L’ÉTAPE DU JOUR: LE TEIL – MONT AIGOUAL

settembre 3, 2020 by Redazione  
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Si torna in montagna per la prima delle quattro frazioni disegnate sulle strade del Massiccio Centrale, l’unica inserita nel percorso durante la prima settima del Tour. In programma il secondo arrivo in salita, non ufficiale non essendo previsto nessuno GPM al traguardo. Se gli ultimi 8 Km presenteranno una pendenza molto dolce, subito prima bisognerà affrontare gli impegnativi 12 Km Col del de la Lusette, sui quali si scatenerà la bagarre anche per la presenza in vetta del Point Bonus

Si torna in montagna per l’unica tappa con arrivo in salita di questo Tour a non essere considerata come tale. Non ci sarà nessuno striscione del GPM a pendere sopra la testa dei corridori al termine degli 8 Km al 4% che condurranno i corridori sulla cima del Mont Aigoual. Questi dati non devono trarre in inganno perché questa frazione non sarà una passeggiata e, anzi, la pedalabile ascesa finale alla fine potrebbe anche rivelarsi più selettiva del previsto. È risaputo che le salite facili spesso contribuiscono ad incrementare i distacchi se immediatamente precedute da altre più impegnative ed è proprio quello che accadrà oggi: l’attacco degli 8000 metri conclusivi sarà, infatti, preceduto di circa 5 Km – e la salita può quasi essere considerata un tutt’uno con quella pocanzi affrontata – dallo scollinamento del più impegnativo Col de la Lusette. Novità per il Tour de France, non solo proporrà pendenze decisamente più intriganti (media del 7.2% su 12 Km) ma proprio in vetta sarà collocato anche il “Point Bonus”, traguardo volante introdotto tre anni fa e che elargirà abbuoni validi per la classifica generale oltre a quelli normalmente in palio ai traguardi di tappa.

METEO TOUR

Le Teil : cielo sereno, 25.7°C (percepiti 27°C), vento moderato da NNE (22-27 Km/h), umidità al 41%
Alès (Km 88): cielo sereno, 27.3°C, vento debole da NW (5 Km/h), umidità al 41%
Ganges (Km 138): cielo sereno, 28.4°C, vento debole da NNE (9-12 Km/h), umidità al 28%
Mont Aigoual: cielo sereno, 17.1°C (percepiti 18°C), vento debole da N (6 Km/h), umidità al 35%

GLI ORARI DEL TOUR

11.55: inizio trasmissione Eurosport 1 (quindici minuti prima del via)
12.10: partenza da Le Teil
13.30: inizio trasmissione RAI2 (all’incirca a 60 Km dal via)
15.00: traguardo volante di Saint-Hippolyte-du-Fort
15.20 – 15.40: scollinamento Cap de la Coste
16.20 – 16.50: scollinamento Col de la Lusette
16.40 – 17.13: traguardo sul Mont Aigoual

UN PO’ DI STORIA

Vetta più alta del massiccio delle Cevenne (1565 metri), dotata anche di una piccola stazione di sport invernali in località Prat Peyrot. il Mont Aigoual non ha mai finora ospitato l’arrivo di una corsa ciclistica. Nella storia del Tour è già comunque iscritto un passaggio sulle pendici di questa montagna, che furono affrontate nel 1987 durante la tappa Millau – Avignone, terminata allo sprint con il successo dell’olandese Jean-Paul van Poppel. A transitare per primo al GPM dell’Aigoual, scalato dal versante opposto rispetto al 2020, fu un corridore italiano, il varesino Silvano Contini.

Mauro Facoltosi

Losservatorio del Mont Aigoual e, in trasparenza, laltimetria della sesta tappa (www.sudcevennes.com)

L'osservatorio del Mont Aigoual e, in trasparenza, l'altimetria della sesta tappa (www.sudcevennes.com)

L’ÉTAPE DU JOUR: GAP – PRIVAS

settembre 2, 2020 by Redazione  
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Il Tour si sposta dalle Alpi verso il Massiccio Centrale e prima di giungere al prossimo arrivo in salita, in programma giovedì, propone una facile frazione di trasferimento dal finale complicato. La lieve pendenza che caratterizza i 10 chilometri conclusivi non dovrebbe costituire un grosso handicap per diversi dei velocisti in gara, ma apre uno spriraglio anche alle azioni dei finisseur

Lasciatosi alle spalle le Alpi (ci si tornerà nella settimana conclusiva per le frazioni decisive) il Tour si mette in viaggio in direzione del Massiccio Centrale, sul quale si disputerà la prossima tappa di montagna. In attesa di questo evento ecco una classica tappa di trasferimento che dovrebbe terminare allo sprint. Il condizionale è d’obbligo per il particolare disegno del finale, con gli ultimi 7 Km nei quali la strada tende sempre a prendere quota, anche se non si può certo parlare di salita vera e propria. Basti dire che il tratto più impegnativo di questo finale, lungo poco più di un chilometro, presenta una pendenza media del 3.4% appena, che però potrebbe ispirare qualche finisseur oppure far perdere le ruote del gruppo a qualche velocista in debito d’energie. I corridori ritroveranno la pianura vera solamente in vista dello striscione dell’ultimo chilometro e di un traguardo non semplice da gestire per gli sprinter perché negli ultimi 500 metri la strada tende a curvare leggermente verso sinistra e lo striscione dell’arrivo lo vedranno solo all’ultimissimo.

METEO TOUR

Gap: cielo sereno, 22.3°C, vento debole da SSW (5-7 Km/h), umidità al 47%
Serres (Km 38): cielo sereno, 23.4°C, vento debole da NW (5 Km/h), umidità al 41%
Nyons (Km 101): cielo sereno, 25.6°C, vento moderato da N (20 Km/h), umidità al 33%
Montélimar (Km 144): cielo sereno, 27.3°C, vento moderato da N (21-26 Km/h), umidità al 33%
Privas: cielo sereno, 24.6°C, vento moderato da N (24-30 Km/h), umidità al 37%

GLI ORARI DEL TOUR

13.05: inizio trasmissione Eurosport 1 (venti minuti prima del via)
13.20: partenza da Gap
14.00: inizio trasmissione RAI2 (all’incirca a 30 Km dal via)
14.20: traguardo volante di L’Épine
16.10 – 16.25: scollinamento Col de Serre Colon
17.20 – 17.40: traguardo a Privas

UN PO’ DI STORIA

Come per Sisteron, anche per Privas – centro noto ai golosi per la produzione di prelibati marrons glacés – c’è stata una prova generale del Tour in tempi recentissimi. Lo scorso anno l’elvetico Stefan Bissegger vi ha infatti conquistato la sesta tappa del Tour de l’Avenir, corsa organizzata da Alpes Vélo con il supporto tecnico e umano di ASO: questa tappa è ricordata in particolare dai tifosi italiani per la conquista della maglia gialla da parte del modenese Giovanni Aleotti, che l’hai poi perduta sulle Alpi. A Privas c’è comunque un precedente del Tour perché nel 1966 vi è partita una tappa diretta a Le Bourg-d’Oisans, l’unica nella storia della Grande Boucle terminata nel cittadina situata ai piedi della mitica Alpe d’Huez, vinta dallo spagnolo Luis Otaño.

Mauro Facoltosi

Vista panoramica su Privas e, in trasparenza, laltimetria della quinta tappa (wikipedia)

Vista panoramica su Privas e, in trasparenza, l'altimetria della quinta tappa (wikipedia)

L’ÉTAPE DU JOUR: SISTERON – ORCIÈRES-MERLETTE

settembre 1, 2020 by Redazione  
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Arriva il giorno del primo arrivo in salita, non durissimo ma nemmeno una “passeggiata” come sono stati, per esempio, i traguardi a Montevergine del Giro d’Italia. Orcières-Merlette è poi un traguardo storico, che immediatamente richiama alla memoria l’insperata impresa dello spagnolo Luis Ocaña al Tour del 1971, quando si presentò su questo traguardo con nove minuti di vantaggio su Eddy Merckx

Un arrivo in salita è all’orizzonte, il primo dei sette previsti in questa edizione del Tour, anche se ufficialmente sono sei perché non è stato stranamente considerato come tale quello previsto tra un paio di giorni sul Mont Aigoual. Il primo arrivo con GPM “incorporato” sarà quello che riporterà la corsa francese dopo ben 31 anni di lontananza sul mitico traguardo di Orcières-Merlette, mitico non certo per le inclinazioni che saranno offerte dall’ascesa finale. Negli ultimi 10 Km s’incontrerà una pendenza media né esaltante, né del tutto trascurabile (6%) e, con la prospettiva di un Tour molto più duro del solito, c’è da attendersi attacchi tra i big solamente nei chilometri conclusivi di questa frazione che in precedenza vedrà i corridori affrontare quattro pedalabili salite, assolutamente non temibili e distanti da quella conclusiva.

