QUESTO E’ SOLO L’ANTIPASTO – LE PAGELLE DEL GIRO D’ITALIA 2011

giugno 8, 2011
Categoria: Approfondimenti

In una edizione funestata dalla morte di Wouter Weylandt è stato, come era largamente pronosticato, lo spagnolo Contador a vincere senza problemi il suo secondo Giro d’Italia, dominando sia in salita che nelle cronometro. Scarponi e Nibali, giunti rispettivamente al secondo e terzo posto della classifica generale, hanno concluso la corsa senza acuti ed evidenziando i limiti della loro condizione. La sfida tra le ruote veloci, infine, premia ancora una volta Mark Cavendish anche se bisogna sottolineare la splendida vittoria di tappa dell’eterno Alessandro Petacchi.

Alberto Contador: non me ne vogliano i vari commentatori sportivi che si sono susseguiti sul palco del ‘Processo alla Tappa’ ma paragonare in salita l’iberico a Pantani, oltre che tecnicamente impossibile, mi sembra un esercizio tanto inutile quanto fuorviante. Il ciclismo, a differenza di altri sport, sa e deve trasmettere emozioni attraverso l’umiltà e la fatica degli atleti che sono in grado di renderlo grande. Pantani, a questo proposito, riusciva a coinvolgere appassionati e non in quanto, nel suo gesto atletico, lo spettatore riusciva a cogliere entrambe queste caratteristiche. Non mi sembra di individuare nelle prestazioni in salita di Contador né la fatica e neppure l’umiltà. Mentre la facilità con la quale fa suo ogni Grande Giro può derivare dal limitato spessore atletico degli avversari, non riesco a trovare giustificazione all’atteggiamento talvolta derisorio con il quale ha interpretato alcuni finali di tappa. Voto: 9

Michele Scarponi: fino a qualche anno fa pronosticarlo al secondo posto in un Giro d’Italia sarebbe stato considerato impensabile. Oggi, per via della scarsità di autentici uomini di gare a tappe, si scopre corridore capace di tenere nell’arco delle tre settimane. La delusione per la remissività tenuta nelle tappe clou c’è stata ma francamente non ci si poteva aspettare di più da un corridore che ha ottenuto il suo primo podio in un Grande Giro a 32 anni. L’impressione, comunque, è che il ciclista abbia affrontato il Giro in una fase di forma calante. Voto: 7

Vincenzo Nibali: a differenza di Scarponi, per il siciliano si può parlare di grande delusione. Dopo aver trionfato nella Vuelta dello scorso anno ci eravamo illusi che il ciclista avesse finalmente raggiunto la maturità agonistica e che potesse, conseguentemente, giocarsela al Giro ad armi pari con Contador. Già sull’Etna ha dimostrato di patire gli scatti del madrileno ma si sperava che con la sua regolarità potesse dare il meglio di sé nei lunghi tapponi alpini. Purtroppo dopo una convincente prova sullo Zoncolan non è riuscito a recuperare le forze per sostenere gli impegni successivi. La speranza è che il ciclista abbia patito eccessivamente il peso della squadra, per di più senza l’apporto di un atleta fondamentale come Szmyd, fermato da una bronchite. Voto: 6,5

John Gadret: lo scalatore francese amante delle imprese del Pirata è la vera sorpresa di questo Giro d’Italia. Sempre competitivo in montagna riesce a conquistare anche una bella vittoria di tappa grazie ad una azione da finisseur. Anche nell’ultima settimana di corsa si dimostra tra i più reattivi e questo a prova del fatto che gli atleti provenienti dal ciclocross possono tenere anche nelle grandi gare a tappe su strada. Voto: 7,5

Josè Rujano: chi non muore si rivede. E’ davvero un peccato che ‘l’omino del caffè’ non abbia saputo fare, dal 2005 ad oggi, una vita seria da professionista perché le qualità e la combattività di questo atleta sono merce rara nel ciclismo moderno. Questo aspetto si è manifestato più volte nella scarsa attitudine al recupero che lo ha penalizzato oltre modo nella classifica generale. Se si escludono comunque i sei minuti persi nella tappa dello sterrato, avrebbe potuto combattere per il podio. La vittoria sul Großglockner resta una delle immagini più belle di questa edizione. Voto: 7

Vasil Kiryenka: la più bella impresa e la tappa più spettacolare ed emozionante del Giro la dobbiamo a questo corridore bielorusso che con le sue fughe dal sapore antico ha saputo restituire dignità a questo Giro mutilato. In una giornata in cui i campioni non avevano alcuna intenzione di lasciare arrivare nessuna fuga al traguardo, l’atleta non solo è riuscito ad uscire dal gruppo di testa e a resistere sul Colle delle Finestre ma ha addirittura incrementato su questa salita il proprio vantaggio sul gruppo dei migliori. Già campione affermato su pista, negli ultimi anni ha saputo programmare e centrare alcune tra le tappe più dure con azioni a lunga distanza. Voto: 10

Stefano Garzelli: uno degli ultimi esponenti della vecchia guardia del ciclismo nostrano riesce a strappare a Contador la classifica di miglior scalatore grazie ad una fuga spettacolare nella tappa più dura del Giro, riuscendo a cogliere un ottimo secondo posto proprio davanti allo spagnolo. Questa maglia verde può essere considerata come un giusto riconoscimento per la grinta e l’impegno profuso lungo tutto il Giro. Voto: 9

Joaquim Rodriguez: è mancato su quello che dovrebbe essere il suo terreno preferito, la salita. Laddove la lunghezza di una scalata supera gli 8 km, lo spagnolo dà forfait. Prova con tutte le sue forze a cogliere almeno una vittoria di tappa ma non riesce. Per le sue ambizioni, il piazzamento ottenuto in classifica finale non può essere considerato soddisfacente. Voto: 5

Denis Menchov: non ha mai una giornata di vera crisi ma non riesce mai neppure a reggere il ritmo dei più forti. Non riesce neanche a guadagnare terreno nell’esercizio a lui più congeniale, la prova contro il tempo. Un Giro totalmente da dimenticare. Voto: 4

Roman Kreuziger: il capitano dell’Astana soffre ancora le salite più arcigne anche se indubbiamente i numeri non gli mancano. Aveva iniziato il Giro con ambizioni da podio, alla fine si deve accontentare della classifica di Miglior Giovane. Sarà sicuramente un grande protagonista delle gare a tappe nei prossimi anni. Voto: 5,5

Francesco Gandolfi

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