21-01-2023
gennaio 21, 2023 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
SANTOS TOUR DOWN UNDER (Australia)
Il francese Bryan Coquard (Cofidis) si è imposto nella quarta tappa, Port Willunga – Willunga, percorrendo 133.2 Km in 2h53′41″, alla media di 46.015 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost) e il francese Hugo Page (Intermarché-Circus-Wanty). L’australiano Jay Vine (UAE Team Emirates) è ancora leader della classifica con 15″ sul britannico Simon Yates (Team Jayco-AlUla) e sullo spagnolo Pello Bilbao (Bahrain Victorious). Miglior italiano Miglior italiano Antonio Tiberi (Trek-Segafredo), 9° a 58″
GRAVEL AND TAR CLASSIC
Il neozelandese Ben Oliver (MitoQ-NZ Cycling Project) si è imposto nella corsa neozelandese, circuito di Ashhurst, percorrendo 137.4 Km in 3h21′17″, alla media di 40.957 Km/h. Ha preceduto di 3′16″ il connazionale James Fouché (Bolton Equities Black Spoke) e di 3′31″ il connazionale Paul Wright (Bolton Equities Black Spoke). Nessun italiano in gara
VUELTA AL TÁCHIRA (Venezuela)
ll venezuelano José Alarcon (Fundacion Angeles Hernandez) si è imposto nella settima tappa, Ureña – Cúcuta, percorrendo 137 Km in 3h50′29″, alla media di 35.664 Km/h. Ha preceduto di 20″ il connazionale Yimmi José Briceño ((Gobernación de Trujillo) e di 22″ il colombiano Juan Diego Alba (Movistar-Best PC). Nessun italiano in gara. Alarcon è ancora leader della classifica con 1′44″ sul connazionale Juan Ruiz (Gobernación de Trujillo) e 2′32″ su Alba
A CAMPBELLTOWN VINCE PELLO BILBAO. JAY VINE E’ LA NUOVA MAGLIA OCRA
Con un attacco sferrato nel tratto più impegnativo della salita di Corkscrew, in tre si involano verso la vittoria della terza tappa. E’ Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious) a battere in una volata ristretta Simon Yates (Team Jayco AlUla) e Jay Vine (UAE Team Emirates). Quest’ultimo è la nuova maglia ocra e dovrà difenderla nelle ultime due tappe della corsa australiana
La terza tappa del Tour Down Under 2023 collega le località di Norwood e Campbelltown ed è lunga quasi 120 km. Una distanza non eccessiva che nasconde alcune insidie altimetriche, specialmente nell’ultimo dei tre gpm, quello di Corkscrew, situato a circa 7 km dall’arrivo e sul quale scoppierà presumibilmente la bagarre con Jay Vine (UAE Team Emirates) pronto ad insidiare la maglia ocra di Rohan Dennis (Team Jumbo Visma). La parte centrale dell’ultima salita, con pendenze che arrivano al 15%, potrebbe dare un bello scossone alla classifica generale. La tappa iniziava subito con l’ascesa verso il primo facile gpm di Ashton Hill, sul quale scattavano Mikkel Honorè (Team Soudal Quock Step) e Fabio Felline (Astana Kazaqstan Team). Era il danese a scollinare in prima posizione. La coppia di testa proseguiva nell’azione e Felline si aggiudicava il primo traguardo volante di Lobethal posto al km 29. Dopo circa 70 km Felline ed Honorè avevano quasi 5 minuti di vantaggio sul gruppo maglia ocra. Erano il Team Alpecin Deceuninck ed il Team Jumbo Visma i più attivi nelle prime posizioni del gruppo. Felline si aggiudicava anche il secondo traguardo volante di Williamstown posto al km 64. Sul successivo gpm di Checker Hill era Honorè a scollinare per primo mentre Felline si lasciava sfilare e veniva ripreso dal gruppo che nel frattempo si era avvicinato tantissimo alla testa della corsa, che raggiungeva infine a 25 km dal termine. Le squadre dei big di classifica erano tutte in prima fila per affrontare al meglio l’ultima salita. Nel frattempo si segnalava il ritiro di Gianni Moscon (Astana Qazaqstan Team) per i postumi di una caduta avvenuta a circa 35 km dall’arrivo. La salita di Corkscrew veniva affrontata ad alta velocità e nelle prime posizioni si segnalava il forcing del Team AG2R Citroen. Nel tratto più duro il gruppo si allungava e la maglia ocra Dennis si sfilava leggermente. Erano Jay Vine e Simon Yates (Team Jayco AlUla) ad attaccare a circa 500 metri dallo scollinamento. Sulla coppia di testa si riportava Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious). Era Vine a scollinare in prima posizione quando mancavano poco meno di 6 km all’arrivo. Gli ultimi km in discesa consentivano al terzetto di testa di allungare su ciò che era rimasto del gruppo inseguitore e Pello Bilbao si aggiudicava la volata ristretta davanti a Yates e Vine. A 28 secondi di ritardo Maichael Matthews (Team Jayco AlUla) si piazzava in quarta posizione mentre Sven Erik Bistrom (Team Intermarchè – Circus – Wanty) chiudeva la top five in quinta posizione. Bilbao ottiene la prima vittoria stagionale ed in classifica generale sale al secondo posto, a 15 secondi di ritardo dalla nuova maglia ocra Jay Vine, mentre terzo è Yates a 16 secondi di ritardo con Dennis che esce ufficialmente fuori classifica. Domani è in programma la quarta e penultima tappa da Port Willunga a Willunga Township, che prevede il doppio passaggio sul gpm di Lower Willunga Hill ma che presenta un finale adatto ai velocisti, nonostante gli ultimi 3 km siano caratterizzati da una leggera pendenza. Vine potrà riposarsi prima dell’ultima tappa del Mount Lofty che deciderà il vincitore della corsa australiana.
