DOPO LA NIZZA NUDA E CRUDA…. AL VIA UNA TIRRENO “BOTERIANA”

marzo 11, 2014 by Redazione  
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Se la Parigi-Nizza si è spogliata di tutto quanto, nelle scorse edizioni, aveva contribuito a far classifica, la Tirreno-Adriatico continuerà, invece, ad ammaliare i grandi campioni con le sue forme decisamente più tondeggianti, quelle delle colline e delle montagne che, da diversi anni, l’hanno fatta preferire alla corsa francese in preparazione alla Sanremo. E forse non è un caso che, nell’ultimo decennio, il vincitore della “classicissima” sia stato in sette occasioni un corridore schieratosi al via della “corsa dei due mari”, che anche quest’anno scatterà dalla Costa degli Etruschi e avrà i suoi momenti clou nelle tappe di montagna di Cittareale e Guardiagrele.

Tra Parigi e Milano ci sono quasi 850 Km e, soprattutto, due differenti filosofie di lavoro. Se negli uffici di ASO ci si adopera per “spogliare” le proprie creature, gli uomini di RCS Sport da anni lavorano nella direzione opposta e, invece, i percorsi delle loro gare li rimpolpano per benino. Le differenze sono sotto gli occhi di tutti e, in particolare, si fanno più evidenti esaminando i tracciati delle due corse parallele di preparazione alla Milano-Sanremo. Così quest’anno si avrà da una parte una Parigi-Nizza nuda e cruda, quasi come una di quelle modelle magrissime che tanto piacciano a molti stilisti, e dall’altra un’edizione della Tirreno-Adriatica sullo stile delle ultime disputate, ben carica di difficoltà e decisamente più “boteriana”. Vegni e soci ne hanno fatto quasi un Giro d’Italia in miniatura poiché in sette giorni sarà concentrata la “summa” di quel che s’incontra in un GT di tre settimane: le tappe per velocisti e quelle di montagna, quelle di collina e le cronometro, individuali e a squadre. A prima vista ciò potrebbe scoraggiare i partecipanti e in particolare chi punta a preparare una corsa storicamente “facile” come la Sanremo, ma il recente passato di questa corsa dice il contrario e, a dispetto di percorsi più esigenti, la partecipazione alla “corsa dei due mari” è spesso spiccata per qualità sull’avversaria corsa francese, che esce sconfitta anche per un altro particolare: negli ultimi dieci anni in ben sette occasioni il vincitore della “Classicissima” è stato un corridore uscito dalla Tirreno.
C’è, dunque, grande attesa per l’edizione n° 49 della corsa creata nel 1966 da Franco Mealli e che, come negli ultimi due anni, prenderà le mosse mercoledì 12 marzo con una cronosquadre tracciata lungo la “Costa degli Etruschi”. A differenze dei due precedenti, nei quali si imposero il GreenEdge Cycling Team (2012) e l’Omega Pharma – Quick Step (2013), si gareggerà in senso inverso, partendo da Donoratico, la frazione di Castagneto Carducci conosciuta per l’annuale Gran Premio ciclistico, e arrivando a San Vincenzo dopo 18,5 Km pianeggianti e veloci (la GreenEdge sfondò il tetto dei 54 Km/h), gli ultimi 7 dei quali saranno disegnati costantemente in riva al mare, esposti alle intemperanze del vento.
La prima tappa in linea sarà, come il solito, terreno di caccia per i velocisti che, usciti da un “toboga” collinare di un’ottantina di chilometri (comprensivo dei primi tre traguardi GPM), si troveranno sotto le ruote strada a loro congeniale negli ultimi 60 Km verso Cascina, dove la tappa si concluderà con un circuito di quasi 21 Km da ripetere due volte.
L’indomani la corsa farà scalo per il quarto anno consecutivo ad Arezzo ma con una sostanziale differenza rispetto ai recenti precedenti poiché non si arriverà più nella frazione industriale di Indicatore ma in pieno centro storico, accanto al Duomo di San Donato. Cambierà anche la “destinazione d’uso” della frazione, che da favorevole agli sprinter si trasformerà in un’occasione d’oro per i finisseur grazie alla rampetta in pavè (900 metri al 5%, con un picco dell’11%) che condurrà al traguardo e che dovrà essere ripetuta complessivamente cinque volte. Sarà l’antipasto alle due tappe più attese di questa Tirreno – Adriatico, che da Arezzo sabato 15 marzo si metterà in marcia per raggiungere Cittareale, località turistica della provincia di Rieti dove la tappa terminerà nel piazzale della stazione invernale di Selvarotonda, arrivo in salita a 1535 metri di quota. Si tratterà di un finale meno impegnativo rispetto a quello dei Prati di Tivo, proposto nelle ultime due Tirreno, ma i 14 Km al 5,3% di questa salita potrebbero risultare non meno selettivi dell’ascesa teramana, sia per la stagione, sia perché sarà affrontata al termine di una tappa lunga quasi 250 Km e che proporrà altre due ascese da non sottovalutare, in particolar modo i 1211 metri della Forca Capistrello (16,3 Km al 6,7%).
La giornata destinata alla scalata dei “muri”, che l’anno scorso era stata decisiva ai fini della classifica, stavolta sarà unificata alla seconda tappa di montagna e così i due momenti più importanti della quinta tappa, la Amatrice – Guardiagrele di 192 Km (altro chilometraggio importante), saranno prima la scalata all’impegnativo Passo Lanciano (1306 metri, 12,3 Km all’8,3%, è lo stesso versante della vittoria di Ivan Basso al Giro d’Italia del 2006) e poi, una trentina di chilometri più avanti, la verticale della Strada della Morice, uno dei più violenti muri mai visti in una corsa professionistica: 600 metri al 22,2% (con picco del 30%!), passati i quali mancheranno 800 metri all’arrivo, anticipato da un altro tratto a notevole pendenza.
Ventiquattr’ore dopo la “corsa dei due mari” sarà nuovamente a Porto Sant’Elpidio, dove la scorsa Tirreno si capovolse a favore di Nibali, ma stavolta s’incontreranno pochi e non insormontabili ostacoli e la frazione, la penultima, sarà così la seconda tra le due destinate ai velocisti, favoriti in particolar modo dagli ultimi 35 Km quasi del tutto “lisci”.
Piatta sarà anche la tappa conclusiva ma, ovviamente, qui si suonerà tutt’altra musica, quella del tic-tac degli orologi che accompagnerà lo svolgimento della tradizione cronometro di San Benedetto del Tronto. Nove chilometri da bere tutti d’un fiato come una tequila per far fare “bum bum” alla classifica!

Mauro Facoltosi

Il tratto più pendente del muro di Guardiagrele e, in trasparenza, laltimetria della strada (foto Street View)

Il tratto più pendente del muro di Guardiagrele e, in trasparenza, l'altimetria della strada (foto Street View)

PARIGI NIZZA 2014: UN POSTO AL SOLE PER MOLTI

marzo 8, 2014 by Redazione  
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Stavolta l’hanno fatta davvero… dura! Tolte le salite che permettevano di fare distacchi reali e immediati, eliminati anche i chilometri da percorrere contro il tempo, gli organizzatori della Parigi-Nizza sono riusciti nell’impresa di ridurre all’osso la corsa e contemporaneamente di renderla un osso davvero duro. La facilità del percorso, infatti, amplierà la fetta dei possibili vincintori e renderà l’edizione 2014 della “corsa al sole” molto stressante sul piano dei nervi. Bisognerà correre ciascuna frazione con le antenne ben dritte dalla partenza all’arrivo e… guai a distrarsi o la frittata è cotta e mangiata!

Una Parigi-Nizza facile. Anzi no, dura, atipicamente dura.
Quando gli uomini di ASO si sono messi a tavolino per progettare la 72a edizione della corsa francese hanno pensato di prolungare la politica di “austerity” adottata negli scorsi anni e, dopo aver levato di mezzo le grandi salite, forse ritenute inadatte a una corsa di fine inverno, hanno deciso si sbarazzarsi anche delle tappe a cronometro. Il risultato è stato quello di dare vita a una corsa facile sia sotto l’aspetto altimetrico, sia sotto quelle delle difficoltà complessive – pur non mancando le salite, se ne affonteranno otto di 2a categoria e quattro di prima – ma che sarà durissima proprio per questo particolare disegno, che farà di ciascuna delle otto tappe previste quella buona per far volgere la corsa a proprio favore. Quando fu svelato il tracciato del Giro d’Italia del 1985, uno dei più infelici della storia per quanto riguarda l’altimetria, il grande Alfredo Martini, interpellato dalla rivista Bicisport, disse che con un percorso del genere non ci si poteva permettere il lusso di lasciar andar via nessuna fuga, perché si sarebbe corso il rischio di non riuscire più a contenerne i danni. In quell’edizione della corsa rosa c’erano comunque delle crono e delle tappe di montagne con salite decisamente più consistenti rispetto a quelle che si troveranno sotto le ruote i partecipanti alla prossima “corsa al sole” e così bisognerà far ancor più tesoro delle parole dell’ex ct della nazionale azzurra. Con queste premesse, c’è la possibilità che la corsa si decida grazie ad una fuga “bidone” oppure solo all’ultimo colpo di pedale, il 16 marzo a Nizza, al termine di una corsa che – a questo punto – si rivelerà durissima sul piano dei nervi e della tensione agonistica.
Domenica 9 marzo, l’atto d’apertura dell’edizione 2014 della Parigi-Nizza sarà, “pensionato” (almeno per il momento) il tradizionale cronoprologo, una frazione in circuito che si disputerà a Mantes-la-Jolie, cittadina situata a una sessantina di chilometri a ovest della capitale francese, e che sarà la prima di tre consecutive che quasi certamente non vedranno rendersi concreto l’approdo di una qualsivoglia fuga, controllate a vista dalle squadre degli sprinter. In questa prima occasione l’unico momento per loro critico sarà rappresentato dalla facile ascesa della Côte de Vert (1,5 Km al 4,4% che dovranno essere ripetuti tre volte, l’ultima a 22 Km dall’arrivo) mentre un filo più problematica sarà la conclusione della successiva Rambouillet – Saint-Georges-sur-Baulche, tappa di 205 Km pressochè priva di veri ostacoli (un solo GPM di 3a categoria, ma è bene precisare che tutte le classificazioni delle salite sono sicuramente arrotondate per eccesso di una categoria, rispetto a quanto si vede sulle strade del Tour de France) ma che presenterà gli ultimi 1800 metri tracciati tutti in lievissima ascesa; un finale che i velocisti avranno, però, la possibilità di studiarsi a puntino perché lo percorreranno anche all’inizio del circuito di 18,5 Km che chiuderà questa giornata.
Passata la tappa che terminerà sulla pista del circuito automobilistico di Magny-Cours – la più facile di tutte, essendo l’unica che non presenterà traguardi della montagna – inizieranno le cinque giornate “forti” di questa edizione, ciascuna con il potere di essere determinante per la classifica finale. Si comincerà con l’arrivo a Belleville, traguardo che – dopo circa 140 Km di percorso pianeggiante – sarà preceduto da quattro salitelle sulle quali spiccano per quota raggiunta il Col du Champ Juin (742 metri) e per pendenze la Côte du Mont Brouilly, rilevante per il successo di tappa non solo per le sue possenti inclinazioni (media dell’8,4%, massima del 25%), ma anche perché l’ultima della serie, piazzata a 14,5 Km dall’epilogo.
Decisamente più aperto sarà il tracciato della successiva Crêches-sur-Saône – Rive-de-Gier, poco più di 150 Km con quattro salite sparse lungo tutto l’itinerario e che, nonostante la Côte de Sainte-Catherine di 2a categoria collocata a 12,5 Km dall’arrivo, potrebbe anche risolversi con il successo di un velocista capace di rimanere a galla nei finali più movimentati.
Toccherà poi alla tappa più lunga, poco più di 220 Km per giungere a Fayence, nome che susciterà più di un brivido in gruppo, memori della solenne “cotta” che si beccò Contador alla Parigi-Nizza del 2009 quando, dopo essersi imposto il giorno prima sulla Montagna di Lura e aver preso la maglia di leader con distacchi che si pensava incolmabili, lo spagnolo andrò incontro a un’inattesa crisi sul tormentato tracciato della frazione che giungeva a Fayence, incassando quasi 3 minuti di ritardo dal secondo in classifica e perdendo definitivamente la leadership. Stavolta, però, la marcia d’avvicinamento alla cittadina provenzale sarà più agevole e vere difficoltà s’incontreranno solo nel circuito finale di 25 Km, caratterizzato dall’ascesa ai 725 metri del Col de Bourigaille, peraltro denotata da pendenze tutt’altro che temibili (8,2 Km al 5,9%). Sarà, invece, il giorno successivo che i corridori si troveranno a fare i conti con una tappa dal tracciato simile a quella che costò la vittoria finale al campione spagnolo, quando si metteranno in sella per affrontare i 195,5 Km che li condurranno da Mougins al parco tecnologico Sophia Antipolis, dove una tappa della “corsa al sole” si concluse anche nel 2011, vinta dal francese Rémy Di Grégorio. Pur differente, il tracciato avrà una struttura simile a quello della tappa di 3 anni fa e proporrà le principali difficoltà – quattro colli, due dei quali di 1a categoria, e il tetto massimo rappresentato dai 1119 metri del Col de l’Ecre – nella prima parte di gara, mentre la seconda si snoderà attorno ad un nervosissimo circuito di una ventina di chilometri, da ripetere due volte, tutto saliscendi e zero pianura, ricordando certi percorsi collinari della Tirreno-Adriatico anche se il menù non avrà in programma dei muri.
Dopo questa frazione mancherà solo quella conclusiva che, considerato com’è stata confezionata l’intera corsa, rischierà realmente d’esser quella decisiva, anche se solo per questioni di secondi e in quest’ottica molto peso avranno anche i traguardi volanti, previsti nel numero di due in ciascuna frazione, poiché come da tradizione – interrotta solamente al Tour de France – metteranno in palio dei secondi d’abbuono validi per la classifica generale, oltre a quelli previsti ai traguardi finali. Abolita la cronoscalata al Col d’Èze, tornata a essere atto finale della corsa nel biennio 2012-2013 dopo un lungo periodo d’abbandono, quest’anno Nizza sarà ripristinata come ultimo traguardo e, come avveniva fino a qualche anno fa, la tappa conclusiva avrà la forma di un circuito che si snoderà sulle strade dell’entroterra, andando ad affrontare le ultime difficoltà utili a sovvertire i delicatissimi valori in campo, cinque ascese sulle quali risalta per fama proprio l’immancabile Col d’Èze, ascesa simbolo della Parigi-Nizza, i cui 4,3 Km al 6,7% saranno superati quando mancheranno 15 Km all’ultima premiazione. Potrebbero bastare per risolvere la diatriba, come potrebbe anche non appianare la questione e allora bisognerà attendere l’abbuono del traguardo per conoscere con certezza il nome del vincitore. Insomma, non si potrà dire gatto finchè non lo si sarà messo nel sacco della Promenade des Anglais.

