SULL’ALTO DE LA REINA IL RE E’ MAS. TAPPA E MAGLIA PER LO SPAGNOLO
Tappa e maglia per Enric Mas (Movistar) nella tappa più attesa della Volta a la Comunitat Valenciana, il corridore spagnolo si impone in salita sull’Alto de la Reina dimostrando di essere il più forte tra gli uomini di classifica attesi quest’oggi, al secondo posto Victor Lafay (Cofidis), mentre al terzo arriva Elie Gesbert (Arkea-Samsic). Rivoluzionata la classifica generale con il capitano della Movistar in testa ed a seguire a 8” e 17” i due battuti di giornata.
La terza tappa della Volta a la Comunitat Valenciana parte in sordina quasi a suggerire che l’arrivo odierno è questione tra i capitani delle formazioni in gara, infatti è al km 65 di corsa che riesce a sganciarsi la fuga di giornata complice un leggero tratto in lieve ascesa che dà lo slancio all’azione di un gruppetto formato da ben 16 atleti, questi sono: Antonio Angulo e Mikel Iturria (Euskaltel-Euskadi), Imanol Erviti (Movistar), Antoine Raugel (Groupama-FDJ), Caleb Ewan (Lotto Soudal), Rémy Rochas e José Herrada (Cofidis), Thibault Guernalec e Diego Rosa (Arkea-Samsic), Alejandro Osorio e Jon Irisarri (Caja Rural-Seguros RGA), Mathijs Paaschens e Jelle Vanendert (Bingoal Pauwels Sauces WB), Thibault Ferasse (B&B Hotels), Daniel Navarro (Burgos-BH). Il gruppo non concede grande spazio tenendo i fuggitivi sempre sotto controllo con il vantaggio massimo della fuga di 1’:00. In testa al gruppo inseguitore il lavoro è svolto da Groupama-Fdj e Movistar nonostante in avanscoperta abbiano entrambe le squadre un proprio uomo, aspetto che evidenzia ancor di più la volontà di puntare alla tappa con i capitani tenuti al riparo da rischi nella prima parte del gruppo. La fuga così viene ripresa subito dopo l’inizio della salita di terza categoria verso l’Alto de Embarcadero quando mancano 58 Km al traguardo, gruppo che viaggia compatto fino alla seconda salita odierna, quella che porta ad Otonel, questa, come la conclusiva, di seconda categoria. Iniziata la scalata provano un allungo Txomin Juaristi (Euskaltel-Euskadi), nuovamente Osorio e Alex Molenaar (Burgos-BH) ma devono cedere ad un contrattacco di Enric Mas (Movistar) che con facilità riprende i battistrada e mette in crisi il leader Miles Scotson (Groupama-Fdj), il quale perde contatto passando al GPM con 30” di ritardo e, di fatto, abdicando il primato nella generale senza riuscire a ricucire il gap. Dopo lo scollinamento la testa della corsa risulta formata da un gruppetto con dentro Enric Mas e Nelson Oliveira (Movistar), Victor Lafay e Remy Rochas (Cofidis), Luis Angel Maté e Gotzon Martin (Euskaltel-Euskadi), Stefan Küng (Groupama-FDJ), Elie Gesbert (Arkea-Samsic), e Remy Mertz (Pauwels Bingoal Saucen WB). Questi uomini andranno a giocarsi la vittoria finale verso l’arrivo all’alto de la Reina. Il primo a mettere giù uno scatto è Nelson Olivera, costringendo gli altri a ricucire mentre il suo capitano resta coperto. Gruppetto che torna subito compatto fino ai 3 Km dalla conclusione quando parte Victor Lafay, sul francese si riportano poco dopo Enric Mas insieme a Elie Gesbert. Sono loro tre i più forti ma nessuno è in grado però di fare subito la differenza così che arrivano insieme ai 250m dal traguardo, qui grazie ad una progressione di forza Enric Mas riesce a togliersi di ruota i due francesi con Lafay che arriva a distaccato di 2” e Gesbert a 8”. Completano l’arrivo la coppia dell’Euskaltel Euskadi Luis Angel Mate quarto a 29” e Gotzon Martin a 31”. Naufraga, invece l’ex leader Miles Scotson arrivato ad oltre 3’. In classifica generale Enric Mas si porta al comando con 8” su Lafay, 17” su Gesbert. Domani altra frazione che potrà portare qualche novità in classifica generale in quanto è prevista la crono che da 14Km di Playa Almenara.
Antonio Scarfone

Enric Mas vince la terza tappa della Valenciana (foto: Getty Images Sport)
DEMARE METTE LE ALI AD ALICANTE. SCOTSON RESTA LEADER DELLA GENERALE
Arnaud Démare (Groupama-FDJ) torna alla vittoria nella corsa iberica sul traguardo bagnato di Alicante battendo Timothy Dupont (Intermarché-Wanty Gobert Matèriaux) e Caleb Ewan (Lotto Soudal). In classifica generale Miles Scotson (Groupama-FDJ), arrivato con il gruppo dei migliori mantiene la maglia di leader.
La seconda tappa della Volta a la Comunitat Valenciana con partenza ed arrivo ad Alicante è caratterizzata da continui scatti in testa al gruppo per far nascere la fuga di giornata; gli uomini a centrarla sono in cinque: Robin Carpenter (Rally Cycling), Angel Madrazo (Burgos-BH), Ibon Ruiz (Equipo Kern Pharma), Xabier Mikel Azparren (Euskaltel-Euskadi) e Brent Van de Kerkhove (Tarteletto-Isorex). Il plotone al comando acquisirà un vantaggio massino di circa 4’. Sono soprattutto le squadre dei velocisti, anche memori dell’epilogo della prima tappa, a far sì che la fuga non prenda troppo margine controllando la corsa e ricucendo il distacco già a 50 Km dalla conclusione a 1’:30”. A fare l’andatura in testa al gruppo sono soprattutto due formazioni, la Groupama-FDJ e la Arkéa-Samsic. Davanti, intanto, a 30 Km dall’arrivo il primo a perdere contatto è Van de Kerkhove, restano in avanscoperta quattro uomini lasciati a bagnomaria dal gruppo. Sotto l’impulso della Movistar il vantaggio scende ancora, siamo sotto il minuto a 10Km dall’arrivo. Velocità altissima e fuga annullata poco prima dei 3Km da Alicante. In testa anche la Lotto Soudal che insieme alla Groupama-FDJ conducono i loro uomini veloci in testa, il primo a partire, a 150m dalla linea del traguardo è il francese Arnaud Démare che scatenava tutta la sua potenza sull’asfalto reso insidioso dalla pioggia. Nulla può Caleb Ewan, terzo, che smette addirittura di pedalare negli ultimi metri facendosi sopravanzare in seconda posizione Timothy Dupont in ripresa partito più lungo, quarto Simone Consonni (Cofidis, Solutions Crédits). Il campione francese piazza così in terra iberica il suo secondo successo stagionale. Invariata la classifica generale con l’australiano Miles Scotson (Groupama-FDJ) a mantenere la maglia di leader. Domani terza tappa da Torrent verso l’arrivo in salito ad Alto de la Reina che di certo andrà a ridisegnare il volto della classifica generale con gli uomini più attesi chiamati ad uscire allo scoperto.