Antonio Scarfone

Pello Bilbao vince a Campbelltown (foto: Tim de Waele/Getty Images)
20-01-2023
gennaio 20, 2023 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
SANTOS TOUR DOWN UNDER (Australia)
Lo spagnolo Pello Bilbao (Bahrain Victorious) si è imposto nella terza tappa, Norwood – Campbelltown, percorrendo 116.8 Km in 2h48′10″, alla media di 41.673 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Simon Yates (Team Jayco-AlUla) e l’australiano Jay Vine (UAE Team Emirates). Miglior italiano Antonio Tiberi (Trek-Segafredo), 7° a 28″. Vine è il nuovo leader della classifica con 15″ su Bilbao e 16″ su Yates. Miglior italiano Tiberi, 8° a 58″
VUELTA AL TÁCHIRA (Venezuela)
ll venezuelano Yonder Godoy (Gobernación de Trujillo) si è imposto nella sesta tappa, La Fría – Casa del Padre, percorrendo 132.5 Km in 3h58′00″, alla media di 33.403 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali José Alarcon (Fundacion Angeles Hernandez) e Anderson Timoteo Paredes (Fundacion Angeles Hernandez). Nessun italiano in gara. Alarcon è ancora leader della classifica con 1′02″ sul connazionale Juan Ruiz (Gobernación de Trujillo) e 2′04″ sul colombiano Juan Diego Alba (Movistar-Best PC)
DENNIS FA DANNI A VICTOR HARBOR. TAPPA E MAGLIA PER L’AUSTRALIANO
In una tappa condizionata da vento e ventagli Alberto Bettiol (Team EF Education EasyPost) e Michael Matthews (Team Jayco-AlUla) steccano tra crampi e problemi meccanici e la vittoria se la giocano in cinque, tra attacchi e contrattacchi nella seconda parte di tappa. Ad avere la meglio è Rohan Dennis (Team Jumbo Visma) che vince grazie ad uno scatto repentino nell’ultimo km e diventa anche la nuova maglia ocra
La seconda tappa del Tour Down Under parte da Brighton e termina a Victor Harbor ed è la più lunga dell’edizione 2023 con i suoi 154.8 km. I ciclisti troveranno le insidie maggiori nella seconda parte del percorso, quando dovranno affrontare i due gpm di Parawa Hill e di Nettle Hill, quest’ultimo posizionato a una ventina di km dall’arrivo. A meno di forcing esagerati da parte di qualche squadra, crediamo che a giocarsi la vittoria di tappa sarà nuovamente un velocista ed in questo caso la maglia ocra Alberto Bettiol (Team EF Education EasyPost) dovrà ben guardarsi da un certo Michael Matthews (Team Jayco AlUla), che ieri ha fatto incetta di abbuoni ed è sempre più minaccioso in classifica generale alle spalle del toscano. Dopo le cadute nella tappa di ieri che avevano già costretto al ritiro, tra gli altri, Robert Gesink (Team Jumbo Visma) e Patrick Bevin (Team DSM), alla partenza di oggi non si presentavano Chris Harper (Team Jayco AlUla), Jordi Meeus (Team BORA-Hansgrohe), Conor Leahy e Graeme Frislie (Team UniSA-Australia). Il gruppo restava compatto nelle prime fasi della corsa ed il primo traguardo volante di Aldinga Beach posto al km 33.6 se lo aggiudicava Marc Brustenga (Team Trek-Segafredo). Il forte vento dava un’accelerata alla corsa e provocava alcuni ventagli intorno al km 55. Corbin Strong (Team Israel Premier Tech) vinceva il secondo traguardo volante di Yankalilla posto al km 71.7. Sulla prima salita di Parawa Hill scattava Dmitriy Gruzdev (Astana Qazaqstan Team) che riusciva anche a scollinare per primo. Il ciclista kazako veniva ripreso a 60 km dalla conclusione. La successiva salita di Nettle Hill vedeva una lotta più serrata tra i ciclisti che componevano la prima parte del gruppo. Scatti e controscatti allungavano il plotone e Jay Vine (UAE Team Emirates) era il primo