LE ORME DI SCARPONI: GIRO D’ITALIA 2009

aprile 26, 2017 by Redazione  
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Nel 2009 Michele otteneva due belle vittorie di tappa in giornate interlocutorie, il 14 maggio a Mayrhofen, in quell’Austria dove coglierà il suo ultimo successo da professionista pochi giorni prima della sua drammatica scomparsa, e poi il 28 maggio a Benevento, andato in fuga in quella che, sulla carta, era una semplice frazione per velocisti. Vi riportiamo a quei caldi pomeriggi del Giro del Centenario di 8 anni fa

GRUPPO SCATENATO SULLE ORME… DEGLI SCARPONI

Come da tradizione, dopo le prime vere montagne il gruppo concede qualcosa alle fughe, favorito quest’oggi da un percorso estremamente vallonato, con due salite nella seconda metà di gara. Ad approfittarne è stato uno straordinario Michele Scarponi, capace di inserirsi nell’azione buona dopo 50 km, e di resistere nel finale ad un inatteso ma veemente rientro del gruppo maglia rosa.
L’azione buona ha avuto una gestazione incredibilmente lunga, di circa 50 km, nei quali il gruppo, malgrado i 700 metri di dislivello, ha tenuto un ritmo spaventosamente alto, che ha vanificato una quantità impressionante di tentativi di fuga. Il più attivo in assoluto in questa fase è stato Stefano Garzelli, uno dei grandi sconfitti di ieri, che ha provato sette volte l’attacco, prima di vedersi sfuggire Scarponi, Kiryenka, Gatto, Klostergaard e Bonnafond. Le prime due ore di corsa, nei quali la media è stata superiore ai 45 km/h, hanno ricordato i classici avvii di tappa del Tour de France, segno forse di come il Giro si stia avvicinando alla Grande Boucle, con tutti i pregi e difetti che ne conseguono: carattere più internazionale e maggiore attenzione da parte dei corridori stranieri da un lato, tendenza ad un maggiore attendismo e ad una gara più controllata dall’altro.
Nonostante la presenza davanti di Scarponi, il gruppo ha concesso alla fuga un vantaggio massimo di circa 9’, poco dopo la vetta del Felbertauern, prima ascesa di giornata. Il successivo tratto in fondovalle ha visto però un furioso ritorno del plotone, che ha riaperto i giochi di una tappa che appariva invece un discorso tra i cinque battistrada. Sulle rampe del Hochkrimml, la seconda e più dura salita di giornata, è stato proprio Michele Scarponi ad alzare l’andatura davanti, lasciandosi alle spalle con relativa facilità Gatto, Klostergaard e Bonnafond. Kiryenka ha retto il passo dell’alfiere della Diqugiovanni fino all’ultimo kilometro di salita, quando ha deciso di non strapazzarsi di troppo per tenere una ruota che sapeva di poter riprendere nella successiva discesa. Dietro, intanto, ad aggiungere un ulteriore motivo di interesse è stato Stefano Garzelli, che è finalmente riuscito ad evadere dal gruppo, recuperando circa 1’30’’ ai due battistrada rimasti, riducendo il margine a 2’30’’ in vetta, con il gruppo a 4’10’’. Il tentativo del varesino si è però spento in fondo alla discesa, complici la scarsa collaborazione che uno stremato Klostergaard poteva dargli e il ritmo sostenutissimo tenuto nel plotone dagli uomini Quick Step e Katusha, rispettivamente per Allan Davis e Pozzato. Il vantaggio di Scarponi e Kiryenka è pericolosamente sceso già nel tratto in discesa, anche per via di una foratura del bielorusso ai -25 circa. Il corridore della Caisse d’Epargne è riuscito a tornare sull’italiano, prima di staccarsi nuovamente a meno di 10 km dal termine, vittima dei crampi.
Il finale ha così visto un appassionante testa a testa a distanza tra uno stanchissimo Scarponi e il gruppo, alla cui testa si erano posti anche gli LPR, per un Alessandro Petacchi rientrato dopo l’Hochkrimml: 1’38’’ a 10 km dal termine, 1’22’’ a 8, 1’08’’ a 6. Per fortuna del marchigiano, a far pendere l’ago della bilancia dalla sua parte ci hanno pensato le numerose curve che caratterizzano gli ultimi 5 km del tracciato odierno, e l’inspiegabile scarsa convinzione del gruppo, agevolato peraltro nella sua rincorsa dal vento contrario. Scarponi è così andato a cogliere con pieno merito il primo successo in carriera al Giro d’Italia, con una fuga di quasi 200 km, conservando 32’’ sui migliori. Alle sue spalle, il plotone è stato regolato da un Boasson Hagen che si è confermato uno dei più grandi talenti che il ciclismo odierno possa proporre con una volata che non ha mai dato neanche lontanamente l’impressione di poter perdere. Considerato che questo non ancora 22enne norvegese ha vinto quest’anno al Gand – Wevelgem pur sbagliando completamente lo sprint, è facile capire perché una squadra come la Columbia ha puntato forte su di lui già dall’anno scorso. Dietro di lui Allan Davis, finalmente in posizioni che gli dovrebbero competere, e Filippo Pozzato, che, con grande coerenza, ha sbagliato anche la volata per il secondo posto, dimostrando di non fare distinzioni con quelle per il primo.
Gli uomini di classifica sono giunti compatti sul traguardo, con una sola eccezione: Lance Armstrong. Il texano, che ha ormai evidentemente abbandonato ogni ambizione di classifica qui al Giro, ha pagato ancora una quarantina di secondi dagli altri big, lasciando pensare che forse anche la voglia di tener duro sia un po’ venuta meno (non si può credere che sia talmente fuori condizione da perdere terreno in salita da Petacchi, che ha chiuso in gruppo). Il che ci induce a rivolgere un accorato appello a buona parte dei giornalisti di TV e carta stampata, e della Rai in particolare: basta parlare di Armstrong come fosse il principale motivo di interesse del Giro. La Corsa Rosa presenta un lotto partenti con poco da invidiare al Tour, ha finalmente attratto grandissimi nomi del ciclismo internazionale quali Menchov, Leipheimer e Sastre, venuti in Italia non per preparare la Grande Boucle ma per fare risultato qui. Non capiamo perciò come si possa dedicare metà dello spazio riservato al Giro ad un atleta che ha certamente fatto in qualche modo la storia di questo sport con i suoi trionfi passati, ma che ora come ora non è un pretendente alla maglia rosa. Non che sia nostra intenzione promuovere una campagna anti-Armstrong, o che si voglia negare l’impatto mediatico che la presenza del texano ha generato. Troviamo però assurdo, per citare un esempio a nostro avviso eclatante, che, al termine della tappa dell’Alpe di Siusi, la seconda domanda fatta a Levi Leipheimer, vero capitano della Astana e uno dei principali favoriti per la maglia rosa di Roma, riguardasse il suo più celebre ma ora meno competitivo compagno di squadra.
In conclusione, una nota su quanto ha dichiarato il vincitore di giornata a fine corsa. Scarponi ha fatto sapere di essere stato alquanto seccato dal fatto di essere dovuto andare meno forte di quanto avrebbe potuto ieri, sull’Alpe di Siusi. Alla luce di quanto visto oggi, viene da pensare che forse valesse la pena di permettere a Michele di giocarsi le proprie carte. D’altro canto, fosse stato in classifica, avremmo assistito oggi ad una classica volata a ranghi quasi compatti, anziché a questa bellissima impresa.

14 maggio 2009

Matteo Novarini

SCARPONI BIS A BENEVENTO

Tappa strana, ma molto ben disegnata questa Sulmona-Benevento di 182km. Un solo GPM dopo appena 22km, per il resto sembrava una tipica tappa da velocisti. Sembrava appunto, perchè tutti quei saliscendi, le poche squadre interessate a tirare e soprattutto quegli ultimi 500m che alla fine di un Giro tagliano letteralmente le gambe, l’hanno trasformate in una delle più accattivanti e coinvolgenti frazioni di questo Centenario Rosa che ha visto trionfare un inedito Scaponi in versione scattista-calcolatore.
Numerosi attacchi nei primi chilometri, promossi soprattutto da un’attivissima Diquigiovanni: Simoni, Berolini e infine Scarponi. Dopo 50km si forma un drappello di 4 uomini inseguito a pochi secondi da altri 21 atleti che lungo la discesa di Rionero Sannitico danno grande spettacolo con scatti e controscatti fino al ricongiungimento con la testa in località Ravindola.
Poco da segnalare fino agli ultimi chilometri ce sono un paio di cadute senza gravi conseguenze. Il vantaggio dei battistrada, o forse sarebbe meglio dire della prima parte del gruppo, cresce fino a toccare quota 6’ per poi scemare sotto il ritmo della Fuji e della Caisse d’Epargne (per chi non se ne fosse accorto anche loro avevano preso il via da Venezia il 9 maggio scorso) che però non riescono a ricucire sugli attaccanti.
Nel frattempo i fuggitivi fanno il loro ingresso nel circuito di Benevento e qui ricomincia la bagarre. Qualcuno poteva pensare ad una volata di tutto il gruppetto tirato dalle squadre più rappresentate, ma per non far torto a nessuno i corridori hanno deciso che oggi i pronostici proprio non li avrebbero rispettati.
A 15km dal traguardo partono Grabovskyy (ISD) e Bak (Saxo Bank), qualche chilometro più in la tetano invece McCartney (Saxo Bank) e Devenyns (Quick Step), ma i loto tentativi durano appena il tempo di essere annotati sul taccuino. L’unico effetto sortito è quello di aver scremato il gruppo e perso tante energie, ma questo non sembra preoccupare gli attaccanti, in particolare McCartney, Devenyns e Cardenas (Barloworld) che a 5km dal traguardo tentano nuovamente l’allungo. Ancora una volta tutto inutile, si forma un gruppetto coi tre assieme a Pate (Garmin), Bak e Scarponi, sui quali, qualche attimo dopo, rientra anche Grabovskyy. Questi sette si apprestano a disputare la volta, McCartney si mette in testa a tirare per Bak, Pate alla sua ruota, con Devenyns, dietro gli altri che non sembrano avere più le gambe. Ma talvolta le apparenza ingannano, e questa è proprio una di quelle. Come pronosticabile è ancora il belga della Quick Step a scattare, ma ancora una volta sbaglia le misure, si pianta e Cardenas svernicia lui e i due uomini Saxo bank che gestiscono davvero male la loro superiorità numerica. A ruota di Cardenas, Pate che lo supera e si avvia verso il traguardo, se non fosse che dal fondo arriva un uomo in bianco-azzurro che uno a uno affianca e saluta i vecchi allocchi compagni di fuga, che ha lasciato scannarsi tra loro senza reagire e mostrandosi così molto abile anche in arrivi non adatti a lui, almeno fino ad oggi.

