TOUR DE SUISSE, TORNANO A SORRIDERTI I MONTI

giugno 11, 2011
Categoria: News

Tradite nelle ultime edizioni, quest’anno le montagne tornano a popolare i grafici del Tour de Suisse. La scelta di ammorbidire i percorsi, attuata su richiesta dei gruppi sportivi, non aveva raccolto consensi favoreli tra tifosi e suiveur e così la nuova dirigenza della corsa a tappe elvetica, subentrata ad Armin Meier dopo il Tour 2010, le ha reintrodotte nel tracciato. Saranno verosimilmente le dure ascese verso la Grosse Scheidegg ed il traguardo lichtensteno di Malbun a decidere la corsa, congiuntamente alle due crono di Lugano e Sciaffusa, inserite per rendere il più possibile completa la corsa, senza esagerazioni né verso gli scalatori, né verso i cronoman.

Foto copertina: la Grosse Scheidegg potrebbe essere il giudice della 75a edizione del Tour de Suisse (de.academic.ru)

Carissimo Armin Meier, il Giro è impossibile, il Tour si sta incamminando sulla stessa strada, la Vuelta è tosta da anni, il Delfinato non può fare a meno delle sue montagne…. quindi, disegnaci un Tour de Suisse abbordabile. Erano queste le richieste con le quali i direttori sportivi avevano sommerso la scrivania del direttore del Giro di Svizzera che, temendo un fuggi fuggi di campioni al via della corsa, aveva provveduto a ribassare le altimetrie. Quest’operazione ha, però, avuto il controaltare di una valanga di critiche da parte sia dei semplici appassionati, sia dei suiveurs, perché anche la Confederazione Elvetica è una conosciuta terra di montagne e i tracciati delle ultime edizioni sembravano quasi gridare vendetta al cospetto della storia di questa competizione, disputata per la prima volta nel 1933 e che è stata spesso conquistata da fior di scalatori, pur alternandosi nell’albo d’oro anche vincitori meno attrezzati per l’esercizio della salita.
Dal 2011, però, questa la situazione è destinata a cambiare e, rispetto alle ultime edizioni, i tracciati torneranno a lievitare, complice anche l’avvicendamento ai vertici della corsa elvetica, che ha visto Armin Meier passare l’onere a una triade costituita dagli ex corridori Kurt Betschart e Beat Zberg e da Rolf Huser, manager di Fabian Cancellara, che ricopriranno rispettivamente il compito direzionale nei settori tecnico, sportivo e amministrativo. Le presenze di un ex pistard (Betschart) e del manager del più forte cronoman del momento potevano lasciar presagire un percorso ancora più piatto, invece le montagne torneranno a popolare il percorso, costruito in maniera molto equilbrata per offrirsi in egual misura sia alle potenzialità dei passisti, sia a quelli degli scalatori, che così lotteranno ad armi pari su un tracciato impegnativo, pur senza le “esagerazioni” viste alla corsa rosa.

1a TAPPA: LUGANO – LUGANO (cronometro individuale – 7,3 Km)

Tracciato vincente non si cambia, al massimo si migliora. È quel che è successo con l’impegnativa crono che darà il via all’edizione 2011 del Tour de Suisse e che praticamente si disputerà sullo stesso percorso che, dodici mesi fa, vide Fabian Cancellara volare a quasi 44 Km/h. I nuovi organizzatori hanno soltanto, per comodità e per evitare alcuni vialetti tortuosi in partenza, spostato le operazioni d’avvio all’esterno del Parco Civico Ciani, non intaccando le caratteristiche complessive di questa frazione che sarebbe più breve di 300 metri rispetto a quella del 2010. I primi 1400 metri si snoderanno in pianura, sulle rive del Lago di Lugano, poi si dovrà affrontare l’ascesa verso il quartiere di Ruvigliana, poco più di 2 Km al 6,4%, con un cuore di 200 metri al 10,5%. Dopo la scollinamento, che non sarà valido per la classifica del GPM, mancheranno 3400 metri alla conclusione, metà in discesa e metà in pianura, col traguardo che sarà collocato in Riva Albertolli, nuovamente al cospetto delle acque del Ceresio. Tornando alla frazione disputata nel 2010, il campione del mondo di specialità – in starting list anche quest’anno e dunque atteso a un bis – precedette di 1″ il ceco Kreuziger e di 3″ il tedesco Martin.

