31-01-2010

gennaio 31, 2010 by Redazione  
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GIRO DELLA PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA
L’italiano Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini) ha vinto la seconda tappa, Cosenza – Crotone, percorrendo 178,7 Km in 3h55′52″, ad una media di 45,457 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Ventoso e Mattia Gavazzi. L’italiano Matteo Montaguti (De Rosa-Stac Plastic) conserva la maglia di leader, con 4″ su Filippo Savini e 25″ su Ventoso

La volata vincente di Petacchi a Crotone (foto Bettini)

La volata vincente di Petacchi a Crotone (foto Bettini)

TOUR OF WELLINGTON (Nuova Zelanda)
Il neozelandese Jack Bauer (Trust House Team) ha vinto la quinta ed ultima tappa, criterium di Wellington. Ha preceduto il connazionale Northey e l’australiano Clarke.
Il neozelandese Michael Torckler (Cardno Team) si impone in classifica, con 5″ sull’austrlaiano Norris e 1′31″ sul sudafricano Thompson.
L’italiano Alessandro Bazzana (Fly V Australia) è 61° a 26′32″.

Il successo di Jack Bauer a Wellington (foto Pete Bruggeman)

Il successo di Jack Bauer a Wellington (foto Pete Bruggeman)

GRAND PRIX CYCLISTE LA MARSEILLAISE
Il francese Jonathan Hivert (Saur-Sojasun) ha vinto la corsa francese percorrendo 139,7 Km in 3h34′02″, ad una media di 39,162 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Hoogerland e il francese Dumoulin. Miglior italiano Alessandro Raisoni (Carmiooro – A Style), 15° a 11″.

Il successo di Hivert a Marsiglia (AFP Photo)

Il successo di Hivert a Marsiglia (AFP Photo)

30-01-2010

gennaio 30, 2010 by Redazione  
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GIRO DELLA PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA
L’italiano Matteo Montaguti (De Rosa – Stac Plastic) ha vinto la prima tappa, Palmi – Cosenza, percorrendo 183,1 Km in 4h40′43”, alla media di 39,136 Km. Ha preceduto allo sprint Filippo Savini e di 25″ lo spagnolo Ventoso. La prima classifica vede in testa Montaguti con 4″ su Savini e 31″ su Ventoso.

Il successo di Montaguti a Cosenza (foto Bettini)

Il successo di Montaguti a Cosenza (foto Bettini)

TOUR OF WELLINGTON (Nuova Zelanda)
L’australiano Michael Matthews (Jayco Skins Team) ha vinto la quarta tappa, circuito di Gladstone, percorrendo 150 Km in 2h48′58″, alla media di 53,264 Km/h. Ha preceduto di 4″ il connazionale Pearson e di 6″ il canadese Dionne. L’italiano Alessandro Bazzana (Fly V Australia) si è piazzato 58° a 22″.
Il neozelandese Michael Torckler (Cardno Team) conserva la testa della classifica, con 5″ sull’austrlaiano Norris e 1′31″ sul sudafricano Thompson.
Bazzana è 61° a 26′32″.

Il successo di Michael Matthews a Gladstone (foto Pete Bruggeman)

Il successo di Michael Matthews a Gladstone (foto Pete Bruggeman)

29-01-2010

gennaio 29, 2010 by Redazione  
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TOUR OF WELLINGTON (Nuova Zelanda)
Il sudafricano Jay Thompson (Fly V Australia) ha vinto la terza tappa, circuito di Masterton, percorrendo 164 Km in 3h40′11″, alla media di 44,690 Km/h. Ha preceduto di 4″ l’australiano Matthews e di 6″ il neozelandese Yates. In gara anche due italiani, Alessandro Bazzana (Fly V Australia) e Giuseppe Cirella (Penny’S Cycling Team): il primo si è piazzato 40° a 15″, il secondo si è ritirato.
Il neozelandese Michael Torckler (Cardno Team) conserva la testa della classifica, con 5″ sull’austrlaiano Norris e 1′31″ su Thompson.
Bazzana è 62° a 26′20″.

La vittoria del sudafricano Thompson a Masterton (foto Pete Bruggeman)

La vittoria del sudafricano Thompson a Masterton (foto Pete Bruggeman)

28-01-2010

gennaio 28, 2010 by Redazione  
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TOUR OF WELLINGTON (Nuova Zelanda)
Il neozelandese Michael Torckler (Cardno Team) ha vinto la seconda tappa, Masterton – Admiral Hill, percorrendo 125,3 Km in 3h03′55″, alla media di 40,877 Km/h. Ha preceduto di 5″ l’australiano Norris e di 1′46″ il sudafricano Thompson. In gara anche due italiani, Alessandro Bazzana (Fly V Australia) e Giuseppe Cirella (Penny’S Cycling Team): il primo si è piazzato 77° a 16′28″, il secondo 95° a 26′.
Torckler passa in testa alla classifica, con 5″ su Norris e 1′46″ su Thompson.