METEO TOUR

Sisteron : poco nuvoloso 25.1°C (percepiti 26°C), vento debole da S (8 Km/h), umidità al 37%
Serres (Km 33): poco nuvoloso, 22.9°C, vento debole da NNW (8 Km/h), umidità al 40%
Saint-Disdier (Km 81.5): cielo sereno, 18.2°C, vento debole da WSW (5-6 Km/h), umidità al 43%
Orcières-Merlette*: nubi sparse, 17.5°C, vento debole da WSW (8 Km/h), umidità al 43%

* previsioni relative al centro di Orcières (1395 m), dal quale si transita a 6 Km dall’arrivo (previsto a quota 1825 m)

GLI ORARI DEL TOUR

13.20: inizio trasmissione Eurosport 1 (dieci minuti prima del via)
13.30: partenza da Sisteron
14.00: inizio trasmissione RAI2 (all’incirca a 25 Km dal via)
14.40 – 15.20: traguardo volante di Veynes e scollinamento Col du Festre
16.50 – 17.10: scollinamento Côte de Saint-Léger-les-Mélèzes
17.20 – 17.50: traguardo a Orcières-Merlette

UN PO’ DI STORIA

La storia di Orcières-Merlette al Tour iniziò nel 1971 e iniziò con il botto. La giovane stazione di sport invernali, inaugurata nove anni prima, in quell’edizione ospitò l’arrivo dell’unica vera frazione alpina di un Tour che, in salita, non era stato disegnato con mano troppo pesante. Nei giorni precedenti tutti si erano accorti che il grande favorito per il successo finale Eddy Merckx non stava attraversando un periodo di forma ottimale e lo dimostrava il fatto che dopo le prime due tappe di montagna l’olandese Joop Zoetemelk vestiva la maglia gialla con 1” sullo spagnolo Luis Ocaña, mentre il “cannibale” era quarto ad un minuto. Nessuno, però, poteva immaginare che nella non temibile tappa di Orcières-Merlette Ocaña si scatenasse di brutto, riuscendo ad arrivare al traguardo con un vantaggio di quasi nove minuti su Merckx che sembrava incolmabile e che sarà vanificato solamente dalla brutta caduta che, qualche giorno più tardi, costringerà lo spagnolo al ritiro da un Tour che aveva praticamente in tasca a chiusura ermetica. Forte di questo precedente, l’anno successivo gli organizzatori rimetteranno l’arrivo a Orcières-Merlette nel tracciato, ma stavolta non ci saranno sorprese perché Merckx stava decisamente meglio rispetto al 1971, Ocaña stavolta non riuscì a schiodarsi di ruota il rivale mentre a cogliere la vittoria fu il belga Lucien Van Impe. In seguito altre due occasioni si tornò nella piccola stazione di sport invernali realizzata sulle pendici del massiccio degli Écrins, nel 1982 con una tappa vinta dal francese Pascal Simon e nel 1989 con una cronoscalata che vide l’olandese Steven Rooks far registrare il tempo migliore.

Mauro Facoltosi

Il Grand Lac des Estaris a Orcières-Merlette e, in trasparenza, laltimetria della quarta tappa (www.orcieres.com)

Il Grand Lac des Estaris a Orcières-Merlette e, in trasparenza, l'altimetria della quarta tappa (www.orcieres.com)

L’ÉTAPE DU JOUR: NIZZA – SISTERON

agosto 31, 2020 by Redazione  
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Il Tour lascia la Costa Azzurra e punta verso nord ovest con la seconda delle sette tappe riservate alla categoria dei velocisti. Le difficoltà altimetriche non mancano ma non presentano mai pendenze impegnative e si esauriranno defiinitivamente mancheranno 46 Km all’arrivo

Salite, ancora salite. Anche la terza tappa del Tour 2020 è infarcita di difficoltà con ben evidenziano i quattro GPM che si dovranno affrontare lungo la strada per Sisteron. Stavolta, però, le difficoltà saranno abbastanza contenute e le pendenze medie non andranno oltre il 5.4% che si registra lungo i 7 Km che conducono sino ai 1145 metri del Col des Lèques. Sarà quella la penultima difficoltà di un tracciato che in seguito proporrà il breve Col de l’Orne (3 Km al 4.8%) e poi nessun altro ostacolo naturale nei rimanenti 46 Km. Le squadre dei velocisti avranno così parecchio terreno a disposizione per andare alla caccia dei fuggitivi di giornata, favorite anche dalla linearità di un finale che negli ultimi 12 Km prevede rarissime e molto lievi curve. Al massimo quegli sprinter che non avranno ancora smaltito del tutto le difficoltà dei primi giorni potrebbero trovarsi con le gambe “imballate” sul rettilineo d’arrivo, che presenta un’impercettibile ma lievissima pendenza.

METEO TOUR

Nizza: cielo sereno, 23.3°C, vento debole da E (9-12 Km/h), umidità al 54%
Grasse (Km 44.5): cielo sereno, 22°C (percepiti 23°C), vento moderato da ESE (10-13 Km/h), umidità al 52%
Castellane (Km 108): cielo sereno, 23.2°C, vento debole da SW (6-8 Km/h), umidità al 33%
Digne-les-Bains (traguardo volante – Km 160.5): cielo sereno, 23.7°C, vento moderato da WNW (12-13 Km/h), umidità al 35%
Sisteron: cielo sereno, 24.4°C, vento moderato da NW (16 Km/h), umidità al 39%

GLI ORARI DEL TOUR

12.05: inizio trasmissione Eurosport 1 (quindici minuti prima del via)
12.20: partenza da Nizza
14.00: inizio trasmissione RAI2 (all’incirca a 65 Km dal via)
15.10 – 15.25: scollinamento Col des Lèques
16.00 – 16.30: scollinamento Col de l’Orme e traguardo volante di Digne-les-Bains
17.00 – 17.30: traguardo a Sisteron

UN PO’ DI STORIA

La “Porta della Provenza”, così è soprannominata la cittadina di Sisteron, si spalancherà quest’anno per la seconda volta sul Tour dopo aver ospitato nel 2010 la partenza di una tappa diretta a Bourg-lès-Valence e vinta allo sprint dal britannico Mark Cavendihs. Conosciuta per la sua cittadella fortificata, Sisteron negli scorsi anni ha fatto una sorta di prova generale per l’arrivo accogliendo il traguardo di altre due corse organizzate da ASO: nel 2018 vi è terminata una tappa della Parigi-Nizza vinta dal francese Jérôme Cousin, mentre nel 2015 era stata sede d’arrivo di una frazione del Giro del Delfinato conclusasi – come ci si attende da questa tappa – con un arrivo in volata nel quale si era imposto un altro transalpino, Nacer Bouhanni. Andando indietro nel tempo di qualche anno si arriva quindi al 2012 e nel 2008, quando Sisteron ospitò l’arrivo di altre due tappe della Parigi-Nizza, entrambe conquistate da corridori spagnoli (Luis Leon Sanchez e Carlos Barredo)

Mauro Facoltosi

Sisteron dominata dalla Rocher de Baume e, in trasparenza, laltimetria della terza tappa (TripAdvisor)

Sisteron dominata dalla Rocher de Baume e, in trasparenza, l'altimetria della terza tappa (TripAdvisor)

L’ÉTAPE DU JOUR: NIZZA – NIZZA (HAUT PAYS)

agosto 30, 2020 by Redazione  
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Si rimane a Nizza per la prima delle dieci tappe di montagna che fanno della centosettesima edizione del Tour de France una delle più dure della storia. Le prime due salite in programma si affronteranno lontane dall’arrivo, ma rischiano di rimanere nelle gambe nel finale di gara e soprattutto per coloro che non hanno smaltito le “botte” rimediate nella prima tappa.

In tempi recenti non si è mai vista una partenza così impegnativa, nemmeno alla Vuelta, e per trovare qualcosa del genere bisogna tornare indietro nel tempo fino al 1979 (ne parleremo più sotto). Solo nella prima settimana del Tour 2020 si dovranno affrontare cinque tappe di alta montagna, due delle quali con arrivo in salita, un’ascesa “Hors Catégorie” (il Port de Balès, in programma all’ottavo giorno di gara) e ben otto GPM di 1a categoria. Di questi ultimi, i primi due s’incontreranno già nella seconda frazione di un Tour che, dunque, costringerà i suoi primattori a presentarsi ai nastri di partenza con uno stato di forma già ben definito. Così a una sessantina di chilometri dal via da Nizza si dovranno superare i 17 Km al 6% del Col de la Colmiane, che molti corridori già conoscono perché lassù si è conclusa a marzo l’ultima tappa della Parigi-Nizza, vinta dal colombiano Nairo Quintana, mentre la classifica finale della tradizionale corsa a tappe di avvicinamento alla Sanremo era stata conquista dal tedesco Maximilian Schachmann. 36 Km più avanti si scollineranno anche i 1600 metri del Col de Turini (15 Km al 7.2%), che l’arrivo di una tappa della Parigi-Nizza l’hanno accolto nel 2019 (vittoria di Daniel Martínez), e a quel punto mancheranno 87 Km al traguardo, apparentemente tanti. Chi avrà faticato su questi due colli, però, potrebbe trovarsi nuovamente a boccheggiare sulle due più breve e basse salite che sono state inserite nel finale di gara, prima sul tradizionale Col d’Èze (8 Km al 5.9%) e poi sul Col des Quatre Chemins (5.5 Km al 5.7%), superato il quale il traguardo disterà soli nove chilometri. Sono difficoltà che potrebbero già fare qualche vittima a sorpresa, magari tra quei corridori che sono caduti nel corso della tormentata prima tappa e non hanno ancora recuperare le “botte”.