Mauro Facoltosi

La Promenade des Anglais di Nizza: sarà lei lestremo giudice delledizione 2014 della corsa francese? (wikipedia)

La Promenade des Anglais di Nizza: sarà lei l'estremo giudice dell'edizione 2014 della corsa francese? (wikipedia)

PAGELLE 2013: PROMOSSI E BOCCIATI DEL CAMPIONATO DEL MONDO

ottobre 1, 2013 by Redazione  
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Firenze, come sei bella! Scusatemi l’intemperanza, so che condividerete con me la naturalezza dell’esclamazione, mi rimetto subito a scrivere di ciclismo. Dunque, il Campionato del Mondo 2013, tra i più emozionanti e spettacolari degli ultimi 15 anni, ha visto l’affermazione, a sorpresa, del completo corridore portoghese Rui Costa. Un’Italia semplicemente perfetta non è riuscita a cogliere il podio sia a causa della sfortuna, la quale si è davvero accanita contro i nostri ciclisti, che per colpa della solita condotta di gara di Valverde. Sul podio anche Rodriguez, indomita medaglia d’argento, e lo stesso “Fu Embatido”.

Foto copertina: la nazionale azzurra schierata compatta lungo il difficile anello fiorentino (foto Bettini)

ITALIA: gli Antichi Greci pensavano che nemmeno Zeus, il più potente tra gli dei dell’Olimpo e simbolo esso stesso di Potenza, potesse sfuggire alla legge di Tiche, la Dea che personificava la Fortuna. Solo una sorte particolarmente avversa, infatti, ha potuto impedire, domenica scorsa, ad un nostro atleta di vestirsi di una maglia arcobaleno che sarebbe stata più che meritata. Perché gli azzurri hanno interpretato un Mondiale come meglio non potevano: hanno pennellato le curve in discesa creando forte selezione grazie soprattutto all’abilità di un Paolini che sembrava davvero non sentisse la catena, e messo tristemente fuori gioco all’ultimo giro, proprio quando era giunto il suo momento di menare le danze in salita. In pianura, le trenate di Vanotti e Santaromita hanno messo alla frusta le gambe degli avversari. Il tentativo di Visconti ha costretto i belgi ad un lavoro che ne ha indebolito le difese mentre le accelerazioni di Scarponi, in salita, hanno fiaccato definitivamente le resistenze di tutti i favoriti della vigilia, da Gilbert a Cancellara. Nibali, il nostro capitano, indiscutibilmente il ciclista più forte visto in gara, avrebbe senza dubbio finalizzato il lavoro dei compagni, pure sfortunati (vedi la caduta di Scarponi e la già citata di Paolini), se una rovinosa scivolata non ne avesse minata la resistenza fisica ma, soprattutto, psicologica. Come spiegare difatti, se non tenendo conto di quest’ultimo fattore, il fatto che il siciliano si sia lasciato sfuggire una prima volta Rodriguez, esattamente nello stesso punto del percorso dove un giro prima era finito per terra? Sarebbe incomprensibile, poiché l’azzurro è certamente più forte, nell’affrontare le curve, dello spagnolo. Peccato, poi, trovarsi a ruota un Valverde che, come suo solito, corre da parassita. Una domenica che, comunque, al di là dei risultati, deve essere ricordata per le forti sensazioni che il coraggio, la grinta e la forza atletica degli italiani hanno saputo trasmetterci. Grazie mille ragazzi, siete stati memorabili! Voto: 9

PORTOGALLO (Alberto Rui Costa): un percorso così esigente, incattivito per di più dalle condizioni atmosferiche avverse, poteva premiare solo un ciclista dotato di grande fondo e resistenza in salita e così è accaduto, anche se la vittoria del valente portoghese ha sorpreso un po’ tutti. Già vincitore un paio di volte dell’impegnativo Giro di Svizzera, peraltro il primo dei quali conquistato in giovane età, al Tour de France ha saputo cogliere vari successi di tappa sempre con tentativi a lunga distanza. Oltre alla grande dote di fondo, aveva già dimostrato in passato di avere la freddezza e la capacità di saper cogliere l’attimo più favorevole per tentare la stoccata decisiva ed è grazie soprattutto a questa abilità di saper leggere le situazioni in corsa che ha potuto vestirsi dell’iride, sfruttando al massimo la generosità di Nibali e il parassitismo congenito di Valverde. Campionato del Mondo vinto meritatamente e grosso colpo di mercato della Lampre che, pensando di ingaggiare un futuro campione, si ritroverà fra le proprie fila l’attuale Campione del Mondo. Voto: 10

COLOMBIA: una squadra composta di autentici fenomeni, ciascuno dei quali avrebbe potuto correre da capitano in un’altra formazione senza sfigurare. La sfortuna ha messo fuori gioco Quintana, che avrebbe potuto fare molto male sullo strappo di via Salviati, sempre la cattiva sorte ha impedito ad Uran di battersi per la maglia iridata, dopo essere riuscito faticosamente a resistere alle sfuriate di Nibali in salita. A mio parere, tuttavia, la scivolata in discesa del colombiano è da imputare maggiormente ad un calo fisico che non alla sfortuna mentre Betancour ha interpretato una gara al di sotto delle aspettative. Voto: 6

SPAGNA: tanto compatta e coesa si è dimostrata la squadra italiana, quanto disarticolata e litigiosa è stata quella iberica. Ognuno, o quasi, ha fatto corsa a sé, disinteressandosi dei propri compagni e il finale della competizione ha costituito la degna conclusione di tutta una gara interpretata aspettando, come d’abitudine, le mosse degli avversari cioè, in definitiva, degli italiani. Dispiace un po’ per Rodriguez (voto: 8 ), che si deve accontentare dell’ennesimo podio prestigioso della carriera, il quale ha davvero fatto il diavolo a quattro in salita, dimostrandosi inferiore solo al nostro Nibali. Analogo sentimento non si può provare di certo nei confronti di Valverde il quale sperava di sfruttare al massimo il lavoro dei siciliano per poi bruciarlo, come al solito, in volata. Gli è andata male, fortunatamente, perché Vincenzo non si è lasciato abbindolare come Rebellin alla Liegi 2008. Gli altri spagnoli sono stati quasi inesistenti, se si esclude Contador che si è fatto vedere un paio di volte in testa al gruppo. Voto: 4,5

BELGIO: il ritmo forsennato imposto dagli italiani ha messo fuori gioco questa squadra, la più temuta della vigilia insieme alla Spagna. Il nostro Visconti ha obbligato i passistoni belgi, Leukemans, Monfort, Van Summeren ad un lavoro imprevisto e le progressioni micidiali di Scarponi hanno completato il piano di distruzione della squadra nordica. Tutti, compreso capitan Gilbert, si sono piegati ad un passo per loro insostenibile e hanno dovuto abdicare. Sostengo da sempre che lo spauracchio belga, fautore del tris delle Ardenne nel 2011, mal digerisce le corse “tirate” per più chilometri. La gara di domenica conferma la mia tesi. Voto: 3

SVIZZERA: Danilo Wyss e Gregory Rast sono gli unici due elvetici a meritare la sufficienza per l’abnegazione messa al servizio di capitano Cancellara. Quest’ultimo è risultato totalmente inadeguato ad affrontare le asperità del circuito di Firenze. Alla vigilia aveva boriosamente dichiarato che non sapeva cosa fosse venuto a fare Pozzato al Mondiale, potremmo rivolgergli la stessa domanda. A meno che non consideri un risultato soddisfacente il 10º posto finale della prova su strada e la batosta patita da Martin a cronometro. Voto: 3

FRANCIA: ottime prove da parte di Gautier e del giovane Bardet, che hanno contribuito a vivacizzare la gara. Se gli azzurri non avessero imposto un’andatura così elevata, il rischio di vedere Voeckler Campione del Mondo si sarebbe alzato esponenzialmente, per fortuna è stato scongiurato. Il capitano dei transalpini, infatti, come logica voleva, ha sofferto parecchio gli ultimi due giri del circuito. Voto: 4

SLOVACCHIA: ovviamente tutta la squadra era a disposizione di Peter Sagan il quale, al pari di Cancellara e Gilbert, era uno dei grandi favoriti ma che, al pari degli altri due citati, ha concluso nella maniera più opaca. Non lo si è mai visto. Voto: 3

OLANDA: dopo la poderosa volata che ha consentito a Gesink di imporsi maestosamente in una premondiale corsa in Canada, speravamo di vedere finalmente competitiva, la ormai non più giovane promessa olandese, nel finale di gara. Penso che questo non sia avvenuto a causa del ritmo indiavolato imposto dall’Italia in discesa, dato che Robert non è un drago quando la strada tende all’ingiù, come dimostra la Parigi-Nizza persa da Rebellin proprio su quel terreno. La difficoltà del capitano dell’Olanda di guidare la bici gli deve aver irrigidito i muscoli, in ogni caso le prossime gare cui prenderà parte scioglieranno i dubbi relativi alla sua debacle, anche se ormai siamo abituati a vedere tradite le nostre aspettative quando si parla di Gesink. Voto: 3

Cadel Evans, Alexandre Kolobnev: capitani, rispettivamente, dell’Australia e della Russia, sono stati frenati entrambi da una caduta. Peccato, perché sembravano tutti e due in forma e il finale di gara avrebbe potuto esaltare le caratteristiche sia dell’uno che dell’altro esattamente come accaduto al Campionato del Mondo 2009 vinto dall’australiano e in cui il russo ha conquistato il bronzo. Voto: n.d.

USA: speravamo di impreziosire il romanzo, iniziato nel corso del Giro di Spagna, che ricorderete essere intitolato “L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DI HORNER”, di un ulteriore capitolo e invece siamo rimasti a bocca asciutta. Eravamo già pronti a declamare le gesta di Sorriso sullo strappo di via Salviati, che avrebbe di certo affrontato con un rapportino dei suoi, e ci siamo dovuti accontentare delle stoccate di Nibali e Rodriguez perché il buon Christopher ha pensato bene di ritirarsi quasi subito. Chissà perché… Voto: 3

IRLANDA: Daniel Martin e Stephen Roche erano le punte di diamante della formazione, i capitani designati, ed entrambi erano apparsi piuttosto in forma. Probabilmente il meteo ha giocato a loro sfavore, anche se per degli irlandesi, la pioggia, dovrebbe rappresentare un fattore vantaggioso. Voto: 3

GRAN BRETAGNA: un altro ciclista che aveva dichiarato di puntare forte al Mondiale di Firenze era l’ultima Maglia Gialla del Tour de France, Christopher Froome. A giudicare dal piglio con cui gli albionici si erano messi in testa a tirare sin dalle prime battute di gara, Mark Cavendish e Bradley Wiggins su tutti, si sarebbe pensato ad un Froome in grande spolvero. Invece non si è mai visto, svanito nel corso della gara come il resto della squadra britannica. Voto: 3

NORVEGIA: Boasson Hagen è stato capace di resistere fino all’ultimo giro poi ha dovuto, come molti del resto, alzare bandiera bianca. Certo è che da questo velocista-scalatore, in grado tanto di battere gli sprinter puri quanto di involarsi solitario sull’aspra salita di Pra Martino ad un’edizione del Tour de France, ci si attendeva molto di più. Voto: 3

Francesco Gandolfi (gandolfi.francesco@libero.it)

PAGELLE 2013: PROMOSSI E BOCCIATI DELLA VUELTA A ESPAÑA

settembre 17, 2013 by Redazione  
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L’ultimo Grande Giro della stagione 2013 se l’è aggiudicato il quarantaduenne statunitense Christopher Horner, che è così il più vecchio vincitore di una corsa a tappe non solo dell’era moderna ma dell’intera storia del ciclismo. A completare il podio un’indomabile Vincenzo Nibali ed un parsimonioso Alejandro Valverde. Va segnalata, infine, la splendida prestazione offerta dalla giovane promessa francese Warren Barguil e la conquista del primo successo stagionale per il Campione del Mondo in carica Philippe Gilbert.