La vittoria di Michael Torckler sullarrivo in salita di Admiral Hill (foto Pete Bruggeman)

La vittoria di Michael Torckler sull'arrivo in salita di Admiral Hill (foto Pete Bruggeman)

27-01-2010

gennaio 27, 2010 by Redazione  
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TOUR OF WELLINGTON (Nuova Zelanda)
L’australiano Peter McDonald (Drapac Porsche) ha vinto la prima tappa, Upper Hut – Masterton, percorrendo 118 Km in 3h03′51″, alla media di 38,509 Km/h. Ha preceduto di 7″ e 9″ i connazionali Matthews e Rudolph. In gara anche due italiani, Alessandro Bazzana (Fly V Australia) e Giuseppe Cirella (Penny’S Cycling Team): il primo si è piazzato 62° a 10′05″, il secondo 100° a 23′49″.

McDonald vince la prima tappa del Tour of Wellington (foto Pete Bruggeman)

McDonald vince la prima tappa del Tour of Wellington (foto Pete Bruggeman)

TOUR 2011: SE IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO

gennaio 26, 2010 by Redazione  
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Presentato il “Grand Départ” dell’edizione 2011 del Tour de France. Si partirà sabato 2 luglio dalla Vandea, con start sullo spettacolare Passage du Gois e finale in lieva ascesa per la prima frazione, sul Mont des Alouettes. Cronosquadre a Les Essarts e poi probabile navigazione verso i lidi del nord. Nel frattempo notizie da sollucchero sono giunte dall’arco alpino…

Foto di copertina: il Passage du Gois all’alba (http://www.metrophotochallenge.com)

Se il buongiorno si vede dal mattino, allora anche l’edizione del Tour che si celebrerà nel 2011, il cui “Grand Départ” è stato annunciato stamattina a Les Herbiers, presenterà un tracciato che farà luccicare gli occhi agli irriducibili estimatori delle salite. Infatti, non era mai successo che la prima frazione della Grand Boucle finisse in vetta a un monte. Certo i 220 metri scarsi del Mont des Alouettes, storica elevazione della Vandea, fanno sorridere (e con essi anche i 3 Km al 3,7% dell’ascesa) ma se questa particolare coincidenza ispirasse agli organizzatori un’edizione montanara, gli scalatori avranno di che fregarsi le mani e, in effetti, le prime anticipazioni che arrivano dall’arco alpino fanno ben sperare.
L’ufficialità per ora riguarda solo le prime giornate d’un Tour che per la quarta volta scatterà dalla storica regione della Vandea. La notizia girava nell’ambiente già da parecchio tempo poiché le ultime tre partenze erano rigorosamente avvenute con scadenza sesennale: nel 1993 e nel 1999 prologo a Le Puy du Fou (sede della presentazione ufficiale delle squadre l’anno prossimo), nel 2005 cronometro lunga sull’isola di Noirmoutier. Per una sorta di “sillogismo temporale” si era ipotizzato che anche nel 2011 il Tour sarebbe scattato da quei lidi e così sarà.
Il quartiertappa sarà aperto mercoledì 29 giugno a Les Herbiers e il sabato successivo, 2 luglio, la prima frazione prenderà il via ricalcando le rotte del 2005: nei primi chilometri della tappa d’apertura si ripercorreranno le strade dell’isola di Noirmoutier, trasferendosi da Fromentine (frazione di La Barre-de-Monts) al famigerato Passage du Gois, al cui imbocco si transiterà sotto il “chilometro 0”. Una partenza a effetto, dunque, quella riservata ai partecipanti al Tour che, a gruppo compatto, dovranno pedalare su quella viscida stradina in pavè che è possibile percorrere solo per poche ore il giorno, quando non è sommersa dalla marea. Una soluzione adottata dagli organizzatori nella speranza che sul Gois non accada l’ecatombe del 1999, la maxi caduta di gruppo che costò ben 6 minuti di ritardo allo svizzero Alex Zülle: un evento che influì non poco sullo svolgimento del primo Tour di Armstrong, se si pensa che Zülle alla fine si piazzò secondo a 7’37”.
Come dicevamo, questa tappa terminerà sul “monte delle allodole” al termine d’un tracciato vallonato di 180 Km, caratterizzato dal traguardo posto in cima a una breve e facile rampetta, com’era successo anche a Plumelec nella prima frazione del Tour 2008, pure partito senza compiere il classico prologo. L’indomani si disputerà a Les Essarts la prima frazione importante, una cronometro a squadre atipica per gli standar della Grand Boucle: si gareggerà su di un circuito pianeggiante di 23 Km, una distanza che era solita nei Tour degli anni ’60-’70, prima che gli organizzatori sposassero la filosofia di chilometraggi “monstre”.
Il mattino del 4 luglio il Tour lascerà la Vandea muovendo da Olonne-sur-Mer e poi… entriamo nel campo dei “rumeurs”. La lista dei municipi che hanno avanzato la propria candidatura per accogliere una tappa è già lunga e, considerando la collocazione geografica dei comuni presenti, vien subito da pensare che il tracciato del Tour andrà verso nord, verso il dipartimento delle Deux-Sèvres, verso Chateaulin, Avranches, Lisieux e Le Mans, che già aveva richiesto il Tour per il 2010, proponendo d’effettuare una cronometro sul circuito motoristico Bugatti.
Latitano le notizie dai Pirenei che, considerato il disegno del prossimo Tour, dovrebbe essere affrontati prima delle Alpi, dove si stapperà lo champagne per celebrare un altro anniversario: dopo il centenario del Tourmalet, nel 2011 si festeggerà quello della prima scalata del Galibier, che le anticipazioni danno per probabile in una tappa con partenza dall’Italia e arrivo a Serre Chevalier, dopo aver scalato il Moncenisio. Stando alle voci quella sarà soltanto la terza frazione d’un poker di tappe che sarà inaugurato dall’arrivo in salita a Risoul (a settembre sede di tappa al Tour de l’Avenir; prove generali di Grand Boucle?); a seguire la tappa in Italia (Pinerolo? Finestre?) e poi, dopo Serre Chevalier, il mitico approdo dell’Alpe d’Huez, che a giugno 2010 accoglierà per la prima volta nella storia una tappa del Criterium del Delfinato (corsa, tra l’altro, recentemente passata di mano e acquistata proprio da ASO, l’ente organizzatore del Tour de France).
Forse l’alba di quel mattino è già spuntata….

