I SECONDI SCORRONO SUL BEL DANUBIO BLU
Chi sarà il giudice della breve cronometro budapestina? Il vento che spira dal Danubio potrebbe dare del filo da torcere ai passisti, naturali favoriti per la vittoria di tappa, ma anche la salita finale potrebbe risultare determinante e ribaltare i verdetti del cronometro.
Sarà l’ingrediente meno presente nel percorso del Giro 2022, ma sarà un ingrediente da non sottovalutare perché per qualcuno potrebbe comunque rivelarsi indigesto. Stiamo parlando dei chilometri da percorrere a cronometro perché quest’anno ne saranno previsti poco più di 26 e mai così pochi se ne sono visti da quando nel 1933 per la prima volta furono inserite le prove contro il tempo nel tracciato del Giro, che tra l’altro fu la prima delle tre grandi corse a tappe a proporle. Le uniche eccezioni, da quell’edizione disputata quasi novant’anni fa, furono le rarissime volte nelle quali il percorso proprio non ne mise in cartellone di tappe a crono, ma quest’anno ci saranno e dovranno comunque essere messe in conto. È vero che, per com’è stato disegnato il Giro, dopo la penultima tappa la classifica generale dovrebbe essere già ben delineata, ma non va esclusa la remota possibilità che i primi si presentino al via della conclusiva crono di Verona con distacchi ridotti e che il Giro possa essere ribaltato proprio in extremis, come già successo in tempi recenti, nel 2012 con il sorpasso di Ryder Hesjedal ai danni di Joaquim Rodríguez per appena 16”, nel 2016 con il definitivo passaggio di consegne al vertice tra Tom Dumoulin e Nairo Quintana per 31” e nel 2020 con l’ancora fresco ricordo della detronizzazione di Jai Hindley a Milano, con la maglia rosa passata per 39” sulle spalle di Tao Geoghegan Hart.
Della torta dei 26 Km programmati quest’anno la prima “fetta” sarà servita sul prestigioso vassoio di Budapest, 9 Km e 200 metri favorevoli ai cronoman almeno sino ai piedi dell’ascesa finale che strizza un attimo l’occhio agli scalatori, anche se i 1300 metri conclusivi non presentano una pendenza particolarmente sensibile (4.7% la media, 14% la massima). Di fatto si gareggerà, pur se con qualche “ritocchino”, sul percorso che era stato pensato per la “Grande Partenza” del 2020, disegnato tra le due anime della capitale ungherese, Pest e Buda.
Come da programma originario, dunque, la rampa di lancio sarà piazzata nel bel mezzo di Piazza degli Eroi, una delle principali di Budapest, al cui centro si colloca il Monumento del Millenario, costruito tra il 1896 e il 1929 per celebrare i primi mille anni di vita dello stato magiaro. Il tratto iniziale della tappa si snoderà sull’Andrássy út, il viale realizzato a partire dal 1872 per snellire il traffico della città e per fungere da collegamento diretto tra Buda e il Városliget, parco all’interno del quale si possono ammirare edifici come il castello Vajdahunyad e i Bagni Széchenyi, il più grande complesso termale d’Europa. Il progetto iniziale previsto per il 2020 prevedeva di percorrere questo viale nella sua interezza, 2400 metri perfettamente rettilinei che avrebbero costituito un vero e proprio invito a nozze per i passisti come Filippo Ganna; nel percorso rimodulato per il 2022 si è scelto di ridurre il rettilineo di partenza a poco più di un chilometro per poi proporre ai corridori la prima delle 22 curve che contribuiranno a spezzare la linearità della prima parte di gara, una svolta a gomito dopo la quale si taglierà nel mezzo il Terézváros, quartiere famoso per la sua vita notturna e nel quale si trova, non distante dal percorso di gara, la Casa del Terrore, museo-memoriale dedicato alle vittime delle dittature comuniste e naziste.
Un altro paio di curve porteranno a imboccare il Ponte Ferdinando, costruito nel 1874 per superare la linea ferroviaria, poco prima di giungere al cospetto della Stazione di Budapest Ovest, la seconda per importanza della città, progettata da August de Serres e Victor Bernard, architetti francesi che in precedenza avevano lavorato nello studio di Gustave Eiffel, l’ideatore della celebre torre parigina. Le successive pedalate verso la maglia rosa, che oggi dovrebbe cambiare padrone, si snoderanno sulle strade di Lipótváros, quartiere tra i più importanti poiché vi ha sede il Palazzo del Parlamento, edificio in stile neogotico eretto a simbolo dell’indipendenza dall’Impero Austro-Ungarico dichiarata nel 1848, anche se diventerà veramente effettiva solo con la dissoluzione dell’impero a seguito della sconfitta nella Prima Guerra Mondiale (1918). Prima di giungere al cospetto della scenografica facciata dell’Országház (così i magiari definiscono il loro Parlamento) bisognerà percorrere una strada intitolata a Giuseppe Garibaldi, che coinciderà anche il breve tratto di discesa che sull’altimetria ufficiale spezza temporaneamente la continuità della pianura nella prima parte di gara. A questo punto con una strettissima curva a U si imboccherà il tratto danubiano della cronometro, con il “bel fiume blu” – immortalato nel 1867 dal celebre valzer composto da Johann Strauss figlio – che sarà compagno di viaggio dei “girini” nei successivi tre chilometri e mezzo, lasso di strada nel quale qualche corridore potrebbe trovarsi la marcia infastidita dal vento che spira dal fiume. Ci si allontanerà temporaneamente dalle sue rive per affrontare le quattro curve ravvicinate che precederanno l’ingresso sul Ponte Margherita, cosi chiamato perché a metà del suo cammino va a lambire l’estremità meridionale dell’omonima isola, in gran parte occupata da un parco e sulla quale si trovano importanti impianti sportivi, come lo stadio del nuoto che ha ospitato tre edizioni dei campionati europei di nuoto (l’ultima nel 2010) e due dei similari di pallanuoto (nel 2001 e nel 2014). Lasciatasi alle spalle Pest i partecipanti al Giro 2022 sbarcheranno sulle strade di Buda, la parte più antica della capitale ungherese, e invertiranno la direzione di marcia sempre avendo il Danubio al fianco, lanciandosi nel secondo dei due rettilinei che caratterizzano la prima parte di gara e che termina all’altezza della chiesa calvinista di Buda, costruita su progetto dell’architetto Samu Pecz alla fine del XIX secolo sul luogo che in epoca medioevale ospitava un mercato e che fu realizzata imitando le forme di una chiesa tradizionale, pur se questo modello non si conciliava con i riti e le liturgie tipiche della confessione fondata dal teologo francese Giovanni Calvino. Subito dopo il passaggio dinanzi ad un altro luogo di culto, la chiesa dei cappuccini dedicata a Santa Elisabetta d’Ungheria, una stretta curva a destra rappresenterà l’inizio della rampa finale, già facile di suo ma ulteriormente addomesticata un morbido tornantone disegnato ai piedi della gotica chiesa di Mattia, così chiamata in onore del re ungherese Mattia Corvino – che vi si sposò due volte – ma che più propriamente è intitolata a Nostra Signora Assunta della Collina del Castello. Dopo aver “dominato” il passaggio dei corridori, la chiesa accoglierà al suo esterno anche l’approdo di questa breve crono, dopo averne percorso il più ruvido tratto conclusivo perché all’ingresso del centro storico l’asfalto lascerà il passo al pavé per le ultime emozioni di una cronometro veloce… ma non troppo.