28 maggio 2009

Andrea Mastrangelo

Scarponi al traguardo di Benevento, Giro del 2009 (Getty Images Sport)

Scarponi al traguardo di Benevento, Giro del 2009 (Getty Images Sport)

LE ORME DI SCARPONI: TIRRENO-ADRIATICO

aprile 25, 2017 by Redazione  
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Oggi a Filottrano si svolgeranno i funerali di Michele Scarponi. Poi arriverà il momento di asciugarsi le lacrime e tornare a guardare avanti, perché è sbagliato e oltremodo doloroso ancorarsi nel ricordo, anche se questo è e sarà comunque necessario per mantenere viva la storia di questo sport. Nei dieci giorni che ci condurranno alla partenza del Giro ilciclismo.it vi offrirà la possibilità di vivere questo ricordo aprendo i suoi archivi e facendovi rileggere le pagine vergate dai nostri giornalisti dopo le imprese dello scalatore marchigiano. Incominciamo dalla corsa di casa sua, la Tirreno-Adriatico, e dalle tre tappe che vinse a Camerino nel 2009, quando si impose anche nella classifica generale della Corsa dei due mari, e a Chieti nel 2010 e nel 2011. Nell’occasione la redazione de ilciclismo.it si stringe attorno alla famiglia Scarponi, con un pensiero particolare per Giacomo e Tommaso, i due figli gemelli di Michele

TIRRENO – ADRIATICO: SCARPONI, E’ FATTA

Un Michele Scarponi sorretto da una condizione strepitosa vince a Camerino e mette il suggello definitivo a questa Tirreno – Adriatico.
Dopo il già sensazionale terzo posto nella crono di ieri, il corridore marchigiano ha corso con quella intelligenza e quella tranquillità che ci hanno dato la misura del suo eccellente stato di forma.
La gara entra nel vivo sul Sasso Tetto (1455 metri di altitudine) dove, dietro i due fuggitivi Martinez e Carrara, scollina un gruppetto composto da Basso, Nibali, Garzelli e Scarponi che insieme sferrano l’attacco al leader Kloden, apparso non brillantissimo.
I quattro procedono di comune accordo nella discesa e sugli ultimi saliscendi finché, ai venti dalla conclusione e col solo Martinez davanti, si assiste al tentativo in discesa di Vincenzo Nibali, che sfrutta un buco creatogli da Basso e una leggera indecisione degli altri due compagni di fuga.
Il vantaggio del siciliano non raggiunge mai dimensioni preoccupanti, attestandosi sui venti secondi mentre dietro Garzelli e Scarponi si alternano all’inseguimento.
In un tratto di falsopiano Nibali, oramai stremato, è riassorbito e staccato prima ancora che comincino i quattro chilometri finali in progressiva salita. Poco dopo è raggiunto dai tre uomini, continua a farsi vedere in testa anche Martinez che, con 200 chilometri di fuga nelle gambe, tenta strenuamente una difesa che non riesce.
Scarponi, Garzelli e Basso, consci di giocarsi tappa e classifica finale, si studiano un po’ finché Basso, sapendo di essere perdente allo sprint, tenta di tenere alto il ritmo e assesta un paio di tentativi senza esito.
Il tratto finale esalta allora le caratteristiche da scattisti dei due contendenti principali e vede vincere con autorità Michele Scarponi. Tappa e maglia per il marchigiano, dunque, che la sfila ad un Kloden che limita i danni e rimane terzo della generale ad 1’07” da Scarponi. Questi ha 26” di vantaggio su Garzelli, distacco quasi incolmabile in una tappa come quella di domani.
E’ previsto, infatti, la tradizionale passerella pianeggiante a San Benedetto del Tronto, ad uso e consumo dei velocisti.

16 marzo 2009

Domenico Occhipinti

L’EMOZIONE HA LA VOCE DI SCARPONI

L’emozione non ha voce, cantava Adriano Celentano, ma l’emozione, anzi le emozioni, sono state le protagoniste della tappa odierna da San Gemini a Chieti.
L’emozione di vedere l’eleganza di Filippo Pozzato nel portare con orgoglio la maglia tricolore nella fuga di giornata. L’emozione di vedere la BMC con Evans e Ballan e l’Acqua&Sapone con Garzelli e Paolini dare delle trenate in testa al gruppo per rintuzzare le velleità dei fuggitivi. L’emozione della frustata di Vinokourov prima e di Gasparotto poi. L’emozione di vedere Nibali che cerca di dare il colpo del KO e, invece, incassa quello decisivo di Scarponi. E che emozione vedere l’aquila di Filottrano inerpicarsi danzando leggero, incurante della fatica e del freddo, sulle ultime impressionanti salite di giornata, con pendenze dell’ordine del 15%, inclinazioni che si fatica a farle anche in macchina.
E alla fine di tutto questo emozionarsi, Michele Scarponi ritorna indietro di un anno e si ricolloca in testa alla classifica, indossando la maglia azzurra di leader.
Alla partenza da San Gemini, nonostante qualche raggio di sole, si capisce subito che il protagonista non invitato di giornata sarà anche oggi il freddo.
Nonostante il tempo non favorisca la pratica dello sport del pedale, tra il ventesimo e il quarantesimo chilometro si avvantaggiano prima Efimkin, Kiryienka, Frapporti e Perez Moreno, seguiti successivamente da Pozzato e quindi da Longo Borghini e Wynants: si costituisce così il gruppetto di sette fuggitivi che animerà la giornata.
Perso Longo Borghini per strada, in sei rimangono davanti per 210 km con un vantaggio massimo di 8’. Il grosso del lavoro in testa al gruppo è appannaggio di BMC e Acqua&Sapone che riportano il vantaggio entro il minuto e mezzo quando mancano meno di 10 km al termine.
Le ultime salite accendono le velleità e molti provano a dare la stoccata. Tra questi si segnalano Kirienka, Vinoukurov e Nibali, ma è Michele Scarponi a indovinare la sparata giusta. Proprio sulle pendenze più ostiche disegna il suo capolavoro e s’invola per guadagnare tappa e maglia, come si conviene alle imprese ciclistiche.
Riavvolgiamo ora il film della tappa e riguardiamolo con la lente d’ingrandimento, in funzione della Sanremo di sabato prossimo. La prima cosa che risulta evidente è l’ottimo stato di forma di Pozzato, che oggi ha fatto un gran bell’allenamento in previsione delle fatiche che lo aspettano in riva al Mar Ligure. Passiamo alle trenate di Ballan e della sua BMC in salita, che hanno ricordato quella di Bruseghin sulle Manie nel 2008: e se la squadra rossovestita avesse fatto oggi le prove per portare i suoi grossi calibri a giocarsi la Classicissima? E Cancellara? Si è disinteressato troppo di quello che succedeva davanti e magari si è nascosto. Lo stesso Scarponi, se la sua Androni Giocattoli non si consumerà come una volta in fughe a solo vantaggio televisivo, potrebbe giocare le sue carte quando il gioco diventerà duro.

13 marzo 2010

Mario Prato

CHIETI, SCARPONI TORNA SUL LUOGO DEL DELITTO

Era la prima frazione veramente impegnativa della Tirreno-Adriatico e non ha deluso le attese. Nel finale è esplosa la battaglia tra i big e la Lampre l’ha fatta da padrone con Michele Scarponi che, grazie anche all’aiuto di un Cunego perfetto nel ruolo di stopper, si è involato sullo strappo finale verso Chieti e ha resistito al ritorno degli inseguitori regolati in volata dal Piccolo Principe con l’australiano Evans (BMC) giunto al 3° posto. Malgrado una giornata non brillante l’olandese Gesink (Rabobank), arrivato 6° a 12”, strappa la maglia azzurra di leader a Farrar (Garmin) grazie al vantaggio accumulato nella cronosquadre d’apertura.
La tappa, ben 240 km da Narni a Chieti con il Valico di Sella di Corno in avvio e soprattutto con gli ultimi 50 km praticamente senza un metro di pianura, è vissuta sulla fuga del francese Cherel (AG2R), dello sloveno Stangelj (Astana) e del tedesco Lang (Omega Pharma), che sono evasi dal gruppo al km 24 e hanno guadagnato un vantaggio massimo di 15′25”. In seguito Lang ha perso contatto per via di una foratura ma ha proseguito nell’azione per far sì che la sua squadra, che aveva in Gilbert l’uomo di punta, non tirasse dietro e, infatti, l’inseguimento del gruppo è stato condotto dalla Lampre di Scarponi e Cunego e dalla Farnese Vini del campione italiano Visconti. Nel frattempo avevano già perso contatto una sessantina di corridori tra cui la maglia azzurra Farrar (Garmin) e quasi tutti i velocisti puri ma anche uomini abbastanza attesi come Paolini (Katusha), Wegmann (Leopard) e Boom (Rabobank)
Proprio Visconti è stato il primo ad accendere la miccia a 16 km dalla conclusione sul duro strappo di Ripa Teatina: alla ruota del siciliano si sono portati dapprima Poels (Vacansoleil) e Clarke (Astana) e subito dopo anche Cunego. In quel momento è apparso chiaro che il veronese correva al servizio di Scarponi, mentre in fondo al gruppo perdevano contatto altri uomini importanti come Oss (Liquigas), Boasson Hagen (Sky) e, piuttosto sorprendentemente, anche Joaquin Rodriguez (Katusha). In cima si è ricompattato un gruppo di una cinquantina di unità e anche il successivo allungo di Nibali (Liquigas) non ha avuto effetti se non quello di far ridurre drasticamente il vantaggio di Cherel, rimasto nel frattempo solo al comando, che veniva ripreso a 10 km dal traguardo.
Sull’ascesa di Torrevecchia Teatina, più pedalabile rispetto alla precedente, ci hanno provato dapprima Gasparotto (Astana) con a ruota l’onnipresente Cunego, Kolobnev (Katusha) e Kiriyenka (Movistar) e poi Madrazo (Movistar) alla cui ruota si sono portati un Andy Schleck (Leopard) mai così brillante in passato a marzo, Machado (Radioshack), Marcato (Vacansoleil) e uno straordinario Hushovd (Garmin) che fa paura in ottica Milano-Sanremo. L’azione più pericolosa è stata portata avanti sul successivo falsopiano in discesa da Cancellara (Leopard) sulla cui ruota si sono portati Visconti e Muravyev (Radioshack) quando mancavano 7 km al traguardo.
I tre, al cui inseguimento si erano portati per un attimo Langeveld (Rabobank) e ancora Hushovd, non sono riusciti però a guadagnare un margine significativo e tutto si è deciso sul terribile strappo finale delle Tricalle, alle porte del centro storico di Chieti. Appena iniziata la salita Scarponi è scattato superando a doppia velocità gli uomini al comando e al suo inseguimento si sono portati Gilbert e Cunego; il belga è rimasto a lungo a pochi metri dal marchigiano ma più avanti si è piantato e il veronese è rimasto da solo in seconda posizione, venendo raggiunto in cima da un Di Luca (Katusha) in grande crescita e subito dopo anche da Basso (Liquigas) ed Evans (BMC), mentre nell’ultimo km in falsopiano Scarponi è riuscito a conservare un leggerissimo margine imponendosi davanti a Cunego ed Evans con Basso 4° a 2” e Di Luca 5° a 6”. Gesink è apparso in difficoltà nel tratto più duro ma ha tenuto bene nel finale terminando 6° a 12” davanti a un buon Nocentini (AG2R) e a Nibali mentre Lovkvist (Sky) e Gilbert hanno chiuso 9° e 10° a 16”. Positiva anche la prova di Visconti che malgrado i ripetuti scatti è stato 11° a 22” mentre tra gli altri Garzelli ha perso 24”, Pinotti (HTC) e Cancellara 39”, Ballan 55”, Andy Schleck 1′06”, Hushovd 1′55” e Pozzato e Freire, rimasti comunque nel gruppo dei migliori fino a 2 km dal traguardo, rispettivamente 3′06” e 3′20”.
In classifica generale Gesink è il nuovo leader con 10” su Evans, 12” su Basso, 15” su Scarponi, 19” su Cunego e Langeveld e 22” su Nibali. Probabilmente l’ex campione del mondo è il favorito alla luce della crono finale di 9 km di San Benedetto del Tronto ma prima ci saranno altre due tappe impegnative, a partire dalla 5a di 240 km da Chieti a Castelraimondo con il Sassotetto a 85 km dal traguardo e diversi strappi nel finale, ultimo dei quali quello di Gagliole quando mancano 6 km. Lampre e Liquigas in primis promettono battaglia.

13 marzo 2011

Marco Salonna

Laffermazione di Scarponi a Camerino alla Tirreno-Adriatico del 2009 (foto Bettini)

L'affermazione di Scarponi a Camerino alla Tirreno-Adriatico del 2009 (foto Bettini)

MESTA LIEGI: ADDIO MICHELE

aprile 24, 2017 by Redazione  
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Difficile scrivere di corse con nella testa e nel cuore la notizia della morte di Scarponi, ucciso mentre si allenava dall’errore omicida del guidatore di un furgone. Ci pensa Alejandro Valverde a immortalare il ricordo di Michele trionfando tra le lacrime a Liegi.

