28-05-2014

maggio 28, 2014 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’italiano Stefano Pirazzi (Bardiani Valvole – CSF Inox) si è imposto nella diciasettesima tappa, Sarnonico – Vittorio Veneto, percorrendo 208 Km in 4h38′11″, alla media di 44,862 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Wellens e l’australiano McCarthy. Il colombiano Nairo Alexander Quintana Rojas (Movistar Team) è ancora maglia rosa, con 1′41″ sul connazionale Urán Urán e 3′21″ sull’australiano Evans. Miglior italiano Fabio Aru (Astana Pro Team), 6° a 3′34″

BELOISE BELGIUM TOUR

Il belga Tom Boonen (Omega Pharma – Quick-Step) si è imposto nella prima tappa, Lochristi – Buggenhout, percorrendo 173,6 Km in 3h51′43″, alla media di 44,951 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Greipel e l’olandese Bos. Miglior italiano Andrea Guardini (Astana Pro Team), 5°. Boonen è il primo leader della classifica, con 4″ su Greipel e 6″ su Bos. Miglior italiano Guardini, 8° a 10″

BAYERN RUNDFAHRT

L’australiano Heinrich Haussler (IAM Cycling) si è imposto nella prima tappa, Vilshofen – Freilassing, percorrendo 204,6 Km in 5h11′38″, alla media di 39,392 Km/h. Ha preceduto allo sprint il bielorusso Hutarovich e l’australiano Von Hoff. Miglior italiano Davide Viganò (Caja Rural – Seguros RGA), 12°. Haussler è il primo leader della classifica, con 1″ sul tedesco Droste e 4″ su Hutarovich. Miglior italiano Viganò, 14° a 10″

FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)

Il tedesco Christoph Pfingsten (Cyclingteam De Rijke) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Schifflange, percorrendo 1,5 Km in 2′48″, alla media di 32,143 Km/h. Ha preceduto l’olandese Duyn (stesso tempo) edi 2″ il belga Bille. Unico italiano in gara Corrado Lampa (Team Differdange – Losch), 112° a 1′25″

TOUR DES FJORDS (Norvegia)

Il belga Jérôme Baugnies (Wanty – Groupe Gobert) si è imposto nella prima tappa, Bergen – Ulvik, percorrendo 161 Km in 3h52′54″, alla media di 41,477 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Cort Nielsen e il norvegese Enger. Miglior italiano Kristian Sbaragli (MTN Qhubeka), 6°. Baugnies è il primo leader della classifica, con 4″ su Cort Nielsen e 6″ su Enger. Miglior italiano Sbaragli, 7° a 10″

SARNONICO – VITTORIO VENETO: UNA RICCIA INSALATINA TREVIGIANA

maggio 28, 2014 by Redazione  
Filed under News

Sulla carta pare una tappa facilmente digeribile, messa lì per dare un attimo di tregua alle grandi battaglie del Giro, stretta tra la giornata dell’accoppiata Gavia-Stelvio e quella del tappone dolomitico. Ma non è tutto oro quel che luce… apparentemente facile, la frazione di Vittorio Veneto proporrà nel finale il duro scoglio di Cà del Poggio, che potrebbe anche andar di traverso a qualche grosso calibro della classifica.

Ben ci sta una tappa facilmente digeribile dopo la scorpacciata di montagna offerta sul desco della Ponte di Legno – Val Martello, una portata di distacco tra i piatti forti, una sorta d’insalatina rinfrescante. Ma quella che sarà servita tra Sarnonico e Vittorio Veneto, al diciassettesimo giorno di gara, non sarà per qualcuno semplice da mandar giù perché l’insalata di Vittorio Veneto sarà decisamente riccia, arricchita da spruzzi di condimento piuttosto aspri. Gli organizzatori l’hanno inserita nel novero delle otto frazioni definite pianeggianti, attribuendole due stelle di difficoltà, ma quel muro di Cà del Poggio piazzato a una ventina di chilometri dal traguardo renderà la giornata complicata per tutti. Molti degli sprinter rimasti in gara saranno inevitabilmente tagliati fuori dai giochi per il successo e, dopo tutte le fatiche accumulate nelle tappe precedenti, anche qualche uomo di classifica potrebbe essere “disarcionato” dai suoi 1200 metri al 12,2% (i picchi arrivano fino al 18%), con poche speranze di rientrare perché davanti sicuramente si metteranno a “menare” duro. Va detto che il Giro ha già avuto modo, in due occasioni, di sperimentare questo muro e, in entrambi i casi, l’arrivo era stato “affaire” per velocisti ma, sia nella tappa di Treviso dell’anno scorso (vinta da Cavendish), sia in quella di Valdobbiadene del 2009 (vittoria di Petacchi) c’erano parecchi chilometri da percorrere dopo il muro per andare al traguardo e, dunque, c’era tutto il tempo per rientrare. La prospettiva d’affrontare questa verticale così vicina all’arrivo potrebbe anche poco motivare le squadre dei velocisti a tener cucita la corsa e, di conseguenza, oggi gioco facile potrebbero avere i tentativi di fuga, che prenderanno le mosse nelle fasi iniziali di gara e saranno poi scremati dalle difficoltà del finale: per chi finora sarà ancora rimasto a bocca asciutta questa potrebbe anche essere una delle ultime occasioni, poiché, da qui a Trieste, probabilmente solo la tappa conclusiva potrà vedere l’approdo di una fuga mentre nelle restanti frazioni il palcoscenico dovrebbe essere tutto per i primattori del Giro 2014.
La tappa scatterà tra i meleti della Val di Non, planando dolcemente nei chilometri iniziali verso la Piana Rotaliana, conosciuta agli estimatori del buon vino per essere la terra di produzione del rosso DOC Teroldego Rotaliano. Terminata la discesa iniziale, a una quarantina di chilometri dal via il gruppo transiterà sulle strade di Trento, sfilando ai piedi del dosso sul quale sorge il Castello del Buonconsiglio e che prima dell’erezione della fortezza (XII secolo) si chiamava Malconsey, toponimo poi cambiato con uno sicuramente più positivo e che si estese all’erigenda costruzione, residenza dei principi-vescovi che ressero il Principato vescovile di Trento dal 1027 al 1801, quando il piccolo stato fu secolarizzato e annesso al filo-napoleonico Regno di Baviera. A questo punto si affronterà la prima delle cinque più rilevanti salite previste dal percorso, il lungo ma pedalabile “salto” che si dovrà compiere per passare dalla valle dell’Adige a quella del Brenta, entrando così in Valsugana, che i “girini” ritroveranno anche ventiquattrore più tardi perché qui si disputerà l’arrivo dell’unica frazione dolomitica prevista dal Giro di quest’anno. Pedalando costantemente sulla strada di fondovalle il gruppo ne sfiorerà i principali centri, fino a Borgo Valsugana, che per molti anni fu sede di partenza del Trofeo Baracchi, storica cronometro a coppie rimasta in calendario sino al 1991 e il cui primatista di successi è il corridore di casa Francesco Moser, impostosi cinque voltre contro le quattro di Coppi e Baldini. Torniamo a parlare del “Campionissimo” poiché, al momento di uscire “fora dalla Valsugana” il gruppo si troverà ai piedi della seconda salita, le pedalabili Scale di Primolano, 1800 metri al 4,8% che Fausto il 2 giugno del 1950 non ebbe l’opportunità di affrontare. Era la prima, minuscola difficoltà della tappa più attesa e dura di quell’edizione, da Vicenza a Bolzano passando prima per le piccole “Scale” (il soprannome dato ai resti delle antiche forticazioni, erette nel 1260 e poi ricostruite dagli austriaci nel 1860, sfiorate dai tornanti della salita) e poi per i più consistenti passi Rolle, Pordoi, Campolongo e Gardena. Memori dell’impresa nella Cuneo-Pinerolo dell’anno precedente, i tifosi si aspettavano un’altra grande giornata siglata dal “Campionissimo” che, invece, alle porte di Primolano fu urtato dal corridore milanese Armando Peverelli e piombò pesantemente a terra, fracassandosi il bacino. Tra l’altro, fu durante la successiva degenza ospedaliera che Coppi conobbe la sua futura compagna, Giulia Occhini, venuta a trovarlo in compagnia del marito, il dotto Enrico Locatelli, il medico condotto originario di Varano Borghi (Varese) che era un gran tifoso del corridore di Castellania e che, sicuramente, poi non lo sarà più: l’incidente, dunque, “sconvolse” anche la vita di quei due uomini, ma non certo la carriera di Coppi, che negli anni successivi si rifarà conquistando altri due Giri, il suo secondo Tour, il mondiale di Lugano e il suo ultimo Giro di Lombardia.
Respirando l’aria del Grappa, tra due giorni grande protagonista con la cronoscalata da Bassano, i “girini” punteranno ora su Feltre, cittadina stretta attorno alla bella Piazza Maggiore, ben conosciuta agli appassionati di gran fondo in quando luogo d’arrivo di una delle più impegnative manifestazioni del settore, l’odierna Sportful Dolomiti Race, nata nel 1995 e fino al 2008 intitolata a Tullio Campagnolo, l’imprenditore vicentino che nel 1924, mentre disputava una gara da queste parti, ebbe grossi problemi con il cambio e l’intuizione su come risolverlo, brevettando poi nel 1930 il mozzo a sgancio rapido e aprendo quindi l’azienda che porta il suo nome e che costituisce ancora oggi uno dei marchi più rinomati del mondo del pedale. Il gruppo s’infilerà quindi nella valle del Piave, percorrendola nel tratto dove il fiume sacro alla patria s’incanala nella Stretta di Quero, il corridoio che separa il massiccio del Grappa da quello del Monte Cesen e nel quale si vivranno gli ultimi chilometri di pianura prolungata di questa frazione. I successivi 45 Km saranno un continuo saltabeccare su e giù dai colli della Marca Trevigiana, introdotti dallo strappetto verso Quero, la prima delle tre più evidenti difficoltà altimetriche che punteggiano il finale. Con un dolce falsopiano si entrerà quindi a Valdobbiadene, la capitale del Prosecco, frequentata non solo dagli enologi ma che offre la possibilità di divertirsi anche agli appassionati di sport invernali per la presenza, in località Pianezze, dell’unica stazione sciistica della provincia di Treviso. Ancora una puntata verso il Piave per poi tornare a pedalare in salita, in direzione del facile GPM di Santo Stefano. Il tracciato, quindi, si acquieterà per un attimo, giusto il tempo di prepararsi al gran finale, anticipato dalla facile salita della Mire e dal passaggio per Refrontolo, nei cui pressi si trova il delizioso Molinetto della Croda, dove nel 1977 a far girar la testa agli abitanti della zona non servì il locale Passito DOCG ma la presenza in scena di una delle “icone sexy” dell’epoca, la procace Laura Antonelli, impegnata sul set di “Mogliamante”. Ancora una manciata di chilometri e poi giungerà il momento di vedersela con il “babau” di questa tappa, che toglierà più il sonno ai corridori stranieri che agli italiani, che già conoscono il muro di Cà del Poggio non solo per i precedenti passaggi del Giro ma anche perché fu ripetuto ben undici volte nell’anello che laureò per la seconda volta campione nazionale Giovanni Visconti. Era il 26 giugno del 2010 e l’arrivo era fissato a Conegliano, il secondo centro per numero d’abitanti della provincia che sarà la prossima meta del gruppo, una volta messa alle spalle l’ultima discesa di questa tappa. Raggiunta la città natale del pittore Giovanni Battista Cima, tra i principali esponenti della scuola veneta del XV secolo, mancheranno 15 Km al traguardo e neppure questi saranno del tutto tranquilli. C’erano due opzioni per spostarsi tra Conegliano e Vittorio Veneto e, scartata la comoda statale che scorre ai margini della pianura veneto-friulana, gli organizzatori hanno scelto un tracciato che, lambendo le dolci colline moreniche tra le quali s’adagia il piccolo Lago di Pradella, proporrà un ultimo, piccolo ostacolo. È poco più d’un zampellotto prolungato… ma per chi avrà ancora sullo stomaco il Poggio, la sua Cà e tutto il “pendenzaro” potrà trasformarsi in un immane Mortirolo.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella di Pergine Valsugana (482m). Coincide con l’omonimo abitato e costituisce lo spartiacque tra le Dolomiti di Fiemme e le Prealpi Vicentine.

Sella di Santa Lucia (319m). Attraversato dalla SS 50 “del Grappa e del Passo Rolle”, coincide con il bivio per la località Caupo.

Sella di Mire (220m). Valicata dalla SP 86 tra Refrontolo e Corbanese.

RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Sarnonico (www.tr3ntino.it)

Sarnonico (www.tr3ntino.it)

Trento, castello del Buonconsiglio (www.crushsite.it)

Trento, castello del Buonconsiglio (www.crushsite.it)

Borgo Valsugana, Francesco Moser e il tedesco Dietrich Thurau alla partenza del Trofeo Baracchi del 1986 (www.cyclingphotomerzliak.it)

Borgo Valsugana, Francesco Moser e il tedesco Dietrich Thurau alla partenza del Trofeo Baracchi del 1986 (www.cyclingphotomerzliak.it)

Le scale di Primolano (www.magicoveneto.it)

Le scale di Primolano (www.magicoveneto.it)

Feltre, Piazza Maggiore (www.fenicefeltre.it)

Feltre, Piazza Maggiore (www.fenicefeltre.it)

Il Piave attraversa la Stretta di Quero (panoramio)

Il Piave attraversa la Stretta di Quero (panoramio)

I vigneti del Prosecco (www.italiaatavola.net)

I vigneti del Prosecco (www.italiaatavola.net)

Refrontolo, il Molinetto della Croda visto in Mogliamante (www.davinotti.com)

Refrontolo, il Molinetto della Croda visto in 'Mogliamante' (www.davinotti.com)

Conegliano (treviso24.tv)

Conegliano (treviso24.tv)

Lago di Pradella (www.fotogalifi.com)

Lago di Pradella (www.fotogalifi.com)

Vittorio Veneto, Piazza Marcantonio Flaminio (www.agriturismoalthea.it)

Vittorio Veneto, Piazza Marcantonio Flaminio (www.agriturismoalthea.it)

L’attacco del muro di Cà del Poggio e, in trasparenza, l’altimetria della diciasettesima tappa (34x26.wordpress.com)

L’attacco del muro di Cà del Poggio e, in trasparenza, l’altimetria della diciasettesima tappa (34x26.wordpress.com)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI VAL MARTELLO

maggio 28, 2014 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Anche quest’anno ilciclismo.it, proporrà, poche ore dopo la conclusione della tappa, l’oramai tradizionale almanacco zeppo di golosità: cominceremo dalla rassegna stampa internazionale, passando poi il parere dei tifosi, la colonna sonora del giorno, le previsione del tempo per la tappa successiva, le “perle” dei telecronisti, il Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e il ricordo di un Giro passato (abbiamo scelto il 1964, l’ultimo dei due Giri vinti da Anquetil).

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Quintana re in Val Martello. Domina e si mette la rosa – La discesa della discordia. Team furiosi, difesa Vegni(Gazzetta dello Sport)

Quintana vince ma sullo Stelvio entra la «safety car»: è polemica (Corriere della Sera)

Regno Unito

Quintana seizes Giro lead(The Time)

Quintana takes lead with stage 16 win (The Daily Telegraph)

Irlanda

Nicolas Roche’s Giro d’Italia diary: ‘I was freezing and had to put the third jacket on, which is a record for me’ (Irish Independent)

Francia

Quintana se hisse au sommet – Polémique au Stelvio (L’Equipe)

Spagna

Nairo Quintana firma una gesta entre la leyenda y la polémica (AS)

Nairo y su escalera de color (Marca)

Quintana destroza a los rivales y se viste de rosa (El Mundo Deportivo)

Belgio

Giro: Quintana remporte l’étape et s’empare du maillot rose (Le Soir)

Quintana zet Giro op zijn kop (De Standaard)

16e étape du Giro: Quintana écrase la concurrence et endosse le rose (L’Avenir)

Giro: Quintana dompte la neige et les montagnes (La Dernière Heure/Les Sports)

Polémique au Giro: Quintana, vainqueur de la 16e étape, a-t-il profité d’une “bourde” de l’organisation?(Sudinfo.be)

Paesi Bassi

Lefevere hekelt organisatie Giro: ‘Renners als stront behandeld’ – Kelderman bikkelt naar vierde plek in ‘helletocht’ Giro: ‘Handen als klompen’ (De Telegraaf)

Germania

Giro-Doppelschlag von Quintana: Tagessieg und Spitze (Berliner Zeitung)

Repubblica Slovacca

Giro: Quintana vyhral kráľovskú etapu a obliekol sa do ružového (Pravda)

Canada

Quintana edges Hesjedal to take lead amid confusion on Giro d’Italia (The Globe and Mail)

USA

Quintana Takes Lead Amid Confusion on Giro (The New York Times)

Colombia

‘Algunos ya me habían descartado’: Nairo Quintana – ‘Tengan fe, esto se acaba el domingo’: Urán – Nairo Quintana, por otra marca (El Tiempo)

Nairo Quintana, un escarabajo fuera de lo común – Nairo Quintana, nuevo líder del Giro de Italia – El Giro encuentra su patrón (El Espectador)

Australia

Cadel Evans slips to third in Giro d’Italia (The Age)

Quintana in the pink as Evans fades (The Australian)

BOX POPULI

Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Tracciato confermato. Allora, cosa succederà oggi?

nisky: Prenderanno acqua e freddo! Mentre ioe ne staro all asciutto e al caldo davanti la tv

Pudra: ad un km dal Gavia scatta Arredondo per prendere i punti del GPM. In discesa del gavia scatta Pirazzi e fa mezzo Stelvio da solo. Sullo Stelvio scattano Rolland ed Hesjedal ma vengono ripresi in Val Venosta. Astana, Movistar e la squadra di Uran tengono cucito il gruppo. Sulla salita finale ai meno 2 km (dopo il falsopiano, quindi) scatta Quintana e dà 15” ad Aru ed Uran, 30” a Evans, Majka e Pozzovivo.

Nebe1980: credo anche io ma spero di no

n@po: non vedremo nulla perchè la RAI non ha l’aereo… (mai avuto a fronte delle balle raccontate senza vergogna negli anni scorsi). Per il resto, mia impresione, l’organizzazione giro è talmente scredidata di fronte a corridori ed ambiente che la situazione più probabile è che le impongano (mi auguro di sbagliare), all’ombra dell’assenza di diretta, la scelta di far traslocare il gruppo, come minimo, ai piedi dello Stelvio senza colpo ferire.

n@po: Pare che Quintana abbia deciso che si fa sul serio. Son contento di aver detto una castronata ma mi riservo di attendere l’evolversi della tappa

Salitepuntocià (a Pudra): Vrdo che l’hai capito anche te, ma senza ironia va scritto, il percorso non offre altro, tappa mal disegnata, avrebbero dovuto mettere l’arrivo a Solda o a Watles, cosi lo stelvio veniva fatto con altro spirito ma a 70km dall’arrivo è troppo per attaccare… la salita finale son 1,5km , il tratto duro è all’inizio ma appunto troppo lontano anch’esso per fare selezione ,troppi falsopiani e contropendenze, penso pozzovivo vinca

Howling Wolf14: Pozzovivo ha la bronchite. E non penso che le condizioni meteo di oggi lo favoriscano. Tutt’altro. Stefano Garzelli, che in bicicletta ci andava, e che ha fatto tante salite discese, ha appena detto, nel programma della De Stefano, che è una tappa assurda, antisportiva, che non andava corsa. C’erano percorsi alternativi, ma si sono intestarditi su quest’itinerario. Non so se lo spettacolo ne guadagnerà. E poi che tipo di spettacolo?

Nebe1980: a me le tappe così piacciono e sono contento che si corra.
Quanto alla situazione meteo sullo stelvio dico (spero si possa dire): sti cazzi!!!

Howling Wolf14: Le tappe così si svolgono in uno scenario epico. Nessuno può sostenere che non sia bello. Ma a me non piace che i corridori si congelino e che la prova sportiva venga falsata.

Nebe1980: Non viene falsata, le condizioni meteo fanno parte del ciclismo

Profpivo: Hanno preso un grosso rischio a farli partire, ma per come la vedo io se la strada è pulita, si corre. Altro discorso era il Gavia dell’88. E’ un altro tipo di spettacolo rispetto a quando c’è il sole, ma non è detto che sia inferiore. Ci sta anche una tappa del genere in uno sport che si svolge all’aperto. Emergerà chi sa gestire meglio forze, abbigliamento e alimentazione. PS: Nota di merito per ora alla Rai, dopo averla meritatamente criticata finora. Si vede tutto! E con immagini anche di qualità superiore a quelle di altre tappe!

nisky: le ho fatte io salile e discese con grandine e nevischio e senza ammiraglie non vedo perchè non possano farle i corridori!solo se la strada si sporca posso capire senno figo così!il giro è la strada e se la strada e il tempo questo propone mi spiace per i corridori ma va corsa la tappa!insomma indumenti termici esistono non vedo perchè non utilizzarli!se ogni volta che c è il meteo sfavorevole ste tappe devono essere messe in dubbio allora neanche proporle!

nisky (Salitepuntocià): Hai proprio indovinato!ho detto io che dovresti fare il ds per come sai leggere le tappe e per la fantasia che dimostri!

DOPO LA CORSA

Nebe1980: nei tapponi si fa la differenza… altro che Zoncolan, attacco a 70 Km dall’arrivo qui il terreno adatto per farlo c’era, meno male che questa non era una tappa da minuti

Mauro Facoltosi: Polemiche in gruppo per l’attacco di Quintana nella discesa dello Stelvio. Alcune squadre avevano inteso che la corsa fosse stata neutralizzata dall’organizzazione nella discesa, altre no (e il comunicato ufficiale di Radiocorsa non parla di neutralizzazione, mentre la notizia era “scappata” sul profilo twitter del Giro). Commenti?

nisky: conta radiocorsa che arriva alle ammiraglie altro che balle!poi di moto non ne ho viste!la differenza è che quintana rolland e hesjedal non si son fermati gli altri si

Profpivo: La comunicazione che hanno fatto sentire non parla assolutamente di neutralizzazione. Però la giuria ha sicuramente causato confusione con una decisione ambigua che ha creato un equivoco. Non credo che i ds abbiano consultato twitter allo Stelvio. Detto questo, Quintana ha dimostrato di averne di più di tutti, al di là dell’attacco in discesa. E straordinario anche Hesjedal, che torna addirittura in corsa per il podio assieme a Rolland

Mauro Facoltosi: La De Stefano ha confermato che il twitt con la notizia dell’errore è stato un errore di chi gestiva il profilo twitter del Giro e che subito dopo è stato diramato un messaggio che smentiva il precedente. Lo stesso Vegni ha confermato che non c’era nessuna neutralizzazione. Il problema è stato che molti d.s., interpellati al proposito da Di Luca, non hanno visto twitter ma hanno interpretato male la notizia data da Radiocorsa – che non parlava di neutralizzazione – e, pensando ad una neutralizzazione, hanno agito di conseguenza (come il fermare Kiserlowski, per esempio) e sono rimasti sorpresi dall’attacco di Quintana. La domanda, a questo punto, è: tappa falsata?

Nebe1980: direi di no, Quintana ha guadagnato 4 minuti e Uran mentre al termine della discesa ne aveva solo 2 quindi gliene ha rifilati altri 2

-Gigilasegaperenn3-: La comunicazione di Radiocorsa a me pareva abbastanza chiara. Non capisco molto il senso delle moto con la bandiera rossa, ma non si parlava comunque di neutralizzazione. E’ vero che l’account twitter del Giro l’ha menzionata, ma mi pare ovvio, in caso di contraddizione tra le due fonti, quale sia quella cui dare ascolto. Per inciso, poi, in caso di dubbi, nulla vietava di chiedere delucidazioni, che non penso sarebbero state negate. Magari senza aspettare che Quintana guadagnasse due minuti.

Vittorio P: Ecco la dimostrazione dell’inutilità della cronoscalata. Il Giro è FINITO. A dimostrazione che i veri campioni escono nei TAPPONI. Ma è anche finito per l’assenza di cronometro VERE per specialisti. Sul Monte Grappa, sostanzialmente, il terreno per recuperare su Quintana non c’è. Anzi. Una tappa a cronometro bella piatta, invece, avrebbe dato la possibilità a Uran, Evans, Hjedal, di recuperare sul colombiano. Invece, siamo onesti, a meno che non gli succeda qualcosa, Quintana ha tutt’e due le mani sul Giro. Chi lo può staccare in salita? Nessuno. Che sbaglio la coronoscalata, che sbaglio!

N@po: La comunicazione radio dice chiaro e tondo che mettono davanti le moto con bandiera rossa per scendere in sicurezza. In quel momento, iniziata la discesa, chiunque fosse due tornanti dietro nella fila indiana aveva la certezza che davanti ci fosse una moto che regolava la velocità di tutti. Punto. Qualunque altra interpretazione è una stronzata. Fortunatamente vincendo Quintana il giro andrà ad un campione, ma per il resto evito di aggiungere altro perchè diventerei molto volgare….

O.Teoldi: bella tappa. Polemiche a parte, quanto era bella l’ultima salita? A me è piaciuta molto la parte finale con tutti quei tornantini

Howling Wolf14: La Destefano pesca nel torbido e monta le polemiche per fare spettacolo. Vegni s’è difeso in maniera signorile ed appropriata, ma la conduttrice di Processo alla Tappa meritava due sonori ceffoni per via della sua insistenza. Patetico l’intervento di Roberto Amadio: “Basso era staccato, sullo Stelvio è arrivato circa un minuto dopo i big. Poi abbiamo perso due minuti di tempo per mettere la mantellina, perché credevamo che si seguisse la moto tutti insieme”. Già, Basso è arrivato dopo un minuto e si mischia al gruppo di quelli che l’avevano staccato? Furbettino il ds Cannondale, eh.

Howling Wolf14 (a -Gigilasegaperenn3-) :Certo. Non ci sono dubbi. La fonte ufficiale è una. Solo quella. Tutte le altre interpretazioni sono pretestuose. RCS è completamente assolta, stavolta. Ma per l’incapace che gestisce Twitter Giro dev’essere previsto il licenziamento in tronco.

Howling Wolf14: Molti d.s. non credo. Da quel che ho capito solo Cannondale, Astana, Ofmega e BMC. Ossia Amadio/Mariuzzo, Martinelli, Bramati e Baldato. Oh, che caso. Tutti e quattro italiani. Ma non capiscono l’italiano. Mi pare che il comunicato non desse adito ad interpretazioni alternative. Non è che per caso sono degli opportunisti?