Foto copertina: Chris Horner (foto Bettini)

Christopher Horner: “L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DI HORNER”, potrebbe intitolarsi in questo modo un libro che intendesse narrare le gesta dello statunitense in terra iberica, raccontando fatti e misfatti dell’edizione numero 68 della Vuelta appena conclusa. Perché a questo spettacolo abbiamo assistito: ad un ciclista che, ogni qualvolta la strada si impennava sotto le ruote dei corridori, iniziava a balzellare sui pedali con la leggiadria di una libellula, pur spingendo dei rapporti pazzeschi. Una facilità di pedalata ed una delicatezza nel gesto atletico degne dei più grandi grimpeurs della storia del “mondo delle due ruote”. Saremmo tutti entusiasti di scrivere e declamare le imprese di un ciclista di questa natura, di uno scalatore puro, ma purtroppo non è questo il caso cui ci troviamo di fronte. Al contrario, siamo al cospetto di un corridore di 42 anni che si è affacciato al mondo del ciclismo internazionale già in età avanzata, intorno ai 33-34 anni, dopo aver conquistato qualche garetta negli Usa e che, fino ad oggi, non aveva raccolto quasi nulla di significativo, se si esclude la vittoria al Giro dei Paesi Baschi di un paio di stagioni fa. Il resto sono fatti di cronaca corrente: il cowboy ha fatto il bello e il cattivo tempo in salita, aggiudicandosi due belle vittorie parziali e dando l’impressione, almeno al sottoscritto, di non aver voluto strafare. In gruppo è soprannominato “the Bomber”, in Italia è meglio noto con il soprannome di “Sorriso”, per quella strana espressione che gli si dipinge sul volto quando è sotto sforzo. Bisogna ammettere, in effetti, che qualche “sorriso” è riuscito a strapparlo anche a noi nel corso dei 21 giorni di corsa. Voto: 10 e lode

Vincenzo Nibali: solo pochi grandi interpreti di ciclismo sono riusciti nell’impresa di vincere nella stessa stagione Giro d’Italia e Tour de France, aggiudicandosi così “l’accoppiata reale”, altri sono stati capaci di firmare la doppietta meno nobile, seppur di grande prestigio, Giro d’Italia e Vuelta a España. Il siciliano avrebbe fatto parte di quest’ultima categoria di ciclisti se non avesse dovuto misurarsi con le strabilianti prestazioni offerte da un navigato corridore statunitense. In effetti, con Sorriso, Vincenzo aveva già avuto modo di battagliare sulle strade della Tirreno-Adriatico, ma questi livelli di competitività da parte dell’americano erano obiettivamente imprevedibili. Ad ogni modo il capitano della Astana s’è battuto con onore lungo tutto il percorso anche se, a pensarci per bene, avrebbe potuto giocarsi meglio le proprie carte sull’Angliru. Non me la sento di attribuire la responsabilità di una condotta di gara sbagliata al ciclista ma i direttori sportivi potevano di certo impostare la corsa diversamente, proverò a spiegare le ragioni di questa critica. Per prima cosa avrebbero dovuto analizzare a fondo i punti deboli dell’avversario, ovvero di Horner, che essenzialmente si riducono ad una incapacità di rispondere con prontezza alle “rasoiate” e ad una non perfetta destrezza nel guidare il mezzo in discesa e sui tracciati più tortuosi. Queste difficoltà dell’americano rappresentano esattamente i punti di forza dell’italiano, e su questi bisognava far leva per tentare di sconfiggere lo statunitense. Invece ciò non è avvenuto, e Vincenzo si è lanciato in una serie di scatti secchi, ma troppo lontani dal traguardo mentre avrebbe potuto, e questa rappresenta la seconda obiezione che mi sento di muovere, attendere il finale e sfruttare appieno la parte conclusiva dell’ascesa, la quale presenta pendenze più dolci e una serie di curve su cui difficilmente Horner avrebbe potuto ricucire un eventuale strappo. Infatti, penso che senza tutte le accelerazioni dell’italiano, Sorriso non si sarebbe esposto in prima persona per cercare di staccarlo perché il rischio di “saltare” su quelle pendenze è troppo elevato. Bisogna comunque ringraziare Vincenzo per la grinta e l’impegno mostrato in tutte le frazioni e sperare che tutte le energie spese non gli risultino fatali al Mondiale. Voto: 9

Warren Barguil: quando a 22 anni ci si rende protagonisti di azioni come quelle promosse da questo ciclista francese, si può avere una certa sicurezza nell’affermare di trovarsi di fronte ad un fenomeno. Fisico asciutto, cervello fino: la vittoria conquistata a spese di Nocentini ne ha mostrato la forza quella ottenuta su Uran ne ha evidenziato anche l’intelligenza tattica. Ci aspettiamo grandi cose da questo corridore. Voto: 9

Philippe Gilbert, Fabian Cancellara: entrambi alla ricerca della condizione migliore in vista del Campionato del Mondo. Entrambi l’hanno raggiunta, trovando anche il modo di aggiudicarsi una tappa ciascuno. I loro fisici si sono asciugati a dovere nel corso delle tre settimane e hanno dimostrato che le gambe girano paurosamente bene. Il primo dei due punta a vincere a Firenze per risollevare le sorti di una stagione che altrimenti sarebbe da dimenticare, il secondo mira a vestirsi dell’iride per coronare una stagione e una carriera da fenomeno assoluto. Ci attende una lotta tra titani. Voto: 8

Alejandro Valverde: ultimamente gli capita sempre più spesso di sconfessare il soprannome di “Embatido” per il quale è noto nell’ambiente del ciclismo. La gara a tappe spagnola, purtroppo per lui, non ha fatto eccezione e il ciclista ha dovuto accontentarsi della piazza d’onore. Ad ogni modo bisogna riconoscere all’iberico di essersi preparato con meticolosità per la corsa di casa e, a poco meno di un mese dalla conclusione di un Tour de France che lo ha visto protagonista, non è aspetto di poco conto. Grazie ad una condotta di gara come sempre accorta ed attenta a non sprecare energie utili, è riuscito ad impreziosire ulteriormente la sua già ricca carriera con questo podio, anche se c’è da scommettere che le ambizioni fossero ben altre. Voto: 7

Joaquim Rodriguez: anche lui reduce da un Tour de France che lo ha visto addirittura aggiudicarsi il terzo gradino del podio, puntava decisamente a conquistare la prima corsa a tappe della carriera. Purtroppo, anche il simpatico Purito ha dovuto rinunciare ai sogni di gloria a causa di un fattore imprevisto, rappresentato da Horner, che ha perturbato tutti gli equilibri della competizione. Partito in sordina, come sua abitudine, ha lasciato che il compagno di squadra Moreno tentasse di aggiudicarsi qualche successo parziale, per poi iniziare a carburare con il passare dei giorni. Ha provato a far saltare il banco ma si è dovuto inchinare allo strapotere di Sorriso. Un bel successo di tappa conquistato non può di certo consolarlo. Voto: 7

Nicholas Roche: s’è battuto come un leone, ha tentato di tutto ma il fisico possente di cui è dotato mal si concilia con le pendenze a doppia cifra che presentavano le salite spagnole. Con onore e tenacia conquista un degno quinto posto finale. Voto: 6,5

Thibaut Pinot: il giovane francese ha provato in più di un’occasione di movimentare la corsa, ma le gambe non hanno risposto come evidentemente si aspettava. Per la sua età, il settimo posto finale rappresenta comunque un risultato apprezzabile. Voto: 6

Domenico Pozzovivo: doveva ad ogni costo provare ad aggiudicarsi finalmente il tanto agognato podio in carriera in una corsa a tappe (e date le innumerevoli salite presenti quest’anno poteva essere raggiunto) ma, per una serie di coincidenze, anche questa volta ha concluso un Grande Giro con un nulla di fatto. L’età avanza e anche per il forte scalatore lucano il tempo per provare a combinare qualcosa di significativo in carriera è ormai poco. Dispiace dirlo, ma un ciclista che punta a vincere un GT non può continuare ad avere abitudini in corsa assolutamente deleterie come quelle, ad esempio, di rimanere sempre nelle ultime posizioni del plotone. Pazienza se il podio non è arrivato ma, dopo la straordinaria cronometro di cui si è reso protagonista, almeno un successo parziale ce lo aspettavamo. Voto: 5

Roman Kreuziger: dopo le ottime prestazioni sia in salita che, soprattutto, in pianura, mostrate nel corso del Tour de France, attendevamo una conferma da parte del ceco sulle strade spagnole ma questa non è avvenuta. Probabilmente non ha recuperato lo sforzo, sicuramente il percorso era troppo esigente per le caratteristiche tecniche del ciclista. Voto: 4

Samuel Sanchez: anche da più giovane mal digeriva le lunghe corse a tappe, non ci si può certo aspettare ora che ha già raggiunto i 35 anni che faccia faville sulle lunghe salite. Un nono posto finale, tuttavia, per un atleta del suo rango, senza nemmeno un successo di tappa è un risultato oggettivamente deludente. Voto: 5

Rigoberto Uran: dopo le mirabili azioni messe in scena nel corso del Giro d’Italia era lecito pensare che anche in Spagna il colombiano avrebbe potuto togliersi qualche soddisfazione. Invece ha preferito nascondersi, magari affinando la condizione in vista del Mondiale, tentando solo in un paio di occasioni di vincere una frazione. E ci sarebbe riuscito, almeno l’ultima volta, se non fosse stato un po’ troppo presuntuoso, cercando di staccare immediatamente il giovane francese Barguil una volta raggiuntolo in salita. Una Vuelta, ad ogni modo, insoddisfacente per un corridore della sua caratura. Voto: 4,5

Michele Scarponi: aveva promesso grandi cose, ci saremmo accontentati di un successo parziale che però non è arrivato seppur per poco. Come spesso gli accade, alle grandi dichiarazioni della vigilia non fa poi seguire altrettante mirabili azioni in corsa. L’aver gareggiato in Spagna gli è valsa comunque la convocazione in nazionale. Voto: 4

Carlos Betancur: letteralmente un fantasma, non si è mai visto nemmeno per sbaglio nel corso delle tre settimane. Al Campionato del Mondo bisognerà marcarlo strettissimo. Voto: 3

Francesco Gandolfi (gandolfi.francesco@libero.it)

VUELTA: I PROTAGONISTI AL VIA

agosto 24, 2013 by Redazione  
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Nonostante le assenze di Chris Froome e Alberto Contador, cui si aggiungono quelle di Nairo Quintana, Bradley Wiggins e Cadel Evans, oltre a quella di Peter Sagan e degli sprinter di punta Mark Cavendish, André Greipel e Marcel Kittel, complice un percorso decisamente avaro di opportunità delle ruote veloci, la start list della Vuelta che scatterà con una cronosquadre di 27 km da Vilanova de Arousa a Sanxenxo è di altissimo livello in particolare per quanto riguarda la lotta per la maglia roja, con al via 7 tra i corridori che hanno chiuso nei primi 10 al Giro d’Italia, 5 tra i primi 10 del Tour e 6 tra i primi 10 della Vuelta 2012: la maggioranza delle 22 formazioni in gara, le stesse di un anno fa con l’eccezione dell’Andalucia che è stata rimpiazzata dalla NetApp-Endura, presenta un roster più competitivo rispetto a quello della passata edizione, andiamo dunque ad analizzarli in dettaglio una per una

Foto copertina: la planimetria della Vuelta 2013 (wikipedia)

MOVISTAR 2012: Juan José Cobo, Jonathan Castroviejo, Imanol Erviti, Benat Intxausti, Pablo Lastras, Javier Moreno, Nairo Quintana, José Joaquin Rojas, Alejandro Valverde.
MOVISTAR 2013: Alejandro Valverde, Eros Capecchi, Imanol Erviti, José Ivan Gutierrez, José Herrada, Benat Intxausti, Pablo Lastras, Javier Moreno, Sylvester Szmyd

Così come un anno fa il leader è Valverde che però dopo quanto fatto proprio all’ultima Vuelta e poi al Tour si presenta con credenziali maggiori rispetto a un 2012 in cui era reduce da una Grande Boucle altalenante anche se chiusa in crescendo con il successo di Peyragudes, anche le quotazioni di Intxausti nei grandi Giri sono cresciute un anno fa mentre il duo Capecchi-Szmyd fatica a reggere il confronto in montagna con Quintana, che non era il corridore capace di battagliare con Froome ma aveva già dimostrato cose importanti in salita, e con Cobo che sia pure in ribasso era pur sempre il vincitore uscente, inoltre nella formazione attuale è assente un velocista all’altezza di Rojas e pertanto possiamo dare un giudizio di approssimativa parità tra le due formazioni

AG2R 2012: John Gadret, Maxime Bouet, Ben Gastauer, Blel Kadri, Lloyd Mondory, Matteo Montaguti, Rinaldo Nocentini, Christophe Riblon, Nicolas Roche
AG2R 2013: Domenico Pozzovivo, Julien Berard, Carlos Alberto Betancur, Steve Chainel, Mikael Cherel, Ben Gastauer, Lloyd Mondory, Matteo Montaguti, Rinaldo Nocentini

Al pari di un anno la formazione transalpina si presenta con due potenziali uomini di classifica ovvero Pozzovivo e Betancur rispetto a Roche e Gadret, il colombiano ha disputato un Giro similare a quello di Gadret nel 2012 e al pari del francese non arriva in Spagna al top della condizione mentre nel confronto tra Pozzovivo e Roche il lucano ha certamente un potenziale superiore ma il rendimento nella sua prima grande corsa a tappe al di fuori dell’Italia è un’incognita mentre l’irlandese poteva vantare il 5° posto alla Vuelta 2010 e diversi altri piazzamenti sia in Spagna che al Tour, per quanto riguarda il supporting cast la presenza di Bouet e Riblon, anche se il marsigliese aveva dimostrato solo in parte il potenziale che gli ha consentito di imporsi sull’Alpe d’Huez, fa la differenza in positivo per la formazione del 2012 che gode pertanto di una preferenza sia pure lieve

ASTANA 2012: Fredrik Kessiakoff, Assan Bazayev, Alexsandr Dyachenko, Enrico Gasparotto, Andrey Kashechkin, Kevin Seeldraeyers, Egor Silin, Paolo Tiralongo, Andrey Zeits
ASTANA 2013: Vincenzo Nibali, Janez Brajkovic, Jacob Fuglsang, Andriy Grivko, Maxim Iglinskiy, Tanel Kangert, Paolo Tiralongo, Alessandro Vanotti, Andrey Zeits

Non può esserci un paragone tra le due compagini con Kessiakoff, Seeldraeyers e Kashechkin oltre a Tiralongo presente anche quest’anno che erano discreti scalatori in grado con condizioni favorevoli di strappare un posto nella top ten mentre quest’anno ci sono Kangert che ha dimostrato al Giro di valere più di questi atleti, Brajkovic che difficilmente dopo la caduta del Tour potrà offrire un rendimento di altissimo livello ma è comunque un atleta di spessore, Fuglsang che in Francia ha fatto vedere le sue cose migliori della carriera in un grande Giro e naturalmente Nibali autore di una stagione strepitosa fin qui che sarà insieme a Rodriguez e Valverde l’uomo da battere, se ci aggiungiamo poi due validi gregari come Grivko e Iglinskiy il fatto che non ci sia uno sprinter all’altezza di Bazayev è irrilevante e la formazione del 2013 è di gran lunga più competitiva rispetto a quella di un anno fa