METEO TOUR

Nizza – partenza: cielo sereno, 24.2°C, vento forte da SW (32 Km/h), umidità al 61%
Saint Martin-Vésubie (Km 70.5): cielo sereno, 22.1°C (percepiti 23°C), vento moderato da WSW (14-18 Km/h), umidità al 40%
Nizza (Km 141.5): cielo sereno, 25.4°C (percepiti 27°C), vento forte da SW (33 Km/h), umidità al 57%
Nizza – arrivo: cielo sereno, 25.4°C (percepiti 27°C), vento forte da SW (32 Km/h), umidità al 57%

GLI ORARI DEL TOUR

13.15: inizio trasmissione Eurosport 1 (cinque minuti prima del via)
13.20: partenza da Nizza
14.00: inizio trasmissione RAI2 (all’incirca a 30-35 Km dal via)
15.00 – 15.15: scollinamento Col de la Colmiane
16.00 – 16.20: scollinamento Col de Turini
17.00 – 17.35: scollinamento Col d’Èze
17.50 – 18.25: traguardo a Nizza

UN PO’ DI STORIA

La prima settimana di quest’anno ricorda molto, sul piano della durezza, i primi cinque giorni del Tour del 1979, che scattò dal piccolo paesino di Fleurance con un prologo vinto dall’olandese Gerrie Knetemann, campione del mondo in carica. Fleurance non è molto distante dai Pirenei, che furono affrontati consecutivamente nelle successive tre tappe, cominciando con quella terminata nella nota località termale di Luchon, dove colse la vittoria il francese René Bittinger al termine di una frazione che prevedeva le ascese ai colli di Menté e del Portillon. Il terzo giorno tornarono a scorrere le lancette dei cronometri, stavolta per la difficile cronoscalata verso Superbagnères che vide imporsi il favorito numero uno per il successo finale, Bernard Hinault, con l’asso francese che quel giorno riuscì anche a mandare fuori tempo massimo cinque corridori. E non era ancora finita perché l’indomani erano in programma Peyresourde, Aspin e Soulor nel corso della solita cavalcata verso Pau, dove è ancora Hinault a vincere. Per completare l’opera subito dopo il trittico pirenaico si affrontò l’interminabile cronosquadre di Bordeaux, 86 Km al termine dei quali fece registrare il miglior tempo la corazzata olandese TI-Raleigh mentre traballò temporaneamente il trono del francese capoclassifica, che quel giorno perse 48” dall’inossidabile olandese Joop Zoetemelk.

Mauro Facoltosi

Laltimetria della seconda tappa e, in trasparenza, i tornanti della salita del Col de Turini (www.alpes4ever.com)

L'altimetria della seconda tappa e, in trasparenza, i tornanti della salita del Col de Turini (www.alpes4ever.com)

L’ÉTAPE DU JOUR: NIZZA – NIZZA (MOYEN PAYS)

agosto 29, 2020 by Redazione  
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Ogni giorno vi porteremo alla scoperta dal tracciato del Tour de France. Cominciamo con la prima delle due frazioni disegnato attorno alla città di Nizza, che vede favoriti i velocisti nonostante le colline dell’entroterra della Costa Azzurra. E ne approfittiamo per augurare buon divertimento ai telespettatori del grande ciclismo e buon lavoro a corridori, tecnici, organizzatori e giornalisti

Per il terzo anno consecutivo il Tour de France prende le mosse con una tappa in linea, sulla carta molto più complicata rispetto a quella, totalmente pianeggiante, che nel 2018 si disputò il primo giorno di gara tra l’isola di Noirmoutier e Fontenay-le-Comte e quella che aprì la scorsa edizione a Bruxelles, anch’essa prevalentemente piatta (Muro di Grammont a parte). Il tracciato della prima frazione, infatti, è stato in gran parte disegnato nell’entroterra di Nizza e si andranno così ad affrontare alcune difficoltà altimetriche che porteranno il gruppo dal livello del mare fino ai quasi 550 metri della località di Levens, superando complessivamente sei ascese non particolarmente difficili, la più impegnativa delle quali – la Côte de Rimiez, da ripetere due volte – metterà in palio i punti per la classifica degli scalatori. La totale mancanza di asperità negli ultimi 38 Km dovrebbe, però, favorire i velocisti, che si disputeranno la prima maglia gialla sul prestigioso traguardo della Promenade des Anglais. Insidia aggiunta sarà la pioggia che dovrebbe cadere, debole, nelle ultime due-tre ore di corsa.

METEO TOUR

Nizza – partenza: cielo coperto, 25.4°C (percepiti 27°C), vento debole da SSW (9-10 Km/h), umidità al 75%
Nizza – 1° passaggio (Km 39.5): pioggia debole (0.1 mm), 25.4°C (percepiti 27°C), vento debole da SSW (9-11 Km/h), umidità al 75%
Nizza – 2° passaggio (Sprint – Km 88): pioggia modesta (0.2 mm), 25.4°C (percepiti 27°C), vento debole da S (9-11 Km/h), umidità al 76%
Nizza – arrivo: pioggia modesta (0.4 mm), 24.3°C, vento debole da S (6 Km/h), umidità al 82%

GLI ORARI DEL TOUR

13.55: inizio trasmissione Eurosport 1 (venti minuti prima del via)
14.15: partenza da Nizza
15.15: primo passaggio da Nizza
15.30: inizio trasmissione RAI2 (all’incirca a 50 Km dal via)
16.15: secondo passaggio da Nizza
18.00: traguardo a Nizza

UN PO’ DI STORIA

Nizza vanta 35 precedenti al Tour, pochi se paragonati alla rinomanza della nota località della Costa Azzurra, solitamente evitata dalla Grande Boucle perché nel mese di luglio, periodo di alta affluenza turistica, è difficile trovare in questa zona collocazione alberghiera alla carovana,. La prima volta che si arrivò su questo traguardo fu nel 1906, anno della quarta edizione del Tour, quando il francese René Pottier s’impose al termine di una tappa lunga ben 345 Km, scattata dalla lontana Grenoble. Molto più breve è stata l’ultima tappa nizzarda in ordine di tempo, una cronosquadre di 25 Km che rappresentò la prima frazione “continentale” dell’edizione 2013, partita tre giorni prima dalla Corsica: a vincere la prova collettiva fu l’Orica-GreenEDGE, che si fece così parzialmente perdonare il curioso incidente che rischiò di mandare all’aria lo svolgimento della prima tappa, quando un autobus della formazione australiana si “incastrò” sotto lo striscione dell’arrivo. Nizza vanta anche due “Grand Départ”, quello del Tour del 1981 e quello del Giro d’Italia del 1998, con cronoprologhi che furono rispettivamente conquistati dal francese Bernard Hinault e dall’elvetico Alex Zülle: il primo riuscirà a giungere in giallo a Parigi, mentre la maglia rosa del secondo sfiorirà sulle Dolomiti sotto i colpi di Marco Pantani.

Mauro Facoltosi

Laltimetria della prima tappa e, in trasparenza, una veduta panoramica della Promenade des Anglais /saygood.it)

L'altimetria della prima tappa e, in trasparenza, una veduta panoramica della Promenade des Anglais /saygood.it)

LOMBARDIA 2020: LE PAGELLE

agosto 17, 2020 by Redazione  
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Le pagelle di una drammatica edizione del Giro di Lombardia, resa ancora più impegnativa dal caldo di agosto.

Jakob FUGLSANG: Il danese inizia a raccogliere frutti importanti e dopo la Liegi dell’anno scorso anno, conquista anche il Lombardia. Forte di un team all’altezza, mette pressione al giovane Evenepoel fin dalle prime fasi della corsa, resta con Bennett e ci gioca come il gatto fa col topo. Parte sul Civiglio e non lo prende più nessuno: grande sagacia tattica e ottima condizione fisica per Jakob che sembra aver raggiunto finalmente una maturità sportiva che gli era mancata negli anni passati. VOTO: 10

George BENNETT: La Jumbo la carrozzeria pesante l’ha portata al Delfinato, il neozelandese si deve arrangiare da solo e ci riesce alla perfezione. Sta bene, ma contro ha un Fuglsang in versione straripante. VOTO: 9

Alexander VLASOV: A 24 anni sta dimostrando di avere classe da vendere. Lavora e corre in appoggio di Fuglsang, ma ne ha così tanta da arrivare pure sul podio. VOTO: 9

Bauke MOLLEMA: Il 33enne ciclista olandese della Trek-Segafredo si ritrova capitano grazie alla strada, sulla quale dimostra di averne più dei suoi compagni. Non regge le accelerate di Bennett e Fuglsang, ma non era facile. Chiude quarto. VOTO: 7,5

Giulio CICCONE: Bene ma non benissimo. L’abruzzese arriva quinto al traguardo, si comporta bene sul Muro di Sormano, ma non riesce ad avere quella spinta per poter lottare coi primissimi di oggi. VOTO: 6,5

Vincenzo NIBALI: Sempre tra i primi, forza nella discesa del Muro di Sormano, avverte dei principi di crampi e si mette a disposizione di Mollema. Prova sufficiente. VOTO: 6

Maximilian SCHACHMANN: Arriva settimo dopo una gara generosa e lo scontro con l’autovettura di un’ignara signora. VOTO 6

Mathieu VAN DER POEL: Dopo il lockdown non abbiamo visto ancora il vero MVDP, che al Lombardia soffre sul Sormano ma non si arrende. Termina stringendo i denti decimo a 6′28” da Fuglsang. VOTO: 5,5

Richard CARAPAZ: Dopo il buon 2019 si attendono segnali diversi dal vincitore in carica del Giro d’Italia. VOTO: 5,5

Michael WOODS: Il canadese è lontano anni luce dalla sua forma fisica migliore. Salta alle prime pendici del Muro di Sormano. VOTO: 5

Fabio ARU: Non dovrebbe più far notizia, forse dovremmo abituarci all’idea che questo sia il vero Aru. VOTO: 4

Remco EVENEPOEL: Era il principale favorito, era l’osservato speciale, tutti contro di lui e lui sente la pressione. Non mostra la consueta lucidità e ne paga le conseguenze nella discesa del Muro di Sormano. Poteva andare peggio. VOTO: S.V

RCS: Il punto dove cade Evenepoel sembrerebbe tutto tranne che un punto messo in sicurezza o ben segnalato. La signora che con la sua macchina colpisce Schachmann è la ciliegina sulla torta mentre l’UCI pensa di multare l’organizzazione. VOTO: 2

