A SAN LORENZO DORSINO VITTORIA PER LA FAULKNER

luglio 10, 2022 by Redazione  
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La tappa regina del Giro donne 2022 ha visto il successo di Kristen Faulkner, già vincitrice della tappa d’avvio. La portacolori del Team BikeExchange – Jayco si è imposta in solitaria rifilando distacchi di un certo spessore. L’unica a chiudere sotto il minuto di ritardo è stata Marta Cavalli, che dimostra ulteriormente il suo stato di forma. Terza piazza per la Longo Borghini giunta, insieme alla maglia rosa Van Vleuten

Kristen Faulkner (Team BikeExchange – Jayco) ha fatto sua la tappa regina del Giro d’Italia Donne 2022 con un’azione da lontano iniziata salendo verso Fai della Paganella. Ad accompagnare la statunitense è stata Gaia Realini (Isolmant – Premac – Vittoria), rimasta con lei fino ai 500 metri al GPM di Passo Daone. La giovane pescarese ha comunque tenuto al rimontare del gruppo e ha chiuso 5a.
Mentre le due davanti cercavano gloria e onori dietro di loro non si è certo dormito. La forte andatura ha scremato il gruppo fin dall’inizio della fuga e anche i tentativi di portarsi sulle battistrada sono stati sempre rintuzzati dalle prime in classifica, ovvero la maglia rosa Annemiek van Vleuten (Movistar Team), Marta Cavalli (FDJ Nouvelle-Aquitaine Futuroscope) e “Mavi” Garcia (UAE Team ADQ), anche se strada facendo l’azione dell’iberica si è appesantita al punto dal vedersi assottigliarsi il vantaggio che aveva su Elisa Longo Borghini (Trek – Segafredo), che insidiava la sua terza posizione in classifica.
Oggi il Giro d’Italia Donne si concluderà con la Abano Terme-Padova di 90.5 km, classica tappa conclusiva favorevole ai velocisti anche se l’esiguo distacco, solo 49”, tra la Garcia e la Longo Borghini potrebbe scatenare la lotta per il terzo gradino del podio.

Mario Prato

Kristen Faulkner vince la tappa regina del Giro Donne (Getty Images)

Kristen Faulkner vince la tappa regina del Giro Donne (Getty Images)

VAN AERT-BIS A LOSANNA. IL BELGA VINCE DI NUOVO, POGACAR SEMPRE IN GIALLO.

luglio 9, 2022 by Redazione  
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Wout, ancora lui. Due giorni fa lo avevamo ammirato estasiati durante il suo splendido quanto velleitario tentativo di compiere un’impresa oltre il limite dell’impossibile. Lo ritroviamo oggi di nuovo vincente in quel di Losanna grazie ad una volata senza storia che gli consegna il secondo successo di tappa (5° piazzamento nei primi due posti in 8 giorni) e che consolida probabilmente in maniera definitiva la sua leadership nella classifica a punti. Il fuoriclasse fiammingo ha finalizzato nel migliore dei modi il lavoro della squadra (un Van Hooydonck oggi instancabile) battendo con facilità Michael Matthews (Team BikeExchange-Jayco) e il solito Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) che guadagna l’ennesimo abbuono di questo sfavillante inizio di Tour. Ai piedi del podio Andres Kron (Lotto-Soudal) e Alberto Bettiol (EF Education-Easy Post). Pogacar naturalmente resta in giallo, portando il gap su Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) a 39″. Segue il duo della Ineos Grenadiers formato da Geraint Thomas (3° ad 1′14″) ed Adam Yates (4° a 1′22″).


L’8a tappa della Grand Boucle si presentava alla vigilia come una frazione interlocutoria e aperta a diverse soluzioni: dalla fuga all’arrivo in volata di un gruppo ristretto. I 186 km che hanno portato i corridori da Dole a Losanna erano caratterizzati da un continuo saliscendi (2 gpm di 4a categoria ed uno di 3a) senza però presentare asperità particolarmente dure. L’arrivo era posto in cima allo strappo che conduceva nei pressi dello Stadio Olimpico di Losanna (4,9 km al al 4,5%) ed offriva ai corridori più esplosivi la possibilità di giocarsi il successo di tappa.

La frazione è iniziata con la notizia delle positività al covid di Geoffrey Bouchard (Ag2r Citroen Team) e Vegard Laengen (UAE Team Emirates), entrambi ovviamente costretti ad abbandonare la corsa. La fuga di giornata ha preso forma pochi chilometri dopo il via ufficiale ed ha visto protagonisti soltanto 3 corridori: Mattia Cattaneo (Quick Step Alpha Vinyl), Frederik Frison (Lotto-Soudal) e Fred Wright (Bahrain-Victorius). Il trio è riuscito ad avvantaggiarsi poco prima di una caduta avvenuta nella pancia del gruppo che ha coinvolto molti corridori, tra cui anche la maglia gialla di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), e ha costretto Kevin Vanmaerke (Team DSM) al ritiro. Il successivo rallentamento del gruppo ha consentito ai tre fuggitivi di prendere il largo, impedendo ad altri eventuali contrattaccanti di rinvenire sulla testa della corsa. Il vantaggio del terzetto non è però mai decollato (vantaggio massimo di circa 3 minuti e mezzo) poichè gli uomini di Jumbo-Visma e Team BikeExchange-Jayco, intenzionati a giocarsi la tappa rispettivamente con Wout Van Aert e Michael Matthews, hanno mantenuto un ritmo sempre abbastanza sostenuto. Da segnalare in particolare il lavoro di Nathan Van Hooydonck che ha tirato il plotone per diverse decine di chilometri.
La corsa ha proceduto a lungo senza particolari sussulti, ad eccezione dello sprint intermedio di Montrond (km 47) vinto da Wright davanti a Frison e Cattaneo e grazie al quale Van Aert, 5° dietro a Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix), ha guadagnato altri 2 punti su Fabio Jakobsen (Quick Step Alpha Vinuyl) nella corsa per la maglia verde.