BMC 2012: Philippe Gilbert, Alessandro Ballan, Brent Bookwalter, Stephen Cummings, Yannick Eijssen, Klaas Lodewyck, Amaël Moinard, Steve Morabito, Mauro Santambrogio
BMC 2013: Philippe Gilbert, Yannick Eijssen, Martin Kohler, Sebastian Lander, Klaas Lodewyck, Dominik Nerz, Marco Pinotti, Ivan Santaromita

L’uomo faro sarà ancora una volta Gilbert che così come nel 2012 arriva alla Vuelta in seguito a una stagione decisamente deludente, tenendo conto che non ci sono atleti in grado di far bene in volata in entrambi i roster il confronto si sposta sulla salita dove Santaromita può essere messo sullo stesso piano del Santambrogio di un anno fa che non era naturalmente l’atleta devastante visto nel 2013 prima delle note vicende mentre Nerz e Pinotti, sebbene il bergamasco possa puntare anche alla crono di Tarazona oltre che a preparare quella di Firenze, faticano a reggere il confronto con Moinard e Morabito, a fare la differenza però potrà essere Eijssen che si presenta in Spagna con aspettative decisamente maggiori, forse addirittura di top ten, rispetto a quelle di un anno fa ed è proprio lui a far sì che la compagine del 2013 sia lievemente superiore

CAJA RURAL 2012: Francisco Aramendia, Danail Andonov Petrov, Hernani Broco, André Cardoso, Manuel Cardoso, David De La Fuente, Aitor Galdos, Marcos Garcia, Antonio Piedra
CAJA RURAL 2013: David Arroyo, Francisco Aramendia, Andre Cardoso, Fabricio Ferrari, Marcos Garcia, Francesco Lasca, Antonio Piedra, Amets Txurruka, Ivan Velasco

Alla luce dei limitati mezzi a disposizione la Vuelta 2012 della formazione iberica è stata più che positiva con Garcia e soprattutto un Piedra capace di imporsi su una salita storica come i Lagos de Covadonga sia pure in una fuga in cui non aveva avversari eccezionali, le aspettative su entrambi sono pertanto cresciute e verranno affiancati da altri due atleti in grado di movimentare la corsa in montagna come Txurruka e Velasco a fronte del solo De La Fuente e soprattutto da Arroyo che per tutto l’anno ha preparato solo questa corsa e ha dimostrato alla Vuelta Burgos di essere sui livelli del Giro 2010 chiuso al secondo posto, se ci aggiungiamo il nostro Lasca capace in volata di dire la sua come nessun atleta della formazione del 2012 allora è evidente come il roster attuale sia nettamente più competitivo

COFIDIS 2012: David Moncoutié, Yohann Bagot, Florent Barle, Mickaël Buffat, Leonardo Duque, Egoitz Garcia, Luis Angel Mate, Rudy Molard, Nico Sijmens
COFIDIS 2013: Jérôme Coppel, Yohann Bagot, Cyril Bessy, Nicolas Edet, Luis Angel Mate, Adrien Petit, Stéphane Poulhies, Nico Sijmens, Romain Zingle

La formazione francese sia quest’anno che nel 2012 è senz’altro tra le peggiori presente alla Vuelta e viene invitata più che altro per la presenza di diversi spagnoli nelle proprie fila anche se quest’anno manca il più atteso vale a dire Navarro, tenendo conto che il supporting cast è decisamente modesto in entrambe le compagini il confronto va fatto tra Duque e il promettente Petit per le volate, e possiamo dare un giudizio di approssimativa parità, e tra Moncoutié e Coppel per le frazioni più impegnative, il primo era reduce da quattro edizioni della Vuelta in cui aveva sempre portato a casa una tappa e la maglia a pois ma si era presentato in Spagna chiaramente in una fase calante della sua carriera terminata proprio a Madrid mentre Coppel ha tradito le aspettative che lo volevano come il nuovo atleta francese in grado di lottare in prospettiva per la maglia gialla ma ha chiuso il Tour in crescendo risultando determinante per Navarro nella tappa di Le Grand Bornand e potrebbe trovare proprio alla Vuelta la migliore condizione, in ogni caso il giudizio è di parità tra le due formazioni

EUSKALTEL 2012: Igor Antón, Mikel Astarloza, Mikel Landa, Juan José Oroz, Ruben Perez Moreno, Romain Sicard, Amets Txurruka, Ivan Velasco, Gorka Verdugo
EUSKALTEL 2013: Samuel Sánchez, Igor Antón, Jorge Azanza, Mikel Landa, Egoi Martínez, Mikel Nieve, Juan José Oroz, Pablo Urtasun, Gorka Verdugo

In quello che è l’ultimo grande appuntamento della sua storia il team basco basca si presenta in grande stile con almeno tre uomini in grado di chiudere nella top ten nella generale o comunque di dare spettacolo in montagna come Samuel Sánchez anche se non è più quello di qualche anno fa, Nieve reduce da un Tour eccellente e lo stesso Antón che in Francia su un percorso non adatto alle sue caratteristiche è stato discreto e potrà certamente fare meglio in Spagna, inoltre le aspettative su Verdugo, 11° nella generale un anno fa, e soprattutto su Landa che sale di rendimento anno dopo anno sono cresciute senza dimenticare Martínez che al pari di Txurruka un anno fa può movimentare la corsa in montagna, per tutte queste ragioni la formazione attuale è largamente superiore

FDJ 2012: Arnold Jeannesson, William Bonnet, David Boucher, Nacer Bouhanni, Arnaud Courteille, Rémi Pauriol, Gabriel Rasch, Dominique Rollin, Benoit Vaugrenard
FDJ 2013: Thibaut Pinot, Arnaud Courteille, Kenny Elissonde, Alexandre Geniez, Laurent Mangel, Cédric Pineau, Anthony Roux, Geoffrey Soupe, Jussi Veikkanen

Così come era avvenuto a Jeannesson un anno fa Pinot arriva alla Vuelta dopo il ritiro al Tour de France ma rispetto al connazionale ha un potenziale decisamente superiore e verrà inoltre supportato da altri due scalatori promettenti come Geniez che ha disputato una buonissima ultima settimana di Grande Boucle ed Elissonde di cui si dice un gran bene, d’altro canto però il solo Soupe non può reggere il confronto con Bonnet e soprattutto Bouhanni nelle volate e pertanto la formazione del 2013 si fa preferire solo in maniera lieve

GARMIN-SHARP 2012: Andrew Talansky, Thomas Dekker, Koldo Fernández, Michel Kreder, Raymond Kreder, Christophe Le Mevel, Martijn Maaskant, Thomas Peterson, Johann Van Summeren
GARMIN-SHARP 2013: Daniel Martin, Caleb Fairly, Tyler Farrar, Koldo Fernández, Alex Howes, Michel Kreder, Nick Nuyens, Alex Rasmussen, Johan Van Summeren

Nel 2012 Talansky si era presentato con ambizioni di top ten riuscendo a centrare l’obiettivo e lo stesso discorso vale quest’anno per Martin che ha fatto molto bene per due settimane di Tour con la perla di Bagnéres-de-Bigorre per poi crollare nell’ultima ma trova in Spagna un percorso più adatto ai suoi mezzi, l’irlandese non ha un luogotenente in montagna al livello di Le Mevel ma in compenso sono presenti nel roster attuale due cacciatori di tappe come Nuyens e Rasmussen che vanno ad aggiungersi a Van Summeren e soprattutto Farrar che in volata può fare la differenza, la presenza dello statunitense fa pendere decisamente la bilancia verso la formazione attuale

KATUSHA 2012: Joaquin Rodríguez, Pavel Brutt, Xavier Florencio, Mikhail Ignatiev, Alberto Losada, Denis Menchov, Daniel Moreno, Gatis Smukulis, Angel Vicioso
KATUSHA 2013: Joaquin Rodríguez, Giampaolo Caruso, Vladimir Gusev, Vladimir Isaichev, Dmitry Kozontchuk, Alberto Losada, Daniel Moreno, Luca Paolini, Angel Vicioso

L’ossatura della compagine russa è sostanzialmente la stessa di un anno fa con Rodríguez supportato dai fedelissimi Moreno, Losada e Vicioso ma se un anno fa Purito poteva vantare nelle grandi corse a tappe solo il 2° posto al Giro vinto da Hesjedal ora si presenta con in carniere il 3° posto in una Vuelta 2012 che avrebbe dovuto vincere alla luce del potenziale mostrato e il 3° al Tour di quest’anno in cui nell’ultima settimana è stato devastante e lo stesso Moreno dopo aver chiuso 5° un anno fa si presenta al via con credenziali superiori, la formazione attuale è inoltre più completa con Paolini che tenterà di ripetere il colpo di Marina di Ascea oltre a guadagnare una maglia azzurra per Firenze e Isaichev che andrà a caccia di piazzamenti allo sprint e l’unico punto a sfavore con quella del 2012 è quello di Caruso che sulla carta è inferiore a Menchov in montagna, in ogni caso il roster attuale ha certamente qualcosa in più

LAMPRE-ISD 2012: Damiano Cunego, Winner Anacona, Davide Cimolai, Denys Kostyuk, Oleksandr Kvachuk, Marco Marzano, Przemyslaw Niemiec, Morris Possoni, Davide Viganò
LAMPRE-MERIDA 2013: Michele Scarponi, Winner Anacona, Matteo Bono, Luca Dodi, Massimo Graziato, Manuele Mori, Max Richeze, Simone Stortoni, Diego Ulissi

Una sola conferma ovvero quella di Anacona che un anno fa all’esordio in un grande Giro era un’incognita e lo è tuttora dopo l’infortunio che l’ha tenuto a lungo lontano dalle corse e le prime apparizioni al Giro di Polonia e all’Eneco Tour dove non si è mai visto davanti anche se può vantare le buone prestazioni in montagna di un anno fa, per quanto riguarda la classifica generale Scarponi pur essendo probabilmente in fase calante ha qualcosa in più sia di Cunego, che era andato un anno fa alla Vuelta per preparare il Mondiale poi non disputato, che di un Niemiec che non aveva ancora dimostrato di poter lottare per i primi posti nei grandi Giri, inoltre quest’anno è presente un jolly come Ulissi in grado di dire la sua su quasi tutti i terreni e la coppia Richeze-Graziato si fa preferire a quella Cimolai-Viganò per le volate grazie soprattutto all’argentino, tenendo conto infine che Stortoni e Bono si equivalgono rispetto a Marzano e Possoni come gregari per la salita possiamo dire che la formazione del 2013 è nel complesso superiore

LIQUIGAS-CANNONDALE 2012: Eros Capecchi, Maciej Bodnar, Mauro Da Dalto, Tiziano Dall’Antonia, Maciej Paterski, Daniele Ratto, Cristiano Salerno, Cayetano Sarmiento, Elia Viviani
CANNONDALE 2013: Ivan Basso, Guillaume Boivin, Tiziano Dall’Antonia, Lucas Haedo, Paolo Longo Borghini, Maciej Paterski, Daniele Ratto, Cayetano Sarmiento, Cameron Wurf

Tenendo conto del fatto che il resto della formazione è piuttosto simile tra le due annate, anche se Paterski è cresciuto e Sarmiento è sempre atteso a un’esplosione ancora non arrivata nei suoi 4 anni da pro, il confronto è sostanzialmente tra Basso e Capecchi per la classifica generale, e il varesino si fa di gran lunga preferire sia per il palmares che per quanto fatto nelle ultime corse, e tra Haedo e Viviani per le volate e qui è il veronese ad avere qualcosa in più ma non a sufficienza per compensare il divario tra Basso e Capecchi, pertanto la formazione attuale ha qualcosa in più

LOTTO-BELISOL 2012: Jurgen Van den Broeck, Bart De Clercq, Jens Debusschere, Adam Hansen, Olivier Kaisen, Gianni Meersman, Vicente Reynes, Joost Van Leijen, Frederik Willems
LOTTO-BELISOL 2013: Bart De Clercq, Francis De Greef, Adam Hansen, Gregory Henderson, Vicente Reynes, Jurgen Van De Walle, Tosh Van Der Sande, Jelle Vanendert, Dennis Vanendert

Nel 2012 la formazione belga aveva un uomo di classifica importante, al di là del rendimento deludente poi effettivamente avuto, come Van den Broeck che quest’anno non ha anche se può contare in salita su Jelle Vanendert che però è un’assoluta incognita dopo una stagione costellata da problemi fisici, su De Greef e soprattutto su un De Clercq che ha fatto ottime cose sia al Tour che alla Vuelta di un anno fa, tuttavia oltre all’uomo di classifica manca anche un cacciatore di tappe al livello di Meersman ed è per questo che la formazione di un anno fa si lascia leggermente preferire

OMEGA-QUICKSTEP 2012: Tony Martin, Dario Cataldo, Kevin De Weert, Serge Pauwels, Frantisek Rabon, Gert Steegmans, Zdenek Stybar, Niki Terpstra, Kristof Vandewalle
OMEGA-QUICKSTEP 2013: Tony Martin, Kevin De Weert, Andrew Fenn, Gianni Meersman, Serge Pauwels, Pieter Serry, Zdenek Stybar, Guillaume Van Keirsbulck, Kristof Vandewalle

Il leader sarà come ancora una volta Tony Martin che punterà alla crono di Tarazona e soprattutto a preparare quella di Firenze, rispetto a un anno fa ha perso qualcosina in salita e nelle volate di gruppo dove non c’è nessun atleta all’altezza rispettivamente di Cataldo e di Steegmans ma ha guadagnato negli sprint su arrivi impegnativi grazie a Meersman e soprattutto a Stybar che ha dimostrato all’Eneco Tour di essere cresciuto in maniera impetuosa, la presenza del ceco fa sì che la squadra attuale si lasci leggermente preferire