Mauro Facoltosi

La planimetria del Grand Départ 2011 (www.letour.fr)

La planimetria del Grand Départ 2011 (www.letour.fr)

ADDIO 2009…. TERZA PARTE

gennaio 26, 2010 by Redazione  
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Concludiamo la rassegna sulla scorsa annata ciclistica con l’esame del resto della stagione. Si parla di mondiali, di Lombardia, di classiche secondarie e delle principali corse a tappe del calendario, ovviamente tralasciando Giro, Tour e Vuelta, alle quali avevamo dedicato il primo capitolo di questo amarcord. Il migliore è il Gilbert, re dell’autunno 2009, mentre i nostri piangono miseria: si salva solo Scarponi, a segno alla Tirreno-Adriatico e al Giro. All’estremo opposto troviamo l’insufficienza di Cunego, autore di una stagione da dimenticare, nonostante i due successi alla Vuelta e la vittoria alla Coppi & Bartali.

Foto di copertina: Michele Scarponi vittoriosa a Camerino, nella frazione decisiva della Tirreno-Adriatico (foto Bettini)


PHILIPPE GILBERT: VOTO 9

Partiamo con il re dell’autunno ciclistico, capace di mettere assieme nel finale di stagione un filotto di quattro successi consecutivi (Coppa Sabatini, Parigi – Tours, Giro del Piemonte e Giro di Lombardia), preceduti da una corsa da protagonista al Mondiale, chiuso al 6° posto. Il 2009, impreziosito peraltro, oltre dalle belle prove in primavera al Giro delle Fiandre, all’Amstel Gold Race e alla Liegi – Bastogne – Liegi, dalla vittoria alla Star Elektrotoer, è stato probabilmente l’anno della definitiva consacrazione per il vallone, dopo anni da eterna promessa, con pochi lampi di classe e aspettative spesso disattese.
Da sottolineare inoltre come Gilbert sia tra i pochissimi corridori che sono stati in grado di essere protagonisti dall’inizio alla fine della stagione: già brillante nelle classiche di primavera, vittorioso in giugno (Star Elektrotoer) e soprattutto, come detto, in ottobre, con le quattro vittorie consecutive che hanno fatto schizzare alle stelle il giudizio sulla sua stagione, e che gli sono valse addirittura il premio di Sportivo Belga dell’Anno, unico ciclista a riuscirci dal 1990 (vittoria di Dhaenens), Tom Boonen a parte.