È uno strazio pensarci ora, ma Michele Scarponi è stato – anche – il miglior corridore italiano per la Liegi fra tutte le generazioni successive all’epoca dorata dei Bettini, Rebellin e Di Luca. Con la solita umiltà sorniona, non ha mai strombazzato la propria solidità nella decana delle Classiche, quella che sa sorridere anche agli scalatori ma solo se se dotati di guizzo, intuito e classe: ha sempre coltivato in modo quasi intimo una storia d’amore personale con la severa signora belga, sfiorando il podio all’esordio, un neoprofessionista di appena ventitré anni col completo zebrato della Domina, e di nuovo quando fu quinto dieci anni dopo, all’ultima stagione in Lampre, non mancando di intascare nel frattempo un altro paio di top ten. I Gasparotto o Nibali, invece, pur avendo dato una più netta impressione di poter agguantare la vittoria, non han brillato che per un paio di stagioni su queste strade. Il ricordo più recente e indelebile è quello di Scarponi che nel 2015 scala la leggendaria Redoute in testa alla corsa, mezzo minuto davanti al gruppo, con il giovanissimo e talentuoso Chaves in scia. Stava lavorando in funzione del capitano Fuglsang, oggi in lacrime alla partenza, ma quell’istantanea di Michele che scollina davanti a tutti sulle rampe del mito è un piccolo regalo che si fece e ci fece: proprio oggi acquista una rilevanza speciale.
È bello allora che arrivi qui il primo di una serie di omaggi a Michele Scarponi da parte dei suoi amici nel mondo del ciclismo, e la parola “amici” per una volta non sembra abusata come troppo spesso accade: Valverde, vincitore con gli indici e lo sguardo puntati al cielo, stenta a parlare nell’intervista, rifiuta come prima domanda di commentare il finale di gara e impone, anzitutto, il ricordo commosso, con la voce rotta e gli occhi rossi di pianto, del collega italiano e della famiglia di questi, a cui devolverà il premio.
Lo sprint folgorante di Valverde, a conclusione di una progressione che sgretola e spazza via la concorrenza, è uno dei pochi gesti tecnici che danno lustro a una giornata a cui, oggi, non ci sentiamo di rimproverare il solito, oppressivo grigiore e l’andamento mesto, contratto, come di chi corra con il cuore in un pugno. Sembra ormai questo il destino costante della Liegi, in attesa di novità che la ravvivino, però, solo per quest’anno, è davvero già molto riuscire a trovare la voglia di correre, spingere, scattare, soffrire.
Poche note di cronaca. La fuga del mattino dilaga, ma si sfalda sulla Rocca dei Falchi nonostante i sussulti finali dell’indefessa coppia Cofidis con Rossetto e Perez. Dietro bisogna aspettare il Maquisard affinché prenda corpo una mossa robusta, con in luce gli ottimi De Marchi, Brambilla e Benedetti rodando i motori per il Giro, assieme a nomi noti come Latour o Betancur, che fa respirare i suoi compagni Movistar fino ad allora in testa al gruppo, o la coppia Dimension Data di Fraile e Haas. La Redoute però, invece che spaccare la corsa, la rimpasta, con le trenate di Sebastian Henao e Kreuziger che ricuciono i distacchi. Eccoci alla Rocca dei Falchi dove ci prova l’altro Henao, il più forte Sergio Luis, con Kreuziger stavolta più aggressivo che difensivo. La testa del gruppo si rimescola con gli abituali giri di mano che vedono gruppetti diversi provare a sganciarsi tra scatti e controscatti – tutti piuttosto timidi, invero – finché non se ne va un’altra buona azione con il sempre coraggioso Tim Wellens a fare la parte del leone, più di nuovo un paio di italiani, Villella che scorta il suo capitano Woods, e Damiano Caruso che sembra pensare soprattutto ai suoi capitani belgi rimasti in gruppo, Van Avermaet e Teuns. Ci sono anche l’assatanato Kreuziger e la promessa Sam Oomen (oltre a Vuillermoz e Konrad).
La Sky è rimasta fuori dal mazzo e si incarica dunque di menare le danze dietro, levando le castagne dal fuoco a un Valverde provvisoriamente a corto di compagni. Moscon, il trentino 23enne che già fu splendido alla Roubaix, viene speso in un’infinita menata da mulo che smonta le velleità degli attaccanti, dei quali si rilancia in avanti solo l’indomito Wellens, senza che però il suo vantaggio faccia mai sperare che possa superare il Saint-Nicolas, la salita degli italiani che ci introduce al gran finale. Fedele al suo nome, la côte tra le case di mattoni imbruniti si apre e si chiude con begli spunti italici: il primo è ancora Villella, che allunga fluido, e viene agguantato solo dalla duplice fucilata di Sergio Henao e Albasini, ansiosi di anticipare. Il gruppo si ricompatta grazie all’intensità di Ion Izagirre altro gregario più o meno involontario di Valverde (in Movistar l’anno scorso, ma ora sarebbe pure capitano in casa Bahrein-Merida!): tuttavia prima che spiani l’ultimo metro del Saint-Nicolas squilla di nuovo un acuto italiano, con Formolo che allunga decisissimo e prende il largo, mentre dietro si tentenna.
Formolo regge bene sui saliscendi infarciti di sanpietrini, ma lo strappo finale di Ans incombe: il primo allungo è di Fraile, ma le polveri sono bagnate da quella fuga di tanti km fa.
Al fulmicotone la sparata di Daniel Martin ai -800 metri dal traguardo, lui sì prende il largo e dribbla Formolo in scioltezza: dietro però è l’Orica che s’incarica di tirare il guinzaglio, peraltro con un’azione confusa in cui non è chiaro se Adam Yates e Albasini collaborino o pensino ciascuno a sé – l’impressione è che entrambi pensino a Valverde, finiranno infatti settimo e ottavo. Quando Valverde innesca la sua progressione, lo sparpaglìo è graduale ma inesorabile, la lunga fila indiana di una ventina di uomini che serpeggiava per le vie delle periferie belghe si sbriciola, perdono le ruote i Bardet, i Majka, i Van Avermaet, mentre Valverde piomba su Daniel Martin come il falco su un coniglio, rifiata in curva, riapre il gas in piena spinta ma in appena pochi metri già capisce di aver schiantato tutti e con ampio anticipo si rialza, leva gli indici, guarda lassù, oltre il cielo di polvere e limatura, lasciandosi alle spalle gli affanni di Martin ancora secondo, di Kwiatkowski in rimonta affannosa, di Matthews che sprinta forte in salita dopo aver sgomitato sorprendentemente sulla Redoute, di Izagirre indomito, e poi tutti gli altri. Pozzovivo dodicesimo, primo degli italiani nell’ordine d’arrivo, ma il primo italiano, oggi, passava il traguardo con Valverde.
Comunque Scarponi oggi sarebbe stato contento dell’azzardo e della smorfia sofferta di Formolo, delle sortite di Villella, delle puntate offensive in funzione dei capitani fatte da De Marchi, Brambilla o Caruso, di Moscon duro, umile e fedele, del proprio capitano di anni anteriori Fuglsang, che arriva a dieci secondi dopo una gara cominciata con un pianto a dirotto ma altresì del compagno e collega Cataldo che, già distrutto emotivamente al via, non ce l’ha fatta a finire.
Eppure, va detto, questa corsa da italiani vede gli italiani anche se degnissimi sempre più outsider e gregari. Forse c’è un qualche rapporto con il calo di oltre il 40% dei km in bici percorsi all’anno per abitante, in Italia rispetto al 1997, vent’anni fa, quando Michele era juniores?
Michele Scarponi fu tra i primi e più entusiasti professionisti a sostenere, l’iniziativa #salvaiciclisti, innescata ormai cinque anni fa. Da allora i ciclisti morti in Italia hanno superato i milleduecento. Michele è uno fra le centinaia di ciclisti che ogni anno vengono ammazzati sulle strade italiane, chi per lavoro – come nel suo caso, o di chi in bici ci va in fabbrica o in ufficio – chi per il puro piacere di spostarsi senza rumore e inquinamento. Non credete a chi dice che è perché la bici è intrinsecamente pericolosa: la straripante maggioranza delle morti è causata da un veicolo a motore. Non credete a chi dice che non potrebbe essere diversamente, perché le strade sono fatte per le automobili: negli altri Paesi europei la situazione è ben diversa rispetto all’Italia. In Francia, dove il ciclismo, numeri alla mano, si pratica quanto in Italia, i morti si attestano intorno ai 150 all’anno. La media italiana dal 2001 al 2015 è di 300.
L’Italia è di gran lunga il Paese con la peggior combinazione di pratica ciclistica relativamente moderata e gran numero di morti: la Polonia, con cui ci disputavamo il poco ambito trofeo, ha rivoluzionato la propria sicurezza stradale nell’ultimo quinquennio. La Spagna, vent’anni fa uno dei Paesi meno pedalatori del continente nonostante il mito Indurain, ha cambiato in modo sempre più radicale il proprio codice della strada dal 2001 al 2014, con governi di ogni colore, e nell’ultimo biennio il ciclismo amatoriale ha scavalcato calcio, nuoto e atletica diventato lo sport più praticato nel tempo libero.
L’isteria dei guidatori italiani, sulle strade o in rete, ignora che vent’anni fa la presenza ciclistica sulle strade del Belpaese era quasi doppia e l’auge recente ha recuperato solo parte di quel prezioso patrimonio. Come si circolava allora? E come faranno mai in Germania, Olanda, Danimarca, Svezia, Finlandia, Corea del Sud con tre, quattro, dieci volte i ciclisti che ha l’Italia? Saranno tutti in coda, o viceversa la mobilità è molto più fluida ed efficiente per tutti?
Mentre in altri Paesi, come appunto la Spagna, le leggi obbligano i guidatori di veicoli motorizzati a contemplare perennemente la possibilità della presenza di un ciclista per reagire di conseguenza (dal metro e mezzo di distanza obbligatoria per sorpassare, fino ai limiti di velocità ridotti in orari di forti flussi ciclistici, o all’obbligo di considerare il gruppo come un tutt’uno e quindi attendere il passaggio fino all’ultimo ciclista nelle rotonde, e molto altro), in Italia invece non si stimola questa cura costante, per cui il ciclista italico o è invisibile o disturba. Se l’occhio non si abitua a guardare sempre con la massima attenzione per individuare ciclisti, pedoni, motociclisti, insomma, la cosiddetta utenza debole, ebbene la probabilità del “non l’ho visto” incrementa esponenzialmente. Non è un caso: è un evento reso possibile o probabile da un contesto. Magari sei controluce, hai fretta, non vedi bene, e se non c’è niente “di grosso” in arrivo, ti butti. Con l’incuranza di chi non sa o finge di non sapere che sta conducendo, a tutti gli effetti, una potenziale arma omicida.
Il Presidente della Federciclismo dichiara che per Scarponi si è trattato di un “destino scritto male”: ad essere scritto male è il codice della strada italiano. “Si sta lavorando”, dice Di Rocco: ma è in carica da dodici anni e mentre in questo stesso periodo altre nazioni hanno fatto passi da gigante sia nella pratica ciclistica, sia nella sicurezza, noi arranchiamo nella prima e sprofondiamo nella seconda. Se davvero ci si tiene, sarebbe il caso di fare un gesto di rottura e dare le dimissioni, di fronte a un caso così eclatante. Che cosa ha fatto la FCI, ad esempio, dall’incidente gravissimo di Marina Romoli a oggi? Quali azioni concrete, quali proposte, quali pressioni sulla politica? Incrociare le dita, sperando che non accadesse qualcosa di ancora più grave? Con centinaia di morti all’anno non è questione di auspici, è solo una questione di tempo. Il tempo corre, i ciclisti vengono uccisi. E fare ciclismo diventa sempre più duro perché ancor più dei morti è il non sentirsi rispettati che fa crescere, giustamente, la paura. Michele – lo dichiarò – percepiva un aumento dei rischi e dell’aggressività del traffico, ma rimaneva ad allenarsi in Italia perché amava la propria famiglia e perché amava questo Paese: sarebbe ora che il Paese ricambiasse l’amore che Scarponi e i ciclisti e cicliste italiani di ogni età, passione, velocità riversano sulle strade dell’Italia.
Scarponi non era in doppia fila. Non era passato col rosso. Non parlava con un amico. Non era in gruppo. Non era uno “che crede di essere al Giro”, perché il Giro lui sapeva benissimo che cosa fosse. Non era uno “che si compra la bici da corsa poi non la sa guidare”. Non si prendeva rischi. Non faceva il prepotente. Aveva il casco.
E noi non dovremmo più tollerare queste sciocchezze sulle centinaia di ciclisti che come Michele vengono uccisi da mezzi a motore, per poi subire l’insulto di vedersi colpevolizzati senza alcun fondamento logico.
Se l’Italia fosse un Paese al passo con gli altri, almeno cento, centocinquanta, duecento vite di ciclisti all’anno non andrebbero perse. È pura matematica. E magari, tra esse, anche quella di un grande uomo e grande campione come Michele Scarponi. O magari no, magari sarebbero stati altri “i morti in meno”: il rischio è e sarà sempre parte del ciclismo come della vita, ogni ciclista lo accetta. Ma vogliamo davvero tollerare di rimanere con il dubbio che, se solo avessimo costruito una cultura stradale migliore, lui, Michele, come tanti altri, sarebbe tornato a casa leggero sui pedali?

