MARYLAND CLASSIC 2022, SEP VANMARCKE VINCE OLTREOCEANO

settembre 5, 2022 by Redazione  
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Sep Vanmarcke vince la classica a stelle e strisce davanti a Zukowsky e Powless. Quinto Piccolo

Prima edizione assoluta della nuova corsa di un giorno nello stato del Maryland, USA, già in programma per il debutto nel 2020 poi posticipata di due anni causa pandemia Covid-19. La lista partenti è di tutto rispetto e infatti la corsa si infiamma fin dalle fasi iniziali, sotto il ritmo forsennato imposto da EF Education – EasyPost e Trek – Segafredo per mettere alla prova il gruppo che si spezza ben presto in vari tronconi.
Davanti c’è una selezione graduale ma inesorabile che porta via una fuga di 12 unità quando si arriva al circuito finale intorno alla città di Baltimora. Giunti all’ultima tornata, a guidare la corsa davanti sono rimasti solo in cinque: Sep Vanmarcke (Israel – Premier Tech), Nickolas Zukowsky (Human Powered Health), Andrea Piccolo e Neilson Powless (EF Education – EasyPost), Toms Skujiņš (Trek – Segafredo). Il portacolori azzurro della EF è encomiabile nell’ultimo km a tirare la volata al compagno di squadra statunitense, ma questi però non riesce a sopravanzare un Sep Vanmarcke oggi in grande spolvero e un ottimo Zukowsky primo degli sconfitti sul traguardo.

Lorenzo Alessandri

Sep Vanmarcke vince la volata sul traguardo di Baltimora (SnowyMountain Photography)

Sep Vanmarcke vince la volata sul traguardo di Baltimora (SnowyMountain Photography)

LA ROSSA CHE INVOGLIA. LA FUGA CHE SI INVOLA. ANALISI DELLA SECONDA SETTIMANA DI VUELTA

settembre 5, 2022 by Redazione  
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Si conclude la seconda settimana della Vuelta 2022 aperta dal trionfo di Evenepoel nella cronometro di Alicante e dalla successiva difesa della sua maglia rossa nelle tre tappe andaluse con arrivo in salita. Protagonisti anche i velocisti con le volate di Cabo de Gata e di Montilla e ben tre fughe vincenti. La terza settimana ci dirà se Evenepoel riuscirà a resistere agli ultimi attacchi e se un ciclista belga riuscirà a conquistare un GT dopo oltre 30 anni di attesa.

MADS PEDERSEN. Dopo tre secondi posti nella seconda, terza e quarta tappa, finalmente può alzare le braccia nella tredicesima tappa di Montilla, il cui arrivo gli va alla perfezione. La classifica a punti è ormai ipotecata e punta a qualche altra soddisfazione in almeno altre due tappe in cui può sprigionare la sua potenza in volata.VOTO: 8.

KADEN GROVES. Sempre presente negli sprint di massa di questa Vuelta, con quattro top ten su quattro volate disputate nella prima settimana di corsa, centra la vittoria di tappa a Cabo de Gata mettendosi alle spalle gente del calibro di Ackermann, Coquard, Merlier e Pedersen. La crescita del giovane ciclista australiano, alla prima vittoria in un GT, promette bene. VOTO: 7.5

RICHARD CARAPAZ.. Doveva essere, almeno sulla carta, il capitano dell’INEOS ma dopo una prima settimana davvero deludente, che lo fa uscire presto dalla classifica, si reinventa uomo da fuga e vince due tappe con gli arrivi in salita di Penas Blancas e di Sierra de la Pandera, facendo anche un pensierino alla classifica GPM. VOTO: 7.5

THYMEN ARENSMAN. Va in fuga nella tappa più dura della Vuelta, resiste con le unghie e con i denti agli attacchi sul durissimo Alto de Hazallanas, si mette lui stesso all’inseguimento di un coriaceo Marc Soler, lo supera e si invola verso la prima vittoria in carriera in un GT a Sierra Nevada. Il giovane ciclista olandese, anche ottimo cronoman, ha tutto quello che serve per puntare in futuro alla classifica generale di un GT. VOTO: 7.5

REMCO EVENEPOEL. Domina la cronometro di Alicante rifilando distacchi più o meno pesanti a tutti gli avversari. Controlla la situazione nei tre arrivi in salita della seconda settimana, anche se deve cedere qualcosa sulla Sierra de la Pandera e a Sierra Nevada. Ha ancora un vantaggio consistente in classifica ma dovrà meritare di conquistare la maglia rossa nella terza settimana. VOTO: 7.5

MIGUEL ANGEL LOPEZ. Probabilmente il ciclista più brillante nella seconda settimana, scala qualche posizione in classifica generale e può puntare tranquillamente alla top five, tenuto conto anche delle prove tendenti al ribasso di Carlos Rodriguez e di Juan Ayuso. VOTO: 7.5

PRIMOZ ROGLIC. Si vede che lo sloveno non è quello dei tempi migliori e i suoi attacchi sono, per così dire, decisi ma non decisivi. Grazie all’aiuto dei compagni di squadra riesce comunque a selezionare il gruppetto dei migliori ed a lasciare Evenepoel senza gregari. Nelle tre tappe in salita della seconda settimana guadagna un minuto, secondo più secondo meno, sul belga ma per vincere la Vuelta deve sperare in un crollo verticale di Evenepoel nella terza settimana. VOTO: 7

ENRIC MAS. A Sierra Nevada scatta per la prima volta in tutta la Vuelta per riprendere le ruote di Miguel Angel Lopez. Continua a disputare una corsa senza troppi alti né troppi bassi, accontentandosi del terzo posto parziale in cg. VOTO: 7.

Luigi Giglio

ARENSMAN CONQUISTA SIERRA NEVADA. EVENEPOEL RESTA IN MAGLIA ROSSA

settembre 4, 2022 by Redazione  
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Nella tappa regina della Vuelta 2022, la fuga di giornata è ancora protagonista e Thymen Arensman (Team DSM) ottiene la prima vittoria della carriera in un GT. Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) attacca la maglia rossa nella parte più dura della salita, ma è soltanto nell’ultimo km che riesce a rosicchiare ad Evenepoel 15 secondi. L’ultima settimana sarà decisiva e vedremo se Evenepoel riuscirà a resistere agli attacchi che gli verranno inevitabilmente portati.