MICHELE SCARPONI: VOTO 7,5
Per Michele Scarponi, uno dei pochissimi atleti che hanno pagato per il loro coinvolgimento nell’Operacion Puerto, il 2009 è stato l’anno della rinascita. Non solo e non tanto per le due pur bellissime vittorie di tappa al Giro d’Italia, a Myrhofen e Benevento, ottenute in fin dei conti grazie a fughe da lontano, ma soprattutto per la splendida affermazione alla Tirreno – Adriatico, arrivata grazie al successo nella tappa regina della corsa, a Camerino, staccando atleti del calibro di Rodriguez, Di Luca e Rebellin, e regolando in un arrivo ristretto Stefano Garzelli e Ivan Basso. Il vero capolavoro, forse, Scarponi lo aveva però compiuto il giorno precedente, nei 30 km a cronometro da Loreto a Macerata, in cui era stato in grado di limitare ad appena 21’’ il distacco da Andreas Kloden, restando a contatto in vista della frazione di Camerino.
A 30 anni, Scarponi è andato oltre quanto era riuscito a fare prima della squalifica, cogliendo le vittorie più prestigiose della sua carriera, anche se non è stato in grado di fare classifica in un GT (al Giro d’Italia, l’unico cui ha preso parte la Diquigiovanni). A questo proposito, viene da chiedersi se forse, visti gli esiti dell’ennesimo assalto al podio di Gilberto Simoni, non fosse opportuno dare una chance anche allo scalatore marchigiano, che potrebbe ad ogni modo avere la sua possibilità di un Giro da capitano nel 2010.

LUIS LEON SANCHEZ: VOTO 8
Chiediamo scusa se continuiamo a dispensare giudizi alti come piovessero, ma anche nel caso di Luis Leon Sanchez era difficile assegnare un voto inferiore. L’unico neo della stagione del ragazzo di Mula è stata una conclusione non all’altezza dell’avvio, che lo aveva visto recitare la parte del protagonista in corse quali Giro del Mediterraneo (vinto), Giro dei Paesi Baschi (5°, con annessa vittoria nella 1a tappa) e Parigi – Nizza (vinta, con successo parziale nella 7a frazione).
Dopo la prima affermazione al Mediterraneo in febbraio, frutto anche di una vittoria nella cronosquadre del secondo giorno, e una tappa al Tour du Haut-Var pochi giorni dopo, Sanchez ha costruito la vera perla della sua stagione, alla Parigi – Nizza. Dopo un ottimo 3° posto nel prologo di Amilly, Sanchez ha bissato il piazzamento nella frazione più impegnativa, con l’arrivo in quota, alla Montagne de la Lure, chiudendo a 58’’ dallo scatenato Contador. Per lui sembrava a quel punto certo il podio, ma era pressoché impensabile che il madrileno potesse farsi sfuggire il successo finale. E invece, i ripetuti scatti sul Col de la Bourgaille, con Sanchez tra i più attivi assieme a Colom, hanno fiaccato la resistenza di Contador, incappato in una clamorosa crisi (di fame?) nel tratto pianeggiante che precedeva l’ultimo strappo, perdendo in un amen oltre 2’ e la corsa, che non è poi riuscito a recuperare il giorno successivo con una coraggiosissima fuga verso Nizza. I due mesi d’oro di Sanchez si sono conclusi con il già citato 5° posto ai Paesi Baschi, che ha definitivamente consacrato Luis Leon come un dei principali protagonisti della prima metà di stagione.

ALBERTO CONTADOR: VOTO 7,5
Il voto leggermente più basso di quello di Sanchez tiene ovviamente conto della differente caratura dei due atleti in questione, del divario che sussiste tra un grande corridore e un fuoriclasse. Anche se ora si parla uno che appartiene a questa seconda categoria, comunque, il percorso di avvicinamento al Tour de France di Alberto Contador è stato comunque eccellente. Il leader della Astana ha iniziato a vincere già in febbraio, alla Vuelta ao Algarve, conquistando la classifica finale e la cronometro del quarto giorno, prima di una Parigi – Nizza in chiaroscuro, ma di cui è stato grande protagonista, e che ha comunque onorato come i corridori del suo livello raramente fanno nella prima parte di stagione: dopo le vittorie nel prologo e alla Montagne de la Lure, Contador sembrava avere in pugno una corsa che ha invece gettato alle ortiche con la già citata crisi della tappa di Fayence, e che ha vanamente provato a riconquistare con un’azione di 80 km che ha reso spettacolare l’ultima giornata di gara.
Alberto ha quindi proseguito la sua marcia di avvicinamento alla Grande Boucle trionfando da dominatore al Giro dei Paesi Baschi, malgrado gli appena 30’’ di vantaggio su Colom alla fine (vittorie nella tappa più dura, a Eibar, e nella crono finale), e con un 3° posto – ad onor del vero un po’ deludente – al Giro del Delfinato, corso quasi a gregario di Valverde. Il madrileno ha concluso la preparazione all’appuntamento più importante dell’anno con la partecipazione ai Campionati Nazionali Spagnoli, dove ha conquistato il titolo della prova a cronometro. Poi è arrivato il Tour, ma di questo abbiamo già parlato diffusamente altrove.