Gabriele Bugada

1 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team 6:24:27
2 Daniel Martin (Irl) Quick-Step Floors
3 Michal Kwiatkowski (Pol) Team Sky 0:00:03
4 Michael Matthews (Aus) Team Sunweb
5 Jon Izaguirre (Spa) Bahrain-Merida
6 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale
7 Michael Albasini (Swi) Orica-Scott
8 Adam Yates (GBr) Orica-Scott 0:00:07
9 Michael Woods (Can) Cannondale-Drapac
10 Rafal Majka (Pol) Bora-Hansgrohe
11 Greg Van Avermaet (Bel) BMC Racing Team
12 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
13 Sergio Henao (Col) Team Sky
14 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates 0:00:10
15 Jakob Fuglsang (Den) Astana Pro Team
16 Fabio Felline (Ita) Trek-Segafredo 0:00:14
17 Rudy Molard (Fra) FDJ
18 Julien Simon (Fra) Cofidis, Solutions Credits
19 Jelle Vanendert (Bel) Lotto Soudal
20 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe
21 Rigoberto Uran (Col) Cannondale-Drapac
22 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb
23 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Drapac
24 Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team 0:00:24
25 Omar Fraile (Spa) Dimension Data 0:00:28
26 Michael Gogl (Aut) Trek-Segafredo
27 Roman Kreuziger (Cze) Orica-Scott 0:00:34
28 Daniel Moreno (Spa) Movistar Team 0:00:51
29 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:00:54
30 Diego Ulissi (Ita) UAE Team Emirates
31 Damiano Caruso (Ita) BMC Racing Team
32 Lawrence Warbasse (USA) Aqua Blue Sport
33 Jay McCarthy (Aus) Bora-Hansgrohe
34 Gianluca Brambilla (Ita) Quick-Step Floors
35 Tim Wellens (Bel) Lotto Soudal
36 Simone Petilli (Ita) UAE Team Emirates
37 Enrico Gasparotto (Ita) Bahrain-Merida
38 Warren Barguil (Fra) Team Sunweb
39 Davide Villella (Ita) Cannondale-Drapac
40 Antwan Tolhoek (Ned) Team LottoNl-Jumbo
41 Jacques Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data
42 Floris De Tier (Bel) Team LottoNl-Jumbo
43 Igor Anton (Spa) Dimension Data
44 Maurits Lammertink (Ned) Katusha-Alpecin
45 Tom-Jelte Slagter (Ned) Cannondale-Drapac
46 Pavel Kochetkov (Rus) Katusha-Alpecin
47 Sam Oomen (Ned) Team Sunweb
48 Louis Meintjes (RSA) UAE Team Emirates
49 Cyril Gautier (Fra) AG2R La Mondiale
50 Serge Pauwels (Bel) Dimension Data 0:01:00
51 José Gonçalves (Por) Katusha-Alpecin
52 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team
53 Jarlinson Pantano (Col) Trek-Segafredo
54 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team 0:01:08
55 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Soudal 0:01:56
56 Lilian Calmejane (Fra) Direct Energie
57 Enrico Battaglin (Ita) Team LottoNl-Jumbo 0:02:13
58 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team
59 Jose Rojas (Spa) Movistar Team
60 David De La Cruz (Spa) Quick-Step Floors 0:03:22
61 Stéphane Rossetto (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:03:29
62 Nathan Haas (Aus) Dimension Data 0:03:38
63 Gregor Mühlberger (Aut) Bora-Hansgrohe
64 Tiago Machado (Por) Katusha-Alpecin 0:03:50
65 Thomas Degand (Bel) Wanty – Groupe Gobert
66 Simon Clarke (Aus) Cannondale-Drapac
67 Stefan Denifl (Aut) Aqua Blue Sport
68 Alex Howes (USA) Cannondale-Drapac 0:04:42
69 André Cardoso (Por) Trek-Segafredo
70 Pawel Poljanski (Pol) Bora-Hansgrohe
71 Nick Van Der Lijke (Ned) Roompot – Nederlandse Loterij 0:04:50
72 Giovanni Visconti (Ita) Bahrain-Merida 0:05:01
73 Manuele Mori (Ita) UAE Team Emirates 0:05:31
74 Carlos Betancur (Col) Movistar Team
75 Eliot Lietaer (Bel) Sport Vlaanderen – Baloise
76 Dion Smith (NZl) Wanty – Groupe Gobert
77 Yoann Bagot (Fra) Cofidis, Solutions Credits
78 Gianni Moscon (Ita) Team Sky 0:05:35
79 Diego Rosa (Ita) Team Sky
80 Alessandro De Marchi (Ita) BMC Racing Team
81 Bart De Clercq (Bel) Lotto Soudal 0:05:41
82 Fabien Grellier (Fra) Direct Energie 0:06:14
83 Bram Tankink (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:07:27
84 Thomas Sprengers (Bel) Sport Vlaanderen – Baloise 0:07:40
85 Alexey Vermeulen (USA) Team LottoNl-Jumbo
86 Arthur Vichot (Fra) FDJ
87 Mikael Cherel (Fra) AG2R La Mondiale
88 Rúben Guerreiro (Por) Trek-Segafredo
89 Sebastian Henao (Col) Team Sky
90 Mark Christian (GBr) Aqua Blue Sport
91 Anthony Roux (Fra) FDJ
92 Laurens De Plus (Bel) Quick-Step Floors
93 Matej Mohoric (Slo) UAE Team Emirates
94 Guillaume Martin (Fra) Wanty – Groupe Gobert
95 Yukiya Arashiro (Jpn) Bahrain-Merida
96 Sébastien Delfosse (Bel) WB Veranclassic Aqua Protect
97 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal
98 Alexey Lutsenko (Kaz) Astana Pro Team
99 Luis Angel Mate (Spa) Cofidis, Solutions Credits
100 José Mendes (Por) Bora-Hansgrohe
101 Paul Martens (Ger) Team LottoNl-Jumbo
102 Tao Geoghegan Hart (GBr) Team Sky
103 Lennard Hofstede (Ned) Team Sunweb
104 Michal Golas (Pol) Team Sky
105 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe
106 Amael Moinard (Fra) BMC Racing Team
107 Toms Skujins (Lat) Cannondale-Drapac
108 Benoit Vaugrenard (Fra) FDJ
109 Arnaud Courteille (Fra) FDJ
110 Kevin Reza (Fra) FDJ
111 Rory Sutherland (Aus) Movistar Team
112 Thomas Voeckler (Fra) Direct Energie
113 Jonathan Hivert (Fra) Direct Energie
114 Alberto Losada (Spa) Katusha-Alpecin
115 Ángel Vicioso (Spa) Katusha-Alpecin
116 Jesus Herrada (Spa) Movistar Team 0:07:52
117 Anthony Perez (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:08:41
118 Romain Sicard (Fra) Direct Energie 0:09:15
119 Antoine Warnier (Bel) WB Veranclassic Aqua Protect 0:10:39
120 Bryan Nauleau (Fra) Direct Energie
121 Andrea Pasqualon (Ita) Wanty – Groupe Gobert
122 Perrig Quemeneur (Fra) Direct Energie
123 Gregory Habeaux (Bel) WB Veranclassic Aqua Protect
124 Christophe Masson (Fra) WB Veranclassic Aqua Protect
125 Dries Van Gestel (Bel) Sport Vlaanderen – Baloise
126 Matteo Bono (Ita) UAE Team Emirates
127 Marco Minnaard (Ned) Wanty – Groupe Gobert
128 Odd Christian Eiking (Nor) FDJ
129 Jeroen Meijers (Ned) Roompot – Nederlandse Loterij
130 Tsgabu Grmay (Eth) Bahrain-Merida
131 Pieter Weening (Ned) Roompot – Nederlandse Loterij
132 Matvey Mamykin (Rus) Katusha-Alpecin 0:10:44
133 Guillaume Bonnafond (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:11:32
134 Imanol Erviti (Spa) Movistar Team 0:13:11
135 Remy Mertz (Bel) Lotto Soudal
136 Aaron Gate (NZl) Aqua Blue Sport
137 Andriy Grivko (Ukr) Astana Pro Team
138 Lukas Pöstlberger (Aut) Bora-Hansgrohe
139 Simon Gerrans (Aus) Orica-Scott
140 Jaco Venter (RSA) Dimension Data
141 Oscar Riesebeek (Ned) Roompot – Nederlandse Loterij
142 Dries Devenyns (Bel) Quick-Step Floors
143 Michel Kreder (Ned) Aqua Blue Sport
144 Romain Guillemois (Fra) Direct Energie 0:13:32
145 Grega Bole (Slo) Bahrain-Merida
146 Pierre Roger Latour (Fra) AG2R La Mondiale 0:13:55
147 Quentin Jauregui (Fra) AG2R La Mondiale
148 Petr Vakoc (Cze) Quick-Step Floors 0:14:09
149 Benjamin Declercq (Bel) Sport Vlaanderen – Baloise 0:14:41
150 Aime De Gendt (Bel) Sport Vlaanderen – Baloise
151 Rein Taaramäe (Est) Katusha-Alpecin
152 Nicolas Edet (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:15:35
153 Simon Yates (GBr) Orica-Scott 0:16:39

NIBALI, VITTORIA DI CUORE E DI VOLONTÀ

aprile 24, 2017 by Redazione  
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Ieri una triste notizia aveva percosso i nostri cuori, Michele Scarponi era andato in fuga per sempre. Nibali, il pomeriggio stesso aveva tentato di vincere la tappa del Monte Maggiore, la più adatta alle sue potenzialità, più per dedicarla all’amico scomparso che per portare a casa il Giro di Croazia. Non ce l’aveva fatta ma la volontà di onorare Scarponi è stata più forte di tutto e si è concretizzata oggi nella più facile tappa-passerella finale, vinta da Sacha Modolo e nella quale il corridore siciliano è riuscito dove il giorno prima aveva fallito: staccato lo spagnolo Jaime Rosón, che lo precedeva in classifica di soli 2 secondi, si è imposto in classifica e ha avuto così modo di dedicare il successo allo scalatore marchigiano.

Nell’aria non c’è un buon clima, tristezza e amarezza sono ben visibili sul volto dei corridori anche alla partenza dell’ultima tappa del Giro di Croazia. Sono in programma 147 km da Samobor a Zagabria, senza troppe pretese, anche c’è uno strappo finale in pavè da ripetere tre volte. Il gruppo nei primi chilometri rimane compatto. Arrivati allo sprint intermedio è Nibali (Bahrain Merida) ad aggiudicarsi l’abbuono, prendendo 3″ di vantaggio allo spagnolo Rosón che già gli bastano per portarsi virtualmente al vertice della classifica, precedendo di appena un secondo il corridore della Caja Rural. Intorno ai 30 km si forma una fuga di ben quindici corridori, che vengono definitivamente ripresi a 600 metri dal traguardo. A 50 metri dalla linea d’arrivo scatta Jan Polanc (UAE Team Emirates ), ma il corridore sloveno non sembra in ottime condizioni. A questo punto fuoriesce dal gruppo il suo compagno di squadra Sacha Modolo, che transita per primo sulla linea del traguardo. Vincenzo Nibali arriva 4°, staccando Rosòn di altri 7 secondi, che divento otto nella classifica definitiva. Lo Squalo dello Stretto si aggiudica così il Giro della Croazia, sua prima vittoria stagionale e sua prima vittoria in maglia Bahrain Merida. Il suo trionfo, com’era ovvio, lo dedica a Michele e ai suoi due gemelli. Sul podio Vincenzo accenna appena un sorriso perchè troppa è la tristezza che alberga nel cuore di chi considerava Michele un fratello prima che un collega ed un ex compagno di squadra. Qualche minuto dopo, alla Liegi-Bastogne-Liegi, arriva per primo al traguardo un brillante Valverde, che dedica anche lui la vittoria all’amico Scarponi. Undici mesi prima Valverde, Scarponi e Nibali si erano abbracciati, quando lo Squalo aveva preso la Maglia Rosa. Oggi i i tre si sono abbraccati nuovamente, con il cuore.

Giada Gambino

TOUR OF CROATIA, SFIDA ROSÓN-NIBALI CON SCARPONI NEL CUORE

aprile 22, 2017 by Redazione  
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È stato un brutto risveglio quello odierno per il mondo del ciclismo, sgomento per la tragica notizia della scomparsa di Michele Scarponi. Più di tutti ci avrebbe tenuto ad onorarlo il suo ex compagno di squadra Vincenzo Nibali, chiamato oggi a difendere, e forse incrementare, il risicato vantaggio conquistato ieri nella quarta tappa del Giro di Croazia. Ma così non è stato: la sfida tra il messinese e il suo diretto avversario di classifica sull’arrivo in salita del Monte Maggiore si è risolta totalmente a favore dello spagnolo Jaime Rosón, che non solo ha vinto la tappa ma si è anche ripreso la maglia di leader. Gli appena 2 secondi di vantaggio del corridore iberico, però, potrebbero permettere a Nibali di ribaltare nuovamente la situazione nel particolare epilogo della corsa a Zagabria.