a scollinare sul secondo ed ultimo gpm di giornata, mentre Michael Matthews (Team Jayco AlUla) era segnalato nelle retrovie, anche perché aveva era stato vittima di un problema meccanico che lo aveva costretto a cambiare bici. A 11 km dall’arrivo Albero Bettiol si fermava a bordo strada vittima di crampi mentre in testa alla corsa restavano in cinque: il già citato Jay Vine, Rohan Dennis (Team Jumbo Visma), Simon Yates (Team Jayco AlUla), Jai Hindley (Team BORA-Hansgrohe) e Mauro Schmid (Team Soudal Quick-Step). A 8 km dall’arrivo il quintetto di testa aveva 45 secondi di vantaggio su un gruppo non foltissimo tirato dal Team INEOS e dal Team AG2R Citroen. L’accordo tra i cinque ciclisti permetteva loro di mantenere un discreto vantaggio sul gruppo inseguitore e di potersi così giocare la vittoria. Era Dennis che con uno scatto fulmineo a circa 400 metri dall’arrivo riusciva a staccare gli altri quattro ed ad imporsi a braccia alzate sul traguardo di Victor Harbor. A 2 secondi di ritardo Vine si piazzava in seconda posizione mentre Schmid era terzo. Chiudevano la top five Yates in quarta posizione sempre a 2 secondi di ritardo mentre Hindley era quinto a 5 secondi di ritardo da Dennis. Il gruppo, regolato da Caleb Ewan (Team UniSA-Australia), giungeva all’arrivo con 11 secondi di ritardo, mentre sia Bettiol che Matthews giungevano ad oltre 2 minuti di ritardo uscendo così dalla classifica generale. Dennis ottiene la sua prima vittoria stagionale e balza al comando in classifica generale con 3 secondi di vantaggio su Vine e 12 secondi di vantaggio su Magnus Sheffield (Team INEOS). Domani è in programma la terza tappa da Norwood a Campbelltown di 117 km. Dopo i non trascendentali gpm di Ashton Hill e di Checker Hill, la tappa dovrebbe animarsi sul terzo ed ultimo gpm di Corkscrew, lungo 2.4 km e con una pendenza media del 9%, con alcuni tratti in doppia cifra. Dallo scollinamento mancheranno 6 km all’arrivo, tutti in discesa, per cui il ciclista o i ciclisti che transiteranno in vetta avranno concrete chances di vittoria e potrebbero anche dire la loro in ottica classifica generale, naturalmente con il beneplacito di Dennis che in salite brevi ma ripide può dire la sua.
Antonio Scarfone

Rohan Dennis vince a Victor Harbor (foto: Getty Images)
19-01-2023
gennaio 19, 2023 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
SANTOS TOUR DOWN UNDER (Australia)
L’australiano Rohan Dennis (Jumbo-Visma) si è imposto nella seconda tappa, Brighton – Victor Harbor, percorrendo 154.8 Km in 4h00′40″, alla media di 38.593 Km/h. Ha preceduto di 2″ il connazionale Jay Vine (UAE Team Emirates) e l’elvetico Mauro Schmid (Soudal Quick-Step). Miglior italiano Antonio Tiberi (Trek-Segafredo), 23° a 11″. Dennis è il nuovo leader della classifica con 3″ su Vine e 12″ sullo statunitense Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Lorenzo Germani (Groupama-FDJ), 14° a 22″
VUELTA AL TÁCHIRA (Venezuela)
ll venezuelano José Alarcon (Fundacion Angeles Hernandez) si è imposto nella quinta tappa, La Tendida – La Grita, percorrendo 134.4 Km in 3h30′00″, alla media di 38.400 Km/h. Ha preceduto di 2′19″ i connazionali Yonder Godoy (Gobernación de Trujillo) e Anderson Timoteo Paredes (Fundacion Angeles Hernandez). Nessun italiano in gara. Alarcon è il nuovo leader della classifica con 53″ sul connazionale Juan Ruiz (Gobernación de Trujillo) e 1′33″ sul colombiano Juan Diego Alba (Movistar-Best PC)
BAUHAUS VINCE A TANUNDA. BETTIOL CONSERVA LA MAGLIA OCRA
