PAULINHO – KIRYIENKA, UN GAP DA NULLA

luglio 14, 2010 by Redazione  
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Il portoghese della Radioshack ha conquistato la 10a tappa del Tour de France, da Chambéry a Gap, precedendo di un soffio il bielorusso in uno sprint a due. Il corridore della Caisse d’Epargne ha pagato la scelta errata del rapporto allo sprint, che ha reso inutile la netta rimonta finale. La coppia era evasa nel finale da un drappello comprendente anche Aerts, Bouet, Rolland e Devenyns. Il gruppo ha viaggiato ad andatura turistica, chiudendo ad oltre 14’ dal vincitore.

Foto copertina: Sergio Paulinho alza le braccia dopo la vittoria di Gap (foto Roberto Bettini)

È stato un 14 luglio non certo memorabile, perlomeno da un punto di vista ciclistico, quello che si chiuderà fra poche ore. Nella giornata della festa nazionale francese, il gruppo, dopo una quarantina di chilometri di battaglia selvaggia per azzeccare la fuga buona, ha deciso di prendersi una giornata di quasi assoluto riposo, non accarezzando neppure per un istante l’idea di inseguire i battistrada, e concedendo loro un margine che è schizzato immediatamente ad 8’ circa, prima dell’imbocco della Côte de Laffrey, prima e più impegnativa ascesa di giornata. Il plotone, guidato sempre dagli uomini Saxo Bank (“tirato” ci pareva eccessivo, alla luce dei 34 km/h di media, malgrado la grande battaglia iniziale), ha quindi viaggiato ad un passo sempre simile e sempre lievemente inferiore a quello della testa della corsa, facendo sì che il gap si dilatasse fino a sforare il tetto dei 14’, per assestarsi a 14’19’’ sulla linea d’arrivo. Un divario che si sarebbe ulteriormente ampliato, se non fosse stato per lo sprint cui hanno dato vita i velocisti che ambiscono alla maglia verde, andato a Cavendish, davanti ad un Alessandro Petacchi che, grazie anche ad un traguardo volante posto dopo una ventina di chilometri, ha ridotto a sette lunghezze il distacco da Thor Hushovd, giunto immediatamente alle sue spalle, nella classifica a punti.
Mentre dietro i grandi sonnecchiavano nella canicola per nulla alpina di oggi, davanti Kiryienka, Aerts, Paulinho e Devenyns, usciti vincitori dalla lotta per la fuga cui si accennava in apertura, e Rolland e Bouet, riagganciatisi in un secondo momento, sventando momentaneamente il pericolo di un 14 luglio con successo straniero, avvisati del ritmo più che blando che si teneva alle loro spalle, se la prendevano a loro volta piuttosto comoda, tenendo un’andatura regolare, e rimandando ogni manifestazione di belligeranza agli ultimi 15 km. Le scaramucce per il successo parziale sono iniziate solamente sull’ultimo dente di giornata, non segnalato come GPM (scelta peraltro abbastanza incomprensibile, dal momento che abbiamo visto punti assegnati su rampe molto più agevoli), con i due belgi, Aerts e Devenyns, che si sono mossi per primi, sparando le ultime cartucce con scatti secchi ma privi di seguito, prima di essere ripresi e staccati da Paulinho e Kiryienka. Con i due francesi ormai già crollati, verosimilmente più sotto i colpi del caldo che sotto quelli degli avversari, il portoghese e il bielorusso si sono involati lungo la tecnica discesa finale, che si riallacciava a quella della Rochette, scalata nel 2003, ossia la strada teatro della rovinosa caduta che stroncò la carriera di Joseba Beloki e del dritto di Lance Armstrong, commemorato oggi da una linea gialla tracciata lungo la traiettoria nell’erba seguita nell’occasione dal texano.
Al termine della picchiata, a 2 km circa dal traguardo, l’uomo Radioshack e l’alfiere Caisse d’Epargne hanno iniziato il canonico studio pre-sprint, che ha visto alla fine Paulinho assicurarsi la posizione migliore, alla ruota del rivale. Come in occasione dello sprint olimpico di Atene 2004, il portoghese ha provato a sorprendere l’avversario, e – esattamente come allora – ha probabilmente calcolato male i tempi, concedendo all’avversario, che pure ha impiegato secoli per mettersi in moto, a causa di un rapporto troppo duro, la possibilità di accodarglisi e tentare il controsorpasso. Per fortuna di Paulinho, questa volta a rimontarlo non c’era Paolo Bettini, capace di passarlo di slancio e vincere quasi per distacco in quel pomeriggio di 6 anni fa, ma Kiryienka, che si è fermato a mezza ruota dal completamento del recupero, consentendo al portoghese di tornare al successo, a due anni dalla conquista del titolo nazionale 2008.
Alle spalle dei due, Devenyns ha preceduto Rolland e Aerts nello sprint per il gradino più basso del podio, mentre, dietro anche a Bouet, 6°, Nicolas Roche ha anticipato il gruppo di 1’21’’, grazie ad un attacco sull’ultima erta, risalendo dal 17° al 13° posto in classifica generale. Molto meno significativo il tentativo pressoché analogo di Rémi Pauriol, giunto sul traguardo un minuto più tardi, dettato quasi certamente dal solo intento di mostrare i colori Cofidis in TV (o forse semplicemente il nome dello sponsor).
Le quattro posizioni recuperate da Roche sono state di fatto l’unica vera variazione in una classifica generale per il resto stabile, con Andy Schleck in giallo con 41’’ su Contador e 2’45’’ su Samuel Sanchez. Detto dei tre punti rosicchiati da Petacchi nella lotta per la maglia verde, resta da segnalare solamente la lunghezza che Jerome Pineau ha rimesso fra sé e Anthony Charteau, riprendendo possesso esclusivo della testa della classifica scalatori. Le graduatorie non dovrebbero subire sconvolgimenti neppure domani, lungo i 184,5 km dal profilo decisamente agevole che collegheranno Sisteron a Bourg-lès-Valence. Per assistere a qualcosa di diverso, in ogni caso, basterà probabilmente attendere venerdì, quando, lungo le tremende rampe della Croix-Neuve, Schleck e Contador scriveranno una nuova pagina del duello che promette di animare sino in fondo questo Tour.

Matteo Novarini

13-07-2010

luglio 14, 2010 by Redazione  
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TOUR DE FRANCE

Il francese Sandy Casar (Française des Jeux si è imposto nella nona tappa, Morzine-Avoriaz – Saint-Jean-de-Maurienne, percorrendo 204,5 Km in 5h38′10″, alla media di 36,283 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Sánchez Gil e l’italiano Damiano Cunego (Lampre-Farnese Vini). Contador 6° a 2″, Andy Schleck 7°, Basso 15° a 2′50″, Armstrong 18°,
Il lussemburghese Andy Schleck (Team Saxo Bank) è la nuova maglia gialla, con 41″ e 2′45″ sugli spagnoli Contador Velasco e Sánchez Gonzalez. Miglior italiano Ivan Basso (Liquigas-Doimo), 10° a 5′09″.
Armstrong 31° a 15′54″, Cunego 57° a 44′52″.

TOUR CYCLISTE INTERNATIONAL DE LA MARTINIQUE
Il martinicano Cédric Eustache (Club Martinique) si è imposto nella quarta tappa, Trinitè – Macouba, percorrendo 90 Km in 2h31′39″, alla media di 35,608 Km/h. Ha preceduto di 7″ il giapponese Kanoh e il francese Yoann Michaud (Bourg en Bresse AIN Cyclisme), nuovo leader della corsa con 48″ sull’olandese Berkenbosch e 1′36″ sul martinicano Roseau.

MILAD DE NOUR TOUR (disputato dal 7 all’11 luglio)
L’iraniano Ramin Mehrabani (Azad University Iran) si è imposto nella corsa a tappe iraniana, precedendo di 30″ e 39″ i connazionali Salehian e Moazzemi Godarzi. Successi parziali per gli iraniani Nateghi, Mehrabani, Javani, Rahmani e Mahdi.

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI SAINT JEAN DE MAURIENNE

luglio 14, 2010 by Redazione  
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Torna la rubrica giornaliera che ci aveva accompagnato durante il Giro d’Italia, caratterizzata dagli stessi appuntamenti: la rassegna stampa, i pareri dei tifosi, lo spazio umoristico, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti. In aggiunta la presentazione della tappa del giorno dopo e, in occasione delle frazioni di montagna, il commento tecnico di un ex professionista di “lusso”, che proprio sulle strade di Francia ci offrì un successo particolarmente “palpitante”

Foto copertina: visione panoramica di Saint Jean de Maurienne (wikipedia)

PROCESSO ALLA TAPPA
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

COMMENTI PRIMA DELLA PARTENZA

Scattista: questa tappa è, secondo me, molto bella, ma sono quasi sicuro che non ci sarà alcuna scintilla tra i “big” della classifica. Purtroppo…

Howling Wolf14: E’ probabile che avvenga ciò che tu dici, perché nelle grandi corse a tappe, da sempre al Tour da qualche anno al Giro, si sta facendo largo sempre di più l’idea che sia più efficace la selezione da dietro o la selezione per esaurimento. Tu puoi scattare, se vuoi, ma se il tuo avversario non è in difficoltà ti viene a prendere in poco tempo o non ti lascia andar via. Meglio allora evitare di buttar via energie in attacchi e continuare a lavorare sul tempo, allo scopo di ridurre le energie e la tenuta degli avversari. I quali, alla fine, se non avranno più energie, si staccheranno da soli, senza che tu debba fare il minimo scatto. Ed allora molti avversari si eleimineranno in questo modo, in maniera silenziosa, senza battar ciglio. Quelli che rimarranno, magari in un arco di un minuto o due minuti, si giocheranno la corsa lungo la seconda serie di montagne, quindi sui Pirenei, più probabilmente nelle tappe con arrivo in salita, che rendono di più perché ciò che spendi per attaccare può non venire vanificato dalla successiva discesa o dal successivo mix tra discesa + pianura. E’ verosimile pertanto pensare che tra i pretendenti alla maglia gialla finale non ci saranno attacchi nella tappa della Madeleine. Ma siccome sono ancora in tanti raggruppati in pochi minuti, direi almeno 15 ma forse anche 20, c’è da aspettarsi che nella rete della selezione da dietro cada qualche altro protagonista. Per questo credo che la tappa della Madeleine non sarà brutta. Anzi, bella. E gli attacchi non mancheranno, ovviamente da parte di chi è in classifica almeno 3′-3′30″ da Evans.