Mentre sullo sfondo della Vuelta 2022 si staglia una terza settimana con tappe piuttosto monotone e non troppo dure, la tappa di oggi è da molti considerata la più difficile di tutte e quella che potrebbe fare sconquassi in classifica generale. Ieri sulla Sierra de la Pandera Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl) ha evidenziato le prime vere difficoltà perdendo una cinquantina di secondi rispetto a Primoz Roglic (Team Jumbo Visma). L’attacco dello sloveno nella salita finale, coadiuvato da un redivivo Miguel Angel Lopez (Team Astana Qazaqstan), ha messo le basi per una domenica che promette spettacolo sulla Sierra Nevada. Dopo la partenza da Martos ed il primo facile GPM del Puerto del Castillo, il durissimo finale con l’Alto del Purche e soprattutto con la lunga scalata verso Sierra Nevada vedrà una lotta serrata tra i big di classifica. L’ultima salita ha il tratto più impegnativo nei primi 5 km, dove raramente si scende sotto il 15%. Le prime fasi della tappa erano molto concitate. Alcuni ciclisti venivano coinvolti in un paio di cadute, tra cui Wilco Kelderman (Team BORA Hansgrohe), Jose Joaquin Rojas (Team Movistar) e Lucas Hamilton (Team BikeExchange Jayco). In particolare Kelderman aveva bisogno di assistenza medica ma rientrava in gruppo scortato dai compagni di squadra. Si segnalava dopo 7 km il ritiro di Domenico Pozzovivo (Team Intermarchè Wanty Gobert). Dopo circa 25 km sul Puerto del Castillo si formava una maxi-fuga di 29 ciclisti nella quale erano presenti diversi ciclisti interessanti. Tra gli italiani spiccava la presenza di Vincenzo Nibali (Team Astana Qazaqstan), mentre il più pericoloso per la maglia rossa era Thyman Arensman (Team DSM), a 9 minuti e 14 secondi di ritardo da Evenepoel. Presenti tra gli altri anche Richard Carapaz (Team INEOS) e Jay Vine (Team Alpecin Fenix), finora entrambi con due vittorie di tappa all’attivo e in lotta per la classifica GPM. Inoltre, Sam Oomen e Rohan Dennis per il Team Jumbo Visma e Louis Vervaeke e Fausto Masnada per il Team Quick Step Alpha Vinyl erano due ottime teste di ponte per Roglic ed Evenepoel per un’eventuale attacco dei big di classifica sulla salita conclusiva. Era Vine a scollinare in prima posizione. Dopo 40 km il vantaggio della fuga era superiore ai 4 minuti. Il vantaggio massimo della fuga sfiorava i 6 minuti a circa metà del percorso, dopodichè il ritmo più elevato, in particolare del Team Jumbo Visma, consentiva al gruppo maglia rossa di avvicinarsi alla testa della corsa. Ad 80 km dall’arrivo Craddock attaccava e riusciva ad avvantaggiarsi di un minuto circa rispetto ai compagni di fuga. Il ciclista statunitense transitava in prima posizione sul traguardo volante di Granada posto al km 92.3. Craddock veniva ripreso da Vine a poche centinaio di metri dalla vetta del secondo GPM ed era proprio l’australiano a scollinare in prima posizione sul secondo GPM dell’Alto del Purche posto al km 110.4, mentre la fuga iniziale iniziava a perdere qualche pezzo. Tra i più in difficoltà si segnalavano Nibali, Dennis, Oomen, Rigoberto Uran (Team EF Education EasyPost) e Fred Wright (Team Bahrain Victorious). La salita finale veniva presa in testa da un gruppo di 12 ciclisti formato, oltre che dai già citati Vervaeke, Arensman, Uran, Vine, Craddock e Carapaz, anche da David de la Cruz (Team Astana Qazaqstan), Gino Mader (Team Bahrain Victorious), Jai Hindley (Team BORA Hansgrohe), Louis Meintjes (Team Intermarchè Wanty Gobert), Antonio Tiberi (Team Trek Segafredo) e Marc Soler (UAE Team Emirates). Oomen e Dennis, richiamati dalla propria ammiraglia e ripresi dal gruppo, si mettevano subito a disposizione di Roglic. Soler attaccava ai piedi dell’ultima salita e si avvantaggiava di una decina di secondi sui restanti compagni di fuga. Il forcing della Jumbo Visma faceva esplodere il gruppo maglia rossa. All’inseguimento di Soler e degli immediati inseguitori restavano in sette: Roglic, Evenepoel, Miguel Angel Lopez (Team Astana Qazaqstan), Enric Mas (Team Movistar), Ben O’Connor (Team AG2R Citroen) e Carlos Rodriguez (Team INEOS). La coppia dell’UAE Team Emirates formata da Ayuso e da Almeida faticava nelle retrovie. A 15 km dall’arrivo Soler aveva 42 secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore e 2 minuti e 30 secondi di vantaggio sul secondo gruppo inseguitore. Arensman raggiungeva e soperava uno stremano Soler a circa 6 km dall’arrivo. Alle loro spalle, oltre ai fugaioli della prima ora, si erano portati all’inseguimento Lopez, Mas e De La Cruz, quest’ultimo a disposizione del colombiao, mentre più dietro si segnalavano Roglic, Evenepoel ed O’Connor. A 3 km dall’arrivo Arensman aveva quasi 1 minuto e mezzo di vantaggio su Mas, Lopez, Soler, Vine, Hindley, Uran e Meintjes. L’olandese andava a vincere con 1 minuto e 23 secondi di vantaggio su Enric Mas (Team Movistar) ed 1 minuto e 25 secondi di vantaggio su Miguel Angel Lopez. Vine giungeva quarto a 1 minuto e mezzo di ritardo, mentre Roglic, che nell’ultimo km aveva staccato Evenepoel, chiudeva in quinta posizione a 1 minuto e 44 secondi di ritardo da Evenepoel. Il belga era decimo a 1 minuto e 59 secondi di ritardo da Arensman ed a 15 secondi di ritardo da Roglic. Dopo la vittoria nella tappa a cronometro del Giro di Polonia, Arensman ottiene la seconda vittoria stagionale, la prima in linea. In classifica generale adesso Evenepoel ha 1 minuto e 34 secondi di ritardo su Roglic e 2 minuti e 1 secondo di vantaggio su Mas. Ci aspetta una terza settimana davvero appassionante e siamo certi che Roglic e perché no, anche Mas, tenteranno il tutto per tutto per accorciare ulteriormente su Evenepoel. La Vuelta riprende martedì 6 Settembre dopo il terzo ed ultimo giorno di riposo. Si parte da Sanlucar de Barrameda e si arriva a Tomares dopo quasi 190 km. I velocisti torneranno protagonisti visto che il percorso è totalmente pianeggiante, se si eccettua qualche piccolo dentello negli ultimi 20 km che non dovrebbe complicare troppo la vita ai ciclisti per la volata finale.