Nella prima tappa in linea del Tour Down Under 2023, le squadre dei velocisti lavorano per i propri capitani e preparano la volata finale vinta da Phil Bauhaus (Team Bahrain Victorious) su Caleb Ewan (Team UniSA Australia) e Michael Matthews (Team Jayco AlUla). Alberto Bettiol (Team EF Education EasyPost) conserva la maglia ocra
La prima tappa in linea del Tour Down Under 2023, dopo il prologo a cronometro di Adelaide, è lunga 151 km ed ha come partenza a arrivo Tanunda. Si tratta praticamente di un circuito da ripetere quattro volte e nel quale si entrerà ufficialmente dopo una quarantina di km e prima del quale si affronterà la prima delle cinque ascese totali verso Manglers Hill, due delle quali, al km 57 ed al km 109.5, saranno valide come traguardo gpm. Avendo vinto il prologo di Adelaide, Alberto Bettiol (Team EF Education EasyPost) parte da Tanunda indossando la maglia ocra e può a ben vedere fare un pensierino per la classifica generale, se supportato da una buona condizione fisica ed in considerazione del percorso complessivo non durissimo. Le prime fasi della tappa vedevano un primo attacco portato da Luke Plapp (Team INEOS) e Taco van der Hoorn (Team Intermarchè – Circus – Wanty), subito annullato dal gruppo. Era successivamente Nans Peters (Team AG2R Citroen) ad avvantaggiarsi ed a transitare in prima posizione sul primo traguardo volante di Tanunda posto al km 45.6. Il francese aveva un vantaggio sul gruppo maglia ocra di circa 3 minuti dopo una cinquantina di km. Il primo ciclista ad abbandonare la corsa era Patrick Bevin (Team DSM), costretto al ritiro a causa di una caduta che lo aveva visto coinvolto dopo una quarantina di km. Peters si aggiudicava il primo GPM di Menglers Hill posto al km 58.2 mentre le squadre più attive al suo inseguimento erano la INEOS, L’EF Education EasyPost e l’Intermarchè – Circus – Wanty. A 80 km dall’arrivo il vantaggio di Peters sul gruppo maglia ocra era sceso a 1 minuto e 40 secondi. Si facevano vivi nelle prime posizioni del gruppo anche gli uomini dell’UniSA-Australia, pronti a supportare Caleb Ewan nell’eventuale volata conclusiva. Peters veniva ripreso a 56 km dall’arrivo e Corbin Strong (Team Israel Premier Tech) vinceva il successivo traguardo volante di Tanunda posto al km 97.8. Sul secondo gpm di Menglers Hill il gruppo si allungava a causa di alcuni attacchi che portavano Alessandro Covi (UAE Team Emirates) a scollinare in prima posizione. A causa di un’altra caduta era costretto al ritiro anche Robert Gesink (Team Jumbo Visma), che metteva il piede a terra a poco meno di 10 km dalla conclusione. La volata era ormai scontata visto che le squadre dei velocisti erano tutte schierate in prima fila in appoggio ai propri capitani. Era Phil Bauhaus (Team Bahrain Victorious) a precedere per pochi cm Caleb Ewan (Team UniSa Australia) e Michael Matthews (Team Jayco AlUlA). Chiudevano la top five Alessandro Covi in quarta posizione e Paul Penhoet (Team Groupama FDJ) in quinta posizione. Per Bauhaus è la prima vittoria stagionale ed in classifica generale Bettiol conserva la maglia ocra mentre grazie ai vari abbuoni conquistati Matthews è secondo a 6 secondi dall’italiano, con Magnus Sheffiel (Team INEOS) terzo a 8 secondi. Domani è in programma la seconda tappa da Brighton a Victor Harbor di 154.8 km. Le salite di Parawa Hill e di Nettle Hill, quest’ultima posta a circa 20 km dall’arrivo, non dovrebbero compromettere più di tanto le chances dei velocisti che dovrebbero esibirsi in un’altra volata.