2a TAPPA: AIROLO – CRANS-MONTANA (149 Km)

Il cambio di musica al Tour de Suisse i corridori lo avvertiranno presto. Anzi subito, poiché la prima frazione in linea sarà, infatti, anche la prima delle quattro messe a disposizione degli scalatori per mirare al bersaglio finale, il successo nella 75a edizione della corsa a tappe elvetica. Ci sarà già un colle “hors catégorie” da scalare, anche se i 2480 metri del Passo della Novena – secondo valico stradale per altezza della Svizzera dopo l’Umbrail, che arriva fino a 2503 metri – saranno superati ad appena 22 Km dalla partenza, tratto inclinato al 5,9% medio che contiene, un segmento di 9,6 Km all’8,1%. Alla luce dell’impegnativa crono del giorno prima e del fatto di essere solo al secondo giorno di gara, potrebbe rimanere nelle gambe al momento d’affrontare l’ascesa finale, sulla quale si scollinerà a una decina di chilometri dal traguardo. Per giungere al GPM di Aminona, classificato di 1a categoria, il tracciato proporrà 12,8 Km d’ascesa e quasi 1000 metri di dislivello, pari a una pendenza media del 7,8%, elementi che potrebbe già far saltare qualche grosso nome. Come se non bastasse, a mettere bagarre su bagarre, proprio ai piedi dell’Aminona ci sarà da superare anche il secondo traguardo volante Probon, passaggio che farà parecchia gola perché mette in palio abbuoni per la classifica generale.

3a TAPPA: BRIG-GLIS – GRINDELWALD (107,6 Km)

Non si può certo chiamarla tappone, ma questa potrebbe anche essere la tappa giusta, la giornata dalla quale uscirà in maglia oro colui che, in barba alle successive difficoltà (altre due tappe montane e una lunga crono individuale), la conserverà fino al traguardo finale di Sciaffusa. I corridori dovranno oggi superare, infatti, una delle più toste ascese della Confederazione Elvetica, quella Grosse Scheidegg (1962 metri) che finora il TdS ha affrontato due volte e che in entrambi i casi ha proiettato al vertice della classifica il corridore che poi si imporrà sul traguardo finale, l’austriaco Luttenberger nel 1996 e il nostro Francesco Casagrande nel 1999. Ambedue le volte si arrivava a Grindelwald, centro dell’Oberland Bernese posto proprio al termine della discesa dalla Grosse Scheidegg, valico sul quale contribuiranno alla selezione non solo le pendenze (media del 7,7% calcolata su quasi 16 Km di strada, primi 6 Km all’8,6%, ultimi 5,4 Km al 9,5%, massima del 12,4%), ma anche la sede stradale molto stretta, incorniciata da favolosi panorami montani. Quando i corridori si presenteranno ai piedi di questa salita avranno appena concluso la discesa dal precedente valico, il Grimselpass, uno dei giganti alpini elvetici, che porterà la corsa fino a 2165 metri e che già presenta pendenze non dure ma da non sottovalutare.