Lancestrong: Il problema che di gli scattisti non sono tanti: SCHLECK, CONTADOR, VAN DEN BROECK (meglio se rimane a ruota per non bruciarsi), KREUZIGER (gregario di basso), GESINK
Alla fine sono solo tre quelli che potrebbero infiammare la gara con qualche scatto secco, quindi è normale che le possibilità di vedere scatti siano minori rispetto a quelle di vedere un gruppetto ristretto che fa un gran ritmo.
Contro i passisti: EVANS, MENCHOV, HESJEDAL, SANCHEZ, ROGERS, SASTRE, BASSO, WIGGINS

Hotdogbr: il punto è che da un lato il percorso di domani non è adattissimo agli attacchi dei big vista la distanza tra Saisies e Madeleine e soprattutto visti gli ultimi 13 km di pianura, comunque in passato anche in tappe del genere ci sono stati attacchi vedi Contador sul Galibier nel 2007 ma domani non è chiaro chi abbia interesse ad attaccare: Evans ovviamente no, A.Schleck neppure visto che ha già una situazione di classifica buona e può farlo più efficacemente sui Pirenei, Contador neppure perchè anche lui in classifica è messo bene e perchè ieri è rimasto scottato, Menchov nemmeno anche perchè sembrava in difficoltà ieri, Kreuziger forse ma non mi sembra in grado di fare la differenza, Leipheimer no per indole e perchè in discesa comunque lo prendono, Sastre e Basso no perchè aspettano i Pirenei e anche loro verrebbero ripresi in discesa, S.Sanchez no perchè può farlo nella picchiata e può vincere la tappa in caso di arrivo di un gruppetto ristretto dei big, l’unico che potrebbe accendere la miccia è Gesink che non ha nulla da perdere ma che non mi sembra avere più la condizione del Giro di Svizzera. Naturalmente sulla Colombiere o anche prima partirà la solita fuga da lontano e mi aspetto Cunego dentro

Gigilasegaperenn3: Secondo me Andy avrebbe anche interesse ad attaccare. Ieri si è mangiato un’occasione grossa come l’America Centrale aspettando l’ultimo chilometro ad attaccare, non accorgendosi della non eccelsa giornata di Contador. Penso sia dunque nel suo interesse provare a capitalizzare in questo momento a lui favorevole, visto che non ha nessuna garanzia che la condizione di Contador resti leggermente deficitaria anche sui Pirenei. Detto ciò, non penso che in realtà Schleck si muoverà. Troppo forte, temo, la paura di essere ripreso in discesa e sprecare energie che potranno servire già venerdì, o di spendere troppo per guadagnare un pugno di secondi, complici i chilometri finali pianeggianti.

Gibosimoni: Giusto, dalla Vetta mancano troppi km, 13 lasciando la discesa. Ricordo 2 ottimi discesisti: Samuel Sanchez e Joaquim Rodriguez che possono veramente ambire a qualcosa venendo giu dalla Maddalena.
Poi vorrei aggiungere un altro nome alla lista: Lance Armstrong, snobbato da tutti, ma che secondo me può fare qualcosa di buono con tanta voglia di riscatto.
Tornando al discorso, ne è passato di tempo da Montecampione ‘98 con scatti e controscatti a non finire..

Howling Wolf14: Joaquin Rodriguez sicuramente non arriva con i primi sulla Madeleine. Sanchez ieri mi ha sorpreso, ma già alla scorsa Vuelta aveva fatto miracoli. Se non perde terreno dai migliori può fare un’impresa tipo quella che Nibali ha fatto di recente scendendo dal Grappa.

Vedo23: un conto è reggere a Morzine, un conto la Madeleine… Sarà meno brillante penso (e spero per non rialimentare i soliti pensieri sulla Spagna…)!
Andy l’altro giorno non ha sprecato un’occasione: anche scattando prima non avrebbe guadagnato molto, data la facilità della salita (specie nel finale!). Ha fatto bene così e s’è garantito la vittoria di tappa.
Gesink peccato che sia caduto nei primi giorni… Ma ha il gomito rotto o no? In ogni caso è un corridore che mi piace tantissimo: deve superare un po’ di blocchi, specie psicologici, a cronometro, ma per il resto è un fenomeno!

Gibosimoni: Io invece credo che Rodriguez possa farcela, dato che Morzine non è certo la Maddalena ma è stata affrontata a tutta (VAM circa 1500) perchè c’era Armstrong nelle retrovie.. Se sulla Madeleine nessuno si staccherà l’Astana ha poco interesse a fare un ritmo impossibile, e questo potrebbe permettere agli outsiders di rimanere/rientrare (Rodriguez, Rogers, perchè no, anche Capecchi). Anche il campione olimpico Sanchez è un ottimo discesista, e un pensierino potrebbe farcelo.. di altri potenziali Savoldelli fra i big non ne vedo, forse Vino se è in forma e non deve lavorare per Contador.. Sono curioso di vedere Kreuziger in salita ed in discesa.

Pedra85: Ma se scattano in 3-4, con i 3-6 passisti dietro la cosa si può fare, non che sia un guadagno enorme, ma al momento sembrano esserci diversi corridori allo stesso livello e anche 20 secondi possono fare comodo.

TAPPA

Lancestrong: E’ partita la fuga e Popo stà cercando di raggiungerla, credo sia un chiaro segnale da parte del TRS.
Levi non attaccherà per cui oggi c’è da aspettarsi qualcosa o da Lance o da Kloden, ma credo che Lance possa guadagnare qualche minuto nei confronti dei big e magari perchè no, provare a vincere la tappa.

Ceemo: Tappa già molto combattuta. Secondo me salta per aria qualcuno dei presunti big oggi.

Hotdogbr: Popovych ci ha provato ma è rimbalzato indietro, Paulinho idem e anche Brajkovic era partito con Vinokourov e alla fine della salita era in coda al gruppo, il punto è che non solo Armstrong ma tutta la RadioShack a parte Leipheimer va piano

Gibosimoni: Io credo che possa fare qualcosa, ma da qui a dire che possa guadagnare qualche minuto sui big è veramente una follia. Certo potrebbero anche lasciarlo andare, ma come detto a Contador visto la ruggine non piacerebbe che fosse Lance a vincere la tappa.

Gibosimoni: Tappa segnata da una fuga da lontano e dalla caduta di classifica della maglia gialla campione del mondo, andato in crisi ai -8 dalla vetta della Maddalena. La fuga si è dipanata fino a quando in vetta sono rimasti in 3: Cunego, Casar, L. Sanchez ma vengono ripresi agli 800.
Fra i big grandissima azione di Contador e Andy Schleck, che va a prendersi la maglia gialla, buona prova di Samuel Sanchez e di Menchov, Basso ed Armstrong incolore, male Kreuziger Vino e Kloden, già detto il crollo totale di Evans.

Pincopallino2005: Cunego per me è il corridore + sopravvalutato che ci sia (tipo Quaresma o Recoba), Basso di + non poteva fare, Armstrong che se ne vada a casa a fare il nonno, Schleck e Contador li attendo al varco (sembrava stessero giocando a un certo punto quando tutti gli altri era da un pezzo che stavano al gancio…)

Vedo23: Io voglio vedere gli esami del sangue di Navarro!!!!
Corsa strana, sregolata… Per questo piena di colpi di scena: mancano le “super-potenze”, mancano grandi energie. Contador nemmeno oggi poteva fare la differenza in salita e, piuttosto, era Andy ad averne di più!
Ho preso per i fuggitivi 1:09 di salita, quindi attorno all’1:06 per i big… Vediamo se è confermata l’impressione di antares!!