Antonio Scarfone

Phil Bauhaus vince a Tanunda (foto: Getty Images)
18-01-2023
gennaio 18, 2023 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
SANTOS TOUR DOWN UNDER (Australia)
Il tedesco Phil Bauhaus (Bahrain Victorious) si è imposto nella prima tappa, circuito di Tanunda, percorrendo 149.9 Km in 3h37′35″, alla media di 41.336 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli australiani Caleb Ewan (UniSA-Australia) e Michael Matthews (Team Jayco-AlUla). Miglior italiano Alessandro Covi (UAE Team Emirates), 4°. L’italiano Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost) è ancpra leader della classifica con 6″ su Matthews e 8″ sullo statunitense Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers)
VUELTA AL TÁCHIRA (Venezuela)
ll colombiano Yonathan Miguel Eugenio (Ciclismo de Politachira) si è imposto nella quarta tappa, Lagunillas – Mérida, percorrendo 133.1 Km in 3h25′38″, alla media di 38.836 Km/h. Ha preceduto di 2″ i venezuelani Juan Ruiz (Gobernación de Trujillo) e José Alarcon (Fundacion Angeles Hernandez). Nessun italiano in gara. Ruiz è il nuovo leader della classifica con 20″ sul colombiano Juan Diego Alba (Movistar-Best PC) e 29″ sul connazionale Eduin Becerra (Fundacion Angeles Hernandez)
17-01-2023
gennaio 17, 2023 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
SANTOS TOUR DOWN UNDER (Australia)
L’italiano Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Adelaide, percorrendo 5.5 Km in 6′19″, alla media di 52.243 Km/h. Ha preceduto di 8″ lo statunitense Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers) e di 10″ il danese Julius Johansen (Intermarché-Circus-Wanty). Bettiol è il primo leader della classifica con 8″ su Sheffield e 10″ su Johansen
SANTOS TOUR DOWN UNDER DONNE (Australia)
L’australiana Grace Brown (FDJ-SUEZ) si è imposta nella terza ed ultima tappa, Adelaide – Campbelltown, percorrendo 93.2 Km in 2h37′11″, alla media di 35.58 Km/h. Ha preceduto allo sprint la connazionale Amanda Spratt (Trek-Segafredo) e di 13″ la connazionale Georgia Williams (EF Education-TIBCO-SVB). Miglior italiana Debora Silvestri (Zaaf Cycling Team), 26° a 2′00″. La Brown si impone in classifica con 10″ sulla Spratt e 19″ sulla Williams. Miglior italiana la Silvestri, 35° a 8′20″
VUELTA AL TÁCHIRA (Venezuela)
ll colombiano Jhonatan Guatibonza (GW Shimano-Sidermec) si è imposto nella terza tappa, Colon – La Tendida, percorrendo 126.5 Km in 2h51′42″, alla media di 44.205 Km/h. Ha preceduto allo sprint il venezuelano Carlos Alberto Torres (Fundacion Angeles Hernandez) e il connazionale Marco Tulio Suesca (Movistar-Best PC). Nessun italiano in gara. ll venezuelano Franklin Lugo (Team Sabemiel BKC Aragua) è ancora leader della classifica con 4″ sul connazionale Juan Ruiz (Gobernación de Trujillo) e 13″ sul colombiano Juan Diego Alba (Movistar-Best PC).
IL BUONGIORNO SI VEDE DA BETTIOL
Alberto Bettiol (Team EF Education First) vince il prologo di Adelaide e veste la prima maglia ocra al Tour Down Under 2023. Il toscano precede all’arrivo lo statunitense Magnus Sheffield (Team INEOS) ed il danese Julius Johansen (Team Intermarchè – Circus – Wanty).
Dopo due anni di assenza dovuta alla pandemia il Tour Down Under riapre i battenti inaugurando la stagione 2023 delle corse WT. Un prologo a cronometro e cinque tappe nei dintorni di Adelaide che decreteranno il vincitore di una corsa molto sentita tra i padroni di casa. Basti pensare che nelle ultime dieci edizioni, dal 2011 al 2022, sono state sette le vittorie di un ciclista australiano, e precisamente una di Cameron Mayer nel 2011, tre di Simon Gerrans nel 2012, 2014 e 2016, una di Rohan Dennis nel 2015 e die di Richie Porte nel 2017 e nel 2020. Porte è anche il ciclista che è salito più volte sul podio finale, visto che ha concluso in seconda posizione in ben quattro occasioni (2015, 2016, 2018 e 2019). Dopo il ritiro di Porte, il TDU cerca un nuovo padrone e sono diversi i ciclisti che possono ambire quest’anno alla vittoria finale. Il livello delle squadre è certamente di rilievo e delle 20 squadre alla partenza 18 sono WT, 1 Professional (la Israel Premier Tech) ed 1 Nazionale, naturalmente australiana. In quest’ultima formazione è da segnalare la presenza di Caleb Ewan e Jarrad Drizners, atleti della Lotto Dstny ‘prestati’ alla nazionale di casa. Il prologo odierno si svolge nel pomeriggio inoltrato – ora australiana – quando in Europa sarà mattina presto ed è caratterizzato dall’impossibilità da parte dei ciclisti di utilizzare bici da cronometro ma solamente bici da strada. Il percorso del prologo è totalmente pianeggiante, è lungo 5 km e mezzo e si dipana all’interno di un grande parco di Adelaide, dove svetta l’Adelaide Oval, uno stadio di cricket. La caratteristica principale di questa breve prova a cronometro sarà l’utilizzo da parte dei ciclisti di sole bici da corsa, quindi senza appendici per le braccia. Sotto un cielo per lunghi tratti grigio e con una pioggerella che ha disturbato i ciclisti soprattutto nelle fasi centrali della prova, è stato Alberto Bettiol (Team EF Education EasyPost) a sfruttare le sue ottime doti di passista e soprattutto, partendo tra i primi, a trovare un