – ZONCOLAN: IL KAISER IV, IL TORMENTO E L’ESTASI

maggio 21, 2011 by Redazione  
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È una salita che estasia letteralmente gli appassionati più “sadici”, ma stavolta anche ai corridori non risparmierà strane “visioni”: dodici mesi dopo il successo di Ivan Basso il Giro d’Italia tornerà a piantar le tende in vetta al truce Zoncolan, stavolta affrontondolo con le gambe appesantite dal precedente Monte Crostis. Un “gemello” che, in quanto a cattiveria, nulla ha da invidiare al “kaiser”, pur non raggiungendone gli estremi picchi di pendenza.

Un tormento, un autentico tormento. Non ci sono altre definizioni per la salita più dura d’Italia mai vista sulle strade della corsa rosa, quell’arcigno Zoncolan che controbatte una scarsa dotazione chilometrica (10,1 Km, solo l’arrivo al Gardeccia sarà più breve) con inclinazioni da…. estasi. Nell’affrontare le sue rasoiate, strette tra una pendenza media dell’11,9% e un picco massimo del 22%, davvero si corre il rischio di vedersi passar davanti santi e madonne, vittime di allucinazioni da fatica. Ancora più quest’anno con il monte friuliano preceduto dal “gemello” Crostis, non meno dura (anche se non così estrema) e spettacolare ascesa, che da sola basterebbe a far di questa frazione un tappone con tutti i crismi e che sarà coronata da un lungo e panoramico troncone sterrato. Volendo, anche oggi si potrebbe giocare all’attendismo perché da sole queste ascese già basterebbero a garantire una grande selezione ma, con tutto il ben di Dio predisposto dalla premiata ditta Zomegnan & Cainero, difficilmente vedremo gli scalatori starsene con le mani in mano. Forse serpeggierà un po’ di timore in gruppo e, alla fine, il Crostis potrebbe andare a rivestire il ruolo di semplice ancella dell’ascesa finale, perché saranno in pochi i corridori che vorrano accendere le miccie lassù, per non andare in debito d’energie sul “kaiser” – così hanno soprannominato lo Zoncolan i cicloamatori – e vanificare quanto di buono fatto fino a quel momento. Bisognerà considerare, inoltre, che le ultime due non saranno le sole ascese previste da questa frazione lunga poco più di 200 Km e che proporrà altre cinque asperità.
Come il giorno della tappa disputata nel 2007 si partirà dalla cittadina austriaca di Lienz e i primi 65 Km saranno identici, introdotti dalla lunga e lenta risalita della Pustertal, il versante oltreconfine della nostra Val Pusteria. Attraversata la località turistica di Sillian, si varcherà il confine di stato a una trentina di chilometri dal via, non lontano dalle sorgenti del fiume più lungo d’Italia, la Drava, anche se nella nostra nazione scorrono soltanto i primi dei suoi 749 Km (il Po si ferma a 652 Km), diretti alle acque del Danubio prima e del Mar Nero poi.
Prendendo costantemente quota i “girini” raggiungeranno il centro di San Candido, imperniato attorno all’interessante collegiata romanica dei Santi Candido e Corbiniano, per poi volgere in direzione dell’estremo margine orientale delle Dolomiti. Oggi ci sarà solo un assaggio – il tappone è previsto domani – rappresentato dalla risalita della Val di Sesto verso il Passo di Monte Croce di Comelico, il tutto con l’incombente presenza delle Tre Cime di Lavaredo, che si affacciano verso San Candido col loro lato più fotograto, quello che gli escursionisti possono raggiungere tramite un sentiero che parte dalla Val Fiscalina e fa scalo al Rifugio Locatelli, innalzato nel 1923 sul luogo di un simile edificio eretto nel secolo precedente per il “DuÖAV”, lo scomparso CAI austro-tedesco. Non sarà molto ardua, invece, l’arrampicata dei corridori, che per raggiungere i 1636 del passo dovranno affrontare, tolto il lungo falsopiano iniziale, 5800 metri di strada al 4,9%. Superato il GPM, si entrerà in Veneto planando nel dolcissimo Comelico, autentica regione nella regione a sua volta posta in diretta comunicazione con l’area di Sappada, che costituisce un’isola linguistica tedescofona, venutasi a formare dopo l’emigrazione di un gruppo di famiglie provenenti dal villaggio tirolese di Innervillgraten, avvenuta nell’XI secolo.
A questo punto i tracciati si diversificheranno perché, se il percorso del 2007 puntava proprio verso Sappada, stavolta i “girini” abbandoneranno subito il Comelico per il Cadore. Vi si arriverà attraverso una strada secondaria che, attraversata la località di villeggiatura di Padola, salirà fino ai 1476 metri del Passo di Sant’Antonio, ostacolo praticamente inedito per il gruppo, anche perché sono passati 41 anni dal primo e finora ultimo passaggio della corsa rosa. E’ un’ascesa tozza, lunga 4 Km appena e contraddistinta da un andamento variegato, con alternanza di tratti pedalabili ad altri più arcigni (media del 6,8% circa, picchi fino al 18%), un’autentica gradinata che precederà la discesa verso Auronzo di Cadore.
Breve tratto sul fondovalle cadorino poi si riprenderà a salire, diretti ai 1298 metri della Mauria. Il nome quasi aulico e un po’ pomposo forse potrebbe incutere un po’ di timore ma questo passo non è più quello di una volta, quando lassù scollinavano in testa campioni del calibro di Coppi, Bartali e del francese Bobet, gesta rese possibili più dal fondo stradale, all’epoca ancora sterrato, che dalle pendenze, morbide da qualsiasi versante lo si affronti. I “girini” del 2010 saliranno da Lorenzago di Cadore, con l’unico brivido rappresentato dall’inevitabile ricordo di Giovanni Paolo II, che in sei occasioni venne quassù per ritemprarsi e godere dell’impareggiabile vista verso il dolomitico gruppo delle Marmarole “care al Vecellio,
rifulgan, palagio di sogni, eliso di spiriti e di fate
” (Giosuè Carducci, ode Cadore).
Rientrati in Carnia, si tornerà a pedalare in compagnia del Tagliamento, che ha le sue sorgenti proprio da queste parti. Planato sulle quasi omonime località di villeggiatura di Forni (di Sopra e di Sotto), il percorso s’infilerà nel cosiddetto Passo della Morte – toponimo che fa riferimento ad un fatto d’arme avvenuto il 24 maggio del 1848, quando truppe locali tentarono di resistere all’avanzata degli austriaci, che tentavano di raggiungere il Cadore per reprimere una rivolta – usciti dal quale inizierà l’ennesima ascesa di giornata (alla fine se ne saranno affrontate sette), la pedalabile Sella di Cima Corso. Ripresa la discesa, si raggiungeranno prima Ampezzo (nulla da spartire con la celebre Cortina, anche se questo è il secondo centro della valle per importanza, dopo il capoluogo Tolmezzo) e quindi Villa Santina, presso il quale confluisce da nord il canale di Gorto, nome che spesso identifica la Val Degano, sede del campo base del versante cattivo dello Zoncolan, il paese di Ovaro. Il gruppo non imboccherà subito la strada per questo centro, poiché a questo punto si dovrà superare uno dei momenti più delicati del tracciato, da circolettare in rosso sull’altimetria. È una salita quella che ora si dovrà affrontare, quella diretta ad Avaglio, ma non saranno i suoi 5,2 Km al 7,2% a calamitare le attenzioni di tutti, bensì la successiva discesa, poco pendente all’inizio per poi trasformarsi in un autentico tuffo, con 192 metri di dislivello da superare nel volgere di appena un chilometro e mezzo (vale a dire affrontando una pendenza media del 12,8%!). Tornati sul fondovalle del torrente Degano, in capo a quasi 4 Km di lieve falsopiano si giungerà per la prima volta ad Ovaro, dove inizierà un duro circuito di quasi 45 Km. Ancora un breve tratto facile poi, attraversato il centro di Comeglians, iscritto nel club dei “Borghi Autentici d’Italia”, si andrà alla scoperta del Crostis, cima in gran parte inedita. Già si conoscono i primi 3500 metri poiché lo strappo di Tualis (9,4% la media) fu proposto nella tappa del 2007 come aperitivo dello Zoncolan, mentre costituiranno una primizia i rimanenti 10 Km che condurrano i corridori fino a 1982 metri di quota, dopo aver preso di petto una pendenza media complessiva del 10,1%. Già lassù la massima sarà di quelle che fanno venire l’acquolina in bocca agli estimatori delle ascese estreme, con picco del 18% raggiunto a quasi 1500 metri dalla cima. È dopo lo striscione del GPM che inizierà il tratto bianco, i 6,5 Km della “Panoramica delle Vette”, strada in quota così chiamata per le numerose cime che lo sguardo permette di abbracciare: si va dal dolomitico Monte Cristallo al già conosciuto Grossglockner, dal lontanissimo Monte Maggiore, nell’Istria croata, al vicino Coglians, impossibile da non inviduare essendo, dall’alto dei suoi 2.780 metri, la vetta più alta della regione. Poche centinaia di metri prima di riprendere l’asfalto inizierà una discesa “double-face”, difficle e tecnica per carreggiata stretta e pendenza nei primi 9 Km e poi veloce, ampia, scorrevole e poco pendente nel tratto terminale, che si disputerà sulla statale della Sella Valcalda.
Tornati a Comeglians, s’imboccherà nuovamente la valle del Degano, stavolta per ripercorrere la strada già fatta una quarantina di chilometri prima e tornare quindi a Ovaro, per baciare i piedi del Kaiser….chissà, magari si acclementirà.

