09-05-2010

maggio 10, 2010 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA
Lo statunitense Tyler Farrar (Garmin – Transitions) si è imposto nella seconda tappa, Amsterdam – Utrecht , percorrendo 209 Km in 4h56′46″, alla media di 42,255 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Harley Goss e l’italiano Fabio Sabatini (Liquigas-Doimo). Maglia rosa è l’australiano Cadel Evans (BMC Racing Team), con 1″ su Farrar e 3″ sul kazako Vinokourov. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Doimo), 7° a 8″.

4 JOURS DE DUNKERQUE
Il francese Benoit Vaugrenard (Française Des Jeux) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Ardres – Dunkerque, percorrendo 179,5 Km in 4h11′51″, alla media di 42,763 Km/h. Ha preceduto di 2″ il russo Trussov e di 4″ l’olandese Mouris. Miglior italiano Matteo Carrara (Vacansoleil Pro Cycling Team), 19° a 7″.
Lo svizzero Martin Elmiger (AG2R La Mondiale) si impone con 4″ sul portoghese Faria Da Costa e 17″ sullo spagnolo Rojas Gil. Miglior italiano Carrara, 6° a 33″.

La gioia di Vaugrenard sul traguardo di Dunkerque (foto AFP)

La gioia di Vaugrenard sul traguardo di Dunkerque (foto AFP)

SZLAKIEM GRODÓW PIASTOWSKICH
Due tappe disputate nell’ultima giornata di gara.
Il mattino, il polacco Lukasz Bodnar (CCC Polsat Polkowice) si è imposto nella terza tappa, circuito a cronometro di Polkowice, percorrendo 26,7 Km in 33′23″, alla media di 47,988 Km/h. Ha preceduto di 22″ e 37″ i connazionali Kiendys e Kwiatkowski. Miglior italiano Alexander Gufler (PCT Vorarlberg), 19° a 2′01″. Il polacco Marek Rutkiewicz (Mróz Active Jet) conserva la maglia di leader con 15″ e 20″ sui connazionali Huzarski e Marczynski. Miglior italiano Luca Zanasca (Feudi di San Marzano-CDC-Cavaliere), 17° a 3′31″.
Il pomeriggio, il tedesco Andre Schulze (PSK Whirlpool) si è imposto nella quarta tappa, Rudna – Legnica, percorrendo 82,8 Km in 1h55′35″, alla media di 42,981 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Radochla e Forka. Miglior italiano Daniele Callegarin (Feudi di San Marzano-CDC-Cavaliere), 10°. Invariata la classifica. A seguito del ritiro di Zanasca, miglior italiano è Piergiorgio Camussa (PCT Vorarlberg), 22° a 4′20″.

FIVE RING OF MOSCOW
L’ucraino Vitaliy Popkov (ISD Continental Tea) si è imposto nella terxa tappa, circuito di Krylatskoye. Ha preceduto i russi Rudaskov (allo sprint) e Sergey Firsanov (di 3″). Questi si porta in testa alla classifica con 1′58″ sul connazionale Rudaskov e 2′01″ su Popkov.

GP INDUSTRIE DEL MARMO
L’italiano Tomas Alberio (Bottoli) si è imposto nella corsa toscana percorrendo 167,4 Km in 4h00′14″, alla media di 41,809 Km/h. Ha preceduto allo sprint il brasiliano Andriato e il britannico Rowe.

Il successo di Tomas Alberio a Carrara (foto Riccardo Scanferla)

Il successo di Tomas Alberio a Carrara (foto Riccardo Scanferla)

CAMPIONATI PANAMERICANI
Disputate a Aguascalientes (Messico) le prove su strada dei campionati panamericani.
Nella gare elite uomini si è imposto il cileno Carlos Oyarzún, che ha preceduto di 53″ i cubani Alcolea e Grangel.
Nella gara donne elite il successo è andato alla statunitense Shelley Evans, che ha regolato allo sprint la canadese Numainville e la cubana Rodríguez.

OMLOOP DER KEMPEN
L’olandese Stefan Van Dijk (Willems Verandas) si è imposto nella corsa olandese percorrendo 200 Km in 4h26′59″, alla media di 44,946 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Vermeltfoort e il belga Cocquyt. Unico italiano in gara, Enrico Franzoi (BKCP – Powerplus), si è piazzato 60°.

AMSTERDAM – MIDDELBURG: IL TAPPONE MARITTIMO

maggio 10, 2010 by Redazione  
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Un’altra giornata destinata ai velocisti, più liscia rispetto a quella del giorno precedente ma che potrebbe rivelarsi indigesta per molti, soprattutto per chi non riuscirà a entrare nel ventaglio giusto. Sarà il vento il grande protagonista di questa giornata, spazzando in lungo e in largo negli ultimi 100 Km, che si correranno praticamente in mare aperto: basta una distrazione ed Eolo si porterà via secondi (se non minuti) preziosi, come accaduto lo scorso anno al Tour, nella decisamente meno ventosa frazione della Grande Motte.

Il “tappone marittimo”. La definizione calza a pennello per una frazione che presenterà un finale particolare, praticamente tracciato in mare aperto, sulle strade della Zelanda. Il nome la dice tutta sulla natura di queste zone: “zee land” significa terra del mare, un regno che l’uomo ha strappato con fatica al Mare del Nord e che questi ha riavocato a sé in più occasioni. Per ora la sfida è ancora dominata dall’uomo, che rintuzzò l’ultimo storico attacco avversario, la disastrosa alluvione del febbraio 1953, mettendo in opera il “Piano Delta”, immane progetto d’ingegneria idraulica che, in vent’anni di lavoro, porterà alla riduzione delle coste di ben 700 Km e alla costruzione di 25 Km di dighe, alcune delle quali saranno affrontate nel finale della terza frazione del Giro 2010. Sarà proprio questa la principale insidia di un tracciato altrimenti facilissimo, totalmente sprovvisto di difficoltà altimetriche. In quei tratti esposti, quando si correrà praticamente circondati dalle acque, si sarà anche in balia dei venti, con tutti i rischi connessi. La possibilità di incappare in ventagli, vale a dire le fratture che spesso avvengono in seno al gruppo in occasioni simili, sarà molto elevata e, dunque, chi punterà alla classifica dovrà affrontare gli ultimi 100 Km nelle prime posizioni del gruppo, con le antenne ben dritte per captare eventuali “buchi”. Basta un istante e questo, per colpa di Eolo, si può tramutare in parecchi minuti di distacco, costringendo poi la squadra fare gli straordinari per riportare sotto il proprio capitano. E non è detto che si riesca a far rimarginare questa ferita: l’esercizio riuscì alla perfezione alla Mercatone Uno di Pantani, quando il “Pirata” rimase staccato nella tappa di Lecce del Giro 1998 (e nello stesso Giro di Puglia, spesso le folate furono più incisive delle altimetrie), ma ciò non si è verificato all’ultimo Tour de France, quando nella frazione della Grande Motte il vento della Camargue permise a 27 corridori di guadagnare 40 secondi a 30 Km dall’arrivo, un margine che lo scatenato gruppone inseguitore non riuscì a scalfire.
Anche questa frazione, l’ultima prima del trasferimento in Italia, prenderà le mosse da Amsterdam, vero e proprio punto focale della tre giorni olandese. La prima metà gara si disputerà sulla terraferma, lambendo nei chilometri iniziali i celebri campi di tulipani che hanno fatto meritare a queste terre il soprannome di “Bloemenland” (paese dei fiori). Li immortalò anche Van Gogh, mentre il nome di Rembrandt è stato attribuito a una varietà di questi fiori d’origine turca, arrivati nei Paesi Bassi alla fine del XVI secolo e da subito coltivati, divenendo ben presto merce di lusso, il cui valore economico era trattato direttamente nella casa di Jacob van der Buerse, il mercante dal quale prese il nome l’odierna Borsa.
L’attività è “fiorente” anche al giorno d’oggi, in particolar modo ad Aalsmeer, il primo importante centro toccato dal percorso di questa frazione, dove si trova il più grande edificio commerciale del mondo, il Bloemenveiling Aalsmeer, piazza ovviamente monotematica nella quale i fiori sono battuti all’asta. Sfiorando alcuni piccoli laghi (siamo all’estremo opposto della Plassengebied, l’area prevalentemente lacustre attraversata nel corso della frazione di Utrecht) ci si porterà ad Alphen aan den Rijn, un altro centro affacciato sul vecchio corso del Reno, erede del “castrum” romano di Nigrum Pullum, presso il quale soggiornarono diverse truppe dell’esercito imperiale.
Data la natura di queste terre, ci troviamo sotto il livello del mare. Il punto più “depresso” di giornata sarà raggiunto all’ingresso di Rotterdam, quando si scenderà 6 metri sotto lo zero. Della seconda città della nazione, nonché principale porto d’Europa, non si attraverserà il centro ma si transiterà per le vie dei quartieri meridionali, sfiorando prima lo stadio Feyenoord e poi lo Zuiderpark, presso il quale si concluderà la cronometro che aprirà la prossima edizione del Tour de France. Varcata la Mosa, si punterà in direzione del Mare del Nord, raggiungendolo subito dopo il passaggio per Hellevoetsluis, centro che ha mantenuto immutata la sua prerogative portuali, seppur con fini modificati e adattati alle esigenze del tempo: concepito per scopi militari nel XVII secolo, quando fu fortificato e prescelto quale sede della flotta dell’Ammiragliato della Mosa, oggi è divenuto uno dei principali porti turistici della nazione.
Gli ultimi 100 ventosi chilometri di gara saranno introdotti dal passaggio sull’Haringvlietdam, una delle prime dighe previste dal progetto “Piano Delta” a essere portata a termine: la sua costruzione durò 13 anni, dal 1958 al 1971, e comportò l’interramento di ben 21.800 pali. Attraversato il ponte ci si troverà sull’isola di Goeree-Overflakkee, anch’essa opera umana, creata nel 1751 unendone due preesistenti mediante una diga di 5 Km, oggi scomparsa. Qui saranno attraversati i tre principali villaggi che costituiscono il comune di Goedereede, ciascuno col suo richiamo turistico; Stelledam offre la possibilità di ricordare le febbrili opere di salvaguardia successive all’inondazione del 1953 visitando l’Haringvliet Expo; Goedereede, dove visse alcuni anni il cardinale Adriaan Florenszoon Boeyens (futuro Papa Alessandro VI, ultimo pontefice straniero prima di Giovanni Paolo II), presenta oltre cento monumenti nazionali, sui quali spicca la torre della chiesa, un tempo utilizzata come faro e oggi sede di un museo dedicato alla vita contadina in queste terre di “frontiera”; un’altra interessante raccolta, che espone anche reperti archeologici venuti alla luce a seguito delle operazioni di prosciugamento delle terre inondate, è visibile nell’ex municipio del villaggio di Ouddorp, oltrepassato il quale ci si trasferirà nella successiva isola di Schouwen-Duiveland, entrando così nel territorio della provincia della Zelanda. Il passaggio avverrà mediante una doppia diga, realizzata chiudendo un antico braccio di mare che si è così trasformato nel Grevelingenmeer, lago noto per essere il più grande d’Europa tra quelli di acqua marina, il cui tasso di salinità è regolato da una chiusa.
Quella di Schouwen-Duiveland fu la zona più colpita dalle alluvioni del 1953 e, di conseguenza, anche il cuore del progetto Pian Delta. Oggi è una delle mete preferisti dai turisti, apprezzata soprattutto dai giovani e per la sua spiaggia a dune. Il giro attraverserà l’estremità occidentale dell’isola, al cui centro si trova Zierikzee, la più antica città della provincia, citata per la prima volta nel 976 col nome di Creka (torrente) e nella quale è possibile visitare la “Huis de Haene”, dimora trecentesca appartenuta all’ordine dei Templari.
Si affronterà ora il tratto più spettacolare e difficile di questo finale, il passaggio sull’Oosterscheldekering, il manufatto difensivo più importante tra quelli realizzati: si tratta di una diga lunga ben 9 Km, gettata alla base dell’estuario della Schelda Orientale e caratterizzata da paratie scorrevoli che, durante le tempeste, sono abbassate per evitare che l’acqua del mare si riversi all’interno, operazione che, dalla fine dei lavori (1986) a oggi, è stata compiuta 23 volte (il “livello di guardia” della marea è di 3 metri sopra lo zero). Nell’occasione fu anche realizzata l’artificiale isola delle Sabbie (Neeltje Jans), sulla quale poggia la parte centrale della struttura e dove è stato attrezzato un vasto parco a tema, con esposizioni didattiche affiancate a divertimenti acquatici.
Velocissima toccata e fuga sull’isola di Noord-Beveland, giusto il tempo di sfiorare la spiaggia di De Banjaard (è la più vasta tra tutte quelle che si affacciano sul Mare del Nord), e poi, mediante l’ultima diga di giornata, il Veerse Gatdam, si passerà su Walcheren, antica isola che l’opera dell’uomo ha trasformato in penisola. Qui si trova il capoluogo della provincia della Zelanda, quella Middelburg che sarà l’approdo della terza frazione del Giro 2010. Prima di andare al traguardo si dovrà attraversare Veere, centro definito una delle più malinconiche città olandesi, decaduto dopo la chiusura del braccio di mare sul quale si affacciava e che un tempo aveva contribuito alla fortuna di questo comune, attivo soprattutto nel commercio della lana verso la Scozia.
Giunti nella “Bella Addormentata”, com’è talvolta definita Middelburg, la giornata non sarà ancora conclusa per i “girini”, che dovranno affrontare un conclusivo circuito di circa 36 Km. Si transiterà per Vlissingen, un tempo importante porto sulla Schelda, tornando poi a correre in vista della costa. Infine, toccando una serie di piccoli centri dell’entroterra e sfrecciando tra i “polder” – antichi tratti di mare asciugati e bonificati per ricavarne vaste distese coltivabili – ci si riporterà a Middelburg, terminando il giornaliero cammino nel cuore d’un centro circondato da canali che ha mantenuto intatto il fascino delle antiche città mercantili, gravitante attorno al centralissimo Markt, sul quale si affaccia la gotica facciata del più bel municipio della nazione.