Mauro Facoltosi

Il Ponte delle Catene, simbolo di Budapest, e l’altimetria della seconda tappa (www.andiamoabudapest.it)
CIAK SI GIRO
La chiesa di Mattia, presso la quale si concluderà la seconda frazione del Giro 2022, non è conosciutoa solamente tra gli appassionati d’arte. Anche gli amanti del “brivido” se la ricorderanno bene perché un maestro del genere, il nostro Dario Argento, nel 1989 vi girò quasi per intero – almeno per le riprese esterne – il film “La chiesa”, del quale non fu però regista (ruolo affidato al suo “erede” Michele Soavi) ma autore del soggetto e produttore. La pellicola si svolge quasi per intero all’interno di una basilica i cui visitatori vengono man mano posseduti da demoni risvegliati da un’incauta restauratrice, successione di tragici eventi che ha termine solo quando un giovane sacerdote riesce ad attivare il meccanismo che causa l’autodistruzione della chiesa, effetto ottenuto inquadrando alla fine del film una vera chiesa in rovina, quella di San Nicola ad Amburgo. Pur trattandosi di una produzione nostrana, il film fu quasi per intero girato all’esterno, ricorrendo a set italiani unicamente per le scene ambientate all’interno della chiesa (per ovvie ragioni ricostruita in studio, dove furono utilizzati gli studi Elios, oggi di proprietà di Mediaset) e una sola piccola scena in esterni, quella nel quale il sacerdote protagonista ha la visione di uno dei cavalieri tedeschi che in epoca medioevale avevano sterminato un villaggio di streghe, successivamente sepolte nel luogo dove sarà poi costruita la chiesa protagonista del film. Per quella specifica scena si scelse uno dei cortili del Castello Odescalchi di Bracciano (Roma), una delle location più sfruttate dal cinema italiano: vi si sono stati girati oltre 150 film e tra i suoi ambienti si sono aggirati “mostri sacri” del calibro di Vittorio De Sica, Alberto Sordi e Marcello Mastroianni, ma anche celebrità straniere come il monumentale attore (e non solo) statunitense Orson Welles

La chiesa di Mattia a Budapest inquadrata nel film "La chiesa" (www.davinotti.com)
Cliccate qui per scoprire le altre location del film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/la-chiesa/50002811
FOTOGALLERY
Piazza degli Eroi
Bagni Széchenyi
La secca svolta a destra per imboccare Izabella utca, prima curva del tracciato della crono
Il palazzo sede del museo-memoriale dedicato alle vittime delle dittature comuniste e naziste.
La stazione di Budapest Ovest
Il palazzo del Parlamento visto dal Danubio
L’Isola Margherita vista dall’omonimo ponte
La chiesa calvinista di Buda
Il tornante della salita verso Buda
SUCCESSO IN VOLATA DI TAMINIAUX ALLA 4 GIORNI DI DUNKERQUE
Lionel Taminiaux (Alpecin-Fenix) ha vinto la quarta tappa della 4 Giorni di Dunkerque battendo in volata Stanisław Aniołkowski (Bingoal Pauwels Sauces WB) e Gerben Thijssen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux). Evaldas Šiškevičius (Go Sport – Roubaix Lille Métropole) ha conquistato la maglia di leader grazie agli abbuoni conquistati in fuga.
La quarta frazione della 4 Giorni di Dunkerque consisteva in un percorso di 179 chilometri da Mazingarbe a Aire-sur-la-Lys pianeggiante, senza particolari difficoltà nel finale.
La fuga di giornata prendeva piede dopo diversi tentativi, dopo 30 chilometri erano Alexandre Delettre (Cofidis) e Evaldas Šiškevičius (Go Sport – Roubaix Lille Métropole) a prendere il largo, ma dopo una sessantina di chilometri si ricompattava, con un nuovo attacco portato dal leader della classifica per scalatori Alex Colman (Sport Vlaanderen – Baloise), insieme a Léo Danès (Team U Nantes Atlantique), Jonathan Couanon (Nice Métropole Côte d’Azur) e Ludovic Robeet (Bingoal Pauwels Sauces WB). I fuggitivi una volta entrati negli ultimi 30 chilometri con un margine di un minuto sui fuggitivi iniziavano a scattare tra di loro, mentre Colman cedeva immediatamente il passo. Dopo alcuni chilometri i fuggitivi tornavano a collaborare, ma perdendo inesorabilmente dal gruppo che rientrava su di loro ai -8. La Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux prendeva le redini della corsa in vista dell’ultimo chilometro con la Groupama – FDJ a guidare la volata, che veniva lanciata da Lorrenzo Manzin (TotalEnergies) partendo secco per primo, ma venendo risucchiato nel finale da Lionel Taminiaux (Alpecin-Fenix) che la spuntava per un pelo dal forte rientro di Stanisław Aniołkowski (Bingoal Pauwels Sauces WB), secondo, e Gerben Thijssen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), terzo.
Grazie agli abbuoni raccolti durante la tappa Evaldas Šiškevičius (Go Sport – Roubaix Lille Métropole) riusciva a saltare al comando della classifica generale con un secondo di margine su Thijssen, Arvid De Kleijn (Human Powered Health), Taminiaux e Philippe Gilbert (Lotto Soudal).
Nella giornata di domani la frazione regina di Cassel con un circuito da ripetere 8 volte molto impegnativo comprendente due salite e due tratti di pavè che permetteva una corsa dura e i primi sensibili distacchi della corsa per delineare la classifica conclusiva.
Carlo Toniatti.