Antonio Scarfone

Thymen Arensman vince a Sierra Nevada (foto: Getty Images)

Thymen Arensman vince a Sierra Nevada (foto: Getty Images)

CARAPAZ, VITTORIA BIS SULLA SIERRA DE LA PANDERA. EVENEPOEL PERDE TERRENO MA RESTA PRIMO

settembre 3, 2022 by Redazione  
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Richard Carapaz (Team INEOS) coglie un prestigioso bis sulla Sierra de la Pandera attaccando nel tratto più duro della salita finale e resistendo al ritorno degli uomini di classifica, dai quali viene esclusa la maglia rossa Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl), vittima per la prima volta della fatica. Il belga resta in testa alla classifica generale ma i suoi avversari, a partire da Primoz Roglic (Team Jumbo Visma), sperano di riaprire il discorso per la vittoria finale.

Puerto de Siete Pilillas di terza categoria, Puerto de los Villares di seconda categoria e Sierra de La Pandera di prima categoria compongono il crescendo rossiniano degli ultimi 60 km della quattordicesima tappa che parte da Montoro e termina alla Sierra de la Pandera dopo 161 km. La terza ed ultima salita è praticamente il proseguimento della seconda ed in totale sono oltre 23 km di ascesa inframmezzati da alcuni tratti in pianura. Le pendenze più dure i ciclisti le troveranno tra il km 157 ed il km 160, dove in alcuni punti la strada si impenna fino al 17%. Una tappa certamente difficile dove gli uomini di classifica dovrebbero darsi battaglia e magari mettere in difficoltà Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl), anche se fino adesso il talento belga è sembrato inattaccabile. Dopo la partenza da Montoro il primo tentativo di fuga era effettuato da un terzetto con Vincenzo Nibali (Team Astana Qazaqstan), Robert Stannard (Team Alpecin Deceuninck) ed Hugh Carthy (Team EF Education EasyPost) ma il gruppo rispondeva subito e riprendeva i tre attaccanti. Nibali non si dava per vinto e ripartiva insieme a Jay Vine (Team Alpecin Deceuninck) ma anche questa volta il gruppo si riportava sulla coppia al comando nel giro di un paio di km. Riprovavano in cinque: Fred Wright e Gino Mader (Team Bahrain Victorious), Davide Villella e Bryan Coquard (Team Cofidis) e Lukasz Owsian (Team Arkea Samsic), ma anche questa volta il gruppo reagiva e annullava questo nuovo attacco. Intorno al km 45 ci riprovava un altro terzetto formato da Thomas De Gendt (Team Lotto Soudal), Yevgeniy Fedorov (Team Astana Qazaqstan) ed ancora Stannard. Al km 60 il gruppo tornava compatto mentre Juan Ayuso (UAE Team Emirates), che aveva avuto qualche problema nei km precedenti, rientrava anch’esso in gruppo scortato dai compagni di squadra. La fuga di giornata si formava infine intorno al km 85 grazie all’azione di 10 ciclisti: Clement Champoussin (Team AG2R Citroen), Alexey Lutsenko (Team Astana Qazaqstan), Luis Leon Sanchez (Team Bahrain Victorious), Bruno Armirail (Groupama FDJ), Richard Carapaz (Team INEOS), Filippo Conca (Team Lotto Soudal), Marco Brenner (Team DSM), Kenny Elissonde e Mads Pedersen (team Trek Segafredo) e Raul Garcia Pierna (Team Kern Pharma). All’inizio dell’ascesa verso il primo GPM del Puerto de Siete Pilillas, il vantaggio della fuga era di 3 minuti e 40 secondi. Era Carapaz a scollinare per primo. Pedersen vinceva il traguardo volante di Jaen posto al km 127.2. Il danese era il primo ciclista a staccarsi dalla testa della corsa quando veniva affrontato il secondo GPM del Puerto de los Villares. Sanchez scollinava in prima posizione e proseguiva l’azione insieme a Carapaz. Iniziava così la salita finale verso la Sierra de la Pandera, con il gruppo maglia rossa, forte di una cinquantina di unità, che inseguiva i due ciclisti di testa co circa 2 minuti e 40 secondi di ritardo. Era il Team Movistar con un generoso Alejandro Valverde a fare il forcing nel gruppo maglia rossa. Carapaz e Sanchez, ai quali si erano uniti Conca e Champoussin, iniziavano i due km più duri della salita finale, con pendenze sempre tra il 10 ed il 12%, avendo un vantaggio di 1 minuto e 45 secondi di ritardo sul gruppo maglia rossa tirato ora dal Team Jumbo Visma. L’azione della squadra olandese era il preludio all’attacco di Primoz Roglic che scattava a 3 km e mezzo dall’arrivo. Contemporaneamente, Evenepoel accusava le prime vere difficoltà di un GT e si staccava dal gruppo dei favoriti. Enric Mas (Team Movistar) e Miguel Angel Lopez (team Astana Qazaqstan) raggiungevano Roglic a 2 km dall’arrivo. Nel frattempo Carapaz teneva duro in testa e, favorito dall’ultimo km, con pendenze meno impegnative ed anche con un tratto in discesa, andava a conquistare una prestigiosa vittoria, bissando il successo ottenuto l’altro ieri a Penas Blancas. A 8 secondi di ritardo Lopez giungeva secondo davanti a Roglic terzo. Chiudevano la top five Joao Almeida (UAE Team Emirates) in quarta posizione a 27 secondi di ritardo e Carlos Rodriguez (Team INEOS), in quinta posizione a 36 secondi di ritardo. Evenepoel riusciva a non crollare e alla fine pagava 56 secondi di ritardo da Carapaz e 48 secondi di ritardo dalla coppia Lopez-Roglic. Il belga conserva la maglia rossa ma adesso il suo vantaggio su Roglic è sceso a 1 minuto e 49 secondi. Non si può ancora dire che la Vuelta si è riaperta ma Roglic adesso ha qualche certezza in più mentre Evenepoel qualcuna in meno. La quindicesima tappa di domani, lunga poco più di 152 km, precede il terzo ed ultimo giorno di riposo della Vuelta 2022. Si parte da Martos e dopo il facile GPM di terza categoria del Puerto del Castillo posto dopo 33 km, il finale di tappa riserva le due asperità maggiori, con l’Alto del Purche di prima categoria e l’arrivo di ‘categoria especial’ a Sierra Nevata, precisamente dal versante dell’Alto Hoya de la Mora. L’ultima salita misura oltre 22 km, con i primi 7 davvero impegnativi visto che la pendenza media raggiunge il 10%. Vedremo se Roglic riuscirà a rosicchiare ancora qualcosa ad Evenepoel in classifica generale e poi la terza settimana ci darà le sentenze definitive.