SANREMO 2020: LE PAGELLE

agosto 11, 2020 by Redazione  
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Qualche ora dopo la conclusione della Milano-Sanremo ecco a voi le pagelle dell’ultima edizione della Classicissima

Wout Van Aert: negli ultimi anni vincere le Strade Bianche è un ottimo biglietto da visita per la prima classica monumento della stagione ciclistica e così, dopo Kwiatkowski nel 2017 e Alapilippe nel 2019, anche il talentino belga vince a Siena e trionfa alla Milano-Sanremo. Vittoria netta, meritata, si fa prendere di sorpresa da Alaphilippe giusto un attimo, recupera e lo va prendere dimostrando una condizione fisica eccelsa. Nel finale dimostra un sangue freddo da veterano, non si lascia intimorire dal più esperto francese e lo batte in volata senza cadere in provocazioni. Chapeau. Prima Classica Monumento per lui, e molto probabilmente, facendo tutti gli scongiuri possibili, la prima di una lunga serie. VOTO: 10

Julian Alaphilippe: il francese della Deceuninck-Quick Step ha uno squadrone al suo fianco, degno del suo talento cristallino. La dirige perfettamente arrivando sul Poggio in posizione ideale per attaccare e quando lo fa riesce a fare il vuoto e tutto sembrava pronto per ripetere il numero del 2019. Purtroppo per lui Van Aert non si è perso d’animo e lo ha raggiunto. Sapendo di avere uno scatto meno veloce del rivale belga prova a giocare sui nervi e d’astuzia, ma nulla è servito. Ottimo secondo posto. VOTO: 9

Michael Matthews: l’australiano è sempre uno dei piazzati della classicissima di primavera, c’è sempre. Per lui il merito di non essersi perso d’animo dopo una caduta sul Poggio. Vincitore dello sprint di gruppo e gradino più basso del podio. Un terzo posto che non da merito ad un talento come lui. VOTO: 8,5

Giacomo Nizzolo: dopo le varie vicissitudini degli ultimi anni, l’italiano, velocista puro della NTT Pro Cycling, riesce ad esprimersi a buoni livelli, come dimostrato ad inizio 2020. Un quinto posto che fa ben sperare per lui. VOTO: 7,5

Peter Sagan: ormai il suo nome nei primi posti della Milano-Sanremo è una routine, come è una routine che per un motivo o per un altro non la riesca a vincere mai. Quest’anno c’è una condizione che ancora non è al top, nella speranza per il buon Peter, pluri-iridato, che riesca a trovarla subito, per lui e per i suoi numerosi fans. VOTO: 6,5

Dion Smith: la sorpresa di giornata, sesto posto per il velocista neozelandese della Mitchelton-Scott. Dopo la caduta di Trentin prende le redini di capitano e coglie un piazzamento degno di nota. VOTO: 6,5

David Aranburu: lo spagnolo dell’Astana riesce ad arrivare settimo dopo aver tenuto bene sul Poggio e sulla Cipressa. A ventiquattro anni dimostra di avere fondo e resistenza che fanno ben sperare per il futuro. VOTO: 6,5

Vincenzo Nibali: la Trek-Segafredo anima la corsa in varie occasioni, Mosca, Ciccone, Brambilla, poi parte lui, lo “Squalo”. La condizione non è quella dei giorni migliori e sul Poggio non riesce a far la differenza. Si dimostra sempre il solito ciclista coraggioso e indomito, pronto ad onorare tutte le competizioni alle quali partecipa. VOTO: 6

Mattia Bais e Fabio Mazzucco: i ragazzotti dell’Androni e della Bardiani, alla prima Classica coi grandi non sfigurano per niente andando all’attacco dopo i primi chilometri di corsa. Generosi. VOTO: 6

Mathieu Van Der Poel: tredicesimo posto per lui che era uno dei più gettonati alla vigilia. Corsa anonima, sempre nel gruppo dei migliori e mai uno spuinto degno di nota. Se in una giornata sottotono aggiungiamo anche il fatto che a trionfare sia stato il rivale Van Aert, rivale da anni nel ciclocross, per l’olandese si sarà trattato sicuramente di una giornata nera. VOTO: 5,5

Michał Kwiatkowski: lontano dal campione che conosciamo, quindicesimo posto e primo tra gli Ineos. VOTO: 5,5

Greg Van Avermaet: un ottavo posto che sa tanto di anonimato per lui, immobile sulla Cipressa e sul Poggio, come se potesse far qualcosa in uno sprint di gruppo. VOTO: 5,5

Arnaud Démare: il transalpino, ultimo velocista a vincere la Milano-Sanremo, regge sulla Cipressa e sul Poggio ma si perde sul terreno a lui più congeniale, lo sprint di gruppo, arrivando addirittura 24°. VOTO: 5

Fernando Gaviria: non erano molte le attese su di lui, in una corsa dove il fondo lo fa patire tanto. Ma vederlo rimbalzare sulla Cipressa non è mai un bel vedere. VOTO: 5

Caleb Ewan: Uno dei maggiori sconfitti di giornata, si arrende quando non si è arrivati nemmeno a metà della salita della Cipressa. L’australiano ha nelle sue corde ben altro, ma purtroppo incappa in una giornata decisamente negativa. VOTO: 4,5

Luigi Giglio

AGOSTO 2020, LA RIPARTENZA

luglio 27, 2020 by Redazione  
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Il coronavirus ha sconvolto il calendario, ma ci ha “regalato” un mese di agosto nel quale il gruppo non troverà spazio per le ferie. Nei trentuno giorni del mese delle vacanze si concentreranno appuntamenti blasonati come la Sanremo e il Lombardia, il Delfinato e i campionati (nazionali ed europei). E alla fine del mese dal porto di Nizza salperà il Tour de France.

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Dopo ben quattro mesi di stop a causa dell’emergenza coronavirus è arrivato l’atteso momento della ripartenza. Si sono già disputati alcuni campionati nazionali e corse a tappe minori come il Dookoła Mazowsza (Giro della Masovia) in Polonia e il Sibiu Cycling Tour in Romania, ma la data della ripartenza ad alti livelli sarà il 28 luglio quando si disputerà la frazione d’apertura della Vuelta a Burgos, corsa del calendario “Pro Series” che non presenterà un percorso molto dissimile per quanto riguarda le principali difficoltà da quello delle ultime tre edizioni e che vedrà schierati al via tra i grandi nomi il belga Remco Evenepoel, il polacco Rafał Majka, gli spagnoli Mikel Landa e Alejandro Valverde, il britannico Simon Yates, l’ecuadoregno Richard Charapaz, il colombiano vincitore delle ultime due edizioni Iván Sosa, l’altro colombiano Nairo Quintana e gli italiani Fabio Aru e Matteo Trentin, che preparerà in Spagna l’assalto alla Sanremo. Mai nella storia c’è stata una starting list così da urlo per la corsa iberica, che scatterà con una tappa di 157 Km disegnata in circuito attorno a Burgos, dove l’arrivo sarà collocato in vetta alla breve ascesa al locale castello, rampa di novecento metri al 5.4% in cima alla quale gli ultimi due vincitori sono stati italiani, Giacomo Nizzolo lo scorso anno e Francesco Gavazzi nel 2018. Favorevole ai velocisti, nonostante una salita di 1.5 Km al 5.2% piazzata nel finale, sarà la successiva frazione che condurrà in 168 Km da Castrojeriz a Villadiego e che anticiperà la prima giornata chiave della corsa, caratterizzata dall’arrivo in salita ai 1500 metri del Picón Blanco dove, percorsi 8.5 Km all’8.9%, nelle ultime tre edizioni della corsa si sono imposti Landa nel 2017, il colombiano Miguel Ángel López nel 2018 e il suo connazionale Sosa lo scorso anno. Affrontata al penultimo giorno di gara una seconda tappa destinata ai velocisti, disegnata tra Gumiel de Izán e Roa de Duero, come avviene puntualmente dal 2015 a decidere la corsa sarà il tradizionale arrivo in salita alle Lagunas de Neila, ascesa di 4 Km all’11% dove sia dodici mesi fa, sia nel 2018 è giunto per primo il corridore che poi si è imposto nella classifica finale, il già citato Sosa.

Il primo agosto si tornerà a correre anche in Italia con la 14a edizione della Strade Bianche, una delle più spettacolari corse del calendario che si disputa per 80 Km (sui 184 Km del percorso) sugli sterrati del senese, difficoltà alle quale si aggiungono i continui saliscendi e la ripida rampa finale in lastricato verso Piazza del Campo.

Lo stesso giorno prenderà il via una delle più interessanti corse a tappe di avvicinamento al Tour de France, La Route d’Occitanie, gara che fino a un paio di stagioni fa si chiamava “Route du Sud” e che si annuncia non meno “strombazzante” della Vuelta a Burgos: hanno, infatti, scelto di partecipare alla corsa transalpina corridori del calibro del francese Thibaut Pinot, dei colombiani Egan Bernal e Miguel Ángel López e del quattro volte vincitore del Tour Chris Froome. Si comincerà con una tappa destinata ai velocisti, 189 Km da percorrere tra Saint-Affrique e Cazouls-lès-Béziers, ai quali faranno seguito i 182 Km della Carcassonne – Cap Découverte, frazione dal finale leggermente più intricato rispetto alla precedente per la presenza di una piccola “côte” da superare a una dozzina di chilometri dall’arrivo, a sua volta collocato al termine di un breve strappo. Il giorno successivo si ripartirà da Saint-Gaudens alla volta dei Pirenei dove il gruppo andrà alla scoperta di un colle inedito, finora mai esplorato da una corsa ciclistica: si tratta del Col de Beyrède, raggiunto al termine di una salita di 11 Km al 7.2% che rappresentano una sorta di alternativa al parallelo e più noto Aspin e in vetta al quale si concluderà una frazione di 167 Km che proporrà anche le più tradizionali ascese del Port de Balès e del Peyresourde. Se la classifica fosse ancora aperta al termine di questa frazione decisiva potrebbe rivelarsi quella conclusiva, che l’indomani terminerà nel pittoresco villaggio di Rocamadour in cima a un muretto di 1500 metri all’8.5%.