Il successo al photofinish di Taminiaux (Getty Images Sport)
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI VISEGRÁD
maggio 6, 2022 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1962 a 60 anni dalla prima delle due vittorie consecutive di Franco Balmamion)
SALA STAMPA
Italia
Van der Poel brucia Girmay sul traguardo di Visegrad: è lui la prima maglia rosa
Gazzetta dello Sport
Ungheria
Drámai bukás a cél előtt, így kezdődött nálunk a Giro d’Italia
Magyar Nemzet
GRAN BRETAGNA
Mathieu van der Poel wins chaotic finale to land stage one at Giro d’Italia after Caleb Ewan crashes heavily
The Daily Telegraph
FRANCIA
Van der Poel premier en rose
L’Équipe
SPAGNA
Van der Poel, color de rosa
AS
PORTOGALLO
Van der Poel veste de rosa no Giro
Público
BELGIO
Hij doet het! IJzersterke Mathieu van der Poel wint openingsrit Ronde van Italië, zware val Caleb Ewan in slotmeters
Het Nieuwsblad
PAESI BASSI
Van der Poel pakt eerste roze trui
De Telegraaf
COLOMBIA
Giro de Italia 2022: Miguel ‘Supermán’ López salvó el primer día
El Tiempo
ECUADOR
Giro: Carapaz, sexto en etapa inicial
El Universo
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Cielo d’Ungheria (Tiziana Rivale)
METEOGIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa del giorno dopo
Budapest – partenza primo corridore : cielo coperto, 21.9°C, vento debole da ESE (8-10 km/h), umidità al 41%
Budapest – arrivo maglia rosa : cielo coperto, 22.2°C, vento debole da E (9-12 km/h), umidità al 37%
GLI ORARI DEL GIRO
13.15: inizio diretta su RaiSport
13.50: inizio diretta su Eurosport1
14.00: inizio diretta su Rai2
14.00: partenza del primo corridore da Budapest
17.10: arrivo dell’ultimo corridore a Budapest
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Borgato: “27 anni li coprirà ad ottobre”
Petacchi: “Ci divertavamo”
Rizzato: “Foratura al posteriore per Cavendish”
Rizzato: “È rimasto impigliato nel passaggio di sacchetti”
Pancani: “Ricordo agli amichi”
Pancani: “I bordini che impreziosiscono le maglie della maglia”
Borgato: “Gruppo carico come una mandria assatanati”
Pancani: “Maglia della maglia blu”
Petacchi: “Almedia” (Almeida)
Petacchi: “Eolo Kometo” (Kometa)
Pancani: “La pendenza che stiamo seguendo adesso”
Pancani: “La pendenza è sempre tra il 5%”
Pancani: “Vittoria di tappa e maglia gialla”
Rizzato: “Questa maglietta che è stata fatta “Veni vidi Bini”, giocando con il suo cognome” (Bini è il diminutivo del nome di Girmay, Biniam)
Televideo: “Domoulin” (Dumoulin)
Televideo: “Pejo Bilbao” “Peio Bilbao” (Pello)
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo della prima tappa, Budapest – Visegrad
1° Harm Vanhoucke
2° Jan Tratnik s.t.
3° Clément Davy a 1′25″
4° Filippo Tagliani a 1′55″
5° Samuele Zoccarato s.t.
Classifica generale
1° Harm Vanhoucke
2° Jan Tratnik s.t.
3° Clément Davy a 1′25″
4° Samuele Zoccarato a 1′55″
5° Alex Dowsett s.t
IL GIRO DI 60 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1962 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
1a tappa: MILANO – TABIANO BAGNI (185 Km) – 19 MAGGIO 1962
LIVIERO SUL TRAGUARDO DI TABIANO VINCE LA PRIMA TAPPA DEL GIRO
La grande corsa ciclistica ha preso il via da Milano
I belgi Daem e Sorgeloos ai posti d’onore – Degli assi soltanto Nencini, Pambianco e Massignan nel gruppo di testa – Van Looy, Defilippis, Ronchini e Gaul staccati di oltre un minuto e mezzo – Una violenta pioggia ha disturbato la corsa – Oggi arrivo a Baia delle Favole, presso Sestri Levante

Piazza degli Eroi a Budapest colorata di rosa in onore del Giro d'Italia
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo
06-05-2022
maggio 6, 2022 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
L’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix) si è imposto nella prima tappa, Budapest – Visegrád, percorrendo 195 Km in 4h35′28″, alla media di 42.473 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’eritreo Biniam Girmay (Intermarché-Wanty-Gobert) e lo spagnolo Pello Bilbao (Bahrain Victorious). Miglior italiano Diego Ulissi (UAE Team Emirates), 8°. Van der Poel è la prima maglia rosa con 4″ su Girmay e 6″ su Bilbao. Miglior italiano Ulissi, 8° a 10″
4 JOURS DE DUNKERQUE – GRAND PRIX DES HAUT DE FRANCE
Il belga Lionel Taminiaux (Alpecin-Fenix) si è imposto nella quarta tappa, Mazingarbe – Aire-sur-la-Lys, percorrendo 174.8 Km in 4h01′54″, alla media di 43.357 Km/h. Ha preceduto allo sprint il polacco Stanislaw Aniolkowski (Bingoal Pauwels Sauces WB) e il connazionale Gerben Thijssen (Intermarché-Wanty-Gobert). Nessun italiano in gara. Il lituano Evaldas Siskevicius (GO Sport-Roubaix Lille Métropole) è tornato leader della classifica con 1″ su Thijssen e sull’olandese Arvid De Kleijn (Human Powered Health)
BRETAGNE LADIES TOUR CERATIZIT
L’italiana Martina Alzini (Cofidis Women Team) si è imposta nella quarta tappa, Loudéac – Pontivy, percorrendo 123.9 Km in 3h22′24″, alla media di 36.729 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Femke Markus (Parkhotel Valkenburg) e la neozelandese Ally Wollaston (AG Insurance-NXTG Team). L’italiana Vittoria Guazzini (FDJ-Nouvelle Aquitaine-Futuroscope) è ancora leader della classifica con 20″ sulla francese Cédrine Kerbaol (Cofidis Women Team) e 28″ sulla Wollaston
TOUR DU BÉNIN
La quarta tappa (Bohicon – Comé, 126.5 Km) è stata vinta dal sudafricano Jonathan Bouwer (nazionale sudafricana), secondo il tedesco Hermann Keller (Team Embrace The World Cycling), terzo il belga Seppe Vangheluwe (Team Flanders). Il tedesco Marcel Peschges (Team Embrace The World) è ancora leader della classifica
VAN DER POEL NON DELUDE. VINCE A VISEGRAD ED E’ LA PRIMA MAGLIA ROSA
Nella prima tappa del Giro 2022, tutta incentrata sulla salita conclusiva verso Visegrad, Mathieu Van der Poel (Team Alpecin Fenix) vince da favorito su un traguardo che gli calza a pennello, recuperando il pur ottimo Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty Gobert) e superandolo a pochi metri dalla linea d’arrivo. Terzo posto per Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious) mentre una caduta in volata frena Caleb Ewan (Team Lotto Soudal). Van der Poel indossa la prima maglia rosa e già domani dovrà difenderla nell’insidiosa cronometro di Budapest.