Ai -62 Frison ha perso contatto dagli altri due fuggitivi per poi essere riassorbito dal plotone pochi chilomentri dopo (-56). Cattaneo e Wright hanno invece proceduto di comune accordo anche se il loro vantaggio a quel punto era già inferiore ai 2 minuti. La coppia si è dissolta soltanto ai -8,5, quando Cattaneo si è rialzato lasciando in tutto solo in testa alla corsa il britannico della Bahrain. Dietro nel frattempo erano iniziati a formarsi i vari treni con Jumbo, BikeExchange ed UAE particolarmente attive. Una volta iniziata la salita finale è stata però la Bora-Hansgrohe a prendere il comando delle operazioni grazie soprattutto al lavoro di Patrick Konrad. Proprio il ritmo imposto dall’austriaco ha decretato la fine dell’avventura di Wright, ripreso ai -3. Il gruppo a quel punto era già ridotto a poco più di una trentina di corridori. Una volta esaurito il lavoro di Konrad (-1,5), sono stati nuovamente i compagni di squadra di Pogacar (coi soliti Rafal Majka e Brandon McNulty) a tenere alta l’andatura, riducendo il plotone a circa 25 unità. Il drappello dei big è transitato sotto la flame rouge col trenino UAE in testa e il duo Jumbo formato da Vingegaard e Van Aert a ruota.

Si è così giunti al prevedible epilogo allo sprint. Matthews ha provato ad anticipare ai -200 con Pogacar abile a prendergli immediatamente la ruota. Ma da dietro è rinvenuto di potenza Van Aert che ha facilmente superato prima la maglia gialla e poi l’australiano, andando a cogliere il secondo successo di tappa in questa Grand Boucle. Alle sue spalle proprio Matthews, che raccoglie l’ennesimo secondo posto della sua carriera, e il sempre più impressionante Tadej Pogacar. 4° posto per Andreas Kron (Lotto-Soudal) davanti ad Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost) e Alexandre Vlasov (Bora-Hangrohe). Quindi troviamo Benjamin Thomas (Cofidis), Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) e il duo Ineos Tom Pidcock-Geraint Thomas, tutti con lo stesso tempo del vincitore. Con i punti conquistati oggi, Van Aert raggiunge quota 264 nella classifica della maglia verde, ben 115 lunghezze in più rispetto a Fabio Jakobsen.
Resta sostanzialmente invariata la classifica generale, con Pogacar che guadanga 4″ d’abbuono su tutti gli avversari. Vingegaard è secondo a 39″, seguito da Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) a 1′14″ ed Adam Yates (Ineos Grenadiers) ad 1′22″. Seguono David Gaudu (Groupama-FDJ), 5° ad 1′35″, Romain Bardet (Team DSM), 6° ad 1′36″, e Tom Pidcock (7° ad 1′39″). Chiudono la top ten Neilson Powless (EF Education-EasyPost), ad 1′41″, Enric Mas (Movistar Team, ad 1′47″, e Nairo Quintana (Team Arkea Samsic), 10° a 2′10″.

Domani è in programma la 9a tappa che proporrà ai corridori il primo assaggio di Alpi. La fazione che partirà da Aigle, sede dell’UCI, potererà la carovana a Chatel al termine di 193 km conditi da 4 gpm di cui ben due di prima categoria. Dopo i primi 30 km completamente piatti, la strada darà il primo assaggio di salita con la Cote de Bellevue (4,4 km al 3,9%), classificata come gpm di 4a categoria. I successivi 50 km, ondulati ma tutto sommato semplici, anticiperanno la prima vera salita di giornata, il Col de Mosses (13,3 km al 4,1%) la cui vetta sarà posta al km 108 (gpm di 2a categoria). Al termine della successiva breve discesa, inzierà il primo dei due gpm di 1a categoria, il Col de la Croix (8 km al 7,5 %) posto ai -61. Una lunghissima discesa ed un breve tratto di pianura (con tanto di nuovo passaggio per le vie di Aigle) precederà la salita finale, il Pas de Morgins (15,4 km al 6,2% con un finale decisamente più morbido). Dalla vetta mancheranno appena 10 km, di cui i primi 6 in discesa e gli ultimi 4 nuovamente all’insù (4,6% di pendenza media). Una frazione che potrebbe sorridere ai fuggitivi, ma non è assolutamente da escludere che siano i corridori di classifica a giocarsi nuovamente il successo.

Pierpaolo Gnisci

Van Aert bis a Losanna (fonte:Getty Images)

Van Aert bis a Losanna (fonte:Getty Images)

ANCHE AD ALDENO È LA VAN VLEUTEN A DETTARE LEGGE

luglio 8, 2022 by Redazione  
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La Regina è sempre lei. Anche oggi l’olandese in maglia rosa ha dato dimostrazione della sua forza e della sua determinazione. Buona prova di Marta Cavalli che limita lo strapotere della Van Vleuten e chiude in seconda posizione. Terza di giornata Elisa Longo Borghini