LAVORI IN CORSO
Modificati il tratto finale ed iniziale dell’ultima tappa olandese, portando il chilometraggio complessivo da 209 a 224 Km. In partenza si transiterà tra i celebri campi di tulipani e si attraverserà l’importante centro di Leida (sede della più antica università dei Paesi Bassi). Rotterdam sarà bypassata ad ovest, mentre il finale sarà “secco”, senza circuito.

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: la diga dell’Oosterscheldekering (wikipedia)

Bloemenveiling Aalsmeer, l’asta dei fiori di Aalsmeer

Bloemenveiling Aalsmeer, l’asta dei fiori di Aalsmeer

Campi di tulipani

Campi di tulipani

Rotterdam, il porto antico (www.migrantitorino.it)

Rotterdam, il porto antico (www.migrantitorino.it)

Hellevoetsluis, il porto (www.mimoa.eu)

Hellevoetsluis, il porto (www.mimoa.eu)

Diga dell’Haringvliet (www.rijkswaterstaat.nl)

Diga dell’Haringvliet (www.rijkswaterstaat.nl)

La torre della chiesa di Goedereede

La torre della chiesa di Goedereede

Sport acquatici sul Grevelingenmeer

Sport acquatici sul Grevelingenmeer

Zierikzee, la Casa dei Templari

Zierikzee, la Casa dei Templari

Spiaggia di De Banjaard (zeeland.blog.nl)

Spiaggia di De Banjaard (zeeland.blog.nl)

Diga del Veerse Gat (www.interhike.nl)

Diga del Veerse Gat (www.interhike.nl)

Uno scorcio della malinconica Veere (www.gpsbiketracks.be)

Uno scorcio della malinconica Veere (www.gpsbiketracks.be)

Vlissingen (www.gpsbiketracks.be)

Vlissingen (www.gpsbiketracks.be)

Middelburg, Stadhuis (Municipio) (www.schuitema-makelaars.nl)

Middelburg, Stadhuis (Municipio) (www.schuitema-makelaars.nl)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI UTRECHT

maggio 10, 2010 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: pareri tecnici di campioni del passato, che conoscerete nelle prossime giornate; le notizie sulle condizioni di Damiano Cunego, pervenute direttamente dal suo direttore sportivo; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; una rubrica umoristica in ricordo di Raimondo Vianello; le “perle” dei telecronisti e le previsioni del tempo per la tappa che verrà. Seguiteci.

Foto copertina: una curiosa vettura rosa che ha annunciato l’arrivo del Giro nei Paesi Bassi (www.ciclonews.it)

IL POLSO DI DAMIANO

Oggi Damiano al traguardo ha accusato alcuni secondi di ritardo: non e’ stata colpa sua, ma ha dovuto cambiare la bicicletta a 10 km dal traguardo dopo che un altro corridore lo ha urtato in un rallentamento, causato da una delle tante cadute che hanno caratterizzato la tappa.
Dispiace, ma bisogna pensare al lato positivo delle cose, ovvero al fatto che non ha avuto infortuni.
Le sensazioni fisiche sono buone.

Brent Copeland

Cunego e Sastre, due uomini già costretti ad inseguire in questo avvio di Giro (foto di Alessandro Federico, scattata in occasione della tappa del Petrano del Giro 2009)

Cunego e Sastre, due uomini già costretti ad inseguire in questo avvio di Giro (foto di Alessandro Federico, scattata in occasione della tappa del Petrano del Giro 2009)

IL LUNGO PREAMBOLO DI UNA COLTELLATA
Con l’aiuto di Mario Traversoni, professionista dal 1994 al 2002, velocista principalmente noto per essere stato gregario di Pantani alla Carrera prima e alla Mercatone Uno poi, andiamo ad analizzare “il lungo preambolo di una coltellata”, come un vecchio suiveur amata definire gli sprint.

La volata di oggi è stata condizionata da numerose cadute. Le strade strette e numerose rotonde hanno messo a dura prova i nervi dei ciclisti e, alla prima
tappa di un Giro così importante, hanno fatto la differenza.
I pronostici non sono stati rispettati al meglio anche se ha vinto il migliore, abile a sfruttare il lavoro della squadra (grande a riportare Farrar in gruppo dopo la
caduta). Non mi è piaciuto “Ale Jet” (è il soprannome di Petacchi, ndr) quando ha dichiarato che sperava in qualche cosa di più da Hondo: a mio avviso non aveva una gran gamba, non si è fidato di Danilo e ha cercato la ruota di Farrar ma oramai era tardi e la volata era
già stata anticipata. Per vincere una volata del genere la cosa migliore è prendere in seconda o al massimo terza posizione l’ultima curva. Anche
Greipel si è lasciato sorprendere: rimasto a corto di compagni ha capito poco della volata!! Mi è piaciuto Sabatini: la Liquigas Doimo ha abbozzato un treno
ma non ha creduto fino in fondo nelle doti di questo ragazzo che, una volta rimasto solo, si è arrangiato come ha potuto, ottenendo un ottimo terzo posto!!
Complimenti a Farrar, in questo giro e nelle volate sentiremo molto parlare di lui!

Mario Traversoni

Il più bel successo della carriera di Mario Traversoni è la vittoria nella 19a tappa del Tour de France 1997, Montbéliard - Digione (www2.raisport.rai.it)

Il più bel successo della carriera di Mario Traversoni è la vittoria nella 19a tappa del Tour de France 1997, Montbéliard - Digione (www2.raisport.rai.it)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Farrar: “Ora cercherò il bis”
Evans: “Ho una squadra forte” (Gazzetta dello Sport)

Tappa a Farrar, Evans in rosa. Decidono le cadute (Corriere dello Sport – Stadio)

Sky protest over Dutch course as Wiggins crashes out of the lead in Tour of Italy (The Independent)

Tyler Farrar clinches stage as world champion Cadel Evans takes lead (The Daily Telegraph)

Farrar au sprint, Evans en rose (L’Equipe)

Farrar vainqueur, Evans en rose (Le Monde)

Farrar gana y Sastre pierde 37 segundos (AS)

Farrar se impone en el caos de Utrecht (Marca)

Farrar s’impose, Evans en rose (Le Soir)

Tyler Farrar wins Giro d’Italia’s second stage in sprint finishr (USA Today)

Farrar Prevails in Giro Stage (The New York Times)

Cadel Evans takes pink jersey in Tour of Italy (Herald Sun)

Evans in pink as Farrar wins in Tour of Italy (The Age)

Cadel Evans in pink in Giro d’Italia (The Australian)

Australia’s BMC leader Cadel Evans grabs lead in Giro d’Italia (The Daily Telegraph – ediz. australiana)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

COMMENTO ALLA TAPPA

E: Quella curva ai 200 metri potrebbe cambiare le carte in tavola. Il rettilineo non mi sembra molto largo…

E: Quante cadute! I corridori non sono più abituati alle strade strette?