Antonio Scarfone

Richard Carapaz vince sulla Sierra de la Pandera (foto: Getty Images)

Richard Carapaz vince sulla Sierra de la Pandera (foto: Getty Images)

PEDERSEN, VOLATA SENZA RIVALI A MONTILLA. EVENEPOEL SEMPRE IN MAGLIA ROSSA

settembre 2, 2022 by Redazione  
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La volata anomala di Montilla, con gli ultimi 700 metri in costante salita e con pendenze che arrivano al 5%, premia Mads Pedersen (Team Trek Segafredo), che vince praticamente da favorito davanti a Bryan Coquard (Team Cofidis) e Pasca Ackermann (UAE Team Emirates). Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl) conserva agevolmente la maglia rossa e si prepara ad un week end di fuoco con due impegnativi arrivi in salita.

Prima del secondo week end con due tappe toste in cui i big di classifica saranno protagonisti, venerdì si svolge la tredicesima tappa da Ronda a Montilla, lunga 169 km e priva di GPM. Il percorso, complessivamente pianeggiante, strizza l’occhio ai velocisti, o almeno a quelli più resistenti, visto che gli ultimi 10 km salgono a gradoni. Le salite non sono impossibili ma se il gruppo terrà un ritmo elevato la volata potrebbe perdere qualche pezzo. Anche i finisseur e qualche uomo di classifica – pensiamo a Roglic – non sono completamente esclusi dalla vittoria di tappa. In particolare, gli ultimi 700 metri ad oltre il 5% di pendenza media promettono spettacolo. Nonostante la positività al covid, da Ronda partiva anche Juan Ayuso (UAE Team Emirates), considerato ‘a bassissimo rischio d’infezione’, come riportava una nota della sua squadra. Dopo 2 km si formava immediatamente la fuga di giornata grazie all’azione di tre ciclisti: Julius van den Berg (Team EF Education EasyPost), Joan Bou (Team Euskaltel Euskadi) ed Ander Okamika (Team Burgos BH). Dopo 10 km il terzetto di testa aveva 2 minuti di vantaggio sul gruppo maglia rossa. La fuga non superava mai i 3 minuti di vantaggio. Le squadre impegnate nell’inseguimento erano soprattutto Team Trek Segafredo, Team Cofidis e Team BikeExchange Jayco. Il vantaggio della fuga scendeva drasticamente con l’avvicinarsi dell’arrivo. A 20 km dal termine ai tre di testa erano rimasti solo 30 secondi da gestire sul gruppo maglia gialla in forte recupero. Anche le squadre dei big si facevano vedere nelle posizioni di testa a protezione dei loro capitani. Bou si aggiudicava il traguardo volante di Espejo, poco prima che la fuga venisse ripresa dal gruppo maglia rossa. Il primo a rialzarsi era Van den Berg, mentre il gruppo rientrava sugli altri due a poco più di 9 km dall’arrivo. Il gruppo era tutto appallato ed occupava tutta la sede stradale, visto il vento contrario e gli ultimi 7 km in leggera ma costante salita. La Jumbo Visma prendeva davanti l’ultimo km con Roglic che faceva un pensierino alla volata, ma sul tratto più duro al 5%, a circa 500 metri dall’arrivo, allungava Pascal Ackermann (UAE team Emirates). Il tedesco veniva immediatamente ‘marcato’ da Mads Pedersen (Team Trek Segafredo) che gli scattava in faccia superandolo con facilità ed andando a vincere sul traguardo di Montilla. In seconda posizione si piazzava Bryan Coquard (Team Cofidis) mentre Ackermann si doveva accontentare del terzo posto. Chiudevano la top five Fred Wright (Team Bahrain Victorious) in quarta posizione e Danny van Poppel (Team BORA Hansgrohe) in quinta posizione. Dopo tre secondi posti, Pedersen riesce finalmente a vincere una tappa alla Vuelta 2022, consolidando, per non dire ipotecando, la vittoria della classifica a punti. In classifica generale resta tutto invariato con Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl) in maglia rossa davanti a Primoz Roglic ed Enric Mas (Team Movistar). Domani è in programma la quattordicesima tappa da Montoro alla Sierra de la Pandera, lunga oltre 160 km. La salita finale è preceduta dal Puerto de los Villares. Sommate, le due salite misurano oltre 20 km e sono intercalate da alcuni tratti in discesa che non ne limitano la durezza. Il Puerto de Siete Pilillas, posto al km 107, servirà a fare selezione nel gruppo. Se l’ennesima fuga di questa Vuelta non riuscirà a giocarsi la vittoria di tappa, sarà la volta dei big di classifica.

Antonio Scarfone

Mads Pedersen vince a Montilla (foto Tim de Waele/Getty Images)

Mads Pedersen vince a Montilla (foto Tim de Waele/Getty Images)

CARAPAZ, CLASSE E ORGOGLIO SULLE “ROCCE BIANCHE”. EVENEPOEL RESTA IN MAGLIA ROSSA

settembre 1, 2022 by Redazione  
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Richard Carapaz (Team INEOS), presente nella maxi fuga di giornata, attacca a 2 km dalla vetta e si invola verso una vittoria con cui prova a cancellare una stagione fin qui alquanto deludente. Il campione olimpico vince sulle Peñas Blancas davanti a Wilco Kelderman (Team BORA Hansgrohe) e Marc Soler (UAE Team Emirates). Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl) conserva la maglia rossa.