CADEL EVANS: VOTO 8
Da eterno piazzato a campione del mondo, paradossalmente proprio al termine di quella che, Mondiale a parte, naturalmente, è stata per Evans la peggiore stagione dal 2005 a questa parte, e non solo per la débacle del Tour de France. Anche nel resto dell’anno, infatti, l’australiano non è riuscito a cogliere quelle vittorie di prestigio che avevano invece caratterizzato, per esempio, il suo 2008 (la Settimana Ciclistica Internazionale Coppi & Bartali), e si era lasciato sfuggire, in giugno, un Giro del Delfinato in cui aveva dato l’impressione di essere il più forte e in forma, a causa di una giornata no proprio sul Mont Ventoux.
Poi, però, a risollevare la stagione di Evans, quando non la sua intera carriera, che ora non potrà più essere semplicemente bollata come quella di un corridore di talento ma condannato ai piazzamenti, ci ha pensato il Mondiale di Mendrisio, vinto con un’azione in solitaria, con un’autorevolezza che forse Cadel mai aveva messo in mostra in passato. Una vittoria fatta di intuito (quello di inserirsi nell’azione buona all’ultimo giro, quando gli scatti, specie da parte degli spagnoli e di Cancellara, si susseguivano), di coraggio (quella di andarsene da solo all’imbocco dell’ultima ascesa) e soprattutto di gambe, quelle che gli hanno consentito di involarsi verso l’iride. Iride che lo cingerà per tutto il 2010, e che potrebbe essere forse la scintilla necessaria a far acquisire ad Evans la convinzione che potrebbe finalmente permettergli di portarsi a casa il Grande Giro che ancora manca al suo palmarès.

DAMIANO CUNEGO: VOTO 5,5
La vittoria alla Settimana Internazionale Coppi & Bartali, conquistando anche 2a e 3a tappa, risparmia a Cunego un voto ben più negativo. Dal momento che in questa sede non si tiene conto di classiche di primavera (dove i risultati erano stati discreti) e Grandi Giri (con questi invece il giudizio sarebbe restato immutato, o si sarebbe addirittura abbassato, considerando la tragica partecipazione al Giro d’Italia), il resto del 2009 di Cunego è stato veramente poca cosa: un 6° posto al Giro dei Paesi Baschi, un 2° al Campionato Italiano, un 8° al Mondiale. Piazzamenti distribuiti più o meno equamente nell’arco della stagione, altra ragione per cui la sufficienza è molto vicina, ma è mancato l’acuto che avrebbe potuto risollevare una stagione che nel complesso non crediamo si possa considerare positiva.
Era soprattutto nel finale di stagione che Cunego riponeva le sue speranze, con un Mondiale da disputare da capitano e la concreta possibilità di entrare nella storia del Giro di Lombardia con il terzo successo consecutivo, quarto assoluto. La prova iridata di Damiano, complice una Nazionale meno forte delle ultime edizioni (anche a causa delle squalifiche eccellenti di Rebellin e Di Luca), non è stata invece all’altezza dei favori del pronostico di cui godeva alla vigilia, con un 8° posto finale, ottenuto peraltro correndo quasi sempre sulla ruota altrui. Al Lombardia, invece, Cunego si è trovato di fronte una concorrenza molto superiore a quella delle ultime edizioni, e le trenate degli scatenati Gilbert e Samuel Sanchez sul San Fermo della Battaglia gli sono state fatali. È dunque mancato il grande successo finale che aveva risollevato nettamente le ultime stagioni di Cunego, assenza che giustifica a nostro giudizio questa pur lieve insufficienza.

ROMAN KREUZIGER: VOTO 7,5
Ancora non è riuscito ad essere grande protagonista in un Grande Giro, nonostante sia arrivato quest’anno al Tour con grandi aspettative (i più scommettevano su di lui come capitano Liquigas, al posto di Nibali); ciò nonostante, il 2009 di Kreuziger può essere considerato pienamente positivo, grazie alla vittoria del Giro di Romandia (con annesso successo parziale nella 4a frazione), al 2° posto a San Sebastian, al 3° al Giro di Svizzera e al 10° del Giro dei Paesi Baschi.
Erano stati proprio i due risultati in terra elvetica che avevano fatto immaginare per Kreuziger un ruolo da assoluto protagonista in occasione della Grande Boucle, in virtù della varietà dei terreni su cui era riuscito ad eccellere: vittoria nella tappa più dura del Romandia (Sainte-Croix), 2° al Tour de Suisse e 5° al Romandia nei due prologhi, 7° nella cronometro finale del Tour de Suisse, a Berna. Questi risultati, uniti al Giro di Svizzera conquistato nel 2008, avevano forse creato aspettative troppo pesanti per l’ancora giovane ceco, che è poi crollato sin dal primo arrivo in quota pirenaico del Tour. Poco male: Kreuziger è un classe 1986, ha 4 anni meno di Contador, 2 meno di Nibali, 1 meno di Andy Schleck. Il tempo è decisamente dalla sua parte.