P: Per fortuna che son passati dal paese della bicicletta…

H: Sarebbe ora che si riabituassero. Anche a suon di cadute. Per decenni, purtroppo, il Giro ha percorso solo autostrade e superstrade.

COMMENTO AL PERCORSO

H: Per i pappafichi che criticavano il Tour de France per aver collocato i traguardi del GPM (o Meilleur Grimpeur) su salitelle di poco conto, vorrei far notare che nella tappa di Utrecht, il Giro d’Italia 2010 (ho detto Giro d’Italia) ha previsto due traguardi della montagna (ho detto della montagna) ai 49 metri di Kaapsebossen e ai 70 metri di Amenogse Bos. E ha fatto benissimo, a mio giudizio, il bravissimo cartografo Di Santo a fare questa scelta, così come hanno fatto benissimo i direttori di corsa ad accettare la proposta. Sono sempre stato dell’idea che i traguardi volanti, siano essi per la maglia rossa o per quella verde, posti lungo il percorso contribuiscono ad animare la combattività. Ben vengano e siano tanti, sia al Giro che al Tour, i traguardi come questi. E non sono manifestazioni di irriverenza nei confronti delle vere montagne, perché i punti conquistati su queste brevi salitelle sono ininfluenti ai fini della classifica finale. Ma dove sono i pappafichi che riservavano certe critiche solo al Tour? Come mai non si sono svegliati per “condannare” anche il Giro?

G: Straquoto il tuo pensiero, io personalmente sono a favore dei GPM su queste salitelle facilissime. Benvengano questi GPM che (leggendo sull’inserto cartaceo della Gazzetta dedicato al Giro) hanno pendenze medie dell’1.5-2% e che misurano al massimo un paio di km di lunghezza.

H: Appunto. Ce ne fossero. Ne andrebbero inserite 3-4 in ogni tappa, anche nelle tappe più facili, per sviluppare la combattività.

G: Abbiamo da imparare dal Tour per queste cose… non a caso la Grand Boucle è combattiva anche in frazioni che presentano i cavalcavia, che danno tutti punti per la maglia a pois.

H: Perfetto. Ogni tappa del Tour è combattuta. Ci sono i punti da spartirsi, gli euro. Al Giro mettono i fiorellini, invece. Speriamo che qualcosa si muova. Ogni tappa del Tour ha da 2 a 3 traguardi volanti. Al Giro uno solo. Risparmiano su questo e poi buttano via i soldi per pagare tromboni e fannulloni.

S: Io veramente ho sempre criticato il Giro per dei gpm assurdi, tipo quello che fecero a Cantu’ qualche anno fa, un cavalcavia, o questi di oggi. E poi il Macerone, che son pure sempre 4 km al 5%, non è gpm quest’anno e neppure Pejo. Al confronto con Cantù e le ascese odierne, quelle sì che sono salite
Sul discorso combattivita’ concordo sul fatto che possa aiutarla, se dopo lo sprint parte un’azione.

N: Mi pare un problema morfologico. E’ chiaro che se non esistono rilievi i GPM si mettono sui cavalcavia. Se no gli sponsor come appaiono?
Il problema non sta nella tappa coi gpm sui cavalcavia, ma nelle 10 tappe consecutive coi GPM sui cavalcavia (e pare che l’abbiano capito anche al tour)

M: Se non mettevano qualche GPM andando verso Utrecht la maglia verde sarebbe rimasta nei cassetti della RCS fino a giovedì

A: Argomento interessante. Ci ho riflettuto molto e credo che gli organizzatori (in generale) farebbero bene a tornare all’antico. Ricordate la lepre? Ci vorrebbero 2-3 squadre ingaggiate apposta per fare un po’ di casino nelle prime 4-5 tappe. Chiaro che con i criteri di selezione attuali non se ne parla. Come suggerisce da tempo N. bisognerebbe ingaggiare squadre di altri continenti, con poca visibilità ma tanta voglia di emergere, e richiedere loro il massimo impegno per la prima settimana. Portare via fughe da lontano. Fare ventagli. Attaccare al rifornimento. Rompere le palle insomma. Ormai il livello medio è buono. Si trovano squadre competitive un po’ ovunque.

H: Io sono convintissimo che più gpm ci sono meglio è. Siano essi lo Stelvio o i cavalcavia. Si investano i soldi in questa direzione alla RCS, invece che in altre iniziative sciocche e prive di contenuto tecnico.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

GIRO A SEGNO

Rubrica semiseria sul Giro 2010, in ricordo del grande Raimondo Vianello

Cade Hondo a 57km dall’arrivo
Cade Blot a 50Km dall’arrivo
Cade Wiggins a 40Km dall’arrivo
Cade Pozzato a 10Km dall’arrivo
e all’arrivo… Cadel in maglia rosa…..

by N@po

Giro 1994. Raimondo Vianello, conduttore di Studio Tappa (Mediaset), riceve in dono dal russo Berzin una maglia rosa sul podio di Milano (www.gazzetta.it)

Giro 1994. Raimondo Vianello, conduttore di Studio Tappa (Mediaset), riceve in dono dal russo Berzin una maglia rosa sul podio di Milano (www.gazzetta.it)

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Amsterdam – Middelburg

Amsterdam: sole e nuvole sparse, temperatura 8,5°C (percepiti 6°C causa vento), venti moderati da N (11-15 km/h), umidità al 74%.
Leiden (43° Km): sole e nuvole sparse, temperatura 7,9°C (percepiti 5°C causa vento), venti moderati da NNE (12-14 km/h), umidità al 77%.
Zoetermeer (58,6° Km): sole e nuvole sparse, temperatura 10°C (percepiti 6°C causa vento), venti moderati da N (15-18 km/h), umidità al 66%.
Delft (69,6° Km): sole e nuvole sparse, temperatura 9,3°C (percepiti 3°C causa vento), venti moderati da N (20-22 km/h), umidità al 70%.
Schiedam (82° Km): sole e nuvole sparse, temperatura 10,1°C (percepiti 5°C causa vento), venti moderati da N (18-21 km/h), umidità al 65%.
Hellevoetsluis (116,6° Km): sole e nuvole sparse, temperatura 10,1°C (percepiti 4°C causa vento), venti moderati da N (19-22 km/h), umidità al 63%.
Ouddorp (134,2° Km): sole e nuvole sparse, temperatura 8,9°C (percepiti 2°C causa vento), venti moderati da N (21-24 km/h), umidità al 70%.
Renesse (155,8° Km): sole e nuvole sparse, temperatura 7,3°C (percepiti 0°C causa vento), venti moderati da N (22-24 km/h), umidità al 81%.
Domburg (190,5° Km): poco nuvoloso, temperatura 8,1°C (percepiti 0°C causa vento), venti moderati da N (24-28 km/h), umidità al 75%.
Vlissingen (213,9° Km): sereno, temperatura 10,2°C (percepiti 3°C causa vento), venti moderati da N (23-28 km/h), umidità al 57%.
Middelburg: poco nuvoloso, temperatura 8,1°C (percepiti 0°C causa vento), venti moderati da N (24-28 km/h), umidità al 75%.

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Giornata abbastanza tranquilla in casa RAI. Il passaggio a miglior vita (nel senso che è diventato un boss di Raisport) di Bulbarelli sembra che si stia facendo sentire. Oggi abbiamo assistito solo a qualche incespicamento numerico del daltonico Pancani (parlava di bandiera gialla per le segnalazioni degli spartitraffico, ma questi agitavano quella d’ordinanza, di colore rosso…. forse che nelle cuffie gli stavano passando la canzone di Pettenati?), che ha confuso il 1968 col 1969 (è nel primo anno che fu “pensionata” la maglia rossa) e ha attribuito al grande Reno la lunghezza d’una roggia di campagna (1326 METRI!)
Non ci è mancata, però, la perla di giornata, regalataci dal cronista motorizzato Andrea De Luca
“Siamo appena stati sfilati dal gruppo”

Approfittiamo dell’occasione per andare a ravanare sul fondo della cassapanca (l’avete notato, è il soprannome che è stato affibbiato al duo microfonato della RAI) e a pescare qualche strafalcione storico.

Abbiamo parlato del “Bulba” ed ecco una sua papera a dir poco profetica.
Giro 2004, 2a tappa, Genova – Alba
La carovana lascia la provincia di Savona ed entra in quella di Cunego“. E poi Cunego da re della provincia diventò re d’Italia….

ARCHIVIO ALMANACCO
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1a tappa Amsterdam

FARRAR PIU’ FORTE DELLE CADUTE

maggio 9, 2010 by Redazione  
Filed under News

Doveva essere una tappa liscia come l’altimetria, senza emozioni. La coroegrafia e il paesaggio hanno lasciato spazio, nella seconda parte di gara, alle cadute, grandi protagoniste di giornata. Alla fine la spunta Farrar su Goss e Sabatini. Wiggins deve invece abbandonare il primato, attardato da una caduta, in favore di Evans.

Foto copertina: lo statunitense Farrar esorcizza la malasorte giornaliera vincendo la prima frazione in linea del Giro 2010 (foto Bettini).

Percorso liscio come un biliardo, se vogliamo escludere i due cavalcavia che assegnano la maglia verde a Pirazzi, e così, tra i mulini che abbelliscono le strade tra Amsterdam e Utrecht, sembra di dover assistere alla solita parata che anticipa lo sprint di gruppo. Partiti dalla città a luci rosse, ad accendere la gara sono Facci, Voss, Flens oltre al già citato Pirazzi, che vanno in fuga e rimarranno in testa fino a 25km dall’arrivo.

Sportivamente parlando si è vista una tappa inizialmente noiosa, con le uniche digressioni da una sfilata soporifera rappresentate dalle immagini dei monumenti locali e delle coreografie riservateci dai tifosi lungo il tracciato, che mostrano di gradire il passaggio della carovana rosa per le strade olandesi.

Ma quando al traguardo mancano una sessantina di chilometri le emozioni si sprecano. Forse i ciclisti si saranno divertiti poco, ma a casa i tifosi saranno certo sobbalzati sul divano più di una volta, quando le cadute hanno cominciato a farla da padrone, complici anche strettoie mal segnalate dal personale addetto.