Il 3 agosto si disputerà una corsa creata “ad hoc” per questa stagione e dunque si disputerà solo nel 2020 il Grande Trittico Lombardo, gara nata dell’eccezionale fusione per questioni di calendario della Coppa Bernocchi, della Coppa Agostoni e della Tre Valli Varesine. Si partirà da Legnano, tradizionale sede d’arrivo della Bernocchi, si toccherà Lissone – culla dell’Agostoni – e poi si farà nuovamente un salto sulle strade della Bernocchi per affrontare la salita del Piccolo Stelvio immeditamente prima di giungere a Varese dove, percorsi poco più di 200 Km, la corsa si concluderà con quattro giri del circuito classico della Tre Valli, ricalcato in parte su quello che ospitò i mondiali del 2008 e che prevede le ascese dei Ronchi e del Montello, con il traguardo situato un chilometro dopo lo scollinamento della prima.

La marcia d’avvicinamento alla Sanremo non passerà quest’anno per la Tirreno-Adriatico – che si svolgerà a settembre in concomitanza con la seconda settimana del Tour de France – ma ai velocisti sarà comunque concessa l’opportunità di affinare al meglio le armi grazie all’anticipo dall’autunno alla primavera della Milano – Torino, che tornerà a essere loro favorevole perché gli organizzatori hanno deciso di rinunciare per un anno all’arrivo in salita a Superga, costante della corsa sin dal 2012: si partirà da Mesero per arrivare al cospetto della spettacolare Palazzina di Caccia di Stupinigi – che nulla ha da invidiare alla basilica sui colli torinesi, come quella progettata dall’architetto messinese Filippo Juvarra – dopo un tracciato di 198 Km prevalentemente pianeggiante ma che proporrà lo stesso un piccolo assaggio di colline quando si attraverserà da parte a parte il Monferrato.

La Milano – Sanremo vedrà la sua 111a edizione svolgersi sabato 8 agosto, quando si gareggerà sul tracciato classico di 291 Km, senza alcuna variazione sul tema, mentre altre classiche (come il Fiandre, per esempio), hanno optato per una riduzione dei chilometraggi. Quindi Turchino e Capo Berta, Cipressa e Poggio contineranno a costituire l’ossatura della “classicissima”, anche perché è stato risolto da tempo il dissesto idrogeologico che aveva messo in forse la presenza del Poggio nell’edizione che si sarebbe dovuta disputare a marzo. Data a parte le uniche vere novità della Sanremo 2020 saranno quelle del caldo e degli orari di gara perché l’estate ha suggerito agli organizzatori si posticipare di un paio d’ore lo svolgimento della corsa, che si chiuderà tra le 18 e le 19.

Negli stessi giorni sarà in corso di svolgimento il Tour de Pologne, che come “stelle” al via dovrebbe avere il campione del mondo Mads Pedersen, Evenepoel e Carapaz. L’atto d’apertura, il 5 agosto, sarà una tappa di 196 Km che partirà dallo stadio Śląski di Chorzów per terminare a Katowice con un circuito cittadino di 16 Km che dovrà essere ripetuto tre volte e che prevede un microscopico Gran Premio della Montagna (800 metri al 2.9%) da superare subito primo dello striscione dell’ultimo chilometro. Più snello è il finale della successiva Opole – Zabrze, che pure prevede un anello a conclusione dei suoi 152 Km. Il giorno successivo si celebrerà il 100° anniversario della nascita di Giovanni Paolo II con la partenza della terza tappa dal paese natale dell’indimenticato pontefice, Wadovice: non sarà una frazione banale quella che si concluderà in lieve ascesa a Bielsko-Biała dopo aver affrontato per due volte sia la salita del Passo Przegibek (4.2 Km al 6.4%) , sia il muro di Kocierz (1300 metri al 12.6%), che era stato inserito nel tracciato anche lo scorso anno, nella tappa che poi sarà annullata in segno di lutto per la scomparsa del belga Bjorg Lambrecht, vittima a soli 22 anni di un drammatico incidente di corsa durante la frazione del giorno precedente. Si disputerà a questo punto la tappa decisiva sul circuito disegnato sulle colline della località termale di Bukowina Tatrzańska, presenza fissa della corsa polacca sin dal 2010 e che quest’anno costituirà l’unico arrivo in salita previsto, al termine di un’ascesa di 3.4 Km al 5.5% che sarà preceduta da altre nove salite, la più impegnativa delle quali è quella di Sciana Bukovina, 1600 metri al 10% che dovranno essere ripetuti tre volte. L’ultima tappa prenderà il via dalla nota località di sport invernali di Zakopane ma, dopo esser saliti un paio di volte sopra i 1000 metri di quota e aver affrontato cinque salite nei primi 90 Km, non presenterà più difficoltà altimetriche nei restanti 100 Km verso il traguardo di Cracovia, dove con tutta probabilità la corsa terminerà con un altro arrivo allo sprint.

Nel frattempo gli scalatori che puntano al Tour, quest’anno più favorevole del solito per i “grimpeur”, riprenderanno a scaldarsi i muscoli sulle strade di Francia, che dopo l’Occitania proprorrà altri due succulenti appuntamenti in vista della Grande Boucle, il primo dei quali sarà la Mont Ventoux Dénivelé Challenge, disputata per la prima volta lo scorso anno, quando si impose lo spagnolo Jesús Herrada. Se dodici mesi fa fu affrontata una sola volta la scalata al “Gigante della Provenza”, il 6 agosto si salirà per ben due volte al Ventoux, la prima terminando la fatica ai 1400 metri dello Chalet Reynard (dove ci fu l’arrivo d’emergenza al Tour del 2016, quando vinse Thomas De Gendt) per poi ridiscendere a Bédoin e solo stavolta dare l’assalto all’ascesa completa, fino ai quasi 1900 metri dell’osservatorio.

Sei giorni più tardi prenderà il via la corsa che da diverse stagioni è divenuta una sorta di “prova generale” del Tour, il Critérium du Dauphiné, quest’anno eccezionalmente ridotto nella durata da sette a cinque tappe epurando dal percorso – che era stato presentato nella durata tradizionale a febbraio, prima che scattasse il blocco alle competizioni – le tappe secondarie e conservando solo quelle che presentano l’arrivo in salita. La più facile sarà la prima che, dopo la partenza da Clermont-Ferrand, proporrà il traguardo a Saint-Christo-en-Jarez, preceduto di un paio di chilometri dallo scollinamento dell’ultima delle sei ascese in menù, il pedalabile Col de la Gachet (5.3 Km al 4%), in vetta al quale si transiterà accanto alla stele eretta in ricordo del kazako Andrej Kivilëv, che come Lambrecht perse la vita in corsa su queste strade alla Parigi-Nizza del 2003. L’indomani il Delfinato entrerà nel vivo con la tappa che partirà da Vienne per concludersi dopo 135 Km – sarà la frazione più corta – ai 1315 metri del Col de Porte, ascesa in programma anche al Tour pur se affrontata in quest’occasione da un versante differente, lungo quasi 17 Km e caratterizzato da una pendenza media del 6%. Sulle strade della Grande Boucle ci sarà, invece, lo storico Col de la Madeleine, che sarà proposto dall’inedito versante di Montgellafrey, 18 Km all’8.2% che saranno testati dai partecipanti al Delfinato nella terza frazione, subito prima dell’arrivo in salita a Saint-Martin-de-Belleville (15 Km al 5.9%). Sarà, infine, Megève ad accogliere l’arrivo delle ultime due tappe, entrambe con il traguardo fissato al termine della salita che conduce all’aeroporto della nota stazione di sport invernali, 7.5 Km al 5% che nella prima di queste tappe saranno preceduti da cinque ascese sulle quali spicca l’impegnativa Montée de Bisanne (12.7 Km al 7.7%). Apparentemente più agevole sembra il tracciato della frazione conclusiva, che prima dell’ascesa finale proporrà l’impegnativo e poco conosciuto Col de Romme (9.4 Km all’8.6%), il più tradizionale Col de la Colombière (7.4 Km all’8.5%) e la breve ma ripida Côte de Domancy (2.6 Km all’8.4%), la salita che caratterizzò il durissimo circuito del mondiale di Sallanches del 1980, vinto da Bernard Hinault.

Nei giorni del Delfinato in Italia si vivrà l’attesa del Giro di Lombardia, anticipato di qualche giorno dal Gran Piemonte, che si disputerà il 12 agosto sulle vallonate strade delle Langhe, terreno di gara per 187 Km tra Santo Stefano Belbo e Barolo, con un percorso “ubriacante” costituito dalla successione di 13 brevi ascese: a decidere la 104a edizione della corsa che fino al 2008 era noto come “Giro del Piemonte” dovrebbe essere quella della Morra, 3 Km al 5.7% da affrontare tre volte, l’ultima a poco meno di 7 Km dal traguardo, a sua volta posto al termine di un tratto in salita di 1200 metri al 6.1%.