ALEJANDRO VALVERDE: VOTO 8,5
3 corse a tappe di livello tra il buono e l’eccellente (Vuelta a Burgos, Giro della Catalogna – con una vittoria di tappa – e Giro del Delfinato), una discreta classica spagnola (Klasika Primavera) e due tappe alla Vuelta a Castilla y Leon, vincendo tutte le classifiche meno quella generale, andata a Leipheimer. Se Valverde avesse centrato il grande obiettivo della sua stagione, il Mondiale, il suo 2009, per quel che non concerne classiche e GT), sarebbe stato quasi da 10.
In particolare, la vittoria al Delfinato avrà lasciato – immaginiamo – enorme rammarico al murciano, che aveva sconfitto un Evans in palla come non mai (che comunque un mese dopo avrebbe fallito completamente la Grande Boucle) e Alberto Contador, prima di essere definitivamente escluso dal Tour de France, a causa dei famigerati chilometri italiani della tappa di Bourg-Saint-Maurice. Questioni doping a parte, si può senz’altro dire che Valverde, considerati questi successi e quello della Vuelta, ha vissuto nel 2009 un’ennesima grande stagione, il cui vero (grande) neo è stato quello di non vedere coronato l’interminabile inseguimento dell’Embatido al titolo mondiale. Il percorso di Melbourne non lo favorisce, ma l’età avanzata di Freire, che avrà 34 anni, potrebbe suggerire agli spagnoli di puntare ancora una volta su di lui.

FABIAN CANCELLARA: VOTO 8
Poche ma buone. Così si potrebbero un po’ barbaramente fotografare le vittorie di Fabian Cancellara in questo 2009, stagione meno brillante dello strabiliante 2008 (oro a cronometro e argento in linea a Pechino, titolo nazionale a cronometro, Sanremo, Eroica, Tirreno – Adriatico e una tappa al Tour, solo per citare le affermazioni più significative), ma comunque positiva, specie se non si considera – come in questa sede – il flop delle classiche di primavera, peraltro giustificato da un infortunio ad inizio stagione. Proprio questi guai fisici hanno determinato un avvio di stagione in tono minore, riscattato da un giugno strepitoso: due tappe e classifica finale di un Giro di Svizzera ad onor del vero pensato e disegnato su misura per lui, e titolo nazionale in linea, primo in carriera, dopo una serie di sette titoli consecutivi a cronometro.
Cancellara ha quindi tentato una storica doppietta cronometro – gara in linea ai Mondiali di casa a Mendrisio, andando vicinissimo all’obiettivo. Dopo l’annunciato trionfo contro il tempo, l’elvetico è stato protagonista assoluto dell’ultima tornata della prova in linea, attaccando in salita, in pianura e in discesa, e ritrovandosi alla fine nel gruppo buono nel finale. Un attimo d’attesa di troppo gli è poi costata la gara, al pari di altri favoriti, Valverde e Cunego in primis. Siamo comunque certi che Fabian ci riproverà già l’anno prossimo: il rettilineo in leggera salita che chiude il circuito di Melbourne è forse troppo facile per un finisseur, ma potrebbe essere il terreno ideale per esaltare le doti di Spartacus.

EDVALD BOASSON HAGEN: VOTO 7,5
Titolo nazionale norvegese a cronometro, due tappe e classifica finale dell’Eneco Tour, due tappe e 3° posto finale al Giro della Polonia, quattro tappe e classifica finale del Giro della Gran Bretagna: non crediamo serva altro per giustificare questo giudizio, che non è più alto per il peso obiettivamente non enorme delle gare in questione.
Il 22enne prodigio norvegese, capace anche di vincere una tappa al Giro d’Italia e la Gand – Wevelgem, ha colpito per la capacità di sprigionare i suoi cavalli non solo sul passo, ma anche su salite di media difficoltà, a dispetto di un fisico decisamente massiccio (181 cm per 76 kg). E l’impressione è che il suo futuro sia nelle grandi classiche del Nord, come induce a pensare, oltre alla già citata affermazione alla Gand – Wevelgem, anche l’ottimo 4° posto alla Montepaschi Eroica, le cui strade verranno peraltro in parte proposte da una tappa del Giro 2010, che potrebbe accendere la fantasia del norvegese. Nel Team Sky 2010, al Nord dovrà probabilmente fare i conti con un compagno di squadra scomodo quale Juan Antonio Flecha, che crediamo sarà il leader designato quanto meno per la Roubaix.

Matteo Novarini

QUI AUSTRALIA: GREIPEL NON CALA IL POKER MA SBANCA IL DOWN UNDER

gennaio 25, 2010 by Redazione  
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Andre Greipel ha conquistato l’edizione 2010 del Tour Down Under. Una vittoria piena la sua, anche se non è riuscito a calare il poker di successi nella tappa conclusiva, appannaggio dell’australiano Christopher Sutton. L’ultima giornata di gara ha comunque riservato ancora emozioni, con il neozelandese Henderson capace di conquistare l’abbuono utile per salire su di un podio che sembrava essergli sfuggito dopo la tappa di Willunga, la più spettacolare nella storia di questa corsa. Una frazione che era stata in grado di smuovere anche i senatori del gruppo, generalmente tranquilli in queste fasi d’inizio stagione. Giornate di allenamento in corsa per gli otto italiani lanciati sulle strade australiane, in attesa degli appuntamenti che contano e col solo Viganò in azione per offrire su di un piatto d’argento la vittoria al proprio velocista di squadra Sutton.

