27-03-2010

marzo 28, 2010 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

SETTIMANA INTERNAZIONALE COPPI E BARTALI
Il polacco Bartosz Huzarski (ISD – Neri) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Fiorano Modenese – Sassuolo, percorrendo 178,3 Km in 4h36′09″, alla media di 38,740 Km/h. Ha preceduto di 42″ e 2′00″ gli italiani Stefano Borchi (De Rosa – Stac Plastic) e Luca Ascani (CDC – Cavaliere)
L’italiano Ivan Santaromita (Liquigas-Doimo) si impone con 1′43″ sul polacco Niemiec e 2′25″ sul colombiano Serpa Perez.

Il polacco Huzarski si impone nellultima frazione della 10a Settimana Internazionale di Coppi e Bartali (foto Bettini)

Il polacco Huzarski si impone nell'ultima frazione della 10a Settimana Internazionale di Coppi e Bartali (foto Bettini)

VOLTA CICLISTA A CATALUNYA
Il francese Samuel Dumoulin (Cofidis, le Credit en Ligne) si è imposto nella sesta tappa, El Vendrell – Barcellona, percorrendo 161,9 Km in 4h04′45″, alla media di 39,689 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’estone Taaramae e lo spagnolo Joaquin Rodriguez (Team Katusha). Miglior italiano Paolo Tiralongo (Astana), 9°.
Rodriguez conserva la testa della classifica, con 10″ sul connazionale Tondo e 43″ su Taaramae. Miglior italiano Paolo Tiralongo (Astana), 14° a 1′30″.

CRITERIUM INTERNATIONAL
Il francese Pierrick Fedrigo (Bbox Bouygues Telecom) si è imposto nella prima tappa, Porto-Vecchio – Col de l’Ospedale, percorrendo 176 Km in 5h19′45″, alla media di 33,025 Km/h. Ha preceduto di 11″ il portoghese Machado e di 15″ lo spagnolo Samuel Sanchez. Miglior italiano Matteo Carrara (Vacansoleil Pro Cycling Team), 6° a 15″.
Fedrigo veste la maglia di leader con 15″ su Machado e 21″ su Sanchez. Carrara è 6° a 25″.

TOUR DE NORMANDIE
Il francese Laurent Pichon (Bretagne-Schuller),) si è imposto nella settima tappa, Ducey – Bagnoles de l’Orne, percorrendo 172 Km in 4h07′28″, alla media di 41,440 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Jeandesdoz e di 3″ lo svedese Sandell.
L’olandese Ronan Van Zandbeek (Van Vliet Ebh Elshop) conserva la testa della classifica, con 5″ sul francese Bichot e 38″ sullo spagnolo Herrada.

TROFEU CIUDADE DA GUARDA – GP DU PORTUGAL
Il francese Arnaud Courteille si è imposto nella seconda tappa, Guarda – Trancoso, percorrendo 116,4 Km in 2h52′46″, alla media di 40,424 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Arkimedes R. Argueles e lo svizzero Fumeaux.
Argueles conserva la maglia di leader con 20″ su Courteille e 21″ sull’olandese Dumoulin.

E3 PRJIS VLAANDEREN – HARELBEKE
Lo svizzero Fabian Cancellara (Team Saxo Bank) si è imposto nella classica belga, percorrendo 203 Km in 4h44′34″, alla media di 42,802 Km/h. Ha preceduto di 3″ il belga Boonen e lo spagnolo Flecha Giannoni. Miglior italiano Filippo Pozzato (Team Katusha), 4° a 50″.

Il successo di Cancellara (foto Luc Claessen)

Il successo di Cancellara (foto Luc Claessen)

VUELTA CICLISTA AL URUGUAY
L’uruguayano Richard Mascarañas (Alas Rojas de Santa Lucía) si è imposto anche nella seconda tappa, Rocha – Ramallo, percorrendo 184,7 Km in 4h28′30″, alla media di 41,273 Km/h. Ha preceduto di 5″ e 10″ i connazionali Duarte e Cline. In classifica Mascarañas ha 17″ e 32″ sui connazionali Cline e Mendez.

POLONIA & SANTAROMITA, BINOMIO VINCENTE

marzo 28, 2010 by Redazione  
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Il polacco Huzarski compie un’impresa d’altri tempi facendosi quasi tutta la gara in fuga e andando a vincere l’ultima tappa della Settimana Internazionale. In classifica generale pochi cambiamenti: Santaromita si aggiudica la corsa a tappe italiana senza perdere troppi secondi dai diretti avversari. Aveva conquistato la testa della corsa a Pavullo, nel giorno della vittoria d’un altro atleta proveniente dalla terra dell’indimenticato Giovanni Paolo II.

Foto copertina: il podio della 10a edizione della Settimana Internazionale di Coppi e Bartali (foto Bettini)