La prima caduta vede coinvolto Bono assieme ad un Cervélo, mentre diversi corridori devono sfruttare le loro abilità di ciclocrossisti a causa di sei restringimenti di carreggiata, copione più volte riproposto nei chilometri successivi.

Successivamente si “sdraia” su uno spartitraffico Farrar, seguito pochi minuti dopo da Masciarelli – che sembra accusare il colpo – e Wiggins, che prontamente rientra in gruppo. Kohler, scudiero dell’iridato Evans, è invece costretto a salire in ammiraglia.

La caduta di Farrar (foto Bettini)

La caduta di Farrar (foto Bettini)

Quando alla città di Utrecht, molto nota a livello sportivo per aver dato i natali a campioni del calibro di Van Basten w Sneijder e al ciclista Den Hertog, mancavano circa 25 km avviene il ricongiungimento sotto il ritmo imposto dal Team Sky. A questo punto il gruppo sembra avviato verso la volatona con plotone compatto quando scoppia il putiferio e la noia deve nuovamente farsi da parte.

Cunego resta attardato per un problema tecnico, mentre davanti un’altra caduta coinvolge almeno una quindicina di uomini, tra i quali Loddo e il tricolore Pozzato, che sembra il più dolorante. Ancora qualche chilometro e a terra finiscono Spezialetti, Bono e Bodnar, che erano poco attardati rispetto al gruppo.

Si giunge così all’ultimo chilometro in preda alla confusione più generale: davanti ci sono i velocisti e gran parte dei big per la classifica, mentre la maglia rosa Wiggins è attardatoa e, assieme a Sastre, giunge a quasi 40”. Il team Garmin riesce ad organizzare un piccolo trenino per Farrar mentre Petacchi, Greipel e Sabatini cercavano la ruota migliore. Rimanevano appena 500m e l’ultima insidia, una curva a destra prima del traguardo, quando Henderson tenta di anticipare la volata cercando di mantenere la maglia in casa Sky. Il tentativo non è fortunato e ai 100 metri l’atleta viene sverniciato da Farrar che, nonostante la caduta, si aggiudica la prima tappa in linea di questo Giro davanti a Goss, Sabatini e Greipel. Male Petacchi che compromette una volata, favorevole per come si erano messe le cose, con un errore sull’ultima curva che lo relega ad un misero quinto posto.

Tutt’altro che una tappa noiosa, come ci si poteva aspettare vedendo i primi 150km, Utrecht sancisce così dei verdetti importanti in ambito di classifica generale e non solo per l’avvicendamento in testa che, in fondo, era solo questione di giorni. Lo spagnolo Sastre è quello che forse maledirà più di tutti l’Olanda: sommando il ritardo odierno coi 20” di ieri il suo distacco si aggira attorno al minuto, troppo considerando che nelle cronometro dovrà pagare altri secondi. Cunego, invece, si trova ancora più staccato ma, per sua fortuna, non puntava alla vittoria finale

Ora in testa ci sono Evans e, trascurando il secondo posto provvisorio di Farrar, Vinokourov staccato di appena 3”: è ancora presto per esprimere un giudizio ma si può dire che, dovrebbero essere loro i più quotati per giocarsi la vittoria finale, considerato anche che sono forse i due corridori più completi e meglio piazzati. Il terzo incomodo sarà Basso con Pozzovivo e Garzelli che proveranno ad insinuarsi nella lotta.

La tappa di domani prenderà ancora il via da Amsterdam per terminare a Middleburg, dove si chiuderà la parentesi olandese del Giro. Sarà una frazione più piatta di quella odierna e le uniche insidie potranno essere ancora vento, strettoie e cadute.
Intanto, pur dolendoci interiormente per le cadute, possiamo essere davvero tutti contenti e fiduciosi perché, facendo affidamento a una delle frasi più scontate utilizzabili – se il buongiorno si vede dal mattino – quest’anno ne vedremo davvero delle belle.

Andrea Mastrangelo

08-05-2010

maggio 9, 2010 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA
Il britannico Bradley Wiggins (Sky Professional Cycling Team) si è imposto nella prima tappa, cronometro di Amsterdam, percorrendo 8,4 Km in 10′18″, alla media di 48,932 Km/h. Ha preceduto di 2″ lo statunitense Bookwalter e l’australiano Evans. Miglior italiano Marco Pinotti (Team HTC – Columbia), 10° a 9″.

4 JOURS DE DUNKERQUE
Lo svizzero Martin Elmiger (AG2R La Mondiale) si è imposto nella quarta tappa, Merville – Cassel, percorrendo 181,3 Km in 4h42′47″, alla media di 38,467 Km/h. Ha preceduto di 3″ il portoghese Faria Da Costa e di 28″ il francese Pineau.
Elmiger è il nuovo leader della corsa, con 4″ e 23″ su Faria Da Costa e Pineau

Elmiger vince a Cassel (foto AFP)

Elmiger vince a Cassel (foto AFP)

SZLAKIEM GRODÓW PIASTOWSKICH
Il polacco Tomasz Marczynski (CCC Polsat Polkowice) si è imposto nella seconda tappa, Swidnica – Dzierzoniow, percorrendo 167,8 Km in 4h43′26″, alla media di 35,521. Ha preceduto i connazionali Huzarski (allo sprint) e Marek Rutkiewicz (Mróz Active Jet, di 1″). Miglior italiano Piergiorgio Camussa (PCT Vorarlberg), 12° a 34″.
Rutkiewicz conserva la maglia di leader con 12″ su Marczynski e 16″ su Huzarski. Miglior italiano Camussa, 13° a 56″.

Larrivo vincente di Tomasz Marczynski (foto Paweł Urbaniak)

L'arrivo vincente di Tomasz Marczynski (foto Paweł Urbaniak)

FIVE RING OF MOSCOW
Il russo Boris Shpilevsky (Katyusha Continental Team) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Tarussa. Ha preceduto i connazionali Porsev e Sokolov. Il russo Evgeny Reshetko conserva la testa della corsa, con 10″ e 2′04″ sui connazionali Firsanov e Porsev.

102nd SCANDIVIAN RACE UPPSALA
Lo svedese Philip Nielsen (Team Concordia) si è imposto nella corsa svedese, percorrendo 193 Km in 4h36′15″, alla media di 41,918 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Stenberg e Stake Laengen. Reshetko è il nuovo leader della corsa, con 10″ su Firsanov e 2′09″ su Khatuntsev.

La volata vincente di Nielsen a Uppsala (foto Hans E Ericson)

La volata vincente di Nielsen a Uppsala (foto Hans E Ericson)

INTERNATIONAL AZERBAIJAN TOUR
L’iraniano Ghader Mizbani Iranagh (Tabriz Petrochemicals Team) si è imposto anche nella sesta ed ultima tappa, Kaleibar – Tabriz percorrendo 164 Km in 4h28′48″, alla media di 36,607 Km/h. Ha preceduto di 1′28″ il turco Mutlu e di 4′43″ l’iraniano Sohrabi. Mizbani Iranagh si impone con con 6′13″ e 8′44″ sui connazionali Zargari e Askari.

CAMPIONATI PANAMERICANI
Disputate a Aguascalientes (Messico) le prove a cronometro dei campionati panamericani.
La gara elite uomini è stata vinta dal colombiano Ivan Mauricio Casas, che ha percorso 40 Km in 50′34″, alla media di 47,462 Km/h. Ha preceduto di 22″ il cileno Oyarzun e di 1′32″ il colombiano Montana.
La gara donne elite è stata vinta dalla colombiana Ana Paola Madriñan, che ha percorso 20 Km in 29′58″, alla media di 40,044 Km/h. Ha preceduto di 3″ e 56″ le statunitensi Neben e Evans.

AMSTERDAM – UTRECHT: UNA TAPPA DA CANNONIERI

maggio 9, 2010 by Redazione  
Filed under News

Secondo atto della corsa rosa. Non ci saranno grossi ostacoli sulla strada da Amsterdam a Utrecht e per le squadre dei velocisti non sarà difficile tenere cucito il gruppo, rientrando nel finale sulle inevitabili fughe di giornata, tentativi fomentati dalle presenza dei primi GPM del Giro 2010. Si tratta di salite molto facili, scovate nel mezzo della sterminata pianura olandese, che assegneranno la prima maglia verde. Per la rosa, invece, a determinare l’eventuale avvicendamento in testa alla corsa saranno gli abbuoni in palio tra sprint intermedi e traguardo finale.