Anche la seconda tappa alpina di questo Giro d’Italia donne,va in archivio sotto il segno di Annemiek van Vleuten. L’olandese della Movistar, dall’alto del suo strapotere atletico, non si è limitata a controllare ma è andata all’attacco e, nonostante una caduta in discesa che poteva avere esiti gravi, si è presa anche questa ottava tappa. Il terreno odierno permetteva attacchi da lontano, e infatti, in tante ci hanno provato, sia lungo la prima salita, sia sulla seconda. Quando a partire è stata la Van Vleuten le solite Marta Cavalli (FDJ Nouvelle-Aquitaine Futuroscope) e “Mavi” Garcia (UAE Team ADQ) sono andate ad accordarsi alla maglia rosa. L’iberica, però, non era la stessa dei giorni passati e non è riuscita a mantenere la testa della gara, venendo superata anche da Elisa Longo Borghini (Trek – Segafredo), che potrebbe veder rinvigorirsi le sua ambizioni di salire sul podio. La Van Vleuten – seguita prima dalla Cavalli, poi da sola – si è riportata sulle fuggitive e, scaricando sui pedali tutta la sua grinta, è andata a chiudere la gara con un vantaggio di 59” sulla Cavalli (ora seconda in classifica con 2′13″ di ritardo), di 1’38” sulla Longo Borghini e di 1’45” su Kristen Fulckner (Team BikeExchange – Jayco), ultima delle attaccanti ad essere raggiunta. La Garcia, partita in seconda posizione in classifica, ha chiuso sesta a 3’01”, scendendo così sul gradino più basso del podio con un passivo di 3′42″, mentre quarta a 7’03” è la Longo Borghini.
Domani si correrà la penultima e decisiva tappa, 113 Km da San Michele all’Adige a San Lorenzo Dorsino. Il tracciato prevede nell’ordine le salite di Fai della Paganella, di Passo Duron e di Passo Daone (la più dura, a 26km al termine), per poi concludersi in falsopiano a salire. Il terreno per provare a spodestare sua maestà Annemiek Van Vleuten ci sarebbe anche, ma per quanto visto in questi giorni sembra che la ragazza in rosa non abbia nessuna intenzione di abdicare.

Mario Prato

Una donna sola al comando: il suo nome è Annemiek van Vleuten (Getty Images)

Una donna sola al comando: il suo nome è Annemiek van Vleuten (Getty Images)

POGACAR INARRESTABILE. VINCE ANCHE SULLA PLANCHE E FORTIFICA LA MAGLIA GIALLA

luglio 8, 2022 by Redazione  
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Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) non si ferma più e dopo la bella vittoria di ieri a Longwy, si divora letteralmente lo sterrato del durissimo tratto finale sulla Planche des Belle Filles, con pendenze che arrivano al 20%. La coppia della Jumbo Visma formata da Vingegaard e Roglic si deve accontentare del secondo e del terzo posto. La maglia gialla di Pogacar risplende sempre di più.

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) si è preso la maglia gialla ieri a Longwy ed ora non sarà per nulla facile levargliela di dosso. Lo sloveno promette spettacolo anche oggi sulla Planche des Belles Filles, salita ormai consueta al Tour con pendenze che arrivano al 20% e l’aggiunta anche di un ripido tratto in sterrato. Si parte da Tomblaine ed i due GPM del Col de la Grosse Pierre e del Col des Croix faranno da antipasto alla salita finale. Saranno in molti a provare la fuga ma anche gli uomini di classifica dovranno dare un segnale al Tour e provare ad attaccare Pogacar. Dopo la partenza da Tomblaine il ritmo era subito indiavolato e molti ciclisti provavano a portare via la fuga. Il primo vero tentativo concreto era di Simon Geschke (Team Cofidis) intorno al km 40. Al tedesco si unica Filippo Ganna (Team INEOS) ma dopo qualche km l’italiano si rialzava, probabilmente stoppato da ordini in ammiraglia. A Geschke si univano altri dieci ciclisti in un momento di stasi del gruppo: Vegard Stake Laengen (UAE Team Emirates), Lennard Kamna e Maximilian Schachmann (Team BORA Hansgrohe), Kasper Asgreen (Team Quick Step ALpha Vinyl), Imanol Erviti (Team Movistar), Dylan Teuns (Team Bahrain Victorious), Mads Pedersen e Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo), Luke Durbridge (Team BikeExchange Jayco) e Cyril Barthe (Team B&B Hotels KTM). Dopo 70 km il vantaggio della fuga sul gruppo maglia gialla era di 2 minuti e mezzo. Schachmann era la maglia gialla virtuale, avendo in classifica generale 2 minuti e 7 secondi di ritardo da Pogacar. Pedersen vinceva il traguardo volante di Gerardmer posto al km 101.1. Sul successivo Col de la Grosse Pierre attacchi e contrattacchi fra gli stessi fuggitivi provocavano una frattura nella fuga stessa. Era Geschke a scollinare in prima posizione. A 50 km dalla conclusione erano sette i fuggitivi ancora in lotta per la vittoria di tappa: Erviti, Geschke, Kamna, Schachmann, Teuns, Durbridege e Barthe. Geschke era il primo a scollinare sul Col des Croix, secondo GPM di giornata posto al km 136.1. Il gruppo maglia gialla era tirato dagli uomini dell’UAE Team Emirates. Pogacar voleva evidentemente fare il bis dopo la vittoria di ieri, ma prima bisognava andare a riprendere la fuga che aveva 2 minuti e 40 secondi di vantaggio a 38 km dalla conclusione. A 20 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era sceso a 1 minuto e 55 secondi. Erviti si rialzava e veniva ripreso dal gruppo maglia gialla. Sulle prime rampe della Planche des Belles Filles scattava Geschke, a cui si affiancava Kamna. I due tedeschi salutavano i compagni di fuga e si involavano per il duello che avrebbe potuto decidere la vittoria della tappa, anche se il gruppo maglia gialla era segnalato ad una cinquantina di secondi di ritardo. A poco più di quattro km dall’arrivo, Kamna scattava lasciandosi alle spalle Geschke, mentre tra i ciclisti in difficoltà si segnalavano Ben O’Connor (Team AG2R Citroen), Jakob Fuglsang (Team Israel Premier Tech), Neilson Powless (Team EF Education EasyPost), Thibaut Pinot (Team Groupama FDJ) ed Aleksandr Vlasov (Team BORA Hansgrohe). Kamna iniziava l’ultimo durissimo strappo in sterrato con una trentina di secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla sempre più ridotto all’osso. Rafal Majka (UAE Team Emirates) lanciava Tadej Pogacar che imprimeva una decisa accelerazione che sfilacciava ancora di più il drappello dei migliori. A 150 metri dall’arrivo Jonas Vingegaard (Tean Jumbo Visma) allungava andando a riprendere uno stremato Kamna ma sul danese piombava senza pietà il solito Pogacar che con un ultimo scatto si andava a prendere la seconda vittoria di tappa consecutiva. Terzo era Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) a 12 secondi di ritardo, mentre chiudevano la top five Kamna in quarta posizione ed un ottimo Geraint Thomas (Team INEOS) in quinta posizione, entrambi a 14 secondi di ritardo da Pogacar. Lo sloveno fortifica la sua maglia gialla, avendo ora 35 secondi di vantaggio su Vingegaard e 1 minuto e 10 secondi di vantaggio su Thomas, mentre escono dalle zone alte della classifica, forse definitivamente, Vlasov, Quintana e Powless. Domani per l’ottava tappa si riparte da Dole e si sconfina in Svizzera con arrivo a Losanna. I ciclisti dovranno scalare quattro GPM abbastanza facili, l’ultimo dei quali coincide con l’arrivo. E’ una tappa da fughe o da azioni nel finale e gli uomini di classifica dovranno tenere gli occhi ben aperti. Si prospetta una giornata di riposo per Pogacar che tra ieri e oggi ha acceso il Tour.