Era il dodicesimo chilometro quando Huzarski (Isd) e Borchi (De Rosa) sono usciti dal gruppo. Sembrava la solita fuga del mattino destinata a morire quando i migliori decidono di fare sul serio. Questo è stato il pensiero di tutti fino a quando i chilometri diminuivano velocemente e il distacco tra il duo di testa e il plotone non scemava abbastanza. Alla fine delle tre tornate previste del primo circuito il vantaggio dei fuggitivi oscillava attorno agli 8 minuti e solo allora dietro cominciavano a rendersi conto che la questione si faceva seria.
Muraglia (Cdc-Cavaliere) ha tentato di invertire la rotta partendo solo all’inseguimento dei due fuggitivi, facendo tutto da solo, senza alleati. Fa già una gran cosa quando arriva ad appena 2’30” dalla testa per poi finire la benzina ed essere riassorbito dal gruppo a due giri dal termine.
Dietro il gruppo sembrava assopito, a tutto vantaggio del leader della generale che si vedeva sempre più vicino al trionfo.
Ad accendere la bagarre ci prova Riccardo Riccò (Flaminia), apparso sottotono nelle giornate precedenti. Il modenese non riesce a fare la differenza, incalzato da vicino da Serpa (Androni), dal duo Colnago Pozzovivo-Baliani e dall’eterno Niemiec (Miche), che si è dimostrato il più combattivo del gruppo. Nessuno di questi riesce a fare il vuoto e così si arriva all’inizio dell’ultimo giro con i due in testa che, con 4’ di vantaggio, iniziano a pensare seriamente alla vittoria finale e, soprattutto, al modo migliore per arrivare sotto lo striscione in solitario, a cercare il momento migliore per un attacco. L’ultima scalata del Montegibbio e proprio lì che li aspetta per decidere chi dei due ha le gambe necessarie per trionfare.
E come prevedibile, sarà proprio il Montegibbio a decidere la gara. Lassù il polacco dimostra di averne di più dell’italiano e di potenza s’invola verso il traguardo che dista appena 8 chilometri dallo scollinamento. Per Borchi non resta che un dignitoso secondo posto mentre dalla bagarre del gruppo ne esce Ascani (Cdc-Cavaliere) che giunge a due minuti dai primi, seguito a pochi secondi da Serpa (Androni) e Sella (CarmioOro) davanti a tutti i migliori.
Ribaltato, dunque, ogni pronostico con la tappa meno interessante a chiudere, di fatto, la gara. Quella che doveva essere la tappa più difficile, si giocava la leadership con la terza tappa, si è resa una frazione anonima, che ha favorito l’impresa di due uomini abituati alla pancia del gruppo.
Grande entusiasmo alla fine per Huzarski, alla sua prima vittoria stagionale, ma soprattutto per Santaromita che si aggiudica la prima gara a tappe.

Andrea Mastrangelo

DALLA PANCIA DEL GRUPPO: LUCA ZANASCA

La tappa Rovigo – Finale Emilia doveva essere una frazione transitoria ma cosi non è stato per due motivi: primo perche’ la maggior parte dei velocisti sono andati fuori tempo massimo, secondo perche c’è stato un vento fastidiosissimo. Morale della favola, negli ultimi due giri del circuito finale c’è stato uno sparpaglio generale. La stanchezza e qualche guaio fisico mi hanno fatto perdere un po’ di terreno ma, vista la 20a posizione in generale, poco importa. L’importante era salvarsi; gli uomini di alta classifica avevano il compito di stare attenti a non prendere buchi.
Personalmente è stata la tappa piu difficile perché quando hai problemi fisici anche le tappe piatte diventano un duro ostacolo da superare. Per fortuna ci sono i massaggiatori che, dopo la tappa, ti rimettono “come nuovo”.

La Fiorano Modenese – Sassuolo è stata l’ultima tappa della Coppi e Bartali: alcuni dicono “finalmente è l’ultima”, altri ancora “speriamo di fare bene”. Tutto dipende da come ti alzi la mattina e noi avevamo ancora un po’ di grinta per fare bene. Muraglia ha perso per poco la fuga che “purtroppo” è arrivata, mentre io sono rimasto al fianco di Ascani. La corsa è stata abbastanza regolare e solo negli ultimi due passaggi c’è stato un incremento del ritmo. Noi avevamo l’obiettivo di scollinare davanti il Montegibbio per non prendere buchi nella discesa, la quale presentava molti tornanti; successivamente dovevamo cercare di trovare la posizione giusta per lo sprint o per un allungo nell’ultimo chilometro.
Diciamo che è stata una gara per il terzo posto perche’ i primi due sono andati forte e, essendo fuori classifica, hanno avuto spazio dal gruppo.
All’arrivo dei migliori si è presentato un gruppetto di una ventina di unita e la volata è stata regolata dal mio compagno di squadra Ascani, mentre io ho chiuso al decimo posto.
In conclusione, non è andata benissimo dal punto di vista della classifica generale ma siamo fiduciosi per la Settimana Lombarda.
E adesso, nei tre giorni che ci separano dal nuovo via riposo, riposo e ancora riposo…

Luca Zanasca

FEDRIGO COGLIE L’ATTIMO FUGGENTE

marzo 28, 2010 by Redazione  
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Con un attacco a 2 Km dall’arrivo, il francese Fedrigo si aggiudica la frazione d’apertura del Critérium International. Un’azione, la sua, nata nel momento giusto, quando nel gruppo si viveva un attimo di smarrimento per l’imprevista giornata negativa di Contador, che subisce in corsa un attacco allergico. Sfuma così il secondo dei protagonisti annunciati, mentre l’altro suo rivale in corsa, Armstrong, si era già staccato da parecchi chilometri. Con i due litiganti è il terzo incomodo, l’iridato Evans, a rallegrarsi.