Il piatto forte della dodicesima tappa è la salita finale verso le “Rocce Bianche” (Peñas Blancas). Si parte da Salobrena e per oltre 170 km non si segnalano particolari difficoltà. Al km 173 inizia la lunga salita verso il traguardo; sono quasi 20 km al 6.7% con alcuni tratti in doppia cifra. Vedremo se le squadre dei big di classifica vorranno favorire i loro capitani per la vittoria di tappa, tenendo chiusa la corsa, oppure se ancora una volta saranno i fuggitivi ad essere protagonisti. Da Salobrena non partivano Santiago Buitrago (Team Bahrain Victorious) e Boy van Poppel (Team Intermarchè Wanty Gobert), entrambi trovati positivi al covid. Il primo attacco per portare via la fuga veniva portato da Sergio Higuita (Team BORA Hansgrohe) ed Alessandro De Marchi (Team Israel Premier Tech) ma il gruppo annullava immediatamente questa azione. Intorno al km 17 si formava la fuga che avrebbe caratterizzato la tappa, composta da ben 32 ciclisti. Tra coloro che già erano andati in fuga più volte nelle scorse tappe erano presenti Jay Vine (Team ALpecin Deceuninck) e Marc Soler (UAE Team Emirates). Sia l’australiano che lo spagnolo, che evidentemente puntavano forte sulla vittoria di tappa, potevano contare su due entrambi ciascuno, ovvero Lionel Taminiaux e Gianni Vermeersch per Vine ed Ivo Oliveira e Jan Polanc per Soler. Altri nomi interessanti presenti nella fuga erano quelli di Alexey Lutsenko e Samuele Battistella (Team Astana Qazaqstan), Wilco Kelderman e Matteo Fabbro (Team BORA Hansgrohe) e Richard Carapaz (Team INEOS). Dei 32 auomini in fuga, quello più pericoloso per Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl) era Kelderman, a 14 minuti e 4 secondi di ritardo da Evenepoel. Il vantaggio della fuga sul gruppo maglia rossa cresceva progressivamente e superava i 10 minuti quando mancavano una cinquantina di km alla conclusione. Evenepoel era vittima di una caduta apparentemente senza conseguenze a 50 km dall’arrivo, insieme al compagno di squadra Ilan van Wilder, ma il belga rientrava prontamente in gruppo. Il vantaggio della fuga, che sfiorava i 12 minuti ad una cinquantina di km dalla conclusione, iniziava a scendere in vista della salita finale. Era il Team Deceuninck Quick Step ad accelerare e Louis Vervaeke, compagno di squadra di Evenepoel presente nella fuga, veniva richiamato dall’ammiraglia per dare man forte alla compagine belga. Battistella vinceva il traguardo volante di Estepona posto al km 172.4. Iniziava così la salita finale con Taminiaux e Vermeersch a tirare nel gruppo di testa. I primi fuggitivi a staccarsi erano Mike Teunissen (Team Jumbo Visma), Lukasz Owsian (Team Arkea Samsic) e Samuele Battistella (Team Astana Qazaqstan). A cinque km dall’arrivo restavano in testa una decina di ciclisti. L’attacco decisivo lo sferrava Richard carapaz (Team INEOS) a 2 km dall’arrivo. Il campione olimpico accelerava e nessuno riusciva più a tenere la sua ruota. Carapaz vinceva così in solitaria con 9 secondi di vantaggio su Wilco Kelderman (Team BORA Hansgrohe) e 24 secondi di vantaggio su Marc Soler (UAE Team Emirates). Chiudevano la top five Jan Polanc (UAE Team Emirates) in quarta posizione e Marco Brenner (Team DSM) in quinta posizione. Vine, che sembrava il favorito per vincere la tappa, era settimo, mentre il primo degli italiani era Matteo Fabbro (Team BORA Hansgrohe), decimo a oltre 3 minuti di ritardo da Carapaz. Il drappello dei big era regolato da Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl), a 7 minuti e 39 secondi di ritardo da Carapaz. Con la maglia rossa erano presenti Enric Mas (Team Movistar), Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) e Juan Ayuso (UAE Team Emirates). Carapaz, in una stagione dove ha evidenziato più luci che ombre, coglie la terza vittoria dopo aver vinto il titolo nazionale a cronometro e la sesta tappa del Giro di catalogna. In classifica generale Evenepoel conserva la maglia rossa con 2 minuti e 41 secondi di vantaggio su Roglic e 3 minuti e 3 secondi di vantaggio su Mas. Balzo notevole di Kelderman che grazie alla fuga sale in sesta posizione. Domani è in programma la tredicesima tappa da Ronda a Montilla di 168.4 km. I velocisti dovrebbero tornare a giocarsi la vittoria in volata, vista l’assenza di GPM, ma il finale piuttosto nervoso, con l’arrivo posto su un piccolo dentello, potrebbe riservare qualche sorpresa ed anche finisseur ed uomini di classifica potrebbero dire la loro.

Giuseppe Scarfone

Richard Carapaz vince vince sulle Peñas Blancas (foto: Getty Images)

Richard Carapaz vince sulle Peñas Blancas (foto: Getty Images)

GROVES, VOLATA VINCENTE A CABO DE GATA. EVENEPOEL RESTA IN MAGLIA ROSSA

agosto 31, 2022 by Redazione  
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Nella più che scontata volata dell’undicesima tappa, con un arrivo praticamente in riva al mare, Kaden Groves (Team BikeExchange Jayco) vince davanti a Danny van Poppel (Team BORA Hansgrohe) e Tim Merlier (Team Alpecin Deceuninck). Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl) resta in maglia rossa ma perde Julian Alaphilippe, vittima di una caduta e costretto al ritiro con una spalla in disordine.