Giuseppe Scarfone

Tadej Pogacar vince sulla Planche des Belles Filles (foto: Getty Images)

Tadej Pogacar vince sulla Planche des Belles Filles (foto: Getty Images)

LA FRANCESE LABOUS DOMA IL PASSO MANIVA

luglio 8, 2022 by Redazione  
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Va in archivio la tappa con arrivo sul Passo Maniva. Successo per la transalpina Labous in fuga fin dai primi chilometri. Prova d’orgoglio di van Vleuten e Garcia che salgono sul podio di giornata e ribadiscono tutte le loro ambizioni rosa. Decima Marta Cavalli

La prima tappa chiave del Giro donne 2022 va in archivio con il successo della francese Juliette Labous (Team Dsm), che ha preceduto le prime della classe, ovvero Annemiek van Vleuten (Movistar), sempre più in rosa, e Mavi Garcia (Uae Adq), giunte sgranate ad oltre un minuto dalla vincitrice. Quarta piazza per Marta Cavalli (Fdj Nouvelle) a 1’47”. Nella TopTen di giornata sono entrate anche Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo), quinta, Gaia Realini (Isolmant-Premac), settima, e Silvia Persico (Valcar), nona.
L’atteso arrivo sul Passo Maniva è stato così una festa per due e ovviamente ha soprattutto festeggiato la vincitrice Juliette Labous (Team DSM), arrivata in solitaria e unica rappresentante della iniziale fuga di giornata di 13 elementi. Ha festeggiato però anche la maglia rosa Annemiek van Vleuten (Movistar Team), alla quale e è bastato un allungo ai meno 500 per ribadire a chi ancora avesse dei dubbi che lei non ha nessuna intenzione di mollare il simbolo del primato.
La fuga di giornata che comprendeva anche la vincitrice era formata da Elena Cecchini (Team SD Worx), Alba Teruel (Bizkaia Durango), Mikayla Harvey (Canyon//SRAM Racing), Jennifer Ducuara (Colombia Tierra de Atletas – GW – Shimano), Magdeleine Vallieres (EF Education-TIBCO-SVB), Emilia Fahlin (FDJ Nouvelle-Aquitaine Futuroscope), Beatrice Rossato (Isolmant – Premac – Vittoria), Katia Ragusa (Liv Racing Xstra), Paula Andrea Patino (Movistar Team), Georgia Williams (Team BikeExchange – Jayco), Cristina Tonetti (Top Girls Fassa Bortolo), Amalie Lutro (Uno-X Pro Cycling Team) e Alice Maria Arzuffi (Valcar – Travel & Service). Con l’avvicinarsi della salita finale il forcing delle squadre delle prime cicliste della generale ha polverizzato il vantaggio delle fuggitive e la Labous è stata la sola capace di resistere fine alla fine.
In classifica la Van Vleuten precede la Garcia di 31”, la Cavalli di 1’10”, la Longo Borghini di 5’19” e via via tutte le altre. Elisa Balsamo (Trek – Segafredo), invece, è ritornata ad indossare la maglia ciclamino della classifica punti, che dopo la tappa di eri era passata sulle spalle di Marianne Vos (Team Jumbo-Visma), ritiratarsi prima della partenza.
Ora le ragazze affronteranno un’altra tappa chiave, la Rovereto-Aldeno di 104,7 km caratterizzata da due difficile GPM, quello di Passo Bordala dopo 55 Km di gara e quello del Lago di Cei a soli 12 Km dal traguardo.

Mario Prato

La francese Labous si impone in vetta al Passo Maniva (Getty Images)

La francese Labous si impone in vetta al Passo Maniva (Getty Images)

POGACAR NON FA SCONTI A LONGWY. TAPPA E MAGLIA PER LO SLOVENO

luglio 7, 2022 by Redazione  
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Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) vince nel tortuoso finale di Longwy avendo la megliuo in una volata di una ventina di unità. In seconda posizione si piazza Michael Matthews (Team BikeExchange Jayco) mentre terzo è David Gaudu (Team Groupama FDJ). Il fenomeno sloveno è la nuova maglia gialla e visto la superiorità finora dimostrata potrà conservarla fino a Parigi.