Foto copertina: l’arrivo di Fedrigo ai 963 metri del Col de l’Ospedale (foto AFP)

Comincia con il botto la prima giornata del Critérium International. I riflettori, i microfoni e i taccuini sono quasi tutti per Contador e per Armstrong, con qualche particolare attenzione per Cadel Evans, che non susciterà il chiasso mediatico degli altri due, ma rimane pur sempre il campione del mondo in carica. Comunque, un vecchio detto dice che la corsa la fanno le gambe e non i nomi e così questa prima tappa in terra corsa comincia senza tatticismi e calcoli, senza quegli ingredienti che faranno vincere anche le gare, ma non permettono le imprese e non accendono la fantasia degli appassionati.
Partenza quindi senza tatticismi ma con quella frenesia che, però, non favorisce gli attacchi. Al km 9 quando si avvantaggiano Albert Timmer (SKS) e Cédric Pineau (RLM), autori di un tentativo che sembra decollare, raggiungendo un vantaggio superiore ai 9’.
Intanto nel gruppo anche Contador mette fuori la testa e sprinta con successo per il terzo posto al traguardo volante di Pianotolli-Caldarello.
Mentre le avanguardie continuano il loro cammino, il gruppo rosicchia terreno, soprattutto grazie al lavoro della Euskatel-Euskadi. Un po’ l’orografia del sud della Corsica, un po’ la volontà del gruppo di colmare il gap, la fuga finisce dopo 100 km di libera uscita.
La fine del tentativo non riporta certo la tranquillità in gruppo. Cominciano così scatti e tentativi più o meno infruttuosi, che non mettono in saccoccia quei secondi preziosi che permetterebbero una galoppata vittoriosa verso l’arrivo. I luogotenenti di Contador e quelli di Evans fanno buona guardia, mentre Armstrong si tiene defilato fino a staccarsi dal gruppo principale. Con delle premesse così, per i vari Kadri, Willman, Lagutin, Moncoutié e gli altri che in varie occasioni hanno allungato, non rimane altro che la soddisfazione di averci provato.
Gli ultimi a cercare fortuna, quando mancano 2 km al traguardo e si registra la défaillance di un Contador messo fuori gioco da un attacco allergico, sono il portoghese Machado e il francese Fedrigo. Sarà stata l’improvvisa giornata storta del “pistolero” che ha quasi disorientato il gruppo o perché la gamba è quella giusta, fatto sta i due riescono ad andare a giocarsi l’arrivo. Con un ulteriore affondo Fedrigo riesce ad avvantaggiarsi e a transitare da solo sotto il traguardo.
Machado conquista la seconda piazza dopo 15”, mentre il campione olimpico di Pechino Samuel Sanchez è terzo a 21”. Evans chiude 4° a 25” e con lo stesso ritardo si classifica l’italiano Matteo Carrara 6°. Contador arriva 21° a 1’21”, mentre Armstrong perde 5’01”, terminando la tappa al 50° posto.
Il vincitore odierno veste sia la maglia gialla di leader – colore d’ordinanza nelle corse organizzate da ASO – e quella verde della classifica a punti mentre il suo compagno alla Bbox Buygues Telecom, Rolland, fa sua quella a pois di miglior scalatore. Il miglior giovane è il secondo classificato Machado, che oggi porterà a spasso la sua maglia bianca lungo i 75 Km della semitappa mattutina e poi per i 7,7 Km della crono pomeridiana, per la quale si delineano all’orizzonte fuochi artificiali.
La prova che i 175 km della prima frazione sono stati corsi senza risparmiarsi la forniscono i 5 ritiri di giornata (Jouanno, Tronet, Perget, Cobo Acebo ed El Fares) e i ben 7 corridori finiti fuori tempo massimo (Boulo, Timmer, Hang, Louder, Gadret, Raimbekov e l’italiano Possoni), ai quali aggiungere Van der Velde, che ieri mattina non ha potuto prendere il via nella 79a edizione del Critérium International.

Mario Prato

IL CATENACCIO DI DON RODRIGUEZ

marzo 28, 2010 by Redazione  
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Penultima giornata di controllo per la maglia di leader Rodriguez, che mette il catenaccio alle fughe più pericolose, lasciando scappare solo i pesci più piccoli. Per lo spagnolo oramai è vittoria matematicamente certa, a meno di sorprese dell’ultima ora, ma la tappa tracciata sul circuito automobilistico di Montemelò non dovrebbe riservarne. A Barcellona successo per il francese Dumoulin.

Con l’arrivo di Barcellona, penultima delle sei tappe dell’edizione 2010, si esauriscono le possibilità – salvo scombussolamenti imprevisti – di sfilare dalle spalle di Joaquim Rodriguez le insegne di leader della Volta Ciclista a Catalunya, seconda competizione del circuito ProTour dopo il Tour Down Under disputato nello scorso gennaio e vinto dal tedesco Greipel.
Il corridore spagnolo in forza alla Katusha ha saputo mantenere la lucidità lungo i saliscendi che hanno caratterizzato i 162 km della frazione tracciata tra El Vendrell e lo stadio del Montjuïc, nella capitale economica della Spagna.
Quella dote gli ha permesso di tenere in mano le redini della gara, di scernere con raziocinio tra chi poteva andare in cerca di gloria e chi no e di sapere quando allentare il guinzaglio o quando dare uno strattone alla catena.
Così, lungo la strada per Barcellona c’è stata un po’ di visibilità per Bakelants (Omega Pharma Lotto) e l’italiano Dario Cataldo (Quick Step), in fuga per buona parte della giornata e poi per Voigt (Saxo Bank) e l’altro italiano Eros Capecchi (Footon-Servetto-Fuji), che hanno provato nella seconda tornata delle tre previste dal circuito finale.
Nell’ultimo giro, però, si ricompatta il plotone che aggredisce in volata lo striscione d’arrivo. La vittoria di Dumoulin (Cofidis) su Taaramae e Rodriguez, in una volata che ha visto Paolo Tiralongo (Astana) piazzarsi al nono posto, mette fine alle ostilità e regala un po’ più sicurezza al leader della classifica. L’ultima tappa di domenica, con poche difficoltà e l’arrivo dopo otto giri del pianeggiante Circuit de Catalunya, non dovrebbe insidiare il trono di Rodriguez.