Il risveglio dell’Italia e di tutto il mondo del ciclismo non è stato dei migliori. Michele Scarponi, ritornato a casa ieri dal Tour of the Alps, rivede finalmente i suoi “scarponcini” – come affettuosamente chiamava i suoi gemelli di 4 anni – poi questa mattina, quando esce in bicicletta per un allenamento in vista dell’imminente Giro d’Italia, a pochi metri da casa viene travolto da un camion, perdendo la vita.
Il Giro della Croazia prima di prendere il via sta un minuto in silenzio, per ricordare il simpatico campione marchigiano. Il viso dei corridori è sconvolto, i compagni dell’Astana piangono e Vincenzo Nibali non riesce ad esprimere il suo dolore per aver perso un grande amico, prima ancora che un collega di strada.
La seconda ed ultima tappa di montagna scatta da così da Parenzo in questo clima di mestizia generale e subito partono in fuga sette corridori. In quattro vengono successivamente ripresi e così rimangono solo davanti in tre: lo spagnolo Lluís Guillermo Mas (Caja Rural – Seguros RGA), l’italiano Antonino Parrinello (GM Europa Ovini) e il polacco Lukasz Owsian (CCC Sprandi Polkowice). Il team Bahrain Merida inizia da subito a fare l’andatura perchè Vincenzo vuole vincere la tappa e possiamo intuire tutti a chi vuole dedicarla. A circa 17 km vengono ripresi i fuggitivi e, dopo altri tentativi di fuga, ai meno 11 scatta lo svizzero Roland Thalmann (Roth-Akros). La squadra di Nibali continua a fare l’andatura con Manuele Boaro che ricuce la distanza tra il gruppo e il fuggitivo. A 8 Km e mezzo dal traguardo scatta il bielorusso Branislaŭ Samojlaŭ ((CCC Sprandi Polkowice), che viene ripreso nel giro di poche centinaia di metri. Il team Bahrain si mantiene sempre in testa e recupera i vari corridori che tentano la fuga. A 4.3 km va all’attacco un compagno di squadra di Vincenzo, l’altro bielorusso Kanstantsin Siutsou (4° in classifica), in modo da far stare tranquilli il suo capitano e la sua squadra, facendogli prendere un attimo di fiato. A 3,8 km dall’arrivo Siutsou viene ripreso e Pellizotti prende in mano la situazione. Il Bahrain continua a stoppare i tentativi di fuga e a 2,3 dall’arrivo Nibali scatta; alla sua ruota si incollano lo spagnolo Jaime Rosón (Caja Rural – Seguros RGA secondo in classifica a soli 2” dallo “Squalo”) e il ceco Hirt. Vincenzo accelera il passo cercando di fare la differenza, ma non riesce nell’intento. Il messinese si ritrova a disputare la volata finale con Hirt e Rosón ma, per quanto si sforzim non riesce a transitare sulla linea del traguardo per primo. Ad imporsi sul traguardo in salita del Monte Maggiore è lo spagnolo, che riesce a riprendersi quella maglia di leader che Nibali gli aveva strappato il giorno prima e proprio per lo stesso “strappo” di due secondii 2”. Nibali si piazza secondo e sfuma anche la possibilità di dedicare la vittoria all’amico Michele. La tappa di domani non è adatta ai mezzi del siciliano ma la conclusiva frazione di Zagabria non si presenta come la classica conclusione favorevole ai velocisti, per via dello strappetto in vetta al quale sarà collocato il traguardo. Non è detta l’ultima, quindi.

Giada Gambino

Jaime Rosón batte Vincenzo Nibali sul traguardo del Monte Maggiore, ma quasi poco importava quel che accadeva in corsa: oggi i pensieri di tutti erano rivolti a Michele Scarponi

Jaime Rosón batte Vincenzo Nibali sul traguardo del Monte Maggiore, ma quasi poco importava quel che accadeva in corsa: oggi i pensieri di tutti erano rivolti a Michele Scarponi

RUFFONI BISSA, NIBALI SORPASSA

aprile 22, 2017 by Redazione  
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Dopo il terzo posto nella seconda tappa del Tour of Croatia oggi Vincenzo NibalI si è guadagnato la maglia da leader della classifica generale grazie ad un buco verificatosi nella volata finale. Quest’ultima, per la seconda volta consecutiva, ha visto l’affermazione di Nicola Ruffoni, allo sprint sul gruppo che ripreso proprio sulla linea del traguardo un coraggioso Marangoni.

Doveva essere una tappa per velocisti, come quella disputata ventiquattore prima, è così è stato; tra l’altro il più veloce è stato ancora una volta Nicola Ruffoni (Bardiani – CSF), già a segno ieri, ma stavolta è andata ancora meglio per i corridori italiani perchè Vincenzo Nibali (Bahrain Merida) ha recuperato il piccolo gap che lo divideva dallo spagnolo Rosón (Caja Rural) e a portarsi al vertice della classica.
La tappa era la quarta, 171 Km da Cirquenizza ad Umago lungo un tracciato che favoriva sia i velocisti, sia gli attaccanti alla cerca di gloria. Questi ultimi lasciavano la compagna del gruppo fin dai primi chilometri ed erano in quattro a lanciarsi in avanscoperta: Johannes Schinnagel (Felbermayr – Simplon Wels), Alan Marangoni (Nippo – Vini Fantini), Daniel Turek (Israel Cycling Academy) e Antonio Di Sante (GM Europa Ovini).
I quattro protagonisti della corsa vengono ripresi soltanto a 1500 metri dall’arrivo, ma Marangoni non molla e cerca di mantenere distante il gruppo che avanza rapidamente. A 30 m, quando la vittoria sembrava ormai del corridore della Nippo, viene superato da cinque corridori proprio sulla linea del traguardo. E’ nuovamente Nicola Ruffoni ad aggiudicarsi la tappa, stavolta precedendo Riccardo Minali (Astana, ieri terzo) e il russo Savitskiy, in uno sprint comunque ancora ricco di azzurri (Canola 4°, Marangoni 6° e Nizzolo 8°).
Nibali conclude la tappa al 18° con lo stesso tempo dei primi, mentre – a causa di un buco conteggiato dalla giuria – il leader della classifica Jaime Rosón perde 7″ e così lo Squalo dello Stretto – che ne aveva 5″ di ritardo dal corridore della Caja Rural – lo sorpasso per soli 2”. Le sensazioni per il Giro si fanno così sempre migliori, il siciliano sembra veramente in forma e sicuro di sé. Un’altro passo in avanto verso il Giro sarà sicuramente rappresentato domani dalla penultima e decisiva frazione, caratterizzata dalla doppia ascesa alla Monte Maggiore, la prima a 60 Km dall’arrivo e l’ultima in corrispondenza del traguardo.

Giada Gambino

Dopo la tappa di Zara, Nicola Ruffoni mette in saccoccia anche quella di Umago (foto Bettini)

Dopo la tappa di Zara, Nicola Ruffoni mette in saccoccia anche quella di Umago (foto Bettini)

PINOT BRINDA A TRENTO, MA IL TOUR OF THE ALPES È DI THOMAS

aprile 21, 2017 by Redazione  
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Thibaut Pinot (FDJ) vince a Trento l’ultima tappa del Tour of The Alps 2017 battendo in una volata più che ristretta Brent Bookwalter (BMC) e Geraint Thomas (Sky) dopo una tappa caratterizzata da una fuga di nove ciclisti che si è disintegrata sull’ultimo GPM del Monte Bondone, su cui sono rimasti i migliori della classifica generale. Thomas si aggiudica così la breve corsa alpina dimostrando un’ottima condizione in vista del Giro d’Italia.

L’ultima tappa del Tour of The Alps 2017, la più lunga di questa edizione, prendeva il via da Smarano per arrivare a Trento dopo quasi 200 Km. Da segnalare, tra i non partenti, Damiano Caruso (BMC), Davide Villella e Davide Formolo (Cannondale Drapac). Dopo 11 km dalla partenza Ian Boswell (Sky) era anch’esso costretto al ritiro dopo una caduta. La tappa si animava intorno al km 20, quando iniziavano gli attacchi di diversi ciclisti per riuscire a portare via la fuga di giornata ed al km 30 finalmente questa si concretizzava grazie all’azione di sei ciclisti: Ben Gastauer (AG2R), Joey Rosskopf (BMC), Nicola Bagioli (Nippo Vini Fantini), Daniel Martínez (Wilier Triestina), Francesco Manuel Bongiorno e Paolo Totò (Sangemini – MG.Kvis). Al km 40 ai sei fuggitivi si univano Steve Morabito (FDJ), Sergej Černeckij (Astana), e Francesco Gavazzi (Androni Giocattoli). Al km 45 i nove fuggitivi avevano 3 minuti e 45 secondi di vantaggio sul gruppo tirato dalla Sky. Sul Passo Durone, primo GPM di giornata, era Bongiorno a transitare per primo. I fuggitivi avevano un vantaggio di 2 minuti e 40 secondi sulla coppia della Bardiani formata da Stefano Pirazzi e Simone Sterbini, che avevano a loro volta provato l’attacco mentre il gruppo era segnalato a quasi 5 minuti dai fuggitivi. Gavazzi vinceva lo sprint intermedio di Arco al km 117 mentre i due ciclisti intercalati venivano ripresi dal gruppo poco prima dell’inizio della salita verso il Monte Bondone, secondo e ultimo GPM di giornata, a 34 km dall’arrivo. Gavazzi era uno dei primi fuggitivi a staccarsi dalla fuga e ad essere ripreso dal gruppo e, pian piano, sotto l’impulso della Sky la fuga si sbriciolava. Iniziavano gli attacchi degli uomini di classifica e tra i più attivi erano Thibaut Pinot (FDJ) ed Egan Bernal (Androni Giocattoli). Proprio quest’ultimo allungava nel tratto finale della salita transitando in prima posizione sotto lo striscione del GPM con una ventina di secondi sul primo gruppo inseguitore, comprendente tutti i migliori. Il colombiano veniva ripreso nella discesa verso Trento. Una decina di ciclisti, tutti i più forti, si giocavano quindi la vittoria nel capoluogo regionale. Era Thibaut Pinot che, dopo la delusione di ieri, riusciva ad avere la meglio su Brent Bookwalter (BMC) e Geraint Thomas (Sky). Il francese otteneva così la seconda vittoria stagionale dopo essersi imposto nella seconda tappa della Vuelta a Andalucía. La classifica generale finale vede Thomas prevalere su Pinot per 7 secondi e su Domenico Pozzovivo (Team AG2R) per 20 secondi. Chiudono la top five Michele Scarponi (Astana) e Mikel Landa (Sky), rispettivamente staccati di 26 e 42 secondi. Buone sensazioni anche per il lucano e per il marchigiano in attesa del Giro d’Italia. Per quanto riguarda le altre classifiche, Pascal Ackermann (Bora-Hansgrohe) si aggiudica quella dei traguardi volanti, Alexandr Foliforov (Rusvelo-Gazprom) fa sua quella dei GPM ed infine Egan Bernal (Androni Giocattoli) vince quella del miglior giovane. Adesso, dopo la fine della campagna delle Ardenne con la Liegi-Bastogne-Liegi di domenica ed il Giro di Romandia che inizia martedì prossimo, le attenzioni degli appassionati di ciclismo saranno tutte concentrate sul Giro d’Italia che partirà dalla Sardegna il 5 Maggio.