ORICA-GREENEDGE 2012: Allan Davis, Simon Clarke, Julian Dean, Mitchell Docker, Cameron Meyer, Travis Meyer, Wesley Sulzberger, Daniel Teklehaymanot, Pieter Weening
ORICA-GREENEDGE 2013: Simon Gerrans, Sam Bewley, Simon Clarke, Baden Cooke, Mitchell Docker, Leigh Howard, Christian Meier, Michael Matthews, Wesley Sulzberger

Al pari di un anno fa questa formazione non ha un vero uomo di classifica anche se complessivamente con Weening e Cameron Meyer in salita aveva qualcosa di più nel 2012, quest’anno però è presente due buoni velocisti come Matthews e in seconda battuta Howard, un atleta vincente nelle frazioni di media difficoltà come Gerrans e un Clarke che proprio nell’ultima Vuelta e poi in parte anche al Tour ha dimostrato di essere cresciuto in salita e pertanto la formazione del 2013 ha qualcosa in più

RABOBANK 2012: Robert Gesink, Lars Boom, Matti Breschel, Stef Clement, Juan Manuel Garate, Bauke Mollema, Grischa Niermann, Laurens Ten Dam, Dennis Van Winden
BELKIN 2013: Bauke Mollema, Theo Bos, Graeme Brown, Stef Clement, Juan Manuel Garate, Luis Leon Sanchez, David Tanner, Laurens Ten Dam, Robert Wagner

Un anno fa l’allora Rabobank si presentava con due uomini da top ten per la generale ovvero Gesink e Mollema e quest’anno fa lo stesso sempre con Mollema e con Ten Dam che ha dimostrato proprio alla Vuelta 2012 e in parte all’ultimo Tour di non essere solo un buon scalatore ma anche un uomo di classifica per i grandi Giri, aggiungendo Clement che ha dimostrato al Delfinato di non essere solo un cronoman e Sanchez che è atleta in grado di vincere un po’ su tutti i terreni la Belkin attuale si equivale in montagna con la formazione di un anno fa ma a fare la differenza sono Tanner, Brown e soprattutto Bos che ha uno spunto veloce pari forse a nessun altro corridore di questa Vuelta, dunque la compagine del 2013 è decisamente quella più competitiva

RADIOSHACK 2012: Maxime Monfort, Jan Bakelants, Daniele Bennati, Laurent Didier, Linus Gerdemann, Markel Irizar, Tiago Machado, Gregory Rast, Hayden Roulston
RADIOSHACK 2013: Fabian Cancellara, Matthew Busche, Ben Hermans, Christopher Horner, Markel Irizar, Robert Kiserlovski, Yaroslav Popovych, Gregory Rast, Haimar Zubeldia

Rispetto a un anno fa la compagine statunitense ha perso qualcosa in volata dove non c’è nessun atleta all’altezza di Bennati e in seconda battuta di Roulston ma ha guadagnato nel complesso in salita con Zubeldia che ha caratteristiche simili a quelle di Monfort e al pari del belga può chiudere nei primi 15 o anche nei 10 della generale e Kiserlovski, Hermans e Horner che, al di là dei 42 anni dello statunitense, si fanno nel complesso preferire a Gerdemann, Machado e allo stesso Bakelants che non era ancora il corridore che ha stupito all’ultimo Tour de France, viene in più aggiunto Cancellara che difficilmente potrà fare qualcosa in più che preparare il Mondiale ma che resta un fuoriclasse e pertanto la formazione attuale è chiaramente superiore

TEAM SKY 2012: Christopher Froome, Juan Antonio Flecha, Sergio Henao, Danny Pate, Richie Porte, Ian Stannard, Ben Swift, Rigoberto Uran, Xabier Zandio
TEAM SKY 2013: Sergio Henao, Edvald Boasson Hagen, Dario Cataldo, Vasil Kiryienka, Christian Knees, Salvatore Puccio, Luke Rowe, Rigoberto Uran, Xabier Zandio

Nel 2012 Froome si presentava, sia pure con l’incognita della tenuta dopo il secondo posto al Tour, come il grande favorito assieme a Contador e la sua assenza ovviamente pesa ma viene compensata parzialmente da Uran che ha dimostrato di poter andare sul podio in un grande Giro, cosa che un anno fa non si pensava, inoltre il duo Cataldo-Kiryienka ha qualcosa in più in salita del solo Porte, che era un ottimo gregario e non l’atleta che ha impressionato ad Ax 3 Domaines al Tour e in altre occasioni, mentre per le volate Boasson Hagen ha rimpiazzato Swift anche se la condizione del norvegese dopo la caduta del Tour è un’incognita, in ogni caso un fuoriclasse come Froome non si può regalare e pertanto sia pure di poco la formazione del 2012 si lascia preferire

ARGOS-SHIMANO 2012: John Degenkolb, Koen De Kort, Yukihiro Doi, Tom Dumoulin, Johannes Fröhlinger, Alexandre Geniez, Simon Geschke, Thierry Hupond, Cheng Ji
ARGOS-SHIMANO 2013: Nikias Arndt, Warren Barguil, Johannes Fröhlinger, Thierry Hupond, Reinardt Janse Van Rensburg, Thomas Peterson, Georg Preidler, Ramon Sinkeldam

Alla vigilia della Vuelta di un anno fa non si pensava certo che Degenkolb sarebbe stato il dominatore assoluto delle volate ma sta di fatto che nella formazione di quest’anno non c’è nessuno alla sua altezza in volata e l’assenza del tedesco è compensata solo parzialmente dal fatto che sono al via tre discreti scalatori ovvero Barguil, Peterson e Preidler a fronte di uno solo nel 2012 vale a dire Geniez, pertanto la formazione dell’anno passato aveva qualcosa in più

SAXO-TINKOFF 2012: Alberto Contador, Jesús Hernández, Rafal Majka, Daniel Navarro, Benjamin Noval, Sergio Paulinho, Bruno Pires, Nicki Sørensen, Matteo Tosatto
SAXO-TINKOFF 2013: Roman Kreuziger, Rafal Majka, Michael Morkov, Evgeny Petrov, Nicolas Roche, Chris Sørensen, Nicki Sørensen, Matteo Tosatto, Oliver Zaugg

L’assenza di Contador è naturalmente pesantissima però nel complesso l’ossatura della formazione attuale in montagna è importante con Kreuziger reduce dalla migliore grande corsa a tappe della sua carriera anche se bisogna vedere se ha recuperato al meglio, Majka che è definitivamente esploso al Giro e ha fatto vedere in Polonia di avere un’ottima condizione e il duo Chris Sørensen-Zaugg con l’aggiunta di Petrov che vale complessivamente almeno quanto Navarro ed Hernández, ad ogni modo il discorso è analogo a quello fatto per il Team Sky con Contador che fa sì che la bilancia penda verso la formazione del 2012 sia pure di poco

VACANSOLEIL 2012: Thomas De Gendt, Martijn Keizer, Sergey Lagutin, Pim Ligthart, Bertjan Lindeman, Tomasz Marczynski, Wouter Mol, Rob Ruijgh, Rafael Valls Ferri
VACANSOLEIL 2013: Wouter Poels, Grega Bole, Thomas De Gendt, Juan Antonio Flecha, Johnny Hoogerland, Tomasz Marczynski, Barry Markus, Rafael Valls Ferri, Lieuwe Westra

E’ vero che le aspettative su De Gendt sono scese rispetto a un anno fa quando era fresco il ricordo della sua impresa dello Stelvio e che Poels seppur discreto al Tour difficilmente potrà ripetere il 2011 quando fu secondo sull’Angliru ma un anno fa non c’era nessun velocista all’altezza di Bole e anche per la montagna la formazione attuale è chiaramente superiore grazie ad atleti come Hoogerland, Westra e soprattutto Marczynski che nel 2012 era un semisconosciuto mentre ora è un atleta che può vantare il 13° posto conquistato proprio all’ultima Vuelta, per tutte queste ragioni netta preferenza alla formazione attuale

ANDALUCIA 2012: Adrian Palomares, Sergio Carrasco, Gustavo César, Javier Chacon, Pablo Lechuga, Juan José Lobato, Javier Ramirez, Jesus Rosendo, José Toribio
NETAPP-ENDURA 2013: Leopold König, Jan Barta, Iker Camano, David De La Cruz, Zakkari Dempster, Bartosz Huzarski, José Joan Mendes, Daniel Schorn, Paul Voss

L’unica differenza tra le formazioni presenti nel 2012 e nel 2013 è quella della NetApp-Endura al posto dell’Andalucia e nel cambio la Vuelta ci ha decisamente guadagnato, la formazione spagnola presentava solo un buon velocista come Lobato e per il resto ragazzi di buona volontà e poco altro mentre la NetApp schiera un atleta in grado di dire la sua in montagna come König supportato da Barta e Huzarski che già hanno fatto bene soprattutto nelle corse italiane e da Camano, la formazione tedesca è dunque largamente superiore

Marco Salonna

PAGELLE 2013: PROMOSSI E BOCCIATI DEL TOUR DE FRANCE

luglio 23, 2013 by Redazione  
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Come previsto la centesima edizione del Tour de France se l’è aggiudicata Christopher Froome, grazie anche al benestare della giovane rivelazione Quintana. Altra gradita sorpresa della corsa ha riguardato il mondo delle volate che ha visto brillare l’astro emergente di Marcel Kittel su un combattivo ma poco efficace Cavendish. Una Grande Boucle avara di soddisfazioni per l’Italia con l’unica vittoria di tappa di Matteo Trentin a consolarci.

Foto copertina: il podio del Tour 2013 (foto Bettini)

I PROMOSSI

Christopher Froome: abbiamo faticato non poco, la passata stagione, a rimpiazzare, nella nostra mente, la scena di un Froome ciondolante sulle rampe del S. Luca nella Corsa Rosa del 2009 con quella del gregario che doveva frenare in salita per aspettare il proprio capitano Wiggins. Quest’anno, se di sorprese vogliamo parlare, non possiamo che riferirci alle sgraziate accelerazioni che imprimeva al suo mezzo con un effetto boost da formula uno, con le quali spesso ha lasciato sul posto avversari sbigottiti. Personalmente, tuttavia, l’immagine che conserverò a lungo di questo ciclista sarà quella del suo corpo che, madido di sudore durante l’ascesa al Mont Ventoux, ha richiesto una quantità eccezionale di acqua per refrigerarsi. Nonostante i pesanti distacchi inflitti agli avversari, il britannico non ha spadroneggiato come avrebbe desiderato, commettendo talvolta grossolani errori tattici: una prima volta quando è rimasto senza squadra invischiato in un ventaglio creato magistralmente dalla squadra di Contador, poi sulle montagne, in ben due occasioni, in cui la sua smania lo ha portato a staccare i compagni e rimanere quindi alla mercè degli scalatori puri i quali lo hanno bastonato quel tanto da privarlo della Maglia Pois, obbiettivo che pure era nelle sue ambizioni. Voto: 10

Nairo Quintana: dobbiamo ringraziare il famoso ventaglio creato dalla Saxo che ha messo fuori gioco il suo capitano Valverde se abbiamo potuto assistere alle splendide prestazioni in montagna di questo giovane colombiano. Salito alla ribalta già nella scorsa stagione grazie all’impresa al Giro dell’Emilia, dopo aver già conquistato il Tour dell’Avenir tra i dilettanti, nella sua prima partecipazione al Tour si è dimostrato l’unico in grado di togliere di ruota Froome quando la strada si impennava. Con solo un pizzico di cattiveria agonistica in più, e anche una maggiore fiducia della propria squadra, avrebbe senz’altro potuto colmare sulle montagne il divario accumulato nelle tappe a cronometro e giocarsela alla pari col primo in classifica. La Maglia a Pois è finalmente, dopo anni, sulle spalle di un autentico scalatore. Voto: 10

Joaquim Rodriguez: piuttosto opaco sui Pirenei, ha iniziato la rimonta per la conquista del podio a partire dalla seconda cronometro individuale. A 34 anni ha dimostrato un recupero sulle tre settimane come mai gli era riuscito in carriera e, sulle Alpi, è stato il più competitivo in salita assieme a Quintana. Anche se non è riuscito ad aggiudicarsi alcuna frazione può ritenersi più che soddisfatto del terzo posto, traguardo che lo inserisce tra i ciclisti che hanno raggiunto il podio in tutti e tre i GT. Noi appassionati dobbiamo ringraziarlo per avere animato in più occasioni una corsa che, altrimenti, avrebbe rischiato di sottostare troppo anticipatamente al potere della Maglia Gialla e per avere incoraggiato l’inesperto Quintana a fare altrettanto. Voto: 8,5

Marcel Kittel: finalmente si è rotto il monopolio di Cavendish nelle volate. Questo potente velocista tedesco capace di affrontare di testa le volate come ci avevano abituato in passato velocisti come Cipollini e Petacchi, ha saputo vincere anche la tappa sui Campi Elisi, dimostrando di aver digerito meglio di altri sprinter le numerose salite presenti in questa edizione del Tour. Lo scontro con Cavendish finisce sul 4-2 in favore del tedesco. Voto: 10

Peter Sagan: conquista per la seconda volta in carriera la prestigiosa Maglia Verde con tanto di vittoria di tappa annessa. Aldilà dei numerosi piazzamenti ottenuti in volata, è stato meno esuberante rispetto alla passata edizione, provando solo in un paio di occasioni di azzeccare la fuga vincente. Voto: 7,5

Mark Cavendish: trovatosi a rivaleggiare con un avversario più potente di lui ha dovuto ridimensionare le proprie ambizioni, accontentandosi della vittoria in due frazioni anche se, a differenza di Kittel, l’ex Campione del Mondo è stato supportato alla grande dalla squadra ed in particolare da Matteo Trentin (Voto: 8 ). Se è vero che nel mondo delle ruote veloci i successi si contano e non si pesano e se è vero che a 28 anni Mark si trova nel carniere molte più vittorie nei GT di quelle che alla sua età hanno ottenuto in passato blasonati velocisti come Cipollini o Zabel, sarà interessante verificare finalmente le sue prestazioni alla luce delle nuove leve che si sono messe in mostra in questo Tour. Voto: 7,5