Zomegnan è un mago e, come tutti i prestigiditatori che si rispettino, possiede il suo bel cilindro dal quale ha estratto il classico coniglio. Il cilindro della situazione è il vasto cappello della pianura d’Olanda, nazione pianeggiante al 90%, che ha “confinato” le salite nella sua provincia più meridionale, quel Limburgo dove dal 1966 va annualmente in scena l’Amstel Gold Race e nel quale si sono disputate cinque edizioni dei campionati del mondo (una a Herleen e quattro a Valkenburg, dove si tornerà nel 2012). Pur non scendendo fino a queste terre, Zomegnan è riuscito a far spuntare il “coniglio” dal piattone, andando a stanare – quasi cercandole col lanternino – delle piccole salitelle dalle parti di Utrecht. Si tratterà di asperità per modo di dire, ostacoli che farebbero storcere il naso anche agli snobissimi responsabili del Tour de France, solitamente avvezzi a mettere GPM anche in vetta ai cavalcavia. Zomegnan è andato a cercarsele soprattutto per non lasciare rinchiusa la maglia verde nei cassetti dell’organizzazione per quasi una settimana, essendo le prossime salite previste nella tappa di giovedì. Inoltre, questi strappetti avranno il compito di rendere meno noiosa una frazione votata al volatone, il primo dei sette previsti in questa edizione. Sicuramente in vista delle ascese qualcuno tentirà la sortita, per farsi vedere e non solo per questo: in vetta ai GPM, infatti, non c’è solo la prospettiva della maglia verde ma anche quella d’incamerare un bel gruzzoletto in termini di denaro. Difficilmente, com’è logico aspettarsi, questi tentativi avranno vita facile; nella scorsa edizione della corsa rosa abbiamo visto quanto sia difficile sia andare in fuga, soprattutto quando le partenze sono a razzo, sia condurre in porto i tentativi, in particolar modo in tappe come queste: nel 2010 solo nella frazione di Benevento la fuga fu coronata dal successo, ma solitamente le squadre dei velocisti vendono cara la pelle prima di vedersi irrimediabilmente scappare i fuggitivi.
Passiamo ora alla descrizione di questa tappa che, comunque, più che sotto l’aspetto squisitamente tecnico si presenterà interessante nei suoi spessori culturali, per i paesaggi attraversati, che non saranno solo “acquei”, ma anche caratterizzati da foreste e castelli.
Lasciata Amsterdam, il primo grosso centro attraversato sarà Weesp, un tempo famoso per la produzione di porcellane e oggi membro della Nederlandse Vereniging van Vestingsteden, l’associazione che riunisce le città fortificate della nazione. Vanta ben 200 monumenti nazionali e tre caratteristici mulini a vento, elementi tipici del paesaggio olandese fin dal 1180.
Dopo Weesp ci s’inoltrerà nella Plassengebied, attraversandone l’estrema porzione occidentale. Si tratta di una vasta area percorsa dal fiume Vecht e punteggiata da numerosi laghi, spesso originati dallo sfruttamento delle torbiere. È il caso, per esempio, dei due laghi di Loosdrecht, estesi su di un territorio vasto 2500 ettari e separati dalla diga sulla quale transiterà la carovana rosa. Sulle rive del bacino meridionale si affaccia Breukelen, il comune che ha dato il nome al “borough” newyorkese di Brooklyn: è giusto ricordare che la città più celebre degli USA è olandese D.O.C. al 100%, fondata nel 1625 dalla “Compagnia Olandese delle Indie Occidentali” con l’originario nome di Nieuw Amsterdam.
Sgusciando tra i due laghi, la corsa muoverà in direzione di Hilversum, grossa città-giardino e residenziale, dove hanno sede il quartier generale europeo della Nike, numerose emittenti televisive olandesi e altre aziende del settore, come la Endemol, la società titolare di format di successo diffusi anche in Italia (Grande Fratello, La prova del cuoco, Affari Tuoi, Chi vuol essere milionario, Che tempo che fa, CentoVetrine, solo per citarne alcuni). Aggirando Hilversum da sud ci si porterà a Soest, cittadina circondata da foreste, praterie e paludi, terreni prescelti dall’esercito olandese come campi di addestramento. Rimanendo in tema militare, nel vicino centro di Soesterberg, pure sul percorso di gara, si può visitare il museo ufficiale della Klu (l’aeronautica militare dei Paesi Bassi), accolto in una dismessa fabbrica di aerei. Soesterberg: il suffisso “berg” subito richiama alla memoria dell’appassionato arcigni tratti delle classiche del nord, il Kemmelberg della Gand-Wevelgem, il muro di Grammont (Geraardsbergen in olandese) del Giro delle Fiandre, il Cauberg della citata Amstel. Nulla di tutto questo attenderà i corridori ma siamo realmente alle porte del tratto più impegnativo di questa frazione: di lì a poco, lambita la cittadina di Amersfoort (vi è nato il celebre pittore Piet Mondrian) si giungerà ai piedi del primo GPM del Giro 2010, la Zeisterweg, letteralmente la “strada per Zeist”, centro che fu una sede della setta dei Fratelli Moravi, fondata attorno al 1450 dal teologo boemo Jan Hus, che diede il nome al movimento degli “hussiti” e che fu condannato al rogo dalla chiesa cattolica in quel di Costanza, dove le sue ceneri furono riversante nel fiume cittadino, quel Reno che, scherzi del destino, corre proprio nelle terre di Utrecht.
La salita della Zeisterweg si snoda all’interno del Parco Nazionale dell’Utrechtse Heuvelrug (una morena sabbiosa ricca di foreste), misura circa 1 Km, presenta una pendenza media del 4% e si conclude ai piedi del Marmontberg, piccolo colle sul quale spicca la “Piramide di Austerlitz”, monumento eretto nel 1804 su iniziativa del generale Auguste Marmont per impegnare le annoiate truppe napoleoniche stanziate in loco. L’anno successivo sarà intitolato alla storica e vittoriosa battaglia combattuta in Repubblica Ceca e che ebbe come conseguenza la fine del Sacro Romano Impero.
Tagliando attraverso la foresta ci si porterà in dolce discesa a Driebergen-Rijsenburg, dove è possibile visitare il più grande museo olandese dedicato ai giocattoli, raggiungendo poi Doorn. Qui si transiterà a breve distanza dal castello che fu la dimora in esilio dal 1920 alla morte (1941) di Guglielmo II, l’ultimo “kaiser”, abdicato dopo la pesante sconfitta degli Imperi Centrali nella prima guerra mondiale.
Un altro maniero, uno dei più interessanti della zona, è quello che si può ammirare circondato dalle acque nel vicino centro di Amerongen, dove inizierà un circuito di una trentina di chilometri. L’anello, tracciato all’estremità sudorientale dell’Utrechtse Heuvelrug, debutterà con l’ascesa della collina di Amerongse, punto più elevato del parco nazionale e tetto della tappa dall’alto dei suoi 60 metri. Il secondo e ultimo GPM (ma sarebbe più consona la denominazione di GPC), sarà raggiunto al termine di una salita discontinua, spezzata in due tronchi da un tratto di 300 metri in lieve discesa: i primi 0,8 Km salgono al 3% medio, gli ultimi 500 hanno una pendenza del 3,2% e racchiudono il tratto più duro, decisamente non insormontabile essendo appena 100 metri di strada al 6%. Più compatta sarà la successiva discesa, che condurrà i “girini” a Veenendaal, il centro con più tradizione ciclistica tra quelli toccati da questa prima frazione in linea. Dal 1985, infatti, vi si svolge la Dutch Food Valley Classic (fino al 2005 conosciuta semplicemente come Veenendaal – Veenendaal), gara di categoria 1.HC particolarmente adatta ai velocisti: l’hanno conquistata, tra gli altri, Jean-Paul van Poppel, Olaf Ludwig, Jeroen Blijlevens, Tom Boonen, Robert Förster e, unico italiano, Simone Cadamuro (2004).
In pianura, a parte qualche lieve saliscendi, si svolgerà il restante tratto del circuito, che si chiuderà dopo il passaggio per Rhenen, dove si trova uno dei principali parchi zoologici della nazione, visitabile a bordo di un trenino elettrico. D’ora in avanti, compagno di viaggio quasi onnipresente sarà il Reno Inferiore, uno dei tre rami nei quali si divide, una volta giunto nei Paesi Bassi, il grande fiume che ha le sue sorgenti nell’elvetico Canton Grigioni e che, con i suoi 1326 Km, è uno dei più lunghi corsi d’acqua d’Europa. Poco più avanti anche il ramo inferiore si divide, dando vita al Kromme Rijn e al fiume Lek, sulle cui rive si specchiano l’antica cittadina di Wijk bij Duurstede e il suo castello medioevale.
Procedendo speditamente in direzione di Utrecht, si attraverserà il centro di Houten, nel 2008 premiato come “Fietsstad” (città del ciclismo), riconoscimento annualmente attribuito dai cicloamatori olandesi.
Dopo Nieuwegein, il Giro entrerà nel territorio comunale di Utrecht ma, anziché dirigersi subito verso il traguardo, compirà una sorta di giro dell’oca in senso antiorario attorno alla quarta città della nazione per numero d’abitanti, capitale religiosa dei cattolici olandesi essendo la sede primaziale. Il principale monumento cittadino, infatti, è il duomo di San Martino (officiato dai protestanti dal 1580), costruito a partire dal 1254 e gravemente danneggiato da un tornado nel 1674, quando crollò la navata centrale, isolando dal corpo di fabbrica della chiesa il “pezzo forte” del complesso, la Domtoren, uno dei più colossali campanili d’Europa.
La corsa, dopo aver aggirato la città, vi entrerà da ovest, dal sobborgo di De Meern, e si porterà sulla Croeselaan, il viale sul quale la prima frazione si concluderà, all’ombra della principale sede della Rabobank, la banca presente nel mondo del ciclismo dal 1996 quale sponsor di una delle più agguerrite formazioni, nelle cui schiere militano il vincitore uscente del Giro d’Italia, il russo Denis Menchov, e il tre volte campione del mondo Óscar Freire Gómez.
Nella città natale del “cigno” Van Basten riusciranno i grandi treni a mandare in rete i loro cannonieri oppure a sorpresa andranno in goal gli outsider dello sprint?

LAVORI IN CORSO
Percorso confermato in toto. L’unica modifica riguarderà il primo GPM, trasferito dalla cima dell’ascesa della Zeisterweg alla Kaapse Bossen, sulla quale si scollinerà subito dopo il passaggio per Doorn.

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY
Foto copertina: scorcio di Utrecht, con la Domtoren sullo sfondo (wikipedia)

Laghi di Loosdrecht (realtravel.com)

Laghi di Loosdrecht (realtravel.com)

Uno scorso di Breukelen, la città madre di Brooklyn (www.brooklynpaper.com)

Uno scorso di Breukelen, la città madre di Brooklyn (www.brooklynpaper.com)

Soestenberg, Museo della Klu (www.danger-zone.fotografeert.nl)

Soestenberg, Museo della Klu (www.danger-zone.fotografeert.nl)

Parco Nazionale dell’Utrechtse Heuvelrug, Piramide di Austerlitz (www.defransetijd.nl)

Parco Nazionale dell’Utrechtse Heuvelrug, Piramide di Austerlitz (www.defransetijd.nl)

Il busto di Guglielmo II, l’ultimo kaiser, troneggia davanti al castello di Doorn

Il busto di Guglielmo II, l’ultimo kaiser, troneggia davanti al castello di Doorn

Castello di Amerongen

Castello di Amerongen

Un gruppo di cicloamatori impegnati sulla salita dell’Amerongse Bos, secondo GPM di giornata (www.pernisserwielerploeg.nl)

Un gruppo di cicloamatori impegnati sulla salita dell’Amerongse Bos, secondo GPM di giornata (www.pernisserwielerploeg.nl)

Il Reno Inferiore a Rhenen (www.aes-europe.nl)

Il Reno Inferiore a Rhenen (www.aes-europe.nl)

Castello di Wijk bij Duurstede

Castello di Wijk bij Duurstede

Houten, Citta del Ciclismo 2008 (www.fietsberaad.nl)

Houten, Citta del Ciclismo 2008 (www.fietsberaad.nl)

Utrecht, Croeselaan, sede centrale della Rabobank

Utrecht, Croeselaan, sede centrale della Rabobank

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI AMSTERDAM

maggio 9, 2010 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: pareri tecnici di campioni del passato, che conoscerete nelle prossime giornate; le notizie sulle condizioni di Damiano Cunego, pervenute direttamente dal suo direttore sportivo; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; una rubrica umoristica in ricordo di Raimondo Vianello; le “perle” dei telecronisti e le previsioni del tempo per la tappa che verrà. Seguiteci.