N@po: Ma di cosa stiamo parlando! Oggi la corsa è stata neutralizzata via radio prima della discesa dello Stelvio. Punto. Il fatto che non sia stato usato il termine neutralizzata dimostra quanto siano incapaci a gestire la corsa poichè o lasci via libera o la neutralizzi. Non ci sono situazioni intermedie da segnalare via radio. Se dici che ci saranno moto con le bandiere rosse durante tutta la discesa, nelle condizioni di difficoltà di quel tipo, hai detto che si scenderà in sicurezza ovvero a velocità controllata e dunque velocità uguale per tutti (altrimenti favoriresti qualcuno) Se poi le moto non ci sono, cosa ne possono saperne i corridori che sono stati avvertiti del contrario e non sono davanti? Vegni si è difeso in maniera appropriata????… ma per favore!!!

Scattista: napo io non ho visto il processo, ma ho visto le interviste ai corridori dopo l’arrivo e non hanno parlato di neutralizzazioni, moto, ecc. han solo detto che la discesa dallo stelvio è stata durissima. Secondo me questa della neutralizzazione o no è un casino che ha toccato i corridori meno di quello che pensiamo e che alcuni giornalisti hanno montato ancora di più perché sono incapaci. Secondo me i corridori han fatto la loro corsa, con l’aggiunta di qualche DS che dall’ammiraglia ha dato disposizioni sbagliate per via di questa confusione

Howling Wolf14: Le informazioni non hanno mai parlato di neutralizzazione. Parlavano di moto che avrebbero disegnato le traiettorie per favorire i corridori. Ma allora capiamoci bene, perché se vogliamo capire dobbiamo anche usare l’intelligenza, altrimenti capiamo ciò che ci fa comodo, come il furbetto di turno che pensava di poter far fare a Basso tutto lo Stelvio a ritmo di passeggiata e poi unirsi agli altri, anche quelli che lo precedevano di dieci minuti, per fare tutti insieme la discesa. E’ parso ovvio che le moto non potessero fare quel servizio che era stato annunciato. Perché allora sarebbe stata necessaria quasi una moto per ogni corridore. Oppure ritenevate che ci sarebbe stata una moto per tutti, davanti, una sola, e dietro il gruppo, che nel frattempo si era ricompattato aspettando mezz’ora sullo Stelvio per fare rientrare anche Viviani e Bouhanni? I ds furbetti hanno dato un’interpretazioni smaccatamente opportunistica. Quello che volevano, o speravano nella neutralizzazione, erano guarda caso i team dei corridori più in difficoltà. Dallo Stelvio, quindi, Basso, arrivato con un minuto abbondante di ritardo, sarebbe dovuto ripartire con quelli che l’avevano preceduto? Perché neutralizzazione, se di neutralizzazione vogliamo parlare, significa che poi, terminato il tratto neutralizzato, si riparte con i distacchi registrati all’inizio della neutralizzazione. Cosa che onestamente era impossibile, perché non mi risulta che sullo Stelvio fossero stati dislocati dei cronometristi per rilevare i distacchi. Allora, in conclusione, discesa dello Stelvio tutti insieme. Anche Basso? Anche Ulissi? Anche Bouhanni? Anche Nizzolo? Aspettiamo tutti per un bel mischione. Ma dai, un po’ di concretezza. Io non sono mai stato benevole nei confronti di RCS Sport. Però questa volta non posso certo essere dalla parte di quei viscidi tecnici che hanno dato un’interpretazione che ha fatto comodo a loro e ora gettano fango gratuito sull’organizzazione. Ho solo parole di condanna, per loro. Se poi Vegni può avere sbagliato, i suoi errori sono una goccia nell’oceano rispetto alla vigliaccheria di certi d.s.

Ceemo: A me sembra chiaro dalla comunicazioni che le moto servivano solo di aiuto ai ciclisti nell’impostare le traiettorie per la scarsa visibilità. Quindi Quintana che non si è fermato sullo Stelvio aveva tutto il diritto di proseguire nella sua azione. Il resto sono solo scuse e chiacchere per esserselo lasciati scappare come polli, anche perchè a metà discesa quando era evidente che si era avvantaggiato c’era ancora lo spazio per chiudere il buco. Onore a Vegni che ha avuto gli attributi per volere percorrere il percorso originario, nonostante quasi tutti gli fossero contrari.

Scattista (a Vittorio P.): vero. però non si può stare sempre lì a desiderare un percorso che tenga in bilico la corsa fino all’ultimo metro dell’ultima tappa. Il ciclismo di resistenza alla fine premia chi è più forte e Quintana (dopo averci tenuti in dubbio per qualche giorno) è decisamente il più forte di questo Giro e se continua così se lo merita tutto. Il percorso lo si conosceva già alla partenza per cui è inutile piangere ora. Sulla scempiaggine di una prova come la “cronoscalata” (già orripilante nel nome) sono comunque assolutamente d’accordo. Come sono d’accordo sul fatto che ci vorrebbe una bella crono piatta di 50 km. Secondo me in un bel Giro ci dovrebbero essere 2 crono lunghe (una piattona e una mossa). Solamente mi sembra inutile dirlo ora che Quintana dimostra di essere il più forte.

Nebe1980 (sull’affermazione di N@po “Oggi la corsa è stata neutralizzata via radio prima della discesa dello Stelvio”): ma va là, chi l’ha detto? le moto erano lì perchè in discesa non si vedeva una mazza e questi con la bandierina rossa che in mezzo al bianco della neve risalta stavano ad indicare le traiettorie da seguire per evitare che i corridori cadessero nel burrone sbagliando qualche curva tra la neve e le nuvole

Howling Wolf14: Esatto. Le moto erano state annunciate per offrire un servizio in più. Non per regolare la velocità dei corridori. Chi si sentiva insicuro poteva collocarsi dietro alla moto con la bandierina. Se invece se la sentiva di far la discesa da solo poteva superarla senza richiedere autorizzazioni. Ci mancherebbe. Neutralizzazione è un vocabolo con un significato ciclistico preciso. Non c’entra nulla con il contenuto del comunicato. Solo che molti d.s. speravano in una neutralizzazione. Che non c’è stata. Ed ora vigliaccamente si attaccano a quel cavillo inesistente.

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Confusione (Battisti)

Ma che freddo fa (Nada)

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Sarnonico – Vittorio Veneto

Sarnonico : pioggia debole (0,2 mm) e schiarite, 15,9°C, vento debole da S (2-3 Km/h), umidità al 62%
Trento (44,1 Km) : pioggia debole (0,6 mm) e schiarite, 21,7°C, vento debole da S (5-8 Km/h), umidità al 75%
Fastro – Scale di Primolano – GPM (107,8 Km) : pioggia debole (0,3 mm) e schiarite, 19,1°C, vento debole da SSW (4-7 Km/h), umidità al 65%
Valdobbiadene – T.V. (148,8 Km) : pioggia debole (0,5 mm) e schiarite, 19,5°C, vento debole da NW (5-9 Km/h), umidità al 71%
Vittorio Veneto : pioggia debole (0,6 mm), 20,2°C, vento debole da S (3-6 Km/h), umidità al 72%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Zandegù: “Oggi sono solidale con i mie colleghi velocisti” (a quando la prossima gara?)
Garzelli: “Passava tanto freddo”
Garzelli: “I velocisti sono quelli che soffrono più”
Conti: “Alle spalle del colombiano solo” (colombiano in fuga)
Garzelli: “Due volte due ascese” (due volte Gavia e due volte Stelvo? I corridori ti ammazzano!)
Garzelli (su Aru): “Nel futuro sarà un grande corridore a tappe”
De Stefano: “Più lunga di così era difficile” (139 Km)
Martinello: “Questo versante si corse in discesa”
Martinello: “Pellizotti sta arriverà a Bormio”
Martinello e Pancani: “Rarefazione dell’aria” (dell’ossigeno)
Martinello: “In difficoltà sulla discesa”
Martinello: “Le poche forze che saranno rimasti nelle gambe”
Martinello: “L’azzardo che Vincenzo Torriani non riuscì a mettere in onda”
Pancani: “Siamo a 3 Km dal Passo dello Stelvio” (poco prima aveva detto che mancavano 2000 metri)
Pancani, ricordando l’impresa di Coppi sullo Stelvio nel 1953: “All’età di 37 anni” (ne aveva 34)
De Luca: “Fiocchi di nevi”
Pancani: “LunghiSCIma discesa” (vabbè che c’era tanta neve a bordo strada)
Martinello: “Riesumè della situazione”
Martinello: “E’ giusto che Hesjedal non diri” (tiri)
De Luca: “Gli uomini di classifica hanno quasi tutto dei compagni”
Martinello: “Le staffette stavano andando lunghi”
Pancani: “Dario Cataldo ha continuato la sua azione dopo aver vinto la Cima Coppi anche in discesa”
De Luca: “Rigoberto Urand”
Pancani: “Vuol provare a vincerlo questo Tour”
Martinello: “E’ riuscito a scattare la maglia rosa” (staccare)
Martinello: “In vista di dirittura d’arrivo”
De Stefano: “Davide Bramati era fino a stamattina maglia rosa”
Televideo: “In vetta al Val Martello”
Televideo: “Sebastian Henau” (Henao)

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo della sedicesima tappa, Ponte di Legno – Val Martello

1° Enrico Barbin
2° Diego Ulissi s.t.
3° Yukiya Arashiro s.t.
4° Sebastien Chavanel s.t.
5° Danilo Hondo s.t.

Classifica generale

1° Jetse Bol
2° Michael Hepburn a 10′34″
3° Svein Tuft a 10′49″
4° Kenny Dehaes a 12′17″
5° Christopher Sutton a 18′22″
Miglior italiano: Eugenio Alafaci, 8° a 32′00″

L’ULTIMO GIRO DI ANQUETIL
Tuffo nella storia del Giro del 1964, il secondo e ultimo conquistato dall’asso francese Jacques Anquetil. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

17a TAPPA: LIVORNO – SANTA MARGHERITA LIGURE (210 Km)

BITOSSI OTTIENE A SANTA MARGHERITA LIGURE LA SUA TERZA VITTORIA DI TAPPA AL GIRO
La grande gara ciclistica oggi riposa, domani entra nella fase decisiva – Taccone, con un dito rotto continua egualmente la corsa – Si lavora per consentire il passaggio dei ciclisti sull’Izoard
La Livorno-Santa Margherita movimentata dalle cadute di Anquetil e Taccone – Il francese si è anche trovato in difficoltà sul colle di Velva: ha conservato tuttavia la sua maglia rosa, con 33” di vantaggio su Fontona – Anche Italo Zilioli riduce il distacco nei confronti del primo in classifica generale – Il corridore è stato sottoposto a radiografia – Successivamente gli è stata incessata la mano sinistra – Anquetil racconta la sua caduta – Sopralluogo sulle strade della Cuneo-Pinerolo di venerdì

GIORNO DI RIPOSO A SANTA MARGHERITA LIGURE

IL GIRO OGGI AD ALESSANDRIA – RISVEGLIO D’INTERESSE – TACCONE ABBANDONA LA GARA PER ACCORRERE DAL FRATELLO MORENTE
Incominciano le salite che decideranno la grande corsa ciclistica a tappe – Un doloroso avvenimento priva il Giro di uno dei protagonisti
Mancano cinque tappe alla conclusione della gara – Anquetil ha in Fontona e Zilioli gli avversari più pericolosi: riuscirà a difendere la maglia rosa fino a Milano? – Si prevede una lotta movimentata, ma non è i caso di presentarla, con motivi nazionalistici, come una sfida tra italiani e francesi – Basta la rivalità sportiva a rendere appassionante questo finale – L’improvvisa notizia giunta ieri a tarda serata a Santa Margherita – Vito è immediatamente partito per Avezzano dove arriverà stamane – Il familiare del ciclista abruzzese aveva avuto un incidente sul lavoro

Nota sulla planimetria: Al momento di andare in stampa Torriani non aveva ancora stabilito il finale del Giro. Per questo motivo la planimetria propone i due progetti aperti in quel momento.

ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza

1a tappa: Belfast (cronosquadre)

2a tappa: Belfast (seconda tappa)

3a tappa: Armagh – Dublino

4a tappa: Giovinazzo – Bari

5a tappa: Taranto – Viggiano

6a tappa: Sassano – Montecassino

7a tappa: Frosinone – Foligno

8a tappa: Foligno – Montecopiolo

9a tappa: Lugo – Sestola

10a tappa: Modena – Salsomaggiore Terme

11a tappa: Collecchio – Savona

12a tappa: cronometro Barbaresco – Barolo

13a tappa: Fossano – Rivarolo Canavese

14a tappa: Agliè – Oropa

15a tappa: Valdengo – Plan di Montecampione

La moto della discordia lungo i tornanti della discesa dallo Stelvio

La moto della discordia lungo i tornanti della discesa dallo Stelvio

27-05-2014

maggio 28, 2014 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Il colombiano Nairo Alexander Quintana Rojas (Movistar Team) si è imposto nella sedicesima tappa, Ponte di Legno – Val Martello/Martelltal, percorrendo 139 Km in 4h42′35″, alla media di 29,513 Km/h. Ha preceduto di 8″ il canadese Hesjedal e di 1′13″ il francese Rolland. Miglior italiano Domenico Pozzovivo (AG2R La Mondiale), 5° a 3′37″. Quintana Rojas è la nuova maglia rosa, con 1′41″ sul connazionale Urán Urán e 3′21″ sull’australiano Evans. Miglior italiano Fabio Aru (Astana Pro Team), 6° a 3′34″

TAPPONE EPICO CON CODA DI POLEMICHE. PER QUINTANA TAPPA E MAGLIA

maggio 27, 2014 by Redazione  
Filed under News

Il tappone del Giro 2014 non ha tradito le attese, condizioni meteo al limite e un attacco a 70 Km dal traguardo hanno sconvolto la generale, che vede ora in testa Nairo Quintana, che ha anche conquistato la vittoria di tappa. Polemiche per una comunicazione di radio corsa che alcuni direttori sportivi hanno interpretato come una decisione di neutralizzazione dei tempi nella discesa dallo Stelvio.