asfalto ancora non del tutto bagnato; il ciclista toscano chiude con il tempo di 6 minuti e 19 secondi e resta sull’hot seat fino al termine della corsa, visto che nessun altro ciclista riuscirà più a scalzarlo dal primo posto. I tempi al traguardo sono migliorati specialmente nella parte finale della prova, quando ha smesso di piovere e l’asfalto tornava ad asciugarsi. In seconda posizione, a 8 secondi di ritardo da Bettiol, si classificava Magnus Sheffield (Team INEOS) mentre terzo era Julius Johansen (Team Intermarchè – Circus – Wanty) a 10 secondi di ritardo. Chiudevano la top five Kaden Groves e Samuel Gaze, entrambi del Team Alpecin Deceuninck, rispettivamente quarto e quinto a 11 secondi di ritardo da Bettiol. Tra i ciclisti più attesi per la vittoria finale segnaliamo il nono posto di Jay Vine (UAE Team Emirates), il decimo di Michael Matthews (Team Jayco AlUlA) ed il ventunesimo di Ethan Hayter (Team Ineos). Bettiol veste la prima maglia ocra ed a questo punto può giocarsi a buon diritto le sue carte in ottica classifica generale. Domani è in programma la prima tappa da Tanunda a Tanunda di 151 km. Dopo i primi 30 km si entra nel circuito cittadino che dovrà essere ripetuto quattro volte e dove i ciclisti troveranno la salitella di Menglers Hill, niente di trascendentale ma visto che siamo a inizio stagione qualche ciclista potrebbe anche piantarsi improvvisamente. Gli ultimi 10 km sono in discesa e in pianura e la tappa, a meno di fughe vincenti, dovrebbe concludersi nella volata di un gruppo abbastanza compatto.
Antonio Scarfone

Alberto Bettiol vince il prologo di Adelaide (foto: Kei Tsuji/SprintCycling Agency)
TUTTI IN SELLA, PARTE LA STAGIONE 2023
gennaio 16, 2023 by Redazione
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Dopo tre anni d’assenza causa pandemia ritornano in calendario il Santos Tour Down Under e la Vuelta a San Juan. Lontano dagli ancora rigidi climi dell’Europa, sulle strade australiane prima e argentine poi assisteremo ai primi palpiti di una stagione che successivamente vedrà le attenzioni degli appassionati spostarsi verso la Spagna e l’Arabia Saudita.
È ora di ripartire e lo si farà alla vecchia maniera, quando la pandemia non aveva ancora steso il suo manto sulla terra e costretto molti organizzatori a rinunciare ad allestire il palcoscenico delle loro gare. È quel che era successo con le due gare d’apertura dei calendari WorldTour e ProSeries, il Santos Tour Down Under e la Vuelta a San Juan, che si fece in tempo a disputare a gennaio 2020 per poi sparire dalla “programmazione” nelle due stagioni successive.
Il ritorno del Santos Tour Down Under, programmato dal 17 al 22 gennaio, recherà con sé un paio di novità perché è stata introdotta una breve tappa a cronometro mentre è stato tolto dal tracciato il tradizionale arrivo in salita a Willunga Hill, sostituito con quello meno impegnativo di Mount Lofty. Sarà quindi aperta sino all’ultimo colpo la 23a edizione della corsa australiana, che scatterà da Adelaide con la prova contro il tempo, un prologo di 5 Km e mezzo caratterizzato da un percorso tortuoso ma totalmente pianeggiante, che per decisione dell’organizzazione si disputerà con bici da strada e non da crono. Ci si sposterà quindi a Tanunda per una prima tappa interamente tracciata in circuito e caratterizzata da una facilissima salita – Menglers Hill, 4.5 Km al 3.7% – che si dovrà superare per l’ultima volta a 13.5 Km dall’arrivo e che non dovrebbe impedire l’arrivo allo sprint, seppur se non a ranghi compattissimi. Un percorso collinare caratterizzerà la seconda tappa, Brighton - Victor Harbor, sulla cui altimetria spiccano le ascese di Parawa Hill (3 Km al 6.8%) e di Nettle Hill (2 Km al 7.7%), quest’ultima da scavalcare a 22 Km da un traguardo dove bisognerà metterà in conto anche la probabile insidia del vento che spira dall’oceano Indiano. L’indomani sarà in programma la salita più impegnativa della corsa, quella di Corkscrew, inserita a soli 6 Km dal traguardo della tappa che da Norwood condurrà a Campbelltown: misura appena 2.5 Km ma presenta una pendenza media del 9% e un muretto centrale di mezzo chilometro al 15% sul quale nel 2014 andò all’attacco il vincitore del Tour de France 2011 Cadel Evans, piombato sulla linea d’arrivo con 10 secondi sui più immediati inseguitori, l’italiano Diego Ulissi e il connazionale Simon Gerrans. Nonostante la mancanza della sua “collina” la cittadina di Willunga farà parte del tracciato ospitando l’arrivo della penultima tappa, contraddistinta da una successione d’infiniti rettilinei pianeggianti come quello di quasi 6 Km che terminerà a soli 500 metri dal traguardo, i più ostici per i velocisti per la presenza di una lieve pendenza (gli ultimi mille metri salgono al 3.2%). Domenica 22 gennaio la corsa terminerà il suo cammino con una frazione che non sarà la solita passerella di fine corsa perché, dopo la partenza da Unley, si dovrà ripetere per cinque volte la salita di Mount Lofty, 8 Km al 3.1% che culminano con il tratto di 1500 metri al 6.8% che si conclude in prossimità dello striscione dell’ultimo chilometro, dove s’incontrerà uno strappo di 500 metri al 10% di pendenza media.