Antonio Scarfone

La vittoria di Arnaud Demare ad Alicante (foto: Bettini Photo)
SCOTSON, 20 KM DI BRILLANTEZZA. TAPPA E MAGLIA PER L’AUSSIE NELLA PRIMA TAPPA DELLA VALENCIANA
La Volta a la Comunitat Valenciana si apre con la vittoria in solitaria di Miles Scotson (Groupama-FDJ) bravo a piazzare l’attacco vincente a circa 20 Km dalla conclusione della prima tappa in linea della corsa iberica, nonostante una scivolata a 4Km dall’arrivo dal traguardo di Ondara. Alle sue spalle regola il gruppo dei migliori John Degenkolb (Lotto Soudal).
La Volta a la Comunitat Valenciana, rinviata da febbraio ad Aprile causa covid, offre un percorso movimentato ma non troppo, con cinque tappe che possono favorire velocisti ma anche finisseur. In particolare la quarta tappa, la cronometro individuale di 14 km da Xilxes a Playa Almenara, può dire molto sull’esito finale della corsa, con i cronomen che hanno una ghiotta opportunità per distinguersi e provare a dire la loro. La corsa iberica offre subito una prima tappa con un profilo abbastanza movimentato, il via è dato da Elche per arrivare dopo 159,5 Km ad Ondara, poco dopo l’inizio la corsa è subito caratterizzata dalla fuga di giornata pronta a formarsi grazie all’azione in avanscoperta di cinque uomini: Lennert Teugels (Team Tarteletto Isorex), Maxime Cam (Team B&B Hotels), Stephen Bassett (Team Rally Cycling), Raffaele Radice (Team Mg K Vis) e Ibon Ruiz (Team Kern Pharma). Il gruppo lascia fare e nel giro di 10Km il loro vantaggio è subito di 3’:30” per arrivare verso metà tappa ad un massimo di 6’. Sul primo GPM di Maigmò scollinava per primo Ruiz. Lo spagnolo si ripeteva dopo una ventina di km secondo GPM in programma, quello di Alcalali. Il gruppo prendeva le misure alla fuga e recuperava terreno nella seconda parte della tappa. Sul terzo GPM di Sa Creueta il gruppo accelerava ulteriormente, con gli uomini del Team Euskaltel Euskadi e del Team Movistar molto attivi. La fuga iniziava a perdere qualche elemento e Ruiz attaccava in solitaria. Anche la Groupama FDJ si impegnava nell’inseguimento e nelle prime posizioni si notava Stefan Kung con la maglia rossa di campione svizzero. La fuga veniva ripresa definitivamente a circa 25 km dall’arrivo. Ricominciavano attacchi e contrattacchi ed il più convinto era Miles Scotson (Team Groupama FDJ) che si avvantaggiava progressivamente, favorito anche da alcune indecisioni del gruppo che rallentava a causa di una caduta che coinvolgeva due ciclisti. Il ciclista australiano, ottimo passista, guadagnava quasi un minuto sul gruppo inseguitore e nonostante una scivolata in una curva verso sinistra a cirva 3 km dalla conclusione, tagliava a braccia alzate il traguardo di Elche, ottenendo la prima vittoria stagionale ed anche la prima vittoria di un ciclista australiano alla breve corsa spagnola. Il gruppo veniva regolato a 28 secondi di ritardo da John Degenkolb (Team Lotto Soudal), mentre Alan Riou (Team Arkea Samsic) chiudeva il podio parziale. Completavano la top five Colin Joyce (Team Rally Cycling) in quarta posizione e Simone Consonni (Team Cofidis) in quinta posizione. In classifica generale Scotson conduce con 32 secondi di vantaggio su Degenkolb e 34 secondi di vantaggio su Riou. Domani è in programma la seconda tappa da Alicante ad Alicante di 177 km. L’unico GPM in programma posto al km 68 potrebbe fare selezione essendo una salita di 6.2 km a quasi il 6% di pendenza media. E la seconda parte della tappa, piuttosto movimentata, darà sicuramente spazio a nuovi attacchi. Scotson dovrà tenere gli occhi bene aperti e non diamo per scontato che possa tenere la maglia.
Antonio Scarfone

La vittoria di Miles Sctson ad Elche (foto: Agencia EFE)
PIDCOCK METTE LA FRECCIA E VINCE AD OVERIJSE. BATTUTI VAN AERT E TRENTIN
Tra attacchi e contrattacchi la Freccia del Brabante riserva sempre spettacolo e si accende nel finale. A meno di 30 km dalla conclusione ci prova Matteo Trentin (UAE Team Emirates) ma l’italiano si arrende al deciso ritorno di Wout Van Aert (Team Jumbo Visma) e Thomas Pidcock (Team INEOS Grenadiers). Proprio quest’ultimo, alla prima vittoria stagionale, ha la meglio nella volata ristretta di Overijse su Van Aert e Trentin.