Hotdogbr: Cunego ha fatto una bella corsa, non dimentichiamo anche i 3′ recuperati sulla Colombiere, l’unico errore che ha fatto è stato di non cercare di staccare definitivamente Casar quando era in difficoltà sulla Madeleine essendo il francese molto forte in arrivi confusi come quello di oggi. Per il resto l’impressione è che abbiamo già il podio di Parigi con S.Sanchez al terzo posto e Andy Schleck e Contador, le cui quotazioni salgono decisamente rispetto a due giorni fa, a giocarsi la vittoria. Non mi aspettavo la battuta d’arresto di Sastre ma evidentemente l’età si fa sentire nè mi aspettavo già oggi il crollo di Evans anche se lo vedevo tagliato fuori sui Pirenei, anche per Basso la battuta d’arresto è stata abbastanza pesante visto che l’hanno staccato in 7

Gibosimoni:
Cunego ha fatto una buona prova, ma s’è addormentato nel finale.. Sanchez non penso possa fare delle super prove come quelle di oggi sui tapponi pirenaici, anzi credo che sul Tourmalet possa pagare un po’ d’azio, non è un corridore delle 3 settimane, poi per il 1° e 2° posto non c’è storia, gli altri si giocano le “briciole” (un podio al tour). Certo è che nel finale vista l’andatura Cunego poteva anche provarci.. vabbè sarà per un’altra volta, visto che anche domani essendo una tappa intermedia, potrebbe tentare un attacco sull’ultima salita.

Hotdogbr: veramente S.Sanchez in tutte le Vuelta che ha fatto e anche al Tour 2008 è andato fortissimo proprio nella terza settimana, magari quest’anno va già fortissimo adesso e fa il percorso inverso ma al momento è nettamente più forte di tutti gli altri esclusi Contador e A.Schleck

Gibosimoni: Infatti pensavo a quello.. di solito i fondisti delle 3 settimane vengono fuori alla distanza (come si spera faccia Basso) ma credo che Sanchez sti sparando tutto subito..

Howling Wolf14: Io qualche dubbio sulla terza settimana di Samu Sanchez ce l’ho. La Vuelta è una cosa, il Tour un’altra. Magari mi sbaglierò.

Gibosimoni: Meglio così, anche io la penso come te, ma sarà un incognita in più per un Tour che (essendo pessimisti) è già deciso fra 2 nomi, da quanto dicono tutti.
Però se abbiamo dubbi sulla terza settimana di Sanchez, lancio una provocazione:
perchè non avere dubbi anche sulla terza settimana della coppia della meraviglia Schleck-Contador?
Io stesso credo che possano reggere bene lo sforzo, ma chi sa..
Gli outsiders sono Ivan Basso, un Lance Armstrong con grande voglia di riscatto, Denis Menchov che zitto zitto è sempre lì, anche oggi ha preceduto Basso. Poi ci sono i deludenti Kreuziger, Sastre, Wiggins, Rogers, Horner, Brajkovic, che una fiammata d’orgoglio potrebbero averla, e i corridori da fuga come L. Sanchez, Cunego, e tutti i francesi come Pineau, Fedrigo, Chavanel e via dicendo.
Stiamo a vedere..
A proposito, oggi Capecchi è saltato?

Salitepuntocià: Tappa eccezionale, se a Avoriaz ero deluso, oggi son sorpreso, non mi aspettavo nulla con la Madeleine facile a 40 km, a parte la prevedibile resa di Armstrong che è peggio persino di quello 2009, invece contador e Schleck hanno praticamente chiuso il Tour, delusione Basso, Evans ha avuto una crisi, tipo quella sul coe, sanchez mi pare miracolato, leipheimer si è difeso come poteva, non è in grado di vicnere un GT figuriamoci a quest’eta, sta gia facendo troppo.

Cosa ci fa la Radioshack al tour c’è da chiedersi,se prima del tour la frase era Zomegnan batte Radioshack 2-0, ora è 8-1?

Vedo23: Ma… Guardi le tappe e leggi le notizie?
1) La Radioshack ha ben 5 atleti nei primi 35 della classifica generale… (e che non ha mai mollato e s’è impegnato in ogni tappa fino alla fine c’è solo Leiphaimer, calcola te!) chiamalo poco!!
2) Evans non ha avuto una crisi così, per la forma (anche se non avrebbe comunque vinto il Tour): ha corso con un gomito rotto…
3) Armstrong è caduto almeno 4 volte in queste prime tappe ecc ecc ecc, la forma era ottima e potrebbe ancora dire qualcosa di significativo.
4) Basso non è una delusione: aveva detto che sulle Alpi avrebbe faticato e così è. Dovrebbe migliorare per i Pirenei e non è ancora detto che non possa salire sul podio.

Ceemo: Finalmente un ciclismo divertente che, dopo il Giro, propone anche al Tour attacchi da lontano la prima settimana, coraggio e capacità di soffrire nei ciclisti (chapeau a Evans) e VAM non aliene.
Bene Schleck, anche se finora Contador nonha potuto esprimere appieno il proprio potenziale. Vedremo se Contadorè battibile a Mende.
Basso avrà problemi a centrare un posto nei 5, per il podio non penso ci siano possibilità. Per il terzo posto lotta Menchov Sanchez.
Cunego è sempre più un’inspiegabile involuzione.
Se continua così fra qualche anno il suo obbiettivo saranno le tappe del giro del Trentino.

Lancestrong: io invece sono dell’idea che nelle prossime tappe di media montagna e sui pirenei assisteremo a delle grosse crisi dei vari menchov, wiggins, Sanchez (L. e S.), Rodriguez J. e quindi basso si giocherà il podio con Levi.
Per me Armstrong entra nei 10 e finirà il Tour in crescendo, sui Pirenei sarà protagonista assieme a Basso.
Se Levi salta, la coppia Basso Armstrong ci farà divertire

Gibosimoni: No io non penso.
Credo che Menchov Gesink e Basso al contrario esploderanno sui Pirenei, a meno che non vogliano puntare ad una tappa (mi riferisco al 2 rabobank, dato che non sono arrivati al meglio).
Armstrong ormai non penso voglia tentare di entrare nei 10, (e secondo me ha ragione al massimo, SAREBBE UN AMMAZZATA TERRIBILE E DOVREBBE FATICARE TROPPO PER LE SUE POSSIBILITà) mentre invece se puntasse ad una tappa potrebbe fare corsa tranquilla senza troppi problemi.
Piuttosto la RS può fare classifica con un crescente Leipheimer, e Basso potrà (viste ormai le gerarchie) puntare sull’aiuto di Kreuziger, mancato sulla Madeleine. Mi aspetto dei Sanchez S e L in calando ed un Rodriguez J.J. altalenante.

Salitepuntocià: Ma guarda che dai ragione a me… Evans mica ho scritto che è fuori forma, che ha avuto una crisi, che l’abbia avuta per il gomito, è sempre indipendente dalla sua forma, non è come Armstrong e la Radioshack insomma, che son non fuori forma, ma semplicemente non competitivi, possono anche essere tutti nei primi 20 a Parigi (cosa che dubito), ma non son competitivi per il podio, non solo per la vittoria, e che quindi Zomegnan e Vuelta han fatto bene a snobbarli, essendo anche il Giro e la Vuelta meno adatti a loro, già la tappa del Petrano, criticata da noi, per loro fu la tappa piu dura mai fatta, e quindi…
Basso è una delusione, è partito per vincere, ha gia perso e l’ho tifato al Giro, non è un discorso di antipatia.
Armstrong era previsto che anche ieri senza cadute prendeva i soliti 2′, non è l’Armstrong del 2003, a Morzine se prendeva 5′ anziche 11′ poteva lottare per i primi 5 o podio, ma non ne ha avuta la forza… come l’anno scorso al Giro e al Tour, è stato sempre staccato dai big sulle salite, non scordiamolo, e il Petrano o il Romme non sono il Fedaia.
Brajokovic e Armstrong, il Delfinato e il Suisse non son il Tour de France.

Vedo23: Fatto sta che uno ha battuto nettamente Andy e l’altro Contador.
La Radioshack non solo calamita l’attenzione di tantissimi media e appassionati, non solo americani, ma è una grande squadra! Se guardi ai possibili vincitori del Tour, a parte il fatto che tra Armstrong e Leiphaimer hai comunque dei favoriti in ogni corsa a tappe esistente (a cui si può aggiungere, se sono i capitani della tal gara, Kloden, Horner e Brajkovic), allora dovresti escludere quasi tutte le squadre!! E di sicuro la Radioshack resta tra le ultime da escludere!
Se poi ti sembra poca cosa uno squadrone con almeno 5 atleti di alta classe… Non so, crea tu una squadra acquista-tutti!

Vedo23: Basso dice di essere abbastanza soddisfatto. Ha perso molto anche sul pavé, non dimentichiamolo. Lui puntava a vincere, ma sapeva benissimo che non poteva dominare in assoluto il Tour e che, in ogni caso, avrebbe dovuto lottare continuamente e dare sempre il massimo. Sui Pirenei tenterà qualcosa sicuramente e dovrebbe essere sorretto da una forma in crescendo. Fatto sta che di un vincitore del Giro che sta lottando con i big per un posto tra i top e magari sul podio non si può certo parlare di delusione!!

MirkoBl: Ho visto, io, quant’era facile la Madeleine, soprattutto se fatta a tutta con 40° ed altre salite alle spalle: gruppo esploso e distacchi pesanti.

Lancestrong: credo che possa arrivare nei 10 andando di conserva, si potrebbe trovare nella top ten a fine tour senza colpo ferire.
ieri sarebbe potuto rientrare nel gruppo di levi e menchov se non si fosse trovato nel gruppetto con uomini di classifica pericolosi per il suo compagno di squadra.
per il resto diciamo sostanzialmente la stessa cosa, cioè che il gran caldo potrebbe far cadere come pere cotte tanti corridori, ma credo anch’io che basso possa fare una gran seconda parte di tour

Gibosimoni: Vabbè ma loro erano corridori al top, Schleck e Contador corridori che preparavano la forma-tipo per il Tour.. poi non tolgo niene a Brajkovic ma in questo Tour sta andando malino, si stacca da 30 corridori a ritmo non impossibile.
Di quelli che hai citato penso che solo Leipheimer possa rimanere nei 10, Horner e Brajkovic no di certo, Armstrong penso che tenti una tappa.
La squadra migliore per il momento mi è parsa la Rabobank, per competenza dei capitani e valore (di quantità) dei gregari che li hanno protetti bene, poi certo vediamo se ci sarà l’occasione come se la cavano in testa al gruppo a tirare.