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo di Monte Croce di Comelico (1636 m). E’ attraversato dalla SS 52 “Carnica”, tra i centri di Sesto e Comelico Superiore. Chiamato in tedesco Kreuzbergpass, vi transita anche il confine tra il Trentino-Alto Adige e il Veneto e quello tra le Alpi Carniche e le Dolomiti. Il Giro d’Italia l’ha finora scalato cinque volte: conquistatori di questa cima sono stati Fausto Coppi nel 1948 (tappa Auronzo di Cadore – Cortina d’Ampezzo, vinta proprio dal “campionissimo”), il belga Martin Van Den Bossche nel 1970 (Rocca Pietore – Dobbiaco, Michele Dancelli), il britannico Robert Millar nel 1987 (Sappada – Canazei, Johan van der Velde), lo spagnolo Jon Unzaga Bombín nel 1990 (Velden – Dobbiaco, Eric Boyer) e Fortunato Baliani nella Lienz – Monte Zoncolan del 2007, vinta da Gilberto Simoni.

Passo di Sant’Antonio (1476m). Più noto col nome di Passo del Zovo (da non confondere con la non lontana Forcella Zovo) è valicato dalla SS 532 “del Passo di Sant’Antonio”, tra i centri di Padola (Comelico Superiore) e Santa Caterina (Auronzo di Cadore). Al valico giunge un terzo versante, che sale da Campitello (San Nicolò di Comelico) passando per Danta di Cadore. Il Giro d’Italia l’ha scalato nel 1970, nella citata tappa (vedi sopra) di Dobbiaco vinta da Dancelli: anche quassù scollinò per primo Van den Bossche.

Passo della Mauria (1298m). È valicato dalla SS 52 “Carnica” tra i centri di Lorenzago di Cadore (Veneto) e Forni di Sopra (Friuli), anche se per qualche chilometro ricade per intero in territorio veneto. L’unico confine che vi transita è quello tra le Alpi e le Prealpi Carniche. È il valico più glorioso di questa tappa, vantando ben 13 passaggi dall’anno dell’istituizione del GPM (1933) ad oggi: prima volta nel 1938 (tappa Trieste – Belluno vinta da Olimpo Bizzi, primo anche sulla Mauria), ultima 50 anni dopo (Giro 1988, tappa Borgo Valsugana – Arta Terme vinta da Stefano Giuliani, pure primo in vetta). Tra gli altri eroi della Mauria ricordiamo Coppi (1946), Bartali (1947), Bobet (1951) e addirittura un velocista di razza, Marino Basso, che fece suo questo traguardo nel 1973.

Sella Boschetto di Sant’Antonio (832m). Valicata dalla SS 52 “Carnica”, tra i centri di Forni di Sopra e Forni di Sotto.


Sella di Cima Corso (867m).
Valicata in galleria dalla SS 52 “Carnica”, tra i centri di Forni di Sotto e Ampezzo. Localmente è chiamato “Somp Cuérs”.

Sella Tarond (1992m), Selletta di Mede (2003m). Questi valichi non sono toccati direttamente dall’itinerario di gara, che li rasenta nel tratto sterrato della “Panoramica delle Vette”. Per raggiungerli è necessario deviare da questa percorrendo brevi tratti di mulattiera, accessibilI esclusivamente in mountain-bike.

Sella del Monte Valsecca (1879m). Valicata dalla Panoramica delle Vette poco prima che riprenda l’asfalto e inizi la discesa verso Ravascletto.


Sella Valcalda (958m).
Valico che separa il Monte Crostis dal gruppo del Monte Arvenis, del quale fa parte anche lo Zoncolan. È valicato dalla SS 465 “della Forcella Laverdet e di Valle San Canciano”, tra le località di Cercivento e Comeglians. All’altezza del valico, nei cui pressi si trova la stazione turistica di Ravascletto, confluisce nella statale la strada che scende dal Crostis e dalla “Panoramica delle Vette”. Finora è stata affrontata quattro volte come GPM. Primo passaggio nel 1987, nel corso della storica tappa Lido di Jesolo – Sappada, nella quale si consumò il tradimento dell’irlandese Roche ai danni di Roberto Visentini: quel giorno s’impose l’olandese Johan van der Velde, futuro “eroe del Gavia”, mentre il primo a scollinare sulla Valcalda sarà Roberto Conti. Tre anni più tardi, nel Giro di Gianni Bugno (1990), la salita fu affrontata nel corso della tappa italo-austriaca Velden – Dobbiaco (vinta dal francese Boyer) e vi svettò in testa nientemeno che il tre volte vincitore del Tour Greg Lemond. Penultimo passaggio nel 2003, in occasione della San Donà di Piave – Monte Zoncolan, primo arrivo sul monte friuliano: il GPM fu di Marzio Bruseghin poi la tappa andrà a Gilberto Simoni. L’anno scorso, in occasione della tappa terminata sullo Zoncolan col successo di Ivan Basso, il primo a passare sotto lo striscione fu il francese Ludovic Turpin.

Sella del Monte Zoncolan (1730). Vi transita la strada che mette in comunicazione Ovaro con Sutrio. È il luogo nel quale sarà collocato il traguardo.

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: anche lo stadio naturale dello Zoncolan ha le sue curve (www.albergodiffuso.net)

Lienz, Castello Bruck (www.tirolarena.com)

Lienz, Castello Bruck (www.tirolarena.com)

San Candido, retrospettiva della collegiata (panoramio)

San Candido, retrospettiva della collegiata (panoramio)

Le Tre Cime di Lavaredo viste dal Rifugio Locatelli (www.finoincima.altervista.org)

Le Tre Cime di Lavaredo viste dal Rifugio Locatelli (www.finoincima.altervista.org)

Uno scorcio del verde Comelico (www.bbdelorenzo.it)

Uno scorcio del verde Comelico (www.bbdelorenzo.it)

Lorenzago di Cadore (www.unionladina.it)

Lorenzago di Cadore (www.unionladina.it)

Salendo alla Mauria (www.lucabaradello.it)

Salendo alla Mauria (www.lucabaradello.it)

Comeglians (www.albergodiffuso.net)

Comeglians (www.albergodiffuso.net)

Salendo al Crostis (www altofriuli.com)

Salendo al Crostis (www altofriuli.com)

Monte Crostis, la Panoramica delle Vette (www.ediciclo.it)

Monte Crostis, la Panoramica delle Vette (www.ediciclo.it)

Una delle viste che regala il Crostis (www.33081.it)

Una delle viste che regala il Crostis (www.33081.it)

Ovaro…. qui inizia il mostro (www.turismofvg.it)

Ovaro…. qui inizia il mostro (www.turismofvg.it)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI GROSSGLOCKNER

maggio 21, 2011 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: il commento tecnico alle tappe di montagne, dalla voce di un ex corridore di prestigio che scoprirete tra qualche giorno; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la rubrica tricolore di N@po; le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1961. Seguiteci.

Foto copertina: alla partenza da Spilimbergo presentazione del “Trofeo senza fine”, che spetterà al vincitore finale (foto Giro)

IL COMMENTO SULLA TAPPA DI MASSIMILIANO LELLI
Ve l’avevamo promesso, un grande campione del passato avrebbe commentato per noi le tappe di montagna del Giro 2011 a poche ore dala conclusione: sarà Massimiliano Lelli, professionista dal 1989 al 2004, vincitore della maglia bianca di miglior giovane al Giro del 1991, da lui concluso al 3° posto dopo aver conquistato due tappe.