Tappa di altri tempi, tre salite sopra i duemila metri con le prime due sotto la neve negli ultimi chilometri di salita e nei primi di discesa. Quintana se ne va lungo la discesa dello Stelvio, a 70 Km dal traguardo e guadagna un minuto; poi, riuscito a formare un gruppetto con un altro uomo di classifica come Rolland, sempre attivissimo in questo Giro, e con Izagirre e Sicard, rispettivamente in forza Movistar ed Europcar, mantiene un buon vantaggio sino alla salita della Val Martello dove sfodera la sua classe e stacca, uno ad uno, tutti i compagni di fuga. Solo Hesjedal, con grande caparbietà, riesce a non naufragare sotto i colpi del colombiano e a tagliare il traguardo a soli 8 secondi dal nuovo leader, mentre Rolland paga oltre un minuto a Quintana.
La tappa alimenta polemiche per un annuncio di radiocorsa male interpretato da alcuni direttori sportivi tra cui Bramati, team manager della ex maglia rosa Urán e Martinelli, direttore sportivo della Astana di Fabio Aru. La comunicazione di radiocorsa annunciava che, nella discesa dello Stelvio, per una maggiore sicurezza dei corridori sarebbe stata posta una moto con una bandierina rossa in testa ad ogni gruppetto formatosi, per aiutare i corridori a scendere in sicurezza. Bramati, Martinelli ed altri direttori sportivi hanno inteso tale comunicazione come una decisione della giuria di neutralizzare il tempo nella discesa dello Stelvio, cosa che però, a dir la verità, pare difficilmente estrapolabile dal tenore letterale della comunicazione di radiocorsa, che sembra più nel senso di voler aiutare i corridori ad individuare esattamente la curva in condizioni di visibilità molto ridotta e sotto la nevicata che li ha colti lungo i chilometri più alti della Cima Coppi di questo Giro d’Italia.
La corsa ha preso il via regolarmente, nonostante alcuni timori della vigilia legati alle instabili condizioni metereologiche, anche se la neve, caduta copiosa prima della partenza del Giro, era stata tolta dalla strada con un lavoro non indifferente.
Il tracciato era di quelli da brividi: nonostante la limitata distanza (139 Km), si dovevano scalare il Passo di Gavia, con pendenze che arrivano fino al 16%, il Passo Stelvio, Cima Coppi del Giro con i suoi 2758 metri di altitudine, e la Val Martello, salita molto irregolare con tratti duri e tratti in falsopiano ed un ultimo chilometro terribile con una vertiginosa serpentina dai 1000 ai 700 metri precedenti la linea del traguardo. Neppure erano da sottovalutare le discese poichè quella del Gavia è molto stretta e pericolosa e, con il nevischio sulla corsa e la scarsa visibilità, i rischi aumentavano. La discesa dello Stelvio verso Prato conta invece 48 tornanti che, specialmente nella prima parte della discesa, sono vertiginosi.
Nei primi chilometri del Gavia non si muove nessuno e la sensazione è quella che i corridori abbiano deciso di fare corsa tranquilla nella fasi iniziali, ma la tregua si rompe quando esce dal gruppo Chalapud (Team Colombia) e la Movistar prende in mano le redini del gruppo maglia rosa, facendo l’andatura. In prossimità del GPM di Passo Gavia evadono dal gruppo Arredondo (Trek), con l’evidente scopo di andare a sprintare al GPM, e Pantano (Team Colombia) con funzione di stopper, dato che il compagno di squadra è ancora in corsa con Arredondo per la conquista della maglia azzurra di miglior scalatore.
Nella discesa dal Gavia si mescolano un po’ le carte perchè Arredondo si rialza, mentre Swift (Sky) e Diego Rosa (Androni), usciti dal gruppo, si riportano su Chalapud (Team Colombia); poco dopo il terzetto è raggiunto da Franco Pellizotti prima e da Cataldo e Vuillermoz poi. Nella parte finale della discesa, attaccano Pellizotti, Cataldo e Vuillermoz, mentre dietro all’inseguimento ci sono Rosa (Androni), Pantano (Colombia), Dupont (AG2R), Niemiec e Kiserlovski e, poco indietro, Chalapud.
Sulle prime rampe dello Stelvio, quando il primo gruppo inseguitore ha un ritardo di 2 minuti dalla testa, nel gruppo maglia rosa, che viaggia a 2 e 45 dai battistrada, tenta di allungare Rabottini seguito da Capacchi, ma il tentativo si rivela subito effimero. Davanti, quando mancano circa 80 chilometri alla conclusione, si ricompattano i due gruppi e si forma un plotoncino di 8 corridori. In gruppo, Rolland tenta di aumentare l’andatura e gli uomini della Movistar mostrano subito di non avere la minima intenzione di permettere a Rolland di evadere. A tre chilometri dalla Cima Coppi il gruppo è in forte rimonta sugli attaccanti e Cataldo decide di rompere gli indugi partendo deciso verso la conquista del primo posto sul Passo dello Stelvio. Nessuno riesce a tenere la sua andatura e l’abruzzese è solitario al comando, mentre, nell’ultimo chilometro, anche il gruppo degli immediati inseguitori di Cataldo si sfilaccia, tanto che sul GPM giungono tutti un po’ sparpagliati. Molti corridori si fermano in cima al Passo dello Stelvio per prepararsi alla discesa con tutta calma, indossando mantelline, giornali, manicotti e gambali. Alcuni direttori sportivi diranno che questo atteggiamento è stato deciso in seguito alla comunicazione di radiocorsa della decisione di mettere delle moto davanti ai corridori, interpretato da alcuni come una neutralizzazione, anche se nel testo della comunicazione non vi era alcun accenno a soluzioni di questo genere. Non si ferma, però, Quintana, come non si ferma Pierre Rolland: i due si involano nella discesa, mentre i gruppi si disgregano tra chi si ferma, chi si avvantaggia, chi decide per la prudenza e chi pensa che ci sia neutralizzazione e scende con tutta calma.
La situazione si fa più chiara nella seconda parte della discesa, dove troviamo Cataldo con un minuto di vantaggio sugli inseguitori Vuillermoz, Dupont e Pantano, e due minuti sul gruppo Quintana, del quale fanno parte oltre al compagno del colombiano Izagirre, anche i due della Europcar Rolland e Sicard e l’inossidabile Rabottini. Il gruppo maglia rosa viaggia a tre minuti dalla testa della corsa e ciò significa che Quintana ha un vantaggio di 1 minuto su tutti gli altri uomini di classifica.
Al termine della discesa, il vantaggio del gruppo Quintana si dilata sino ad arrivare a due minuti sul gruppo maglia rosa. Nel tratto di pianura che segue la discesa dello Stelvio Cataldo corre una sorta di cronometro mettendo in luce le sue doti di buon passista. A trenta chilometri dalla conclusione, infatti, l’abruzzese conserva un minuto sul primo gruppo inseguitore e 1 minuto e 40 sul gruppo Quintana, dal quale si stacca Siccard, mentre il gruppo maglia rosa rosicchia qualche secondo al gruppetto Quintana grazie alle tirate dei gregari degli uomini di classifica, rimasti sorpresi dall’attacco di Quintana.
Quando mancano 26 chilometri all’arrivo il primo gruppo inseguitore è raggiunto dal gruppetto Quintana. All’inizio della salita di Val Martello, Cataldo è in testa con 1 minuto e 25 sugli insegutori e 3 e 13 sul gruppo. Sulle prime rampe dell’ascesa finale Izagirre spende le ultime energie per aiutare il capitano Quintana e, dopo aver esaurito il proprio lavoro, si stacca e viene ben presto riassorito dal gruppo.
Cataldo comincia ad accusare la fatica e il vantaggio sul gruppo Quintana scende sotto il minuto ai meno 19, mentre il gruppo di Urán viaggia a 2 minuti e 40. A 18 chilometri dall’arrivo comincia il forcing di Quintana e Rolland, che salutano i compagni di avventura ad eccezione di uno straordinario Ryder Hesjedal, che comincia a dimostrare una condizione molto vicina a quella del 2012, resistendo con grande caparbietà agli allunghi degli scalatori, proprio come nel 2012 aveva retto alle sfuriate di “Purito” Rodríguez. Poco dopo Quintana e Rolland raggiungono il bravissimo Dario Cataldo che riesce anche a resistere per un po’, mentre il ritardo del gruppo maglia rosa torna a sfiorare i due minuti. Nel tratto successivo, verso i meno 16 all’arrivo, Hesjedal rientra grazie ad un passaggio in falsopiano, mentre il gruppo si avvicina ai fuggitivi riportando il ritardo a 1 e 39. La fase di recupero dura poco: man mano che il gruppo di Urán si assottiglia, a causa del ritmo comunque allegro, insostenibile per molti corridori ,il ritardo dalla testa della corsa cresce. Allo striscione dei meno 10 il gruppo accusa un ritardo di quasi due minuti e mezzo dagli attaccanti e Quintana comincia a sentire odore di maglia rosa.
A 7 chilometri e mezzo dal traguardo il colombiano della Movistar accelera ulteriormente e Rolland e costretto a mollare, mentre uno straordinario Hesjedal, completamente curvo sul manubrio, resiste strenuamente restando a pochi metri dallo scatenato Quintana; nel gruppo, invece, si nota la maglia rosa in prima persona a fare il ritmo, i gregari sono staccati e gli altri uomini di classifica non sembrano avere molta voglia di salvargli il Giro d’Italia, nonostante davanti ci sia un uomo come Rolland, pericoloso in chiave podio. Il ritardo del gruppo aumenta vertiginosamente e supera i tre minuti ai 6 chilometri e mezzo dall’arrivo. A questo punto cominciano anche gli allunghi in gruppo: Majka prova diverse accelerazioni, portandosi dietro Pozzovivo e Kelderman, mentre meno reattivi appaiono Aru e Urán.
A 5 chilometri dall’arrivo Hesjedal rientra su Quintana e gli da un grandissimo aiuto nel tratto in falsopiano che costeggia il lago, probabilmente nella speranza di vincere la tappa. Dietro Majka e Pozzovivo sono particolarmente attivi e continuano a tentare allunghi, tutti rintuzzati alla meno peggio dalla maglia rosa e da Fabio Aru, con Evans più in difficoltà.
Nell’ultimo micidiale chilometro, con una serie di tornanti in rapida successione al 14% di pendenza, Hesjedal deve abbandonare il suo sogno di vittoria perchè Quintana è intenzionato a guadagnare il più possibile sugli avversari e stacca il canadese che, comunque, taglia il traguardo con soli 8 secondi di ritardo, firmando una prova maiuscola. Rolland giunge a 1 minuto e 13 e anche lui fa un grosso salto in classifica generale, arrivando a pochi secondi dal podio.
In pesante ritardo gli altri uomini di classifica che si sfilacciano nell’ultimo chilometro: Kelderman a 3 e 32, Pozzovivo, oggi in ripresa, a 3 e 37, Aru a 3 e 40, Majka a 4 e 08, Urán con Henao a 4 e 11, Evans a 4 e 48.
La classifica generale viene sconvolta, Quintana conquista la rosa e mette in saccoccia un buon vantaggio sul connazionale, che si trova ora secondo nella generale a 1 e 40. Considerando le tappe residue, il Giro sembra oramai appannaggio di Quintana, ma bisogna tenere conto che il colombiano della Movistar oggi ha speso molte energie e nella cronoscalata del Grappa potrebbe accusare lo sforzo.
La Movistar ha adottato una tecnica di gara perfetta, ha fatto l’andatura per tutta la salita del Gavia e per buona parte di quella dello Stelvio. Nella successiva discesa Quintana con un compagno sono scesi a tutta, anche se non si è trattato di un vero attacco. Quintana è riuscito a formare un gruppo con un altro uomo di classifica desideroso di scalare posizioni in generale e con un compagno di squadra per ciascuno: questo ha permesso al gruppetto di non perdere terreno nel tratto più favorevole al gruppo della maglia rosa, i venti chilometri tra la fine della discesa dello Stelvio e l’inizio della Val Martello. L’AG2R, invece, ha incomprensibilmente lasciato due uomini davanti con Quintana che sono stati ripresi nel corso della ascesa alla Val Martello, quando ormai erano sfiniti e non in grado di dare una mano a Pozzovivo. Urán, invece, è rimasto senza gregari ed ha dovuto incaricarsi in prima persona dell’inseguimento, ma non è apparso per nulla brillante; nonostante il vantaggio continuasse a dilatarsi ha cercato comunque di lasciare il più possibile agli altri il compito di tirare, anche se costoro non apparissero proprio in vena di regali. La Omega, nonostante l’ottima cronosquadre, ha dimostrato dei grossi limiti in salita. Quando gli uomini di classifica si sono mossi è stato per mettere in difficoltà Urán e non certo per dargli una mano. Nell’ultimo duro chilometro, infatti, l’ex leader ha pagato non poco anche dagli altri uomini di classifica. Evans, da duro quale è, ha perso senza tuttavia naufragare ed è riuscito a conservare la terza piazza in generale, sulla quale però incombe minaccioso Rolland. Bisognerà comunque vedere quante energie residuano al francese che è all’attacco dalla prima settimana.
Quintana ha fatto un numero che nessuno si aspettava: + partito a 70 chilometri dalla conclusione, quando tutti davano per scontata la battaglia sulla salita finale, ha formato un gruppetto in cui tutti avevano interesse a collaborare e quindi ha dato tutto nel finale, confezionando una prestazione da incorniciare. Negli ultimi anni, gli unici corridori capaci di portare a termine attacchi di questa portata sono stati Alberto Contador e Marco Pantani. La prestazione di Quintana assume comunque maggior valore se si pensa che è stata portata a termine in un Giro in cui l’attendismo l’ha sinora fatta da padrone, dimostrando un livellamento di valori che oggi è stato sconvolto, in quanto è venuta fuori la classe da campione.
La tappa è stata meravigliosa e non si comprendono le polemiche sulla scelta di disputarla interamente, dato che le strade erano state pulite a dovere e l’organizzazione ha fatto tutto il possibile per garantire la sicurezza dei corridori. Poco comprensibili pure le polemiche sulla presunta neutralizzazione del tempo poichè il comunicato di radiocorsa non faceva il minimo riferimento ad una neutralizzazione del tempo, ma solo al fatto che, nella discesa, delle moto con un uomo munito di bandierina rossa avrebbero aiutato i corridori a vedere meglio le curve nelle condizioni di ridotta visibilità.