Mentre Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl) consolida il primato in classifica generale dopo la convincente vittoria nella cronometro di Alicante, la Vuelta continua a scendere verso sud, questa volta con una tappa, l’undicesima, che si svolgerà per la seconda parte del percorso sulla costa, con il rischio di ventagli in caso di vento forte. L’assenza di GPM nei 192 km da El Pozo Alimentacion a Cabo de Gata favorisce i velocisti, che dovranno comunque fare attenzione ad eventuali spezzettamenti del gruppo. Purtroppo la positività al covid miete altre vittime, per così dire, ed oltre a tre ciclisti del Team Kern Pharma non partivano dal El Pozo neanche Simon Yates (Team BikeExchange Jayco) e Pavel Sivakov (Team INEOS), entrambi in piena corsa in classifica generale per la top five. Già dopo 2 km partiva la fuga di giornata grazie all’azione di tre ciclisti: Jetse Bol (team Burgos BH), Vojtech Repa (Team Kern Pharma) e Joan Bou (team Euskaltel Euskadi). Il gruppo lasciava fare e dopo 10 km il vantaggio dei tre era già di oltre 2 minuti. Dopo 30 km il vantaggio della fuga era salito a 4 minuti. Le squadre dei velocisti stazionavano nelle prime posizioni del gruppo, anche se l’inseguimento vero e proprio non era ancora iniziato. Erano Trek Segafredo ed Alpecin Deceuninck ad aumentare il ritmo dopo metà tappa e così a 90 km dalla conclusione il vantaggio della fuga scendeva a 1 minuto e 45 secondi. A 62 km dall’arrivo Julian Alaphilippe (Team QuickStep Alpha Vinyl), cadeva rovinosamente ed era costretto al ritiro. Per lui, sospetta lussazione della spalla destra e recupero problematico per il Mondiale australiano. A 60 km dal termine Bol, Bou e Repa avevano 1 minuto e 35 secondi di vantaggio sul gruppo in costante recupero. A 50 km dall’arrivo, con il gruppo sempre più vicino, Bol attaccava provando a staccare i compagni di fuga. Repa e Bou venivano ripresi dal gruppo mentre Bol restava in testa alla corsa con 1 minuto circa di vantaggio quando mancavano 40 km all’arrivo. Bol veniva ripreso a 26 km dall’arrivo. Mads Pedersen (Team Trek Segafredo) si aggiudicava il traguardo volante di Ruescas posto al km 181. A 8 km dall’arrivo il gruppo accelerava ed iniziavano le grandi manovre tra le squadre dei velocisti per consentire ai propri capitani di prepararsi al meglio per la volata. Ormai si aspettava soltanto la volata anche perché il vento era abbastanza debole e non c’erano pericoli di ventagli. Il vento laterale si faceva sentire soltanto negli ultimi 4 km, praticamente affacciati sulla spiaggia del Cago de Gata ed il gruppo non si allungava. Nella volata era Kaden Groves (Team BikeExchange Jayco) ad avere la meglio su Danny van Poppel e (Team BORA Hansgrohe) e Tim Merlier (Team Alpecin Deceuninck). Chiudevano la top five Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates) in quarta posizione e la maglia verde Mads Pedersen in quinta posizione. Groves ottiene la terza vittoria stagionale dopo aver vinto già una tappa al Giro di Catalogna ed un’altra tappa al Giro di Turchia. La classifica generale rimane invariata con Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl) saldamente in testa davanti a Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) ed Enric Mas (Team Movistar). Domani è in programma la dodicesima tappa da Salobreña a Peñas Blancas, per un totale di 192.7 km. Il tipico unipuerto spagnolo in cui dopo 170 km di strada pianeggiante si inizia a salire verso Peñas Blancas. L’ascesa è piuttosto irregolare ma gli ultimi 3 km sono i più duri con pendenze che vanno spesso in doppia cifra. La fuga potrebbe avere qualche chance di successo ma le squadre dei big di classifica potrebbero favorire i propri capitani per conquistare la vittoria di tappa con uno sguardo alla classifica generale.

Giuseppe Scarfone

Kaden Groves vince a Cabo de Gata (foto: Tim de Waele/Getty Images)

Kaden Groves vince a Cabo de Gata (foto: Tim de Waele/Getty Images)

EVENEPOEL DOMINA LA CRONO DI ALICANTE ED E’ SEMPRE PIU’ MAGLIA ROSSA

agosto 30, 2022 by Redazione  
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Nella cronometro individuale da Elche ad Alicante, priva per positività al covid di cronomen di spessore come Hayter ed Affini, brilla la stella di Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl). Il belga è autore di una prestazione monstre a quasi 56 km/h di media. Secondo giunge Primoz Roglic (Team Quick Step Alpha Vinyl) a 30 secondi di ritardo. La Vuelta 2022 è sempre più belga.

La prima settimana della Vuelta 2022 ha già detto molto in ottica classifica generale. La maglia rossa è saldamente indossata da Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl) ed il belga non ha nessuna intenzione di cederla, sognando di riportare il Belgio a vincere un GT dopo 45 anni, da quel 1978 in cui Johan De Muynck vinse il Giro d’Italia. Altri tempi e altri ciclisti e la curiosa statistica che nei due anni precedenti al 1978 altri due ciclisti belgi vinsero gli altri due GT, ovvero Lucien van Impe il Tour 1976 e Freddy Maertens la Vuelta 1977. Dopo il secondo giorno di riposo la Vuelta riparte da Elche per una cronometro individuale completamente pianeggiante che porta ad Alicante dopo 31 km. Evenepoel ha la possibilità di aumentare il vantaggio sui diretti avversari e, se non ipotecare, quanto meno aumentare decisamente le possibilità di vittoria finale. Problemi fisici e positività al covid, quest’ultima sempre in agguato, escludeva dalla partenza sette ciclisti, tra cui Edoardo Affini (Team Jumbo Visma) ed Ethan Hayter (Team INEOS), entrambi mancati protagonisti della cronometro odierna. Remi Cavagna (Team Quick Step Alpha Vinyl) era il primo ciclista a scendere sotto i 35 minuti. L’ex campione nazionale francese della specialità faceva segnare all’arrivo il tempo di 34 minuti e 19 secondi. Nessuno faceva meglio di lui fino a Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl). Partito per ultimo, la maglia rossa divorava i 31 km del percorso ad oltre i 56 Km/h di media, facendo segnare il tempo migliore già al primo intertempo con 20 secondi meno di Cavagna. Al secondo intermedio il belga aumentava a 35 secondi il vantaggio sul francese ed il tempo finale dello scatenato belga era di 33 minuti e 18 secondi. Primoz Roglic (Team Jumbo Visma), autore di un’ottima terza parte di percorso, riusciva a scalzare Cavagna al traguardo giungendo in seconda posizione a 30 secondi di ritardo da Evenepoel, limitando per quanto possibile i danni. Cavagna era terzo a 1 minuto netto da Evenepoel. Chiudeva la top five parziale la coppia INEOS formata da Carlos Rodriguez e Pavel Sivakov, rispettivamente in quarta ed in quinta posizione. Evenepoel ottiene la prima vittoria di tappa alla Vuelta 2022 e rafforza il primato in classifica generale. Adesso il belga ha 2 minuti e 41 secondi di vantaggio su Roglic e 3 minuti e 3 secondi di vantaggio su Enric Mas (Team Movistar). Domani è in programma l’undicesima tappa dalla sede di ElPozo Alimentacion di Alhama de Murcia, uno degli sponsor della Vuelta, a Cabo de Gata per 191.2 km. Sembra scontato l’arrivo in volata, visto il percorso quasi del tutto pianeggiante e l’assenza di GPM. Mads Pedersen (Team Trek Segafredo) può aumentare il vantaggio nella classifica a punti sugli avversari diretti.