Saranno i velocisti, invece, i grandi protagonisti della 39a edizione della Vuelta a San Juan Internacional (22-29 gennaio) perché ben sei delle sette tappe che compongono la corsa argentina paiono destinate alla conclusione allo sprint, mentre solo nella frazione con l’arrivo sull’Alto del Colorado ci si giocherà la vittoria finale, anche perché – contrariamente a quanto fatto in Australia – s’è deciso di escludere dal tracciato la cronometro che era stata una presenza fissa nelle ultime edizioni. A dare il via alla corsa sarà una tappa in circuito che scatterà dallo Stadio Aldo Cantoni di San Juan per farvi ritorno dopo 144 Km prevalentemente pianeggianti. Seguirà la Villa San Agustín – San José de Jáchal, tappa che porterà il gruppo sino a quasi 1500 metri di quota senza però affrontare tratti che si possano definire di salita e che pure dovrebbe terminare in volata, se si pensa che nelle scorse edizioni, al termine del medesimo tracciato affrontato nel più impegnativo senso inverso, si è sempre arrivato allo sprint. Il giorno successivo l’autodromo El Villicum, inaugurato nel 2018, ospiterà partenza e arrivo della tappa numero 3, che prevede nel finale due giri quasi completi della pista; dal medesimo luogo prenderà le mosse la frazione diretta a Barreal, decisamente più impegnativa perché bisognerà salire oltre i 2000 metri di quota, anche se dopo lo scollinamento bisognerà percorrere più di 100 Km per andare al traguardo, che ancora strizza l’occhio agli sprinter. Osservato un giorno di riposo, si disputerà la tappa regina, che da Plaza de Chimbas condurrà sino agli oltre 2600 metri dell’Alto del Colorado, più selettivo per l’alta quota che per l’effettiva portata delle pendenze (18.8 Km al 4.4%) di un’ascesa che negli ultimi anni ha visto imporsi il portoghese Rui Costa nel 2017, lo spagnolo Óscar Sevilla nel 2018, i colombiani Winner Anacona nel 2019 e Miguel Eduardo Flórez nel 2020. Calato il sipario sui giochi di classifica i velocisti torneranno a calcare il palcoscenico della Vuelta a San Juan nelle ultime 48 ore, nelle quali sono in cartellone gli arrivi presso il Velodromo Vicente Chancay e sulla circonvallazione di San Juan, teatro della passerella conclusiva.
Come da tradizione saranno i tifosi spagnoli i primi ad applaudire i corridori sul suolo europeo: il 22 gennaio si correrà la Clàssica Comunitat Valenciana 1969 – Gran Premio Valencia, corsa rientrata in calendario nel 2021 dopo sedici anni d’assenza e che si disputerà su di un tracciato inverso rispetto a quello proposto lo scorso anno, gareggiando tra Valencia a La Nucía, dove si giungerà dopo aver percorso 190 Km e aver affrontato la lunga salita dell’Alto de Bixauca (18 Km al 2.7% con un tratto di 2200 metri al 7.4%) a circa 25 Km dall’arrivo.