Sono praticamente 220 i km da Binche a Longwy, per la sesta tappa del Tour 2022. E’ la tappa più lunga della Grande Boucle di quest’anno e sulla carta sembrerebbe una tappa di trasferimento che segue quella del pavè e precede quella della Planche des Belles Filles. E invece il finale molto insidioso, con diversi strappetti ed un muro vero e proprio lungo 800 metri ad oltre il 12% di pendenza media, sarà presumibilmente terreno di caccia per finisseur e uomini di classifica, con probabili ripercussioni sulla classifica generale. I primi km dopo la partenza da Binche erano molto caotici. Attacchi e contrattacchi a ripetizione mettevano il gruppo in una lunga fila indiana. In tre riuscivano a prendere un margine di circa un minuto verso il ventesimo km: Taco van der Hoorn (Team Intermarchè Wanty Gobert),Benoit Cosnefroy (Team AG2R Citroen) e Toms Skujins (Team Trek Segafredo). Mathieu van der Poel era segnalato nelle retrovie del gruppo maglia gialla, a dimostrazione del fatto che la forma dell’olandese è andata in calando dopo aver partecipato al Giro d’Italia. Dal gruppo di testa si lasciavano sfilare Van der Hoorn e Cosnefroy e ripartiva un nuovo tentativo d’attacco con Cort Nielsen, Mads Pedersen (Team Trek Segafredo), Christophe Laporte (Team Jumbo Visma), Andreas Leknessund (Team DSM), Georg Zimmermann (Team Intermarchè Wanty Gobert), Connor Swift (Team Arkea Samsic), Kasper Asgreen (Team Quick Step Alpha Vinyl), Simon Geschke (Team Cofidis), Stan Dewulf (Team AG2R Citroen) e Vegard Stake Laengen (UAE Team Emirates). Ma anche questo nuovo tentativo, dopo una decina di km, veniva annullato dal gruppo maglia gialla. La fuga giusta si concretizzava verso il km 60 grazie all’azione di Wout van Aert (Team Jumbo Visma), Quinn Simmons (Team Trek Segafredo) e Jakob Fuglsang (Team Israel Premier Tech). Il vantaggio massimo raggiunto dal terzetto di testa sul gruppo era di circa 4 minuti, dopo di che UAE Team Emirates e Alpecin Fenix si organizzavano per l’inseguimento. Van Aert si aggiudicava lo sprint intermedio di Carignan posto al km 145.9. Fuglsang si lasciava sfilare dal gruppo di testa a circa 65 km dall’arrivo. A 50 km dalla conclusione Van Aert e Simmons avevano 1 minuto e 55 secondi di vantaggio sul gruppo. A 40 km dall’arrivo il vantaggio della coppia di testa era di 1 minuto e 50 secondi. Il vantaggio di Van Aert e Simmons scendeva inesorabilmente ed a 30 km dall’arrivo era di poco superiore al minuto. Il belga accelerava a circa 30 km dall’arrivo, lasciandosi alle spalle Simmons e riusciva a scollinare in prima posizione sulla Côte de Montigny-sur-Chiers posta al km 205, poco prima di essere ripreso dal gruppo all’inizio della successiva Côte de Pulventeux. A questo punto erano i big di classifica a giocarsi la vittoria di tappa ed anche la nuova maglia gialla, visto che Van Aert sarebbe arrivato sul traguardo di Longwy con oltre 7 minuti di ritardo. Era Alexis Vuillermoz (Team TotalEnergies) ad attaccare a circa 4 km dall’arrivo ma il francese era sempre nel mirino del gruppo, con gli uomini dell’UAE Team Emirates a controllare la situazione. Il francese veniva ripreso sullo strappo finale a circa 2 km dall’arrivo. Nella volata di una ventina di ciclisti aveva la meglio Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), grazie ad un perentorio scatto negli ultimi 200 metri che non lasciava scampo agli avversari. In seconda posizione si classificava Michael Matthews (Team BikeExchange Jayco) mentre terzo era David Gaudu (Team Groupama FDJ). Chiudevano la top five Thomas Pidcock (Team INEOS) in quarta posizione e Nairo Quintana (Team Arkea Samsic) in quinta posizione. Mentre tra gli attardati si segnalava Damiano Caruso (Team Bahrain Victorious) a 21 secondi di ritardo da Pogacar. Il fenomeno sloveno ottiene la prima vittoria di tappa al Tour 2022 e soprattutto è la nuova maglia gialla con 4 secondi di vantaggio su Neilson Powless (Team EF Education EasyPost) e 31 secondi di vantaggio su Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma). Domani è in programma la settima tappa da Tomblaine a la Super Planche des belle Filles. Il Col de Grosse Pierre ed il Col de Croix faranno da antipasto alla scalata finale, una salita che i ciclisti conoscono bene. Gli ultimi 1200 sono terribili, con pendenze che raggiungono il 20% ed anche un tratto in sterrato. La classifica generale potrebbe subire qualche altro piccolo assestamento.