Il Giro d’Italia 2022 parte dall’Ungheria con le prime tre tappe che stuzzicano già da subito l’interesse di appassionati e addetti ai lavori. Certo manca un GPM di duemila metri da scalare, ma c’è terreno adatto a tutte le categorie di ciclisti, con uomini di classifica, finisseur, cronomen e velocisti tutti impegnati a darsi battaglia già nelle primissime fasi della corsa rosa. La prima tappa parte da Budapest e termina a Visegrad dopo 195 km. I primi 190 km sono quasi completamente pianeggianti e la fuga di giornata dovrebbe essere molto fortunata ad avere le sue chance di successo, visto che la prima maglia rosa la vorranno indossare un po’ tutti. Ecco quindi che il finale in costante salita, quasi 5 km al 5% di pendenza media non dovrebbe lasciare molto spazio alle velleità della fuga. Saranno uomini di classifica, finisseur e velocisti più resistenti a contendersi la prima maglia rosa del Giro 2022. Appena sventolata la bandiera del via al km 0, scattavano immediatamente Mattia Bais e Filippo Tagliani (Team Drone Hopper – Androni Giocattoli). Il gruppo lasciava fare e la coppia di testa raggiungeva il ragguardevole vantaggio di 11 minuti dopo appena 25 km dalla partenza. Tagliani si aggiudicava il primo traguardo volante di Székesfehérvár posto al km 75.3, mentre era già bagarre in previsione maglia ciclamino con Giacomo Nizzolo (Team Israel Premier Tech) che aveva la meglio su Arnaud Demare (Team Groupama FDJ) per il terzo posto . A 90 km dall’arrivo si registrava la prima caduta del Giro 2022. A farne le spese era Nicolas Prodhomme (Team AG2R Citroen). Il gruppo era tirato dagli uomini del Team Intermarchè Wanty Gobert, del Team Alpecin Fenix e del Team EF Education EasyPost. A 50 km dall’arrivo il gruppo aveva recuperato la maggior parte del ritardo che aveva su Bais e Tagliani e adesso il vantaggio della coppia di testa era di solo 1 minuto e mezzo. A 30 km dall’arrivo il vantaggio di Bais e Tagliani era di 1 minuto e 5 secondi sul gruppo. Bais si aggiudicava il secondo traguardo intermedio di Esztergom posto al km 167.5. A 20 km dalla conclusione il vantaggio della coppia di testa era ormai di soli 24 secondi sul gruppo in forte rimonta. La fuga veniva ripresa a 14 km dall’arrivo. Come pronosticato, era nella salita finale che si scatenava la bagarre e i verificavano le cadute più numerose della tappa. Tra i ciclisti che restavano vittima di una caduta si segnalavano Harm Vanhoucke (Team Lotto Soudal), Jan Tratnik (Team Bahrain Victorious) e soprattutto Davide Ballerini (Team Quick Step Alpha Vinyl), uno dei nomi caldi per la vittoria di tappa. Un primo attacco a circa 3 km dall’arrivo veniva portato da Lawrence Naesen (Team AG2R) ma il gruppo chiudeva abbastanza prontamente sul belga. Ci riprovava Lennard Kamna (Team BORA Hansgrohe) a meno di 2 km dall’arrivo. Il tedesco partiva forte ed il Team Intermarchè Wanty Gobert doveva impegnarsi a chiudere proprio nel tratto più duro della salit. Con le pendenze che arrivavano all’8%. Kamna veniva ripreso a circa 600 metri dall’arrivo quando la volata in salita era ormai lanciata. Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty Gobert) prendeva un piccolo margine di vantaggio ma alla sua ruota piombava Mathieu Van der Poel (Team Alpecin Fenix) che riusciva a mettere la ruota davanti al ciclista eritreo sulla linea del traguardo. In terza posizione si classificava Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious), mentre chiudevano la top five Magnus Cort Nielsen (Team EF Education EasyPost) in quarta posizione e Wilco Kelderman (Team BORA Hansgrohe) in quinta posizione. Delusione per Caleb Ewan (Team Lotto Soudal), che cadeva in volata anche se ormai sembrava tagliato fuori per la vittoria di tappa. Nella top ten si segnalavano l’ottavo posto di Diego Ulissi (UAE Team Emirates) ed il nono posto di Andrea Vendrame (Team AG2R Citroen). Van der Poel, alla quarta vittoria stagionale, è la prima maglia rosa del Giro 2022. L’olandese conduce con 4 secondi di vantaggio su Girmay e 10 secondi di vantaggio su Bilbao.Domani è in programma la seconda tappa, la cronometro individuale del circuito di Budapest, lunga 8 km e 600 metri. Sarà una cronometro molto tecnica, con una ventina di curve a 90 gradi e pochi tratti dove spingere grossi rapporti. In più, il finale in salita verso il castello di Buda accentuerà l’incertezza per il vincitore, che potrebbe anche non essere un cronoman.
Giuseppe Scarfone

Mathieu Van der Poel vince a Visegrad (foto: Getty Images Sport)
LA ROSA SBOCCIA IN UNGHERIA
Parte dall’Ungheria il Giro d’Italia, con un programma d’apertura differente rispetto a quello che era stato previsto per il 2020, quando il via dalla nazione magiara era saltato a causa della pandemia. Non ci sarà la solita crono d’avvio, in calendario ma spostata al secondo giorno di gara, ma una tappa in linea favorevole ai velocisti, anche se non banale. Gli ultimi 5 Km in salita scremeranno, infatti, il gruppo epurandolo da qualche sprinter e aprendo anche ad altri corridori la possibilità di partecipare alla lotta per la conquista della prima maglia rosa.