Mario Prato

La vittoria di Dumoulin a Barcellona (es.eurosport.yahoo.com)

La vittoria di Dumoulin a Barcellona (es.eurosport.yahoo.com)

UN CRITÉRIUM DAVVERO INTERNATIONAL

marzo 27, 2010 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ci saranno mille motivi per seguire la 79° edizione della corsa francese, che schiererà ai nastri di partenza corridori in grado di catalizzare sulla Corsica le attenzioni dei media e degli appassionati. Non ci saranno soltanto Armstrong e l’annunciato protagonista Contador, poiché potrebbere menar le gambe anche il campione olimpico in carica Samuel Sánchez e il campione del mondo in carica Cadel Evans. Una parata di stelle per una corsa che, dopo anni di colline ardennesi, ritroverà quelle salite vere che un tempo ne caratterizzavano i percorsi.

Foto copertina: Armstrong e Contador assieme all’ultimo Tour de France, quando era ancora compagni di squadra (brightcove.vo.llnwd.net)

Corsica, terra aspra, dura, orgogliosa, terra di vendette e di ripicche. Quale teatro migliore per il primo confronto di stagione tra gli ex separati in casa Astana Contador e Armstrong.
Si terrà proprio nell’isola francese l’edizione 2010 del Criterium Internazionale, la due giorni ciclistica nell’orbita di ASO, società che si occupa anche dell’organizzazione del Tour de France.
Sicuramente l’attenzione dei più sarà catalizzata dalla presenza in gruppo dei due citati grossi calibri. Contador sarà coadiuvato nel Team Astana da due pezzi da 90 come Fofonov e Vinoukurov. Dal canto suo, la RadioShack risponde, oltre che con l’americano, con Paolinho e Popovich su tutti.
Se il maggior interesse sarà sicuramente su cosa combinerà il recente vincitore della Paris-Nice e dalle eventuali scaramucce con il suo ingombrante ex compagno di squadra, non dimentichiamoci che anche altri corridori avranno ottimi motivi per fare bene nell’ultimo weekend di marzo.
Cadel Evans, per esempio; l’australiano d’iride fasciato ha messo come tappa d’avvicinamento al suo primo Giro d’Italia da protagonista annunciato (nel 2002 nessuno avrebbe scommesso un soldo sulla maglia rosa conseguita nel tappone di Corvara) la corsa francese e, conoscendo la sua caparbietà e sapendo quanto ha fatto vedere alla corsa dei due mari, sicuramente la sua presenza non sarà una comparsata.
Altro nome di spicco sarà Samuel Sánchez e anche lui vorrà sicuramente farsi vedere.
I colori italiani, purtroppo, non sono molto rappresentati e i nomi di maggior spicco saranno quelli di Pinotti, Santambrogio, Possoni e Carrara.
Il programma prevede tre tappe in due giorni, quindi un impegno importante ma non troppo impegnativo, una due giorni che dovrebbe essere disputata a viso aperto, senza troppi tatticismi e calcoli. Magari lungo le strade corse uscirà qualche piacevole sorpresa. La stagione è lunga ma le grandi imprese, si costruiscono a piccoli passi.