Benedetto Ciccarone

ORDINE D’ARRIVO
1 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 4:42:35
2 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:00:08
3 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:01:13
4 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:03:32
5 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:03:37
6 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:03:40
7 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:04:08
8 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky 0:04:11
9 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
10 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:04:48
11 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing
12 Jarlinson Pantano (Col) Colombia 0:04:59
13 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:06:06
14 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:07:02
15 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:08:50
16 Winner Anacona Gomez (Col) Lampre-Merida 0:09:58
17 Dario Cataldo (Ita) Team Sky 0:10:53
18 André Cardoso (Por) Garmin Sharp 0:11:10
19 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 0:11:15
20 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:11:28
21 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:12:19
22 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 0:14:08
23 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 0:14:54
24 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:17:16
25 Ben Swift (GBr) Team Sky 0:17:43
26 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:19:58
27 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 0:20:37
28 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale 0:21:07
29 Marc Goos (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:22:50
30 Thomas De Gendt (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:26:31
31 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:26:35
32 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team
33 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo
34 Philip Deignan (Irl) Team Sky
35 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
36 Romain Sicard (Fra) Team Europcar
37 Vladimir Gusev (Rus) Team Katusha 0:28:08
38 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani-CSF 0:30:33
39 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 0:31:35
40 Brent Bookwalter (USA) BMC Racing Team
41 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano
42 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida
43 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha
44 Edoardo Zardini (Ita) Bardiani-CSF
45 Mattia Cattaneo (Ita) Lampre-Merida
46 Eros Capecchi (Ita) Movistar Team
47 Diego Rosa (Ita) Androni Giocattoli
48 Andrey Amador Bakkazakova (CRc) Movistar Team
49 Robinson Eduardo Chalapud Gomez (Col) Colombia
50 Igor Anton Hernandez (Spa) Movistar Team

CLASSIFICA GENERALE
1 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 68:11:44
2 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:01:41
3 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:03:21
4 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:03:26
5 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:03:28
6 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:03:34
7 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:03:49
8 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:04:06
9 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:04:16
10 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing 0:08:02
11 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:14:20
12 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:17:40
13 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:22:28
14 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:22:35
15 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:24:14
16 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:26:37
17 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:28:30
18 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 0:35:00
19 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team 0:39:04
20 André Cardoso (Por) Garmin Sharp
21 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team 0:40:29
22 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky 0:44:55
23 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:48:09
24 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:48:50
25 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:48:58
26 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:50:10
27 Jarlinson Pantano (Col) Colombia 0:50:35
28 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia 0:56:23
29 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 0:57:19
30 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 1:01:28
31 Dario Cataldo (Ita) Team Sky 1:03:44
32 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo 1:03:49
33 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 1:04:31
34 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida 1:07:56
35 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale 1:09:38
36 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 1:13:29
37 Marc Goos (Ned) Belkin Pro Cycling Team 1:14:19
38 Jan Polanc (Slo) Lampre-Merida 1:19:36
39 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 1:21:17
40 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 1:24:15
41 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar 1:24:44
42 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 1:25:07
43 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 1:25:43
44 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha 1:29:05
45 Ivan Santaromita (Ita) Orica Greenedge 1:33:35
46 Sander Armee (Bel) Lotto Belisol 1:34:55
47 Igor Anton Hernandez (Spa) Movistar Team 1:35:09
48 Philip Deignan (Irl) Team Sky 1:35:44
49 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff-Saxo 1:36:06
50 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 1:38:24

Nairo Quintana compie lultimo sforzo sulla salita di Val Martello (foto Bettini)

Nairo Quintana compie l'ultimo sforzo sulla salita di Val Martello (foto Bettini)

26-05-2014

maggio 27, 2014 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

Giorno di riposo

CAMPIONATO NAZIONALE USA – STRADA

Eric Marcotte (Team SmartStop) si è imposto nella prova su strada, circuito di Chattanooga, percorrendo 165 Km in 4h17′59″, alla media di 38,374 Km/h. Ha preceduto allo sprint McCabe e Howes.

PONTE DI LEGNO – VAL MARTELLO: RIUSCIRANNO I NOSTRI EROI…

maggio 27, 2014 by Redazione  
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Torriani ci provò una volta a metterli assieme, il Gavia e lo Stelvio, inseriti nella medesima tappa al Giro del 1961. Il risultato fu, però, una cocente delusione e un gran lavoro per il patron, costretto dalla neve a rimetter mano al percorso all’ultimo momento e a stravolgerlo. Da allora, memore di quello “scorno”, non vorrà mai più tentare l’accoppiata. Dodici mesi fa la stessa sorte è toccata a Mauro Vegni che, però, non si è arreso e ha rimandato il tappone al Giro 2014 che, dunque, proporrà in un sol giorno la tremenda accoppiata, sempre abbinata al traguardo finale in Val Martello.

Ci avevano già provato dodici mesi fa Vegni e soci a dar concretezza a uno dei sogni rimasti inesauditi di Vincenzo Torriani. Il mitico “patron” una sola volta aveva azzardato mettere nella stessa tappa Gavia e Stelvio ma se ne era tornato a casa con le classiche pive nel sacco e tanta delusione in corpo.
Correva l’anno 1961 e, per festeggiare il centenario dell’Unità d’Italia, al penultimo giorno di gara Torriani aveva concepito una tappa di una durezza inaudita, da Trento alla fantomatica località chiamata “Italia 61” (toponimo sotto il quale si celava il Passo di Resia) passando per il Tonale e, soprattutto, per il Gavia e lo Stelvio, le sue “creature”, le due durissime ascese che aveva scoperto da poco tempo e già proposto alla corsa rosa. Il maltempo gli giocò, però, un bello scherzetto rendendo intransitabile il primo ma non il secondo, che svettava per altitudine, e costringendolo a buttare per aria l’intero tracciato nel giro di poche ore: allertato il cartografo Cesare Sangalli perché si tenesse pronto a realizzare in quattro e quattr’otto la nuova altimetria e la conseguente tabella di marcia, ribaltò letteralmente il finale togliendo il Resia (che ancora sta aspettando il passaggio del Giro), invertì il versante d’ascesa allo Stelvio e spostò il traguardo a Bormio, inserendo le ascese ai passi Pennes e Monte Giovo per “rimpolpare” il tracciato defraudato di Tonale e Gavia.
52 anni dopo, il 24 maggio del 2013, sarà ancora il maltempo a impedire la tremenda accoppiata, sotto la forma d’una pesante nevicata caduta sin a bassa quota e che impedirà di far disputare la frazione anche sul tracciato alternativo, che avrebbe condotto il gruppo al previsto traguardo passando per il Tonale e l’inedito Passo Castrin. In quelle ore già si stava intessendo la trama del Giro a venire e quasi subito è scaturita la decisione, d’accordo con le organizzazioni locali, di non disperdere quella tappa dall’altissimo potenziale agonistico e di rimandarla di dodici mesi, confermando il tracciato prestabilito. Così, incrociando le dita, il 27 maggio prossimo venturo, i “girini” si accingeranno ad affrontare un tappone veramente “monstre” poiché, dei 139 Km in programma, 60,5 saranno in salita e sin dai chilometri iniziali. Infatti, subito dopo aver lasciato Ponte di Legno – l’antica Dalaunia, com’era chiamato in epoca carolingia il villaggio poi divenuto la principale stazione invernale della Valcamonica – la corsa affronterà i 16,5 Km all’8% del versante sud del Gavia, itinerario che era già frequentato nel medioevo quando – nonostante la disagevolezza del tracciato che presenta inclinazioni fino al 16%, era un’utilizzata via di commerci (anche dai contrabbandieri), percorsa a dorso di mulo verso quello che all’epoca era soprannominato “Passo della Testa di Morto” a causa dei numerosi incidenti mortali. I primi lavori di ampliamento dell’originaria mulattiera furono realizzati durante la prima guerra mondiale, quando il Gavia fu teatro di numerosi scontri, e fu proprio la rotabile militare quella che si trovarono sotto le ruote i corridori impegnati nella tappa di Bormio del Giro del 1960, una strada interamente sterrata e stretta al punto che Torriani ordinò di scaraventare nel sottostante burrone tutte le ammiraglie che si fossero bloccate, ostruendo il passaggio (fatto che poi non accadde). Respinto non solo nel 1961 ma anche nel 1967 (si sarebbe dovuto affrontare nel tracciato alternativo della Trento – Tirano, che prevedeva originariamente lo Stelvio e che sarà poi dirottato sull’Aprica), il Giro non osò più inserire il Gavia nel suo percorso fino al 1988, richiamato lassù dalle migliorie apportate alla strada nell’estate dell’anno precedente quando, per permettere un più agevole passaggio ai mezzi di soccorso diretta a Bormio, rimasta isolata dalla catena di calamità naturali che colpì la Valtellina, la carreggiata fu ampliata e battuta, mentre fu realizzata una variante in galleria per evitare il tratto più pericoloso ed esposto sul precipizio, teatro di un tragico incidente nel 1954. Dieci anni più tardi scomparirono, infine, i residui tronconi sterrati di un’ascesa che ha, forse, perso un pochino di fascino ma ha mantenuto intatte le sue caratteristiche tecniche, numeri che, oltre ai dati sopra citati, parlano anche di 1320 metri di dislivello. Raggiunto l’ambito GPM, uno dei più prestigiosi della corsa rosa, davanti ai corridori si spalancherà una discesa lunga poco più di 25 Km, stretta e impegnativa fino a Santa Caterina Valfurva, il paese natale di Achille Compagnoni, l’eroe del K2 scomparso nel 2009. Divenuta più comoda e scorrevole dopo Santa Caterina, la discesa si concluderà con il passaggio sulle strade di Bormio, dove si aggirerà il centro storico, stretto attorno al monumento simbolo della cittadina valtellinese, la loggia sotto la quale un tempo si tenevano le assemblee e si amministrava la giustizia e che è conosciuta con il nome di genesi dialettale di “Kuérc” (coperchio). È un luogo, questo, che finirà anche sotto l’occhio della macchina da presa nel 1973, quando in Piazza Cavour Vittorio De Sica girerà alcune scene di “Una breve vacanza”, la sua penultima pellicola da regista.
Non ci sarà il tempo di rilassarsi perché immediatamente il percorso tornerà a elevarsi, puntando deciso verso il Passo dello Stelvio che, come nella tappa vinta due anni fa dal belga Thomas De Gendt, sarà affrontato dal suo versante più “facile”. Facile per modo di dire, visto che non sono uno scherzo quasi 22 Km di salita comunque impegnativa ed ininterrotta, lungo una strada che ricalca l’antica mulattiera che nel 1494 fu percorsa anche da Leonardo Da Vinci, membro della carovana che accompagnò Bianca Maria Sforza e l’imperatore del Sacro Romano Impero Massimiliano I d’Asburgo nel loro viaggio nuziale da Milano al Tirolo, risalendo tra montagne che il genio toscano definì “terribili piene sempre di neve” sulle pagine del “Codice Atlantico”. Si comincerà a pensare a una strada carrozzabile solo 1808 con Napoleone ma il progetto studiato dall’ingegner Filippo Ferranti rimase sulla carta, sia per la caduta dell’imperatore francese, sia per l’impraticabilità di una strada che, nelle intenzioni del progettista, sarebbe stata larga appena 2,70 metri e assai ripida. Saranno i nuovi dominatori austriaci a tradurre nella realtà quell’idea, affidando all’ingegner Carlo Donegani la realizzazione della nuova strada, concepita principalmente per scopi militari, che fu realizzata in tre lotti tra il 1822 e il 1825 e che originariamente veniva mantenuta aperta tutto l’anno grazie all’opera dei “rottieri”, spalatori di neve che vivevano in una casetta collocata lungo l’ascesa. Nato nel 1909, ci metterà 44 anni il Giro a scoprire lo Stelvio e sarà l’inizio di un lungo rapporto fatto di amore e odio, amore per le grandi imprese lassù siglate (su tutte quella di Coppi nell’anno del debutto, il 1953), odio per quelle volte nelle quali Torriani sarà costretto a toglierlo dal percorso e a ripiegare su di un tracciato alternativo, fatto che poco invogliava il “patron” a inserirlo con frequenza nel tracciato della corsa rosa. Superati 1549 metri di dislivello, una pendenza media del 7,2% (la massima è del 12%) e i 2758 metri del passo, il più elevato d’Italia tra quelli asfaltati, i corridori entreranno alla spicciolata in Alto Adige, lanciandosi giù per una delle più tortuose strade della catena alpina, accoccolata in ben 48 tornanti nella prima parte, che si conclude con il passaggio da Trafoi, la frazione del comune di Stelvio conosciuta per aver dato i natali allo sciatore Gustav Thöni e presso la quale si trova il Santuario delle Tre Fontane Sacre, costruito nel 1229 sul posto dove un pastore vide da sgorgare tre corsi d’acqua da una roccia, contenenti una croce ciascuno, e che si ritiene fosse un luogo “sacro” sin prima dell’avvento del cristianesimo, poiché veniva frequentato dai druidi che in quel posto istruivano i novizi. Fattasi più lineare, la discesa termina a Prato allo Stelvio dove ha inizio il rettifilo lungo poco più di 2 Km, l’ultimo dei tre lotti della strada progettata dal Donegani, che “butterà” il gruppo nel fondovalle della Val Venosta, dove s’incontrerà il tratto più facile di questa tappa. Per una ventina buona di chilometri le salite saranno solo un ricordo, brutto per qualcuno, felice per altri, mentre la strada procederà inizialmente pianeggiante, per poi prendere dolcemente a scendere una volta superato il centro di Lasa, centro di villeggiatura estiva conosciuto per le sue cave di marmo, tuttora sfruttate. Attraversata Silandro, il capoluogo della Val Venosta, di lì a breve si svolterà verso la Val Martello, andando ad affrontare l’ultima delle tre grandi ascese di giornata. Non ha né il fascino, né l’appeal delle precedenti, ma farà davvero molto male quest’estrema difficoltà, sotto tutti gli aspetti. Poco importa che la pendenza media sia “appena” del 6,2%, inferiore rispetto a quelle di Gavia e Stelvio: qui ci si troverà di fronte ad un’altra arrampicata interminabile, la più lunga delle tre con i suoi 22,3 Km, bisognerà per la terza volta sfondare il tetto dei 2000 metri (anche se di poco) e far i conti con un altro dislivello rilevante (1422 metri). A complicar le cose ci si metterà il “manto d’arlecchino” con il quale sarà rivestita la Val Martello, che mostrerà una vasta gamma di pendenze, con frequenti cambi di ritmo che potrebbero incidere non poco. Dopo un’introduzione dolce (milleduecento metri al 3,4%), si dovrà superare una prima balza di 5,4 Km all’8,5% che condurrà ai Bagni di Salto, la prima delle frazioni che compongono Martello, l’unico comune della nostra nazione che non vanti neppur un abitante di madrelingua italiana. Breve contropendenza, poi la salita riprenderà morbida per portarsi nella sede municipale dove la strada riprenderà a “graffiare” e lo farà, a corrente alternata, nei successivi 8,6 Km, inclinati al 7,1% e nel corso dei quali si toccherà la pendenza massima di quest’ascesa, un picco del 14%. Raggiunte le rive del lago di Gioveretto, bacino artificiale presso il quale si trova un insolito allevamento di lama, la strada tornerà ad acquattarsi come un felino primo di un balzo che, in effetti, da lì a breve avverrà: saranno l’ultima stilettata di questa tappa i quasi 2000 metri che conducono al traguardo, nel luogo conosciuto dagli alpinisti diretti al soprastante e celebre monte come il “Paradiso del Cevedale”. Ma per molti, il 27 maggio 2014, conquistare quell’Eden sarà un Inferno!
Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo di Gavia (2621m). Aperto tra il Corno dei Tre Signori e il Monte Gavia, è attraversato dalla SS 300 “del Passo di Gavia” e costituisce lo spartiacque tra la Valtellina e l’alta Valcamonica. E’ quotato 2618 sulle cartine del Giro, che l’ha inserito 12 volte nel percorso, ma in tre occasioni è stato costretto a rinunciarvi: oltre ai citati precedenti del 1961 e del 1967, anche nel 1989, il Gavia saltò e con esso l’intera tappa Trento – Santa Caterina Valfurva, annullata poiché non sussisteva la possibilità di andare al traguardo per altra strada. Gli effettivi scollinamenti portano il nome di Imerio Massignan (1960, Trento – Bormio, primo il lussemburghese Charly Gaul), dell’olandese Johan van der Velde (1988, Chiesa Valmalenco – Bormio, primo il connazionale Erik Breukink), dei colombiani Hernán Buenahora (1996, Cavalese – Aprica, primo Ivan Gotti) e José Jaime González Pico (due volte, nel 1999 e nel 2000; tappe vinte rispettivamente dallo spagnolo Roberto Heras all’Aprica e da Gilberto Simoni), del croato Vladimir Miholjevic (2004, tappa Cles – Bormio 2000, primo Damiano Cunego) , dello spagnolo Juan Manuel Gárate (2006, tappa Trento – Aprica, primo Ivan Basso) , del messicano Julio Alberto Pérez Cuapio (2008, tappa Rovetta – Tirano, primo Emanuele Sella) e dell’elvetico Johann Tschopp nel 2010 (tappa Bormio – Ponte di Legno / Tonale), in vetta all’unica scalata effettuata dal versante valtellinese.