La Freccia del Brabante segna come da tradizione lo spartiacque tra le classiche del pavè e quelle delle cotes sulle Ardenne. L’anno scorso fu una lotta a due tra Julian Alaphilippe e Mathieu van der Poel, i quali sono assenti nell’edizione 2021 e cedono il testimone, per così dire, a Wout van Aert (Team Jumbo Visma), favorito d’obbligo in una lista partenti che vede altri ciclisti usciti con una buona gamba dalle ultime corse del nord come Greg Van Avermaet (Team AG2R), Matteo Trentin (UAE Team Emirates), Sonny Colbrelli (Team Bahrain Victorious), Michael Matthews (Team Bikeexchange). Inoltre da seguire attentamente la Deceuninck Quick Step che schiera una formazione solida e pronta ad attaccare con gente come Lampaert, Senechal e Honorè. Sono poco più di 200 i km da percorrere da Leuven ad Overijse con ben 27 cotes da affrontare. Da segnalare che il Moskesstraat, uno dei punti in cui può decidersi la corsa, dovrà essere percorso quattro volte ma allo stesso tempo è meno duro del solito perchè è stato pavimentato recentemente e presenta una superficie stradale molto più uniforme e meno impegnativa da percorrere. Dopo la partenza da Leuven il gruppo procedeva compatto e soltanto intorno al km 30 si formava la fuga che avrebbe caratterizzato la prima parte della corsa, gli attaccanti erano nove: Bryan Coquard (Team B&B Hotels), Ludovic Robeet (Team Bingoal Pauwels), Jordi Meeus (Team Bora Hansgrohe), Andreas Leknessund (Team DSM), Julian Mertens (Team Sport Vlaanderen Baloise), Anders Skaarseth (Uno-X Pro Cycling Team), Brent Van Moer (Team Lotto Soudal), Emmanuel Morin (Team Cofidis) e Kevin Van Melsen (Team Intermarchè Wanty Gobert). Dopo 50 km la fuga aveva quasi 4 minuti di vantaggio sul gruppo. Dopo 80 km la fuga aveva aumentato il vantaggio a 6 minuti. A circa 80 km dall’arrivo nel gruppo inseguitore attaccavano Toms Skujins (Team Trek Segafredo), Remi Cavagna (Team Deceuninck Quick Step), Robert Stannard (Team Bikeexchange) e Sven Erik Bystrom (UAE Team Emirates). Sulla seconda ascesa del Moskesstraat la fuga iniziale aveva 40 secondi di vantaggio sul quartetto alle sue spalle mentre il gruppo principale inseguiva a circa 1 minuto e mezzo. Sul quartetto alle spalle della testa della corsa rientravano Dylan Teuns (Team Bahrain Victorious), Benoit Cosnefroy (Team AG2R) ed Oscar Riesebeek (Team Alpecin Fenix). Il gruppo principale non restava a guardare ed a 50 km dall’arrivo, dopo un’allundo di Eddie Dunbar (Team INEOS Grenadiers) si muovevano i nomi grossi, tra cui Colbrelli, Van Aert e Matthews, che allungavano il gruppo. Erano Jumbo Visma ed INEOS Grenadiers a tenere alta l’andatura in testa al gruppo inseguitore, mentre i due gruppetti davanti si riunivano. Una caduta a 38 km dall’arrivo tagliava fuori una decina di ciclisti del gruppo inseguitore tra cui Sonny Colbrelli e Florian Senechal (Team Deceuninck Quick Step). Si avvantaggiavano Thomas Pidcock (Team INEOS Grenadiers), Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e l’onnipresente Van Aert che rientravano sul secondo gruppo inseguitore a 33 km dall’arrivo. Erano così in 16 in testa alla corsa con il gruppo che inseguiva a 38 secondi ritardo, proprio mentre veniva affrontato il Moskesstraat per la terza volta. A 29 km dal termine restavano in testa Cavagna, Cosnefroy, Teuns, Meeus, Pidcock, Van Aert, Stannard, Leknessund, Skujins, Trentin e Riesebeek. Trentin allungava a 28 km dall’arrivo. Ide Schelling (Team Bora Hansgrohe) rientrava sul primo gruppo all’inseguimento di Trentin. A 20 km dal termine Trentin aveva 15 secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore. Erano Pidcock e Van Aert che si accollavano in prima persona l’inseguimento nei confronti del ciclista italiano, che veniva ripreso proprio dalla coppia suddetta a 14 km dall’arrivo. Il terzetto di testa non veniva più raggiunto e si giocava la vittoria in una volata ristretta. Era Pidcock ad avere la meglio su Van Aert mentre Trentin chiudeva in terza posizione. Completavano la top five Ide Schelling al quarto posto e Robert Stannard al quinto posto. Pidcock, dopo un terzo posto alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne e un quinto posto alle Strade Bianche, ottiene la prima vittoria stagionale con merito, avendo dimostrato nell’arco di tutta la corsa di avere una gamba eccellente. Adesso come accennato all’inizio l’attenzione si rivolge alle classiche delle Ardenne, a cominciare da domenica 18 Aprile quando si svolgerà l’Amsel Gold Race, che inaugurerà una settimana calda che prevede in rapida successione anche Freccia Vallone (mercoledì 21 Aprile) e Liegi-Bastogne-Liegi (domenica 25 Aprile).
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Tom Pidcock alla Freccia del Brabante (foto: Getty Images)
AD ARRATE LA SPUNTA GAUDU. PRIMOZ ROGLIC VINCE IL GIRO DEI PAESI BASCHI 2021
David Gaudu (Team Groupama FDJ) batte Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) al termine di un’ultima tappa avvincente, con attacchi e contrattacchi già dai primi km. A farne le spese è Brandon McNulty (UAE Team Emirates) che si arrende all’esuberanza dello sloveno, alla prima vittoria stagionale di una corsa a tappe dopo la beffa della Parigi – Nizza.