CHAPEAU CONTADOR

Che dire?! Difficile trovare qualcosa da commentare in una tappa così, una superiorità schiacciante di Contador. Tutti pagano dazio e secondo me le cose non miglioreranno nelle prossime tappe, il solo a stare al passo è Rujano, sono contentissimo per la sua vittoria, ma se avesse pensato sin da subito alla generale forse…al momento perde circa 6′ dal leader e quasi 3′ dal podio, non impossibile, ma se ci avesse pensato fin da subito ora sarebbe a meno di un minuto dalla maglia rosa, lui che poi ha dimostrato di andare bene anche nelle cronoscalate poteva davvero dire la sua, vedremo.
Per quanto riguarda i big, oggi piccoli piccoli, volendo giocare con le parole, credo che non ci sarà più nulla da fare. Scarponi corre d’orgoglio, ma è evidentemente una spanna sotto lo spagnolo, inoltre usa un rapporto troppo duro e rischia di arrivare a fine Giro con le gambe troppo pesanti, nessun altro ha frequenze così basse dai tempi di Armstrong, ma forse anche da prima.
Nibali lo vedo abbastanza bene, ma con Contador non può competere, non ora almeno, il podio sarà suo, ma forse ha scelto l’anno sbagliato per puntare al Giro e soprattutto l’anno sbagliato per non provare il Tour. Più cronometro, salite più pedalabili e senza il “pistolero” alla Grande Boucle poteva davvero dire la sua, ad ogni modo il podio è sicuramente alla sua portata, non è invece alla portata di Scarponi che vedrei fuori pure dai cinque.
Oggi abbiamo visto bene anche Gadret, ha vinto due giorni fa e oggi è arrivato terzo, davanti a Nibali, Scarponi e Kreuziger. Tralasciando il freddo, nemico di tutti, credo sia comunque un segnale che la condizione dei tre pretendenti al Giro non sia la migliore. Ahimè credo che la corsa rosa sia già chiusa: salvo imprevisti che non auguro a nessuno, Contador vincerà, rimane la possibilità, scellerata a mio avviso, che possa essere squalificato a giochi chiusi, ma sarebbe davvero il peggior modo di ammazzare il ciclismo.

.

Massimiliano Lelli

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Rujano sul Grossglockner Ma la firma è di Contador(Gazzetta dello Sport)

José Rujano le ganó a Contador en la cima del Grossglockner (El Nacional)

José Rujano ganó 13° etapa del Giro de Italia (Ultimas Noticias)

Contador fait son numéro(L’Equipe)

Le Monte Crostis finalement rayé du programme (Le Monde)

Alberto Contador es el capo (AS)

Contador congela el Infierno(Marca)

No habrá paso por el Crostis (El Mundo Deportivo)

Rujano vainqueur devant Contador (Le Soir)

Le Monte Crostis finalement rayé du programme(Sud Presse)

Contador fait un cadeau à Rujano (L’Avenir)

Organisatoren Giro schrappen gevaarlijke Monte Crostis (De Standaard)

Contador, si fort et généreux(La Dernière Heure/Les Sports)

Organisatoren Giro schrappen gevaarlijke Monte Crostis (Het Nieuwsblad)

Giro niet over Crostis (De Telegraaf)

Rujano wins Giro stage 13; Contador extends lead (USA Today)

Contador tickled pink after Giro 13th stage (Herald Sun)

Rujano wins Giro 13th stage ahead of Contador(The Age)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Prima della tappa

Mauro Facoltosi: Cosa succederà oggi? Riusciranno i nostri a guadagnare sullo spagnolo o Contador lascerà ancora una volta tutti?

GattoVE: E’ la solita storia:se gli altri pretendenti con le loro squadre cominciano ad attaccarlo, uno alla volta ma continuamente, può darsi che vada in difficoltà,resterebbe da solo. Ma purtroppo questo implicherebbe dare una mano a qualcun’altro,chiaramente,perchè uno solo vince. Dunque penso ce ci saranno solo attacchi sterili,la tappa la vincerà qualche outsider e Contador rimarrà in rosa.

Hotdogbr: qualcosa dovrà succedere per forza anche se non parlo di attacchi da lontano dei big tanto più che il percorso di oggi non lo consente con tratti pianeggianti tra una salita e l’altra, credo che i più forti dopo Contador in salita siano Rujano e Anton e vorranno vincere la tappa, il basco non ce lo vedo a mettere davanti la squadra, anche perchè si tratta di una squadra debole, per tenere sotto controllo la fuga di giornata ma l’Androni lo farà

Pincopallino2005: succedera` che come al solito aspetteranno l’ultima salita per attaccare Contador e lui li pianta li e andra` a vincere la tappa.

Pedale Pazzo: Il Grossglokner aldilà delle apparenze è una salita che può fare la differenza anche tra i big.
Ma bisogna conoscerla perchè è nervosa, soprattutto negli ultimi chilometri dove con le gambe cotte è difficile riuscire a trovare il ritmo giusto.
I 7km centrali prima della spianata sono tosti, però secondo me questa salita è molto più adatta a uno scattista come Contador che soffre meno i cambi di pendenza rispetto a uno come Scarponi.
Insomma credo che lo spagnolo potrà giocare un pò al gatto e al topo coi rivali. Ma non è detto che vinca la tappa, perchè con Crostis+Zoncolan domani e la Dolomitica over 5000 dopodomani potrebbe accontetarsi di controllare. Ecco perchè potrebbero vincere le seconde linee: Rujiano? Anton?
Vedremo!

Scattista: Secondo me oggi è ancora giorno per Contador. Il tipo di tappa e di salita lo favoriscono.

Scattista: Ma Contador la smette di cambiare bici sempre prima delle salite?!
Così alimenta i sospetti… ahahahahaha!!

Dopo la tappa

Profpivo: Contador fa un altro sport. Gli altri vincono solo con la lingua

Pedale Pazzo: Giro finito e tutti a casa.
Spero che Rujiano riesca ad arrivare secondo, non è impossibile.
Peccato abbia perso quei 5 minuti e rotti nella tappa dello sterrato, merita di finire questo giro secondo.
Contador imbattibile, oggi si vedeva palesemente che stava giochicchiando, non voleva nemmeno attaccare oggi. Ma non ha potuto farne a meno, perchè non riusciva proprio a stare lì a 10/12 all’ora. Ha lasciato vincere Rujiano anche per farsi un buon amico in vista delle prossime tappe, mossa intelligente. Ma avrebbe potuto staccarlo e dargli un minuto pure a lui.
Nibali e Scarponi dove sono? Ma come si fa a farsi tirare gli ultimi km da salita da Mascarelli prima e Kiryneka poi?
Questo vuol dire che proprio non ci sono, non ci sono per niente. Capisco prendere paga da un fuoriclasse incredibile come Contador, ma vederli lì con un gruppetto di 7 o 8, con 2 gregari che tirano, con gente come Dopout e Gadret che gli scattano in faccia, fa davvero pensare: non ci sono, zero.
L’immagine della loro resa è al Gp: appena raggiunto, invece che provare a buttarsi nella discesetta per limitare il distacco se ne sono letteralmente fregati, si sono rialzato, hanno bevuto tranquillamente dalla borracca e si sono lasciati raggiungere e poi tirare.
Krezuiger stabile, non ha il cambio e non lo avrà mai. Uomo da piazzamenti. Menchov in crescita, solito diesel.
L’unica domanda che mi faccio è: Contador quest’anno è davvero così forte? è il miglior o quasi Contador di sempre?
Secondo me no, non vorrei sbagliarmi. Vediamo se fa lo Zoncolan forte domani per prendere un tempo e tentare di fare qualche confronto.
Ma per me è un Contador discreto che senza neanche dannarsi l’anima fa il fenomeno grazie al livello sottoterra del resto della troupe.

Pincopallino2005: cavolo ho sbagliato e` arrivato secondo… Pietosi! ma come diamone e` possibile pensare di arrivare sull’ultima salita con Contador e pensare di staccarlo? Assurdo, l’unica cosa possibile per non fargli vincere il giro e` un gemellaggio Liqui-Lampre e lo si attacca da lontano.