Passo dello Stelvio (2758m). Valicato dalla SS 38, tra Bormio e Trafoi, costituisce il punto più elevato della rete stradale italiana. Nella speciale classifica dei valichi carrozzabili più alti d’Italia precede di una manciata di metri il franco-piemontese Colle dell’Agnello (2748m) mentre estendendo la lista anche ai valichi ciclabili su sterrato scende all’ottavo posto (record i 3000 metri del Colle Sommeiller Est, situato in Piemonte, nei pressi di Bardonecchia). Lo Stelvio è stato regolarmente affrontato nove volte al Giro, mentre in quattro occasioni (1967, 1984, 1988 e 1991) è stato respinto dalla neve. Storica la prima scalata, nella tappa Bolzano – Bormio che consentì a Fausto Coppi, primo in vetta e al traguardo, di imporsi nel suo quinto e ultimo Giro d’Italia (1953). Gli altri eroi dello Stelvio sono stati Aurelio Del Rio nel 1956 (Sondrio – Merano, vinta da Cleto Maule), il lussemburghese Charly Gaul nella Trento – Bormio del 1961 (da lui vinta), Graziano Battistini che nel 1965 si impose proprio sul passo (traguardo d’emergenza perché la neve non permise di completare la Campodolcino – Solda), lo spagnolo José Manuel Fuente nel 1972 (tappa Livigno – Passo dello Stelvio), il suo connazionale Francisco Galdós nella storica tappa conclusiva del Giro del 1975 (Alleghe – Passo dello Stelvio, con il duello tra lo spagnolo e la maglia rosa Fausto Bertoglio), il francese Jean-René Bernaudeau nella citata Cles – Sondrio del 1980, Franco Vona nella non meno storica Merano – Aprica del 1994 (la tappa che lanciò Marco Pantani nell’olimpo dei grandi) e il colombiano Josè Rujano durante la Egna – Livigno del 2005, vinta dal connazionale Iván Ramiro Parra Pinto. Buon ultimo Thomas De Gendt, vincitore della Caldes – Passo dello Stelvio nella scorsa edizione della corsa rosa. Nel 2010 vi si è conclusa, prima volta nella storia, anche una tappa del Giro Donne, conquistata dalla statunitense Mara Abbott, che si è anche imposta nella classifica finale.

RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Ponte di Legno (www.adamellonews.com)

Ponte di Legno (www.adamellonews.com)

Lunico tratto sterrato del Gavia rimasto al giorno doggi, evitato in corsa da una galleria (www.linkarte.it)

L'unico tratto sterrato del Gavia rimasto al giorno d'oggi, evitato in corsa da una galleria (www.linkarte.it)

Passo Gavia (www.bormio3.it)

Passo Gavia (www.bormio3.it)

Santa Caterina Valfurva (www.hotelfree.it)

Santa Caterina Valfurva (www.hotelfree.it)

Bormio, Piazza Cavour e il Kuerc come appaiono nel film Una breve vacanza (www.davinotti.com)

Bormio, Piazza Cavour e il 'Kuerc' come appaiono nel film 'Una breve vacanza' (www.davinotti.com)

Passo dello Stelvio (flickr)

Passo dello Stelvio (flickr)

La spettacolare discesa dallo Stelvio (wikipedia)

La spettacolare discesa dallo Stelvio (wikipedia)

Trafoi, Santuario delle Tre Fontane Sacre (panoramio)

Trafoi, Santuario delle Tre Fontane Sacre (panoramio)

Val Martello, Lago di Gioveretto (www.sonneck.it)

Val Martello, Lago di Gioveretto (www.sonneck.it)

Unescursionista sale verso la cima del Cevedale e, in trasparenza, laltimetria della sedicesima tappa: che la neve rimanga lassù, questanno (www.skiforum.it)

Un'escursionista sale verso la cima del Cevedale e, in trasparenza, l'altimetria della sedicesima tappa: che la neve rimanga lassù, quest'anno (www.skiforum.it)

TOUR OF NORWAY, LA BEFFA DI PATERSKI ALL’ULTIMO TRAGUARDO

maggio 26, 2014 by Redazione  
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Grazie ad un buco verificatosi nella volata finale, vinta dall’enfant du pays Alexander Kristoff (Katusha), il polacco Maciej Paterski (CCC Polsat) ha guadagnato 6″ su Marc De Maar (Unitedhealthcare), fino ad ora leader della corsa, sufficienti per spodestarlo e ribaltare l’esito del Giro di Norvegia.

Per una corsa che ha vissuto il momento più emozionante negli ultimi metri dell’ultima tappa, occorre aggiungere che nelle frazioni precedenti comunque lo spettacolo offerto dai corridori è stato di ottima qualità.
Nella prima tappa, lunga 147 chilometri con partenza ed arrivo a Larvik e contraddistinta da un percorso nervoso ma non selettivo, la volata è stata vinta da Kristoff, il quale ha preceduto il connazionale Holst Enger ed il belga Van Asbroeck (Topsport Vlaanderen). È la seconda tappa che ha dato il primo scossone alla classifica e la causa è attribuibile al forte vento che spira sulla costa norvegese; durante i 193 chilometri tra Drobak e Sarpsborg Saxo-Tinkoff e Katusha hanno tentato di aprire dei ventagli, riuscendo solo parzialmente nel loro obiettivo. Poco dopo sono partiti Paterski e De Maar, che il gruppo ha rivisto solo dopo il traguardo, visto che a vincere è stato il portacolori della Unitedhealthcare, che ha così conquistato la maglia di leader della corsa.
La terza tappa si è, invece, decisa nel finale, con l’arrivo posto sulla salitella di Budor, dove si è assistito al trionfo di Sep Vanmarcke (Belkin), partito al momento giusto, che ha preceduto Gustav Larsson (IAM), protagonista di una rimonta tardiva, ed il lettone della Katusha, Gatis Smukulis; dal canto suo, De Maar conservava la leadership.
Il “tappone” di 195 km previsto dalla quarta frazione, da Brumunddal a Lillehammer, ha visto il trionfo di Bauke Mollema (Belkin), il quale, dopo essere scattato con altri tre sull’ultima salita, ha regolato il gruppetto in volata, staccando di 3″ il secondo classificato, Jesper Hansen (Saxo-Tinkoff) e di 6″ Lars Petter Nordhaug. Nessun problema per De Maar, giunto ottavo a sei secondi dal vincitore, ancora in testa alla classifica.
Nell’ultima tappa, anzi negli ultimi metri, come predetto, si è verificato il ribaltone: Paterski ha sorpreso De Maar sul traguardo di Hønefoss guadagnando un bottino sufficiente per svestirgli la maglia di leader e aggiudicarsi l’edizione 2014 del Tour of Norway.