Finalmente questo sarà l’anno giusto per vedere spuntare le rose in Ungheria. Il Giro l’aveva già messa in programma per il 2020 la sua quattordicesima partenza fuori dai confini nazionali, saltata dopo che le autorità magiare avevano ritirato la loro disponibilità a causa della pandemia, rimandandola a data da destinarsi. Una data che non poteva essere il 2021, per la quale era già stata opzionata Torino quale sede di partenza, e anche quella del 2022 sembrava essere molto incerta, come aveva lasciato intuire il direttore di corsa Mauro Vegni lo scorso mese di maggio. Ma durante l’ultima edizione del Giro era successo un evento che nessuno avrebbe immaginato, i tre giorni in maglia rosa di Attila Valter che hanno galvanizzato gli ungheresi al punto da tornare a bussare alle porte del Giro per chiedere di anticipare i tempi e organizzare nuovamente la “Grande Partenza”, che altrimenti – stando ai rumors – avrebbe potuto svolgersi nelle Marche. Così Vegni si è rimesso al lavoro per modificare i piani originari del 2020 perché, avendo ottenuto dall’UCI il permesso di anticipare di ventiquattrore la partenza (deroga che viene concessa una volta ogni 4 anni), sarebbe stato impensabile bloccare le strade di Budapest in un giorno feriale per la disputa della prevista crono d’apertura, rinviata al secondo giorno di gara. Sono stati ripensati anche i tracciati delle altre due frazioni in linea previste sul suolo ungherese e, in particolare, si è aggiunto un traguardo in salita per la prima tappa, al termine di un’ascesa breve e poco impegnativa, 5500 metri al 4.2% che non dovrebbero impedire l’arrivo allo sprint. Per fare un paragone, anche la prima frazione del Tour de France 2021 presentava un finale simile, ma in quel caso la rampa era più corta e impegnativa, con un muretto iniziale che mancherà nella tappa della Corsa Rosa e che favorì la vittoria di Julian Alaphilippe. Di certo ne scaturirà una volata atipica, nella quale vedremo gli sprinter più resistenti destreggiarsi al fianco di corridori che solitamente non si gettano nella mischia delle volate e che puntano a più alti traguardi: lo stesso Alaphilippe potrebbe far bene su questo traguardo, ma anche velocisti decisamente dotati (come l’australiano Michael Matthews, che lo scorso anno si piazzò secondo nella tappa d’esordio del Tour) avranno armi pari per competere e lanciarsi alla conquista della prima maglia rosa.
Lasciata Budapest, il tratto iniziale della prima tappa si svolgerà lungo le rive del Danubio, che si lasceranno dopo meno di 10 Km per puntare verso il centro di Érd, cittadina presso la quale è possibile ammirare uno dei tre minareti oggi esistenti in Ungheria, retaggio del periodo dell’occupazione turca. Proseguendo il gruppo giungerà sulle strade di Martonvásár, le stesse che nel 1800 furono solcate dal compositore tedesco Ludwig van Beethoven che, ospite del castello Brunszvik, qui compose uno dei suoi brani più celebri, la “Per Elisa”. Ci sarà anche il tempo per fare un tuffo virtuale in Italia nelle fasi iniziali di questa tappa e accadrà quando si giungerà presso le rive del lago di Velence, il quarto dello stato per dimensioni, sul quale si affaccia l’omonima località balneare. Il suo nome, tradotto in italiano, significa proprio “Venezia” ed è attribuito allo storico Antonio Bonfini, che nel XV secolo era stato assunto dal re ungherese Mattia Corvino come storiografo di corte e che volle con quel toponimo rendere omaggio ai numerosi veneti che erano immigrati in Ungheria, stabilendosi proprio in quella parte del regno. Toccata Lovasberény, dove il tracciato di gara lambirà il classicista castello Cziráky, la prima fase di questa tappa d’apertura si concluderà a circa 75 Km dalla partenza con il primo dei due traguardi volanti, messo in palio in quel di Székesfehérvár, centro il cui nome fa intrecciare la lingua agli stranieri ma che i magiari sanno pronunciare a menadito, anche perché si tratta di una delle città storiche della loro nazione, fino al 1526 sede nella cattedrale di Santo Stefano delle incoronazioni dei sovrani ungheresi.
Qui i “girini” effettueranno il giro di boa del percorso odierno che, dopo esser stato tracciato prevalentemente in direzione sud, ora tornerà a puntare verso nord, mentre l’altimetria proporrà un lieve falsopiano prima di giungere a Csákvár, pure dotato di un imponente castello, oggi sede di un ospedale e costruito in stile rococò prima di essere rifatto in stile neoclassico a causa di una serie di terremoti che colpì queste terre nell’800.
Dopo metà tappa la pianura, fin qui imperante, lascerà temporaneamente il passo a microscopiche collinette che poco si avvertono anche sull’altimetria, come lo strappo di 800 metri al 6,5% che s’incontrerà all’uscita da Bicske mentre leggermente più lunga – un chilometro esatto al 4.3% – sarà la salita che si dovrà affrontare alle porte di Zsámbék, la cui principale attrattiva turistica è rappresentata dai suggestivi ruderi dell’abbazia premonstratense costruita a partire dal 1220 e rovinata a causa di un altro terremoto nel 1736, in seguito al quale si preferì utilizzarne le pietre per ricostruire le case degli abitanti del villaggio.
Usciti da questa fase di leggera “tempesta” il tracciato tornerà a farsi scorrevole sotto le ruote del gruppo procedendo in direzione di Bajna, villaggio di circa 2000 abitanti presso il quale si trova un castello che appartenne alla famiglia Sándor- Metternich, il casato del celebre cancelliere austriaco Klemens von Metternich, tra i principali protagonisti del Congresso di Vienna che nel 1815 ridisegnò il volto dell’Europa politica dopo la fine dell’era napoleonica.
Tornati in pianura, il percorso andrà nuovamente a specchiarsi nelle acque del Danubio nel tratto dove il “bel fiume blu” funge da confine naturale con la Repubblica Slovacca, un’altra nazione che ha dimostrato interesse verso il Giro avendone richiesta la “Grande Partenza” per il 2023, anno nel quale Stefano Allocchio – che nei prossimi mesi prenderà il posto di Vegni alla direzione della Corsa Rosa – avrà l’imbarazzo della scelta perché anche Belgio, Turchia e Marocco hanno avanzato simili proposte. Intanto la storia della prima tappa dell’edizione 2021 entrerà nel vivo perché a 28 Km dall’arrivo saranno per la prima volta distribuiti abbuoni che potrebbero rivelarsi fondamentali per stilare la prima classifica generale e assegnare la prima maglia rosa. Accadrà al passaggio dall’antica Strigonio, l’attuale Esztergom, centro che riveste il ruolo di capitale religiosa dello stato avendo qui sede l’arcivescovo primate d’Ungheria: il principale monumento cittadino è, infatti, un luogo di culto, la neoclassica Cattedrale di Nostra Signora e di Sant’Adalberto, al cui interno è possibile ammirare la più grande pala d’altare al mondo realizzata su un solo pezzo di tela, realizzata nel 1854 dal friulano Michelangelo Grigoletti.