Mario Prato

IL PERCORSO

a cura di Mauro Facoltosi

Ci sono voluti 28 anni perché il grande ciclismo tornasse sulle strade della Corsica, che aveva accolto l’ultima gara professionistica il 9 marzo del 1982, giorno della tappa conclusiva della nona edizione del Tour de Corse, breve gara che era stata conquistata anche da campioni del calibro di Stephen Roche (1981) e di Bernard Hinault (1982) e che vanta comunque un “curriculum” ben più cospicuo, forte di 22 edizioni riservate ai dilettanti, disputate tra il 1920 e il 1958 (nel 1936 si imporrà Florindo Eufemi, unico successo italiano nella corsa francese) e poi dal 2001 ai giorni nostri, periodo nel quale si segnalano le due vittorie consecutive di Francis Mourey, professionista dal 2004 con La Française des Jeux e nella cui carriera spiccano ben sette titoli nazionali di ciclo-cross, due dei quali conseguiti da dilettante.
In previsione del “grand départ” del Tour 2013 – la centesima edizione della Grand Boucle dovrebbe scattare da Ajaccio – gli uomini di ASO hanno stabilito di effettuare le “prove generali” del futuro evento disegnando nell’intrico orografico della quarta isola del Mediterraneo il tracciato della 79a edizione del Critérium International, breve ma concentrata corsa che propone in un week-end tutte le possibili “variabili” del ciclismo, volata, montagna e cronometro. Abbandonate le poco montagnose Ardenne francesi, teatro delle più recenti edizioni, il Critérium International ritroverà salite degne di questo nome e che da sempre costituiscono il piatto forte di questa corsa conquistata, tra gli altri, da Bobet (due volte), da Poulidor (record di affermazioni, ben cinque), da Thévenet, dai citati Hinault e Roche (due successi a testa), da Fignon, da Jalabert e dagli italiani Furlan e Basso. Campione in carica è il tedesco Jens Voigt ma il vincitore delle ultime tre edizioni (oltre a quella del 2004) non potrà difendere il titolo essendo negli stessi giorni impegnato nelle ultime frazioni della Volta Ciclista a Catalunya, gara nella quale ha conseguito un successo proprio l’altro giorno, nella frazione di Ascò.
A causa della movimentata orografia della Corsica, ovunque ci si giri si trovano salite per tutti i gusti, gli organizzatori hanno invertito il classico programma del Criterium, che prevede il sabato lo svolgimento della frazione destinata a risolversi in volata e nella giornata conclusiva le due semitappe più attese, con le montagne al mattino e la sfida contro l’orologio nel pomeriggio.
Dunque, stavolta la frazione più lunga, quella con la quale si debutterà, sarà la più impegnativa, tracciata tra Porto Vecchio e i 963 metri del Colle dell’Ospedale, traguardo in salita al termine d’un tracciato che proporrà, in quasi 175 Km, altre 6 ascese, quasi tutte coronate da un traguardo GPM. La tappa debutterà con un tratto di una sessantina di chilometro privo di vere salite, ma assolutamente non pianeggiante, caratterizzato com’è da continui “mangia e bevi”. A circa 70 Km dalla conclusione si affronteranno, una dopo l’altra, due ascese che contengono anche dei tratti impegnati (strappi fino al 17% salendo ai 730 metri del Col de Mela, più pedalabile il successo Col de Bacinu) ma, a meno di sorprese (da tenere in conto, data la tortuosità del tracciato, che favorisce più gli attaccanti rispetto al gruppo inseguitore), la corsa dovrebbe decidersi sull’ascesa finale. Vista nel complesso delle difficoltà non pare insormontabile, sono in tutto 14,2 Km al 6,2% medio, ma dopo un approccio facile si farà più impegnativa nella seconda parte, riservando le principali inclinazioni a circa 2 Km dalla meta.
Porto Vecchio, il principale scalo turistico dell’isola dopo Ajaccio, accoglierà anche le ultime due frazioni, quelle domenicali. Il mattino si girerà in tondo attorno all’antica Portus Syracusanus, affrontando un doppio anello, tracciato dapprima a sud e poi a nord della cittadina corsa. Non dovrebbero esserci problemi per gli sprinter, ai quali Jean-Francois Pescheux, responsabile dei percorsi delle corse ASO, è riuscito a offrire un tracciato quasi totalmente privo di asperità. L’unico GPM, la facile ascesa di Pagliaggiolo, dovrà essere affrontato nel corso del primo giro, a una cinquantina di chilometri da una conclusione che, però, non sarà agevolissima: pure a Porto Vecchio, infatti, l’epilogo sarà in salita, anche se questa è limitata ai 600 metri conclusivi, tracciati in lieve pendenza.
Dopo pranzo toccherà ai cronoman cercare di ribaltare i verdetti scritti il giorno precedente salendo al Colle dell’Ospedale. Il tracciato prescelto permetterà di dare sfogo alle loro cilindrate, che troveranno pane per i loro denti una volta superato lo scoglio del primo chilometro di gara, nel corso del quale si attraverserà in lieve ascesa il centro storico. I restanti 6500 metri di gara, infatti, si svolgeranno sulla strada di circonvallazione e si presenteranno totalmente scevri da difficoltà, con le uniche insidie costituite da sei rotatorie, l’ultima delle quali collocata a poco più di un chilometro dal traguardo finale di Avenue Pompidou, all’ingresso del porto di “Portivechju”.

Uno scorcio di Porto Vecchio (panoramio)

Uno scorcio di Porto Vecchio (panoramio)

La salita verso il Col de lOspedale (www.freevax.it)

La salita verso il Col de l'Ospedale (www.freevax.it)

MALACARNESI’

marzo 27, 2010 by Redazione  
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Giornata di gloria per l’Italia nella quinta frazione del Giro di Catalogna. Tre dei nostri portabandiera si sono piazzati nelle prime dieci posizioni dell’ordine d’arrivo di Cabacés: Capecchi è finito decimo, Tiralongo sesto ma, quel che più importa, è stata la vittoria di Davide Malacarne. Il corridore veneto è stato protagonista della giornata assieme agli spagnoli De Lis, Veloso e Ramirez. Come nella canzone sanremese di Arisa, in un attimo sono scoppiati i fuggitivi di giornata…. Malacarne no e ha inscenato un’autentica cronometro individuale negli ultimi 20 Km, con la muta scatenata del gruppo alle calcagna, vanamente lanciata alla caccia della volpe in maglia Quick Step.

Foto copertina: sul traguardo di Cabacés Malacarne sembra “benedire” la sua prima vittoria da professionista (foto Bettini)