Paolo Terzi

CLASSIFICA GENERALE

1 Maciej Paterski (Pol) CCC Polsat Polkowice 21:14:56
2 Marc De Maar (Ned) UnitedHealthcare Pro Cycling Team 0:00:03
3 Bauke Mollema (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:00:09
4 Gustav Larsson (Swe) IAM Cycling
5 Gerald Ciolek (Ger) MTN – Qhubeka 0:00:15
6 Jesper Hansen (Den) Tinkoff Saxo 0:00:18
7 Peio Bilbao (Spa) Caja Rural – Seguros RGA 0:00:21
8 Bjørn Tore Nilsen Hoem (Nor) Team Sparebanken Sør
9 Jérôme Baugnies (Bel) Wanty – Groupe Gobert 0:00:26
10 Sven Erik Bystrom (Nor) Team Oster Hus – Ridley 0:00:27
11 Eduard Alexander Beltran Suarez (Col) Tinkoff Saxo
12 Ruben Fernandez (Spa) Caja Rural – Seguros RGA 0:00:31
13 Odd Christian Eiking (Nor) Team Joker 0:00:37
14 Kristoffer Skjerping (Nor) Team Joker 0:00:40
15 Sindre Skjoestad Lunke (Nor) Team Sparebanken Sør
16 Eliot Lietaer (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:00:47
17 Sébastien Reichenbach (Swi) IAM Cycling 0:01:05
18 Lars Petter Nordhaug (Nor) Belkin Pro Cycling Team 0:01:40
19 Michael Olsson (Swe) Team Ringeriks-Kraft 0:02:41
20 Angel Madrazo Ruiz (Spa) Caja Rural – Seguros RGA 0:02:51
21 Thomas Sprengers (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:02:59
22 Jonathan Fumeaux (Swi) IAM Cycling 0:06:16
23 Sondre Holst Enger (Nor) Team Sparebanken Sør 0:07:11
24 Michel Kreder (Ned) Wanty – Groupe Gobert 0:07:30
25 Patrick Schelling (Swi) IAM Cycling
26 Sergey Klimov (Rus) Rusvelo 0:08:27
27 Alexander Kristoff (Nor) Team Katusha 0:09:56
28 Branislau Samoilau (Blr) CCC Polsat Polkowice 0:11:33
29 Paul Martens (Ger) Belkin Pro Cycling Team 0:12:41
30 Thomas Degand (Bel) Wanty – Groupe Gobert 0:12:54
31 Stef Clement (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:13:55
32 Tom Van Asbroeck (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:14:07
33 Jean-Pierre Drucker (Lux) Wanty – Groupe Gobert 0:14:08
34 Vegard Robinson Bugge (Nor) Team Joker 0:15:48
35 Daniele Bennati (Ita) Tinkoff Saxo 0:17:05
36 Fridtjof Roeinaas (Nor) Team Sparebanken Sør 0:20:32
37 Jaroslaw Marycz (Pol) CCC Polsat Polkowice 0:20:59
38 Zico Waeytens (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:22:26
39 Sébastien Hinault (Fra) IAM Cycling 0:23:41
40 Alessandro Bazzana (Ita) UnitedHealthcare Pro Cycling Team 0:26:32
41 Sep Vanmarcke (Bel) Belkin Pro Cycling Team 0:27:57
42 Timofey Kristkiy (Rus) Rusvelo
43 Bartlomiej Matysiak (Pol) CCC Polsat Polkowice 0:28:05
44 Havard Jorbekk Blikra (Nor) Team Oster Hus – Ridley 0:28:21
45 Marco Haller (Aut) Team Katusha 0:28:40
46 Amund Gronda Groendahl Jansen (Nor) Team Sparebanken Sør 0:30:36
47 Njal Eivind Kleiven (Nor) Motiv3 Pro-Cycling Team 0:31:01
48 Nico Sijmens (Bel) Wanty – Groupe Gobert 0:31:06
49 Kristian Forbord (Nor) Froy-Bianchi 0:31:22
50 Artur Ershov (Rus) Rusvelo 0:32:57
51 August Jensen (Nor) Team Oster Hus – Ridley 0:33:06
52 Gatis Smukulis (Lat) Team Katusha 0:33:33
53 Kristian Aasvold (Nor) Team Sparebanken Sør 0:33:40
54 Karsten Kroon (Ned) Tinkoff Saxo 0:34:31
55 Igor Boev (Rus) Rusvelo 0:35:48
56 Aliaksandr Kuchynski (Blr) Team Katusha 0:36:47
57 Krister Hagen (Nor) Team Oster Hus – Ridley 0:39:35
58 Dennis Van Niekerk (RSA) MTN – Qhubeka 0:40:24
59 Anders Kristoffersen (Nor) Motiv3 Pro-Cycling Team 0:40:48
60 Preben Van Hecke (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:42:50
61 Omar Fraile Matarranza (Spa) Caja Rural – Seguros RGA 0:43:11
62 Niklas Aakvik (Nor) Motiv3 Pro-Cycling Team 0:45:08
63 Fillip Eidsheim (Nor) Team FixIT.no 0:45:36
64 Oysten Stake Laengen (Nor) Motiv3 Pro-Cycling Team 0:47:56
65 Trond Hakon Trondsen (Nor) Froy-Bianchi 0:49:13
66 Jan Marcus Faaglum Karlsson (Swe) Team Ringeriks-Kraft 0:49:42

Il polacco Paterski si impone nelledizione 2014 del Giro di Norvegia (foto Jean-François Quénet)

Il polacco Paterski si impone nell'edizione 2014 del Giro di Norvegia (foto Jean-François Quénet)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI PLAN DI MONTECAMPIONE

maggio 26, 2014 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Anche quest’anno ilciclismo.it, proporrà, poche ore dopo la conclusione della tappa, l’oramai tradizionale almanacco zeppo di golosità: cominceremo dalla rassegna stampa internazionale, passando poi il parere dei tifosi, la colonna sonora del giorno, le previsione del tempo per la tappa successiva, le “perle” dei telecronisti, il Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e il ricordo di un Giro passato (abbiamo scelto il 1964, l’ultimo dei due Giri vinti da Anquetil).

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Montecampione, Aru vola! Uran soffre ma tiene la rosa (Gazzetta dello Sport)

Giro: a Montecampione vince Fabio Aru. Uran resta in rosa (Corriere della Sera)

Regno Unito

Fabio Aru finds peak of powers in mountains as Rigoberto Urán extends lead (The Time)

Aru claims biggest win of his career (The Daily Telegraph)

Francia

Aru, un sacré numéro – Mais qui est donc Fabio Aru? (L’Equipe)

Spagna

Aru explota en Montecampione (AS)

Aru gana en Montecampione (Marca)

Fabio Aru se reivindica y Urán sigue sufriendo (El Mundo Deportivo)

Belgio

23-jarige Aru zorgt voor Italiaanse hoogdag, Uran blijft in het roze – Ritwinnaar Aru: ‘Een droom die uitkomt’ (De Standaard)

Aru se révèle à Montecampione lors de la 15e étape du Giro (L’Avenir)

Giro: l’Italien Fabio Aru remporte la 15e étape au sommet du Montecampione (La Dernière Heure/Les Sports)

Giro (15e étape): l’Italien Aru s’impose devant Duarte et Quintana, Uran toujours en rose (Sudinfo.be)

Paesi Bassi

Beklimming Giro prooi voor Aru – Quintana weer dichter bij roze trui – Kelderman, Poels zakken iets (De Telegraaf)

Lussemburgo

Aru stellt Bergsteigerqualitäten unter Beweis (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Italiener Aru gewinnt 15. Etappe (Tageblatt)

Germania

Giro: Uran weiter in Rosa – Evans verliert Zeit (Berliner Zeitung)

Canada

Italy’s Fabio Aru wins 15th Giro stage (The Globe and Mail)

Colombia

Urán aleja a sus rivales y es más líder del Giro de Italia (El Tiempo)

Rigoberto Urán aumenta su ventaja en el Giro de Italia (El Espectador)

Australia

Cadel Evans ready for the fight (The Age)

Evans remains hopeful of Giro success (The Australian)

BOX POPULI

Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Previsioni sulla tappa, alla luce di Oropa?

Nebe1980: Secondo me ci sarà una fuga ma bisogna vedere quanto guadagnano e quanti sono. Sul Plan secondo me attaccherà ancora Pozzovivo più a meno a 2 o 3 Km dall’arrivo. Quintana potrebbe adottare anche la stessa tattica di oggi e rimandare il grande attacco alla tappa della Val Martello ma secondo me dovrebbe muoversi già da domani con una azione decisa anche perchè poi lunedì c’è il riposo e può recuperare lo sforzo. Uran tenterà di andare regolare ma visto che domani i 3 chilometri finali sono i più duri vedremo se oggi ha tentato di non forzare troppo oppure se non ha risposto a pozzovivo perchè era alla frutta

Howling Wolf14: Si guarderanno in volto sino a dopo Alpiaz. Poi se compariranno tangibili segni di fatica sul ghigno di qualcuno si accenderà la battaglia, sennò non ci saranno emozioni sino a 2-3 km dalla cima. Non basta fare lo scattino alla Pozzovivo o partire da lontano come Rolland ed Hesjedal. Bisogna avere poi resistenza. Si possono guadagnare 30″ e se tutto va bene mantenerli sino all’arrivo. Se va male, si fa ogni volta la fine del topolino. C’è livellamento di valori, non si riesce a guadagnare più di tanto in salita. E sprecando energie con gli attacchi si finisce poi con il pagare attacchi ed interessi. E’ più assennato sedersi senza fretta sulla riva del fiume ed aspettare che passi il cadavere del nemico.

Nebe1980: Se ragionassero tutti così avremmo un sacco di gente seduta sulla riva del fiume e nessun cadavere che passa.
Un discorso del genere lo può fare Uran che ha un vantaggio considerevole sugli altri (ma non scordiamoci di Evans che è secondo a pochi secondi) ma uno che ha tre minuti di ritardo non può aspettare. Poi ripeto domani magari si può tentare un attacco negli utlimi Km dato che è la soluzione più logica che la tappa propone, però in val martello sul grappa e sulla panarotta bisogna muoversi prima, non si può aspettare solo lo zoncolan

nisky: Ah i gregari di una volta! Una volta ai -5 si arrivava al massimo in 8/9 oggi ieri e domani sono in 20

Mauro Facoltosi: Vittoria di Aru. Si stacca Uran che, però, conserva la maglia. Commenti?

Nebe1980: Continuo a rimanere basito della condotta di gara di Quintana, fa lo scattino poi quasi si ferma nonostante la maglia rosa sia in chiara difficoltà, uno con il suo ritardo che ha la fortuna di vedere la maglia rosa staccarsi dovrebbe andare a tutta fino all’arrivo, oltretutto domani è pure riposo. Ottimo Aru, se mantiene la condizione è da podio

n@po: Non è che lo faccia apposta. E’ al limite. Ha una classe clamorosa che gli permette di andar comunque fortissimo anche quando non è al top. PS: Chi ha vinto a MonteCampione Nome Omen ha sempre fatto doppieta Giro-Tour… fate voi
PPS: questi sei sono tutti potenziali vincitori a trieste:
1) Uran
2) Evans a 1′03″
3) Majka a 1′50″
4) Aru a 2′24″
5) Quintana a 2′40″
6) Pozzovivo a 2′42″

Howling Wolf14: Grande condizione, personalità, scelta di tempo. Pensavo che alla sua prima esperienza Fabio Aru si limitasse a correre sulle ruote, in attesa di sbocciare in una prossima edizione, ma debbo dire che mi ha positivamente impressionato. Sono curioso di vederlo nella terza settimana della corsa, che è la più critica, specie per un giovane. Non soccomberà. E sono certo che ci regalerà qualche altra impresa. Anche se non è forte come lui a cronometro – ma potrà migliorare – mi ricorda in qualche maniera Felice Gimondi, che al primo anno da pro, nel 1965, ottenne il 3° posto al Giro d’Italia. Gimondi aveva 23 anni nel ‘65, ora Aru ne ha poco più. E una splendida carriera davanti a sé.
Quintana, in attesa di arrivare al top della forma, e in attesa che gli avversari calino ulteriormente, sta facendo delle prove. Oggi s’è accorto di poter staccare facilmente Evans, Keldermann e Pozzovivo, di mettere in difficoltà Uran e Majka. Il Giro si decide la prossima settimana: se gli avversari di Quintana non cresceranno e se il colombiano migliorerà la propria condizione ha ancora la possibilità di rincorrere la maglia rosa. E forse il suo avversario più importante potrebbe diventare proprio Aru. Certo che il sardo per la terza settimana è un po’ un’incognita, ma speriamo possa tenere. Non tanto per vincere il Giro, quanto per confermarsi come grande promessa, anzi come grande realtà per le corse a tappe del futuro.
Io escluderei fin da ora Majka e Pozzovivo. Majka non è un vincente, secondo me sarà già tanto per lui arrivare nei Top Five. Pozzovivo è un duro, ma alla distanza molla sempre qualcosa. Ogni giorno. Quando si farà ancor più sul serio potrà pagare di più.

Nebe1980: martedì prevista neve su gavia e stelvio…

n@po: Hesjedal favorito essendo canadese!!

Howling Wolf14: Fino a 3 centimetri, sullo Stelvio, più o meno attorno alle 14.

Salitepuntocià: Stavolta son d’accordo con hw, bisogna centellinarsi… con sti percorsi duri ma “non duri”, ingannevoli, tanti arrivi in salita ma nessun tappone vero e proprio, bisogna sapersi gestire e accumulare come piccole formichine… Quintana non è che è fuori forma, è al top o quasi, ha preparato tuto sul giro, ma si sta gestendo, se ieri avesse strafatto, oggi avrebbe perso tanto, vedi pozzovivo, che comunque se deve diventare un campione ha il tempo per recuperare col riposo, se non lo è ancora, perderà altro terreno… Ci vuole anche continuità per vincere un GT e mai sottovalutare gli avversari, anche Hinault si trovò in difficoltà contro Visentini e Contini,Panizza… ma poi vinse. Merckx e altri grandi, anche loro a volte han perso tappe da gente italica o scalatori non campioni, ma gli Hinault etc erano anche continui, mentre i vari Contini etc non lo erano, se no sarebbero stati anche loro dei grandi. Quintana al top non è tanto inferiore a Froome… per vincere il Giro bisogna essere al top o vicini al top, senza sottovalutare ciclisti inferiori, perchè possono avere le loro giornate d’oro, e quindi gestendosi Quintana puo arrivare almeno con 1′ di distacco ai piedi dello zoncolan da Uran, poi glieli rifila. Complimenti ad Aru, anche saltasse, ha gia fatto molto, in un ciclismo che non piu come una volta, ove i giovani emergevano, oggi è piu difficile, e spero la stampa e i tifosi, non lo crocefiggano se non salirà sul podio, e lo sappiano aspettare, battere Quintana su un salitone cosi lungo è mica male, bisogna vedere appunto se sarà un exploit o l’inizio di una grande carriera ma senza fretta.