Sono 112 i km dell’ultima tappa del Giro dei Paesi Baschi 2021 da Ondarroa ad Arrate. Con la classifica generale che vede i primi cinque ciclisti nell’arco di 43 secondi è senz’altro la tappa decisiva dell’intera corsa a tappe spagnola. Gli attacchi che si sono succeduti nelle precedenti tappe avranno il loro culmine proprio oggi, anche perché con ben sette GPM in programma i ciclisti che possono ancora sperare nella vittoria finale non si tireranno indietro. Brandon McNulty (UAE Team Emirates), l’attuale maglia gialla, ne sa qualcosa visto che proprio con un attacco in discesa nella tappa di giovedì ha dato il benservito a Primoz Roglic (Team Jumbo Visma), incapace di prendere le misure sullo statunitense. E proprio Roglic, secondo in classifica, è atteso oggi all’azione visto che i 23 secondi di ritardo da McNulty possono essere sulla carta ridotti o annullati. Non sono da sottovalutare neanche gli abbuoni finali, per una conclusione ancora molto incerta. Dopo la partenza da Ondarroa si iniziava subito a scalare il primo GPM di Arribinieta. Il gruppo imponeva un ritmo già elevato ma non vi erano ancora attacchi tali da pprtare via una fuga. Carlos Verona (Team Movistar) scollinava in prima posizione. Le cose si movimentavano un po’ di più lungo l’ascesa di Elkorrieta. Ad avvantaggiarsi erano in tre: Antwan Tolhoek (Team Jumbo Visma), Christopher Juul-Jensen (Team Bikeexchange) e Patrick Bevin (Team Israel StartUp Nation). Tra il secondo ed il terzo GPM il gruppo rientrava sui tre di testa. Si formava un drappello di una quarantina di ciclisti che vedeva in testa a tirare uomini del Team Astana e dell’UAE Team Emirates Sul GPM di Elosua-Gorda, il quarto in programma, si avvantaggiava un gruppo formato da 14 ciclisti. Oltre a Verona, Tolhoek e Bevin erano presenti Omar Fraile (Team Astana), Marc Hirschi (UAE Team Emirates), Enric Mas (Team Movistar), Hugh Carthy (Team EF Education Nippo), Mauri Vansevenant (Team Deceuninck Quick Step), Guillaume Martin (Team Cofidis), Richard Carapaz (Team INEOS Grenadiers), Sam Oomen (Team Jumbo Visma), Ben O’Connor (Team AG2R Citroen), Mark Padun (Team Bahrain Victorious) e Pierre Latour (Team Total Direct Energie). Nella succesiva discesa provavano ad evadere dal gruppo maglia gialla Primoz Roglic (Team Jumbo Visma), Alejandro Valverde (Team Movistar), Ion Izagirre e Alex Aranburu (Team Astana), David Gaudu (Team Groupama FDJ) e Gino Mader (Team Bahrain Victorious). Questi contrattaccanti raggiungevano la fuga principale che comprendeva così 19 ciclisti in totale. Il gruppo maglia gialla inseguiva a circa 15 secondi di ritardo quando mancavano 55 km alla conclusione. Il gruppo di testa avava circa 40 secondi di vantaggio sul gruppo inseguitore quando mancavano 50 km all’arrivo, con ancora tre GPM da affrontare. Sul successivo GPM di Krabelin il gruppetto in testa perdeva pezzi e scollinavano in tre: Roglic, Gaudu e Carthy. Nelle retrovie la maglia gialla McNulty era in difficoltà e così Pogacar lo lasciava al suo destino provando a rientrare sui ciclisti in testa insieme ad Adam Yates (Team INEOS Grenadiers) e Gino Mader. A 43 km dall’arrivo, ovvero all’inizio della discesa verso il primo traguardo intermedio di Markina-Xemein, Roglic, Gaudu e Carthy avevano 30 secondi di vantaggio su un gruppetto formato da Pogacar, Mader, Yates, Valverde, Vansevenant e Vingegaard. A 30 km dall’arrivo il terzetto di testa aveva 55 secondi di vantaggio sugli immediati inseguitori. A 15 km dall’arrivo Roglic, Gaudu e Carthy avevano ancora 55 secondi di vantaggio su un gruppo di 11 ciclisti formato da Pogacar, Valverde, Vingegaard, Izagirre, Vansevenant, Yates, O’Connor, Bilbao, Ruben Fernandez (Team Cofidis), Esteban Chaves (Team Bikeexchange) e Mikel Landa (Team Bahrain Victorious). McNulty, ad oltre 3 minuti di ritardo dalla testa della corsa, era ormai tagliato fuori dai giochi. Il terzetto in testa affrontava l’ultimo GPM di Usartza con 42 secondi di vantaggio sul gruppo Pogacar. Carthy non riusciva a reggere il ritmo imposto da Gaudu e Roglic e si staccava. A 4 km dall’arrivo era ormai una lotta a due per la vittoria di tappa. Era Gaudu a imporsi su Roglic, dopo una sorta di tacito accordo con lo sloveno: al francese la tappa, a Roglic la vittoria finale. Lo sprint per il terzo posto premiava Valverde, a 34 secondi di ritardo da Gaudu, mentre quarto era Yates e quinto Pogacar. Il francese ottiene la seconda vittoria stagionale e conferma di avere una buona gamba in vista degli appuntamenti successivi. Roglic, dopo la beffa della Parigi – Nizza, vince il suo secondo Giro dei Paesi Baschi con 52 secondi di vantaggio su Vingegaard e 1 minuto e 7 secondi di vantaggio su Pogacar. Per quanto riguarda le altre classifiche Roglic vince anche quella a punti e quella dei GPM, mente Vingegaard si aggiudica quella di miglior giovane. Adesso incombono le Ardenne ma la Spagna sarà ancora protagonista la settimana entrante con la Volta a la Comunitat Valenciana – inizialmente prevista in calendario lo scorso Febbraio – che si disputerà tra il 14 ed il 18 Aprile dopo essere stata rinviata a causa del coronavirus.
Giuseppe Scarfone

La Vittoria di David Gaudu ad Arrate (foto: Getty Images)
I LUPI DI ONDARROA NON LASCIANO SCAMPO. HONORE’ VINCE LA TAPPA. MCNULTY RESTA LEADER
La quinta tappa del Giro dei Paesi Baschi 2021 si decide con la fuga di giornata che è composta da sei uomini e comprende due ciclisti della Deceuninck Quick Step. Il Wolfpack conferma la sua sete di vittoria tanto che con gli attacchi nel finale sono Mikkel Honorè e Josef Cerny a giocarsi la vittoria di tappa. E’ il danese ad avere la meglio sul compagno ceco. Brandon McNulty (UAE Team Emirates) resta in maglia gialla alla vigilia dell’ultima e decisiva tappa di Arrate.