Giuseppe Scarfone

Tadej Pogacar vince a Longwy (foto Getty Images)

Tadej Pogacar vince a Longwy (foto Getty Images)

MARIANNE VOS, 32 VOLTE AL GIRO

luglio 6, 2022 by Redazione  
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Trentadue vittorie, a tanto ammonta il palmares della fuoriclasse olandese Marianne Vos nella Corsa Rosa. La trentaduesima vittoria è giunta al termine della sesta tappa, in quel di Bergamo. Podio di giornata per Kopecky e Persico. La maglia rosa è sempre sulle spalle della Van Vleuten, oggi sesta nel gruppetto della vincitrice

Sua Maestà Marianne Vos (Team Jumbo-Visma) a Bergamo ha raggiunto la quota di 32 vittorie alla corsa a tappa di casa nostra. Un bottino niente male, che sembra destinato a essere ancora rimpinguato in questa edizione del Giro d’Italia. A Bergamo al termine della sesta tappa la Vos ha regolato il gruppetto delle migliori, nato dopo che Elisa Longo Borghini (Trek – Segafredo) ha sferrato un attacco salendo sulla Boccola, seguita dalla stessa Vos e da Mavi García (UAE Team ADQ). Nella successiva discesa il gruppetto di tre è diventato di undici cicliste, quelle che si sono giocate la vittoria finale allo sprint. Alle spalle della vincitrice si sono piazzate Lotte Kopecky (Team SD Worx), Silvia Persico (Valcar – Travel & Service), Kristen Faulkner (Team BikeExchange – Jayco), Amanda Spratt (Team BikeExchange – Jayco), la maglia rosa Annemiek van Vleuten (Movistar Team), Marta Cavalli (FDJ Nouvelle-Aquitaine Futuroscope), la García, la Longo Borghini, Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ Nouvelle-Aquitaine Futuroscope) e Niamh Fisher-Black (Team SD Worx), che ha chiuso il gruppo di testa. La prima delle inseguitrici è stata Sofia Bertizzolo (UAE Team ADQ), che ha regolato un gruppetto di 12 elementi giunto dopo 26” dalla vincitrice.
Per quanto riguarda la classifica generale nessun rischio per la Van Vleuten, che conserva la leadership con 25″ sulla García e 54″ sulla Cavalli.
Domani il Giro d’Italia Donne rimetterà tutto in discussione con l’attesa Prevalle-Passo Maniva, che prevede l’arrivo in salita a quota 1743 metri sul livello del mare. Sarà il primo atto di una triade di tappe che metteranno a dura prova le ragazze in cerca di gloria sulle strade italiane e che potrebbe ridisegnare le gerarchie della Corsa Rosa, anche se la Van Vleuten appare imbattibile

Mario Prato

32esima affermazione di Marianne Vos sul traguardo del Giro (Getty Images)

32esima affermazione di Marianne Vos sul traguardo del Giro (Getty Images)

AD ARENBERG LA SPUNTA SIMON CLARKE. WOUT VAN AERT CONSERVA LA MAGLIA GIALLA

luglio 6, 2022 by Redazione  
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La quinta tappa del pavè non delude le aspettative e consegna al Tour 2022 uno spettacolo di sudore, polvere e fatica, che rimarrà nelle gambe e nella testa dei ciclisti. A giocarsi la vittoria di tappa sono gli uomini che compongono la fuga della prima ora. E’ Simon Clarke (Team Israel Premier Tech) ad avere la meglio in una volata più che ristretta su Taco van der Hoorn (Team Intermarchè Wanty Gobert). Wout van Aert (Team Jumbo Visma) conserva la maglia gialla mentre alcuni ciclisti come Primoz Roglic (team Jumbo Visma) e Ben O’Connor (Team AG2R Citroen) accusano ritardi più o meno consistenti in classifica generale.