Con l’adrenalina per il gran finale che pian piano monterà si procederà avendo come costante compagno di viaggio il Danubio, nel punto dove il fiume fa una grande ansa per aggirare il promontorio del Juliánus Kilátó e cambiare contemporaneamente la sua direzione. Saranno gli ultimi scampoli di pianura di questa tappa, che si concluderanno con il passaggio nel centro di Visegrád, cittadina nota per aver ospitato gli incontri che hanno portato alla nascita del Gruppo di Visegrád, alleanza culturale e politica che ha rinsaldato i rapporti tra quattro nazioni dell’Europa orientale (oltre alle citate e confinanti Ungheria e Repubblica Slovacca, anche Polonia e Repubblica Ceca) e ha anche ispirato una competizione ciclistica composta da quattro gare in linea organizzate tra le varie nazioni del “gruppo”. E ora un altro gruppo sarà pronto a entrare in scena sulle strade della cittadina ungherese, che vedrà i “girini” affrontare la salita verso la spettacolare fortezza medievale che domina il Danubio, presso la quale si conoscerà il nome del primo corridore che nel 2021 avrà l’onore di vestire la maglia rosa.
Jó kirándulást Giro d’Italia
Mauro Facoltosi

La fortezza di Visegrád e l’altimetria della prima tappa (www.easybudapest.com)
CIAK SI GIRO
Anche nel 2022 continua la collaborazione con www.davinotti.com, sito che si occupa di cinema e in particolare di mappare le location utilizzate dalle varie produzioni cinematografiche, proponendo poi ai lettori un parallelo tra fotogrammi e foto dei posti dove furono girate le scene. In questo primo capitolo della rubrica vi porteremo alla scoperta dei film italiani girati sulle strade di Budapest (limitandoci a quelli mappati su Davinotti). Dopo l’italo-francese-tedesco “Barbablù” del 1972, firmato dallo statunitense Edward Dmytryk, in ordine di tempo il primo nostro regista ad aver immortalato scorci della capitale ungherese è stato Carlo Verdone che nel 1987 l’ha scelta per girarvi diverse scene de “Io e mia sorella” e in particolare si vedono il Ponte della Libertà e la chiesa di Sant’Anna, che fa una fugace comparsa sullo sfondo nella spassosa scena nella quale Verdone va ad acquistare in farmacia gli assorbenti per la sorella (interpretata da Ornella Muti). L’anno successivo il regista romano Gianfranco Giagni girerà a Budapest un paio di scene del film d’orrore “Il nido del ragno”, seguito dodici mesi più tardi dal maestro del brivido Dario Argento (ma del suo “La chiesa” parleremo nella seconda rubrica). Sempre nel 1989 sarà il turno di Peter Dal Monte, scomparso nel maggio del 2021, che vi girerà con attori prevalentemente stranieri “Étoile”, thriller ambientato nel mondo della danza. Nel nuovo millennio sarà il milanese Fabio Carpi a scegliere Budapest per una scena di “Nobel” (2001), film “on the road” che racconta del viaggio di uno scrittore italiano (interpretato dallo spagnolo d’origini argentine Héctor Alterio) verso la Svezia, dove gli sarà consegnato il premio nobel per la letteratura. Luca Zingaretti nel 2002 smetterà per un attimo i panni del commissario Montalbano per recarsi in terra magiara e girare la fiction RAI “Perlasca, un eroe italiano”, due puntate nel quale il popolare attore interpreterà il ruolo di Giorgio Perlasca, il commerciante italiano che nel 1944 aveva salvato la vita a più di cinquemila ebrei ungheresi destinati ai campi di concentramento. Nel 2016, infine, Ron Howard girerà a Budapest (spacciata per l’americana Harvard e per Istanbul) diverse scene di “Inferno”, coproduzione italo-americana ispirata all’omonimo romanzo di Dan Brown e in gran parte filmata in Italia, tra Venezia e Firenze.

Carlo Verdone a Budapest in una scena di "Io e mia sorella" (www.davinotti.com)
Cliccate qui per scoprire le altre location del film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/io-e-mia-sorella/50002553
FOTOGALLERY
Tratto iniziale lungo il Danubio all’uscita da Budapest
Il minareto di Érd
Martonvásár, castello Brunszvik
Bagnanti sulle sponde del Lago di Velence
Lovasberény, castello Cziráky
Székesfehérvár, Cattedrale di Santo Stefano
Il castello di Csesznek a Csákvár
Ruderi dell’abbazia di Zsámbék
Bajna, Castello Sándor- Metternich (www.szepmagyarorszag.hu)
La cattedrale di Esztergom vista dal ponte sul Danubio che collega l’Ungheria alla Repubblica Slovacca
La pala di Michelangelo Grigoletti all’interno della cattedrale di Esztergom
Uno scorcio dell’ansa del Danubio che anticipa l’arrivo a Visegrád
4 GIORNI DI DUNKERQUE, RITORNO AL SUCCESSO PER IL PRINCIPE DI VALLONIA
Philippe Gilbert (Lotto Soudal) ha conquistato il successo battendo in volata sullo strappo finale della terza tappa la maglia di leader Jason Tesson (St Michel – Auber93) e Julien Simon (TotalEnergies). Tesson è stato poi penalizzato di 40” per un dietro macchina con Arvid De Kleijn (Human Powered Health) che è tornato così al comando della generale.
La terza tappa della 4 Giorni di Dunkerque presentava un percorso di 174 chilometri da Péronne a Mont-Saint-Éloi con diversi brevi strappi lungo il percorso, in particolare il finale si disputava in un circuito di 13 chilometri con due strappi, il primo di circa 300 metri al 5% ai -4, mentre gli ultimi 500 metri del circuito presentavano una pendenza media del 5% con punte in doppia cifra.
Una tappa che considerando tutti gli attacchi visti nei primi due giorni poteva permettere degli attacchi interessanti per smuovere la classifica in vista della tappa di Cassel in programma sabato.
Per il terzo giorno consecutivo la maglia di miglior scalatore Alex Colman (Sport Vlaanderen – Baloise) entrava nella fuga di giornata, in compagnia di Samuel Leroux (Go Sport – Roubaix Lille Métropole) e Kevin Besson (Nice Métropole Côte d’Azur) che guadagnavano un vantaggio massimo di cinque minuti sul gruppo.