Salitepuntocià: Hai dato la risposta che volevo dare io a Veedo23. Infatti ho messo Zomegnan – Radioshack 8-1 ,il gol della bandiera forse è Leipheimer se va sul podio, cosa non impossibile essendo lui piu giovane di armstrong, ma a 10′ minimo da Schleck e Contador

Gibosimoni: La vedo durissima, ma questo Tour ci ha insegnato (grazie anche alle temperature sahariane) che una cotta di qualche big dei primi 10 ci potrebbe essere sui Pirenei.
Il problema è che se anche si dovesse staccare qualcuno sulle grandi vette, l’unica tappa che potrebbe fare selezione vera è quella CON ARRIVO sul Tourmalet e forse quella di AX 3, per il resto tutte tappe con possibilità di rientro (penso alla tappa di Bagneres-de-Luchon col Port de Bales, e la tappa di Pau con Aspin Tourmalet e Aubisque, dove le ultime asperità sono a 21.5 (Bagneres) e 61.5 Km (Pau) dal traguardo).
Certamente i capitani nelle ultime due tappe citate non potranno attaccare da soli, ovvero senza il supporto di uno o due compagni di squadra, sarebbe solo un suicidio.
In questo caso quindi calzerebbe bene un attacco del blocco RS oppure delle coppie Liquigas e Rabobank.
Schleck e Contador dovrebbero cercare di mettere uomini forti in discesa ed in pianura nella fuga di giornata, in modo tale da scollinare insieme ed usare il loro lavoro nei km successivi (però non facendo come con Voigt, è stato un errore tattico non da poco).

Antares86: Gran bella tappa….
sulla Madelaine è difficile da giudicare… e poi dovevano risparmiarsi un po’per quel tratto di pianura e poi ci sono tratti piani e/o contropendenza… (però avevano i gregari…)
comunque dovremmo essere a circa 1400 (secondo il rilevamento di vedo23: 1h06′) / 1425 (stando al rilevamento di Cassani: 1h05′)…
sul Saises il gruppo 36′30″ circa 1210 ( qua c’è qualcosa di sbagliato sicuro… non trovo un altimetria giusta…), sul Aravis il gruppo 21′30″ circa 1258…
però erano hanno pendenze molto facili….
comunque, per me siamo in tempi di carestia… se le mie impressioni sono giuste… sui Pirenei chiunque può saltare.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

TOUR DE FRANCE, TOUR DU MONDE

Casar nel tappone alpino
Schleck nuova maglia gialla (Gazzetta dello Sport)

Tour, nona tappa a Casar. Schleck nuova maglia gialla(Corriere dello Sport – Stadio)

Andy Schleck schlüpft ins Gelbe Trikot (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Der Tag, an dem die Sonne tanzte (Tageblatt)

Andy Schleck and Alberto Contador clamber clear of rivals (The Times)

Wiggins in trouble as top two go clear (The Independent)

Bastille Day able to inspire (The Daily Telegraph)

«Quand on a connu la victoire»(L’Equipe)

Casar décroche la 9e étape, Schleck en jaune (Le Monde)

Un mano a mano(AS)

El Tour de Francia es cosa de dos(Marca)

Schleck-Contador, mano a mano (El Mundo Deportivo)

Casar remporte l’étape, Schleck en jaune(Le Soir)

Soleil, attention, danger! (La Dernière Heure/Les Sports)

Topfavorieten grijpen de macht (De Standaard)

Schleck et Contador, le duo à battre (actu24.be)

Jürgen Van den Broeck déçu par sa journée (Sud Presse)

Contador: ‘In de Pyreneeën ben ik op mijn best’ (Het Nieuwsblad)

Alps Turn Tour Into a Two-Man Race (The New York Times)

Casar wins 9th stage of Tour de France; Schleck in overall lead(USA Today)

Secret injury costs Evans on final Tour climb. (The Age)

Mum’s pain at Cadel’s torment (Herald Sun)

Dream over for Cadel Evans (The Daily Telegraph – Australia)

Evans in tears as Tour dream shatters (The Australian)

LA TAPPA CHE VERRA’
La tappa che chiuderà per quest’anno il capitolo alpino potrebbe non averne molta di… voce in capitolo. Difficile ma non impossibile riuscire a ricavare qualcosa d’utile dai 179 Km che condurranno il gruppo a Gap, attraverso le ascese della Côte de Laffrey e del Col du Noyer, che svetta a 1664 metri di quota e a 34 Km dalla meta. In condsizioni normali oggi non dovrebbero registrarsi sorprese, con i big tutti assieme al traguardo e l’arrivo quasi certo di una fuga. Mai dire mai, comunque, poiché si tratta di un percorso sul quale sarà più facile andare all’attacco che inseguire, compito quest’ultimo certamente non agevolato dalla presenza di almeno due tratti piuttosto tortuosi. Il primo inizierà subito dopo essere transitati dalla zona del rifornimento fisso, un luogo spesso scelto per attacchi a sorpresa, che a sua volta sarà preceduta dall’ascesa di Laffrey, la più difficile di questa tappa (7 Km al 9% medio) e la prima alpina ad essere stata inserita nel percorso del Tour (tappa Grenoble – Tolone dell’edizione 1905, la terza). Il secondo tratto verrà invece affrontato a cavallo del Noyer, che sarà preso dal suo versante più facile (7,4 Km al 5,3%), andando a superare le pendenze più rilevanti nella prima parte della successiva discesa, caratterizzata anche dalla presenza di alcuni spettacolari tornanti. Di fatto, quest’ultima si concluderà alle porte di Gap dopo aver superato, strada facendo, un ulteriore tratto in ascesa , proprio prima d’intraprendere la parte più temuta della planata: è la strada della Rochette, quella dove si verificò al Tour del 2003 la famosa e rovinosa caduta dello spagnolo Beloki, con Armstrong costretto ad “andare in camporella” per evitare il capitombolo.

RADUNO DI PARTENZA: Boulevard de la Colonne (partenza ore 12.50)
VIA VOLANTE: ore 13.00, D 201 (Barberaz)
MEDIE PREVISTE: 38 – 42 Km orari
SPRINT: La Buissiere (Km 19,5), tra le 13.27 e le 13.30; La Fare-en-Champsaur (Km 158,8), tra le 16.48 e le 17.11
ZONA RIFORNIMENTO: Pierre-Châtel, attorno al 85° Km
GPM: Côte de Laffrey (886m – 1a cat. – 7 Km al 9% – Km 77) tra le 14.55 e le 15.08; Côte des Terrasses (835m – 3a cat. – 3,3 Km al 7,1% – Km 98) tra le 15.17 e le 15.31; Col du Noyer (1664m – 2a cat. – 7,4 Km al 5,3% – Km 145,5) tra le 16.32 e le 16.54
ARRIVO: a Gap, tra le 17.16 e le 17.43

METEO TOUR
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Chambery – Gap

Chambéry : cielo sereno, temperatura 29,7°C (percepiti 31°C), venti moderati da SSW (17 Km/h), umidità al 46%
La Mure (Km 89): cielo sereno, temperatura 27,8°C, venti moderati da S (21-40 Km/h), umidità al 39%
Saint Etienne-en-Dévoluy (Km 137): cielo sereno, temperatura 24,5°C, venti moderati da S (23-29 Km/h), umidità al 45%
Gap: cielo sereno, temperatura 28,6°C, venti moderati da S (22-27 Km/h), umidità al 40%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Magrini (Eurosport): “Massimo Santambrogio” (Mauro)
Berton (Eurosport): “Mario Aerts, corridore più combattivo della tappa di ieri” (ieri c’era il riposo)
Pancani: “Circuito di Melbourne” (i mondiali si corrono a Geelong)
Cassani: “Almeno qui sui Pirenei” (si corre sulle Alpi)
Pancani, chiedendo alla De Stefano informazioni su Cunego e Basso: “Alessandra, notizie per Cunego e Basso?”
De Stefano: “L’amarezza di questa tappa sfiorata negli ultimi 150 metri è andata male” (se l’amarezza è andata male….. allora ha vinto, Cunego!!!!)
De Stefano: “A voi Francesco”
Conti: “Andy Sleck”
De Luca: “seguirà la tappa da Chambery a Gap integrale” (si passa dal Passo della Crusca?)
Conti, citando le vittorie di Defilippis al Giro: “Dodici tappe al Giro d’Italia” (ne vinse 9)
Televideo RAI: “Colle La Madeleine” (della Madeleine)
Televideo RAI: “Morzine – Saint Maurienne”
Televideo RAI: “Il gruppo, con molti dei big, non riuscirà mai ad avvicinarsi” (infatti, sono stati ripresi all’ultimo chilometro)
Televideo RAI: “Lo striscione del traguardo premia Casar”

ARCHIVIO ALMANACCO
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LA MADDALENA NON PERDONA: DUELLI, DUETTI E SOLITUDINI

luglio 13, 2010 by Redazione  
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Se la prima tappa alpina ci aveva lasciato in eredità una “squadretta calcistica” di pretendenti in grado di lottare per la gialla, il secondo passaggio d’alta montagna sgretola e delinea la classifica. La maglia gialla in questo Tour scotta come il sole canicolare, ma stavolta ad abbandonarla – definitivamente – è un pretendente pretenzioso.