Giuseppe Scarfone

Remco Evenepoel vince la cronometro di Alicante (foto: Sprint Cycling Agency)

Remco Evenepoel vince la cronometro di Alicante (foto: Sprint Cycling Agency)

DEUTSCHLAND TOUR: VINCE YATES, MA SORRIDONO IN TANTI

agosto 29, 2022 by Redazione  
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Vittoria del britannico Adasm Yates nella 37a edizione del Giro di Germania, terminata ieri a Stoccarda. Sorrisi anche in casa Italia con la vittoria di Filippo Ganna nel cronoprologo e la conquista della maglia di leder della classifica da parte di Alberto Bettiol al termine della seconda frazione.

Alla fine è Adam Yates (Ineos) a gioire per la vittoria finale al Giro di Germania, dopo essersi aggiudicata la penultima tappa, quella più impegnativa con arrivo in salita a Schauinsland.
La corsa teutonica riporta al successo anche Filippo Ganna (Ineos), vincitore del cronoprologo dopo le delusioni al Tour e agli Europei, Alexander Kristoff (Intermarchè) e Caleb Ewan (Lotto) possono sorridere: il norvegese ottiene il secondo successo mensile dopo un digiuno che durava da maggio mentre l’australiano torna alla vittoria dopo ben quattro mesi dall’ultima affermazione.

Andiamo, però, con ordine. Il prologo, come detto, è appannaggio di Ganna il quale veste anche la maglia di leader con 2” su Bauke Mollema (Trek) e 3” su Nils Politt (Bora). Il corridore italiano riesce a mantenere la leadership anche al termine della seconda tappa, vinta da Ewan allo sprint su Jonathan Milan (Bahrain) e Max Kanter (Movistar), frazione che non vive grossi sussulti con una lunga fuga ripresa dal gruppo che preparava la volata finale.
Finale simile per la seconda frazione con arrivo a Marburgo. Il vincitore in questo caso è Kristoff. che batte sul traguardo Florian Senechal (Quick Step) e Bettiol (EF) con quest’ultimo che si ritrova paritempo al vertice della classifica con lo stesso Kristoff e Ganna. Per questione di centesimi, maturati durante il prologo, la maglia di leader passa quindi sulle spalle del toscano, seguito dal norvegese e infine dal piemontese.
La tappa regina è la terza, 149 km da Friburgo in Brisgovia a Schauinsland con una decina di chilometri di salita prima dell’arrivo. Il grande favorito è Yates che non delude le aspettative e stacca tutti giungendo al traguardo in solitaria con 19” su Pello Bilbao (Bahrain) e 28” su Mauri Vansevenant (Quick Step) che, sommati al vantaggio accumulato nel prologo, lo lanciano in testa alla generale con un margine rassicurante di 30” sullo spagnolo. Al traguardo con Vansevenant giunge appaiato Rubein Guerreiro (EF), poco dietro Georg Zimmermann (Intermarchè). A oltre mezzo minuto tutti gli altri. Davide Formolo (UAE), primo degli italiani, è tredicesimo a 1’20”.
La tappa finale è un mangia e bevi con circuito finale a Stoccarda che prevede la salita di Herdweg, un paio di km al 7%, ottima per animare la corsa ma non sufficiente per poter impensierire il leader della generale. ça frazione animata nelle prime fasi dai tentativi di fuga, abilmente controllati dalla Ineos che in vista dell’arrivo mette Ganna ed Egan Bernal a tirare per gestire la corsa fino ai meno 10, quando i battistrada si ritrovano ad avere circa 30” di vantaggio. Inizia così una lotta nella lotta per aggiudicarsi gli abbuoni, molto interessanti a causa della classifica ristretta. In un gruppetto ormai ridotto a dieci unità, all’ultimo GPM passa primo Guerreiro, seguito da Yates e Vansevenant.
I dieci vanno a giocarsi la vittoria con Bilbao che brucia Guerreiro e Zimmermann- Nei dieci di giornata anche Formolo (6°) e Bettiol (7°) e grazie a questo piazzamento Formolo riesce a entrare nella top ten della classifica, mentre Bettiol si è fermato ai suoi piedi, 11° della generale

Andrea Mastrangelo

La vittoria di Yates nella tappa regina del Giro di Germania (foto Hennes Roth/SprintCyclingAgency)

La vittoria di Yates nella tappa regina del Giro di Germania (foto Hennes Roth/SprintCyclingAgency)

ALTRA SALITA, ALTRA FUGA. A LES PRAERES ESULTA MEINTJIES. EVENEPOEL ATTACCA E CONSOLIDA IL PRIMATO.

agosto 28, 2022 by Redazione  
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L’ennesimo arrivo in salita di questa prima settimana di Vuelta premia ancora una volta il coraggio dei fuggitivi di giornata. In cima alla breve ma durissima ascesa di Les Praeres ad alzare le braccia al cielo è stato il sudafricano Louis Meintjes (Intermarchè-Wanty-Gobert Materiaux) finalmente vittorioso in una frazione di un Grande Giro. Il trentenne di Pretoria ha staccato tutti i compagni di fuga negli 3 durissimi chilometri finali, giungendo al traguardo con 1′01″ su Samuele Battistella (Astana Qazaqstan Team), ultimo ad arrendersi al sudafricano, e 1′14″ sul giovane Edoardo Zambanini (Bahrain-Victorius). Quarta posizione per un Remco Evenepoel (Quick Step Alpha Vinyl) che ha ancora una volta attaccato staccando tutti i rivali di classifica. Il giovane fenomeno belga ha rafforzato la sua leadership nella generale ed ora guida con 1′12″ su Enric Mas (Movistar Team) e 1′53″ su Primoz Roglic (Jumbo-Visma).