Finalmente il tricolore sventola sul podio del Giro di Catalogna. Davide Malacarne ha regalato alla Quick Step e all’Italia il primo successo di un nostro connazionale nell’edizione 2010 della corsa spagnola.
Il giovane portacolori della squadra belga ha cercato e voluto il successo, arrivando da solo a Cabaces e mettendosi alle proprie spalle nomi da far tremare i polsi: secondo è arrivato Andreas Kloden, terzo Luis Leon Sanchez, settimo il leader della classifica Joachim Rodriguez e ottavo Frank Schlek.
Buona anche la prova per PaoloTiralongo, sesto, ed Eros Capecchi, decimo, che completano una giornata positiva per i corridori italiani. Delusione, invece, per il piazzamento dell’ovunque atteso Ivan Basso, arrivato 65° a 2’19”.
Oggi per Malacarne è stato il giorno dei giorni. È andato in fuga con Ramírez (Andalucia-CajaSur), dopo solo 2 km dalla partenza, per poi essere raggiunto da De Lis (Euskaltel-Euskadi) e Veloso (Xacobeo Galícia) dopo pochi chilometri. Con i compagni di fuga ha saputo gestire un vantaggio che è salito fino a 10’45” al km° 129.
E, quando il vantaggio è sceso sotto il livello di guardia, con un colpo da maestro al 160° Km di gara, ha saputo abbandonare i compagni di viaggio per percorrere gli ultimi 20 km da solo, verso la vittoria. Ha scollinato sull’ultima asperità, la Figuera, con un buon vantaggio e, sfruttando la veloce discesa, è riuscito a mantenere una manciata di secondi sull’incalzante gruppo trascinato dal Team Katusha, la squadra della maglia bianco-verde Joaquin Rodriguez.
“Sono al settimo cielo, non ho parole. Vorrei dire tante cose ma non trovo le parole giuste – spiega dopo l’arrivo Malacarne, al secondo anno tra i professionisti – E’ un successo che dedico a me stesso, alla mia famiglia e al team. In questi mesi abbiamo lavorato molto e ora i risultati ci ripagano dello sforzo. Pensavo a questa tappa da tre giorni. Ne avevamo discusso in squadra ed eravamo convinti che la fuga potesse andare al traguardo. Ero molto concentrato e, quando l’occasione si è presentata, ho cercato di non farmela scappare. L’anno scorso avevo sfiorato la vittoria in un paio di circostanze. Non mi sono perso d’animo e ho lavorato sempre pensando che, prima o poi, questo giorno sarebbe arrivato. Il morale ora è alto. Era per me il primo appuntamento importante dell’anno e questo risultato dimostra che abbiamo lavorato bene. Spero che questa vittoria sia di buon auspicio anche per i miei compagni impegnati nella campagna del nord”.
La tappa di oggi, El Vendrell-Barcelona di 161,9 km, prevede alcune salitelle e un circuito finale insidioso. Si tratta di asperità meno impegnative di quelle affrontate nelle ultime due frazioni, ma il finale particolarmente pressante e tortuoso è tale da poter stabilire chi sarà il vincitore di questa edizione della corsa catalana, la cui classifica è ancora molto aperta, con i primi quattro corridori racchiusi in meno di un minuto.

Mario Prato

PIANURA AMARA… E SANTAROMITA GONGOLA

marzo 27, 2010 by Redazione  
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Ci si aspettava che la gara fosse una noia mortale. Infatti, così sarebbe stato se negli ultimi chilometri il gruppo non si fosse frazionato in vari tronconi, creando dei distacchi in classifica che nemmeno le salite son riusciti a produrre.

Foto copertina e servizio di Giuseppe de Socio: il gruppetto di testa, con le maglia Liquigas ancora in evidenza, tira a tutta nel rocambolesco finale di… Finale.

Se qualcuno ieri avesse detto che la tappa decisiva sarebbe stata quella che portava i corridori da Villadose a Finale Emilia, sicuramente lo avrebbero preso per ubriaco, se non addirittura portato via con la camicia di forza. In molti erano indecisi se dare l’appellativo di regina alla terza o alla quinta tappa, ma nessuno, ne siamo sicuri, avrebbe giocato un euro sulla quarta tappa. E così i bookmakers ci sarebbero andati a nozze: nonostante le mille peripezie, salite e strappi di tutte le difficoltà e lunghezze inserite nel percorso tra Riccione e Sassuolo, a decidere la gara è stata la pianura.
La giornata era iniziata come tutti si sarebbero aspettati: qualche tentativo di fuga e due uomini che riescono a prendere il largo. Sono Edwin Carvajal (Miche) e Dmytro Grabovskyy (Isd – Neri), col secondo che al km° 140 decide di proseguire solo e lo farà per trenta chilometri, prima che il gruppo, forte di un centinaio di unità dopo lo sforamento del tempo massimo ieri, lo riassorbisse a tre giri dal termine.
Ma è proprio questo il momento in cui i fedelissimi delle due ruote sono sobbalzati sul divano e, increduli, hanno sgranato gli occhi pensando che fosse tutto solo un sogno. Invece, una tappa che non doveva dire nulla ha dato un verdetto incontrovertibile, salvo ribaltoni ecclatanti, per il prosieguo della Settimana Internazionale. La forte velocità ha provocato la rottura del gruppo quando mancavano due giri all’arrivo. Prima due, poi tre, quindi quattro tronconi, sembrava di assistere a una Parigi-Roubaix con gruppetti sparpagliati per tutto il percorso, con ognuno di essi con qualcosa da dire poiché in tutti i plotoncini era presente un uomo di classifica. Nel primo c’era il leader Santaromita (Liquigas), attentissimo e con una grande voglia di portarsi a casa la sua prima corsa a tappe. Il varesino in questo modo allunga ancora sui distratti diretti inseguitori: Niemiec (Miche) perde 31” come Bertagnolli (Androni), a 58” finisce il colombiano Serpa (Androni), ma a perdere più di tutti è il padrone di casa Riccò (Flaminia), che distratto – ma dopo due anni d’inattività è comprensibile avere delle difficoltà a tornare scaltro in gruppo – si ritrova nel quinto gruppetto che termina con 1’46”di ritardo, abbandonando ogni sogno di gloria per la classifica finale, ma forse con grandi speranze nella tappa di domani, adattissima a scalatori come lui.
Il gruppo di Santaromita si è quindi apprestato a giocarsi la vittoria in volata e a spuntarla è stato il migliore del drappello per questo tipo di arrivi: lo sloveno Marko Kump (Adria Mobil) si lascia alle spalle Ponzi (Lampre) e Corioni (De Rosa), andando a prendersi la vittoria che gli era sfuggita nella prima frazione.