Pedale Pazzo: Oggi era difficile partire da lontano. Se avevano in mente di farlo, le tappe giuste erano e sono domani sul crostis+discesa e dopodomani su Giau o Fedaia..

Hotdogbr: considerazioni sparse:

-Contador va fortissimo ma la notizia del giorno, non sorpresa perchè l’avevamo già visto all’Etna e le sue doti di scalatore sono indubbie, è quella di Rujano che di questo passo salirà sul podio e malissimo hanno fatto i vari Nibali, Scarponi e Kreuziger a guardarsi nel finale, lasciando anche andare altri corridori importanti come Gadret e Anton
-Gadret comunque oggi non è stato brillante al di là del terzo posto e le sue quotazioni in chiave podio scendono leggermente, da sottolineare invece il bel Giro che sta facendo Dupont, in passato regolarista capace di piazzarsi nei 20 in tappe di montagna ma mai visto a questi livelli
-Anton ha fatto benissimo a far lavorare una squadra che peraltro si è rivelata più forte del previsto a cominciare da Nieve che malgrado abbia tirato per diversi km è arrivato 16°, semplicemente i primi due ne avevano di più del basco
-Kreuziger si è salvato ma dei big è apparso il più in difficoltà e per lui domani sarà dura, buon per lui aver trovato per strada un ottimo Masciarelli
-Scarponi ha quantomeno dimostrato di non essere in calo ma di questo passo sul podio non ci va vista l’ultima cronometro, se vuole andarci deve staccare Nibali e Kreuziger e non soltanto arrivarci assieme e deve guardarsi da Rujano
-Nibali senza infamia e senza lode ma intanto è 2° in classifica e ha la discesa del Crostis, in parte quella del Finestre e la crono di Milano dalla sua
-neppure Menchov è tagliato fuori, oggi senza fare niente di straordinario è rimasto con i migliori e se prosegue il trend di crescita rispetto alla prima settimana diventa pericolosissimo
-Arroyo conferma di andare più forte dell’anno scorso e dopo Nibali è il più forte in discesa tra i big, difficile che ripeta il 2° posto del 2010 ma sta facendo un gran Giro
-Rodriguez meglio rispetto all’Etna ma ancora non ci siamo, potrebbe arrivare nei primi 10 a Milano ma non meglio e forse sarebbe meglio se puntasse a una tappa
-Siutsou è la delusione del giorno, pensavo riuscisse a stare con Nibali e soci e invece ha accusato parecchio e altrettanto gli succederà domani e dopo domani
-anche Lemevel si conferma buon corridore ma nulla di più, non dimentichiamo che quando è arrivato 10° al Tour ha beneficiato di una fuga con cui aveva guadagnato 6′
-Lovkvist non è in grado al momento di fare classifica in una gara di tre settimane e probabilmente non lo sarà mai, al Giro 2009 e al Tour 2010 è calato strada facendo, qui non è competitivo con i big già al termine della seconda settimana
-non è più in grado di fare classifica neppure Garzelli, vero anche che rispetto ad altri corridori lui soffre di più il freddo
-definitivamente fuori gioco Sastre e Pozzovivo che addirittura è arrivato nell’ultimo gruppo ed è strano visto che prima del Giro andava forte, anche loro dovranno puntare a una tappa gambe permettendo, stesso discorso per un Di Luca fin qui invisibile tappa di Fiuggi esclusa

Gnaldi: Aggiungerei solo la sorpresa Matteo Carrara (e non solo perché è un conterraneo). Fino ad oggi si è comportato più che degnamente. Vediamo da domani in poi.

Ceemo: Grande Contador e Grandissimo Rujano, che dimostra che se solo avesse avuto un pò di testa e qualche persona seria a fianco avrebbe potuto avere tutt’altra carriera.
Giro probabilmente finito, mentre lotta incertissima per il podio con glli italiani in calo di quotazioni.

Howling Wolf14: Carrara è un regolarista. Potrebbe finire il Giro nei primi 10. Non mi meraviglierei. E’ costante e quando si sfila contiene il distacco. E’ un duro. Bravo.

Salitepuntocià: A me pare, ma lo era anche prima, che Contador è di un altro pianeta rispetto a Nibali e Scarponi, forse solo Sleck puo batterlo,ma ha perso anche da un contador fiacco del 2010… facciamo finta che Contador non ci fosse, Nibali non avrebbe sto vantaggio in classifica… Basso era piu adatto al Giro che Nibali. Vediamo se il siciliano riuscira’ a nobilitare il suo giro, vincendo una tappa e arrivando secondo con 1-2′ sul terzo e non per pochi secondi. Comunque è una fortuna avere Contador al giro, perchè si vedono i valori reali. Pensate se non c’era, si sarebbe parlato di un grande giro perchè ci sarebbero stati 10 corridori in 1′… Pero’ vediamo Contador quanto ci mette a fare lo zoncolan, quanto ci mise Basso nel 2010? era una tappa piu dura secondo me. Vediamo anche Nibali a confrtonto coll’anno scorso… li si vedra’ se è lui o non h L stessa forma

Antares86: Basso l’anno scorso mi pare sui 40′45″. Simoni e Piepoli nel 2007 qualcosa meno
Sulla tappa del Grossglocker, qualcuno ha qualche riferimento cronometrico sull’ultima salita? non l’ho potuta vedere…

Hotdogbr: Basso ha percorso gli ultimi 10 km (attenzione non l’ultima salita ma gli ultimi 10 km) in 40′32”

Pedale Pazzo: Cassani su Rai sport ha appena detto che analizzando tempi e dati non ha fatto nulla di eccezionale sul Grossglockner. Purtroppo non ho sentito bene quel che ha detto, ma la conclusione è stata chiara: sono gli altri che vanno pianissimo.
(n.b: Contador ieri ha comunque giochicchiato, poteva piantare lì Rujiano e dargli 1 minuto in qualsiasi momento)

Pedale Pazzo:
Il tempo dello Zoncolan si prende solitamente al bivio di Ovaro, a 10,5 km esatti dalla cima.
Facendo una ricerca risulta che Basso questi 10,5 km l’anno scorso gli ha fatti in 40′45”, mentre Simoni in 39′ e pochi secondi.
Sui tempi purtroppo non c’è mai precisione assoluta, vediamo oggi di prendere il tempo più preciso possibile, inquadrature permettendo!
La vam calcolata sul tempo di Simoni viaggia tra i 1840 e i 1850.

Antares86: Direi che il mio rilevamento di 40′45″ (tutta la salita) e il tuo di 40′32″ (ultimi 10km) coincidono, visto che è lunga 10.1km

Antares86: Appunto, solo che le mappe RCS dicono 10.1km… anch’io ho rilevato 39′ per Simoni e Piepoli…

Pedale Pazzo: Mhh ho visto 2 altimetrie diverse, in effetti sembra che in totale la distanza sia 10,1 o 10,2

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

BIANCO, ROSSO E VERDE

Rubrica semiseria sul Giro 2011, a cura di N@po che giornalmente assegnerà le maglie secondarie ai protagonisti della corsa rosa.

Maglia Bianca: Lastras. Va in fuga con altri quindici ma si fa tutte le discese in avanscoperta staccando i compagni. Esibizionista.

Maglia rossa: Menchov. Primo al giro due anni fa, terzo al tour l’anno scorso e quest’anno imboscato nel gruppo dei capitani poco coraggiosi. Desaparecido.

Maglia verde: Rujano. Tutti a parlare dell’extraterrestre ma intanto il venezuelano non lo molla di un millimetro, come una zecca in calore, dall’Etna al Grande Campanaro. Le vibrazioni del baffo di Savio sono ormai
entrate in risonanza per la crescente acquolina da podio e non solo….