A Ferragosto si disputerà quindi il Giro di Lombardia, per il quale s’è scelto di mantenersi fedele alla tradizione – come già fatto per la Sanremo – e di riproporre in toto il percorso tornato a essere abituale nelle più recenti stagioni. Così quella che per un anno diventerà la “Classica delle foglie vive” proporrà la serie di ascese che ne fanno una delle prove monumento più impegnative della stagione, prima il Colle del Gallo, poi il Colle Brianza, quindi Ghisallo, Muro di Sormano, Civiglio e San Fermo della Battaglia.

Pur non essendo previste altre corse a tappe, particolarmente affollati di appuntamenti di prestigio saranno i 10 giorni che precederanno la partenza del Tour de France e che vedranno andare in scena il Giro dell’Emilia il 18 agosto (partenza da Casalecchio di Reno, arrivo tradizionale in vetta all’arcigna salita di San Luca) e la Bretagne Classic – Ouest-France il 25 agosto, che proporrà nel finale un giro del circuito che il giorno successivo ospiterà la prova su strada professionisti del Campionato Europeo. Originariamente previsto in Italia, dopo la scelta degli organizzatori di Trento di rinviare la manifestazione al 2021 l’Unione Ciclistica Internazionale ha chiesto allo staff della Bretagne Classic di allestire la competizione. Pur gareggiando a Plouay, dove si svolsero i campionati del mondo nel 2000, s’è stabilito di non riproporre il circuito che vide conquistare la maglia iridata il lettone Romāns Vainšteins ma di disegnarne uno inedito e molto più breve, circa 13 Km da ripetere altrettante volte e che propone due salite a tornata, la Côte du Lezot (900 metri al 4.5%) in partenza e quella di Restergal (1 Km al 5.2%) nel finale di gara.

Qualche giorno prima dell’europeo si disputaranno diversi campionati nazionali e tra questi ci saranno anche le prove che designeranno il successore di Davide Formolo, organizzate da Filippo Pozzato sulle strade del suo Veneto. Si comincerà il 21 giugno con l’assegnazione della maglia tricolore a cronometro al termine di una veloce ma non troppo prova contro il tempo di quasi 40 Km disegnata tra Bassano del Grappa e Cittadella, in gran parte pianeggiante ma che prevede di affrontare subito dopo il via la salita della Rosina dal versante che normalmente in corsa viene percorso in discesa (1600 metri al 7.1%). Quest’ultima dovrà poi essere ripetuta per ben 12 volte due giorni più tardi nella gara su strada, che si snoderà per 253 Km tra i medesimi due centri della cronometro e che proporrà anche un passaggio che richiama alla memoria quelle classiche del nord che quest’anno si disputeranno a ottobre: si tratta del brevessimo ma tosto Muro della Tisa, 300 metri al 10% con il fondo in acciottolato che si dovranno percorrere una sola volta, inseriti tra gli ultimi due passaggi sulla Rosina, che in questo caso sarà presa dal più tradizionale versante di Marostica (2.3 Km al 5.9%)

Poi dal 29 agosto tutti diretti sulle rotte del Tour. O quasi, perché in questo strano calendario sconvolto dal virus la Grande Boucle si troverà a fare spallate (ma forse è il contrario) con gare come la Tirreno-Adriatico, la Settimana Internazionale di Coppi e Bartali, il Trofeo Matteotti e il Memorial Pantani.

Mauro Facoltosi

I SITI DELLA CORSE

Vuelta a Burgos

http://www.vueltaburgos.com/

Strade Bianche

http://www.strade-bianche.it/

La Route d’Occitanie

https://www.laroutedoccitanie.fr/

Grande Trittico Lombardo

https://www.tritticolombardo.it/

Milano – Torino

http://www.milanotorino.it/

Milano – Sanremo

http://www.milanosanremo.it/

Tour de Pologne

https://www.tourdepologne.pl/

Mont Ventoux Dénivelé Challenge

https://www.denivelechallenges.com/

Critérium du Dauphiné

https://www.criterium-du-dauphine.fr/en/

Gran Piemonte

http://ilgranpiemonte.it/

Giro di Lombardia

http://www.illombardia.it/

Giro dell’Emilia

http://www.gsemilia.it/a32_giro-dell-emilia.html

Bretagne Classic – Ouest-France

http://www.bretagne-classique-ouest-france.bzh/bretagne-classic-ouest-france-plouay/

Campionato Europeo

Sito in aggiornamento

Campionato Nazionale Italiano

https://www.ci2020.it/

Tour de France

https://www.letour.fr/en/

Uno dei tornanti della Cipressa - qui siamo lungo la discesa che riconduce sullAurelia - dà idealmente il bentornato al gruppo (www.villagiada.it)

Uno dei tornanti della Cipressa - qui siamo lungo la discesa che riconduce sull'Aurelia - dà idealmente il bentornato al gruppo (www.villagiada.it)

STAGIONE 2020, UN FEBBRAIO DECISAMENTE INTENSO

febbraio 4, 2020 by Redazione  
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Una serie di brevi ma interessanti corse a tappe si succederanno nel mese più corto dell’anno, introdotte dalla novità del Saudi Tour per poi passare a gare dalla tradizione più consolidata come la Ruta del Sol e la Volta ao Algarve. Dopo l’UAE Tour arriverà finalmente il momento delle corse nel Nord…

A dispetto della sua brevità il mese di febbraio è uno dei più “esplosivi” della stagione ciclistica, non tanto per la qualità delle corse quanto per il loro numero, con ben 35 gare – limitandosi a quelle professionistiche – che si succederanno nel corso dei suoi 28 giorni (anzi 29, perché il 2020 è bistestile). E tra queste ci sarà posto per una nuova corsa a tappe, che ha trovato spazio in calendario proprio all’inizio del mese, il Saudi Tour (4-8 febbraio), che ha colmato il vuoto lasciato dalla cancellazione del Tour of Qatar, la cui ultima edizione è stata disputata nel 2016. Come la scomparsa corsa il Giro dell’Arabia Saudita sarà “disegnato” da ASO – il medesimo gruppo organizzatore del Tour de France – e presenterà percorsi favorevoli ai velocisti, pur presentandosi altimetricamente più movimentata rispetto all’altra competizione. Si comincerà il 4 febbraio con tappa di 173 Km che scatterà dalla capitale Riyad (per la precisione dalla sede del comitato olimpico saudita) per terminare a Jaww, dove il traguardo sarà preceduto da un piccolo zampellotto che potrebbe ispirare un finisseur o rimanere nelle gambe di qualche sprinter, mentre i momenti più complicati – e ciò varrà anche per le altre frazioni – saranno rappresentati dai lunghi tratti da percorrere nel deserto, dove il vento potrebbe causare fratture nel gruppo o scatenare tempeste di sabbia. Più filante si annuncia il finale della successiva tappa che riporterà il gruppo a Riyad, dove la frazione si concluderà sulla Turky Road dopo la partenza dal castello di Sadus 182 Km prima. La terza e la quarta saranno le tappe più difficili e, in particolare, la più ostica per i velocisti – comunque favoriti per il successo finale – sarà quella tracciata per 119 Km tra la King Saud University di Riyad e il quartiere di Al Bujairi, sempre nella capitale, che prevede di superare per due volte la salita di Qiddiya (3.5 km al 6.6%), lontana dal traguardo e, soprattutto, un piccolo muro di 500 metri al 12.4% da scavalcare a 12.5 km dalla conclusione, in vetta al quale è previsto un traguardo volante che elargirà abbuoni validi per la classifica generale.  In volata dovrebbe concludersi anche la successiva frazione da disputarsi per 137 Km tra il lago artificiale del Wadi Namar Dam Park e Al-Muzahmiyya, dove si giungerà 23 Km dopo aver superato per altre due volte la già vista salita verso Qiddiya, la località dove lo scorso 17 gennaio è terminata la Parigi-Dakar, altra creatura targata ASO. La prima edizione del Saudi Tour giungerà al suo epilogo il giorno successivo con una pianeggiante frazione di 144 Km che vedrà i corridori partire dalla Princess Nourah University per raggiungere il traguardo finale fissato nel cuore della capitale Riyad, accanto alla fortezza di Al Masmak.

La nuova corsa araba dovrà “sgomitare” non poco per fare breccia nel cuore degli appassionati perché nella medesima settimana si svolgeranno altre tre corse a tappe, tra l’altro dotate di percorsi ben più avvicenti sotto l’aspetto tecnico. La corsa geograficamente più vicina all’Italia in questa fase della stagione sarà la francese Étoile de Bessèges (5-9 febbraio), che quest’anno taglierà il traguardo della 50a edizione facendosi il regalo di un percorso finalmente più intrigante rispetto a quelli visti nelle ultime stagioni, che prevedevano solo tappe per velocisti prima della tradizionale e decisiva cronometro dell’ultimo giorno. La prima tappa, disegnata in circuito per 139 Km attorno a Bellegarde, si presenterà prevalentemente pianeggiante ma proporrà l’arrivo in vetta a una breve salitella di un chilometro al 4.1% – la “Côte de la Tour” – che dovrà essere presa di petto tre volte.  Una lieve ascesa caratterizzerà anche il finale della successiva Milhaud – Poulx (158 Km), più alla portata degli sprinter che poi, l’indomani, avranno la possibilità di ripetersi sul traguardo della tappa “titolare” della corsa, 162 Km disegnati tra le colline e le terre pianeggianti circostanti il centro di Bessèges. Saranno le ultime due le frazioni più impegnative e in particolare si dovrà fare i conti il giorno successivo con l’inedito arrivo in salita al Mont Bouquet, che si raggiungerà dopo esser partiti dallo spettacolare Pont du Gard, aver percorso in sella 140 Km e aver affrontato un’ascesa finale di 4.6 Km selettiva non solo per la pendenza media (9%) ma anche per la carreggiata sensibilmente stretta. L’atto conclusivo della corsa transalpina sarà lo stesso delle ultime edizioni, una cronometro di 11 Km disegnata sulle strade di Alès, pianeggiante fino all’ascesa finale dell’Ermitage, 3 Km al 4.8%, dei quali i 1600 metri conclusivi salgono al 7.6% medio.

