AMSTERDAM – MIDDELBURG: IL TAPPONE MARITTIMO

maggio 10, 2010
Categoria: News

Un’altra giornata destinata ai velocisti, più liscia rispetto a quella del giorno precedente ma che potrebbe rivelarsi indigesta per molti, soprattutto per chi non riuscirà a entrare nel ventaglio giusto. Sarà il vento il grande protagonista di questa giornata, spazzando in lungo e in largo negli ultimi 100 Km, che si correranno praticamente in mare aperto: basta una distrazione ed Eolo si porterà via secondi (se non minuti) preziosi, come accaduto lo scorso anno al Tour, nella decisamente meno ventosa frazione della Grande Motte.

Il “tappone marittimo”. La definizione calza a pennello per una frazione che presenterà un finale particolare, praticamente tracciato in mare aperto, sulle strade della Zelanda. Il nome la dice tutta sulla natura di queste zone: “zee land” significa terra del mare, un regno che l’uomo ha strappato con fatica al Mare del Nord e che questi ha riavocato a sé in più occasioni. Per ora la sfida è ancora dominata dall’uomo, che rintuzzò l’ultimo storico attacco avversario, la disastrosa alluvione del febbraio 1953, mettendo in opera il “Piano Delta”, immane progetto d’ingegneria idraulica che, in vent’anni di lavoro, porterà alla riduzione delle coste di ben 700 Km e alla costruzione di 25 Km di dighe, alcune delle quali saranno affrontate nel finale della terza frazione del Giro 2010. Sarà proprio questa la principale insidia di un tracciato altrimenti facilissimo, totalmente sprovvisto di difficoltà altimetriche. In quei tratti esposti, quando si correrà praticamente circondati dalle acque, si sarà anche in balia dei venti, con tutti i rischi connessi. La possibilità di incappare in ventagli, vale a dire le fratture che spesso avvengono in seno al gruppo in occasioni simili, sarà molto elevata e, dunque, chi punterà alla classifica dovrà affrontare gli ultimi 100 Km nelle prime posizioni del gruppo, con le antenne ben dritte per captare eventuali “buchi”. Basta un istante e questo, per colpa di Eolo, si può tramutare in parecchi minuti di distacco, costringendo poi la squadra fare gli straordinari per riportare sotto il proprio capitano. E non è detto che si riesca a far rimarginare questa ferita: l’esercizio riuscì alla perfezione alla Mercatone Uno di Pantani, quando il “Pirata” rimase staccato nella tappa di Lecce del Giro 1998 (e nello stesso Giro di Puglia, spesso le folate furono più incisive delle altimetrie), ma ciò non si è verificato all’ultimo Tour de France, quando nella frazione della Grande Motte il vento della Camargue permise a 27 corridori di guadagnare 40 secondi a 30 Km dall’arrivo, un margine che lo scatenato gruppone inseguitore non riuscì a scalfire.
Anche questa frazione, l’ultima prima del trasferimento in Italia, prenderà le mosse da Amsterdam, vero e proprio punto focale della tre giorni olandese. La prima metà gara si disputerà sulla terraferma, lambendo nei chilometri iniziali i celebri campi di tulipani che hanno fatto meritare a queste terre il soprannome di “Bloemenland” (paese dei fiori). Li immortalò anche Van Gogh, mentre il nome di Rembrandt è stato attribuito a una varietà di questi fiori d’origine turca, arrivati nei Paesi Bassi alla fine del XVI secolo e da subito coltivati, divenendo ben presto merce di lusso, il cui valore economico era trattato direttamente nella casa di Jacob van der Buerse, il mercante dal quale prese il nome l’odierna Borsa.
L’attività è “fiorente” anche al giorno d’oggi, in particolar modo ad Aalsmeer, il primo importante centro toccato dal percorso di questa frazione, dove si trova il più grande edificio commerciale del mondo, il Bloemenveiling Aalsmeer, piazza ovviamente monotematica nella quale i fiori sono battuti all’asta. Sfiorando alcuni piccoli laghi (siamo all’estremo opposto della Plassengebied, l’area prevalentemente lacustre attraversata nel corso della frazione di Utrecht) ci si porterà ad Alphen aan den Rijn, un altro centro affacciato sul vecchio corso del Reno, erede del “castrum” romano di Nigrum Pullum, presso il quale soggiornarono diverse truppe dell’esercito imperiale.
Data la natura di queste terre, ci troviamo sotto il livello del mare. Il punto più “depresso” di giornata sarà raggiunto all’ingresso di Rotterdam, quando si scenderà 6 metri sotto lo zero. Della seconda città della nazione, nonché principale porto d’Europa, non si attraverserà il centro ma si transiterà per le vie dei quartieri meridionali, sfiorando prima lo stadio Feyenoord e poi lo Zuiderpark, presso il quale si concluderà la cronometro che aprirà la prossima edizione del Tour de France. Varcata la Mosa, si punterà in direzione del Mare del Nord, raggiungendolo subito dopo il passaggio per Hellevoetsluis, centro che ha mantenuto immutata la sua prerogative portuali, seppur con fini modificati e adattati alle esigenze del tempo: concepito per scopi militari nel XVII secolo, quando fu fortificato e prescelto quale sede della flotta dell’Ammiragliato della Mosa, oggi è divenuto uno dei principali porti turistici della nazione.