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Lienz – Monte Zoncolan

Lienz: alternanza di piogge deboli (0,6 mm) e schiarite, 18,5°C, venti deboli da ENE (8-9 Km/h), umidità al 69%
Sesto (Km 46,1): alternanza di piogge deboli (0,3 mm) e schiarite, 14,4°C, venti deboli da ESE (7-8 Km/h), umidità al 70%
Forni di Sopra – rifornimento (Km 105,1): nuvole sparse con qualche goccia di pioggia (0,3 mm), 18,5°C, venti deboli da ENE (5-7 Km/h), umidità al 55%
Villa Santina – T.V. (Km 139,9): alternanza di piogge deboli (0,1 mm) e schiarite, 23,9°C (percepiti 26°C), venti deboli da ESE (2-5 Km/h), umidità al 47%
Ravascletto (Km 190,1) : alternanza di piogge deboli (0,9 mm) e schiarite, 16,8°C, venti deboli da E (5-6 Km/h), umidità al 63%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Anche quest’anno spazio agli strafalcioni dei telecronisti

Bartoletti: “Due inediti, il Crostis e il Gardeccia” (al Gardeccia arrivarono anche nel 1976)
Bartoletti: “Due giorni per cambiare il Tour”
Paolo Belli: “Karienka” (Kiryienka)
De Stefano: “Nazareno Balani ci mostra le immagini dell’arrivo del 71″ (immagini fisse di una galleria paravalanghe, in diretta)
Pancani: “Stamani la vittoria di Mark Cavendish”
Pancani: “Stamani al via” (partenza alle 12.45)
Cassani: “Cima Coppa” (col gran premio della mortadella)
Pancani: “Il versante del lussemburghese” (salisburghese)
Cassani su Rujano: “E’ l’unico in questo giro che riesce a tenere la maglia rosa” (a rimanere con la maglia rosa)
Pancani: “Questa trappa del Grossglockner” (l’eremitaggio in montagna; De Luca è contagioso)
De Stefano: “Grazie Scarponi, grazie soprattutto per il freddo che fa qui sul traguardo” (futuro nel campo della refrigerazione?)
De Stefano: “Ci ha raggiuncio”
Scaramozzino di RadioRAI, ricordando il successo di Vianelli nel 1971 al Grossglockner: “L’unica vittoria di Marcelli”
Martinello: “Questa prima tappa di alta montagna del Giro d’Italia” (passi Montevergine, ma l’Etna?)
Martinello, commentando la moviola: “Qui il ritiro di Kohler che ci da la sua impressione” (boh, muto se ne rimase il corridore)
Televideo RAI: “A Grossglockner stacca ancora tutti”

I TITOLI DELL’UNITA’

Ecco come l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del Centenario dell’Unità (1961). Altimetrie e grafice dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

VAN LOOY VINCE A CASTELFIDARDO
La tappa più lunga del “Giro” conquistata dal campione del mondo
L’”asso” belga ha preceduto di 4″ un plotoncino di quindici corridori tra i quali Suarez (2°), Anquetil, Gaul, Pambianco, Defilippis, Carlesi e Taccone – Il “grosso” con Massignan è giunto ad 1′24″

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ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

1a tappa Venaria Reale – Torino
2a tappa Alba – Parma
3a tappa Reggio Emilia – Rapallo
4a tappa Genova Quarto dei Mille – Livorno
5a tappa Piombino – Orvieto
6a tappa Orvieto – Fiuggi
7a tappa Maddaloni – Montevergine di Mercogliano
8a tappa Sapri – Tropea
9a tappa Messina – Etna
10a tappa Termoli – Teramo
11a tappa Tortoreto Lido – Castelfidardo
12a tappa Castelfidardo – Ravenna

ZABRISKIE NEGA IL POKER A LEIPHEIMER, HORNER RESISTE

maggio 21, 2011 by Redazione  
Filed under News

Il cronoman statunitense della Garmin si aggiudica la prova contro il tempo di Solvang davanti al connazionale della Radioshack che se l’era aggiudicata dal 2007 al 2009 mentre Horner giunge 6° al traguardo e resta leader del Giro di California con 38” sul compagno di squadra.

Foto copertina: Zabriskie lanciato a tutto gas nel circuito di Solvang (foto Mark Johnson/www.ironstring.com)

I primi a far segnare tempi significativi sull’ormai tradizionale tracciato di Solvang, 24 km con la prima parte in leggera ascesa e la seconda in leggera discesa, sono stati Van Ulden (Jelly Belly) in 32.24, Stannard (Sky) in 32.08 e un Phinney (BMC) un po’ deludente dopo che nei giorni scorsi si era lanciato anche nelle volate in 32.13, ma a fare la differenza sono stati dapprima Vennell (Bissell Cycling), già attivissimo nelle tappe precedenti, che ha fermato i cronometri a 31.35, e poi Tjallingii (Rabobank) con 31.25 e Fuglsang (Leopard), che in questa stagione è stato molto più competivivo nelle prove contro il tempo che in salita, con 31.29 . Il tempo di Tjallingii è rimasto a lungo imbattuto finchè non sono giunti al traguardo Peter Velits (HTC), che finalmente ha dato segni di vita chiudendo in 31.24 e poi soprattutto Zabriskie (Garmin), già vittorioso nella crono di Signal de Bougy al Giro di Romandia, che ha demolito il tempo dello slovacco chiudendo in 30.36 ed è apparso immediatamente che difficilmente sarebbe stato battuto anche dai big.
Il primo tra gli uomini di classifica a giungere al traguardo è stato Morabito (BMC) che ha fermato i cronometri in 32.18; dignitosi per le loro caratteristiche anche il 32.03 di Gerdemann (Leopard) e il 32.10 di Ten Dam (Rabobank), leggermente al di sotto delle attese Talansky (Garmin) con 31.46 e più che positivo Sagan (Liquigas) con 31.51 ma a fare la differenza è stato Van Garderen (HTC) che ha fatto segnare il secondo tempo provvisorio in 31.16 a 40” da Zabriskie risalendo molte posizioni nella generale, a discapito di Hesjedal (Garmin) e Andy Schleck (Leopard) che hanno deluso molto chiudendo rispettivamente in 32.18 e 32.51.
Infine hanno concluso la loro prova i primi 5 della classifica, a partire dall’ottimo Sutherland (UnitedHealthCare) che ha chiuso in 31.35 facendo meglio di Vandevelde (Garmin) che ha fermato i cronometri in 31.37 e di un comunque positivo Danielson (Garmin), non nuovo a ottime prestazioni contro il tempo pur essendo principalmente uno scalatore, che ha terminato in 31.49. L’attenzione si è dunque concentrata sulla lotta tra i due uomini della Radioshack con Leipheimer che è rimasto a 14” da Zabriskie ma ha comunque guadagnato parecchio sugli altri avversari chiudendo in 30.50 e Horner che si è difeso al meglio limitando il distacco dal connazionale in 37”. La crono è stata dunque vinta da Zabriskie con 14” su Leipheimer, 40” su Van Garderen, 48” su Peter Velits, 49” su Tjallingii, 51” su Horner, 53” su Fuglsang, 59” su Vennell e Sutherland e 1′01” su Vandevelde.
In classifica generale i primi due posti sembrano assegnati al duo della Radioshack con Horner che precede Leipheimer di 38” mentre nella lotta per il podio è tutto aperto con solo 1′16” a separare Sutherland che è 3° a 1′38” e Andy Schleck 10° a 2′54”; tra di loro ci sono Vandevelde a 1′39”, Danielson a 1′44”, Van Garderen a 1′54”, Gerdemann a 2′26”, Hesjedal a 2′27” e Ten Dam a 2′43”. Il Giro di California si deciderà nella settima tappa, 121,9 km da Claremont a Mount Baldy con la lunga ascesa di Glendora Mountain in partenza e gli ultimi 25 km tutti all’insù e punte oltre il 12% negli ultimi 6.

Marco Salonna

20-05-2011

maggio 21, 2011 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Il venezuelano José Rujano Guillen (Androni Giocattoli) si è imposto nella tredicesima tappa, Spilimbergo – Grossglockner, percorrendo 167 Km in 4h45′54″, alla media di 35,047 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Alberto Contador Velasco (Saxo Bank Sungard) e di 1′27″ il francese Gadret. Miglior italiano Michele Scarponi (Lampre – ISD), 7° a 1′36″. Contador Velasco ha conservato la maglia rosa, con 3′09″ e 3′13″ sugli italiani Vincenzo Nibali (Liquigas-Cannondale) e Scarponi.