Ai -34 il leader della generale Jason Tesson (St Michel – Auber93) restava coinvolto in una caduta a causa di uno scoppio della ruota anteriore in un tratto di asfalto con diversi sassi sia nel centro che ai lati della sede stradale, anche Maciej Bodnar (TotalEnergies) restava con una gomma a terra nello stesso punto. Il momento non era sicuramente dei migliori visto che la Alpecin-Fenix era in piena spinta, riducendo il distacco di due minuti a una singola unità nel giro di cinque chilometri. Ai -30 era la coppia formata da Kevin Ledanois (Team Arkea Samsic) e Antoine Raugel (AG2R Citroen Team) a tentare un attacco, che aveva vita breve sotto il lavoro della Groupama – FDJ. A questo punto il gruppo si rialzava permettendo a Tesson la possibilità di rientrare, dopo aver utilizzato un dietro macchina per diversi chilometri.
Nel tratto con la strada più sporca attaccava secco Alexandre Delettre (Cofidis) con alla sua ruota Andreas Kron (Lotto Soudal), mentre Ledanois si univa a loro pochi chilometri più tardi. Questo tentativo resisteva per sei chilometri, con il gruppo che ai -17 si riportava a meno di trenta secondi dalla testa della corsa. Sul penultimo passaggio dello strappo finale avveniva una caduta in gruppo che coinvolgeva una ventina di atleti a centro gruppo tra cui Reinardt Van Rensburg (Lotto Soudal), Gerben Thijssen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), Ayco Bastiaens (Alpecin-Fenix) e Jonas Iversby Hvideberg (Team DSM).
Nell’ultimo giro la TotalEnergies controllava la fuga con un ritmo regolare rientrando su di loro ai -6, mentre la Alpecin-Fenix decideva di accelerare il ritmo ai -4, ma negli ultimi tre chilometri uscivano tutti i treni delle squadre per provare a trovarsi davanti nello strappo finale. La Go Sport – Roubaix Lille Métropole a sorpresa si metteva a gestire l’ultimo chilometro, venendo però sopravvanzata negli ultimi 500 metri da Lorrenzo Manzin (TotalEnergies) che lanciava lo sprint secco per il suo capitano Julien Simon, il quale veniva scavalcato però in maniera secca da Philppe Gilbert (Lotto Soudal) che tornava così al successo a distanza di 967 giorni dall’ultimo sigillo avvenuto nella Vuelta 2019. Tesson riusciva a vincere lo sprint per il secondo posto davanti a Simon.
Inizialmente Tesson sembrava quindi mantenere la maglia di leader aumentando il suo margine sugli avversari grazie agli abbuoni, ma la giuria decideva di punirlo con 40 secondi di penalità per il dietro macchina.
Arvid De Kleijn (Human Powered Health) tornava così leader della classifica con lo stesso tempo su Gilbert e 1” su Leroux che sfruttava gli abbuoni guadagnati durante la sua fuga.
La tappa di domani presenta un percorso per velocisti di 179 chilometri da Mazingarbe a Aire-sur-la-Lys.
Carlo Toniatti.

Il successo di Philippe Gilbert (Luc Claessen/Getty Images)
05-05-2022
maggio 5, 2022 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
4 JOURS DE DUNKERQUE – GRAND PRIX DES HAUT DE FRANCE
Il belga Philippe Gilbert (Lotto Soudal) si è imposto nella terza tappa, Péronne – Mont-Saint-Éloi, percorrendo 170 Km in 4h22′14″, alla media di 38.9 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Jason Tesson (St Michel-Auber 93) e Julien Simon (TotalEnergies). Nessun italiano in gara. L’olandese Arvid De Kleijn (Human Powered Health) è tornato leader della classifica con lo stesso tempo di Gilbert e 1″ sul francese Samuel Leroux (GO Sport-Roubaix Lille Métropole)
VUELTA CICLISTA ANDALUCÍA RUTA DEL SOL DONNE
La serba Jelena Eric (Movistar Team) si è imposta nella terza ed ultima tappa, Fuengirola – Castellar de la Frontera, percorrendo 81.8 Km in 2h19′58″, alla media di 35.07 Km/h. Ha preceduto allo sprint la cubana Arlenis Sierra (Movistar Team) e la tedesca Ricarda Bauernfeind (CANYON//SRAM Generation). Miglior italiana Erica Magnaldi (UAE Team ADQ), 4° a 2″. La Sierra si impone in classifica con 4″ sulla spagnola Margarita Victoria García (UAE Team ADQ) e 15″ sulla Bauernfeind. Miglior italiana la Magnaldi, 9° a 1′44″
BRETAGNE LADIES TOUR CERATIZIT
La russa Alena Ivanchenko (UAE Team ADQ) si è imposta nella terza tappa, Quimperlé – Inzinzac-Lochrist, percorrendo 122.6 Km in 29′20″, alla media di 39.886 Km/h. Ha preceduto di 5″ l’italiana Vittoria Guazzini (FDJ-Nouvelle Aquitaine-Futuroscope) e di 23″ la neozelandese Ally Wollaston (AG Insurance-NXTG Team). La Guazzini è la nuova leader della classifica con 40″ sulla francese Cédrine Kerbaol (Cofidis Women Team) e 52″ sulla Wollaston
TOUR DU BÉNIN
Il tedesco Marcel Peschges (Team Embrace The World Cycling) si è imposto nella terza tappa, Savalou – Bohicon, percorrendo 127.7 Km in 3h17′23″, alla media di 38.818 Km/h. Ha preceduto di 1′13″ l’olandese Jarri Stravers (Global Cycling Team) e il francese Mathieu Troude (France Defense). Nessun italiano in gara. Peschges è il nuovo leader della classifica
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI BUDAPEST (GRANDE PARTENZA)
maggio 5, 2022 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1962 a 60 anni dalla prima delle due vittorie consecutive di Franco Balmamion)
SALA STAMPA
Italia
Da Carapaz a Nibal e Van der Poel: ecco perché sarà il Giro di…
Gazzetta dello Sport
Ungheria
Óriási tapsvihar fogadta a magyarokat a Hősök terén
Magyar Nemzet
GRAN BRETAGNA
Cavendish ‘excited’ at chance to add to Giro d’Italia stage win tally
The Independent
FRANCIA
Bardet: «J’ai été trop loin dans l’introspection»
L’Équipe
SPAGNA
Landa: “Lo intentaré siempre aunque sepa que me voy a dar de morros contra una pared”
El País
PORTOGALLO
João Almeida: “O líder no Giro sou eu, só temos uma carta para jogar”
Público
BELGIO
Nieuwe roze mijlpaal? Mathieu van der Poel wil in Giro indrukwekkende bucketlist verder aanvullen