Gli ultimi 100 ventosi chilometri di gara saranno introdotti dal passaggio sull’Haringvlietdam, una delle prime dighe previste dal progetto “Piano Delta” a essere portata a termine: la sua costruzione durò 13 anni, dal 1958 al 1971, e comportò l’interramento di ben 21.800 pali. Attraversato il ponte ci si troverà sull’isola di Goeree-Overflakkee, anch’essa opera umana, creata nel 1751 unendone due preesistenti mediante una diga di 5 Km, oggi scomparsa. Qui saranno attraversati i tre principali villaggi che costituiscono il comune di Goedereede, ciascuno col suo richiamo turistico; Stelledam offre la possibilità di ricordare le febbrili opere di salvaguardia successive all’inondazione del 1953 visitando l’Haringvliet Expo; Goedereede, dove visse alcuni anni il cardinale Adriaan Florenszoon Boeyens (futuro Papa Alessandro VI, ultimo pontefice straniero prima di Giovanni Paolo II), presenta oltre cento monumenti nazionali, sui quali spicca la torre della chiesa, un tempo utilizzata come faro e oggi sede di un museo dedicato alla vita contadina in queste terre di “frontiera”; un’altra interessante raccolta, che espone anche reperti archeologici venuti alla luce a seguito delle operazioni di prosciugamento delle terre inondate, è visibile nell’ex municipio del villaggio di Ouddorp, oltrepassato il quale ci si trasferirà nella successiva isola di Schouwen-Duiveland, entrando così nel territorio della provincia della Zelanda. Il passaggio avverrà mediante una doppia diga, realizzata chiudendo un antico braccio di mare che si è così trasformato nel Grevelingenmeer, lago noto per essere il più grande d’Europa tra quelli di acqua marina, il cui tasso di salinità è regolato da una chiusa.
Quella di Schouwen-Duiveland fu la zona più colpita dalle alluvioni del 1953 e, di conseguenza, anche il cuore del progetto Pian Delta. Oggi è una delle mete preferisti dai turisti, apprezzata soprattutto dai giovani e per la sua spiaggia a dune. Il giro attraverserà l’estremità occidentale dell’isola, al cui centro si trova Zierikzee, la più antica città della provincia, citata per la prima volta nel 976 col nome di Creka (torrente) e nella quale è possibile visitare la “Huis de Haene”, dimora trecentesca appartenuta all’ordine dei Templari.
Si affronterà ora il tratto più spettacolare e difficile di questo finale, il passaggio sull’Oosterscheldekering, il manufatto difensivo più importante tra quelli realizzati: si tratta di una diga lunga ben 9 Km, gettata alla base dell’estuario della Schelda Orientale e caratterizzata da paratie scorrevoli che, durante le tempeste, sono abbassate per evitare che l’acqua del mare si riversi all’interno, operazione che, dalla fine dei lavori (1986) a oggi, è stata compiuta 23 volte (il “livello di guardia” della marea è di 3 metri sopra lo zero). Nell’occasione fu anche realizzata l’artificiale isola delle Sabbie (Neeltje Jans), sulla quale poggia la parte centrale della struttura e dove è stato attrezzato un vasto parco a tema, con esposizioni didattiche affiancate a divertimenti acquatici.
Velocissima toccata e fuga sull’isola di Noord-Beveland, giusto il tempo di sfiorare la spiaggia di De Banjaard (è la più vasta tra tutte quelle che si affacciano sul Mare del Nord), e poi, mediante l’ultima diga di giornata, il Veerse Gatdam, si passerà su Walcheren, antica isola che l’opera dell’uomo ha trasformato in penisola. Qui si trova il capoluogo della provincia della Zelanda, quella Middelburg che sarà l’approdo della terza frazione del Giro 2010. Prima di andare al traguardo si dovrà attraversare Veere, centro definito una delle più malinconiche città olandesi, decaduto dopo la chiusura del braccio di mare sul quale si affacciava e che un tempo aveva contribuito alla fortuna di questo comune, attivo soprattutto nel commercio della lana verso la Scozia.
Giunti nella “Bella Addormentata”, com’è talvolta definita Middelburg, la giornata non sarà ancora conclusa per i “girini”, che dovranno affrontare un conclusivo circuito di circa 36 Km. Si transiterà per Vlissingen, un tempo importante porto sulla Schelda, tornando poi a correre in vista della costa. Infine, toccando una serie di piccoli centri dell’entroterra e sfrecciando tra i “polder” – antichi tratti di mare asciugati e bonificati per ricavarne vaste distese coltivabili – ci si riporterà a Middelburg, terminando il giornaliero cammino nel cuore d’un centro circondato da canali che ha mantenuto intatto il fascino delle antiche città mercantili, gravitante attorno al centralissimo Markt, sul quale si affaccia la gotica facciata del più bel municipio della nazione.