Foto copertina: Sandy Casar precede Luis Leon Sanchez e Damiano Cunego sul traguardo di Saint-Jean-de-Maurienne (foto Roberto Bettini)

La fuga prima di tutto, sia perché parte subito, sia perché fa corsa quasi a sé con un ruolo tattico ancor minore di quel piccolo potenziale che aveva lasciato intravedere: una fuga meno dirompente del possibile, che però con le proprie minute vicende romanzesche risulta anche affascinante.
I primi 100km proponevano un fuoco di fila di grandi salite, che però 50km senza asperità dividevano dall’HC incombente. Inevitabile quindi che un terreno tanto arduo da controllare, ma tanto ricco di gemme disseminate dagli organizzatori sotto la specie di punti per le varie classifiche, stimolasse la voglia di avventura degli impavidi.
Dopo gli assalti a ripetizione – ma tutti falliti – di Chavanel, Cunego e Fedrigo, si compone un gruppo di dodici uomini con tra gli altri Jerome Pineau (QuickStep), tra i più attivi perché in caccia di punti a pois,Thor Hushovd (Cervélo), ugualmente pimpante perché memore dell’anno scorso con la maglia verde conquistata in montagna (anche se non siamo al Giro!), Jens Voigt, possibile boa Saxo per Andy, Luis Leon Sanchez frequentatore di classifiche generali e oltretutto con due compagni della Caisse d’Epargne, José Ivan Gutierrez e Christophe Moreau. Ci sono poi Sandy Casar (Francaise des Jeux) e Anthony Charteau (Bbox), che stringeranno i denti fino alla fine; citiamo pure un Nocentini per il quale è già un grande merito essere qui.
I cacciatori di punti compiranno il proprio dovere e poi si ritireranno in buon ordine, mentre i Caisse dimostrano quella bella fantasia strategica che già tinse di rosa il Giro di Arroyo, dando spessore all’evasione finché le forze glielo consentiranno.
Sulla Colombière il distacco è già corposo, ma ciò nonostante le pendenze in doppia cifra che adornano questa ascesa stimolano sommovimenti nella terra di nessuno: sono molti i tentativi di agguantare per le piume i fringuelli di giornata, e sono spesso tentativi importanti, con uomini d’appoggio come Vinokourov, Popovych oppure Horner. La BMC decide allora, anche con Ballan, di far valere il proprio ruolo di squadra del leader, aumenta il passo e rovescia la scacchiera prima che i cavalli pazzi possano presidiare posizioni chiave. A maggior ragione si distingue il caparbio e scoppiettante balzo di Cunego, che in varia compagnia (Hunter, Paulinho) ma in ultimo in coppia con il promettente Taaramae divora il distacco e si riporta sui primi, rivolgendo poi ogni proprio sforzo al recuperare energie in vista del finale, assiso alle ruote dei compagni – che invero non gradiscono granché –. Vero e proprio numero del veronese, dunque, che non si è rassegnato alle carte che la sorte gli aveva assegnato nei primi chilometri.
L’andamento della fuga sarà di qui in poi lineare, con una progressiva selezione destinata a proporre in cima alla Madeleine quattro possibili vincitori di tappa: L. L. Sanchez, Cunego, Casar e Charteau. Casar aveva proposto negli ultimi km di ascesa un protratto tira e molla che lo faceva pensare al gancio, mentre probabilmente era fondato anche sullo studio del roadbook nella cui lettura Sandy era stato visto più volte assorto. Casar prende la situazione in mano anche in discesa, mentre i due principali discesisti del gruppetto, nonché uomini di qualità, preferivano meditare in attesa del finale. Visto l’appropinquarsi degli inseguitori Sanchez rinuncia a puntare maggiormente sulla classifica, e conserva la gamba. Un errore, forse, perché se è vero che i più immediati inseguitori erano dappresso è pur vero che essi erano solo un paio, mentre il resto della top ten navigava in acque ben più fonde e quindi poteva essere vittima di ulteriori sorpassi. Il tentennamento conclusivo, unito alla determinazione di Contador là dietro nel mulinare sul piano, conducono a un ricongiungimento tra la storia che racconteremo tra poco e quella che qui stiamo concludendo: ricongiungimento però meramente materiale, perché in valore assoluto tra le due vicende non ci sarà interferenza; Moreau è infatti in scia agli uomini di classifica ma non avrà energie per tirare la volata al proprio capitano.
Con Charteau stremato da un pezzo, è volata a tre. Curva beffarda ai meno venticinque metri, e Casar si dimostra il più lucido. Cunego fa tutto bene fino ai -100, poi si appanna e finisce terzo.

Il gruppo invece ribolle non solo per il caldo ma per la tensione palpabile che scuote le prime fila del plotone, quando sulle prime rampe della Madeleine anche Rabobank e Saxo uniscono i propri sforzi a quelli della BMC, apparsa senz’altro più dignitosa che al Giro ma non certo in grado di operare selezioni. Quel che invece possono ben fare Chris Anker Sorensen e Fuglsang. L’elettricità che scorre quasi per preludere a un imminente scarica di Andy Schleck trova invece sfogo in una sparata di Vinokourov nell’ultimo tratto impegnativo della prima metà di salita, prima di una serie di falsipiani dove il kazako sembra poter allungare ulteriormente.
Non ci saranno, tuttavia, giochi tattici costruiti su questo bell’arrocco, perché quando la strada torna a superare il 7% è la maglia gialla in persona a cedere di schianto. C’entreranno fors’anche plausibilmente le conseguenze della caduta di ieri, parsa subito più seria delle cadute e mezze cadute accampate da Armstrong – vittima semmai del caldo e di un calo di concentrazione – o ancora una volta una combinazione di fattori: l’esito dell’equazione però è indubbio, Evans è in crisi nera e sta colando a picco.
Una volta di più l’Astana ribadisce quale sia la squadra dominante in salita, almeno sulle Alpi: Tiralongo e Navarro intonano il loro devastante duetto sulle note più acute, e il gruppo finisce in mille pezzi come un cristallo.
Dopo il lavoro dei gregari Astana, la gerarchia dei rapporti di forza è bella che definita: una coppia in testa, Contador e Schleck. Un terzo uomo che sale del suo passo, facendo l’elastico a seconda degli umori dei due campioni più che in base ai propri desideri, Samuel Sanchez. Un quartetto con un paio di grandi scalatori, Gesink e Joaquin Rodriguez, e un paio di navigati all-rounder, Menchov e Leipheimer: con in più bello spolvero, come è ovvio, la coppia Rabobank. Poi quel che resta della classifica, Basso e Van den Broeck, conditi di vecchie spezie – Armstrong e Vinokourov – o di prezzemolo di giornata (Monier, Plaza).
I rapporti di forza, e perfino le distanze, cambieranno poco: un minuto circa a separare ciascun gruppo da quelli che precedono o seguono. Qualche slittamento ci sarà, con Vinokourov e Monier che scivolano dietro raggiunti dalla “doppia K” di Kreuziger e Kloeden. Per il resto, Hejsedal, Wiggins, Sastre e Rogers accuseranno nel finale una manata piena di minuti dai primi, abbandonando ogni sogno di classifica.
Disegnata la scenografia con i protagonisti in primo piano, e via via sullo sfondo i comprimari per quanto di lusso, l’atto cruciale dello spettacolo odierno si incentra sul duello tra Andy e Alberto. Il lussemburghese affonda e affonda e affonda, sempre di fioretto, però, mai di spada. Lo spagnolo para, para e para ancora. Mai uno scatto di reazione. Difficile interpretare la scena: di certo Contador non gode di una gamba straripante, ma anche Andy pare più calcolatore che intenzionato a ferire l’avversario. Senza dubbio l’atteggiamento dello spagnolo mette alla prova i nervi del giovane avversario, che ben presto si fa avanti per negoziare un accordo. Forse non vuole sprecare la presenza di Voigt, raggiunto a breve, e in grado di fornire un’ultima trenata nei ripidissimi km finali della Madeleine (ma sacrificando in questo modo un possibile sostegno nella pianura conclusiva).
Il patto è fatto, il duello diventa duetto. Dietro è disperazione per Samuel Sanchez, solo come solo può essere solo un soldato isolato tra le linee. La discesa sarà a suo favore per rientrare davanti, ma basterà? Ancor più dietro girano bene gli ingranaggi arancioni, un altro duetto ma stavolta monocolore con Menchov e Gesink (Leipheimer succhia le ruote, il suo capitano è dietro). Ancor più dietro la solitudine di Ivan Basso, perso per strada Kreuziger: solo come solo può essere solo un uomo in mezzo alla folla. Perché di compagni di strada avventizi con Ivan ce ne sono, ma non tirano un metro, Van den Broeck è acerbo e Armstrong è fin troppo maturo (e poi il suo capitano è davanti!).
In discesa Andy sembra faticare a tener la ruota di Contador, ma lo spagnolo decide di attenderlo. Un’altra mossa strana, un altro gesto di insicurezza, come già lo furono le offerte di pace in senso inverso, o forse la fedeltà al patto stilato, chissà; fatto sta che Alberto attende, e fa passare avanti Andy, che scenda col suo ritmo. E dire che in pianura – se prima si fosse creato un buco – non ci sarebbe stato confronto: tra due solitudini “contre la montre”, il testa a testa avrebbe fatto pesare la bilancia tutta a favore di Contador, il quale peraltro darà comunque il contributo più netto alla marcia verso l’arrivo. Contador pare contento così, per oggi, preferisce salvare relativamente la gamba, anche a costo di mantenere i distacchi con il rivale e semmai di sprecarsi un poco di più sul ritmo; d’altro canto, è lo stesso ragionamento fatto da Schleck sul terreno dove più ovvia appariva la sua prevalenza.
Si consuma la piccola tragedia di Samuel Sanchez sotto lo striscione dei -10km: è giunto a meno di venti secondi, vede gli avversari laggiù, ma ora che bisogna spingere a fondo proprio non ce la fa. Già sarà un merito difendersi dagli inseguitori, infliggendo dal minuto e mezzo in su a tutti, meno “quei due”. Continua fino in fondo il dramma morale della abnegazione di Basso: con VdB rallentato da una foratura, proprio è impensabile che qualcun altro collabori. E Ivan perpetua fino agli ultimi metri il proprio esercizio spirituale.
La classifica ancor stamane così aperta sembra oggi vedere una lotta ristretta a due per la vetta, come a due – Sanchez e Menchov – per l’ultimo posto del podio. Tra i tre e i cinque minuti dalla gialla ci sono i giovani virgulti Van den Broeck e Gesink, il “vecchio americano” di riserva Leipheimer, il rientrante L. L. Sanchez. Oltre i cinque minuti, ma non di molto, la coppia Liquigas con Basso e Kreuziger. La top ten pare possa vedere novità solo con eventuali fughe o crolli verticali, perché Vino è a sei minuti e mezzo mentre il parterre de roi dei vecchi contendenti Wiggins, Sastre, Rogers o Evans sfila a più di sette minuti.