AMGEN TOUR OF CALIFORNIA
Lo statunitense David Zabriskie (Team Garmin-Cervelo) si è imposto nella sesta tappa, circuito a cronometro di Solvang, percorrendo 24 Km in 30′36″, alla media di 47.059 Km/h. Ha preceduto di 14″ e 40″ i connazionali Leipheimer e Van Garderen. Miglior italiano Damiano Caruso (Liquigas-Cannondale), 32° a 2′00″. Lo statunitense Christopher Horner (Team RadioShack) ha conservato la testa della classifica, con 38″ sul connazionale Leipheimer e 1′38″ sull’australiano Sutherland. Miglior italiano Caruso, 19° a 5′00″

CIRCUIT DE LORRAINE PROFESSIONNEL
Il belga Thomas De Gendt (Vacansoleil) si è imposto nella terza tappa, Château-Salins – Saint-Dié-des-Vosges, percorrendo 206 Km in 4h50′20″, alla media di 42,572 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Simon e Rolland. Miglior italiano Fabio Felline (Geox TMC), 5° a 15″. De Gendt è il nuovo leader della classifica, con 5″ su Simon e 7″ su Rolland. Miglior italiano Marco Marcato (Vacansoleil), 9° a 25″

ROYAL SMILDE OLYMPIA TOUR (Olanda)
Due tappe disputate nel quinto giorno di gara
Il mattino, l’olandese Wim Stroetinga (Ubbink – Koga Cycling Team) si è imposto anche nella quarta tappa, Elst (Gld) – Reuver, percorrendo 108,8 Km in 2h24′16″, alla media di 45,249 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Markus e Ariesen. Stroetinga è il nuovo leader della classifica, con 2″ sul connazionale Bol e 7″ sul britannico Rowe.
Il pomeriggio, l’australiano Luke Durbridge (Team Jayco AIS) si è imposto nella quinta tappa, circuito a cronometro di Reuver, percorrendo 12 Km in 14′53″, alla media di 48,376 Km/h. Ha preceduto di 3″ il connazionale Michael Hepburn (Team Jayco AIS) e di 6″ il russo Vorobev. Hepburn è il nuovo leader della classifica, con 1″ su Durbridge e 12″ sull’olandese Hamelink.

JURMALA GP
L’estone Jaan Kirsipuu (CHS) si è imposto nella corsa lettone, percorrendo 182 Km in 4h05′11″, alla media di 44,538 Km/h. Ha preceduto di 2″ il greco Tamouridis e di 4″ il lettone Flaksis. Miglior italiano Aristide Ratti (WIT), 9° a 1′04″.

RONDE DE L’ISARD
Il tedesco Yannick Mayer si è imposto nella prima tappa, Saint-Girons – Tournefeuille, percorrendo 150,6 Km in 3h21′12″, alla media di 44,911 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Welter e l’australiano McCarthy, distanziati di 3″ e 6″ nella prima classifica generale.

E’ SEMPLICEMENTE IL PIU’ FORTE

maggio 20, 2011 by Redazione  
Filed under News

Nel primo giorno del trittico “santo” di questo Giro, Alberto Contador infligge un’altra bella botta sul morale degli avversari, arrivando quasi solo in cima al Grossglockner. Quel quasi è tutto per Jose Rujano che, dopo l’Etna, ritrova quella vittoria che lo fa tornare nell’olimpo degli scalatori.

Foto copertina: Contador solo al comando… a breve Rujano lo raggiungerà (foto Bettini)

Fa quasi tenerezza ascoltare la voce di Vincenzo Nibali pochi secondi dopo il traguardo. Ha un tono ed uno sguardo di un bambino che vorrebbe dire: “uffa, non mi riesce!”.
Non riesce a lui, così come a tutti gli altri, stare dietro a questo fenomeno che risponde al nome di Alberto Contador che, dopo una corsa in difesa e sfruttando il lavoro degli uomini dell’Euskaltel-Euskadi per Igor Anton, piazza il colpo decisivo ai meno otto dal traguardo e soltanto quello scricciolo di Jose Rujano (48 chilogrammi stamattina alla partenza, Cassani docet) al momento è sul suo stesso pianeta. Tutti gli altri molti gradini più in basso.
Tappa non troppo lunga, 167 chilometri, per l’unico sconfinamento all’estero di questo Giro con l’arrivo in Austria. Se ne vanno in 16: Lastras, l’ex rosa Weening, Kiserlovski, Sarmiento, Valls, Vicioso, Lewis, Losada, Nordhaug, Hoogerland, Noè, Nocentini, Kristoff, Meyer, Spezialetti e Samoilau. Quindi si tratta di un gruppetto ben fornito di gente che in salita ci sa andare, anche se in cima alla salita di Monte Croce Carnico sono in sei che allungano per prendersi il primo posto del Gpm e Lastras addirittura attacca scriteriatamente ad inizio discesa ma viene ripreso quasi subito. Gruppo tirato dagli uomini Saxo Bank ed anche un po’ di Euskaltel, in cima passano a 5’10”, in fondo alla discesa sono 4’25”.
Situazione che rimane tranquilla fino alla salita dell’Iselsbergpass quando davanti scatta Kiserlovski (Astana) con il gruppo che viaggia a 3’15” a cinquanta chilometri all’arrivo. Peggiora il tempo e già nella discesa iniziano a trovare asfalto bagnato.
Kiserlovski rimane solo davanti, buona andatura ma il gruppo tirato dai baschi recupera forte ed all’inizio della salita finale ha solo 2’35”, sfruttando al meglio un falsopiano di una decina di chilometri che taglia definitivamente le gambe al croato dell’Astana.
Durante l’ascesa peggiorano le condizioni meteorologiche e Kiserlovski non ne ha davvero più ed allora Sarmiento va al comando, seguito da Losada, Weening e Nordhaug con l’olandese che riprende il colombiano e provano ad andare avanti insieme, ma non hanno chance.
Il gruppo non sta a guardare ma viene su forte sulla spinta di baschi che vogliono portare Anton a lottarsi qualcosa di importante in questa giornata e Nieve spinge a fondo. Davanti l’ex leader della generale Weening non ce la fa più e dal gruppo esce Rujano con la reazione di Anton seguito subito da Contador.
Ai meno 10 ecco l’attacco di Scarponi ma subito si vede che la sua azione non è fluida come nei tempi migliori, tant’è che inizialmente Contador non reagisce e rimane nella scia di Masciarelli (che tira per Kreuziger). Appena ripreso il capitano della Lampre, ecco ancora Rujano mettere fuori il naso seguito da Scarponi, Contador e Nibali, mentre tutti gli altri iniziano già a picchettare.
Ma, ai meno otto e nel tratto più duro della salita, ecco il momento decisivo: la maglia rosa si muove in prima persona e diventa irresistibile per tutti. Nibali rimbalza subito, Scarponi dopo cento metri, mentre Rujano riesce a rientrare sullo spagnolo.
I due se ne vanno e li rivedranno solo dopo il traguardo, mentre dietro si forma un gruppetto con Scarponi, Nibali, Anton, Kreuziger, Arroyo e Menchov che cercano di limitare i danni. Quando la salita dura finisce, dietro si rallenta l’andatura e qualcuno riesce a rientrare, tant’è che in contropiede partono i due uomini dell’AG2R-La Mondiale, Dupont e Gadret, ai meno cinque dalla vetta austriaca e soltanto ai meno due prova ad uscire anche Anton.
La coppia in testa, invece, non dà segni di cedimento anche perché, rispetto all’Etna, Rujano riesce a fornire qualche cambio a Contador che, da leader e persona intelligente qual è, ai meno quattrocento metri fa il gesto eloquente con la mano per far passare il colombiano: tappa a Rujano, maglia sempre più rosa per “El Pistolero”. Bravo Gadret a non mollare mai ed a chiudere ad 1’27” dallo scalatore dell’Androni, mentre subito dietro ci sono il suo compagno Dupont, Igor Anton ed il gruppetto con quella poca d’Italia che lotta per il vertice ad 1’36” da Contador e, fra i “big”, si rivede davanti anche Denis Menchov.
In classifica generale, adesso lo spagnolo di Pinto ha 3’09” su Vincenzo Nibali, mentre tutti gli altri sono vicinissimi fra loro, visto che Scarponi ha sette secondi di ritardo dallo “Squalo dello Stretto”, Arroyo che è quarto ne ha nove dal capitano della Lampre e Kreuziger, a sua volta, ne ha altri quattro in più rispetto all’uomo Movistar.
Attenzione, però, a questo punto anche a Rujano: il suo Giro e le sue salite sono appena iniziate ed è vero che per il momento è fuori dalla top-10 ma Carrara, decimo a 4’30” da Contador, non è così lontano.
Domani tappa numero 14, la più devastante di questo Giro: da Lienz alla vetta del Monte Zoncolan con la novità del Crostis, duro in salita e molto complicato in discesa, prima dello stadio naturale friulano sui monti. Sarà spettacolo e, vedremo se sarà ancora solo e soltanto Contador e Rujano contro tutti.