Due giorni più tardi sempre in Spagna prenderà il via la 32a edizione della Challenge Ciclista Mallorca (25-29 gennaio), corsa a tappe atipica in quanto i corridori possono scegliere a quante e quali prove prendere parte e per questo motivo non è prevista una classifica generale, mentre le cinque frazioni sono chiamate “trofei” e non tappe. Per primo si affronterà il Trofeo Calvià, 150 Km con partenza e arrivo a Palmanova, disegnati all’estremità occidentale dell’isola di Maiorca con un percorso collinare che prevede una dozzina di brevi ascese, la più difficile delle quali sarà il Coll de Sóller (6 Km al 5%). Più semplice sarà il tracciato del Trofeo Ses Salines – Alcúdia, così chiamato dal nome delle due località tra le quali si svolgerà e che prevede una sola ascesa – il Coll de Sa Batalla, 8.7 Km al 5% – da scavalcare a 34 Km da un traguardo che potrebbe anche finire nel curriculum di un velocista (lo scorso anno su di percorso simile vinse allo sprint l’eritreo Biniam Girmay davanti al sudafricano Ryan Gibbons e il nostro Giacomo Nizzolo). L’ascesa simbolo della challenge, quella del Coll de Puig Major (14 Km al 6%), quest’anno sarà affrontata per due volte e la prima scalata avverrà nel corso del Trofeo Andratx – Mirador d’es Colomer, che prevede l’arrivo al termine di una salita lunga poco più di 3 Km e caratterizzata da una pendenza media del 5.8%. Più impegnativo sarà il tracciato del successivo Trofeo Serra de Tramuntana, che prevede partenza e arrivo a Lloseta e il Puig Major più vicino al traguardo, distante 33 Km dallo scollinamento. L’atto di chiusura della corsa maiorchina sarà una classica passerella di fine corsa, il facile Trofeo Palma che quest’anno è stato ancora più addolcito togliendo dal percorso la salita del Coll de Sa Creu, che tradizionalmente si affrontava subito prima di entrare nel circuito finale disegnato sul lungomare di Palma di Maiorca.
L’ultima corsa a tappe del mese di gennaio sarà il Saudi Tour (30 gennaio – 3 febbraio), la cui terza edizione si svolgerà nello stesso governato dell’Arabia Saudita dove si era corso l’anno scorso, quando si era imposto il belga Maxim Van Gils grazie alla vittoria nella tappa più impegnativa, che sarà proposta anche nel 2023. La prima maglia di leader della classifica sarà vestita da un velocista al termine della poco impegnativa tappa d’apertura che dall’aeroporto di Al-’Ula farà “decollare” il gruppo in direzione dell’oasi di Khaybar. La seconda frazione scatterà dallo Winter Park di Al-’Ula e avrà come terminal le Shalal Sijlyat Rocks, suggestive formazioni rocciose circondate dal deserto alla cui ombra andrà in scena un altro arrivo allo sprint. Si cambierà leggermente musica con la tappa che dall’Al Manshiyah Train Station vedrà sferragliare il gruppo verso la località di Abu Rakah, che fu sede d’arrivo anche lo scorso anno quando questo traguardo fu conquistato dal colombiano Santiago Buitrago davanti all’italiano Andrea Bagioli: a differenza di questo precedente, però, s’è scelta una zona d’arrivo diversa e un finale meno impegnativo, che prevede il traguardo posto al termine di un rettilineo di un chilometro esatto pianeggiante preceduto da uno strappo di 700 metri al 6.9%. Si correrà a questo punto la tappa più difficile, che muoverà dalla Maraya Concert Hall, parallelepipedo dalle superfici esterne a specchio costruito nel mezzo del deserto, per raggiungere il belvedere dell’Harrat Uwayrid, il traguardo che decise le sorti dell’edizione 2022, preceduto di una decina di chilometri dalla salita che non ti aspetti, un vero e proprio muro trapiantato nel cuore della penisola araba, 3 Km al 12% e picchi di pendenza che arrivano al 22%. L’ultimo giorno dovrebbero tornare protagonisti i velocisti, anche se le strade della conclusiva frazione, che scatterà alla città vecchia di Al-’Ula per far ritorno alla Maraya Concert Hall, non saranno del tutto prive d’insidie: non solo i 500 metri conclusivi presenteranno una bella pendenza (6%) ma una trentina di chilometri prima bisognerà percorrere un tratto sterrato lungo quasi 7 Km, inserito anche lo scorso anno nel tracciato del Saudi Tour e che fu teatro di una caduta che coinvolse il citato Bagioli, giunto quel giorno al traguardo con 20 minuti di ritardo.
Mauro Facoltosi
I SITI UFFICIALI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO
Santos Tour Down Under
Vuelta a San Juan Internacional
https://www.vueltaasanjuan.org
Clàssica Comunitat Valenciana 1969 – Gran Premio Valencia
https://voltalamarina.com/classica-comunitat-valenciana-1969-gran-premio-valencia
Challenge Ciclista Mallorca
https://vueltamallorca.com/challenge-mallorca
Saudi Tour

L'Adelaide Festival Center, sede d'arrivo del cronoprologo del Tour Down Under (hshotelsiracusa.it)