Il Giro dei Paesi Baschi 2021 giunge alla quinta e penultima tappa con un cambio al vertice non del tutto inaspettato, visto che i continui attacchi che la corsa spagnola offre incidono spesso sull’evoluzione della classifica. Ieri a farne le spese è stato Primoz Roglic (Team Jumbo Visma), non protetto sufficientemente nel finale dalla sua squadra e vittima suo malgrado dell’azione decisiva che ha portato Brandon McNulty (UAE Team Emirates) a vestire la nuova maglia gialla, con buona pace di Tadej Pogacar, suo compagno di squadra e nel caso specifico stopper d’eccezione a favore dello statunitense. Adesso McNulty può amministrare 23 secondi di vantaggio su Roglic che saranno importantissimi nell’ultima e decisiva tappa di domani sul consueto arrivo in salita di Arrate. Oggi intanto dovrà comunque tenere gli occhi bene aperti perché la tappa, pur essendo la più facile dal punto di vista altimetrico, può riservare sempre qualche sorpresa. L’ultimo GPM dei tre in programma è posizionato a quasi 30 km dall’arrivo di Ondarroa. Dopo la partenza da Hondarribia si formava subito la fuga che avrebbe caratterizzato la tappa. Gli attaccanti erano sei: Mikkel Honorè e Josef Cerny (Team Deceuninck Quick Step), Ide Schelling (Team Bora Hansgrohe), Andrey Amador (Team Movistar), Julien Bernard (Team Trek Segafredo) e Andreas Leknessund (Team DSM). Al primo sprint intermedio di Ondarroa era Schelling a transitare in prima posizione mentre Cerny scollinava per primo sul suggessimo GPM di Mendexa, il primo dei tre in programma. Sul successivo GPM dell’Alto de Gontzegaraine scollinava per primo Bernard mentre Leknessund perdeva alcuni metri dai compagni di fuga ma rientrava nella discesa successiva. Al secondo sprint intermedio di Markina-Xemein transitava in prima posizione Bernard. Il terzo ed ultimo GPM in programma, quello di Urkaregi, diventava decisivo per le sorti della tappa. In testa restava il terzetto formato da Honorè, Bernard e Cerny. A 25 km dall’arrivo la coppia di testa aveva oltre 2 minuti di vantaggio sul gruppo maglia gialla tirato da Team Astana e UAE Team Emirates. Negli ultimi 10 km a dar man forte all’inseguimento arrivavano anche Team Israel StartUp Nation, Team Euskaltel Euskadi e Team Bikeexchange. Cerny si sacrificava per il compagno Honorè, sfruttando le sue ottime capacità di passista e nonostante i numerosi attacchi che venivano portati all’interno del gruppo, con il Team Astana molto attivo, si giocavano la vittoria i due uomini della Deceuninck Quick Step. Era Honorè ad avere la meglio su Cerny, mentre Bernard chiudeva terzo a 17 secondi di ritardo. La volata del gruppo, a 28 secondi dal danese, veniva vinta per onore di cronaca da Daryl Impey (Team Israel StartUp Nation). Chiudevano la top five Simon Clarke (Team Qhubeka ASSOS) e Stefano Oldani (Team Lotto Soudal). Honorè ottiene la seconda vittoria stagionale, dopo essersi già distinto nella vittoriosa tappa di Forlì della Settimana Coppi & Bartali. In classifica generale resta tutto invariato con Brandon McNulty che conserva agevolmente la maglia gialla con 23 secondi di vantaggio su Primoz Roglic e 28 secondi di vantaggio su Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma). Domani è in programma l’ultima tappa del Giro dei Paesi Baschi 2021 da Ondarroa ad Arrate. Sarà una frazione molto impegnativa con ben sette GPM da scalare. Sull’ultimo GPM di Usartza si deciderà il vincitore del Giro dei Paesi Baschi 2021.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Mikkel Honorè a Ondarroa (foto: Getty Images Sport)
LA RIVOLUZIONE DI HONDARRIBIA. A IZAGIRRE LA TAPPA, A MCNULTY LA MAGLIA GIALLA
Ancora una volta è la discesa e non la salita a decidere le sorti della tappa, la quarta, di un Giro dei Paesi Baschi scoppiettante. Un drappello di sei uomini attacca nella discesa finale di Erlaitz e Ion Izagirre (Team Astana) si aggiudica la volata ristretta sul traguardo di Hondarribia. Brandon McNulty (UAE Team Emirates), presente tra gli attaccanti, è la nuova maglia gialla quando mancano due tappe alla conclusione.
La quarta tappa del Giro dei Paesi Baschi 2021 è la più lunga delle sei in programma con i suoi 189,2 km da Vitoria – Gasteiz a Hondarribia. I due abbordabili GPM nella prima parte del tracciato, entrambi di terza categoria, potranno fungere da trampolino di lancio per attacchi più o meno numerosi. Negli ultimi 50 km invece prima lo Jaizkibel e poi l’Erlaitz dovrebbero animare la corsa con gli attacchi degli uomini di classifica, come già visto ieri. Sulle rampe in doppia cifra di Ermualde. La vittoria finale della breve corsa a tappe spagnola sembra ormai essere una questione a due tra Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Primoz Roglic (Team Jumbo Visma), con quest’ultimo in vantaggio di 20 secondi sul connazionale. Dopo la partenza da Vitoria-Gasteiz si registravano molti attacchi nelle prime posizioni del gruppo. Ci provavano tra gli altri Sylvain Moniquet (Team Lotto Soudal), Mattia Cattaneo (Team Deceuninck Quick Step), Anthony Perez e Simon Geschke (Team Cofidis), ma il gruppo rispondeva prontamente ed affrontava compatto il primo GPM di Deskarga posto al km 55.8. Era Juan Pedro Lopez (Team Trek Segafredo) a scollinare per primo. Intorno al km 85, nell’avvicinamento al secondo GPM di giornata di Alkiza, Omar Fraile (Team Astana), Oleandro Osorio (Team Caja Rural Seguros) e Mathieu Burgaudeau (Team Total Direct Energie) si avvantaggiavano di un centinaio di metri sul gruppo maglia gialla, dal quale aveva provato ad uscire anche il leader Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) insieme a Richard Carapaz (Team INEOS Grenadiers). Sul GPM di Alkiza, le carte si rimescolavano ulteriormente; in tre scollinavano con una ventina di secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla; i tre erano Guillaume Martin (Team Cofidis), Ben O’Connor (Team AG2R Citroen) e Jefferson Cepeda (Team Caja Rural Seguros). Anche Lopez, attivo in precedenza, raggiungeva i tre di testa. Martin scollinava in prima posizione. La fuga iniziava a guadagnare qual cosina sul gruppo maglia gialla. O’Connor si aggiudicava il primo sprint intermedio di Andoain posto al km 115.3 mentre il gruppo inseguiva a circa 2 minuti. Al successivo traguardo volante di Errenteria era invece Martin a transitare in prima posizione. La fuga affrontava il terzo GPM di Jaizkibel con circa 2 minuti e 30 secondi di vantaggio sul gruppo inseguitore. Sulle salita simbolo della Clasica di San Sebastian O’connor restava da solo in testa alla corsa mentre Team Movistar e Team Bahrain Victorious conducevano l’inseguimento con decisione. O’Connor veniva ripreso definitivamente all’inizio dell’ultimo GPM di Erlaitz, 3 km e mezzo con pendenze costanti in doppia cifra, ad esclusione delle ultime centinaia di metri. Attaccavano Esteban Chaves (Team Bikeexchange), Brandon