È arrivata al capolinea la prima importante corsa della stagione 2010.
La tappa conclusiva, una kermesse di 90 Km disegnata sulle strade di Adelaide, ha fatto finalmente, registrare la vittoria che ha premiatp i tantissimi tifosi australiani che, con la loro costante presenza in questa settimana (stimati circa ottocentomila appassionati) hanno gratificato gli organizzatori del Santos Tour Down Under. È stato Christopher Sutton del Team Sky, la stessa formazione che aveva inaugurato la corsa imponendosi nel Cancer Council Helpline Classic, a salvare l’orgoglio nazionale in un’edizione che si è aggiudicato il tedesco Greipel, alla seconda affermazione dopo quella del 2008.
Del cammino vincente del tedesco della HTC Columbia, tre tappe nel carniere, abbiamo detto nei giorni scorsi. Si pensava che oggi riuscisse, considerato il suo stato di forma, a calare il poker ma ha dovuto accontentarsi del quinto posto. Un plauso va comunque al treno del Team Sky, nel quale ha sgobbato anche il giovane italiano Davide Viganò, che ha portato Sutton a prevalere sul compagno Henderson e su Brown.
Sul gradino più alto del podio, accanto a Greipel salgono lo spagnolo Sanchez e Henderson, che proprio in questa tappa conquista l’abbuono necessario per scalzare dal terzo posto l’australiano Roberts.
Da sottolineare, come forse si era mai visto in questa corsa, l’impegno profuso dai big presenti che, in alcuni frangenti, hanno cercato di infiammare la corsa, Evans su tutti.
Pochi gli italiani ai nastri di partenza, mai in vista o perché ancora in cerca della condizione o perché schierati al servizio del loro capitano, come ha fatto Mauro Santambrogio, che ha studiato da vicinissimo il suo, Cadel Evans, condividendo la camera e al fianco del quale lotterà per traguardi di certo più prestigiosi.
Al via da Clare i nostri erano in otto, ma hanno concluso il Tour Down Under in sette dopo il ritiro del Liquigas-Doimo Tiziano Dall’Antonia, ritiratosi nel corso della terza tappa. In ordine di piazzamento nella classifica finale incontriamo Fabio Sabatini (Liquigas-Doimo; 26° a 1’24”), Santambrogio (BMC Racing Team; 63° a 7’32”), Mauro Finetto (Liquigas-Doimo; 66° a 8’08”), Davide Vigano (Team Sky; 71° a 9’48”); Jacopo Guarnieri (Liquigas-Doimo; 109° a 24’17”) e Michele Merlo (Footon Servetto; 121° a 29’51”). Finetto è stato, inoltre, l’autore del miglior piazzamento giornaliero, concludendo al 5° posto la frazione di Stirling.

Domenico Occhipinti

Foto copertina: la premiazione di Andre Greipel (foto Bettini)

FOTOGALLERY

Prima tappa, Clare - Tanunda, vittoria di Greipel (foto Bettini)

Prima tappa, Clare - Tanunda, vittoria di Greipel (foto Bettini)

Seconda tappa, Gawler - Hahndorf, bis di Greipel (foto Bettini)

Seconda tappa, Gawler - Hahndorf, bis di Greipel (foto Bettini)

Terza tappa, Unley - Stirling, vittoria di Manuel Cardoso (foto Bettini)

Terza tappa, Unley - Stirling, vittoria di Manuel Cardoso (foto Bettini)

Quarta tappa, Norwood - Goolwa, tris di Greipel (foto Bettini)

Quarta tappa, Norwood - Goolwa, tris di Greipel (foto Bettini)

Quinta tappa, Snapper Point - Willunga, assolo di Luis Leon Sanchez (foto Mark Gunter)

Quinta tappa, Snapper Point - Willunga, assolo di Luis Leon Sanchez (foto Mark Gunter)

Sutton a segno nella tappa conclusiva, il circuito di Adelaide (foto Bettini)

Sutton a segno nella tappa conclusiva, il circuito di Adelaide

24-01-2010

gennaio 25, 2010 by Redazione  
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TOUR DOWN UNDER
L’australiano Christopher Sutton (Team Sky) ha vinto la sesta ed ultima tappa, circuito di Adelaide, percorrendo 90 Km in 1h53′20″, alla media di 47,647 Km/h. Ha preceduto allo sprint il neozelandese Henderson e l’australiano Brown. Miglior italiano Jacopo Guarnieri (Liquigas-Doimo), 45°.
Il tedesco Andre Greipel (HTC-Columbia) si impone in classifica con 11″ sullo spagnolo Sanchez e 15″ su Henderson. Miglior italiano Fabio Sabatini (Liquigas-Doimo), 26° a 1′24″.