Nella vicina penisola iberica starà nel frattempo andando in scena la 71a edizione della Volta a la Comunitat Valenciana (5-9 febbraio), che pure andrà alla scoperta di una salita inedita, molto più dura di quella dell’Étoile. Anche in questo caso per ammirarne gli “effetti” bisognerà attendere il penultimo giorno di una gara che prenderà il via con una tappa favorevole ai velocisti (Castellón de la PlanaVila-Real, 180 Km); il giorno dopo spazio ai finisseur sulla salita di 2 Km all’8% che ospiterà l’arrivo della Torrent-Cullera (181 Km), poi i velocisti torneranno protagonisti nella Orihuela – Torrevieja (175 Km), che si correrà alla vigilia della tappa più attesa, unica frazione da classifica perché quest’anno non è stata inserita la tappa a cronometro che aveva caratterizzato le ultime edizioni. La bandiera del via sarà abbassata in quel di Calp, l’arrivo sarà 156 Km più avanti ad Altea dove per raggiungere il traguardo – situato sulla Sierra de Bernia – dovrà essere affrontata una salita di 5.2 Km al 12% di pendenza media, con picchi fino al 20%. Nessuna difficoltà, invece, caratterizzerà il veloce tracciato della conclusiva Paterna – Valencia, lunga soli 98 Km.

Ancora più incline agli scalatori sarà la 67a edizione dello Jayco Herald Sun Tour (5-9 febbraio), che proporrà ben due arrivi in salita, tra l’altro piuttosto consistenti nei chilometraggi. La corsa prenderà le mosse con una frazione totalmente pianeggiante che partirà da Nagambie, sede delle cantine Mitchelton (sponsor della manifestazione e dell’omonima squadra professionistica), per concludersi dopo 122 Km a Shepparton. Una prima fetta della vittoria finale sarà giocata l’indomani con la Beechworth – Falls Creek, 117 Km da percorrere e un’ascesa finale di quasi 20 Km al 5% di pendenza media. Dopo la Bright – Wangaratta (178 Km che favoriranno quei velocisti che riusciranno a superare indenni la salita di 1.5 Km al 7.5% collocata a 16 Km dal traguardo), il nome del vincitore della corsa australiana lo sapremo al termine della penultima frazione, 120 Km da pedalare tra Mansfield e Mount Buller, traguardo a quasi 1600 metri di quota posto al termine di un’altra interminabile ascesa (15 Km), leggermente più impegnativa rispetto a quella affrontata due giorni prima (media del 6%). Ci si sposterà poi a Melbourne per la tappa conclusiva di 89 Km, una pura formalità essendo costituita da un circuito di circa 4 km privo di difficoltà che dovrà essere ripetuto per ben 22 volte.

Molto meno ricco sarà il programma di corse della seconda settimana di febbraio perché il previsto Tour of Oman, la cui 11a edizione era stata presenta lo scorso 16 gennaio, è stato successivamente annullato pochi giorni più tardi a causa della morte del sultano dello stato arabo, per la quale è stato indetto un periodo di lutto della durata di 40 giorni e che comprende anche le date nelle quali si sarebbe dovuto disputare la corsa. Gli appassionati di ciclismo non rimarranno però a bocca asciutta perché nello stesso periodo si correranno altre sei gare degne di nota, quattro a tappe e due in linea, tra le quali la prima del calendario italiano, che sarà inaugurato il 16 febbraio dal Trofeo Laigueglia.

Per quanto riguarda le corse a tappe che si succederanno in questa fase della stagione la prima sarà il Tour de Langkawi (7-14 febbraio) in Malesia, otto frazioni delle quali sette di contorno che dovrebbero terminare allo sprint e una sola tappa “regina”, che proporrà il duro arrivo in salita di Genting Highlands (20,5 Km al 7,5%), reintrodotto nel tracciato lo scorso anno dopo un’assenza durata quasi cinque anni, periodo nel quale era stato sostituito con arrivi in quota decisamente più abbordabili e che avevano fatto un po’ “scadere” la qualità di una corsa che, come detto, per il resto ha sempre e solo proposto tappe di pianura.

Tra l’11 e il 16 febbraio si tornerà a gareggiare sulle strade dell’America Meridionale con la terza edizione del Tour Colombia 2.1, che quest’anno si disputerà quasi interamente sulle strade del dipartimento di Boyacá, noto ai “ciclofili” perché tra i suoi comuni c’è Duitama, che nel 1995 ospitò una delle più dure edizioni dei campionati del mondo. La cronosquadre d’apertura, inserita per la prima volta nel programma lo scorso anno, si disputerà a Tunja, su di un pianeggiante circuito di circa 17 Km reso ancora più filante dalla penuria di curve e dall’alta quota alla quale si gareggerà, poco inferiore ai 2700 metri sul livello del mare. Con l’esclusione di quella conclusiva tutte le altre tappe scatteranno dalla località termale di Paipa e la prima di queste terminerà dopo 152 Km nella citata Duitama, dove si giungerà senza affrontare difficoltà altimetriche e senza ripercorrere nemmeno un centimetro dell’impegnativo circuito che laurerò campione del mondo lo spagnolo Abraham Olano. La successiva tappa con arrivo a Sogamoso, lunga 178 Km, pure dovrebbe presentare l’arrivo allo sprint mentre leggermente più accondiscendente alle potenzialità dei finisseur pare l’epilogo della tappa di Santa Rosa de Viterbo (169 Km), con gli ultimi 4 Km in leggero falsopiano preceduti dall’ascesa dell’Alto Malterias (3 Km al 4.9%). I velocisti avranno un’ultima opportunità di andare a segno nella cittadina di Zipaquirá (175 Km), dalla quale partirà il giorno dopo l’ultima e decisiva frazione, che terminerà dopo 183 Km ai 3274 metri dell’Alto del Verjón, salita di 9 Km al 6% che inizia nella periferia della capitale Bogotà e che presenta i tratti più impegnativi nei 2 Km che precedono la linea d’arrivo, che salgono all’8% medio e che presenteranno l’insidia di una quota decisamente poco abituale per la stragrande maggioranza dei corridori.

Un’altra corsa entrata recentemente a far parte del calendario è il Tour de la Provence (13-16 febbraio), la cui quinta edizione proporrà nientemeno che il mitico Mont Ventoux, anche se sarà affrontata solo una parte della celebre ascesa provenzale, considerata la stagione ancora invernale. I velocisti avranno una sola occasione di vittoria e dovranno così sparare tutte le frecce a loro disposizione nella prima tappa, piatta ma non semplicissima perché il finale della Châteaurenard – Saintes-Maries-de-la-Mer (150 Km) si snoderà per parecchi chilometri nel ventoso paesaggio della Camargue. Un primo assaggio di salita si avrà l’indomani con la tappa che da Aubagne condurrà in 175 Km alla località balneare di La Ciotat, dove il traguardo non sarà posto a bordo mare ma in vetta alla “salita delle creste”, 4700 metri al 7% che costituiranno l’aperitivo al Ventoux in programma ventiquattrore più tardi. Il “monte calvo” sarà raggiunto in poco meno di 140 Km, partendo da Istres e fermandosi ai 1430 metri della località Chalet Reynard, affrontati i primi e meno spettacolari (ma esclusivamente dal punto di vista del paesaggio) 9.5 Km del “Gigante della Provenza”, che comunque già salgono al 9.2%, tanta roba per una salita europea affrontata a febbraio. Cinque salite caratterizzeranno il giorno dopo la conclusiva frazione di 171 Km da Avignone ad Aix-en-Provence, nessuna delle quale offrirà numeri da selezione, ma i continui saliscendi e, ripetiamo, la stagione non ancora del tutto mite potrebbero renderli più insidiosi e non va escluso che vada in porto un ribaltone proprio all’ultimo giorno di gara.

Ci sarà spazio in questo momento anche per una corsa a tappe di soli due giorni, quella Vuelta Ciclista a la Región de Murcia (14-15 febbraio) che ha ritrovato questo “formato” lo scorso anno dopo essersi ridotta per qualche stagione a corsa di un giorno. La prima frazione strizzerà l’occhio ai finisseur per la salita di 3.4 Km al 3% che caratterizza il finale della Los Alcázares – Caravaca de la Cruz, tappa di 184 Km che lascia comunque uno spiraglio aperto ai velocisti più resistenti, mentre a decidere il vincitore della 40a edizione della corsa spagnola saranno i 182 Km della Santomera – Murcia, che prevedono a 61 Km dal traguardo l’immancabile ascesa al simbolo della corsa, il Collado Bermejo (7.2 Km al 7%), che sin dall’anno della sua scomparsa è intitolata a Marco Pantani, vincitore della Vuelta a Murcia nel 1999.

La terza settimana di febbraio avrà nuovamente i riflettori puntati sulla penisola iberica, dove andranno in scena in contemporanea – entrambe inserite in calendario tra il 19 e il 23 del mese – la portoghese Volta ao Algarve em Bicicleta e la spagnola Vuelta a Andalucía.