McNulty (UAE Team Emirates) e Mikel Landa (Team Bahrain Victorious). Il terzetto guadagnava una decina di secondi di vantaggio sul gruppo tirato dalla Jumbo Visma. Il gruppo raggiungeva gli attaccanti proprio negli ultimi metri prima dello scollinamento, con McNulty che transitava sul GPM in prima posizione. Come nella seconda tappa, quando con un attacco nella discesa finale Alex Aranburu (Team Astana) si avvantaggiava ed andava a vincere tutto solo, anche oggi la discesa finale, con diverse curve cieche e tratti in leggero falsopiano in cui rilanciare continuamente l’azione, diventava decisiva per la vittoria. Infatti si avvantaggiava un gruppo formato da sei ciclisti: gli attivissimi McNulty e Chaves a cui si univano Emanuel Buchmann (Team Bora Hansgrohe), Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious), Ion Izagirre (Team Astana) e Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma), compagno di squadra di Roglic che però evitava di tirare restando passivo in coda al drappello. Le trenate di McNulty, Bilbao e Izagirre, tutti ottimi passisti, consentivano al gruppetto di aumentare il vantaggio sul gruppo maglia gialla, che era privo di una squadra capace di organizzare un inseguimento efficace. I sei di testa arrivavano ad avere 50 secondi di vantaggio sul gruppo, dal quale provavano con azioni velleitarie e senza costrutto ciclisti come Alejandro Valverde (Team Movistar) o David Gaudu (Team Groupama FDJ). E così, con Roglic un po’ abbandonato a se stesso – forse era meglio che Vingegaard si facesse riprendere e aiutare il capitano nell’inseguimento – la volata ristretta del gruppo in testa premiava Ion Izagirre, alla prima vittoria stagionale, che aveva la meglio su Pello Bilbao. Chiudeva il podio di giornata McNulty, mentre quarto era Vingegaard e quinto Buchmann. Il gruppo maglia gialla veniva regolato da Patrick Bevin (Team Israel StartUp Nation) a 49 secondi di ritardo da Izagirre. Alla lice di questi risultati McNulty è la nuova maglia gialla con 23 secondi di vantaggio su Roglic e 28 secondi di vantaggio su Vingegaard. Domani la quinta e penultima tappa offre un giornata relativamente tranquilla, visto che l’ultimo dei tre GPM previsti è situato a 30 km dall’arrivo. I pochi uomini veloci presenti in gruppo – pensiamo a gente come Ben Swift (Team INEOS Grenadiers) o Alex Aranburu (Team Astana) – hanno un’ottima chance per vincere l’eventuale volata di Ondarroa. Vedremo anche se a Roglic verrà qualcosa in mente per riprendersi la maglia gialla, il cui ‘indossatore’ definitivo si conoscerà soltanto nell’ultima tappa di Arrate, sabato 10 Aprile.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Ion Izagirre ad Hondarribia (foto: Getty Images)
JASPER PHILIPSEN BEFFA LA DECEUNINCK ALLA SCHELDEPRIJS
Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix) ha vinto l’edizione numero 109 della Scheldeprijs, una delle corse più antiche del calendario UCI, riuscendo a battere in volata il duo della Deceuninck – Quick Step Sam Bennett e Mark Cavendish, rispettivamente al secondo e terzo posto. Il migliore degli azzurri è stato Luca Mozzato (B&B Hotels p/b KTM) concludendo settimo.
La 109 esima edizione della Scheldeprijs ripartiva da Terneuzen con il ritorno del percorso iniziale su territorio olandese, dopo l’assenza nel 2020 per le restrizioni dovute al covid-19. Invece il circuito finale restava il medesimo degli anni scorsi a Schoten, in Belgio, all’interno del quale è presente anche un tratto di pavè da ripetere quattro volte. La corsa è stata in dubbio fino al momento della partenza con vari imprevisti, il primo era stato l’annuncio del ritiro preventivo della Trek – Segafredo dopo alcune positività nello staff la settimana precedente, ma la notizia del giorno era la non partenza della Groupama – FDJ e quindi di uno degli altri favoriti di giornata, Arnaud Demare. Anche nel loro caso, la causa era dovuta a una positività all’interno dello staff. Nella giornata di ieri, ma anche quella odierna, le condizioni erano estreme con anche qualche fiocco di neve, seppur nel pomeriggio le precipitazioni erano assenti, le temperature restavano di poco sopra allo zero termico e con fortissimo vento che favoriva, anche, la creazione di ventagli. Per questo motivo la presentazione delle squadre è stata saltata. Se tutti questi imprevisti non fossero stati sufficienti, l’autorizzazione delle autorità olandesi a prendere il via è arrivata solo pochi minuti prima della partenza della corsa.
La corsa normalmente è considerata per velocisti, ma con le condizioni trovate dai corridori era probabile aspettarsi una corsa dura. In caso di volata normale i principali favoriti erano Sam Bennett (Deceuninck – Quick Step), Pascal Ackermann (BORA – Hansgrohe), Elia Viviani (Cofidis, Solutions, Crédits), Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka ASSOS), Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates) e la Alpecin-Fenix con il duo Tim Merlier e Jasper Philipsen.
Oltre alla preannunciata Groupama – FDJ non prendeva il via nemmeno Nacer Bouhanni (Team Arkéa Samsic) al centro di un doppio scandalo con l’incidente causato alla Cholet – Pays de la Loire su Jake Stewart e gli episodi di razzismo avvenuti in seguito ai danni del corridore francese.
La partenza è stata caratterizzata da forte vento con la Lotto Soudal a imporre andature molto sostenute al punto da frazionare la corsa dopo una serie di ventagli in tre gruppi principali. Nella fase seguente i primi due gruppi si riunivano formando un gruppo dove erano assenti solo pochi atleti, mentre una brutta caduta metteva fuori gioco Ward Vanhoof (Sport Vlaanderen-Baloise), Kristoffer Halvorsen (Uno-X), Florian Maitre (Total Direct Energie) e Frederic Frison (Lotto Soudal). In seguito venivano annunciati molti altri ritiri dovuti a cadute e condizione estreme di meteo. A causa di una caduta in contemporanea ad un tratto con vento laterale, il gruppo si frazionava nuovamente fino a nuovi ventagli che sbriciolavano completamente i vari gruppi. A 100 chilometri dalla conclusione il gruppo di testa comprendeva soltanto tredici atleti: Brent Van Moer (Lotto Soudal), Pascal Ackermann, Michael Schwarzmann e Marcus Burghardt (BORA – hansgrohe), Sam Bennett e Michael Mørkøv (Deceuninck – Quick Step), Danny van Poppel (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), Norman Vahtra (Israel Start-Up Nation), Giacomo Nizzolo e Max Walscheid (Team Qhubeka ASSOS), Jasper Philipsen e Jonas Rickaert (Alpecin-Fenix) e Clément Russo (Team Arkéa Samsic). Questi corridori venivano seguiti da una quindicina di atleti che includevano Florian Sénéchal e Mark Cavendish (Deceuninck – Quick Step), Cees Bol (Team DSM), Kristoff e Merlier. Questi ultimi due corridori restavano, purtroppo, vittime di una caduta che li portava a restare attardati in vari gruppi inseguitori a forte distanza.