Het Nieuwsblad
PAESI BASSI
Giro-opperhoofd Bellino vol lof over Nederlands superduo
De Telegraaf
GERMANIA
Mit Dreierspitze um Emanuel Buchmann: Bora peilt das Giro-Podest an
Berliner Zeitung
COLOMBIA
Miguel ‘Supermán López: lo que piensa Joao Almeida, rival en el Giro
El Tiempo
ECUADOR
Carapaz, ‘el candidato’ entre los opcionados al título del Giro
El Universo
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Buon Viaggio (Share The Love) (Cesare Cremonini)
METEOGIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa del giorno dopo
Budapest : nubi sparse, 23.8°C, vento moderato da SE (12-14 km/h), umidità al 39%
Martonvásár (25.4 Km): nubi sparse, 24.3°C, vento moderato da SE (14-17 km/h), umidità al 38%
Székesfehérvár – Traguardo Volante (75.3 Km): cielo coperto, 23.7°C, vento moderato da SE (14-17 km/h), umidità al 37%
Esztergom – Traguardo Volante (167.5 Km): cielo coperto, 23.8°C, vento moderato da SSE (10-12 km/h), umidità al 35%
Visegrád : temporale con pioggia modesta (0.7 mm), 22.2°C, vento moderato da ESE (11-17 km/h), umidità al 69%
GLI ORARI DEL GIRO
12.10: inizio diretta su Eurosport1
12.20: partenza da Budapest
12.20: inizio diretta su RaiSport
14.00: inizio diretta su Rai2
14.15-14.25: traguardo volante di Székesfehérvár
16.20-16.45: traguardo volante di Esztergom
17.00-17.25: arrivo a Visegrád
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
a partire dalla prima tappa
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
L’anno scorso è finita così:
1° Riccardo Minali
2° Attilio Viviani a 6′09″
3° Matteo Moschetti a 6′28″
4° Alexander Krieger a 10′47″
5° Umberto Marengo a 16′43″
Maglia nera: Egan Bernal, 143° a 5h35′49″
IL GIRO DI 60 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1962 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
RADUNO DI PARTENZA (MILANO) – 18 MAGGIO 1962
ANCHE RIK VAN LOOY AL VIA DEL GIRO D’ITALIA CHE SI INIZIA OGGI CON LA MILANO-TABIANO
La squadra del campione del mondo si è accordata ieri con gli organizzatori
Tredici formazioni partecipano alla corsa a tappe – Gli scalatori Massignan, Gaul e Taccone favoriti dai pronostici durante le operazioni di punzonatura – La tappa odierna si svolge in pianura: si attende una folta volata per l’assegnazione della prima maglia rosa

Il timer che scandisce le ore mancanti alla partenza del Giro da Budapest (cyclingpro.net)
GIRO 2022 – I FAVORITI
maggio 5, 2022 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco i favoriti per la vittoria nella 105a edizione del Giro d’Italia che scatterà domani da Budapest. Buon Giro a tutti, corridori, membri delle squadre, organizzatori, giornalisti e semplici appassionati!
RICHARD CARAPAZ: L’ecuadoriano, fermo da fine marzo per presentarsi ai nastri di partenza in forma smagliante, è il principale favorito per questa edizione del Giro d’Italia. Un percorso a lui congeniale e un team altamente competitivo su ogni tipo di terreno lo potranno proiettare verso la conquista della seconda Maglia Rosa in carriera. BORSINO: 30%
SIMON YATES: Il fuoriclasse del Team BikeExchange-Jayco non ha corso molto in questo inizio di stagione ma farà di tutto per chiudere il conto col Giro d’Italia, conto in sospeso da più di due anni. Non parte come favorito numero uno a causa di un team che non è all’altezza della Ineos e della Bahrain. BORSINO: 25%
JOAO ALMEIDA: Il giovane ciclista portoghese della UAE Team Emirates avrà ha disposizione un team di tutto rispetto che cercherà di aiutarlo ad arrivare il più in alto possibile. I pochi chilometri di percorso a cronometro lo penalizzano rispetto ai diretti rivali. BORSINO: 10%
MIGUEL ANGEL LOPEZ: Il corridore colombiano è rientrato alla base in cerca di riscatto dopo un anno negativo. All’Astana avrà tutti dalla sua parte, compreso Nibali, ma il pericolo maggiore proviene sempre dalla sua disattenzione in corsa. BORSINO 10%
MIKEL LANDA: Il basco è da sempre un grosso punto interrogativo. Uno scalatore con doti eccelse, percorso favorevole e un team pieno zeppo di talento non potrebbero bastare al cospetto delle sue disavventure croniche. BORSINO: 5%
WILCO KELDERMAN: Il corridore olandese della BORA-Hansgrohe avrebbe preferito più chilometri a cronometro, cercherà di approfittare con la sua regolarità di qualche défaillance dei rivali. BORSINO: 5%
PELLO BILBAO: Il ciclista della Bahrain-Victorius è nel pieno della maturità psico-fisica, sarà sicuramente un osso duro per chi vorrà vincere la Corsa Rosa. BORSINO: 5%
RICHIE PORTE: Il tasmaniano sarà il vice-capitano della INEOS Grenadiers, le sue annate migliori sono alle spalle, ma mai dire mai. Vincere un Grande Giro sarebbe, però, il coronamento di una carriera che lo ha visto vincere troppo poco per le sue qualità. BORSINO: 5%
GIULIO CICCONE: Per l’abruzzese di treni ne stanno passando parecchi, tocca a lui prenderli e dimostrare a tutti che è capace di lottare fino alla fine per la Maglia Rosa. BORSINO: 1%
TOM DUMOULIN: La speranza che possa tornare ai livelli che gli competono c’è, anche se realisticamente di possibilità per vederlo lottare solo per il podio sono molto basse. BORSINO: 1%
ROMAIN BARDET: Il francese nelle ultime stagioni sembrerebbe aver perso lo smalto per lottare nelle posizioni che contano nelle corse di tre settimane. Un colpo di coda, però, sarebbe romanticissimo per un corridore generoso come lui ma che non è mai riuscito a vincere un Grande Giro. BORSINO: 1%
PAVEL SIVAKOV: Il passista-scalatore della INEOS Grenadiers è pronto in caso di forfait della prima punta Carapaz. Nelle ultime stagioni ha abbandonato l’idea di puntare alla classifica generale, cosa della quale è capace, come dimostrato ampiamente nel 2019. BORSINO: 1%
Luigi Giglio

Richard Carapaz (Getty Images Sport)