Gabriele Bugada

A TUTTO TOURBO

luglio 13, 2010 by Redazione  
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Anche oggi, come per ogni frazione di montagna di questo Tour de France, Giuseppe Guerini commenta sulle pagine di ilciclismo.it la tappa del giorno, spaziando dalla lotta per il successo di tappa a quella per la classifica generale. Sono ormai solamente due, con la débacle di Cadel Evans, gli uomini che, a giudizio dell’ex scalatore di Polti e Telekom, si giocheranno la Grande Boucle 2010: Andy Schleck, nuova maglia gialla, e Alberto Contador, ancora favorito numero uno.

A cura di Matteo Novarini

Foto copertina: Giuseppe Guerini festeggia, sul traguardo di Le Puy-en-Velay, il secondo successo in carriera al Tour de France (foto Robert Laberge/Getty Images Sport)

Sandy Casar mette la sua firma sul Tour de France, nel giorno in cui Cadel Evans crolla contro ogni pronostico, restringendo di fatto a due nomi, quelli di Andy Schleck e Alberto Contador, la rosa dei papabili vincitori. Non mi aspettavo sinceramente un crollo di questa portata dell’australiano, atleta che fino ad oggi si era solitamente segnalato per un rendimento molto costante, privo di picchi positivi o negativi.
Logica conseguenza della sua giornata nera è stata la conquista della maglia gialla da parte di Andy Schleck, che anche oggi è sembrato l’uomo più forte in salita. Notevole però la crescita di Contador rispetto ad Avoriaz, quando aveva vissuto forse la giornata più difficile degli ultimi anni al Tour de France. Resto convinto che sia lo spagnolo il favorito numero uno per il successo finale, non fosse altro che per la straordinaria solidità messa in mostra dalla Astana e per la cronometro del penultimo giorno, nella quale dovrebbe recuperare senza difficoltà i 41’’ che lo separano oggi dal lussemburghese. Malgrado Schleck sia davanti, dunque, sarà lui a dover attaccare sulle prossime montagne, senz’altro con maggior decisione rispetto a quanto fatto nella tappa di Avoriaz. Proprio la frazione di domenica, in cui il leader Saxo Bank si è accontentato del successo di tappa, rinunciando ad attaccare prima e più a fondo il vincitore dell’anno passato, potrebbe alla fine rappresentare per Schleck un grosso rimpianto, specie se dovesse perdere la Grande Boucle per poche decine di secondi.
Alle loro spalle si colloca ora una schiera di diversi corridori con ancora la concreta possibilità di salire sul podio a Parigi, fra i quali ho visto in buone condizioni Leipheimer, Menchov e Gesink, oltre ovviamente a Sanchez. Dubito comunque che questi atleti possano impensierire i due pretendenti alla maglia gialla, ed è probabile che la rosa dei candidati al podio si riduca gradualmente, giorno dopo giorno, man mano che il caldo e le salite faranno saltare altri nomi altisonanti. Fra coloro che ancora possono sperare nel 3° posto si colloca senz’altro anche Ivan Basso, che, a dispetto della 10a piazza in classifica generale, è a poco più di 2’ dal gradino più basso del podio. Sarà determinante, in quest’ottica, capire quale potrà essere su di lui l’incidenza del Giro d’Italia disputato due mesi fa: se è vero che, da un lato, il varesino potrebbe pagarlo in termini di stanchezza nell’ultima settimana, complice il gran caldo che quest’anno sta flagellando le strade francesi, dall’altro la Corsa Rosa potrebbe anche fornirgli delle risorse in più in fatto di fondo e resistenza. A suo favore giocano poi le difficoltà mostrate quest’oggi da Kreuziger, che hanno confermato i miei dubbi circa le sue possibilità di tenuta sulle tre settimane, e dovrebbero garantire all’azzurro il ruolo di capitano.
In compagnia di Basso è rimasto oggi Lance Armstrong, in netta ripresa rispetto ad Avoriaz. Penso che, a questo punto, l’americano, prossimo al definitivo ritiro dalle corse, cercherà di lasciare un ultimo segno sul Tour de France, probabilmente andando in caccia di un successo di tappa, pur con un occhio agli interessi di classifica di Leipheimer, suo connazionale ed amico ancora in corsa per il podio. Non escludo che già domani possa essere la tappa giusta per assistere a tentativi da parte di corridori di alto livello, se dovesse crearsi una situazione di corsa favorevole. Penso soprattutto ad atleti per i quali un 10°-12° posto al Tour significherebbe poco, che potrebbero pertanto azzardare un’azione da lontano da qui a fine Tour, provando a rientrare in corsa per il podio. Non escludo, peraltro, che in questa schiera possa rientrare anche Ivan Basso.
In conclusione, mi sembra giusto sottolineare la bella prova di Damiano Cunego, che ha cercato con insistenza la fuga, ed è stato bravo a rientrare tutto solo sui battistrada lungo le rampe della Colombière, recuperando 3’ circa. Probabile che abbia pagato lo sforzo nel finale, quando si è trovato di fronte un corridore sempre ostico come Sandy Casar, dotato di ottima tenuta in salita e di un notevole spunto veloce: sarebbe stato un avversario difficile anche in condizioni normali, è stato impossibile da battere dopo lo sforzo supplementare cui è stato costretto il veronese. Sono comunque convinto che arriveranno per lui altre opportunità, probabilmente sempre grazie a fughe da lontano.

Giuseppe Guerini

12-07-2010

luglio 13, 2010 by Redazione  
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TOUR DE FRANCE

Giorno di riposo

TOUR CYCLISTE INTERNATIONAL DE LA MARTINIQUE
Il guadalupano Johan Ruffine (Sélection Guadeloupe) si è imposto nella terza tappa, Fort de France – Trinitè, percorrendo 120 Km in 3h11′24″, alla media di 37,617 Km/h. Ha preceduto di 1″ il giapponese Shimizu e di 12″ il francese Rocchi.
Il martinicano Willy Roseau (Club Martinique) conserva la testa della corsa con 5″ sul venezuelano Chacon Colmenares e 15″ sul francese Betard.

GIRO DEL MEDIO BRENTA
L’italiano Luigi Miletta (Gragnano Sporting Club) si è imposto nella corsa veneta, percorrendo 170,9 Km in 4h16′37″, alla media di 39,958 Km/h. Ha preceduto di 10″ l’italiano Diego Zanco (Zalf Désirée Fior) e di 14″ l’ucraino Dzhabrailov.

GP DE PONT A MARCQ – LA RONDE PALOISE
Il tedesco Frank Dressler-Lehnhof (Continental Team Differdange) si è imposto nella corsa francese, percorrendo 194,7 Km in 4h27′45″, alla media di 43,630 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Retschke e di 15″ l’australiano Anderson.

TOUR 2010: LA PRIMA SETTIMANA AGLI SCRUTINII

luglio 13, 2010 by Redazione  
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Si aprirà con un tappone alpino la seconda settimana del Tour de France, dopodiché i ciclisti si potranno finalmente godere una giornata di riposo. Cerchiamo, quindi, di tirare le somme della prima settimana di corsa.