Alberto “Rui Costa”: questo giovane portoghese oltre a gambe e tenuta alla distanza ha dimostrato ancora una volta di saper decifrare magistralmente le varie fasi della corsa, capace di centrare il successo quando decide di inserirsi nella fuga di giornata. Le energie che questo ciclista ha profuso alla ricerca di un successo parziale, nella prossima stagione dovranno però essere impiegate a supporto del futuro capitano designato, Quintana. Voto: 8

I BOCCIATI

Alberto Contador: considerato da tutti il rivale principale di Froome fino alla conclusione della corsa, non ha saputo offrire prestazioni degne di sé né in salita, terreno sulla carta a lui più congeniale, né tantomeno a cronometro, prova in cui in passato ha saputo talvolta stupire. Ha tentato in qualche tappa di sopperire alla mancanza di gambe con attacchi talvolta fantasiosi. Doveva vincere il Tour, non conquista nemmeno il podio. Voto: 5

Roman Kreuziger: partito come luogotenente di Contador, la strada ha evidenziato che la propria condizione era forse superiore a quella del capitano designato. E’ senz’altro migliorato come uomo da corsa a tappe ma, giunto alla sua età, ci si aspettava un salto di qualità ben maggiore per centrare finalmente un podio in un GT. In questa edizione si è dimostrato forte sul passo ma non altrettanto in salita, terreno su cui dovrà necessariamente migliorare. Voto: 5

Tejay Van Garderen: dopo l’ottima prova di cui si era reso protagonista la passata stagione, con tanto di conquista della Maglia Bianca, ci si aspettava da questo valente ciclista una prestazione di ben altro livello. Aldilà dell’ottimo secondo posto sull’Alpe D’Huez, una prova decisamente sottotono. Voto: 4,5

Alejandro Valverde: un corridore del suo calibro e della sua esperienza non può perdere un Tour per un errore di disattenzione da dilettante. Ma soprattutto un ciclista di questo spessore non può, una volta uscito dai giochi per la classifica generale, dichiarare di essere a totale disposizione del proprio compagno Quintana e poi dare l’impressione, in corsa, di fungere da battitore libero. Voto: 4,5

Pierre Rolland: ha corso sin dall’inizio con l’obiettivo di aggiudicarsi una tappa e la Maglia a Pois, non è riuscito in nessuno dei due intenti. Come ciclista ho scritto che mi ricordava Virenque ma questo Tour ha dimostrato che deve migliorare parecchio sia in salita che sul fondo per potersi avvicinare al suo più noto connazionale. Voto: 4,5

Bauke Mollema, Laurens Ten Dam: i due Belkin meritano un’insufficienza non tanto per aver occupato le primissime posizioni in classifica generale fino alle ultime tappe ed essersi poi sciolti come neve al sole, ma per aver dimostrato una miopia tattica infinita. Entrambi in classifica dovevano provare a fare gioco di squadra per tentare di mettere in difficoltà gli uomini di classifica. Voto: 4,5

Thomas Voeckler: ciò che lasciava esterrefatti erano le prestazioni dell’alsaziano nelle due passate edizioni della corsa francese. Quest’anno, finalmente, è ritornato sugli standard che gli sono consoni. Voto: 4

Philippe Gilbert, Damiano Cunego: entrambi reduci da una campagna delle Classiche veramente avara di soddisfazioni, erano alla ricerca di almeno un successo parziale nella corsa transalpina. Sono entrati in qualche fuga ma non sono mai riusciti a concretizzare. Voto: 4

Cadel Evans: spiace davvero dover dare un’insufficienza a questo grintoso e mai domo ciclista australiano ma pensare di ben figurare sia al Giro d’Italia che al Tour de France è un’impresa oggi più che mai ardua, per di più a trentasei anni suonati. Avrebbe fatto meglio a concentrarsi su di un Campionato del Mondo, quello di Firenze, particolarmente adatto ai suoi mezzi. Voto: 4

Francesco Gandolfi
gandolfi.francesco@libero.it

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI PARIGI

luglio 22, 2013 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Come negli ultimi anni, dopo le cronache del Tour la giornata alla “Grande Boucle” di ilciclismo.it si chiude con il solito baule zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, la presentazione della tappa che verrà, le previsioni del tempo, il “Tour alla rovescia” e il ricordo del Tour del 1938. Seguiteci.

Foto copertina: panorama notturno di Parigi (www.revivalviaggi.com)

TOUR DE FRANCE, GIRO DEL MONDO

Italia

Kittel trionfa a Parigi nel giorno di Froome (Gazzetta dello Sport)

Regno Unito

Two out of three ain’t bad for British sport – Chris Froome crowned Tour de France winner at last (The Independent)

Froome wins the Tour de France (The Times)

Froome wins the Tour de France (The Daily Telegraph)

Francia

Froome, garçon du monde (L’Equipe)

Spagna

Kittel se lleva su cuarta victoria en la última etapa de París (AS)

Froome, el heredero de la corona (Marca)

Froome se corona en París (El Mundo Deportivo)

Belgio

Victoire de Kittel aux Champs-Elysées, Froome remporte le Tour (Le Soir)

Marcel Kittel verpest Parijse droom Cavendish en Greipel (De Standaard)

Un Kittel puissance 4, le roi Froome officiellement couronné (L’Avenir)

Kittel, une dernière pour la route (La Dernière Heure/Les Sports)

Kittel remporte un sprint royal, Froome tient son maillot jaune (Sudinfo.be)

Paesi Bassi

Froome wint jubileum-Tour (De Telegraaf)

Germania

Kittel krönt sich zum Sprinterkönig – Froome siegt (Berliner Zeitung)

Froome gewinnt Tour de France – Kittel triumphiert in Paris (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)

Lussemburgo

100. Tour: Froome und der Verdacht (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Froome gewinnt die 100. Tour de France (Tageblatt)

Repubblica Slovacca

Sagan špurtoval v Paríži na 4. mieste. So zelenou bradou i bicyklom (Pravda)

Canada

Britain’s Chris Froome wins Tour de France (The Globe and Mail)

USA

Froome Gives Britain a Second Straight Tour de France Victory (The New York Times)

Colombia

Nairo se llena de gloria en París – Chris Froome consolidó el imperio británico en el Tour de Francia (El Tiempo)

Nairo Quintana hizo historia montado en una bicicleta (El Espectador)

Australia

Chris Froome wins Tour de France as Kittel stuns Cavendish (The Age)

Froome wins Tour de France (Herald Sun)

Froome’s Tour (The Australian)

DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it

“Tutti al mare” (Gabriella Ferri)

LA TAPPA CHE VERRA’ – TOUR DE FRANCE 2014

Abbassata la saracinesca sul Tour de France 2013, subito si comincia a lavorare per allestire il palcoscenico dell’edizione che verrà, che si correrà dal 5 al 27 luglio 2014 e che, questo è già certo perchè annunciato da tempo, scatterà dal Regno Unito, al pari di quanto farà il Giro d’Italia nella prossima stagione, che partirà da Belfast. La “Grande Boucle” si aprirà a Leeds, punto di partenza della prima tappa che, come quest’anno in Corsica, sarà in linea e si concluderà dopo 190 Km ad Harrogate, dove ad imporsi dovrebbe essere un velocista. Il giorno successivo si correrà la York – Sheffield, frazione di 200 Km che presenterà nel finale diverse “côtes” mentre l’indomani il Tour saluterà la Gran Bretagna con una seconda tappa per velocisti che si correrà per 170 Km tra Cambridge e Londra. Finite le voci ufficiale cominciano a parlare le indiscrezioni, che vogliono l’ingresso in Francia attraverso il Tunnel della Manica e le prime tappa “continentali” nella regione del Nord-Pas di Calais, che dovrebbero prevedere alcuni tratti di pavè e una cronosquadre tracciata a cavallo del confine con il Belgio. Il Tour dovrebbe poi scendere a sud per affrontare per prime le Alpi e successivamente i Pirenei, rispettando il quasi tradizionale avvicendamento tra i due gruppi montuosi francesi. Per le prime si sono candidate come sedi di tappa Risoul, Superdevoluy e Val-d’Isère, mentre l’unica certezza per quanto concerne i Pirenei è quella del passaggio sul Tourmalet, confermato in una recente intervista dal direttore del Tour Prudhomme, che le indiscrezioni abbinano ad un arrivo sul Pla d’Adet. Per quanto concerne le cronometro individuali, invece, due le candidature avanzate, per una tappa Limoux – Carcassonne, a ridosso dei Pirenei, e per una tappa Villefranche-de-Rouergue – Rodez, nelle regioni centrali della Francia.

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito del Tour

Pancani: “Tappa di ieri che si è conclusa vicino alla salita di Semnoz” (non proprio vicino, visto che ci sono arrivati sopra)
De Luca: “L’anno scorso, senza gli ordini di scuderia, sarebbe stato lui il vincitore del Giro”
Pancani: “E’ una novità assoluto”
Bulbarelli a Nibali: “Ivan Basso è stato tuo gregario di squadra”
Corridore intervistato all’arrivo: “Oggi è il centenario di questo Tour”
Nibali: “L’obiettivo che andò a porre” (andrò)
Televideo: “Chris Froome si aggiudica il Tour del centenario”

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo ventunesima tappa, Versailles – Parigi

1° Marcus Burghardt
2° Simon Clarke a 15″
3° Svein Tuft s.t.
4° Jesus Hernandez Blazquez s.t.
5° Dmitriy Muravyev s.t.
Primo italiano: Alessandro De Marchi, 18° a 2′48″

Classifica generale

1° Svein Tuft
2° Assan Bazayev a 3′03″
3° Dmitriy Muravyev a 6′09″
4° Marcel Kittel a 17′47″
5° Juan Jose Lobato Del Valle a 19′96″
Primo italiano: Roberto Ferrari, 13° a 25′46″

IL PRIMO TOUR DI GINETTACCIO
Salite sulla macchina del tempo e tornante indietro con noi fino al luglio del 1938, al primo dei due Tour conquistata da Gino Bartali, rivissuto attraverso i titoli de “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

31 LUGLIO 1938 – 21a TAPPA: LILLA-PARIGI (279 Km)

GINO BARTALI DEGNO ALFIERE DELLO SPORT FASCISTA HA VINTO DA DOMINATORE IL GIRO DI FRANCIA
Una maglia azzurra si è imposta nella più grande corsa a tappe del mondo
Le entusiastiche manifestazioni di Parigi al campione d’Italia.

ARCHIVIO ALMANACCO

Selezionare la voce “Tour de France″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)

UN SALUTO DA… PARIGI

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI ANNECY / SEMNOZ

luglio 20, 2013 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Come negli ultimi anni, dopo le cronache del Tour la giornata alla “Grande Boucle” di ilciclismo.it si chiude con il solito baule zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, la presentazione della tappa che verrà, le previsioni del tempo, il “Tour alla rovescia” e il ricordo del Tour del 1938. Seguiteci.

Foto copertina: uno scorcio dell’altopiano del Semnoz (wikipedia)

TOUR DE FRANCE, GIRO DEL MONDO

Italia

Quintana, tappa e secondo posto. Contador, neanche il podio (Gazzetta dello Sport)

Regno Unito

One final hurdle before Paris for Mark Cavendish and Co – Froome effectively seals victory with third place in penultimate stage (The Independent)

Paris awaits the coronation of Chris Froome (The Times)

Froome survives final test (The Daily Telegraph)

Francia

C’est tout bénéf’ pour Quintana! (L’Equipe)

Spagna

Quintana gana la etapa y se mete en el podio con Purito (AS)

Quintana, orgullo de Colombia (Marca)

Belgio

Quintana remporte l’étape et un podium (Le Soir)

Quintana zet kroon op het werk in de Alpen, Contador dondert van podium
(De Standaard)

Quintana, vainqueur à Semnoz, assure les pois à Paris (L’Avenir)

La rafle de Quintana (La Dernière Heure/Les Sports)

Chris Froome gagne le 100e Tour de France, Quintana s’offre l’étape et la 2e place du général (Sudinfo.be)

Paesi Bassi

Mollema op zes in Parijs – Quintana pakt rit én bergtrui (De Telegraaf)

Germania

Quintana gewinnt letzte Alpenetappe (Berliner Zeitung)

Quintana gewinnt 20. Etappe der Tour – Froome vor Gesamtsieg (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)

Lussemburgo

Quintana triumphiert – (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Quintana gewinnt vorletzte Etappe (Tageblatt)

Repubblica Slovacca

Víťazom 20. etapy Tour sa stal Quintana, Sagan obháji zelený dres (Pravda)

Canada

Froome retains Tour de France lead ahead of largely ceremonial final stage (The Globe and Mail)

USA

Britain’s Froome One Stage From Victory (The New York Times)

Colombia

¡Nairo, histórico!: rey de montaña, líder de jóvenes y segundo de Tour (El Tiempo)

Nairo Quintana, subcampeón del Tour de Francia – Nairo Quintana: es un día increíble, ni yo mismo me lo creo (El Espectador)

Australia

Quintana triumphs, Froome stays leader (The Age)

Froome wraps up yellow jersey (Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno, a partire dalla prima tappa, qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

PRIMA DELLA TAPPA

Mauro Facoltosi: Cosa vi aspettate da quest’ultima tappa di montagna?

Nisky: Cosa mi aspetto? Un bel paesaggio e magari uno spunto per andare la il prossimo anno! Le alpi a nord mi mancano perché son basse e di basso interesse! Ma se oltre lo joux plane salta fuori qualcos altro che ben venga da stimolo

JonhCipollina: Io mi aspetto gruppo compatto fino ai piedi dell’ ultima salita , poi se la giocano Quintana che ci proverà ai -3/4 e Purito che però aspetterà l’ ultimo km.
Sky a spasso , Saxo in difesa , Movistar farà l’ andatura. Possibili attaccanti (ancora) Ag2r , Europcar , Radioshack e Euskaltel ma se la Movistar vorrà vincere ancora una tappa non ci sarà spazio per fughe. In ogni caso nessun movimento dei big fino ai -5km. Naturalmente spero di sbagliarmi!