4a TAPPA: GRINDELWALD – HUTTWIL (198,4 Km)

Non sarà solo salite e cronometro il percorso del Tour de Suisse 2011, ma anche tappe interlocutorie, tre per la precisione, messe a separare le giornate più importanti. Due di queste saranno, sempre che non accadano sorprese strada facendo, destinate alla conclusione allo sprint mentre i chilometri finali di Huttwil, il centro del Canton Berna che accoglierà l’epigolo della quarta frazione, offriranno chanches anche ai corridori dotati di sparata, i cosiddetti “finisseur”. Sarà anche una giornata particolarmente propensa a vedere il felice approdo di una fuga da lontano, magari nata attorno al 60° Km di gara, quando si affronterà il Leuenberg, GPM di 2a categoria. I “Gilbert” di turno, invece, attenderanno la seconda e ultima delle due ascese al Rüppiswil, breve ostacolo che presenta uno strappo del 13% e che sarà scalato quando mancheranno 12 Km al traguardo, oppure il successivo Gondiswil, abbastanza simile al precedente (11% max) e più vicino alla retta d’arrivo. E anche quest’ultima punterà verso l’alto, sotto la forma di un lieve falsopiano: un finale che, chi punta al successo di tappa, avrà la possibilità di studiare in anteprima poiché questa tappa si concluderà con un circuito di circa 25 Km, da inanellare una volta.

5a TAPPA: HUTTWIL – TOBEL-TÄGERSCHEN (204,2 Km)

In questo Tour de Suisse completo ed equilibrato nel contempo, ci sarà spazio anche per i velocisti. Il primo dei due traguardi tarati sulle loro misure sarà quello della quinta frazione, la seconda per chilometraggio dopo quella austriaca. Le insidie da affrontare strada facendo non mancheranno, poichè il tracciato odierno sarà un continuo “mangia e bevi” con microscopici GPM di 4a categoria in perfetto stile Tour de France, ma difficilmente il gruppo tirato dei treni degli sprinter si farà sorprendere. Le occasioni per farlo non mancheranno comunque perché, come il giorno prima a Huttwil, anche a immediato ridosso di questo traguardo saranno piazzati due brevi falsipiani. Mancheranno, però, ascese vere e proprie e, di conseguenza, sarà meno probante controllare gli eventuali attaccanti. E anche in questo caso non ci sarà l’effetto sorpresa, dove già transitare sul rettilineo di Tobel-Tägerschen quando mancheranno 39 Km alla meta.

6a TAPPA: TOBEL-TÄGERSCHEN – TRIESENBERG (Malbun) (157,7 Km)

A una delle frazioni più semplici di questa edizione, seguirà immediatamente una delle più esigenti, forse l’ultima grande occasione per gli scalatori, chiamati a esibirsi sull’unico vero in salita previsto dal Tour de Suisse 2011. Si arriverà nella principale località di sport invernali del Principato del Liechtenstein, al termine di un’ascesa di 13 Km inclinata all’8,8% e con il veleno nella coda poiché i duemila metri conclusivi saranno particolarmente arcigni. Alle porte del traguardo, infatti, la strada si drizzerà ancor più sotto le ruote, superando in quel tratto una pendenza media dell’11%. Difficilmente si vedranno azioni al di fuori di quest’ambito perché per arrivare ai piedi dell’ascesa finale si affronterà un percorso movimentato a tratti ma primo di vere salite. Al massimo qualcuno potrebbe tentare di agitare le acque sulle rampe del Luziensteig, breve ma irta ascesa (2,4 Km al 7,3%, con strappi fino al 10%) che si supererà a 22 Km dall’arrivo e che comincerà a Maienfeld, il paese di Heidi. Ma stavolta le montagne che sorridevano al personaggio creato dalla scrittrice Johanna Spyr, per qualcuno potrebbero mostrare un volto decisamente meno clemente.