Foto copertina: Fabian Cancellara veste la prima maglia gialla del Tour 2010 (www.ispaphoto.com)


Fabian Cancellara.
Padrone indiscusso della gara quando si cala nelle vesti del leader, riesce anche ad interpretare il ruolo del gregario fedele nel momento in cui il suo capitano, Andy Schleck, chiede il suo aiuto. I suoi sogni di gloria svaniranno sulle Alpi ma su certe salite, quelle lunghe ma con pendenze non superiori al 7%, sarà una valida spalla per il Fenicottero della Saxo Bank. VOTO 10

Andy Schleck. A spasso nel prologo, cade a Spa, vola sul pavè. Alti e bassi in questo inizio Tour per Schleck ma la condizione mostrata nella tappa che presentava i tratti tipici della Roubaix, lui che avrebbe dovuto patire le pietre dell’Inferno del Nord, è stata straordinaria. Promette molto bene. VOTO 8

Cadel Evans. Ha già corso tanto in questa stagione e sempre ad altissimo livello. Per questo motivo non si sa quale potrà essere la sua tenuta nel corso delle tre settimane. Sul pavè ritorna grande biker e infligge distacchi cospicui ai suoi avversari, escluso Schleck. Può indossare la maglia gialla già da domenica anche se, data la squadra che lo dovrà supportare, quest’eventualità non è per il campione del Mondo del tutto auspicabile. VOTO 8


Basso, Sastre, Gesink
. Dovranno attaccare sulle salite con coraggio e fantasia per recuperare il tempo perso sui diretti avversari in queste prime tappe. VOTO 5

Lance Armstrong. Il prologo di Rotterdam sembra aver restituito un Armstrong forte nella corsa contro il tempo, il più veloce tra chi punta a vincere il Tour. Può eventualmente giocarsi tutto nell’ultima, estenuante cronometro. VOTO 7,5

Alberto Contador. In salita, anche quando è in forma, soffre i ritmi costanti ed elevati. Non sembra al top, gli manca un po’ il fondo ma il Tour è ancora lungo e la condizione può migliorare.
VOTO 7

Sylvain Chavanel.
Il vero mattatore di quest’inizio Tour con due tappe e due maglie gialle conquistate con grinta. In fuga riesce ad esprimere al meglio le sue doti da fondista e potrebbe curare la classifica generale, tentando di finire la Grand Boucle nelle prime dieci posizioni. VOTO 10

Alessandro Petacchi.
Ricorda molto il Cipollini formato Giro 2003, non possiede più le accelerazioni brucianti di un tempo ma a volata lanciata è ancora fortissimo. Un uomo da tenere in considerazione anche in ottica Mondiale. VOTO 9

Francesco Gandolfi

LA SECONDA VITA DEL COBRA

luglio 12, 2010 by Redazione  
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E’ rientrato alle corse da soli quattro mesi ma ha già messo in cassaforte, per se e per la Ceramica Flaminia, ben sei vittorie, di cui il 50% nel Giro d’Austria che si è appena concluso con due successi parziali e la classifica generale. Non si può dire che il ritorno di Riccardo Riccò al ciclismo sia stato anonimo e le sue vittorie siano state banali, come quella conquistata nel paese alpino. E adesso ha di fronte a se un finale di stagione, soprattutto italiano, che gli potrebbe regalare tante altre soddisfazioni con un sogno: fare il Giro di Lombardia.

Foto copertina: Riccò taglia vittorioso il traguardo del Grossglockner, la “Cima Coppi” del Giro dell’Austria 2010 (foto Bettini)

Due anni fa, di questi tempi, si parlava di Riccardo Riccò come di un giovane che faceva impazzire i francesi e non solo sulle strade del Tour fino a che, un giorno, fu tagliato fuori da tutto ed etichettato come tanti altri: dopato.
Sono passati due anni, il Cobra ha espiato le sue colpe, è rientrato alle corse nel mese di marzo e adesso ha conquistato il suo primo “medio” giro. Il capitano della Ceramica Flaminia, infatti, ha trionfato al Giro d’Austria, una gara che negli ultimi anni è diventato un appuntamento fisso del calendario europeo in concomitanza con il Tour de France e che ospita tutti quelli che non hanno trovato posto alla Grande Boucle, sia delle squadre di prima fascia Pro Tour che anche quelle Professional.
“Richie Rich” si è imposto al Kitzbuhel Horn ed in cima al Grossglockner dominando qualsiasi avversario (i più credibili i due capitani della Carmiooro-Ngc, Pardilla e Sella) ma si è preso parecchio spavento nella crono finale di Podersdorf quando non è rimbalzato su nessuna salita ma su una moto della tv ferma tranquillamente a bordo strada, ma il modenese non l’aveva proprio vista e l’ha centrata in pieno.
Ferito nell’anima, e nelle gambe, ma non nell’orgoglio, il capitano della Flaminia si è rialzato, è tornato a menare sui pedali nonostante una profonda ferita ad un ginocchio (sedici punti di sutura) ed ha difeso il suo primato dall’attacco dello spagnolo Pardilla che, non cadendo, è arrivato a 38” da Riccardo ma non di più.
Un Giro d’Austria che l’ha visto protagonista fin dal secondo giorno, quando diventa l’attore principale nella salita verso Kitzbuhel distanziando i suoi principali avversari, i due della Carmiooro Sella e Pardilla, di una quarantina di secondi, dimostrandosi ampiamente il più forte di tutti. La replica al Grossglockner con la squadra davanti a tirare fino ai piedi della salita (bravi “nonno” Noè e Gentili) prima della sgassata di Riccò che crea il primo frazionamento e, con lui, rimangono Possoni, Machado e Gusev. Ma, ai -1500 metri dal traguardo, capisce che è il caso di aumentare i giri del motore e, ancora una volta, gli altri vedono il suo dorsale allontanarsi sempre di più.
A quel punto, con altre quattro tappe di fronte a se, il trionfo sembra oramai alle porte, fra una fuga di Nuyens, una volata di Greipel ed il successo a cronometro di Posthuma che fanno il paio con lo sprint al debutto ancora di Greipel con un’ altra vittoria italiana firmata Leo Bertagnolli. Ma la crono è stata quella che è stata con Riccò che, oltre a chiudere 61° a 2’54” dall’olandese, porta a casa anche la frattura del setto nasale e 16 punti per una profonda ferita ad un ginocchio.
Nonostante questo, la vittoria è sua, ed il tricolore sul podio c’è anche con il terzo posto di un bravo Emanuele Sella e l’ottavo posto di Morris Possoni.
Prima della settimana austriaca, Riccò aveva portato a casa una tappa del Giro del Trentino e due frazioni della Settimana Lombarda, oltre a due terzi posti catturati nei giorni più difficili della Coppi&Bartali, la gara che segnava il suo rientro ufficiale alle corse agonistiche.
Se Riccò starà bene, potrà essere già protagonista al Brixia Tour, ma comunque ci saranno anche altre gare, anche di un giorno, che potrebbero fare al conto suo, dopo aver ciccato l’appuntamento con il tricolore, dove però è stato l’unico a cercare di opporre una certa resistenza ad un indiavolato Giovanni Visconti.
Una considerazione finale, poi, deve essere fatta per la sua squadra: la Ceramica Flaminia. Queste sei affermazioni sono una piccola rivincita su chi ha tenuto fuori un team comunque competitivo dal Giro d’Italia solo per la presenza in squadra di Riccò e che in passato ha subito oltremodo le giuste lamentele fatte dall’ex tricolore Pippo Simeoni verso chi conta di più in questo sport in Italia.
Adesso, però, bisogna stare attenti e non cadere nell’errore di svendere Riccò al miglior offerente, leggasi qualche squadra Pro-Tour, che gli prometta di correre la Vuelta. Il modenese ha iniziato la stagione con la Flaminia ed è giusto che con quella la porti a termine, per rispetto nei confronti di chi gli ha dato fiducia nel periodo più buio della sua carriera.
Se poi, ad ottobre qualcuno busserà (e busseranno senz’altro) alla sua porta, allora il Cobra sarà libero di accasarsi dove meglio crede. Anche perché, non basta andare tanto lontano per vedere come i passaggi a stagione in corso sono piuttosto deleterei come quello di Giampaolo Caruso, compagno di squadra di Riccò per un mesetto, che si è voluto accasare con la Katusha per correre il Giro d’Italia ed è incappato in una colossale figuraccia.
Errare è umano, ma perseverare è diabolico. E, allora, meglio tenersi il Cobra al massimo della forma per il finale di stagione per sperare, magari, che un sabato di ottobre su un lungolago in una regione del nord Italia che inizia per “L” e finisce per “ombardia”, un piccoletto dai capelli rosso chiaro con una maglia nera e turchese con la scritta centrale Flaminia possa alzare le braccia al cielo.

Saverio Melegari

Guardate in quali condizione Riccò ha tagliato il traguardo della crono del penultimo giorno (www.derfotograf.at)

Guardate in quali condizione Riccò ha tagliato il traguardo della crono del penultimo giorno (www.derfotograf.at)

Un Riccò impacchettato al via della conclusiva tappa di Vienna (www.derfotograf.at)

Un Riccò "impacchettato" al via della conclusiva tappa di Vienna (www.derfotograf.at)

Il podio della 62a International Österreich Rundfahrt (www.derfotograf.at)

Il podio della 62a International Österreich Rundfahrt (www.derfotograf.at)

SI CHIUDE A MONZA IL GIRO DONNE

luglio 12, 2010 by Redazione  
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Con il successo della statunitense Shelley Evans sul traguardo di Monza, davanti a Kirsten Wild e Giorgia Bronzini, si è chiuso, senza neppure un successo di tappa italiano, il Giro Donne 2010. L’ultima frazione non ha modificato la classifica generale, con Mara Abbott che ha mantenuto senza patemi il primato, davanti a Judith Arndt e Tatiana Guderzo, terza e prima delle italiane.