Andrea Mastrangelo

La volata vincente di Marko Kump

La volata vincente di Marko Kump

DALLA PANCIA DEL GRUPPO: LUCA ZANASCA
È rimandato a domani il giornaliero appuntamento con lo scalatore della CDC-Cavalieri che, comunque, ci ha fatto avere nuovi dettagli sul problema occorsogli nella tappa di Pavullo: in discesa si era fatto tagliare un pezzo della scarpa, perché premeva contro la zona tibiale. L’inconveniente si è ripresentato anche nella frazione di Finale Emilia e si tenterà momentaneamente di risolverlo con un ritorno al passato, ovvero gareggiando nella tappa conclusiva con le scarpe utilizzate nella scorsa stagione. Non si tratta, comunque, di un problema relativo alle calzature, poiché Zanasca ha riferito di sentire il piede “strano”.

26-03-2010

marzo 27, 2010 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

SETTIMANA INTERNAZIONALE COPPI E BARTALI
Lo sloveno Marko Kump (Adria Mobil) si è imposto nella quarta tappa, Rovigo – Finale Emilia, percorrendo 183,8 Km in 4h20′59″, alla media di 42,255 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Simone Ponzi (Lampre-Farnese Vini) e Claudio Corioni (De Rosa – Stac Plastic).
L’italiano Ivan Santaromita (Liquigas-Doimo) conserva la testa della classifica, con 1′43″ sul polacco Niemiec e 2′25″ sul colombiano Serpa Perez.

VOLTA CICLISTA A CATALUNYA
L’italiano Davide Malacarne (Quick Step) si è imposto nella quinta tappa, Ascó – Cabacés, percorrendo 181,2 Km in 4h50′03″, alla media di 37,483 Km/h. Ha preceduto di 36″ il tedesco Klöden e di 37″ lo spagnolo Luis Leon Sanchez Gil. Miglior italiano Manuele Mori (Lampre-Farnese Vini), 11° a 34″.
Lo spagnolo Joaquin Rodriguez (Team Katusha) conserva la testa della classifica, con 10″ sul connazionale Tondo e 43″ sull’estone Taaramae. Miglior italiano Paolo Tiralongo (Astana), 14° a 1′30″.

TOUR DE NORMANDIE
Il russo Alexander Mironov (Itera Katusha) si è imposto nella sesta tappa, Domfront – Avranches, percorrendo 171 Km in 4h11′06″, alla media di 40,880 Km/h. Ha preceduto di 6″ lo spagnolo Herrada e di 39″ l’olandese Bol.
L’olandese Ronan Van Zandbeek (Van Vliet Ebh Elshop) è il nuovo leader della classifica, con 5″ sul francese Bichot e 38″ su Herrada.

Successo in solitaria per il russo Mironov (www.ouest-france.fr)

Successo in solitaria per il russo Mironov (www.ouest-france.fr)

TROFEU CIUDADE DA GUARDA – GP DU PORTUGAL
Il russo Arkimedes R. Argueles si è imposto nella prima tappa, Guarda – Sabugal, percorrendo 123,4 Km in 3h07′16″, alla media di 39,537 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Dumoulin e il kazako Umerbekov, distanziati di 9″ e 11″ nella classifica generale.

La volata vincente di Argueles (www.velochrono.fr)

La volata vincente di Argueles (www.velochrono.fr)

VUELTA CICLISTA AL URUGUAY
L’uruguayano Richard Mascarañas (Alas Rojas de Santa Lucía) si è imposto nella prima tappa, Montevideo – Rocha, percorrendo 179,3 Km in 5h01′02″, alla media di 35,737 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Cline e Maldonado, distanziati in classifica di 4″ e 6″.

Larrivo della prima frazione (www.quenonino.com.uy)

L'arrivo della prima frazione (www.quenonino.com.uy)

LIQUIGAS DOMINIO

marzo 26, 2010 by Redazione  
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La terza tappa della Coppi&Bartali propone grandi emozioni e un epilogo inaspettato, non tanto per il vincitore, che nelle gare mosse s’è sempre messo in mostra, ma per il nuovo leader della generale: il varesino Ivan Santaromita è il terzo uomo in verde a vestire la maglia di leader.

Foto copertina: l’arrivo di Niemiec e Santaromita a Pavullo (foto Bettini)