LAVORI IN CORSO
Modificati il tratto finale ed iniziale dell’ultima tappa olandese, portando il chilometraggio complessivo da 209 a 224 Km. In partenza si transiterà tra i celebri campi di tulipani e si attraverserà l’importante centro di Leida (sede della più antica università dei Paesi Bassi). Rotterdam sarà bypassata ad ovest, mentre il finale sarà “secco”, senza circuito.

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: la diga dell’Oosterscheldekering (wikipedia)

Bloemenveiling Aalsmeer, l’asta dei fiori di Aalsmeer

Bloemenveiling Aalsmeer, l’asta dei fiori di Aalsmeer

Campi di tulipani

Campi di tulipani

Rotterdam, il porto antico (www.migrantitorino.it)

Rotterdam, il porto antico (www.migrantitorino.it)

Hellevoetsluis, il porto (www.mimoa.eu)

Hellevoetsluis, il porto (www.mimoa.eu)

Diga dell’Haringvliet (www.rijkswaterstaat.nl)

Diga dell’Haringvliet (www.rijkswaterstaat.nl)

La torre della chiesa di Goedereede

La torre della chiesa di Goedereede

Sport acquatici sul Grevelingenmeer

Sport acquatici sul Grevelingenmeer

Zierikzee, la Casa dei Templari

Zierikzee, la Casa dei Templari

Spiaggia di De Banjaard (zeeland.blog.nl)

Spiaggia di De Banjaard (zeeland.blog.nl)

Diga del Veerse Gat (www.interhike.nl)

Diga del Veerse Gat (www.interhike.nl)

Uno scorcio della malinconica Veere (www.gpsbiketracks.be)

Uno scorcio della malinconica Veere (www.gpsbiketracks.be)

Vlissingen (www.gpsbiketracks.be)

Vlissingen (www.gpsbiketracks.be)

Middelburg, Stadhuis (Municipio) (www.schuitema-makelaars.nl)

Middelburg, Stadhuis (Municipio) (www.schuitema-makelaars.nl)

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