Inizialmente questi due gruppi procedevano ad una velocità simile con un distacco di 40”, ma Alpecin-Fenix e Deceuninck-Quick Step, in particolare, decidevano di voler riunire i due gruppi forti di una superiorità numerica, questo ricompattamento avveniva a 70 chilometri dall’arrivo col primo gruppo inseguitore distante 2’. In quel momento iniziava un lungo braccio di ferro tra il gruppo di testa e gli inseguitori con Cofidis e UAE tra le formazioni più attive. Il vantaggio però diminuiva in maniera molto lenta, potendo vantare ancora 1’45” ai -30. Nel finale il ritardo diminuiva in maniera leggermente maggiore perché davanti si sacrificavano i soli Senechal e Burghardt per portare il gruppo in volata. Questo vantaggio restava comunque superiore al minuto quando negli ultimi tre chilometri si spostavano avendo finito il loro lavoro. Piotr Havik (BEAT Cycling) provava a sfruttare il momento di rilassamento in gruppo attaccando, ma veniva immediatamente chiuso da Bert Van Lerberghe (Deceuninck – Quick Step), subito dopo, anche Van Moer attaccava, ma l’atleta belga della Deceuninck controllava perfettamente il gruppo. Negli ultimi 500 metri, in parallelo al treno Quick Step era Dries De Bondt a lanciare la volata del treno Alpecin-Fenix che riusciva a sorprendere gli uomini del Wolfpack con Rickaert capace di lanciare alla perfezione Jasper Philipsen che resisteva al ritorno di Sam Bennett e Mark Cavendish, rispettivamente secondo e terzo. Grande delusione per la squadra di Patrick Lefevere che aveva controllato l’intera corsa venendo sopravanzata solo negli ultimi 300 metri. Il migliore italiano era Luca Mozzato (B&B Hotels p/b KTM) piazzatosi al settimo posto davanti a Nizzolo.
Carlo Toniatti.

SINFONIA SLOVENA AD ERMUALDE. VINCE POGACAR, ROGLIC RESTA IN GIALLO
Ad Ermualde la salita finale con pendenze che arrivano al 20% decide la tappa odierna. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) piazzano accelerazioni mortifere che mettono in fila il gruppo. Sono i due sloveni a giocarsi la tappa ed è Pogacar ad avere la meglio sul Roglic, che resta comunque in maglia gialla.
La terza tappa del Giro dei Paesi Baschi 2021 da Amurrio ad Ermualde può essere il primo vero spartiacque della breve corsa a tappe spagnola. Sono quattro i GPM in programma e se i primi due, situati nella prima metà della tappa, possono fare da trampolino di lancio per la fuga di giornata, sono i due finali sui quali si deciderà la vittoria parziale ed anche qualcosa di più. Il penultimo GPM di Malkuarto è lungo 2 km e mezzo ed ha una pendenza media del 6.7%. L’ultimo, la salita verso l’arrivo di Ermualde, è lungo 3.1 km è ha una pendenza media dell’11%, con tratti che arrivano al 20%. Va da sé che gli uomini di classifica non si faranno sfuggire l’occasione per darsi battaglia proprio nel finale. Dopo la partenza da Amurrio la strada iniziava ad impennarsi immediatamente verso il primo GPM di giornata di Altube. Il primo attacco veniva portato dalla coppia formata da Mikkel Honorè (Team Deceuninck Quick Step) ed Oier Lazkano (Team Caja Rural Seguros). Quest’ultimo scollinava per primo sul GPM. Ai due attaccanti si univano altri ciclisti, ovvero Theo Delacroix (Team Intermarchè Wanty Gobert), Larry Warbasse (Team AG2R Citroen), Daniel Navarro (Team Burgos BH), Roger Adrià (Team Kern Pharma), Gotzon Martin (Team Euskaltel Euskadi) e Felix Gall (Team DSM). La fuga aumentava il vantaggio sul gruppo. Dopo una cinquantina di km il ritardo del gruppo maglia gialla era di quasi 6 minuti. Dopo lo scollinamento de La Tejera, secondo GPM di giornata, sul quale transitava per primo Lazkano, il gruppo inseguitore aumentava l’andatura. A 60 km dall’arrivo i fuggitivi avevano 4 minuti e 50 secondi di vantaggio sul gruppo. Daniel Navarro si aggiudicava il primo traguardo intermedio di Zuatzu Kuartango posto al km 101.4. Il gruppo inseguitore era tirato dagli uomini della Bikeexchange; dopo un’ottima Parigi Nizza, il capitano Esteban Chaves aveva evidentemente voglia di confermare lo stato di forma ed il finale della tappa favoriva le sue caratteristiche di scalatore. A 45 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era di 3 minuti e 30 secondi. A 30 km dal termine il gruppo aveva ulteriormente ridotto il ritardo dalla fuga che ora era di 1 minuto e 50 secondi. A 26 km dall’arrivo Lazkano attaccava e provava l’azione solitaria lasciandosi alle spalle gli ex compagni di fuga. Lo spagnolo si aggiudicava il secondo sprint intermedio di Laudio posto al km 144.9. Una decisa accelerazione della Groupama FDJ metteva fine all’azione di Lazkano che veniva ripreso a 12 km dall’arrivo, proprio all’inizio del GPM di Malkuartu. Il primo km, con pendenze sempre in doppia cifra, tra il 10 e il 12%, sfilava abbastanza il gruppo. Era di nuovo il Team Bikeexchange a farsi vedere nelle prime posizioni. A poco meno di 4 km dall’arrivo, dopo la breve ma ripida discesa di Malkuartu, una caduta metteva fuori gioco Michael Woods (Team Israel StartUp Nation) e Wilko Kelderman (Team Bora Hansgrohe). Richard Carapaz (Team INEOS Grenadiers) attaccava a 2 km e mezzo dall’arrivo. Ma erano Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) a dare una nuova accelerazione ai meno 2 km dall’arrivo. La coppia slovena allungava e sembrava in grado di potersi giocare la vittoria di tappa. Ma un rallentamento faceva rientrare David Gaudu (Team Groupama FDJ), Adam Yates (Team INEOS Grenadiers), Mikel Landa (Team Bahrain Victorious) e Alejandro Valverde (Team Movistar). A circa 400 metri dall’arrivo, con pendenze più accettabili, scattava Roglic ma alle sue spalle gli si incollava Pogacar che riusciva a superarlo nei cento metri finali, vincendo sul traguardo di Ermualde. In terza posizione si classificava Valverde a 5 secondi di ritardo, mentre chiudevano la top five Yates e Landa. Pogacar, grazie agli abbuoni, rosicchia qualcosa in classifica generale a Roglic. Quest’ultimo conduce con 20 secondi di vantaggio sul vincitore del Tour 2020, mentre Brandon McNulty è terzo a 30 secondi di ritardo. Domani è in programma la quarta tappa da Vitoria-Gasteiz a Hondarribia; con i suoi 189.2 km è la tappa più lunga del Giro dei Paesi Baschi 2021 e presenta quattro GPM, l’ultimo dei quali a poco più di 20 km dall’arrivo.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Tadej Pogacar a Ermualde (foto: Getty Images Sport)
ARANBURU, FUOCHI D’ARTIFICIO A SESTAO. ROGLIC RESTA IN MAGLIA GIALLA.