Foto copertina: si rifiniscono i lavori di preparazione del rettilineo di partenza (foto ANP)

IL POLSO DI DAMIANO

Quella di Cunego nella 1a tappa e’ stata una prestazione in linea con le aspettative, forse solo un po’ penalizzata da una prima parte di percorso molto bagnata al momento della partenza di Damiano. Per un corridore che punta a essere protagonista nelle tappe di montagna della parte finale del Giro, rischiare in una cronometro condizionata dalla pioggia sarebbe stato poco utile. Speravo che perdesse al massimo 30 secondi dagli uomini di classifica; invece, ha perso 50 secondi da Nibali. Comunque mancano 20 giorni di corsa e siamo tranquilli.

Brent Copeland

Cunego in azione nella crono di Amsterdam (www.ispaphoto.com)

Cunego in azione nella crono di Amsterdam (www.ispaphoto.com)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Wiggins: “Voglio imitare Lance”
Basso: “Buone sensazioni” (Gazzetta dello Sport)

Giro, Wiggins è la prima maglia rosa (Corriere dello Sport – Stadio)

Wiggins takes early lead in Giro d’Italia (The Times)

Bradley Wiggins: ‘A year ago I never imagined I could race at this level’ (The Independent)

Giro d’Italia 2010: Bradley Wiggins claims pink jersey in Amsterdam Prologue (The Daily Telegraph)

Wiggins, la vie en rose (L’Equipe)

Wiggins : “C’est quelque chose de spécial” (Le Monde)

Bradley Wiggins se enfunda el primer jersey rosa en Holanda (AS)

Wiggins se viste de rosa en Amsterdam (Marca)

El británico Wiggins, primer líder (El Mundo Deportivo)

Tour d’Italie : Wiggins 1er maillot rose (Le Soir)

Giro Leader Wiggins Likes The Smell Of Success (The New York Times)

Wiggins clinches Giro d’Italia opener (USA Today)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

J: Cronometro breve, ma sempre meglio di quelle di 1 o 2 km, l’ideale per iniziare, per partire domani con una classifica vera, per avere un conteggio dei centesimi in caso di arrivo a pari secondi. Non è importante per la classifica finale, nemmeno in caso di cadute o forature.

N: Gli Astana volano, i Colnago pure e Cunego becca un minuto….

A: Fa piacere vedere tanta gente sul percorso. Inutile, in Italia non c’è lo stesso seguito.

C: Il percorso mi è parso abbastanza tecnico e difficile. Ci si è aggiunta anche un pò di pioggia a rendere, per taluni corridori, le cose decisamente più complicate.
Non giudico la gara in sè, ma sono rimasto molto colpito dai 2 numeri che ha fatto Vincenzino Nibali per restare in piedi … povero piccione: che brutta fine …

H: La cosa più importante da sottolineare, con grande amarezza, è che purtroppo i risultati del cronoprologo dimostrano che non abbiamo più uno straccio di specialista. E meno male che erano solo 8 km, sennò sai che batoste!

V: Onestamente, io al Giro d’Italia faccio il tifo per gli stranieri, per aumentare il rango internazionale della corsa.
E a me il prologo è piaciuto, a prescindere dal risultato degli Italiani: ottimi tempi, percorso mosso, molta gente e bel tifo olandese.
Semmai per gli Italiani farò il tifo al Tour.

E: In effetti che non ci sia nessun italiano nei primi dieci è da valutare con attenzione e deve far sorgere qualche interrogativo.
Comunque, Wiggins ha uno stile impeccapile, mentre quello che ha fatto secondo (non ricordo il nome…) era assolutamente improponibile. Che sorpresa, però! Rischiava di mettere la maglia!

S: In effetti non abbiamo uno specialista degno, manco uno nei primi 10! Senza andare al n° 1 moser, gli stessi saronni, visentini, savoldelli, bugno finivano spesso sul podio dei prologhi o delle cronometro e alcune le hanno vinte! Una volta mi pare che un tale Gelfi vinse la Grinzane-Cuneo (60 km) al giro 90 e pierobon a sassari (7 Km) nel 91…
Senza contare i piazzamenti nei primi 10 dei vari Lelli e Chiappucci (persino al tour), che non erano neppure specialisti.

H: mi pare che al Giro, non solo sulle montagne ma anche nelle tappe pianeggianti del CentroNord, i tifosi non manchino; poi ad Amsterdam il Giro non passa tutti gli anni ed è normale che ci fosse tanta gente.
Uno specialista lo abbiamo ed è Pinotti; non è un fenomeno ma comunque ha vinto la crono di Milano non più di due anni fa. Al di là di questo ho visto bene tutti i favoriti, in particolare ha sorpreso in positivo Basso.

H: In Olanda c’è la passione per la bicicletta, così come in Francia, in Belgio: tutti i ciclisti vengono applauditi indistintamente. In Italia non si ama la bicicletta, si ama solo il campione. C’è una brutta malattia in Italia. Si chiama tifo. Porta la gente ad avvicinarsi e ad allontanarsi da uno sport solo in funzione della presenza o dell’assenza di campioni. Non c’è l’amore per la bicicletta e per lo sport in senso lato. Nel Dna dell’italiano c’è la propensione, anzi la necessità di schierarsi. E’ una tara. Non ce ne sbarazzeremo mai. Riempire le strade solo se c’è un campione è assurdo. Io sulle strade vado per vedere il ciclista, i ciclisti. E non m’importa per quale bandiera corra. Questo è il ciclismo. Vero.

H: Caro V. sono sulla tua stessa lunghezza d’onda. Perfettamente d’accordo. Io spero in un bel podio straniero. Per il bene del Giro d’Italia. Così il Giro d’Italia avrà modo di farsi conoscere un po’ all’estero. Un podio tutto straniero è il mezzo migliore.
Per contro nelle corse all’estero sto dalla parte degli italiani. Vinca il più forte, è ovvio, ma se vince un italiano sono più contento. Specie al Tour. Solo che ormai la maglia gialla ai Champs Elysées è una chimera.

H: Caro S., noi non abbiamo bisogno di gente che vada forte a cronometro solo nei prologhi (tipo Thierry Marie), abbiamo bisogno di gente che vada forte a cronometro e che nel contempo tenga bene sulle salite. Il nostro problema è che qualche piccolo specialista lo troviamo sempre (appunto tipo Pinotti), ma se va bene a cronometro va male in salita oppure non ha recupero oppure non tiene le tre settimane; oppure se va bene in salita poi becca 4 minuti a cronometro e va fuori classifica. E’ questo il tasto su cui voglio insistere. Se un nostro (presunto) specialista di corse a tappe non impara a viaggiare da solo, contro il tempo, non potrà mai puntare ad un TdF.

S: quello sempre è cosi, vale per tutti, in tour o giri si deve essere completi o comunque difendersi bene. Lo stesso Pantani si difendeva bene nelle seconde crono dei tour (le prime no, prendeva 5′-10′, mentre nelle ultime tappe molto meno).
Consoliamoci che se per noi è dura vincere il tour, lo è ancor di piu per un francese…….. e loro pure il giro!
Ma è evidente che il tour ha diminuito i km a cronometro individuale. Volevo vedere gli specialisti che avrebbero detto di un tour con solo una crono di 55km … una volta ce ne erano almeno 2, roba anche di 70-80km… persino le cronoscalate,mi pare una a Morzine Avoriaz di 53 km!

H: Io sono del parere che le cronometro ci vogliono. E anche tante. Insegnano a correre. Tu sei lì, da solo, senza aiuti. Se hai gambe e fiato vai, sennò non vai. E se non vai puoi anche riflettere sull’opportunità di cambiare sport. Nel ciclismo bisogna pedalare. E possibilmente senza aiuti. Se vogliamo imparare ad andare a cronometro, dobbiamo mettere in calendario tante cronometro, sia gare di una giornata che nelle corse a tappe. E fin dalle categorie minori, juniores, U23, così come fanno all’estero. Dappertutto. Solo in Italia si è persa la cultura delle gare contro il tempo. Occorreranno anni per ricostruire la scuola dei cronomen.

M: Le crono come devono essere? Totalmente piatte o è giusto che siano “inquinate” da qualche tratto di salita?

E: In un grande giro a tappe: 2 cronometro lunghe, tipo 50-55 km oppure anche 60 km. Una piatta e una mista. Non sono a favore di cronoscalate.

H: Sono d’accordissimo. Una cronoscalata ogni 10-12 anni ci può anche stare. Ma non dev’essere un’abitudine. Per quanto riguarda le crono, mai sotto i 50 km.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

GIRO A SEGNO

Rubrica semiseria sul Giro 2010, in ricordo del grande Raimondo Vianello

Col prologo, al giro, si imparano le curve:
Curve cieche, secche, semicurve, doppie curve, curvoni….
Curve scivolose
Curve dei manubri
Le curve delle miss
ed anche le curve quadrate… le traiettorie di Ivan Basso.

by N@po

Raimondo Vianello interpreta il ciclista Birocci (Tante Scuse, 1974, RAI)

Raimondo Vianello interpreta il ciclista Birocci (Tante Scuse, 1974, RAI)

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Amsterdam – Utrecht

Amsterdam: sole e nuvole sparse, temperatura 10°C (percepiti 7°C causa vento), venti moderati da NNE (13-15 km/h), umidità al 75%.
Soest (57° Km): sole e nuvole sparse, temperatura 12°C (percepiti 9°C causa vento), venti moderati da NNE (13-15 km/h), umidità al 71%.
Veenendal (108° Km): sole e nuvole sparse, temperatura 11,5°C (percepiti 9°C causa vento), venti moderati da NNE (12-14 km/h), umidità al 74%.
Nieuwegein (172° Km): cielo coperto, temperatura 12,7°C (percepiti 10°C causa vento), venti moderati da N (14-17 km/h), umidità al 62%.
Utrecht: cielo coperto, temperatura 12,7°C (percepiti 10°C causa vento), venti moderati da N (14-17 km/h), umidità al 62%.