La 9a tappa della Vuelta, la seconda in territorio Asturiano, prevedeva la partenza da Villaviciosa e l’arrivo dopo 172 km in cima alla breve ma acigna salita di Les Praeres (3,8 km al 13 % di pendenza media con punte che sfioravano il 20%). I pimi 47 km erano quasi del tutto piatti, poi iniziava una sequenza di 4 salite che anticipavano l’erta finale. La prima asperità, l’Alto del Torno (2a cat, 8,3 km al 5,7%) posta al km 55, rappresentava un ideale trampolino di lancio nel caso in cui i precedenti 50 km non avessero già partorito la fuga di giornata. Quindi al km 94 vi era un gpm di prima categoria, il Mirador del Fito (10 km al 5,5%), seguita dall’Alto de la Llama (km 118) e da La Campa (km 149). Un tratto di falsopiano precedeva la dura erta finale già affrontata nella Vuelta del 2018 (a vincere in quel caso fu Simon Yates).

Così come successo già ieri, l’avvio di tappa è stato scoppiettante. Sin dal chilometro zero sono stati infatti in tanti i corridori che hanno provato a muoversi. Tra questi, i ’soliti’ Jay Vine (Alpecin-Deceuninck) e Marc Soler (UAE Team Emirates) oltre a Richard Carapaz (Ineos Grenadiers). La bagarre è andata avanti a lungo, terminando soltanto verso il km 40, quando un gruppo di ben 10 corridori è riuscito ad avvantaggiarsi: Thymen Arensman (Team DSM), Samuele Battistella (Astana Qazaqstan Team), Filippo Conca (Lotto-Soudal), Jimmy Janssens e Robert Stannard (Alpecin-Deceuninck), Louis Meintjes (Intermarchè-Wanty-Gobert Materiaux), Dylan Van Baarle (Ineos grenadiers) Edoardo Zambanini (Bahrain-Victorius), Jose Manuel Diaz (Burgos-BH) e Simon Gugliemi (Arkea-Samsic). La battaglia ha però continuato ad infuriare grazie alla verve di Vine e Soler che, in compagnia di Santiago Buitrago (Bahrain-Victorius) hanno provato invano a rientrare sulla testa della corsa. Nel frattempo Thymen Arensman, 11° in classifica a 3′11″ da Remco, ha perso contatto dagli altri battistrada, riducendo a 9 il numero dei fuggitivi. A questo punto le acque si sono calmate e i fuggivi hanno ottenuto il via libera dal plotone.

I nove battistrada hanno scollinato sul primo gpm di giornata con un margine di circa 3′30″ sul gruppo principale sempre guidato dalla Quick Step. Il gap è cresciuto ulteriormente nei chilometri successivi arrivando a 4′45″ ai -100. Da quel momento in poi la Quick Step ha iniziato ad amministrare il distacco che è sostanzialmente sostanzialmente invariato (5′08 ai -50) fino al penultimo gpm, posto a 33 chilometri dall’arrivo. A quel punto davanti sono iniziati gli scatti con Conca, Janssen e Battistella in grande spolvero. Proprio gli ultimi due sono riusciti ad avvantaggiarsi nel tratto di falsopiano che precedeva la rampa finale che hanno approcciato con un margine di mezzo minuto sui 6 inseguitori e 3′30″ sul gruppo principale tirato da un Julien Alaphilippe sempre più calato nei panni del gregario.

Lungo la salita finale Meintjes ha lasciato la compagnia degli altri 5 inseguitori riprendendo Battistella e Janssens intorno ai -3. Il sudafricano si è così ritrovato in testa tutto solo, involato verso una vittoria tanto agognata quanto meritata. Dietro invece, una caduta (coinvolto Tao Geoghegan Hart) ha letteralmente spezzato in due il gruppo degli uomini di classifica tirato sempre dal bravissimo Alaphilippe. Sempre intorno ai -3 è arrivato il primo scatto ad opera del giovane Juan Ayuso (UAE Team Emirates) ormai capitano unico della formazione Emiratina. A lui si sono man mano accodati Remco Evenepoel (Quick Step Alpha Vinyl), Enric Mas (Movistar Team), Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) e Primoz Roglic (Jumbo-Visma) mentre tutti gli altri, a partire da Simon Yates (Team BikeExchange-Jayco) hanno da subito dimostrare di non poter reggere quell’andatura. Poco dopo però è stato Evenepoel ad aumentare il ritmo e questa volta nessuno ha saputo resistere. Gli ultimi a staccarsi dal fenomenale fiammingo sono stati Roglic e Mas, con lo sloveno che è sembrato in evidente difficoltà. Una volta rimasto tutto solo, Remco ha forzato ulteriormente col fine di incrementare il margine in classifica generale.

Meintjes ha tagliato il traguardo con 1′01″ su Battistella, ancora secondo dopo venerdì, ed 1′14″ sul sorprendente Zambanini. Evenepoel ha chiuso la sua ennesima prestazione da incorniciare ad 1′34″, davanti a Conca (1′58″). Ayuso, che nelle ultime centinaia di metri si era sbarazzato di Mas e Rodriguez, è giunto in 6a posizione a 2′08″ in compagnia di Guglielmi. Seguono Mas (8° a 2′18), Rodriguez (9° a 2′20″) e Roglic, 10° a 2′26″ e bravo a difendersi nel finale nonostante l’evidente difficoltà.

Evenepoel ora guida con 1′12″ su Enric Mas e 1′53″ su Primoz Roglic. Seguono i due giovanissimi talenti iberici: 4° è Carlos Rodriguez a 2′33″ appena davanti a Juan Ayuso (5° a 2′36″). Simon Yates è sesto a 3′08″, davanti a Jose Almeida (UAE Team Emirates), 7° a 4′32″, e Miguel Angel Lopez (Astana Qazaqstan Team), ottavo a 5′03″. Chiudono la top ten provvisoria il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia, Jai Hindley (Bora-Hansgrohe) nono a 5′36″ e Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers), 10° a 5′59″. Per Remco un’altra giornata positiva, mentre da Roglic sono arrivati sengali non proprio ottimistici.
Domani la corsa iberica osserverà il secondo giorno di riposo, alla vigilia dell’attesa cronometro di Alicante che offrirà ad Evenepoel una comcreta possibilità di incrementare ulteriormente il vantaggio sui diretti rivali.

Pierpaolo Gnisci

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