Giuseppe Scarfone

ORDINE D’ARRIVO

1 Thibaut Pinot (Fra) FDJ 5:13:01
2 Brent Bookwalter (USA) BMC Racing Team
3 Geraint Thomas (GBr) Team Sky
4 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
5 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac 0:00:02
6 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team
7 Egan Bernal (Col) Androni Giocattoli
8 Danilo Celano (Ita) Italy
9 Mikel Landa (Spa) Team Sky
10 Emanuel Buchmann (Ger) Bora-Hansgrohe
11 Sergio Pardilla (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
12 Rodolfo Torres (Col) Androni Giocattoli 0:00:07
13 Rohan Dennis (Aus) BMC Racing Team 0:00:14
14 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:00:57
15 Damiano Cunego (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:01:30
16 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina 0:01:55
17 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team
18 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina
19 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team
20 Hugh Carthy (GBr) Cannondale-Drapac
21 Paolo Totò (Ita) Sangemini – Mg. K Vis 0:03:02
22 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing Team 0:03:28
23 Davide Orrico (Ita) Sangemini – Mg. K Vis 0:04:29
24 Ivan Santaromita (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:04:35
25 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina
26 Fausto Masnada (Ita) Androni Giocattoli
27 Yonder Godoy (Ven) Wilier Triestina
28 Daniel Martinez (Col) Wilier Triestina 0:04:41
29 Steve Morabito (Swi) FDJ
30 Tobias Ludvigsson (Swe) FDJ 0:04:43
31 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale
32 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale
33 Philip Deignan (Irl) Team Sky 0:06:30
34 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom – Rusvelo
35 Sergei Chernetski (Rus) Astana Pro Team 0:07:42
36 Nicholas Schultz (Aus) Caja Rural-Seguros RGA 0:10:24
37 Awet Habtom Tekle (Eri) Bike Aid
38 Clement Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale
39 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team
40 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale
41 Nicola Gaffurini (Ita) Sangemini – Mg. K Vis
42 Francesco Manuel Bongiorno (Ita) Sangemini – Mg. K Vis
43 Jérémy Roy (Fra) FDJ
44 Mattia Cattaneo (Ita) Androni Giocattoli
45 Kenny Elissonde (Fra) Team Sky 0:10:29
46 Eduard Prades (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:13:10
47 Iuri Filosi (Ita) Nippo – Vini Fantini
48 Fabricio Ferrari (Uru) Caja Rural-Seguros RGA 0:14:18
49 David Arroyo (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
50 Simone Velasco (Ita) Bardiani CSF 0:15:29
51 Kilian Frankiny (Swi) BMC Racing Team
52 Alessandro Bisolti (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:15:34
53 Nicola Bagioli (Ita) Nippo – Vini Fantini
54 Jérémy Maison (Fra) FDJ 0:15:38
55 Adne Van Engelen (Ned) Bike Aid 0:17:17
56 Marco Frapporti (Ita) Androni Giocattoli
57 Edoardo Zardini (Ita) Bardiani CSF
58 Michele Gazzara (Ita) Sangemini – Mg. K Vis
59 Andrea Garosio (Ita) Italy
60 Antonio Zullo (Ita) Italy
61 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team
62 Silvio Herklotz (Ger) Bora-Hansgrohe
63 Jan Bárta (Cze) Bora-Hansgrohe
64 Ilia Koshevoy (Blr) Wilier Triestina 0:17:21
65 Ildar Arslanov (Rus) Gazprom – Rusvelo
66 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani CSF 0:17:24
67 Leigh Howard (Aus) Aqua Blue Sport 0:23:35
68 Giacomo Berlato (Ita) Nippo – Vini Fantini
69 Alessandro Tonelli (Ita) Bardiani CSF
70 Sebastian Schönberger (Aut) Tirol Cycling Team
71 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF
72 Pier Paolo De Negri (Ita) Nippo – Vini Fantini
73 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team
74 Paolo Prandini (Ita) Sangemini – Mg. K Vis
75 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom – Rusvelo
76 Igor Boev (Rus) Gazprom – Rusvelo
77 Simone Bernardini (Ita) Sangemini – Mg. K Vis
78 Matthias Krizek (Aut) Tirol Cycling Team
79 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale
80 Filippo Fortin (Ita) Tirol Cycling Team
81 Maximilian Kuen (Aut) Tirol Cycling Team
82 Suleiman Kangangi (Ken) Bike Aid
83 Leonardo Basso (Ita) Italy
84 Ivan Rovny (Rus) Gazprom – Rusvelo
85 Alberto Amici (Ita) Italy
86 Lucas Schwarz (Aut) Tirol Cycling Team
87 Francesco Gavazzi (Ita) Androni Giocattoli
88 Raffaello Bonusi (Ita) Androni Giocattoli
89 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina
90 Pavel Brutt (Rus) Gazprom – Rusvelo
91 Niccolo’ Salvietti (Ita) Sangemini – Mg. K Vis
92 Matteo Natali (Ita) Italy
93 Luca Raggio (Ita) Italy
94 William Bonnet (Fra) FDJ
95 Tom Bohli (Swi) BMC Racing Team
96 Josu Zabala (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
97 Zhandos Bizhigitov (Kaz) Astana Pro Team
98 Johan Le Bon (Fra) FDJ
99 Valens Ndaiasenga (Aut) Tirol Cycling Team
100 Pascal Ackermann (Ger) Bora-Hansgrohe
101 Andrew Fenn (GBr) Aqua Blue Sport
102 Peter Koning (Ned) Aqua Blue Sport
103 Sergey Nikolaev (Rus) Gazprom – Rusvelo
104 Nathan Brown (USA) Cannondale-Drapac
105 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac
106 Daniel Bichlmann (Ger) Bike Aid
107 Simone Sterbini (Ita) Bardiani CSF
108 Dmitriy Kozontchuk (Rus) Gazprom – Rusvelo
109 Rüdiger Selig (Ger) Bora-Hansgrohe 0:23:47
110 Andreas Schillinger (Ger) Bora-Hansgrohe

CLASSIFICA GENERALE

1 Geraint Thomas (GBr) Team Sky 20:49:37
2 Thibaut Pinot (Fra) FDJ 0:00:07
3 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:00:20
4 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team 0:00:27
5 Mikel Landa (Spa) Team Sky 0:00:42
6 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac 0:00:52
7 Emanuel Buchmann (Ger) Bora-Hansgrohe 0:00:54
8 Danilo Celano (Ita) Italy
9 Egan Bernal (Col) Androni Giocattoli 0:01:02
10 Rodolfo Torres (Col) Androni Giocattoli 0:01:16
11 Brent Bookwalter (USA) BMC Racing Team 0:01:49
12 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:02:03
13 Sergio Pardilla (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:02:18
14 Hugh Carthy (GBr) Cannondale-Drapac 0:02:38
15 Damiano Cunego (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:03:35
16 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team 0:03:58
17 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina 0:04:32
18 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina 0:04:42
19 Rohan Dennis (Aus) BMC Racing Team 0:04:46
20 Ivan Santaromita (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:06:42
21 Fausto Masnada (Ita) Androni Giocattoli
22 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale
23 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina 0:06:53
24 Yonder Godoy (Ven) Wilier Triestina 0:08:33
25 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team 0:11:38
26 Steve Morabito (Swi) FDJ 0:12:09
27 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 0:13:12
28 Mattia Cattaneo (Ita) Androni Giocattoli 0:14:19
29 Tobias Ludvigsson (Swe) FDJ 0:14:48
30 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing Team 0:14:52
31 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale 0:15:38
32 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team 0:16:03
33 Clement Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale 0:16:20
34 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom – Rusvelo 0:18:04
35 Kenny Elissonde (Fra) Team Sky 0:20:38
36 Fabricio Ferrari (Uru) Caja Rural-Seguros RGA 0:20:47
37 Daniel Martinez (Col) Wilier Triestina 0:21:05
38 Jérémy Roy (Fra) FDJ 0:21:50
39 Paolo Totò (Ita) Sangemini – Mg. K Vis 0:25:02
40 Ilia Koshevoy (Blr) Wilier Triestina 0:25:06
41 Davide Orrico (Ita) Sangemini – Mg. K Vis 0:26:22
42 Kilian Frankiny (Swi) BMC Racing Team 0:26:29
43 Philip Deignan (Irl) Team Sky 0:27:40
44 Francesco Manuel Bongiorno (Ita) Sangemini – Mg. K Vis 0:27:44
45 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom – Rusvelo 0:27:48
46 Nathan Brown (USA) Cannondale-Drapac 0:28:45
47 Marco Frapporti (Ita) Androni Giocattoli 0:30:51
48 Antonio Zullo (Ita) Italy 0:31:26
49 Sergei Chernetski (Rus) Astana Pro Team 0:35:28
50 Iuri Filosi (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:35:34
51 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani CSF 0:41:00
52 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF 0:41:04
53 Sebastian Schönberger (Aut) Tirol Cycling Team 0:42:01
54 Eduard Prades (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:42:51
55 Jérémy Maison (Fra) FDJ 0:44:41
56 Edoardo Zardini (Ita) Bardiani CSF
57 Silvio Herklotz (Ger) Bora-Hansgrohe 0:45:18
58 Nicholas Schultz (Aus) Caja Rural-Seguros RGA 0:46:55
59 Jan Bárta (Cze) Bora-Hansgrohe 0:46:58
60 Michele Gazzara (Ita) Sangemini – Mg. K Vis 0:47:07
61 Alberto Amici (Ita) Italy 0:49:47
62 Andrea Garosio (Ita) Italy 0:51:32
63 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 0:52:20
64 Nicola Bagioli (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:53:56
65 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac 0:56:23
66 Simone Sterbini (Ita) Bardiani CSF 0:56:52
67 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team 0:57:06
68 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale 0:58:53
69 Alessandro Bisolti (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:59:01
70 Maximilian Kuen (Aut) Tirol Cycling Team 1:01:05
71 Luca Raggio (Ita) Italy 1:01:35
72 Ivan Rovny (Rus) Gazprom – Rusvelo 1:02:41
73 Leigh Howard (Aus) Aqua Blue Sport 1:04:17
74 Matteo Natali (Ita) Italy 1:06:27
75 Awet Habtom Tekle (Eri) Bike Aid 1:08:46
76 Simone Velasco (Ita) Bardiani CSF 1:08:59
77 Tom Bohli (Swi) BMC Racing Team 1:09:14
78 Raffaello Bonusi (Ita) Androni Giocattoli 1:09:18
79 Josu Zabala (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 1:12:18
80 Suleiman Kangangi (Ken) Bike Aid 1:13:01
81 Ildar Arslanov (Rus) Gazprom – Rusvelo 1:13:11
82 Francesco Gavazzi (Ita) Androni Giocattoli 1:13:22
83 Matthias Krizek (Aut) Tirol Cycling Team 1:15:00
84 David Arroyo (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 1:16:40
85 Filippo Fortin (Ita) Tirol Cycling Team 1:17:59
86 Nicola Gaffurini (Ita) Sangemini – Mg. K Vis 1:20:55
87 Johan Le Bon (Fra) FDJ 1:23:05
88 Zhandos Bizhigitov (Kaz) Astana Pro Team 1:24:18
89 Alessandro Tonelli (Ita) Bardiani CSF 1:25:09
90 Dmitriy Kozontchuk (Rus) Gazprom – Rusvelo 1:25:59
91 Pier Paolo De Negri (Ita) Nippo – Vini Fantini 1:27:57
92 Leonardo Basso (Ita) Italy
93 Andreas Schillinger (Ger) Bora-Hansgrohe 1:28:41
94 Adne Van Engelen (Ned) Bike Aid 1:28:51
95 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina 1:29:40
96 William Bonnet (Fra) FDJ
97 Lucas Schwarz (Aut) Tirol Cycling Team 1:29:44
98 Pavel Brutt (Rus) Gazprom – Rusvelo 1:29:49
99 Peter Koning (Ned) Aqua Blue Sport 1:36:16
100 Andrew Fenn (GBr) Aqua Blue Sport
101 Giacomo Berlato (Ita) Nippo – Vini Fantini 1:38:59
102 Simone Bernardini (Ita) Sangemini – Mg. K Vis
103 Sergey Nikolaev (Rus) Gazprom – Rusvelo
104 Niccolo’ Salvietti (Ita) Sangemini – Mg. K Vis 1:43:21
105 Daniel Bichlmann (Ger) Bike Aid
106 Igor Boev (Rus) Gazprom – Rusvelo 1:43:26
107 Valens Ndaiasenga (Aut) Tirol Cycling Team 1:44:14
108 Pascal Ackermann (Ger) Bora-Hansgrohe 1:48:41
109 Rüdiger Selig (Ger) Bora-Hansgrohe 1:48:48
110 Paolo Prandini (Ita) Sangemini – Mg. K Vis 1:52:13

CLASSIFICA GENERALE

Si è conclusa con uno sprint tra i primi della classifica la prima edizione del Tour of the Alps (foto Bettini)

Si è conclusa con uno sprint tra i primi della classifica la prima edizione del Tour of the Alps (foto Bettini)

RUFFONI DOMA UNO SPRINT TUTTO ITALIANO

aprile 21, 2017 by Redazione  
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Dopo la tappa di ieri, che ha visto un buon terzo posto di Vincenzo Nibali, la tappa di oggi è stata meno movimentata. Alla fine l’Italia ha monopolizzato le piazze alte dell’ordine d’arrivo con il successo allo sprint di Nicola Ruffoni della Bardiani CSF che ha avuto la meglio su Giacomo Nizzolo e Riccardo Minali.