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Diamo atto alla nuova coppia di telecronisti RAI e ai loro colleghi di non aver, almeno per una volta esordito col classico (almeno, a noi non è capitato di sentirlo) “questa partenza è stato un viatico per il Giro”. Nun se po’ sentì!!! Il viatico è la comunione che si da ai moribondi!!! E il ciclismo, c’avrà i suoi problemi, ma moribondo non è.
Ad aprire le danze quest’anno è stato Beppe Conti che, nel programma di presentazione del Giro (venerdì pomeriggio) è scivolato sul nome del tedesco Gerdemann, mutandolo in Gerdemans. Una quisquilia, verrebbe da dire, ma la pronuncia dei cognomi dei corridori stranieri ha spesso messo a dura prova i telecronisti: oggi abbiamo sentito Pancani chiamare “Bucvalter” il secondo arrivato Bookwalter.
La nuova coppia di telecronisti ha, però, per ora passato l’esame, senza incappare nemmeno in errori tecnici (a parte la distanza massima consentita per i cronoprologhi, che è di 8 Km e non di 7, come si è sentito).
In serata lo stress del grand depart si è però fatto sentire e, a TGiro, Cassani chi ha confezionato la perla della giornata
“La velocità è sicuramente più veloce”.

Approfittiamo dell’occasione per andare a ravanare sul fondo della cassapanca (l’avete notato, è il soprannome che è stato affibbiato al duo microfonato della RAI) e a pescare qualche strafalcione storico.

Arrivo del Tour a Parigi. Il gruppo imbocca gli Champs-Élysées e il mitico De Zan declama a gran voce “Ed ecco sullo sfondo, la statua della Libertà”

LET’S GET IT STARTED. WIGGINS PRIMO PADRONE DI UN GIRO CHE GIA’ PARLA STRANIERO

maggio 8, 2010 by Redazione  
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Ad Amsterdam il britannico del Team Sky rispetta i pronostici e si tinge di rosa. Evans (3°) e Vinokourov (4°) già volano mentre in casa Liquigas Nibali fa meglio di Basso e conferma di voler recitare un ruolo da protagonista assoluto. Domani primo duello per pedali veloci.

Foto copertina: Bradley Wiggins lanciato a tutta verso la prima maglia rosa del Giro 2010 (nos.nl)

Eppur si muove. Approdato in Olanda accompagnato da un vespaio di polemiche per la location, i forfait (fisici per Bennati e Freire, burocratici nella fattispecie Pellizotti) dell’ultima ora e gli autogol dell’organizzazione sul tema inviti (tiene – e terrà – banco per molto l’esclusione della Isd e della Flaminia per far spazio alle francesi), ha preso ufficialmente il via oggi da Amsterdam il 93° Giro d’Italia. Che di nostrano, almeno per adesso, ha ben poco.
Vince, come da pronostico pur senza dominare, il britannico Bradley Wiggins, capace di divorare gli 8,4 chilometri di tracciato disegnato lungo le stradine della “Venezia del Nord” ad una media di poco inferiore ai 49 km/h in barba alla sinuosità delle curve e ad alla pericolosità di un asfalto reso ancor più viscido dalla pioggia caduta ad intermittenza durante le ore che hanno accompagnato l’esercizio d’esordio dei 198 iscritti alla corsa rosa.
La stoccata del 30enne, pluri-iridato su pista e quarto classificato al Tour dello scorso anno, è arrivata come una manna dal cielo a pochi battiti dall’epilogo, scongiurando il “pericolo” di incoronare primo padrone del Giro il carneade statunitense Bookwalter, cocchiere designato di Evans e “carro armato” piazzato dall’aussie in ottica cronosquadre.
Con la maglia gialla di Parigi, pensiero stupendo messo nel mirino dal luglio scorso, vero obiettivo di stagione, non appare peregrina l’ipotesi che Wiggins possa difendere il simbolo del primato anche dopo il test della cronosquadre (il Team Sky ha incorniciato la giornata odierna con il 5° posto di Henderson ed il 15° di Cioni), concedendo alle pendenze del Terminillo il verdetto atteso: correre al risparmio per la Grande Boucle o lasciare che l’appetito venga mangiando?
Tra i protagonisti annunciati per la rosa di Verona, intanto, l’impressione migliore l’ha destata Evans, 3° a 2 palesando una condizione fisica la cui curva è allo Zenit ormai dalla Freccia Vallone. Discorso analogo per Vinokourov, appena giù dal podio e staccato di 5’’ da Wiggins, bottino divorato nel toboga di curve finali, nel quale il kazako ha letteralmente alzato il piede dall’acceleratore mentre l’uomo Sky ha condotto il mezzo con precisione chirurgica. Nibali, 11° a 10’’, arrivato in Olanda in extremis dopo l’esclusione di Pellizotti, insidia già la leadership di un Basso (37° a 23’’) che pure ha evidenziato netti segni di ripresa dopo l’opaca parentesi al Romandia. Problemi al vertice che attanagliano, oltre alla già citata Liquigas, anche la Katusha: nel team russo, infatti, Karpets (35° a 22’’) ha rifilato quasi un minuto a Giampaolo Caruso, per il quale sarà necessario attendere le prime asperità per tentare il golpe. Sugli stessi tempi di Basso si è ben difeso Sastre mentre hanno fatto leggermente meglio sia Scarponi (33° a 21’’) e Garzelli (30° a 20’’), candidati autorevoli alla top 5 conclusiva. Come era lecito attendersi, infine, sono andati decisamente più piano Cunego (144° a 52’’) e Pozzovivo, incappato in uno scivolone e già attardato di un minuto dal campione del mondo. Domani si riparte per la seconda delle tre fatiche nella terra dei tulipani. 210 chilometri, da Amsterdam ad Utrecht, su un percorso piatto come un tavolo da biliardo sanno di chiamata alle armi per i velocisti: Greipel, Farrar, Modolo e Petacchi (in rigoroso ordine alfabetico) sono già pronti.

Marco Ferri

07-05-2010

maggio 8, 2010 by Redazione  
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4 JOURS DE DUNKERQUE
Il danese Alex Rasmussen (Team Saxo Bank) si è imposto nella terza tappa, Menin – Ypres, percorrendo 189 Km in 4h22′46″, alla media di 43,156 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Danilo Napolitano (Team Katusha) e lo spagnolo Rojas Gil.
Rasmussen torna in testa alla classifica, con 1″ su Napolitano e 11″ sul francese Pineau

Stavolta Napolitano non ce lha fatto (foto AFP)

Stavolta Napolitano non ce l'ha fatto (foto AFP)

SZLAKIEM GRODÓW PIASTOWSKICH
Il polacco Marek Rutkiewicz (Mróz Active Jet) si è imposto nella prima tappa, Jawor – Zlotoryja, percorrendo 158,3 Km in 4h02′10″, alla media di 39,220. Ha preceduto allo sprint il ceco Konig e di 5″ il tedesco Radochla. Miglior italiano Daniele Callegarin (Feudi di San Marzano-CDC-Cavaliere), 5° a 7″.
In classica Rutkiewicz ha 4″ su Konig e 11″ su Radochla. Callegarin è 5° a 17″,

Rutkiewicz Marek, vincitore della prima tappa, allattacco (foto Paweł Urbaniak)

Rutkiewicz Marek, vincitore della prima tappa, all'attacco (foto Paweł Urbaniak)

FIVE RING OF MOSCOW
Il russo Sergey Firsanov si è imposto nella prima tappa, circuito di Krylatskaya. Ha preceduto i connazionali Evgeny Reshetko (allo sprint) e Khatuntsev (di 2′04″). Reshetko è il nuovo leader della corsa, con 10″ su Firsanov e 2′09″ su Khatuntsev.

INTERNATIONAL AZERBAIJAN TOUR
L’iraniano Ghader Mizbani Iranagh (Tabriz Petrochemicals Team) si è imposto nella quinta tappa, Jolfa – Kaleibar, percorrendo 145 Km in 4h07′16″, alla media di 35,184 Km/h. Ha preceduto di 24″ il connazionale Zargari e di 57″ il kazako Mizurov. Mizbani Iranagh conserva la testa della classifica, con 1′20″ e 3′46″ sui connazionali Zargari e Askari.

IL GIRO AD AMSTERDAM: UNA PARTENZA “VENEXIANA”

maggio 8, 2010 by Redazione  
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Il Giro del 2010 prenderà le mosse dai Paesi Bassi, ma la tappa d’apertura presenterà ancora suggestioni veneziane, quasi non interrompendo il filo con l’edizione del centenario. I numerosi canali di Amsterdam daranno l’illusione d’esser rimasti nella città lagunare e rappresenteranno la principale attrattiva della veloce crono di 8,4 Km che assegnerà la prima maglia rosa, abbracciando alcuni tra i luoghi più caratteristici della capitale olandese: il ponte “magro” sull’Amstel, il quartiere ebraico, il NEMO, il Dam, il “beghinaggio” e si lambirà anche il celebre quartiere a luci rosse….