Foto copertina: Mara Abbott, Judith Arndt e Tatiana Guderzo sul podio finale del Giro Donne (foto CJ Farquharson/WomensCycling.net)

Come era prevedibile, il Giro d’Italia Femminile era già finito ieri, quando il traguardo posto in vetta allo Stelvio aveva posto fine alle battaglie degli ultimi giorni, quando, dopo il potere temporale della Teutenberg, le ragazze avevano cominciato a duellare lungo le strade puntate verso il cielo di Piemonte e Lombardia.
Il programma però comprendeva anche l’ultima tappa in quel di Monza e quindi, anche per scaramanzia, nessuna delle contendenti ha mai ammesso che il Giro fosse già finito.
La decima tappa, ultima dell’edizione 2010, ha avuto come scenario la Brianza e ha visto come protagoniste in prima battuta Evelyn Stevens (Team Htc Columbia), Alona Andruk (Safi Pasta Zara Manhattan) e la brianzola Silvia Valsecchi (Top Girls Fassa Bortolo Grezzi) con la la vincitrice di Albese con Cassano, la Stevens, che ha anche provato l’azione solitaria.
Successivamente ci hanno provato Iris Slappendel (Cervelo Test Team), Noemi Cantele e nuovamente Evelyn Stevens (Team Htc Columbia), Giorgia Bronzini (Gauss Rdz Ormu), Martina Ruzickova (Michela Fanini Record Rox) e l’olandese Sanne Van Paassen (Nazionale Olanda), ma anche a loro le squadre delle velociste hanno negato la libertà.
L’epilogo è stato quindi una volata di gruppo, con il plotone che ha percorso ad alta velocità gli ultimi chilometri, e le squadre pronte a lanciare le ruote veloci a cogliere l’ultima occasione di questo Giro. Hanno lavorato molto bene le statunitensi che hanno tenuto alta l’andatura e lanciato dinnanzi alla Villa Reale Shelley Evans in uno sprint davvero regale. La piccola americana ne ha approfittato, lanciandosi come una furia sulla fettuccia, lasciandosi alle spalle una tenace Kirsten Wild, e Giorgia Bronzini al terzo posto.
Nessuna preoccupazione per la leader del Giro Mara Abbott e per tutte le protagoniste dell’alta classifica. Anche Marianne Vos, oltre alla maglia bianca Regione Lombardia, riesce a conservare il primato nella classifica a punti Pasta Zara dagli attacchi di Ina Teutenberg, in un confronto teso sino all’ultimo chilometro.
“E’ stato un grandissimo Giro per me – ha commentato Mara Abbott – abbiamo passato tutta la prima parte della corsa a controllare ed aspettare che le tappe decisive arrivassero, cercando di spendere meno energie possibili. Sono state decisive le frazioni di Livigno e dello Stelvio. Lì dovevo farmi trovare pronta e preparata e lì sono arrivata con grinta e decisione. Sapevo che la salita avrebbe fatto la differenza e che saremmo state pronte a giocarci la maglia in poche. Temevo la Pooley, ma non solo. Ma siamo stati anche una squadra pronta in ogni situazione. Per questo ringrazio le mie compagne, il direttore tecnico Manel Lacambra ed anche Amber Neben, che è caduta dopo Livigno e non può partecipare direttamente alla gioia della nostra nazionale, quella degli Stati Uniti, che vince il Giro Donne. Il secondo posto dello scorso anno – precisa la Abbott – mi aveva fatto capire che avrei potuto vincere un Giro d’Italia. E’ una corsa che non si improvvisa e che si prepara solo con grandi sacrifici ed allenamenti. Noi abbiamo avuto un avvicinamento al Giro molto serio, abbiamo visionato le tappe. Conoscevo tutte le salite più importanti, ma soprattutto ero motivata alla corsa. Con un tracciato così, mi sono detta che non potevo farmela sfuggire. Non so quando mi ricapiterà di avere un Giro disegnato così bene per le mie caratteristiche. Per questo ringrazio anche gli organizzatori per aver disegnato e realizzato un Giro bello, emozionante”.
Il Giro d’Italia si conclude con una vincitrice statunitense e con tutte le vittorie di tappa straniere. Per i colori italiani l’onorevole terzo posto nella classifica generale di Tatiana Guderzo: la vicentina del Team Valdarno è sempre stata con le migliori quando la strada saliva, ed in alcune occasioni è stata lei stessa ad attaccare e a fare la selezione decisiva in gruppo.
“Un bellissimo Giro Donne – ha commentato la campionessa del mondo – ho fatto tutto quello che potevo ma ho trovato sulla mia strada atlete di tutto rispetto e primissimo piano come la Abbott e la Arndt, fior di campionesse. Comunque sono salita sul podio e credo non sia un risultato da sottovalutare”.

Mario Prato

11-07-2010

luglio 12, 2010 by Redazione  
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TOUR DE FRANCE

Il lussemburghese Andy Schleck (Team Saxo Bank) si è imposto nell’ottava tappa, Station des Rousses – Avoriaz / Morzine, percorrendo 189 Km in 4h54′11″, alla media di 38,547 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Sánchez Gonzalez e di 10″ l’olandese Gesink. Miglior italiano Ivan Basso (Liquigas-Doimo), 9°. Contador 5°, Armstrong 61° a 11′45″, Cunego 99° a 21′32″.
L’australiano Cadel Evans (BMC Racing Team) è la nuova maglia gialla, con 20″ su Schleck e 1′01″ sullo spagnolo Contador. Miglior italiano Ivan Basso (Liquigas-Doimo), 13° a 2′41″.
Armstrong 39° a 13′26″, Cunego 98° a 45′14″.

GIRO CICLISTICO INTERNAZIONALE FEMMINILE

La statunitense Shelley Evans (US National Team) si è imposta nella decima ed ultima tappa, Autodromo di Monza – Monza, percorrendo 112,7 Km in 2h45′28″, alla media di 40,866 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Wild e l’italiana Giorgia Bronzini (Gauss RDZ Ormu).
La statunitense Mara Abbot (US National Team) si impone in classifica con 2′05″ sulla tedesca Arndt e 3′05″ sull’italiana Tatiana Guderzo (Team Valdarno).

INTERNATIONALE ÖSTERREICH-RUNDFAHRT-TOUR OF AUSTRIA

L’australiano Graeme Brown (Rabobank) si è imposto nella settima ed ultima tappa, Podersdorf am Neusiedler See – Vienna, percorrendo 122,8 Km in 2h32′54″, alla media di 48,188 Km/h. Ha preceduto allo sprint i tedeschi Förster e Greipel. Miglior italiano Danilo Napolitano (Team Katusha), 6°
L’italiano Riccardo Riccò (Ceramica Flaminia) si impone in classifica con 38″ sullo spagnolo Pardilla Bellon e 1′49″ sull’italiano Emanuele Sella (CarmioOro NGC)

VUELTA CICLISTA A VENEZUELA

Il venezuelano Jesús Pérez (Alc.De Iribarren Lar) si è imposto nella dodicesima ed ultima tappa, circuito di La Guaira, percorrendo 80 Km in 2h07′59″, alla media di 37,505 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Bravo ed Herrera. Il venezuelano Tomas Gil (Loteria Del Tachira) si impone in classifica con 1′50″ e 5′33″ sui connazionali Alarcón García e Medina Marino

TROFEU JOAQUIM AGOSTINHO (Portogallo)

Il portoghese Candido Joaquim Venda Moreira Barbosa (Palmeiras Resort – Tavira) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito di Torres Vedras, percorrendo 104 Km in 2h39′11″, alla media di 39,200 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Koch e lo spagnolo Pérez Fernández.
Barbosa si impone in classifica con 27″ e 31″ sugli spagnoli Blanco Rodríguez e Pérez Fernández.

TOUR CYCLISTE INTERNATIONAL DE LA MARTINIQUE – 1a TAPPA (disputata il 10-07)
Il guadalupano Philippe Palmiste (Sélection Guadeloupe) si è imposto nella prima tappa, Sainte Luce – Le Marin, percorrendo 128 Km in 3h22′16″, alla media di 37,969 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Gene e di 39″ l’olandese Nederlof.

TOUR CYCLISTE INTERNATIONAL DE LA MARTINIQUE – 2a TAPPA (disputata l’11-07)
Tappa disputata in due semitappe.
Il mattino, il martinicano Marc Flavien (Madinina Bikers) si è imposto nella prima semitappa, Marin – Fort de France, percorrendo 102 Km in 2h39′21″, alla media di 38,406 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Rocchi e il venezuelano Chacon Colmenares.
Il pomeriggio, il martinicano Willy Roseau (Club Martinique) si è imposto nella seconda semitappa, circuito a cronometro di Fort de France, percorrendo 7,2 Km in 09′35″, alla media di 45,078 Km/h. Ha preceduto di 5″ Chacon Colmenares e di 9″ Palmiste.
Roseau è il nuovo leader della corsa, con 5″ su Chacon Colmenares e 15″ sul francese Betard.

GP VAN DE STAD GEEL
Il belga Timothy Dupont (Jong Vlaanderen – Bauknecht) si è imposto nella corsa belga, percorrendo 164,9 Km in 3h34′48″, alla media di 46,061 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Meersmans e l’irlandese Brammeier.

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