La Lille Metropole – Arenberg Porte du Hainaut con i suoi 157 km è la tappa più corta della prima settimana del Tour 2022, se si esclude la cronometro iniziale di Copenhagen, ma è certamente anche quella che può provocare dei primi significativi cambiamenti in classifica generale. Gli 11 tratti in pavè, tutti concentrati nella seconda metà della tappa, chiamano gli uomini di classifica, più o meno a loro agio con le pietre, ad attaccare oppure a difendersi. Nel secondo caso, le squadre saranno decisive e dovranno proteggere i loro capitani. La squadra che dovrà valutare e scegliere la strategia migliore sul da farsi è certamente la Jumbo Visma. Con Wout van Aert in maglia gialla il campione belga può puntare ad una nuova vittoria di tappa dopo quella di ieri a Calais, visto che va fortissimo sul pavè, ma allo stesso tempo se Primoz Roglic e Jonas Vingegaard avessero bisogno di una guida nel domare pietre e polvere, ecco che allora il ruolo di Van Aert ricoprirebbe quello del mero gregariato. Tra coloro che puntano fortemente alla vittoria di tappa c’è sicuramente Mathieu Van der Poel (Team Alpecin Fenix), brillante nella crono iniziale ma poco presente nelle tappe successive. Dopo la partenza da Lille il primo attacco per portare via la fuga di giornata lo sferravano in tre: Edvald Boasson Hagen (Team TotalEnergies), Taco van der Hoorn (Team Intermarchè Wanty Gobert) e Magnus Cort Nielsen (Team EF Education EasyPost). Dopo circa una decina di km ai tre di testa si univano Alexis Gougeard (Team B&B Hotels), Neilson Powless (Team EF Education EasyPost) e Simon Clarke (Team Israel Premier Tech). Dopo 30 km il vantaggio dei sei fuggitivi era di oltre 2 minuti sul gruppo maglia gialla che ancora doveva organizzarsi per l’inseguimento. Van der Hoorn vinceva lo sprint intermedio di Mérignies posto al km 37.2. Il gruppo transitava a 2 minuti e 40 secondi di ritardo. Wout van Aert e Steven Kruijswijk (Team Jumbo Visma) erano vittima di una caduta al km 61 ma rientravano prontamente in gruppo. Il sestetto in testa affrontava il primo settore in pavè di Fressain à Villers-au-Tertre con un vantaggio di 3 minuti e mezzo sul gruppo maglia gialla. Dopo aver attraversato il primo settore, dal gruppo maglia gialla evadevano Jack Bauer (Team BikeExchange Jayco) e Mads Pedersen (Team Trek Segafredo), ma la loro azione in avanscoperta non durava più di 5-6 km. All’inizio del secondo settore di Eswars à Paillencourt un violento attacco di Kasper Asgreen (Team Quick Step Vinyl Team) metteva in fila il gruppo. La maglia gialla Van Aert restava per il momento nelle retrovie, così come Ben O’Connor (Team AG2R Citroen), vittima di una foratura. Anche Florian Senechal (Team Quick Step Alpha Vinyl), Alexander Kristoff (Team Intermarchè Wanty Gobert) e Peter Sagan (Team TotalEnergies) erano alcuni dei nomi caldi che erano attardati quando mancavano poco più di 50 km dall’arrivo e soprattutto ancora otto tratti in pavè. A 38 km dall’arrivo si staccava Mathieu van der Poel (Team Alpecin Fenix), la cui forma è andata in calando dopo il Giro d’Italia. Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) era vittima di una foratura e doveva cambiare la bici dall’ammiraglia, restando attardato. In una rotonda a circa 30 km dall’arrivo cadevano Caleb Ewan (Team Lotto Soudal) ma soprattutto Primoz Roglic (Team Jumbo Visma), che veniva sorpassato anche dal gruppo Vingegaard. Nel frattempo Gougeard si staccava dal gruppo di testa. I cinque fuggitivi avevano poco meno di 1 minuto di vantaggio sul primo gruppo in seguitore in cui erano presente Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ed Aleksandr Vlasov (Team BORA Hansgrohe). Pogacar e Jasper Stuyven (Team Trek Segafredo) acceleravano ed andavano all’inseguimento degli uomini di testa che però sembravano ormai sicuri di giocarsi la vittoria di tappa, con Powless addirittura in maglia gialla virtuale. Nella volata più che ristretta era Simon Clarke a battere al fotofinish Taco van der Hoorn (Team Intermarchè Wanty Gobert), mentre Boasson Hagen si classificava in terza posizione a 2 secondi di ritardo. Chiudevano la top five, un po’ più staccati, Powless in quarta posizione e Cort Nielsen in quinta posizione. La coppia Stuyven-Pogacar giungevano a 51 secondi di ritardo da Clarke mentre il gruppo maglia gialla era regolato a 1 minuto e 4 secondi di ritardo da Jasper Philipsen (Team Alpecin Fenix). Clarke ottiene la prima vittoria stagionale mentre Van Aert conserva la maglia gialla con 13 secondi di vantaggio su Powless e 14 secondi di vantaggio su Boasson Hagen. Domani è in programma la sesta tappa da Binche a Longwy, la più lunga del Tour 2022 con i suoi 219.9 km. Le insidie maggiori saranno tutte concentrate nel finale di tappa, con la presenza del muro di Pulventeux (200 metri ad oltre il 12% di pendenza media) e la Cote des Religeuses, in cima alla quale è posta la linea del traguardo. I velocisti puri sono sicuramente esclusi dalla vittoria di tappa, mentre finisseur e uomini di classifica potranno dire la loro, con qualche piccola ricaduta sulla classifica generale.

Giuseppe Scarfone

Simon Clarke vince ad Arenberg Porte du Hainhaut (foto: Thomas Samson AFP via Getty Images)

Simon Clarke vince ad Arenberg Porte du Hainhaut (foto: Thomas Samson AFP via Getty Images)

WOUT, CHE SPETTACOLO! VAN AERT VINCE A CALAIS ED E’ SEMPRE PIU’ MAGLIA GIALLA

luglio 5, 2022 by Redazione  
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Con una formidabile sparata sull’ultimo, breve ma ripido, GPM di giornata a circa 11 km dall’arrivo, Wout van Aert (Team Jumbo Visma) saluta la compagnia e se ne va tutto solo, andando a vincere a Calais la prima tappa del Tour 2022 – dopo tre secondi posti – e facendo risplendere la sua maglia gialla sullo sfondo della Manica. Il campione olandese aumenta il vantaggio in classifica generale sui diretti inseguitori e domani promette ancora spettacolo nell’attesa tappa del pavè.