Nebe1980: sono daccordo con JohnCipollina ma secondo me Purito deve attaccare prima dell’ultimo Km se vuole puntare al podio. Deve provare almeno dai 4 all’arrivo perchè Contador ha 47 secondi su di lui e Quintana ne ha 26. Difficile rifilare quei distacchi con un attacco all’ultimo Km. Contador non ha la condizione però può fare un fuori giri di un Km per resistere almeno da tenere 47 secondi e Quintana a meno di una defaillance non si farà staccare da Purito. Quindi secondo me si giocheranno il podio negli ultimi 4/5 km

DOPO LA TAPPA

Nebe1980: Grande Nairo!!! Se migliora a cronometro può battere Froome, oggi ne aveva decisamente più di lui. Contador perde il podio ma nn è in condizione. Purito come pensavo ha attaccato prima dell’ultimo km. Comunque lo scattino finale per staccare Froome l’ha fatto; non dimentichiamoci che Quintana potrebbe anche vincere il Giro d’Italia

in collaborazione con gli utenti del Forum dello scalatore (www.salite.ch)

DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it

“Oh gloria Inmarcesible!” (Inno nazionale Colombia)

LA TAPPA CHE VERRA’ – 21a TAPPA: VERSAILLES – PARIGI (133,5 Km)

Parigi è la “Ville Lumière” ma il Tour se ne renderà conto realmente per la prima volta solo domani sera quando, per la prima volta nella storia recente della Grande Boucle, l’ultima tappa si concluderà a tarda ora, attorno alle 22. E’ questa la spettacolare scelta degli organizzatori per suggellare l’edizione numero 100 ricordando al contempo i primi Tour, costituiti di tappe lunghe anche oltre 400 Km, che scattavano prima ancora dell’alba per concludersi, talvolta, a notte fonda. Una corona di luci e fuochi d’artificio per una tappa che, tolta questa cornice “dorata”, presenterà una tela dalle “pennellate” classiche, con la partenza da un centro del circondario (quest’anno la scelta è caduta su Versailles e sulla sua splendida reggia), la traversata della vallata della Chevreuse – dove si affronteranno gli ultimi due GPM del Tour, rigorosamente di 4a categoria – e, quindi, l’ingresso nella capitale dopo aver toccato ssy-les-Moulineaux, dove ha sede Amaury Sport Organisation (ASO), la società che organizza il Tour. Gran finale sul tradizionale circuito, che sarà leggermente più lungo rispetto al solito (7 Km) perchè la diminuzione del traffico rispetto alle ore pomeridiane ha consentito di inserire per intero gli Champs-Élysées, compreso lo spettacolare girotondo attorno all’Arco di Trionfo.

METEO TOUR
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Versailles – Parigi

Versailles : poco nuvoloso, 31°C, venti deboli da ENE (7-9 Km/h), umidità al 37%
Parigi – 1° passaggio (65,5 Km): poco nuvoloso, 30,8°C, venti deboli da ENE (9-10 Km/h), umidità al 36%
Parigi – arrivo: poco nuvoloso, 27,2°C (percepiti 26°C), venti deboli da ENE (9-15 Km/h), umidità al 52%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito del Tour

Bulbarelli: “Di Agostinho ci passerà Felice Gimondi” (parlerà)
Gimondi: “Kruzigher” (Kreuziger, si pronuncia Kroizigher)
Gimondi, parlando della tappa del Ventoux: “Sul Puy de Dome avrei aspettato un attimo”
Gimondi: “Il giorno dopo c’era i Pirenei”
Gimondi: “Eddy la prendò” (prese)
Gimondi, parlando della carriera di Contador: “Parabolica in discesa”
Televideo: “Mario Quintana” (Nairo)
Televideo: “Maglia gialla a 23″”, “Froome di 28″” (è arrivato a 29″)
Televideo: “Mikel Nieve Iturralde” (Ituralde)
Televideo: “Daniel Fernandez Mor.” (Daniel Moreno Fernandez)

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo ventesima tappa, Annecy – Annecy-Semnoz

1° Ramunas Navardauskas
2° Assan Bazayev a 1′37″.
3° Enrico Gasparotto s.t.
4° Juan Jose Lobato Del Valle a 1′48″
5° Matteo Trentin a 1′58″

Classifica generale

1° Svein Tuft
2° Assan Bazayev a 1′17″
3° Dmitriy Muravyev a 6′11″
4° Marcel Kittel a 13′38″
5° Juan Jose Lobato Del Valle a 15′53″
Primo italiano: Roberto Ferrari, 11° a 21′39″

IL PRIMO TOUR DI GINETTACCIO
Salite sulla macchina del tempo e tornante indietro con noi fino al luglio del 1938, al primo dei due Tour conquistata da Gino Bartali, rivissuto attraverso i titoli de “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

29 LUGLIO 1938 – GIORNO DI RIPOSO

VERSO LA TRIONFALE VITTORIA
Ultime battute del Giro d’Italia

30 LUGLIO 1938 – 20a TAPPA (1a SEMITAPPA): REIMS – LAON (48 Km)
30 LUGLIO 1938 – 20a TAPPA (2a SEMITAPPA): LAON – SAINT-QUENTIN (cronometro – 42 Km)
30 LUGLIO 1938 – 20a TAPPA (3a SEMITAPPA): SAINT-QUENTIN – LILLA (107 Km)

PARIGI ACCOGLIERA’ OGGI CON GLI ONORI DEL TRIONFO LA “MAGLIA GIALLA” ED I SUPERSTITI DEL “TOUR”
Il Giro di Francia al suo ultimo atto
Le tre gare di ieri. 1° Settore: in linea Reims-Laon – Km. 48 1° Servadei – 2° Settore: a cronometro Laon-S. Quentin – Km. 44 – 1° Vervaecke – 3° Settore: in linea S. Quentin-Lilla Km. 107 – 1° Neuville

ARCHIVIO ALMANACCO

Selezionare la voce “Tour de France″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)

UN SALUTO DA… ANNECY / SEMNOZ

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI LE-GRAND-BORNAND

luglio 19, 2013 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Come negli ultimi anni, dopo le cronache del Tour la giornata alla “Grande Boucle” di ilciclismo.it si chiude con il solito baule zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, la presentazione della tappa che verrà, le previsioni del tempo, il “Tour alla rovescia” e il ricordo del Tour del 1938. Seguiteci.

Foto copertina: la stazione turistica di Le-Grand-Bornand (www.legrandbornand.com)

TOUR DE FRANCE, GIRO DEL MONDO

Italia

Rui Costa, bis da campione. Froome non trema e resta in giallo (Gazzetta dello Sport)

Portogallo

Rui Costa triunfa novamente na Volta a França (Diário de Noticiás)

Rui Costa vence segunda etapa na Volta a França e iguala Joaquim Agostinho (Jornal de Noticiás)

Regno Unito

Rui Costa wins stage 19 well ahead of Froome (The Independent)

Froome scents Tour glory as rivals falter (The Times)

Costa takes stage win as Froome edges closer (The Daily Telegraph)

Francia

Costa deux fois plus costaud (L’Equipe)

Spagna

Rui Costa gana su segunda etapa sin que Froome sufra (AS)

De Costa a Costa (Marca)

Rui Costa triunfa de nuevo, sin cambios entre los mejores (El Mundo Deportivo)

Belgio

2e succès d’étape de Rui Costa, Bakelants 3e (Le Soir)

Rui Costa wint tweede Tourrit in één week, Bakelants derde (De Standaard)

Rui Costa s’impose une nouvelle fois en solo, Bakelants 3e (L’Avenir)

Costa n’échoue pas (La Dernière Heure/Les Sports)

Bakelants 3e de l’étape remportée par Rui Costa, journée (trop) calme pour Froome (Sudinfo.be)

Paesi Bassi

Rui Costa wint, Gesink zevende (De Telegraaf)

Germania

Costa gewinnt 19. Etappe (Berliner Zeitung)

Froome vor Tour-Gesamtsieg – Klöden Etappenzweiter (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)

Lussemburgo

Costa zum Zweiten (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Rui Costa holt sich den Etappensieg (Tageblatt)

Repubblica Slovacca

Costa potvrdil formu a vyhral ďalšiu etapu, na Frooma nikto nezaútočil
(Pravda)

Canada

Rui Costa wins Tour de France 19th stage; Leaders Froome and Contador way back (The Globe and Mail)

USA

Costa Wins Stage 19; Froome Maintains Lead (The New York Times)

Colombia

Tras la etapa 19 del Tour, Nairo Quintana sigue tercero en la general (El Tiempo)

Quintana se mantiene en la lucha y en la tercera posición de la general del Tour (El Espectador)

Australia

Rui Costa makes it two (The Age)

Costa doubles up in solo win (Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno, a partire dalla prima tappa, qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

PRIMA DELLA TAPPA

Mauro Facoltosi: Cosa prevedete per questa tappa?

Pudra: Se non arriva la fuga penso o rodriguez o quintana. Questi due li vedo sul podio al posto dei due saxo, che in salita non sono all’altezza…

DURANTE LA TAPPA

Nebe1980: Questa tappa andava disegnata al contrario

Profpivo: Non sono d’accordo, era questo il terreno ideale per provare a far saltare il banco. Con le due salite dure all’inizio si poteva provare a isolare Froome, ma nessuno ha voluto rischiare. E’ chiaro che soprattutto Quintana (che ha la squadra più forte e adatta per far saltare il banco) pensa ad arrivare secondo, che per lui è già un grandissimo risultato.

Nebe1980: vedi il vero problema è il tratto pianeggiante tra la medeleine e albertville, disegnando la tappa al contrario si poteva isolarlo lo stesso menando sulla prima salita e anche sulla seconda con i gregari, poi anche se rientravano gli sky nel tratto in pianura dopo albertville si sarebbero ristaccati dalla prime rampe della maddalena e lì si poteva tentare l’attacco da lontano per far saltare il banco. Si Quintana è nuovo e per lui il secondo posto è grasso che cola però lui quel che doveva dimostrare lo ha già dimostrato e quindi secondo me può tentare di far saltare il banco ma forse non se la sente e comunque domani c’è un arrivo in salita HC

MirkoBL: Io non so come andrà a finire, ma so che voglio gli occhiali di Hesjedal!

Nebe1980: scandalosa la condotta dei big, Purito anche se è in condizione è specialista per scattare a un chilometro dal gpm anche se poi c’è una discesa. Vero è che la tappa aveva le difficoltà all’inizio però vista òla defaillances di Froome secondo me qualcuno doveva provarci. Domani Quintana attaccherà la seconda posizione e Purito cercherà di salire sul podio. Forse mancano anche i famosi diesel gli uomini di fondo che vengono fuori nella terza settimana quanto ad energie sono tutti al lumicino.

JohnCipollina: che tristezza di tappa… lo dicevo che Contador correva per il secondo posto. Comunque in un modo o nell’altro una squadra che tira al posto della Sky si trova sempre….vergogna. Con queste mille classifiche e premietti vari stanno uccidendo il ciclismo , che di per sè tanto in forma non è già da un pezzo.

Nisky: L’unica salita che ispira in zona è la colombier! Nel 2009 han fatto una bella tappa col l’arrivo alle gran bornard! Queste salite eran patetiche

Howling Wolf14: Non è duro nemmeno il Col de la Colombière. Sono impegnativi sono gli ultimi 2 km.

Salitepuntocià: E’ lungo e meglio della croix fry però non è sto granchè a parte gli ultimi 2 km. Nel 2009 c’era il col da romme a precederlo, e ne usci’ una tappa migliore

MirkoBL: E intanto Malacarne recupera 11′ a Cunego e torna primo degli italiani. Al 50° posto, però… Siamo messi bene senza Nibali.

Jack.ciclista: Che fra 3 anni si trasformerà in primo.

in collaborazione con gli utenti del Forum dello scalatore (www.salite.ch)

DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it

“In un mare di noia” (Negrita)

LA TAPPA CHE VERRA’ – 20a TAPPA: ANNECY – ANNECY / SEMNOZ (125 Km)

Suona l’ultima campana per gli scalatori a ventiquattrore dalla passerella parigina. Contrastare Froome sarà quasi impossibile, ma mai dire mai, soprattutto al Tour. L’imprevista crisetta del britannico verso l’Alpe d’Huez ha dimostrato che la maglia gialla del momento non è un “superuomo” come sembrava e che bisogna sfruttare al massimo le ultime difficoltà del Tour per cercare di ottenere l’insperato. Tentar non nuoce, anche perchè oramai la corsa è finita e non ci sarà più il problema di dover conservare energie per le tappe a venire, sempre che se ne abbiano ancora nel serbatoio. L’ultima tappa di montagna è breve, 125 Km appena, ma frazioni dal chilometraggio “mini” in passato hanno talvolta fatto più male dei temuti tapponi, forse perchè, con la prospettiva di una distanza inferiore da percorrere, si tende a partire più velocemente. Una partenza piuttosto lesta all’uscita da Annecy potrebbe rivelarsi oltremodo incisiva perchè, all’uscita dalla città sede di partenza, già si incontreranno delle difficoltà altimetriche, i primi due dei sei GPM dei quali è costellato il percorso e che si faranno man mano più impegnativi con l’avvicinarsi al traguardo, l’inedito arrivo in salita alla stazione invernale di Semnoz, classificato di “Hors Catégorie” per i suoi quasi 11 Km d’ascesa all’8,5%

METEO TOUR
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Annecy – Annecy / Semnoz

Annecy : cielo sereno, 26,5°C (percepiti 28°C), assenza di vento, umidità al 64%
Saint-Jean-d’Arvey (61 Km): cielo sereno, 30°C (percepiti 32°C), venti deboli da NNW (4-5 Km/h), umidità al 55%
Annecy Semnoz: previsioni non disponibili

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito del Tour

Cassani: “Il gruppo è a 5 Km dall’arrivo” (erano a 5 Km dalla vetta della Madeleine)
Cassani: “Aséo” (”ASO” si pronuncia “aesò”)
De Luca: “Ci sono tante squadre che non hanno vinto la tappa” (quella di oggi non è finita)
Cassani: “E’ una trappa corta”
Cassani: “Crampo al polpaccio sinistra”
De Stefano: “Questa mattina il via da Grenoble, Val d’Isère” (si partiva da Bourg-d’Oisans, centro che – come Grenoble – si trova nel dipartimento dell’Isère; la nota stazione invernale di Val d’Isère si trova in un altro dipartimento, la Savoia)
Bulbarelli, parlando del Tour 1965 e di Gimondi: “Sul Mont Revard lui cominciò a costruire il suo successo finale” (quel giorno vestiva la maglia gialla da due settimane)
Televideo: “Madelein” (Madeleine)
Televideo: “Epine” (Épine)

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo diciannovesima tappa, Bourg-d’Oisans – Le-Grand-Bornand

1° Assan Bazayev
2° Arthur Vichot s.t.
3° Matteo Trentin s.t.
4° Christophe Riblon s.t.
5° Blel Kadri s.t.