Con un attacco improvviso e determinato nella discesa dell’Asturiana, ultimo GPM di tappa a 14 km dal traguardo, Alex Aranburu (Team Astana) allunga inesorabilmente sul gruppetto maglia gialla che non riesce più a rientrare sullo scatenato spagnolo, che alza le mani sul traguardo di Sestao ottenendo la prima vittoria stagionale. Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) conserva la maglia gialla.
La seconda tappa del Giro dei Paesi Baschi 2021 è lunga quasi 155 km e collega le località di Zalla e Sestao. Essa offre un’interessante occasione a chi vuole movimentare la corsa e provare a mettere subito in difficoltà Primoz Roglic (Team Jumbo Visma), vincitore ieri della cronometro di Bilbao. Infatti i tre GPM in programma nella seconda parte del tracciato, l’ultimo dei quali a 14 km dal traguardo, possono fare da trampolino ad eventuali attacchi degli uomini che gli sono alle spalle in classifica generale. Proprio l’ultimo GPM dell’Asturiana è il più difficile e presenta pendenze in doppia cifra. Certamente Roglic ha la forza e anche la squadra per rispondere ad eventuali attacchi ma gente come Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), Adam Yates (Team INEOS Grenadiers), ma anche i padroni di casa come Mikel Landa (Team Bahrain Merida) e Ion Izagirre (Team Astana) non resteranno a guardare. Dopo la partenza da Zalla si formava la fuga di giornata grazie all’azione di sette ciclisti: Quinten Hermans (Team Intermarchè Wanty Gobert), Ben Gastauer (Team AG2R Citroen), Jon Irisarri (Team Caja Rural), Oscar Cabedo (Team Burgos BH), Mikel Iturria (Team Euskaltel Euskadi), Kevin Vermaeke e Martijn Tusveld (Team DSM). Il gruppo lasciava spazio alla fuga, almeno per il momento. Al primo traguardo intermedio di Barakaldo, posto al km 56.5 e vinto da Gastauer, il ritardo del gruppo sfiorava i 4 minuti. Hermans si aggiudicava il primo GPM di San Cosme posto al km 78.5. Il gruppo, tirato dagli uomini di Movistar e Jumbo Visma, accelerava nell’avvicinarsi al secondo GPM di Bezi. La fuga affrontava il suddetto GPM con 2 minuti e mezzo di vantaggio sul gruppo inseguitore. Era di nuovo Hermans a scollinare in prima posizione mentre il gruppo continuava a recuperare ed era segnalato a 1 minuto e 50 secondi di ritardo. Iturria vinceva il secondo traguardo volante di Zalla posto al km 115.5. Con il gruppo sempre più vicino ai fuggitivi, sembrava chiaro che la battaglia per la vittoria di tappa si sarebbe scatenata sull’Asturiana, ultimo GPM di giornata a 14 km dall’arrivo. A 32 km dall’arrivo Wilco Kelderman (Team Bora Hansgrohe) era coinvolto in una caduta ma riusciva a rientrare in gruppo dopo un paio di km scortato dai propri compagni. La fuga iniziava la scalata della Asturiana con una trentina di secondi di vantaggio sul gruppo sempre più minaccioso. Nelle prime posizioni si facevano vedere anche gli uomini della INEOS Grenadiers mentre il primo dei grandi a staccarsi era Riuchard Carapaz (Team INEOS Grenadiers). Il gruppo maglia gialla riprendeva ad uno ad uno tutti i fuggitivi, l’ultimo dei quali Cabedo quando mancavano allo scollinamento meno di 5 km. In testa si portavano Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e David Gaudu (Team Groupama FDJ). A circa 1 km e mezzo dallo scollinamento in testa si trovavano Maximilian Schachmann (Team Bora Hansgrohe), Primoz Roglic (Team Jumbo Visma), Sergio Higuita (Team EF Education First) e Brandon McNulty (UAE Team Emirates). Durante la discesa successiva i quattro di testa venivano ripresi dal primo drappello degli inseguitori. Alex Aranburu (Team Astana) attaccava a poco più di 10 km dal traguardo. Al termine della discesa Aranburu aveva guadagnato 40 secondi sul gruppo. Lo spagnolo dava tutto negli ultimi 3 km e tagliava il traguardo di Sestao con 15 secondi di vantaggio sul gruppetto maglia gialla regolato in seconda posizione da Omar Fraile (Team Astana) mentre terzo era Pogacar. Chiudevano la top five Gaudu al quarto e Michael Woods (Team Israel StartUp Nation) al quinto posto. Aranburu ottiene la prima vittoria stagionale, dopo un digiuno durato due anni, visto che la sua ultima vittoria era datata alla Volta a Burgos 2019. In classifica generale Roglic resta in maglia gialla con 5 secondi di vantaggio su Aranburu e 6 secondi di vantaggio su Brandon McNulty (UAE Team Emirates). Domani è in programma la terza tappa da Amurrio a Ermualde, con quattro GPM. Saranno gli ultimi due, concentrati nei 10 km conclusivi, a far esplodere la corsa soprattutto per quanto riguarda la lotta per le posizioni che contano e la classifica generale riceverà quasi sicuramente un’ulteriore setacciata.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Alex Aranburu a Sestao (foto: Getty Images)