7a TAPPA: VADUZ – SERFAUS-FISS-LADIS (222,8 Km)

Una salita breve ma bruciante, almeno in parte. Sarà questa l’ultimissima occasione offerta agli scalatori al Tour de Suisse 2011, un’opportunità che bisognerà saper sfruttare appieno perché l’ascesa verso il Fisser Joch, se affrontata con calma all’inizio, rischierà di essere improduttiva. È proprio in avvio che quest’asperità proporrà le sue pendenze più rilevanti (media del 9% nei primi 3500 metri) e lasciar trascorrere questo tratto varrà a tirarsi la zappa sui piedi, poiché nella seconda metà la strada si farà notevolmente dolce e non ci sarà più spazio per gli assoli dei grimpeur. Tentativi destinati a finire col successo poiché, superato lo striscione del GPM, mancheranno appena 3,5 Km all’arrivo, posto al termine di un tratto nel quale la strada tenderà sempre e comunque a salire, seppur in maniera lieve. Bisognerà muoversi, dunque, anche perché proprio a Serfaus c’è un precedente che parla chiaro, quando la corsa fece tappa per la prima volta nella località turistica austriaca, nel 2009: nonostante le dure inclinazioni del finale, infatti, arrivò a giocarsi la tappa allo sprint un gruppo costituito da 15 corridori, regolati allo sprint dall’elvetico Michael Albasini, che precedette il futuro vincitore della classifica finale Cancellara e Cunego. Va detto, però, che quella era l’unica tappa di montagna di quell’edizione e che presentava un percorso meno impegnativo, con la sola scalata al passo dell’Arlberg. Stavolta, i corridori dovranno “sopportare”, l’indomani dell’impegnativo arrivo a Malbun, un chilometraggio importante e le precedenti scalate al Flüelapass e al Norbertshöhe, troppo distanti dall’arrivo per poter essere sfruttate ma che, soprattutto se affrontate con piglio deciso, potrebbbero rimanere nelle gambe al momento d’affrontare l’ascesa finale.

8a TAPPA: TÜBACH – SCIAFFUSA (167 Km)

L’approdo di una fuga o l’epilogo allo sprint saranno le due possibili soluzioni della penultima frazione. Con le montagne oramai messe alle spalle – oggi il programma prevederà gli ultimi due gran premi della montagna, ma si tratterà di difficoltà risibili – la squadra della maglia oro non si dannerà più di tanto l’anima per andare a riprendere i fuggitivi di giornata e dunque la prima soluzione prenderà a quel punto corpo, poiché tutto il peso dell’inseguimento peserà sulle spalle dei treni dei velocisti. Dalla loro parte, invece, giocherà l’assoluta mancanza di dislivelli negli ultimi 13 Km, nel corso dei quali facilmente riusciranno ad andare a fagocitare gli evasi. Dipenderà tutto dal vantaggio col quale questi ultimi si presenteranno in vetta al GPM di Siblingerhöhe, passato il quale la strada si farà per loro “pesante”, resa dura dall’aumentare dei chilometri e dallo scemare delle forze.

9a TAPPA: SCIAFFUSA – SCIAFFUSA (cronometro individuale – 32,1 Km)

Come nelle ultime due edizioni, sarà una frazione contro il tempo a mettere i sigilli al Tour de Suisse. Attorno alla città che ha dato il nome alle celebri cascate del Reno si dinaperà un tracciato misto che, a parte la distanza di 10 Km inferiore, ricorda molto quello di Grenoble, sul quale si è gareggiato al Delfinato e che sarà riproposta al Tour de France. La prima parte sarà la più veloce, con 12 chilometri caratterizzati da lievi “mangia e bevi”, seguiti da una breve e veloce discesa e, infine, da un tratto in dolce falsopiano che si concluderà a 19 Km dalla partenza. Una strada così congeniata può invogliare una partenza piuttosto lesta, col rischio, però, di trovarsi con le gambe di piombo nel tratto più impegnativo che, nonostante non sia duro, potrebbe compromettere tutto quanto di buono fatto nella prima metà del tracciato. Terminata la salita (3700 metri al 5%, con i primi 1,3 Km al 6,7%), sotto le ruote dei corridori il tracciato tornerà a farsi scorrevole, dapprima sotto la forma della discesa che infine lascerà lo spazio alla pianura negli ultimi 3 Km, interrotti, però, da un modesto zampelotto di 800 metri in vista dello striscione dell’ultimo chilometro.

Mauro Facoltosi

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