Dopo le prime tre tappe in territorio danese, il Tour torna a respirare aria di casa con la quarta tappa da Dunkerque a Calais di 172 km. I sei GPM sparsi omogeneamente sul percorso sono tutti di quarta categoria e non dovrebbero mettere paura ai velocisti che hanno quindi un’altra frazione favorevole per un finale in volata. Attenzione però al vento, visto che gli ultimi 15 km si percorreranno sulla costa nord ovest della Francia esposta alle correnti del Canale della Manica. Già dopo 1 km dal via partiva la fuga di giornata grazie all’azione di Magnus Cort Nielsen (Team EF Education EasyPost) ed Anthony Perez (Team Cofidis). In particolare era il danese a voler raccogliere quanti più punti possibile in ottica classifica GPM ed allungare sui diretti avversari fortificando per quanto possibile la sua maglia a pois. Il danese scollinava in prima posizione, rispettivamente, sul GPM della Cote de Cassel, della Cote de Remilly-Wirquin, della Cote de Nielles-lès-Bléquin, della Cote de Harlettes e della Cote du Ventus, tutti GPM posti tra il km 30.7 ed il km 123.6. Nel frattempo la coppia di testa vedeva calare progressivamente il suo vantaggio nei confronti del gruppo maglia gialla, in cui a turno tiravano gli uomini del Team Jumbo Visma, del Team Trek Segafredo e del Team Alpecin Fenix. Perez, che aveva vinto il traguardo volante di Lumbres, posto al km 63.2, staccava Nielsen a circa 45 km dall’arrivo. A 25 km dall’arrivo il vantaggio di Perez sul gruppo era inferiore al minuto. Sulla Cote du Cap Blanc-Nez, ultimo GPM di giornata posto al km 160.7, la Jumbo Vista era artefice di un forcing forsennato che sfilava il gruppo. VanArt scollinava in prima posizione e proseguiva nell’azione, mentre tra i velocisti quello che inseguiva con più difficoltà, scortato dai compagni di squadra, era Dylan Groenewegen (Team BikeExchange Jayco). A 7 km dall’arrivo Van Aert aveva circa 20 secondi di vantaggio sul gruppo inseguitore., in cui le squadre dei velocisti cercavano di organizzarsi all’inseguimento della maglia gialla. Erano in particolare Team Lotto Soudal e Team Alpecin Fenix a farsi vedere nelle prime posizioni del gruppo. Ma il lavoro di ‘limatura’ del Team Jumbo Visma era perfetto e Van Aert riusciva a giungere in solitaria sul traguardo di Calais. A regolare il gruppo alle sue spalle era Jasper Philipsen (Team Alpecin Fenix) a 8 secondi di ritardo da Van Aert, mentre terzo era Christophe Laporte (Team Jumbo Visma). Chiudevano la top five Alexander Kristoff (Team Intermarchè Wanty Gobert) in quarta posizione e Peter Sagan (Team TotalEnergies) in quinta posizione. Nella top ten si segnalava il buon sesto posto di Luca Mozzato (Team B&B Hotels) . Van Aert spezza l’incantesimo dopo tre secondi posti nelle prime tre tappe del Tour 2022 e conquista la prima vittoria meritatamente, ancora più bella perché in maglia gialla. Maglia gialla che risplende ancora di più sul dorso di Van Aert, visto che con i secondi di abbuono guadagnati adesso ha 25 secondi di vantaggio su Yves Lampaert (Team Quick Step Alpha Vinyl) e 32 secondi di vantaggio su Tadej Pogacar (UAE Team Emirates). Domani è il programma la quinta tappa, ovvero l’attesissima tappa del pavè da Lilla ad Arenberg Porte du Hainaut, la più corta della prima settimana –se si esclude la cronometro di Copenhagen –con un chilometraggio inferiore ai 160 km. Gli 11 settori in pavè che caratterizzano la seconda parte della tappa spezzeranno il gruppo in più tronconi con gli uomini di classifica che dovranno avere la capacità di restare quanto più possibile davanti. Van Aert promette ancora spettacolo, anche se ci sta da proteggere i compagni di squadra Primoz Roglic e Jonas Vingegaard.

Giuseppe Scarfone

Wout van Aert vince a Calais (foto: Annechristine Poujoulat AFP via Getty Images)

Wout van Aert vince a Calais (foto: Annechristine Poujoulat AFP via Getty Images)

GIRO DONNE, IL TRICOLORE DI ELISA BALSAMO SPLENDE ANCHE A REGGIO EMILIA

luglio 5, 2022 by Redazione  
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Nella città del Tricolore la più veloce del plotone è stata la campionessa italiana in carica Elisa Balsamo. La maglia ciclamino di questo Giro ha avuto la meglio sulle solite Charlotte Kool e Marianne Vos nell’ordine. Soddisfazione anche per Consonni, Bastianelli, Barbieri e Zanetti, tutte nella TopTen

Dopo la “delusione” di ieri, quando ha dovuto salutare la maglia rosa in una tappa non adatta alle sue caratteristiche, Elisa Balsamo si è ripresentata a dire la sua sul rettilineo finale della Carpi-Reggio Emilia, quinta tappa del Giro d’Italia Donne 2022.
Nell’ennesimo duello a tre con le sempre presenti Charlotte Kool (Team DSM) e Marianne Vos (Team Jumbo-Visma) la cuneese della Trek-Segafredo è uscita in testa dall’ultima curva e non c’è stata più storia. Per le due cicliste belghe è comunque rimasta la soddisfazione di risalire nuovamente sul podio, dimostrando che quando si parla di volata, i primi tre posti dell’ordine d’arrivo è “affare” loro, con l’unica variabile che cambiano le posizioni.
L’orgoglio italiano è stato difeso più che egregiamente oltre che dalla Balsamo alla seconda vittoria, anche da Chiara Consonni (Valcar – Travel & Service), quarta; da Marta Bastianelli (UAE Team ADQ), quinta; da Rachele Barbieri (Liv Racing Xstra), settima e da Emanuela Zanetti (Isolmant – Premac – Vittoria), nona.
La lunga tappa odierna, la più lunga di questa edizione del Giro, è stata anche caratterizzata dal tentativo da lontano di Matilde Vitillo (Bepink), Iris Monticolo e Giorgia Bariani (Top Girls Fassa Bortolo), Anastasia Carbonari (Valcar) e Hannah Barnes (Uno X). Per loro un vantaggio massimo superiore ai 4 minuti, ma pochissime possibilità di coronare il loro viaggio con un successo. L’ultima a cedere è stata la Bariani, ma anche lei ha dovuto cedere alla dura legge delle ruote veloci.
In classifica generale nulla è cambiato con l’olandese Annemiek van Vleuten (Movistar Team) sempre in rosa. Domani la corsa giungerà in Lombardia per la Sarnico-Bergamo, tappa che si prospetta interessante per i 5 passaggi sulla collina di San Pantaleone e la salita verso la Città Alta nel finale per indurire ulteriormente il finale, che sarà lo stesso del Giro di Lombardia professionisti.

Mario Prato

Elisa Balsamo si impone in maglia ciclamino sul traguardo di Reggio Emilia (Getty Images)

Elisa Balsamo si impone in maglia ciclamino sul traguardo di Reggio Emilia (Getty Images)

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