Classifica generale

1° Svein Tuft
2° Assan Bazayev a 1′57″
3° Dmitriy Muravyev a 4′45″
4° Frederik Willems a 11′22″
5° Marcel Kittel a 13′38″
Primo italiano: Roberto Ferrari, 14° a 21′47″

3520 2213 1307

IL PRIMO TOUR DI GINETTACCIO
Salite sulla macchina del tempo e tornante indietro con noi fino al luglio del 1938, al primo dei due Tour conquistata da Gino Bartali, rivissuto attraverso i titoli de “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

Oggi “riposiamo”. L’appuntamento con le ultime due frazioni del Tour del 1938 è rimandato alle rimanenti due puntate dell’almanacco.

ARCHIVIO ALMANACCO

Selezionare la voce “Tour de France″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)

UN SALUTO DA… LE-GRAND-BORNAND

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI ALPE D’HUEZ

luglio 19, 2013 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Come negli ultimi anni, dopo le cronache del Tour la giornata alla “Grande Boucle” di ilciclismo.it si chiude con il solito baule zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, la presentazione della tappa che verrà, le previsioni del tempo, il “Tour alla rovescia” e il ricordo del Tour del 1938. Seguiteci.

Foto copertina: la strada verso l’Alpe d’Huez (tripadvisor.com)

TOUR DE FRANCE, GIRO DEL MONDO

Italia

Il francese Riblon re dell’Alpe d’Huez. Bravo Moreno Moser: è terzo! (Gazzetta dello Sport)

Regno Unito

Chris Froome hit with 20 second time penalty for illegal feed – but still extends overall lead after gruelling day on the mountains (The Independent)

Froome survives Alpe d’Huez (The Times)

Froome holds his nerve to retain the yellow jersey (The Daily Telegraph)

Francia

Riblon, baroudeur au sommet (L’Equipe)

Spagna

Froome sufre pero le mete otro minuto a Alberto Contador (AS)

Contador no aprovecha la debilidad de Froome (Marca)

Riblon triunfa, Froome más líder y Contador sufre (El Mundo Deportivo)

Belgio

Riblon s’impose à l’Alpe d’Huez, Froome souffre mais reste en jaune (Le Soir)

Riblon wint knotsgekke rit op Alpe-d’Huez, Froome krijgt tikje (De Standaard)

Le Français Riblon s’impose au sommet de l’Alpe d’Huez (L’Avenir)

Riblon en héros, Froome en souffrance (La Dernière Heure/Les Sports)

Un passionnant chrono sur le Tour: Froome donne un nouveau coup au moral de Riblon s’impose sur l’Alpe d’Huez et Froome conforte son maillot jaune: la lutte pour le podium s’annonce splendide (Sudinfo.be)

Froome en Porte krijgen tijdsstraf (Het Nieuwsblad)

Paesi Bassi

Podium Tour uit zicht (De Telegraaf)

Germania

Riblon feiert Sensationssieg (Berliner Zeitung)

Riblon gewinnt Königsetappe – Froome baut Vorsprung aus (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)

Lussemburgo

Andy Schleck bricht nach Offensive ein (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Riblon gewinnt Königsetappe (Tageblatt)

Repubblica Slovacca

Froome na Alpe d’Huez získal čas na Contadora, ale v závere sa dosť trápil (Pravda)

Canada

Riblon wins stage 18, Froome extends Tour de France lead (The Globe and Mail)

USA

Riblon Wins Stage of Dual Ascents; Froome Holds Lead (The New York Times)

Colombia

Nairo Quintana, tercero en la general del Tour de Francia (El Tiempo)

Nairo ya es tercero en la general del Tour de Francia (El Espectador)

Australia

Tour de France: Froome finally shows some frailty (The Age)

Frenchman wins Tour stage at last (The Australian)

Crash can’t stop flying Frenchman (Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno, a partire dalla prima tappa, qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

PRIMA DELLA TAPPA

Mauro Facoltosi: Cosa prevedete per questa tappa?

Thiago Motta 89: Forse gli attacchi dei top cominceranno già dalla prima ascesa dell’adh ma penso anche che la discesa del sarenne possa essere fondamentale in certi sensi comunque staremo a vedere.

Mauro Facoltosi: Vittoria di Riblon, crisi di fame di Froome. Guadagnano solo Quintana e Rodriguez (un minuto circa). Commenti?

Nebe1980: Grande Nairo, anche Froome ha beccato una defaillances, Contador non ha la condizione ma domani potrebbe tentare dalla Madeleine, certo che però se Contador vuole fare attacchi seri deve avere maggior intelligenza tattica. Oggi doveva provare prima della discesa del sarenne, doveva tentare dall’ascesa del sarenne cercando di lasciare solo Froome e poi andare in discesa a riprendere il gruppetto di Schleck. Vediamo che farà domani, comunque abbiamo Nairo vicino al podio.

Ceemo: Tappa divertente, in grande ascesa Purito e ottimo in salita Quintana.
Froome a livello tattico si dimostra veramente poco lungimirante. Si consuma da solo per niente e se non avesse avuto Porte rischiava i minuti. Troppo legato alle radioline e poco attento a se stesso. Chapeu a Contador che se pur in evidente difficoltà fisica ci prova sempre e comunque. Grande Moser. E soprattutto bellissimo il Sarenne. La cosa piu bella della tappa.

JohnCipollina: Tappa strana….movimentata ma solo all’ apparenza , in realtà sono andati a spasso fino all’ultima salita. Bellissimo bluff di Contador , che sapendo di non avere condizione manda due finte lepri in avanscoperta e “attacca” in discesa , nel tentativo di congelare la corsa. Le altre squadre abboccano e arrivano nel finale in carrozza. Tutto ciò mi ricorda il fatto che “la minaccia è più forte dell’esecuzione”.
Sulla corsa mi dispiace per Moser e mi chiedo come abbia fatto Riblon a riprenderlo in discesa, visto che le (uniche) due curve del francese che hanno fatto vedere in tv le ha sbagliate entrambe….insomma sembrava tutto tranne che un drago in discesa. Invece Moser andava più forte delle moto , sembrava di rivedere Savoldelli: quando pensavo di veder comparire (almeno) un minutino di vantaggio è avvenuto il ricongiungimento. Strano no?
Altra stranezza la “crisi” di Froome o meglio la sparizione dal gruppetto di Porte per un minutino (anche Cassani l’ ha fatto notare in diretta) e relativa riapparizione con tanto di barrette al seguito: sarà mica andato a prenderle all’ ammiraglia???
In ultimo ho l’ impressione che la Movistar sia la vera alleata di Froome , che Contador corra per il secondo posto più di quanto sembri e che l’ unico davvero in grado di far saltare il banco sarebbe Rodriguez se avesse una squadra vera e non solo Moreno. Anche Froome non me la racconta giusta….

Thiago Motta 89: Classifica a questo punto divisa in 3 tronconi: Froome malgrado tutto sempre più primo, poi lotta a 4 per il podio tra i 2 saxo, nairo e purito e dopo tutti gli altri con i due olandesi sempre più in defaiance. Per Froome è stato fondamentale avere lì Porte altrimenti avrebbe perso almeno il doppio o + da Quintana e Rodriguez

Profpivo: La crisi di Froome mi consola, è umano anche lui. Ha corso come un pollo, che senso aveva quell’attacco scriteriato a 10 km dall’arrivo? Poteva starsene tranquillo, tanto ormai per la vittoria di tappa non c’era nulla da fare. Vediamo domani come reagisce, queste crisi di fame certe volte si fanno sentire anche il giorno dopo. Contador non ne ha, però bravo ad averci provato nell’unico modo possibile: in discesa. Ora rischia seriamente di perdere il podio perché Quintana non perde colpi e Rodriguez è in grandissima ripresa. Bravo Moser: non era la sua tappa ma c’ha provato, forse poteva gestirsi meglio nella prima salita verso l’Alpe, ha chiuso troppo in fretta su Van Garderen. Comunque ha dimostrato carattere.

Howling Wolf14 (a Nebe1980): Ma che cosa vuoi che provi Contador? Non ce la fa.

Howling Wolf14 (a Profpivo): Moser voleva raggiungere al pIù presto Van Garderen, perché gli piaceva l’idea di passare in testa sull’Alpe. Ha speso per chiudere, poi ha speso per staccare i due compagni di fuga e transitare al comando sull’Alpe. Il suo traguardo era quello.

Nebe1980: Appunto! Contador è uno che prova anche quando non ce la fa. Proprio perchè sa che in salita Froome, Quintana e Purito lo staccano allora potrebbe provare da lontano come al tour del 2011

Succhiaruote: Tentare dalla Madeleine può essere una buona soluzione per arrivare al traguardo con una mezz’oretta di ritardo, a meno di avere una condizione stratosferica. Ti lasciano andare e guadagnare un minuto, ti tengono a bagnomaria per 50 km facendo fare l’andatura al Kennaugh di turno e poi passano a raccoglierti col cucchiaino…

in collaborazione con gli utenti del Forum dello scalatore (www.salite.ch)

DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it

“Ho fame” (Leone di Lernia)

LA TAPPA CHE VERRA’ – 19a TAPPA: BOURG-D’OISANS – LE-GRAND-BORNAND (204,5 Km)

E’ la seconda ed ultima grande cavalcata montana del Tour 2013, dopo quella vissuta due settimane fa sui Pirenei, tra Saint-Girons e Bagnères-de-Bigorre. Rispetto alla frazione vinta dall’irlandese Daniel Martin, questa sarà più utilizzabile dagli scalatori per un attacco al vertice, complice un disegno più felice del tracciato, che pone l’ultimo dei 5 colli in programma più vicino al traguardo, e una collocazione nel calendario del Tour che la pone nella terza settimana di corsa, immediatamente dopo le esigenti frazioni del Ventoux, della crono di Chorges e dell’Alpe d’Huez. Con le energie al lumicino potrebbe rivelarsi oltremodo selettive anche le mitiche ascese ai colli del Glandon e della Madeleine, apparentemente penalizzate da un tracciato che le pone in partenza di questa tappa, con il primo colle da scavalcare a 33 Km dal via. Chi non si staccherà lassù potrebbe pagare lo sforzo sui due GPM di 1a categoria previsti nel finale, in particolar modo quando si dovranno affrontare i gli 11 Km d’ascesa al 7% medio verso il Col de la Croix Fry, sul quale si scollinerà a 13 Km dalla meta, con un tratto finale tutto in discesa sino allo striscione dell’ultimo chilometro, passato il quale la strada tornerà a puntare, dolcemente, verso l’alto. Il traguardo è lo stesso della 17a tappa del Tour 2004, che si disputò su questo identico tracciato (differente solo la penultima ascesa, con il Col de la Forclaz al posto del Col de l’Épine), e che fu tagliato per primo da Lance Armstrong davanti ai tedeschi Klöden e Ullrich mentre Ivan Basso, secondo in classifica, pagava – contando anche gli abbuoni – una ventina di secondi.

METEO TOUR
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Bourg-d’Oisans – Le-Grand-Bornand

Bourg-d’Oisans: previsioni non disponibili
Albertiville (126,5 Km): pioggia debole (0,5 mm), 23,1°C, venti deboli da SSE (3 Km/h), umidità al 80%
Le Grand-Bornand: pioggia moderata (0,7 mm), 17,7°C, venti deboli da SSE (3 Km/h), umidità al 81%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito del Tour

Cassani: “Team Sky non è preoccupata”
Traduttrice di Rolland: “E’ la salita che tutti gli scalatori sognano di vincere”
Cassani: “All’imbocco del primo Alpe d’Huez”
Cassani: “Si è ripreso per quella brutta caduta in Corsica”
De Luca: “Col d’Huez”
Bulbarelli: “Ross” (Roche)
Conti: “Nicolas Roche è il figlio della sorella di Stephen Roche” (è il figlio di Stephen)
Pancani, a pochi metri dal GPM del Sarenne: “L’ultimo tratto della discesa prima dell’inizio della salita)
Bulbarelli: “Cannolande” (Cannondale)

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo diciottesima tappa, Gap – Alpe d’Huez

1° Tom Veelers
2° Daniele Bennati a 1′16″
3° Juan Jose Lobato Del Valle s.t.
4° Matteo Trentin s.t.
5° Davide Cimolai s.t.

Classifica generale

1° Tom Veelers
2° Dmitriy Muravyev a 2′48″
3° Svein Tuft a 3′00″
4° Assan Bazayev a 4′57″
5° Kris Boeckmans a 7′02″
Primo italiano: Roberto Ferrari, 20° a 25′07″

IL PRIMO TOUR DI GINETTACCIO
Salite sulla macchina del tempo e tornante indietro con noi fino al luglio del 1938, al primo dei due Tour conquistata da Gino Bartali, rivissuto attraverso i titoli de “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

28 LUGLIO 1938 – 19a TAPPA: METZ – REIMS (196 Km)

VITTORIA DI GALATEAU
Come al solito si è deciso tutto nel finale
Bartali si dimostra più che mai inattaccabile

ARCHIVIO ALMANACCO

Selezionare la voce “Tour de France″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)

UN SALUTO DA… ALPE D’HUEZ

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