VUELTA AL TACHIRA (Venezuela)
Il venezuelano Jose Alarcon (Sumiglov Gob Merida Sta. Cruz Mora) ha vinto la dodicesima ed ultima tappa, circuito di San Cristóbal, percorrendo 115 Km in 2h50′15″, alla media di 40,528 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Ubeto e Jose Contreras. Miglior italiano Antonio Santoro (Gs.Mastromarco Sensi Mapooro Hussein Sport), 11° a 11″. Il venezuelano Jose Rujano (Gobernacion Del Zulia) si impone in classifica con 3″ e 27″ sui connazionali Alarcon e Noel Vazquez. Miglior italiano Santoro, 52° a 2h25′07″.

TOUR DE SAN LUIS (Argentina)
L’italiano Alberto Loddo (Androni-Giocattoli) ha vinto la settima ed ultima tappa, circuito di San Luis, percorrendo 167,1 Km in 3h44′46″, alla media di 44,606 Km/h. Ha preceduto allo sprint Danilo Napolitano (Katusha) e lo spagnolo Pacheco. Filippo Pozzato (Katusha) e Vincenzo Nibali (Liquigas-Doimo) si sono piazzati rispettivamente 42° e 46°. Nibali si impone in classifica, con 28″ sul colombiano Serpa e 1′19″ sullo spagnolo Valls. Pozzato è 41° a 16′02″.

La volata vincente di Loddo a San Luis (foto Pablo Cersosimo)

La volata vincente di Loddo a San Luis (foto Pablo Cersosimo)

LA TROPICALE AMISSA BONGO (Gabon)
Il danese Michael Reihs (Designa Kokken-Bluewater) ha vinto la sesta ed ultima tappa, Owendo – Libreville, percorrendo 130 Km in 3h06′04″, alla media di 41,920 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Blot e Bonnafond. ll francese Anthony Charteau (BBox Bouygues Telecom) si impone in classifica, con 11″ sul sudafricano Mcleod e 19″ sul francese Loubet.

23-01-2010

gennaio 24, 2010 by Redazione  
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TOUR DOWN UNDER
Lo spagnolo Luis Leon Sanchez (Caisse d’Epargne) ha vinto la quinta tappa, Snapper Point – Willunga, percorrendo 149 Km in 3h29′39″, alla media di 42,642 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’australiano Roberts e di 4″ lo spagnolo Valverde. Miglior italiano Fabio Sabatini (Liquigas-Doimo), 10° a 9″.
Il tedesco Andre Greipel (HTC-Columbia) conserva la maglia di leader, con 11″ su Sanchez e 17″ su Roberts. Miglior italiano Sabatini, 28° a 1′24″.

VUELTA AL TACHIRA (Venezuela)
Il venezuelano Jimmy Briceño (Loteria del Tachira) ha vinto l’undicesima tappa, San Antonio del Táchira – Cerro del Cristo, percorrendo 120 Km in 3h09′46″, alla media di 37,941 Km/h. Ha preceduto di 1′46″ e 2′04″ i connazionali Jonathan Camargo e Noel Vazquez. Miglior italiano Antonio Santoro (Gs.Mastromarco Sensi Mapooro Hussein Sport), 68° a 30′42″. Il venezuelano Jose Rujano (Gobernacion Del Zulia) conserva la testa della corsa con 16″ e 19″ sui connazionali Alarcon e Noel Vazquez. Miglior italiano Santoro, 64° a 2h24′59″.

TOUR DE SAN LUIS (Argentina)
Lo spagnolo Luis Mate (Androni-Giocattoli) ha vinto la sesta tappa, Quines – Merlo (Mirador del Sol), percorrendo 150 Km in 4h01′34″, alla media di 37,256 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Serpa e l’italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Doimo). Filippo Pozzato (Katusha) si è piazzato 53° a 5′07″. Nibali conserva la testa della classifica, con 28″ su Serpa e 1′19″ sullo spagnolo Valls. Pozzato è 41° a 16′02″.

LA TROPICALE AMISSA BONGO (Gabon)
Il francese Yohann Gene (BBox Bouygues Telecom) ha vinto la quinta tappa, Lambarene – Kango, percorrendo 149 Km in 3h48′59″, alla media di 39,042 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Bernaudeau e Rousseau. ll francese Anthony Charteau (BBox Bouygues Telecom) rimane leader della corsa, con 11″ sul sudafricano Mcleod e 19″ sul francese Loubet.

EMIRATES CUP (Emirati Arabi Uniti)
Il sudafricano Malcom Lange (Team Medsceme) si è imposto nella corsa emiratese, percorrendo 120 Km in 2h52′43″, alla media di 41,686 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Brenterch e Giraud.

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