Si è corsa in Croazia la tappa più lunga della corsa balcanica, 237 Km da percorrere tra Imoschi e Zara con un percorso di media montagna nella prima parte ed un finale pianeggiante che chiamava alla ribalta i velocisti.
Il cielo è sereno e fin dai primi chilometri parte una fuga di otto corridori, che vengono ripresi soltanto a 3,7 km dal traguardo, grazie all’aumento del ritmo da parte del gruppo. Anche la terza tappa del Giro della Croazia ha visto all’opera una grande Bahrain Merida, che si è sempre trovata nelle prime posizioni. Questo è un altro buon segnale per Vincenzo Nibali in vista del Giro, nonostante il team sia nuovo è già forte e compatto. A un chilometro dall’arrivo l’Astana sembra prendere in mano la situazione, ma allo sprint emergono Ruffoni, Nizzolo e Minali (figlio d’arte, il padre Nicola corse tra i professionisti dal 1993 al 2002), che concludono rispettivamente primo, secondo e terzo. Nonostante il piazzamento il campione italiano Giacomo Nizzolo sembra aver ritrovato la gamba dopo un periodo di riposo. In classifica sale al primo posto lo spagnolo Jaime Rosón (Caja Rural) a causa del ritardo di quasi 2 minuti e mezzo accusato al traguardo del croato Kristijan Đurasek (UAE Team Emirates), che il giorno prima si era imposto sull’arrivo in salita al Biokovo ed era diventato anche leader della corsa. Sale così al secondo posto della generale Nibali, che ora ha soli 5″ di ritardo da Rosón, un gap facilmente colmabile nella tappa di sabato che proporrà l’arrivo in salita al Monte Maggiore. Nel frattempo si correrà un’altra facile tappa destinata ai velocisti, con il traguardo previsto nella località istriana di Umago dopo un tracciato ondulato di 171 Km che prevede la partenza da Cirquenizza.

Giada Gambino

Ruffoni anticipa Nizzolo sul traguardo di Zara, al Giro di Croazia (foto Bettini)

Ruffoni anticipa Nizzolo sul traguardo di Zara, al Giro di Croazia (foto Bettini)

MONTAGUTI, CLES VOLATA! THOMAS ANCORA IN CICLAMINO

aprile 20, 2017 by Redazione  
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A Cles Matteo Montaguti (AG2R) vince una volata abbastanza atipica battendo Thibaut Pinot (FDJ) e Rohan Dennis (BMC) dopo una frazione caratterizzata da una fuga ripresa soltanto a un chilometro dall’arrivo. Geraint Thomas (Sky) resta leader alla vigila dell’ultima tappa.

Finalmente le condizioni meteo, più clementi rispetto ai due giorni precedenti, permettevano alla quarta tappa del Tour of the Alps 2017 di svolgersi regolarmente sul percorso prestabilito, da Bolzano a Cles per poco più di 165 km. Confermati così anche i due GPM da percorrere, entrambi di prima categoria, il Passo della Mendola e la Forcella di Brez. Dopo la partenza si formava la fuga di giornata ad opera di cinque ciclisti, Davide Vilella (Cannondale-Drapac), Kilian Frankiny (BMC), Jérémy Roy (FDJ), Stefano Pirazzi e Simone Andreetta (Bardiani-CSF). I fuggitivi iniziavano le prime rampe della Mendola con 2 minuti e 30 secondi di vantaggio sul gruppo, controllato nelle prime posizioni dagli uomini Sky. Al km 30, il vantaggio della fuga era di 3 minuti e 22 secondi. Roy transitava per primo sul GPM del Passo della Mendola. Sulla Forcella di Brez Stefano Pirazzi restava da solo in testa mentre dal gruppo Dario Cataldo (Astana) usciva dal gruppo all’inseguimento del ciclista laziale. Dei fuggitivi della prima ora soltanto Frankiny cercava di resistere all’assolo di Pirazzi. A circa 40 secondi si formava inizialmente un terzetto che, oltre a Cataldo, comprendeva Alexandr Foliforov (Gazprom Rusvelo) e Thibaut Pinot (FDJ), uomo pericoloso in quanto terzo in classifica a 19″ dal leader della classifica Geraint Thomas (Sky). Pirazzi transitava in prima posizione sulla Forcella di Brez. Nella discesa si segnalava la caduta senza conseguenze di Michele Scarponi (Astana), con il gruppo degli inseguitori che si compattava piano piano all’inseguimento di Pirazzi e Frankiny. Hubert Dupont (AG2R) provava a inseguire i due fuggitivi con il team Sky a controllare in testa al gruppo, dopo che Kenny Ellissonde e Philip Deignan, compagni di Landa e Thomas, erano riusciti a riprendere le prime posizioni del gruppo. Ai meno 20 la coppia di testa aveva 30 secondi di vantaggio su Dupont e 1 minuto sul gruppo tirato sempre dagli uomini Sky. Il francese, dopo un inseguimento durato una decina di chilometri, riusciva a riprendere Pirazzi e Frankiny a poco più di 5 km dall’arrivo. Ai meno 4 i tre di testa avevano 1 minuto di vantaggio sul gruppo tirato da un generoso Mikel Landa. Ai meno 2 un’improvvisa accelerazione del gruppo, stavolta tirato da Cataldo, riduceva nettamente le distanze dai fuggitivi che venivano ripresi proprio sotto la “flamme rouge” dell’ultimo chilometro. La volata era piuttosto disordinata, non essendoci un velocista favorito rispetto agli altri. Era così Matteo Montaguti (AG2R) a superare proprio sull’ultima semicurva sulla destra Pinot e Rohan Dennis (BMC). Il romagnolo ottiene così la prima vittoria stagionale, dopo che l’ultima sua affermazione risaliva al 2010 quando vinse la prima tappa del Giro della Provincia di Reggio Calabria. In classifica generale Geraint Thomas resta primo con 13 secondi su Pinot e 16 secondi su Domenico Pozzovivo (AG2R). Domani è in programma la quinta ed ultima tappa della breve corsa a tappe alpina; è la frazione più lunga con partenza da Smarano ed arrivo a Trento dopo quasi 200 Km. Il Passo Durone, GPM di seconda categoria posto al km 68, farà da antipasto alla successiva scalata del Monte Bondone, GPM di prima categoria a circa 40 km dall’arrivo. Visto quanto successo nelle precedente frazioni Thomas appare come il corridore con le più concrete possibilità di vittoria nel Tour of the Alps, il primo della “seconda vita” dell’oramai ex Giro del Trentino.

Giuseppe Scarfone

ORDINE D’ARRIVO

1 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 4:56:38
2 Thibaut Pinot (Fra) FDJ
3 Rohan Dennis (Aus) BMC Racing Team
4 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team
5 José Mendes (Por) Bora-Hansgrohe
6 Damiano Caruso (Ita) BMC Racing Team
7 Lawrence Warbasse (USA) Aqua Blue Sport
8 Iuri Filosi (Ita) Nippo – Vini Fantini
9 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina
10 Davide Villella (Ita) Cannondale-Drapac
11 Brent Bookwalter (USA) BMC Racing Team
12 Geraint Thomas (GBr) Team Sky
13 Eduard Prades (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
14 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom – Rusvelo
15 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac
16 Emanuel Buchmann (Ger) Bora-Hansgrohe
17 Sergei Chernetski (Rus) Astana Pro Team
18 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
19 Yonder Godoy (Ven) Wilier Triestina
20 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Drapac
21 Egan Bernal (Col) Androni Giocattoli
22 Ivan Santaromita (Ita) Nippo – Vini Fantini
23 Fabricio Ferrari (Uru) Caja Rural-Seguros RGA
24 Jan Bárta (Cze) Bora-Hansgrohe
25 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team
26 Clement Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale
27 Francesco Manuel Bongiorno (Ita) Sangemini – Mg. K Vis
28 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina
29 Fausto Masnada (Ita) Androni Giocattoli
30 Jérémy Maison (Fra) FDJ
31 Danilo Celano (Ita) Italy
32 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team
33 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team
34 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina
35 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing Team
36 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale
37 Rodolfo Torres (Col) Androni Giocattoli
38 Steve Morabito (Swi) FDJ
39 Mikel Landa (Spa) Team Sky
40 Kilian Frankiny (Swi) BMC Racing Team
41 Tobias Ludvigsson (Swe) FDJ
42 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale
43 Damiano Cunego (Ita) Nippo – Vini Fantini
44 Sergio Pardilla (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
45 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom – Rusvelo
46 Mattia Cattaneo (Ita) Androni Giocattoli
47 Hugh Carthy (GBr) Cannondale-Drapac
48 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale
49 Davide Ballerini (Ita) Androni Giocattoli 0:00:45
50 Davide Orrico (Ita) Sangemini – Mg. K Vis 0:01:01
51 Nathan Brown (USA) Cannondale-Drapac 0:01:14
52 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani CSF 0:01:23
53 Antonio Zullo (Ita) Italy 0:02:06
54 Jérémy Roy (Fra) FDJ 0:02:34
55 Daniel Martinez (Col) Wilier Triestina
56 Ilia Koshevoy (Blr) Wilier Triestina
57 Marco Frapporti (Ita) Androni Giocattoli
58 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team 0:03:44
59 Andrea Garosio (Ita) Italy
60 Awet Habtom Tekle (Eri) Bike Aid 0:05:07
61 Kenny Elissonde (Fra) Team Sky 0:06:02
62 Philip Deignan (Irl) Team Sky 0:07:09
63 Edoardo Zardini (Ita) Bardiani CSF 0:07:49
64 Sebastian Schönberger (Aut) Tirol Cycling Team
65 Simone Velasco (Ita) Bardiani CSF
66 Paolo Totò (Ita) Sangemini – Mg. K Vis
67 Silvio Herklotz (Ger) Bora-Hansgrohe
68 Alberto Amici (Ita) Italy
69 Josu Zabala (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
70 Matteo Natali (Ita) Italy
71 Luca Raggio (Ita) Italy
72 Ildar Arslanov (Rus) Gazprom – Rusvelo
73 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team
74 Maximilian Kuen (Aut) Tirol Cycling Team
75 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF
76 Simone Sterbini (Ita) Bardiani CSF
77 Alessandro Bisolti (Ita) Nippo – Vini Fantini
78 Nikodemus Holler (Ger) Bike Aid 0:10:14
79 Suleiman Kangangi (Ken) Bike Aid 0:14:43
80 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina 0:15:58
81 Francesco Gavazzi (Ita) Androni Giocattoli
82 Raffaello Bonusi (Ita) Androni Giocattoli
83 Nicola Gaffurini (Ita) Sangemini – Mg. K Vis
84 Matthias Krizek (Aut) Tirol Cycling Team
85 Nicola Bagioli (Ita) Nippo – Vini Fantini
86 Enrico Salvador (Ita) Tirol Cycling Team
87 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac
88 Peter Koning (Ned) Aqua Blue Sport
89 Michele Gazzara (Ita) Sangemini – Mg. K Vis
90 Stefan Denifl (Aut) Aqua Blue Sport
91 Filippo Fortin (Ita) Tirol Cycling Team
92 Rinaldo Nocentini (Ita) Italy
93 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale
94 Tom Bohli (Swi) BMC Racing Team
95 Pavel Brutt (Rus) Gazprom – Rusvelo
96 Salim Kipkemboi (Ken) Bike Aid
97 Andrew Fenn (GBr) Aqua Blue Sport
98 Luca Wackermann (Ita) Bardiani CSF
99 Dmitriy Kozontchuk (Rus) Gazprom – Rusvelo
100 Nicholas Schultz (Aus) Caja Rural-Seguros RGA
101 Ian Boswell (USA) Team Sky 0:18:41
102 Johan Le Bon (Fra) FDJ
103 Simone Bernardini (Ita) Sangemini – Mg. K Vis
104 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina
105 Timothy Rugg (USA) Bike Aid
106 Calvin Watson (Aus) Aqua Blue Sport
107 Patrick Gamper (Aut) Tirol Cycling Team
108 Matteo Pelucchi (Ita) Bora-Hansgrohe
109 Adne Van Engelen (Ned) Bike Aid
110 Giacomo Berlato (Ita) Nippo – Vini Fantini
111 Paolo Prandini (Ita) Sangemini – Mg. K Vis
112 Niccolo’ Salvietti (Ita) Sangemini – Mg. K Vis
113 Leonardo Basso (Ita) Italy
114 Moreno Moser (Ita) Astana Pro Team
115 Alessandro Tonelli (Ita) Bardiani CSF
116 Pier Paolo De Negri (Ita) Nippo – Vini Fantini
117 Igor Boev (Rus) Gazprom – Rusvelo
118 Valens Ndaiasenga (Aut) Tirol Cycling Team
119 Leigh Howard (Aus) Aqua Blue Sport
120 David Arroyo (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
121 William Bonnet (Fra) FDJ
122 Ivan Rovny (Rus) Gazprom – Rusvelo
123 Martyn Irvine (Irl) Aqua Blue Sport
124 Sergey Nikolaev (Rus) Gazprom – Rusvelo
125 Peter Kennaugh (GBr) Team Sky
126 Zhandos Bizhigitov (Kaz) Astana Pro Team
127 Rüdiger Selig (Ger) Bora-Hansgrohe
128 Andreas Schillinger (Ger) Bora-Hansgrohe
129 Daniel Bichlmann (Ger) Bike Aid
130 Lucas Schwarz (Aut) Tirol Cycling Team
131 Timo Schäfer (Ger) Bike Aid
132 Masakazu Ito (Jpn) Nippo – Vini Fantini
133 Pascal Ackermann (Ger) Bora-Hansgrohe
134 William Clarke (Aus) Cannondale-Drapac