La corsa lusitana presenterà un tracciato che è praticamente la fotocopia di quello delle ultime quattro edizioni, pur con alcune sedi di tappa differenti, per la conferma nel programma della tappa a cronometro e degli arrivi in salita agli “alti” di Fóia e Malhão. L’unica vera novità sarà il “rimescolamento” nella successione delle frazioni chiave di una corsa che si aprirà con una tappa per velocisti di 195 Km che si snoderà da Portimão in direzione di Lagos, sedi di partenza e arrivo anche della prima frazione dell’edizione scorsa, altimetricamente più movimentata di quella di quest’anno e terminata con il successo allo sprint dell’olandese Fabio Jakobsen. Non è stato spostato dal secondo giorno di gara l’arrivo sull’Alto da Fóia, 7.4 Km al 6% che si affronteranno al termine di un tracciato di 184 Km che prevede la partenza da Sagres e il passaggio sulla salita di Pomba (3.8 Km al 7.6%) 6 Km prima di attaccare quella conclusiva, in cima alla quale si sono negli anni imposti il promettente corridore sloveno Tadej Pogačar (2019), il polacco Michał Kwiatkowski (2018), l’irlandese Daniel Martin (2017) e lo spagnolo Luis León Sánchez (2016), tutti nomi di grandi corridori a testimonianza del prestigio conseguito da questa corsa. Il terzo giorno di gara, che sin dal 2014 era stato destinato dagli organizzatori alla disputa della tappa a cronometro, stavolta vedrà svolgersi la seconda e ultima frazione riservata ai velocisti, che dovranno percorrere 202 Km tra Faro e Tavira, distanza che comprende anche un paio di ascese da superare nei primi 80 Km. Anticipato di ventiquattrore rispetto al 2019 sarà l’arrivo sull’Alto do Malhão, la salita simbolo della Volta ao Algarve che, con l’eccezione dell’edizione del 2007, è una presenza fissa sul tracciato sin dal 2003: i suoi 2.6 Km al 9.4%, che hanno visto imporsi per ben tre volte Alberto Contador (nel 2010, nel 2014 e nel 2016), saranno presi di petto due volte nel circuito finale di 25 Km di una frazione che misurerà complessivamente 170 Km e prenderà il via da Albufeira. All’ultimo giorno si disputerà quindi la cronometro indivuale, per la quale s’è scelto di riproporre lo stesso tracciato sul quale si gareggiò nel 2018 (vittoria di Geraint Thomas a oltre 50 Km/h), un circuito di 20 Km disegnato attorno a Lagoa, movimentato da un paio di strappi e che presenta un tratto da percorrere lungo le ventose coste dell’Oceano Atlantico.

Non presenterà arrivi in salita la Vuelta a Andalucía-Ruta Ciclista del Sol, che però proporrà un tracciato decisamente più robusto rispetto alla corsa portoghese, sia per la mancanza di tappe per velocisti, sia per la presenza di salite sensibilmente più lunghe e la prima di queste dovrà essere affrontata nel finale della frazione d’apertura, quando a 6.5 Km dal traguardo della Alhaurín de la Torre – Grazalema (174 Km) si scollineranno i 12 Km al 6.5% del Puerto de las Palomas. La seconda sarà la tappa meno impegnativa e vedrà il gruppo percorrere i quasi 200 Km che separeranno Siviglia da Iznájar, traguardo che ispirerà i finisseur in quanto posto al termine di una rampa di un chilometro e 300 metri al 7.2% di pendenza media. Cinque gran premi della montagna caratterizzeranno la terza tappa da JaénÚbeda, 176 Km che prevedono due ascese di 1a categoria ma prive di grandi pendenze collocate lontane dal targuardo, preceduto di 11 Km dalla cima del Puerto de Baeza (9 Km al 5.6%) e di un paio di chilometro da uno strappo di 1300 metri all’8.7%. Come alla Volta ao Algarve si disputeranno per ultime le tappe decisive e la prima di queste ha in “cartellone” la salita più impegnativa di questa edizione, l’Alto del Purche: conosciuto anche come Puerto de Monachil, propone 8.8 Km d’ascesa al 7.8% (9.5% di media nei primi 6 Km) e dovrà essere superato a 18 Km dal traguardo dalla breve ma prevedibilmente intensa Villanueva Mesía – Granada. Il nome del successore di Jakob Fuglsang, vincitore della corsa andalusa nel 2019, lo si scoprirà dopo i tormentati 13 Km della cronometro di Mijas, leggermente più accidentata rispetto a quella portoghese e che presenta anche un brevissimo tratto di sterrato.

Al confonto con le precedenti, per quanto concerne le corse a tappe d’alto calendario, l’ultima settimana di febbraio sarà una sorta di una Cenerentola poiché, dopo la cancellazione del cinese Tour of Hainan (in programma dal 23 febbraio al 1 marzo) a causa dell’epidemia di coronavirus, vedrà il solo svolgimento dell’UAE Tour (23 – 29 febbraio), seconda edizione della corsa nata lo scorso anno dalla fusione del Dubai Tour con l’Abu Dhabi Tour. L’edizione 2020 del Giro degli Emirati Arabi presenterà un percorso più adatto agli scalatori rispetto a quello sul quale si era imposto Primož Roglič dodici mesi fa perché sono state confermate le due tappe di montagna, entrambe con arrivo sulla Jebel Hafeet, mentre è stata depennata la cronometro a squadre d’apertura. Si inizierà con una frazione di 148 Km dal profilo pianeggiante che si disputerà tra The Point, il “tronco” dell’arcipelago artificiale a forma di palma di Palm Jumeirah, e il quartiere industriale della Dubai Silicon Oasis. Il giorno successivo ci si sposterà ad Hatta per una tappa collinare di 168 Km che si concluderà presso la diga soprastante l’abitato, in cima a un brevissimo e arcigno muro di 100 metri al 15.2% che ha sempre visto imporsi i velocisti a causa della brevità della rampa finale: qui hanno vinto John Degenkolb nel 2015, Juan José Lobato nel 2016, Sonny Colbrelli nel 2018 e Caleb Ewan lo scorso anno, mentre nel 2017 la tappa fu annullata a causa del vento. A cavallo degli emirati di Dubai e Abu Dhabi si disputerà a questo punto la prima delle due tappe di montagna, con partenza dall’Al Qudra Cycle Track di Dubai, pista ciclabile tracciata nel deserto, e arrivo dopo 184 Km ai 1033 metri del Jebel Hafeet, la seconda montagna per altezza degli Emirati Arabi Uniti, che i corridori raggiungeranno dopo aver percorso una salita di 10.6 Km al 7% che negli scorsi anni è stata “espugnata” dal colombiano Esteban Chaves nel 2015, dall’estone Tanel Kangert  nel 2016, dal portoghese Rui Costa nel 2017 e dallo spagnolo Alejandro Valverde nel 2018 e nel 2019. Si tornerà quindi a Dubai per un’altra scorrevole galoppata riservata alle ruote veloci, 173 Km privi di ostacoli naturali per andare dal Zabeel Park al centro commerciale City Walk. Lo scorso anno la seconda tappa di montagna terminò sulla Jebel Jas mentre stavolta ci sarà una ripetizione della Jebel Hafeet, che ospiterà anche l’arrivo della quinta frazione, che scatterà da Al Ain, misurerà 162 Km e, come la precedente, si snoderà prevalentemente nel deserto e non proporrà nessun’altra salita prima di quella conclusiva. Non dovrebbero, invece, offrire particolari emozioni le ultime due tappe totalmente pianeggianti, sempre che il vento non intervenga a scompaginare il gruppo e buttare all’aria la classifica in quanto entrambe disegnate lungo le ventose coste del Golfo Persico: la penultima di 158 Km porterà la carovana della corsa emiratina da Al Ruwais ad Al Mirfa, mentre la conclusiva di 127 Km si disputerà sulle strade di Abu Dhabi, partendo dal quartiere di Al Maryah Island per raggiungere l’ultimo traguardo, collocato sull’isola artificiale del Breakwater.

Nel frattempo comincerà a spirare forte l’aria delle classiche del Nord: il 29 febbraio, il giorno in più dell’anno bisesto, si correrà per la prima volta nel 2020 in Belgio, quando andrà in scena la 75a edizione dell’Omloop Het Nieuwsblad, al quale seguirà il primo di marzo la Kuurne-Bruxelles-Kuurne.

La volata verso le prove monumento è lanciata….

Mauro Facoltosi

I SITI DELLA CORSE

Saudi Tour

www.thesauditour.com/en

Étoile de Bessèges

www.etoiledebesseges.com

Volta a la Comunitat Valenciana

https://vueltacv.com

Jayco Herald Sun Tour

www.heraldsuntour.com.au

Trofeo Laigueglia

https://trofeolaigueglia.wordpress.com

Tour de Langkawi

www.ltdlangkawi.my

Tour Colombia 2.1

https://tourcolombiauci.com

Tour de la Provence

www.tourdelaprovence.fr

Vuelta Ciclista a la Región de Murcia

www.vueltamurcia.es

Volta ao Algarve em Bicicleta

http://voltaaoalgarve.com/en/home-2

Vuelta a Andalucía-Ruta Ciclista del Sol

http://vueltaandalucia.es

UAE Tour

www.theuaetour.com

Omloop Het Nieuwsblad Elite

www.omloophetnieuwsblad.be/en/ohn/elite-men/race

Kuurne-Bruxelles-Kuurne

www.kuurne-brussel-kuurne.be

Il grattacielo del Kingdom Centre di Riyadh, la capitale dellArabia Saudita, che questanno ospiterà diversi traguardo della prima edizione del Saudi Tour (igsmag.com)

Il grattacielo del Kingdom Centre di Riyadh, la capitale dell'Arabia Saudita, che quest'anno ospiterà diversi traguardo della prima edizione del Saudi Tour (igsmag.com)

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