Il Giro del 2010 partirà da Venezia. No, direte voi, la prossima edizione scatterà dai Paesi Bassi! Ed è vero ma ai “suivers” della corsa rosa sembrerà d’esser rimasti ancora tra calli e canali della città di San Marco, grazie ai colpi d’occhio che offrirà Amsterdam – non a caso definita da più parti la “Venezia del Nord” – la località prescelta da Zomegnan per la partenza della 93a edizione del Giro e che riassume nei suoi scorci le peculiarità delle lande olandesi, terre che l’uomo ha saputo strappare, col sudore e con le mani, alle acque. Sarà la nona volta che il Giro pianterà le tende per lo start assoluto fuori dai confini nazionali, evento che i Paesi Bassi già accolsero nel 2002, quando la corsa scattò da Groningen. Oggi come allora l’atto inaugurale sarà una prova contro il tempo, da affrontare individualmente e non a squadre, essendo la prova collettiva, nelle ultime tre edizioni proposta come prima frazione, rimandata alla quarta giornata di gara, la prima che si vivrà sul suolo italiano. Ai passistoni alla Cancellara, ai quali il tracciato complessivo del Giro non è per nulla favorevole, gli 8400 metri del percorso amsterdamese offriranno l’unica reale possibilità di esibire e mettere in campo le loro potenzialità, essendo le restanti due prove individuali troppo impegnative – se non proibitive – per i loro mezzi. Rispetto al prologo che aprì il Giro di otto anni fa, conquistato dallo spagnolo Juan Carlos Domínguez a una media di circa 47,5 Km, questo si annuncia più filante, caratterizzato da una decina di curve (a Groningen erano quasi il doppio e finirono per penalizzare la velocità su di un percorso totalmente piatto) e da un’altimetria praticamente pianeggiante, con una sola e risibile difficoltà altimetrica; si gareggerrà a un’altitudine media di 5 metri sul lìvello del mare, salendo fino a 12 metri nel passaggio dal centro storico. Partenza ed arrivo saranno collocate fuori da esso, a circa 2 Km di distanza, nel cuore del quartiere residenziale sorto alla fine dell’Ottovento attorno al Museumplein, la spianata sulla quale si affacciano le principali istituzioni museali cittadine. La rampa di lancio sarà installata a pochi passi dal museo che l’amministrazione comunale ha voluto dedicare a uno dei più celebri “illustratori” di queste terre, Vincent Van Gogh, olandese di Zundert, comune del Brabante Settentrionale. Rimanendo in tema, questa frazione costituirà una sorta di “pinacoteca” per corridori, addetti ai lavori e telespettatori, poiché il tracciato andrà ad attraversare molti dei luoghi più caratteristici e fotografati della capitale, in primis i canali, dovendosi superare ben 18 ponti.
I primi colpi di pedale del Giro 2010 saranno dati sulla Van Baerlestraat, proprio di fronte al Concertgebouw, teatro considerato come una delle tre migliori sale da concerto al mondo. Quasi al termine del primo chilometro di gara si supererà il primo ponte, gettato sul Boerenwetering, e poi s’imboccherà la Ceintuurbaan, sorta di circonvallazione interna di Amsterdam, sulla quale si permarrà per un chilometro e mezzo. In questo tratto, tra i più veloci del percorso, si costeggerà il Sarphatipark, piccolo – 4,5 ettari – ma tranquillo parco in stile inglese, vera e propria oasi di pace a breve distanza dal centro urbano, voluta dal medico, urbanista e filantropo Samuel Sarphati, al quale è intitolato. Di lì a breve si giungerà sulle rive dell’Amstel, il fiume dal quale prende il nome la città (originariamente Amstelredam, ossia diga (dam) sull’Amstel), che sarà costeggiato in uno dei suoi tratti più caratteristici e fotogenici, con le sue case galleggianti e il famoso Magere Brug, ponte levatoio costruito nel 1934 in sostituzione del precedente del 1871, che a sua volta aveva soppiantato l’originale del 1691, stretto al punto da essere soprannominato “magro” (magere in olandese). 700 metri di lungofiume poi si volgeranno le spalle all’Amstel per andare a sfrecciare tra le case di quello che un tempo era il quartiere ebraico. Non cercate qua la celebre casa di Anna Frank, che si trova nel settore occidentale della città, ma potete comunque ripercorrere la storia delle comunità ebraiche in Olanda visitando lo Joods Historisch Museum, ospitato in uno splendido complesso costituito da quattro sinagoghe (la più antica è del 1671). I “girini” attraverseranno la Waterlooplein e poi transiteranno sotto le finestre dalle quali si affacciarono Rembrandt e la moglie Saskia: oggi accoglie un museo l’abitazione nella quale il grande pittore dimorò fino al 1660, quando fu costretto a metterls in vendita a causa dei debiti accumulati e della bancarotta nella quale era incappato quattro anni prima.
È giunta l’ora dei primi ragguagli: poche centinaia di metri più avanti in cronometristi annunceranno i primi resoconti numerici del Giro 2010 quando i corridori transiteranno alla spicciolata nella grande piazza del Nieuwmarkt, all’ombra del Waag, antica porta cittadina che nel ‘600 fu trasformata prima in pesa pubblica e poi in piccola dimora fortificata. È davvero un percorso tra le acque questo: poco più d’un chilometro dopo aver lasciato le rive dell’Amstel si raggiungeranno quelle del porto della capitale olandese, aperto sulle rive della baia detta “IJ”, collegata al Mare del Nord da un canale lungo 24 Km e sulla quale si affaccia il NEMO (New Metropolis), edificio progettato in forma di nave dall’architetto italiano Renzo Piano quale sede del principale centro scientifico della nazione. Il porto, invece, mantiene ancora aspetti secenteschi, nonostante le invasive e criticate trasformazioni subite a fine ‘800, quando su di un’isola artificiale realizzata proprio di fronte al centro fu innalzata la Stazione Centrale di Amsterdam, edificio che tagliò in due il porto e privò dell’originale funzione i quartieri che vi gravitavano.
Il passaggio sul fronte del porto rappresenterà anche il giro di boa di questo tracciato. Proprio dinanzi all’accesso principale alla stazione i corridori svolteranno bruscamente a sinistra, dirigendosi verso il cuore della capitale, il “Dam”, la piazza più famosa di Amsterdam. Il Dam non riveste questa funzione solo per la sua posizione elevata rispetto al resto della città (ci si giungerà affrontando mezzo chilometro di strada al 2% circa, con i primi 100 metri al 4%), ma anche per gli edifici che vi si affacciano o si trovano nelle immediate vicinanze, come la Borsa, l’Oude Kerk (chiesa vecchia), la Nieuwe Kerk (chiesa nuova) e il Palazzo Reale: i Paesi Bassi (Olanda è un toponimo inesatto, relativo in realtà a due provincie dello stato), infatti, sono una monarchia parlamentare, attualmente retta dalla regina Beatrice d’Orange-Nassau, la cui residenza ufficiale è, però, il palazzo Huis ten Bosch, che si trova a L’Aia.
Il “Dam” costituisce anche uno spartiacque simbolico tra le due anime della capitale olandese, da una parte il Begijnhof, dall’altra il De Wallen. Il primo era una sorta di città nella città, costruita nel medioevo come residenza delle “beghine”, donne vedove o non maritate che spendevano il loro tempo nella preghiera e nell’assistenza agli anziani, vestendo un abito scuro detto “bigio” (termine dal quale deriverebbe non solo il termine “beghina” ma, secondo alcuni, anche la parola “bigotto”). Tutt’altra atmosfera è quella che si respira dall’alto lato del “Dam”, in quel De Wallen che poi altro non è che il quartiere a luci rosse che ha costruito la fama odierna di Amsterdam, “attivo” fin dal XIV secolo, quando era assiduamente frequentato dai marinai del vicino porto, anche per la presenza di numerose distillerie. Verrebbe quasi da dire “Bacco, Tabacco e Venere, riducono l’uomo in cenere” e questa frase sembra calzare a pennello per una città che viene da molti considerata anche come una delle “capitali del fumo”.
Procedendo in lieve discesa sul Rokin – una delle principali strade cittadine, che corre dove un tempo s’apriva la conca portuale – si planerà nel Muntplein, slargo dominato dalla Torre della Zecca e crocevia di strade e canali: sulla destra diparte il Singel, il canale che funse da fossato alla città fino al 1585; sulla sinistra insiste uno dei quartieri architettonicamente più interessanti di Amsterdam, il cosiddetto “Gouden Bocht” (letteralmente “Gomito d’Oro”). A questo punto si abbandonerà il centro della capitale e si procederà con decisione in direzione del quartiere dei musei imboccando la Vijzelstraat, strada pianeggiante e dritta come un fuso, percorrendo la quale s’incontrerà lo striscione dell’ultimo chilometro e s’intercetteranno altri cinque corsi d’acqua, l’ultimo dei quali si chiama Singel, ma non è lo stesso incontrato prima: questo costituiva il limite esterno della città nel cosiddetto “Secolo d’oro”, come fu chiamato il XVII secolo, periodo nel quale le arti, il commercio e le scienze olandesi furono tra le più decantate al mondo.
Proprio sulle rive del Singel si dipaneranno gli ultimi 400 metri, con un ultimo canale, il Boerenwetering (che era stato anche il primo incontrato nel corso di questa cronometro), da superare a uno sputo dal traguardo, collocato sotto le finestre del Rijksmuseum.
La prima maglia dipinta di rosa sarà assegnata accanto ad “opre d’artisti incantati”, su tutte quelle di Rembrandt, del quale il museo nazionale copre un periodo di quasi quarant’anni d’attività.
In questo scenario privilegiato darà i primi vagiti il secondo secolo di vita del Giro d’Italia. Ilciclismo.it lo accompagna.

LAVORI IN CORSO
Totalmente stravolto il tracciato della crono d’apertura. Confermata la partenza dal Museumplein, il percorso sfiorerà il centro storico di Amsterdam per poi snodarsi nei quartieri periferici, in direzione dello Stadio Olimpico, presso il quale sarà collocato il traguardo. Rispetto all’originario, il nuovo percorso – che pure misurerà 8,4 Km – sarà più filante, caratterizzato da ampi tratti rettilinei e 8 curve a gomito.

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY
Foto copertina: il Magere Brug sull’Amstel (www.amsterdam.info)

Museo Van Gogh (http://images.voiaganto.it)

Museo Van Gogh

Concertgebouw (www.stockhausen.org)

Concertgebouw (www.stockhausen.org)

Sarphatipark

Sarphatipark

Waterlooplein e il suo mercato delle pulci (www.cafelowietje.nl)

Waterlooplein e il suo mercato delle pulci (www.cafelowietje.nl)

La casa di Rembrandt (www.parool.nl)

La casa di Rembrandt (www.parool.nl)

Il Waag (www.mzskunk.com)

Il Waag (www.mzskunk.com)

Amsterdam e la baia dello Ij (http://www.hollandorama.com)

Amsterdam e la baia dello Ij (http://www.hollandorama.com)

Il NEMO (www.galinsky.com)

Il NEMO (www.galinsky.com)

Il Dam (www.4en5mei.nl)

Il Dam (www.4en5mei.nl)

Il Begijnhof (www.amsterdamtips.com)

Il Begijnhof (www.amsterdamtips.com)

De Wallen, il quartiere a luci rosse (www.searchamsterdamhotel.com)

De Wallen, il quartiere a luci rosse (www.searchamsterdamhotel.com)

Il Singel… e un’immancabile bicicletta

Il Singel… e un’immancabile bicicletta

Uno scorcio del Gouden Bocht

Uno scorcio del Gouden Bocht

Rijksmuseum (www.itineraridiviaggio.it)

Rijksmuseum (www.itineraridiviaggio.it)

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