CLASSIFICA GENERALE

1 Geraint Thomas (GBr) Team Sky 15:36:40
2 Thibaut Pinot (Fra) FDJ 0:00:13
3 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:00:16
4 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team 0:00:21
5 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Drapac 0:00:31
6 Mikel Landa (Spa) Team Sky 0:00:36
7 Hugh Carthy (GBr) Cannondale-Drapac 0:00:39
8 Damiano Caruso (Ita) BMC Racing Team 0:00:42
9 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac 0:00:46
10 Emanuel Buchmann (Ger) Bora-Hansgrohe 0:00:48
11 Danilo Celano (Ita) Italy
12 Egan Bernal (Col) Androni Giocattoli 0:00:56
13 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:01:02
14 Rodolfo Torres (Col) Androni Giocattoli 0:01:05
15 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team 0:01:10
16 José Mendes (Por) Bora-Hansgrohe 0:01:48
17 Brent Bookwalter (USA) BMC Racing Team 0:01:51
18 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale 0:01:55
19 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team 0:01:59
20 Damiano Cunego (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:02:01
21 Ivan Santaromita (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:02:03
22 Fausto Masnada (Ita) Androni Giocattoli
23 Sergio Pardilla (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:02:12
24 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina 0:02:14
25 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina 0:02:33
26 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina 0:02:43
27 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 0:02:44
28 Davide Villella (Ita) Cannondale-Drapac 0:03:48
29 Mattia Cattaneo (Ita) Androni Giocattoli 0:03:51
30 Yonder Godoy (Ven) Wilier Triestina 0:03:54
31 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom – Rusvelo 0:04:09
32 Rohan Dennis (Aus) BMC Racing Team 0:04:28
33 Nathan Brown (USA) Cannondale-Drapac 0:05:06
34 Clement Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale 0:05:52
35 Lawrence Warbasse (USA) Aqua Blue Sport 0:06:25
36 Fabricio Ferrari (Uru) Caja Rural-Seguros RGA
37 Steve Morabito (Swi) FDJ 0:07:24
38 Ilia Koshevoy (Blr) Wilier Triestina 0:07:41
39 Tobias Ludvigsson (Swe) FDJ 0:10:01
40 Kenny Elissonde (Fra) Team Sky 0:10:05
41 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale 0:10:51
42 Kilian Frankiny (Swi) BMC Racing Team 0:10:56
43 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing Team 0:11:20
44 Jérémy Roy (Fra) FDJ 0:11:22
45 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom – Rusvelo 0:11:30
46 Marco Frapporti (Ita) Androni Giocattoli 0:13:30
47 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team 0:14:04
48 Antonio Zullo (Ita) Italy 0:14:05
49 Daniel Martinez (Col) Wilier Triestina 0:16:20
50 Francesco Manuel Bongiorno (Ita) Sangemini – Mg. K Vis 0:17:16
51 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF 0:17:25
52 Sebastian Schönberger (Aut) Tirol Cycling Team 0:18:22
53 Philip Deignan (Irl) Team Sky 0:21:06
54 Davide Orrico (Ita) Sangemini – Mg. K Vis 0:21:49
55 Paolo Totò (Ita) Sangemini – Mg. K Vis 0:21:56
56 Iuri Filosi (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:22:20
57 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani CSF 0:23:32
58 Alberto Amici (Ita) Italy 0:26:08
59 Edoardo Zardini (Ita) Bardiani CSF 0:27:20
60 Sergei Chernetski (Rus) Astana Pro Team 0:27:42
61 Silvio Herklotz (Ger) Bora-Hansgrohe 0:27:57
62 Jérémy Maison (Fra) FDJ 0:28:59
63 Eduard Prades (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:29:37
64 Jan Bárta (Cze) Bora-Hansgrohe
65 Michele Gazzara (Ita) Sangemini – Mg. K Vis 0:29:46
66 Davide Ballerini (Ita) Androni Giocattoli 0:30:18
67 Ian Boswell (USA) Team Sky 0:30:41
68 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac 0:32:44
69 Simone Sterbini (Ita) Bardiani CSF 0:33:13
70 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team 0:33:27
71 Andrea Garosio (Ita) Italy 0:34:11
72 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 0:34:59
73 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale 0:35:14
74 Nicholas Schultz (Aus) Caja Rural-Seguros RGA 0:36:27
75 Maximilian Kuen (Aut) Tirol Cycling Team 0:37:26
76 Luca Raggio (Ita) Italy 0:37:56
77 Nicola Bagioli (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:38:18
78 Ivan Rovny (Rus) Gazprom – Rusvelo 0:39:02
79 Leigh Howard (Aus) Aqua Blue Sport 0:40:38
80 Matteo Natali (Ita) Italy 0:42:48
81 Nikodemus Holler (Ger) Bike Aid 0:43:10
82 Stefan Denifl (Aut) Aqua Blue Sport 0:43:15
83 Alessandro Bisolti (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:43:23
84 Tom Bohli (Swi) BMC Racing Team 0:45:35
85 Raffaello Bonusi (Ita) Androni Giocattoli 0:45:39
86 Josu Zabala (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:48:39
87 Peter Kennaugh (GBr) Team Sky 0:49:10
88 Suleiman Kangangi (Ken) Bike Aid 0:49:22
89 Francesco Gavazzi (Ita) Androni Giocattoli 0:49:43
90 Matthias Krizek (Aut) Tirol Cycling Team 0:51:21
91 Simone Velasco (Ita) Bardiani CSF 0:53:26
92 Filippo Fortin (Ita) Tirol Cycling Team 0:54:20
93 Ildar Arslanov (Rus) Gazprom – Rusvelo 0:55:46
94 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina 0:57:45
95 Rinaldo Nocentini (Ita) Italy
96 Salim Kipkemboi (Ken) Bike Aid 0:58:15
97 Awet Habtom Tekle (Eri) Bike Aid 0:58:18
98 Johan Le Bon (Fra) FDJ 0:59:26
99 Masakazu Ito (Jpn) Nippo – Vini Fantini 1:00:28
100 Zhandos Bizhigitov (Kaz) Astana Pro Team 1:00:39
101 Luca Wackermann (Ita) Bardiani CSF 1:01:10
102 Alessandro Tonelli (Ita) Bardiani CSF 1:01:30
103 David Arroyo (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 1:02:18
104 Enrico Salvador (Ita) Tirol Cycling Team 1:02:20
105 Dmitriy Kozontchuk (Rus) Gazprom – Rusvelo
106 Pier Paolo De Negri (Ita) Nippo – Vini Fantini 1:04:18
107 Leonardo Basso (Ita) Italy
108 Andreas Schillinger (Ger) Bora-Hansgrohe 1:04:50
109 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina 1:06:01
110 William Bonnet (Fra) FDJ
111 Lucas Schwarz (Aut) Tirol Cycling Team 1:06:05
112 Pavel Brutt (Rus) Gazprom – Rusvelo 1:06:10
113 Nicola Gaffurini (Ita) Sangemini – Mg. K Vis 1:10:27
114 Adne Van Engelen (Ned) Bike Aid 1:11:30
115 Moreno Moser (Ita) Astana Pro Team 1:11:38
116 Peter Koning (Ned) Aqua Blue Sport 1:12:37
117 Andrew Fenn (GBr) Aqua Blue Sport
118 Simone Bernardini (Ita) Sangemini – Mg. K Vis 1:15:20
119 Giacomo Berlato (Ita) Nippo – Vini Fantini
120 Martyn Irvine (Irl) Aqua Blue Sport
121 Sergey Nikolaev (Rus) Gazprom – Rusvelo
122 Patrick Gamper (Aut) Tirol Cycling Team 1:15:34
123 Niccolo’ Salvietti (Ita) Sangemini – Mg. K Vis 1:19:42
124 Daniel Bichlmann (Ger) Bike Aid
125 Calvin Watson (Aus) Aqua Blue Sport 1:19:46
126 Igor Boev (Rus) Gazprom – Rusvelo 1:19:47
127 Timo Schäfer (Ger) Bike Aid 1:19:55
128 Timothy Rugg (USA) Bike Aid 1:20:04
129 Valens Ndaiasenga (Aut) Tirol Cycling Team 1:20:35
130 Rüdiger Selig (Ger) Bora-Hansgrohe 1:24:57
131 Pascal Ackermann (Ger) Bora-Hansgrohe 1:25:02
132 William Clarke (Aus) Cannondale-Drapac
133 Matteo Pelucchi (Ita) Bora-Hansgrohe 1:28:34
134 Paolo Prandini (Ita) Sangemini – Mg. K Vis

Matteo Montaguti torna al successo dopo 7 anni dattesa e lascia la sua impronta nella 4a frazione del Tour of the Alps (foto Bettini)

Matteo Montaguti torna al successo dopo 7 anni d'attesa e lascia la sua impronta nella 4a frazione del Tour of the Alps (foto Bettini)

EMIRI ANCORA IN FESTA IN CROAZIA, BUON TERZO POSTO PER VINCENZO NIBALI

aprile 20, 2017 by Redazione  
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La seconda tappa del Giro della Croazia prevedeva un arrivo in salita, una perfetta prova per il grande favorito del Giro d’Italia Vincenzo Nibali. Lo Squalo dello Stretto in questa tappa è stato sempre nelle prime posizioni insieme ai suoi compagni, che hanno svolto un grande lavoro in suo favore. La vittoria è andata al corridore di casa del ciclista Kristijan Đurasek , militante nella formaziona araba della UAE Team Emirates, vittoriosa anche nella giornata d’apertura.

La seconda tappa del Tour of Croatia prevedeva la lunga salita finale verso il monte Biokovo, oltre 25 Km da percorrere all’insù, ma a causa del maltempo in mattinata l’organizzazione aveva preso la decisione di anticipare il traguardo di circa 14 Km. Poco dopo il via parte una fuga con cinque corridori, che vengono ripresi definitivamente a circa 18 km dal traguardo. Quattro uomini della Bahrain Merida – Agnoli, Boaro, Pellizotti e Siutsou – sono stati per gran pare della corsa in testa al gruppo a fare l’andatura e controllare la corsa per il loro capitano, Vincenzo Nibali. Iniziata la salita finale, cominciano gli scatti da parte di vari corridori, ma il team del siciliano continua a tenere alto il ritmo, recuperando i vari tentativi di fuga. A circa 12 km dal traguardo si stacca Manuale Boaro, dopo aver svolto un grande lavoro per lo Squalo dello Stretto, che sembra avere una buona pedalata, un buon segno in vista della Corsa Rosa. A circa 4 km scatta Samojlau della CCC, ma il gruppo avanza rapidamente con Pellizotti, che riesce a riprendere il fuggitivo bielorusso. A 1900 m dal traguardo è proprio Nibali a scattare; alla sua ruota si attaccano altri cinque corridori, ovvero il suo compagno Siutsou insieme a Rosòn, Đurasek, Hirt e Grossschartner. Mancano meno di 200 m, si supera l’ultima curva e Đurasek scatta andando a tagliare il traguardo per primo. Lo “Squalo” arriva terzo: il Giro è sempre più vicino e la condizione di Nibali migliora di giorno in giorno, allontanando lo spettro della débâcle vista alla Tirreno-Adriatico.

Giada Gambino

Il croato Durasek precede lo spagnolo Roson Garcia sul traguardo disegnato sulle pendici del Biokovo, seconda montagna per altezza della Croazia (foto Bettini)

Il croato Durasek precede lo spagnolo Roson Garcia sul traguardo disegnato sulle pendici del Biokovo, seconda montagna per altezza della Croazia (foto Bettini)

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