Nebe1980: Si ma continui a non rispondere a quel che dico io. Ossia se Uran recupera una condizione ottimale e sullo Zoncolan non si stacca o perde poco, il non aver forzato quando era in difficoltà sarà stata la mossa perdente. Uno come Uran che ripeto non è scarso in salita, se va in difficoltà va attaccato a fondo perchè non è detto che si ripresenti un altro momento di difficoltà.
La cronoscalata: non dimenticate che Uran in cima alla salita della crono era il miglior tempo tra gli uomini di classifica quindi non è affatto detto che perda molto sul grappa, potrebbe anzi addirittura vincere. proprio perchè non sai come ti sentirai il giorno dopo devi cercare di guadagnare finchè stai bene. vedi Uran, ha guadagnato tanto a crono e ora può gestirsi e non dannarsi l’anima a rispondere colpo su colpo a tutti gli allunghi e può anche prendersi il lusso di pagare qualcosa. E’ lui che ha speso tanto a crono che può risparmiarsi, non gli altri che devono recuperare. E ripeto non sta scritto da nessuna parte che Quintana darà un minuto a Uran sullo Zoncolan, anzi la pendenza potrebbe addirittura far sì che vengano fuori distacchi minimi perchè non si riesce a scattare e quindi sei costretto a salire regolare

Nebe1980: Secondo me se ci fosse stato Puritone in forma sarebbe stato con Quintana e Rolland fino a un chilometro dall’arrivo poi avrebbe fatto uno dei suoi megascatti e sarebbe arrivato su Aru a doppia velocità (poi bisognava vedere se ci arrivava prima del traguardo)

Profpivo: Aru mi sta stupendo, da tempo non si vedeva un’azione così incisiva in montagna, non il solito scatto di 50 metri ma una progressione a tutta per almeno 500 metri. Merita un grossissimo applauso, se resta coi piedi per terra può diventare davvero l’uomo da grandi giri per i prossimi 10 anni. Non credo possa vincere questo Giro, ma può giocarsi il podio con Majka e Evans.
Uran sta cercando di gestire il vantaggio ma oggi secondo me ha sbagliato a seguire Aru, ha rischiato di piantarsi ma ha comunque reagito bene limitando i danni su Quintana. Che dimostra di essere in crescendo di condizione, nell’ultima settimana penso lo vedremo attaccare con decisione. Per me è un duello tra lui e Uran per la vittoria finale. Invece Pozzovivo sta calando, come spesso gli capita nei grandi giri, non lo vedo nemmeno sul podio.
Ancora ottimo Rolland, peccato per tutti i minuti che ha preso nelle prime tappe, altrimenti poteva essere anche lui della partita. Ma è sicuramente il corridore che ci sta facendo divertire di più in questo Giro.

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

L’esercito del surf (Catherine Spaak)

L’ultima salita (canzone su Pantani dei Nomadi)

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Ponte di Legno – Val Martello

Ponte di Legno: pioggia moderata (0,8 mm), 10,3°C (percepiti 9°C), vento debole da WNW (6-10 Km/h), umidità al 92%
Santa Caterina Valfurva (36,9 Km) : pioggia moderata (0,7 mm), 8,5°C (percepiti 7°C), vento debole da NNW (7-13 Km/h), umidità al 91%, quota 0°C a 2610m, limite della neve a 2210m (Gavia 2618m)
Bormio (49 Km) : pioggia debole (0,5 mm) e schiarite, 12,8°C (percepiti 10°C), vento moderato da NNW (11-20 Km/h), umidità al 87%
Passo dello Stelvio – CIMA COPPI (2758m, 70,3 Km) : neve debole (0,3 cm), 0°C (percepiti -5°C), vento moderato da NNW (16-28 Km/h), umidità al 94%, quota 0°C a 2630m, limite della neve a 2280m
Lasa – T.V. (104,5 Km) : pioggia debole (0,6 mm), 16,5°C, vento debole da NW (5-14 Km/h), umidità al 89%
Martello (1267m – 126,1 Km) : pioggia debole (0,5 mm) e schiarite, 12,7°C, vento debole da NW (6-15 Km/h), umidità al 87%, quota 0°C a 2690m, limite della neve a 2320m (traguardo a 2059m)

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Garzelli (ricordando la tappa del 1998): “Martinelli ha vinto con Pantani in ammiraglia”
Conti: “Una tappa come questo”
Pancani: “Oggi mi aspetto di più di uomini di classifica”
De Stefano: “Le scelte della BMC hanno scelto di puntare”
Conti: “Sul rettilineo d’arrivo di quel porfido”
Intervistatore alla partenza: “Gli 11 Km finali oggi come te li immagini?” (l’ascesa del Plan è lunga il doppio)
Altimetria della tappa RAI: altimetria della tappa di Sestola spacciata per quella della tappa di oggi (con i nomi Valdengo e Plan di Montecampione piazzati dove invece dovevano esserci Lugo e Sestola)
Pancani: “6 minuti e 50 il lavoro del gruppo”
Martinello: “Il ricordo di Titta Pasinetti a cui inviamo un abbraccio” (previa esumazione)
Pancani: “Le varie organizzazioni della cura del dettaglio”
Professor Fagnani: “Sui siti meteo si possono seguire le condizioni dell’atmosfera”
Lelli: “Ha le ruote da profilo da 60″
Pancani (parlando della tappa di Pescara del 2013): “La tappa conclusa nel capoluoogo abruzzese” (è L’Aquila)
Pancani: “La maglia rosso”
Pancani, congedando Massimiliano Lelli: “Grazie Andrea”
Martinello: “La testa comincerà a salire verso Montecampione tra qualche chilometro”
Scinto: “La tappa di Canavese” (Rivarolo Canavese)
Scinto: “E’ giusto che prendino un po’ di vento in faccia”
Pancani: “Rodel Agudelo” (Rodolfo Andrés Torres Agudelo)
Martinello: “In 25 secondi c’è il meglio di questo 97° Giro d’Italia” (in realtà, in quel momento il gruppo maglia rosa era a 25″ dalla testa della corsa)
Martinello: “Traguardo di Europa” (Oropa)
Martinello: “Gallerie antifrana” (paravalanghe)
Intervistatore all’arrivo: “Fabiaru”
De Stefano: “Tappa di Montecatini” (Montecassino)
Sentita al Processo: “Giro di riposo”
Scarponi: “Il mio Giro ha preso una piega”
Saronni: “So quant’è dura le ferite che hai”
Televideo: “Aru si stacca negli ultimi 3 Km” (ma hanno visto la corsa riavvolgendo il nastro?)
Televideo: “Pellizzotti” (Pellizotti)

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo della quindicesima tappa, Valdengo – Plan di Montecampione

1° Luka Mezgec
2° Andrea Fedi a 12″
3° Iljo Keisse s.t.
4° Eugenio Alafaci s.t.
5° Michel Koch s.t.

Classifica generale

1° Jetse Bol
2° Arnaud Courteille a 38″
3° Svein Tuft a 6′15″
4° Michael Hepburn a 10′34″
5° Kenny Dehaes a 12′17″
Miglior italiano: Eugenio Alafaci, 9° a 27′26″

L’ULTIMO GIRO DI ANQUETIL
Tuffo nella storia del Giro del 1964, il secondo e ultimo conquistato dall’asso francese Jacques Anquetil. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

16a TAPPA: MONTEPULCIANO – LIVORNO (199 Km)

BITOSSI GIUNGE SOLO SUL TRAGUARDO DI LIVORNO
La classifica del Giro ha subito una scossa: Fontona è secondo a 1’06” dalla Maglia rosa – Anquetil ha trovato un nuovo avversario – Gli “assi” hanno sbagliato tattica – Quattro corridori in fuga per 180 Km: il gruppo reagisce soltanto nel finale
Il fuoriclasse francese si è battuto con il consueto coraggio ma i migliori italiani hanno disputato una corsa di attesa che ha permesso a Fontona di rimontare parecchie posizioni in graduatoria – L’episodio decisivo dopo diciotto chilometri di gara – Scappano Bitossi, Pelizzoni, Fontona e Franchi che raggiungono un vantaggio di nove minuti – All’arrivo i quattro atleti si classificano nell’ordine con brevi distacchi – Al quinto e sesto posto Carlesi e Adorni con un ritardo di 5’52” – Il plotone guidato da Zilioli a 6’15”

Nota sulla planimetria: Al momento di andare in stampa Torriani non aveva ancora stabilito il finale del Giro. Per questo motivo la planimetria propone i due progetti aperti in quel momento.

ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza

1a tappa: Belfast (cronosquadre)

2a tappa: Belfast (seconda tappa)

3a tappa: Armagh – Dublino

4a tappa: Giovinazzo – Bari

5a tappa: Taranto – Viggiano

6a tappa: Sassano – Montecassino

7a tappa: Frosinone – Foligno

8a tappa: Foligno – Montecopiolo

9a tappa: Lugo – Sestola

10a tappa: Modena – Salsomaggiore Terme

11a tappa: Collecchio – Savona

12a tappa: cronometro Barbaresco – Barolo

13a tappa: Fossano – Rivarolo Canavese

14a tappa: Agliè – Oropa

Unistantanea del dopotappa di Montecampione: Hesjedal sieda a terra stremato subito dopo aver tagliato il traguardo (foto Bettini)

Un'istantanea del dopotappa di Montecampione: Hesjedal sieda a terra stremato subito dopo aver tagliato il traguardo (foto Bettini)

25-05-2014

maggio 25, 2014 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’italiano Fabio Aru (Astana Pro Team) si è imposto nella quindicesima tappa, Valdengo – Plan di Montecampione, percorrendo 225 Km in 5h33′05″, alla media di 40,530 Km/h. Ha preceduto di 21″ il colombiano Duarte Arevalo e di 23″ il colombiano Quintana Rojas. Il colombiano Rigoberto Urán Urán (Omega Pharma – Quick Step) è ancora maglia rosa, con 1′03″ sull’australiano Evans e 1′50″ sul polacco Majka. Miglior italiano Aru, 4° a 2′24″

TOUR OF NORWAY

Il norvegese Alexander Kristoff (Team Katusha) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Gjøvik – Hønefoss, percorrendo 166 Km in 4h04′40″, alla media di 40,708 Km/h. Ha preceduto allo sprint il lussemburghese Drucker e il tedesco Ciolek. Miglior italiano Daniele Bennati (Tinkoff-Saxo), 10° a 6″. Il polacco Maciej Paterski (CCC Polsat Polkowice) si impone in classifica con 3″ sull’antillano De Maar e 9″ sull’olandese Mollema. Miglior italiano Bennati, 35° a 17′05″.

RONDE DE L’ISARD (Francia)

Il russo Alexander Foliforov (Itera – Katusha) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Foix – St Girons, percorrendo 130,4 Km in 3h46′12″, alla media di 34,588 Km/h. Ha preceduto di 56″ il francese Latour e il belga Benoot. Il belga Louis Vervaeke (Lotto Belisol U23) si impone in classifica, con 1′22″ sul francese Le Lavandier e 1′49″ su Benoot.

PARIS – ARRAS TOUR

Il britannico Daniel Mclay (Lotto – Belisol U23) si è imposto nella terza ed ultima tappa, circuito di Arras, percorrendo 170 Km in 3h50′06″, alla media di 44,328 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Bovenhuis e l’italiano Filippo Baggio (Nankang – Fondriest – Franco Gomme). Il belga Maxime Vantomme (Roubaix Lille Métropole) si impone in classifica con 5″ sul francese Barbier e 6″ sul francese Duval. Miglior italiano Baggio, 46° a 1′22″.

WORLD PORTS CLASSIC (Paesi Bassi / Belgio)

L’olandese Ramon Sinkeldam (Team Giant – Shimano) si è imposto nella seconda ed ultima tappa, Anversa – Rotterdam, percorrendo 160,5 Km in 3h27′02″, alla media di 46,514 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Theo Bos (Belkin Pro Cycling Team) e il neozelandese Henderson. Miglior italiano Matteo Pelucchi (IAM Cycling), 9°. Bos si impone in classifica con lo stesso tempo di Sinkeldam e 5″ sul russo Porsev. Miglior italiano Pelucchi, 9° a 12″.

SIMAC OMLOOP DER KEMPEN

L’australiano Luke Davison (Synergy Baku Cycling Project) si è imposto nella corsa olandese, circuito di Veldhoven, percorrendo 200 Km in 4h21′17″, alla media di 45,927 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli olandesi Roosen e Teunissen. Unico italiano in gara Piero Baffi (Leopard Development Team), 93° a 6′39″

AN POST RAS (Irlanda)

L’italiano Davide Ballerini (Team Idea) si è imposto nell’ottava ed ultima tappa, Newbridge – Skerries, percorrendo 134,3 Km in 2h58′07″, alla media di 45,240 Km/h. Ha preceduto di 38″ il tedesco Klemme e il canadese Naud. L’austriaco Clemens Fankhauser (Tirol Cycling Team) si impone in classifica, con 25″ sul britannico Peters e 45″ sul canadese Hamilton. Miglior italiano Ricardo Pichetta (Team Idea), 9° a 2′57″.

TOUR OF JAPAN

L’italiano Niccolò Bonifazio (Lampre – Merida) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, circuito di Tokyo, percorrendo 112,7 Km in 2h22′14″, alla media di 47,541 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo sloveno Bole e l’australiano Clarke. L’iraniano Mirsamad Pourseyedigolakhour (Tabriz Petrochemical Team) si impone in classifica con 1′51″ su Bole e 3′48″ sull’iraniano Mizbani Iranagh. Miglior italiano Valerio Conti (Lampre – Merida), 16° a 14′13″.

GIRO CICLISTICO DELLE PESCHE NETTARINE DI ROMAGNA

L’italiano Jakub Mareczko* (Viris Maserati) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Sassoleone – Faenza, percorrendo 147 Km in 3h20′09″, alla media di 44,067 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Nicolas Marini* (Zalf Euromobil Désirée Fior) e di 1″ l’italiano Luca Muffolini* (Gavardo Tecmor). L’italiano Iuri Filosi* si impone in classifica con 1′34″ sull’italiano Simone Sterbini* (Team Pala Fenice) e 1′39″ sull’italiano Gianni Moscon* (Zalf Euromobil Désirée Fior)

* dilettante

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