Saverio Melegari

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI RAVENNA

maggio 20, 2011 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: il commento tecnico alle tappe di montagne, dalla voce di un ex corridore di prestigio che scoprirete tra qualche giorno; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la rubrica tricolore di N@po; le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1961. Seguiteci.

Foto copertina: Cavendish brinda al suo secondo ed ultimo successo di tappa (foto De Socio)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

La legge di Cavendish! Ora tre giorni da brividi(Gazzetta dello Sport)

Giro, tappa a Cavendish. Contador resta in rosa (Corriere dello Sport – Stadio)

Cavendish turns attention to Tour after Giro double (The Independent)

Cavendish triumphs at the Giro(The Daily Telegraph)

Cavendish double la mise(L’Equipe)

Contador afronta tres etapones con 14 puertos (AS)

Doblete de Cavendish en la antesala de los Dolomitas(Marca)

Al pie de los Dolomitas (El Mundo Deportivo)

Mark Cavendish quitte le Giro avec deux succès d’étape (Le Soir)

Mark Cavendish quitte le Giro sur un 2e succès(Sud Presse)

Une 2e pour Cavendish (L’Avenir)

Cavendish naar huis met tweede ritzege(De Standaard)

Cavendish gagne, Contador toujours en rose (La Dernière Heure/Les Sports)

Cavendish naar huis met tweede ritzege (Het Nieuwsblad)

Cavendish slaat weer toe (De Telegraaf)

Cavendish Wins Giro Stage(The New York Times)

Mark Cavendish wins again, says he’s leaving Giro (USA Today)

Cavendish wins 12th stage in Italy (Herald Sun)

Cavendish wins 12th stage win in Italy (The Age)

Cavendish signs off with Giro stage win (The Australian)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Howling Wolf14: Giusto fare un Giro che dopo 10 giorni manda a casa i velocisti? O piuttosto non sarebbe meglio creare un percorso che consentisse loro di terminare le tre settimane? E magari studiare anche un criterio per consentire loro di lottare per la classifica a punti sino a Milano? Al Tour, ad esempio, agli arrivi di tappa per velocisti si assegnano punti a partire da 35 (e non da 25) e ci sono più traguardi volanti. Al Giro la classifica a punti finirà per essere una copia della classifica generale finale.

N@po: Premesso che al giro, i velocisti (viste le salite), se la danno a gambe sempre, una tappa per velocisti andava inserita nell’ultima settimana.
Comunque io rimango dell’idea che i premi andrebbero dati così:
2/3 del premio assegnato immediatamente al momento della vittoria
1/3 bonus in caso di arrivo alla fine del giro (senza eccezioni. Se uno cade o si ammala riceve solo i 2/3 iniziali). In questo modo (pensiamo solo ai premi derivanti dalle maglie) si incentiverebbero moltissimo i corridori a concludere la corsa (sopratutto quelli importanti che accumulano un bel montepremi) per poter incrementare il loro bottino (premi che normalmente vanno allo staff) del 50%.
Tutti i bonus non vinti (dai corridori ritiratisi) potrebbero andare ad rimpinguare il bottino del vincitore del giro.

Howling Wolf14: Certo, ne sono convinto. Nella seconda parte del Giro ci sono solo montagne, arrivi in salita, cronoscalate e crono finale. Che ci sta a fare un velocista, qui? Andava quindi inserita almeno una, ma forse meglio due tappe per velocisti.
Al di là di quello, il mio intervento era finalizzato a sottolineare l’opportunità di modificare i criteri per l’assegnazione dei punteggi validi per la classifica a punti. E’ assurdo, ripeto, che se alla fine del Giro la classifica sarà: 1. Contador; 2. Nibali; 3. Menchov, la classifica a punti sia: 1. Contador; 2. Nibali; 3. Menchov. Il Tour c’è già arrivato, il Giro, cme al solito, aspetta che le mele marciscano sulal pianta prima di raccoglierle. Se la classifica a punti è un remake della generale allora tanto vale sopprimerla.

Jack.ciclista: Perfettamente d’accordo

Gibosimoni: Il problema sta venendo fuori adesso, ma anche secondo me è già molto tempo che questo accade. Anche il buon SuperMario dominava la prima settimana e poi ciaociao.

Secondo me però con aver tolto la passerella finale i velocisti sono del tutto demotivati a continuare, almeno con quella avevano l’ultima occasione. Prima i Giri erano adatti a tutti: una prima settimana per loro, poi le fughe e inizio salite e terza settimana da scalatori puri, con cronometro al sabato e passerella finale la domenica. Inevitabilmente inserendo tappe vallonate nella prima parte i velocisti sono tagliati fuori, ma certamente neanche gli uomini di classifica si scoprono troppo. Quindi per me tanto varrebbe rimettere una prima settimana liscia come l’olio e poi con i velocisti ci rivediamo all’ultima.

Pincopallino2005: secondo me non hanno proprio senso invece le tappe per velocisti, tappe piatte, noiose dove non succede niente fino a 10 Km dalla fine (le sostituissero tutte con delle cronometro o giorni di riposo).

Profpivo: La tappa per velocisti nell’ultima settimana andava messa, tipo si poteva fare l’arrivo a San Pelligrino senza il Ganda. E poi come diceva HW la classifica a punti dovrebbe premiare i velocisti come al Tour, assegnando molti più punti nelle tappe pianeggianti che in quelle di montagna.

Pedale Pazzo: Avrei lasciato la passerella finale a Milano con sprint tipo Campi elisi del Tour.
Anche perchè mettere una crono di 30km non ha proprio senso. Detto questo, credo anche che con questa 3 giorni impressionante i vari Chicchi, Ferrari, Cavendish, Belletti, ecc non ce l’avrebbero comunque fatta ad arrivare entro tempo massimo..(mi pare che han preso quasi mezz’ora sull’etna…figuriamoci….)

Salitepuntocià: C’è da dire che i velocisti di adesso fan ridere rispetto a quelli di una volta. Lasciando perdere i Saronni e De Vlaeminck,Jalbert,Kelly che erano quasi completi e che correvano persino per la generale, ricordiamo pero’ anche i Freuler, Sercu’, Zabel a fine giro a lottare per la maglia ciclamino e quindi superare le salite. Insomma in salita i velocisti di oggi son delle ciofeche o scansafatiche, speicalizzati SOLO NELLE VOLATE. Ma per favore…
Sarei d’accordo anche io a aumentare i punti nelle gare in volata, come a Tour… ma a patto che poi terminino il giro, come ha scritto Napo

Howling Wolf14: Chiediamolo agli organizzatori. Volete, voi, organizzatori, che i velocisti rimangano in gara il più possibile al Giro, magari sino alla fine, o preferite che taglino la corda dopo 10 giorni? Quando avremo la loro risposta, potremo fornire loro dei suggerimenti.
Ma al Giro, poi, alla fine ci arrivano. Solo che al Tour inventano, creano e comunque impiegano poco tempo per risolvere i problemi, nonostante la struttura elefantiaca. Al Giro, invece, non ci si accorge dei problemi, si apprendono leggendo forum come questi, perché a parte 5-6 persone la struttura è formata da un mix di burocrati e di incapaci. Vanno quindi guidati, indorizzati, altrimenti dai problemi non ne escono.

Jack.ciclista: Ci candidiamo per un posto nell’organizzazione? Io andrei volentieri con Cassani ad esplorare il percorso…

Salitepuntocià: Daltronde stiamo parlando pur sempre della Gazzetta dell’I***r, scusate dello Sport… Secondo me se L’Equipe organizzasse il Giro e la Gazzettina al TOUR, i primi migliorerebbero il Giro a livello organizzativo e immagine e i secondi chissa che figuracce farebbero fare al Tour

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

BIANCO, ROSSO E VERDE

Rubrica semiseria sul Giro 2011, a cura di N@po che giornalmente assegnerà le maglie secondarie ai protagonisti della corsa rosa.

Maglia Bianca: Appollonio. Non solo va in bianco in quanto non batte Cavendish, ma in diretta lo scambiano pure per un carneade qualunque non nominandolo mai. Insomma un fantasma.

Maglia rossa: Hunter All’ultima curva s’aggroviglia con Modolo e nello
sgrovigliarsi non usa certo modoli urbani….. Inferocito.

Maglia verde: Lui. Gli chiedono a quale tappone alpino ambisce e la risposta
è Zoncolan. Gli chiedono se la discesa del Crostis sia pericolosa e la risposta è sì, molto pericolosa. Nessuno osa chiedergli più nulla; è
evidente che Lui ha deciso che ucciderà il giro in Carnia. Assassino!!