Ivan Santaromita succede a Chicchi e Zaugg nella classifica generale, fino ad oggi appannaggio del solo team in livrea verde. Un Riccò (Flaminia) appannato e un grande accordo tra Santaromita e Niemiec (Miche) sono state le chiavi di lettura della tappa da molti considerata la più dura della corsa.
La consueta fuga del mattino parte dopo appena 20 km: sei uomini raggiungono un vantaggio massimo di 3’15” prima che gli avvicendamenti portino alla costituzione di un duo di testa composto da Muraglia (Cdc-Cavaliere) e Clarke (Isd). I due mantengono la testa fino alla salita del valico di Barigazzo, Cima Bartali, sulla quale l’ultimo a mollare è l’australiano che, a un chilometro dalla vetta, si vede passare a tutta dal polacco Niemiec (Miche), lanciato dal compagno Baliani e seguito da Pydgornyy (Isd) che nell’ordine doppiano la cima più alta della corsa.
Alla fine della salita rimangono in 31 a giocarsi la tappa. Gentili, unico gregario di Riccò, cerca di fare il ritmo per il compagno, il cui attacco era attesissimo dopo quanto mostrato nella tappa di ieri. Il modenese, però, si mostra appannato dalle fatiche della giornata precedente e si fa cogliere impreparato dall’allungo in discesa di Ascani (Cdc-Cavaliere). Dopo alcuni scatti e controscatti si avvantaggiano 11 corridori, tra i quali Santaromita, primo a pari merito nella generale e a questo punto grande favorito per vestire la maglia di leader, Sella e Pardilla della CarmioOro, Chiarini (De Rosa), Niemiec (Miche) e Visconti (Isd).
Santaromita e Niemiec allungano nell’ultima salita impegnativa prima dello strappo che anticipa il traguardo. Nel frattempo un Riccò tutto cuore (e, forse, meno gambe), sostenuto da tifo calcistico lungo tutta l’ultima salita, pian piano s’impegna a recuperare posizioni e secondi andando a formare un quartetto con Serpa (Androni), Pozzovivo (Colnago) e Pardilla al termine dell’ascesa.
Vuoi la beffa di ieri, quando Serpa gli ha strappato la vittoria senza tirare un metro, vuoi la voglia di vincere e non tirare per gli altri, vuoi le poche gambe e le tante paure, l’accordo tra gli inseguitori non arriva mai, mentre davanti, consci del consueto tacito patto “a me la tappa a te la maglia”, i due si sono spartiti equamente il lavoro. Così per gli inseguitori sono rimaste solo le briciole e quei 18” che al termine della salita sembravano poca cosa si sono dilatati fino al traguardo: Riccò ha fermato il cronometro con 48” secondi di ritardo in compagnia di Pozzovivo, mentre l’ultimo strappetto è stato fatale per Pardilla e soprattutto per Serpa, arrivato con 1’13” di ritardo.
Così domani Santaromita partirà sorprendentemente vestito di rosso e difficilmente sarà messo in difficoltà da una tappa totalmente piatta. Sabato, nella conclusiva tappa di Sassuolo, il corridore Liquigas dovrà invece difendersi, ma vista la forma di ieri a Pavullo potrebbe anche mettere in pratica la tattica “la miglior difesa è l’attacco”, gestendo i 58” di vantaggio sul biondino modenese. Niemiec, al contrario, si starà mangiando le mani per il minuto e venti secondi persi nella cronometro del primo giorno e oggi prenderà il via da terzo in classifica, con un ritardo di 1’12”.

Andrea Mastrangelo


DALLA PANCIA DEL GRUPPO: LUCA ZANASCA

É stato il tappone della Coppi & Bartali. Molte le salite e pochissimo il tempo per recuperare. La corsa è stata resa dura subito dalla Flaminia (si spiega cosi l’uscita fuori tempo massimo di qualche corridore). Il punto cruciale della gara é stato lo strappo di 2 km al 15% che si doveva affrontare subito prima del Barigazzo, poiché lì Riccó ha praticamente perso tutti i suoi
compagni di squadra e solo Gentili è rimasto ad aiutarlo. Ciò ha permesso a qualche corridore di attaccare nella discesa del Barigazzo e guadagnare una trentina di secondi. Niemiec e Santaromita, sono stati i più bravi a gestire questa situazione e alla fine il primo ha vinto la tappa e il secondo ha ipotecato la corsa. L’ultima salita non é stata sufficiente per Pozzovivo e Riccó per recuperare il gap.
La mia squadra (CDC-Cavaliere) si é comportata bene. Muraglia si è messo in evidenza nella fuga iniziale e poi Ascani ha attaccato nel gruppetto degli 11, ma le pendenze dell’ultima asperità lo hanno messo un pò in difficolta.
Io ho provato a rimanere con i migliori ma alla fine mi sono dovuto accontentare solo di un 14° posto. Speriamo di andare meglio sabato.
A meta gara ho anche subito un’operazione “chirurgica”: in discesa mi sono fatto tagliare un pezzo di scarpa perchè mi schiacciava la zona tibiale.

Luca Zanasca

25-03-2010

marzo 26, 2010 by Redazione  
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SETTIMANA INTERNAZIONALE COPPI E BARTALI
Il polacco Przemyslaw Niemiec (Miche) si è imposto nella terza tappa, circuito di Pavullo, percorrendo 185,3 Km in 4h47′44″, alla media di 38,640 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Ivan Santaromita (Liquigas-Doimo) e di 48″ Riccardo Ricco’ (Ceramica Flaminia).
Santaromita è il nuovo leader della classifica, con 58″ su Ricco’ e 1′12″ su Niemiec.

VOLTA CICLISTA A CATALUNYA
Lo spagnolo Xavier Tondo (Cervelo Test Team) si è imposto nella quarta tappa, Oliana – Ascó, percorrendo 209,7 Km in 4h43′28″, alla media di 44,386 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’estone Taaramae e di 34″ il tedesco Voss. Miglior italiano Manuele Mori (Lampre-Farnese Vini), 11° a 34″.
Lo spagnolo Joaquin Rodriguez (Team Katusha) conserva la testa della classifica, con 10″ sul connazionale Tondo e 46″ su Taaramae. Miglior italiano Davide Malacarne (Quick Step), 16° a 1′30″.

TOUR DE NORMANDIE
Il belga Sven Vandousselaere (Jong Vlaanderen – Bauknecht) si è imposto nella quinta tappa, Elbeuf sur Seine – Flers, percorrendo 188 Km in 4h42′50″, alla media di 39,882 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Guay e il ceco Jan Barta (Team Netapp). Unico italiano in gara, Cesare Benedetti (Team Netapp) si è piazzato 19° a 1′55″.
Barta è il nuovo leader della corsa, con 40″ su Guay e 42″ su Vandousselaere. Benedetti è 21° a 2′34″.

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