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Spilimbergo – Grossglockner

Castelfidardo: poco nuvoloso, 24,6°C (percepiti 26°C), venti deboli da SSW (6-10 Km/h), umidità al 56%
Arta Terme – T.V. (Km 56,4): nuvole sparse con possibilità di debolissimi e isolati piovaschi (meno di 0,1 mm), 23,5°C (percepiti 25°C), venti deboli da SSW (9-14 Km/h), umidità al 54%,
Oberdrauburg (Km 105,9): piogge deboli (0,5 mm), 18,5°C, venti deboli da SSW (9-13 Km/h), umidità al 66%
Heiligenblut (Km 153,6): temporale con piogge moderate (2,5 mm), 14,8°C (percepiti 26°C), venti deboli da NNE (5 Km/h), umidità al 70%
Grossglockner*: piogge deboli (1,9 mm), 8,7°C, venti deboli da S (4-6 Km/h), umidità al 68%, limite della neve a 2720 metri.
*Previsioni a quota 2369 metri (arrivo a 2137 metri)

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Anche quest’anno spazio agli strafalcioni dei telecronisti

Bartoletti: “Pasqualin ha in mano del vino” (i bicchieri no?)
Debora Caprioglio: “Vi ringrazio per avermi invitato” (cambio di sesso?)
Giancarlo Brocci, patron del GiroBio, a proposito della partenza della prima tappa da Civitella del Tronto: “Partiamo da questo luogo, il più visitato d’Abruzzo” (da quando?)
Plastina: “Stamattina prima di partire su Twitter” (nuova marca di biciclette?)
De Luca: “E’ una trappa tranquillissima” (è proprio vocazione)
Martinello: “C’è un traguardo volante Fancesco, se lo vuoi commentare poi ritorni in regia” (declassato?)
Pancani: “Farnese Neri” (Farnese Vini Neri Sottoli)
De Stefano, passando la linea a Fabrizio Piacente che doveva intervistare Roberto Ferrari: “Roberto, prego”
Domanda stupida della De Stefano a Roberto Ferrari: “Perché i velocisti vanno tutti via?” (guarda la cartina e risponditi da sola)
De Stefano: “Qui a Ravenna è sepolta Anita Garibaldi” (è sepolta a Roma, al Gianicolo)
De Stefano: “Spilimberno” (Spilimbergo)
Martinello: “Beppe Martinelli, general manager dell’Astana” (team manager)

I TITOLI DELL’UNITA’

Ecco come l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del Centenario dell’Unità (1961). Altimetrie e grafice dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

Pambianco sfugge al gruppo nel finale e rosicchia 58″ ad Anquetil Van Looy e Gaul
Mentre giunti vince in volata a Roma su quattro compagni di fuga
Giusti ha battuto nell’ordine Mealli, Conti, Garau e Sartore – Arienti in fuga con i primi è stato fermato da una foratura in prossimità dell’arrivo ed è giunto dopo 32″ – Pambianco, Desmet e Azzini a 1′38″, il gruppo a 2′36″

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ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

1a tappa Venaria Reale – Torino
2a tappa Alba – Parma
3a tappa Reggio Emilia – Rapallo
4a tappa Genova Quarto dei Mille – Livorno
5a tappa Piombino – Orvieto
6a tappa Orvieto – Fiuggi
7a tappa Maddaloni – Montevergine di Mercogliano
8a tappa Sapri – Tropea
9a tappa Messina – Etna
10a tappa Termoli – Teramo
11a tappa Tortoreto Lido – Castelfidardo

BRAVO MARK! MA ORA TUTTI A CASA

maggio 20, 2011 by Redazione  
Filed under News

Nell’ultima frazione facile di questo Giro, Mark Cavendish coglie a Ravenna la doppietta battendo uno scaltro Appollonio e Petacchi. Nessun problema per Contador, ma da oggi si inizia a salire e per otto giorni non si scenderà più. E’ già iniziata la grande fuga per scappare dal Giro.

Foto copertinA: l’ultima volata del Giro 2011 (Giuseppe De Socio)

L’impressione è che al foglio di partenza di Spilimbergo, per la tredicesima tappa di questo Giro emozionante, succederà come quando si fa l’appello a scuola: uno alla volta tutti i corridori verranno chiamati e c’è la sensazione che sentiremo parecchie assenze senza giustificazione.
Così la tappa di Ravenna era l’ultima “tranquilla”, l’unica piatta come un biliardo di questo Giro terribile che da questo pomeriggio inizierà a farci vedere quanto è stato studiato in maniera ostica.
Nel frattempo, Mark Cavendish si porta a casa la sua seconda tappa nel vero senso della parola: sprint, festa con il due, slaccio dello scarpino, breve intervista e poi via verso Quarrata (che da Ravenna non è nemmeno tanto lontana). Voleva chiudere al meglio la sua avventura rosa del 2011 ed il suo bilancio è diventato estremamente positivo negli ultimi tre giorni, dopo che Petacchi lo aveva sorpreso e suonato a Parma in apertura di corsa.
Già, Ale-jet. Qualche dubbio sulla sua ripartenza da Spilimbergo c’è, ma il fatto di avere la maglia rossa sulle spalle e la volontà dimostrata, già sull’Etna, di aiutare il suo capitano Michele Scarponi potrebbero convincere Petacchi a rimanere ancora in gruppo, vedremo se fino alla fine oppure no.
Di questa tappa c’è ben poco da raccontare. Fuga a quattro con un solo italiano, Ricci Bitti della Farnese-Neri evaso anche contro gli ordini di scuderia, insieme a Golas (Vacansoleil), Clement (Rabobank) e Minguez (Euskaltel-Euskadi) che sono arrivati ad avere un vantaggio massimo di 4’50” prima che l’HTC si mettesse in testa per tenere tutti sotto controllo e per dire che oggi erano loro a comandare. Negli ultimi sessanta chilometri, aldilà dell’inseguimento comunque blando, c’è stato da segnalare solo qualche caduta che ha coinvolto, nello specifico, Gadret: il vincitore di Castelfidardo, oltre a finire per terra, ha avuto bisogno di ben tre interventi dei meccanici per risistemargli la bicicletta ed alla fine gli c’è voluto qualche chilometro a tutta per rientrare in gruppo.
Plotone che annulla fuga ai meno 14 dall’arrivo nei viali di Marina di Ravenna ma non c’è tempo per le distrazioni (così come non ce n’era stato di tempo né a Riccione, né a Rimini) ed allora ancora HTC davanti a tutta per tenere Cavendish lontano da qualsiasi pericolo. La prima trenata seria è quella dell’ingegner Pinotti ai meno 3,5 che fa da apripista a quella ancora più decisa di Lars Bak fino ai 1.600 metri dal traguardo. E, proprio mentre stava per finire il suo lavoro di fronte alla stazione ferroviaria di Ravenna, il gruppo ha deragliato: dietro di lui c’era Giairo Ermeti che ha sbagliato completamente la penultima curva andandosi ad appoggiare sulle transenne. Per lui niente di grave, ma il gruppo ha rallentato, due o tre corridori si sono agganciati in mezzo al gruppo e soltanto i primi quindici se ne sono andati via tranquilli. Fra i più arrabbiati, Hunter, soprattutto con Modolo, forse perché l’ultima occasione di provare a sprintare era persa per sempre.
Davanti rimangono in pochi, con Rasmussen che tira come un pazzo scatenato fino a seicento metri, quando si sposta per dare campo ad uno splendido, come sempre, Mark Renshaw che tira una volata perfetta a Cavendish che, dall’alto della sua sicurezza, ha anche il tempo di voltarsi ai 300 metri per vedere cosa vuol fare Petacchi (che in genere lo anticipa) e poi buttarsi nella mischia. In effetti, Ale-jet parte ai 250 metri, affianca per una cinquantina Cavendish che però ha l’accelerazione in più e allunga. Fra i due, un po’ a sorpresa, spunta un bravissimo Davide Appollonio che va a prendersi il secondo posto, mentre giù dal podio di giornata ci finiscono Roberto Ferrari (anche lui se ne va via), un migliorato Ciolek e Fabio Sabatini.
Per tutta questa gente il Giro d’Italia del 2011 finisce qui, per altri è appena iniziato.

Saverio Melegari

E Contador festeggia unaltro giorno trascorso in rosa (foto De Socio)

E Contador festeggia un'altro giorno trascorso in rosa (foto De Socio)

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