HIC SUNT LEONES: DI CHI SARA’ IL RUGGITO PIÙ FORTE AI PRIMI MONDIALI AFRICANI DELLA STORIA?

settembre 27, 2025
Categoria: News

Il primo Mondiale di ciclismo in Africa sul durissimo circuito di Kigali può dare conferme o riservare sorprese. Abbiamo già visto nelle prove a cronometro le insidie del percorso su cui spicca il pavè della Côte de Kimihurura, a cui si aggiungerà a metà gara la non trascurabile salita del Mount Kigali. Di seguito l’analisi dei favoriti de Ilciclismo.it

Tadej Pogačar parte in pole position e vuole la seconda maglia iridata consecutiva nonostante la giornata no nella cronometro di domenica scorsa. Il sorpasso di Remco Evenepoel ai suoi danni sulla salita finale della Côte de Kimihurura resta un’immagine quasi storica del ciclismo attuale, ma una corsa in linea è molto diversa da una cronometro. La nazionale slovena sarà a completa disposizione di Pogačar ma in caso di difficoltà ha valide alternative in Primož Roglič e Matej Mohorič, che possono sfruttare l’elemento sorpresa.

Remco Evenepoel tenterà la doppietta cronometro-strada e lo mettiamo subito dietro Pogačar. La gamba mostrata dal campione belga nella cronometro la dice lunga sulle possibilità di bissare l’oro di Wollongong. Lo scorso anno a Zurigo, su un percorso probabilmente meno duro, chiuse in quinta posizione non dando l’impressione di poter lottare per la zona medaglie. Siamo curiosi di vedere cosa farà questa volta. Nonostante l’assenza di Wout van Aert, Tiesj Benoot e Tim Wellens, il Belgio schiera una delle squadre più forti, se non la più forte. Se Evenepoel dovesse venire meno, nel ruolo di capitano possono può subentrare gente del calibro di Cian Uijtdebroecks, Ilan van Wilder, Quinten Hermans e Florian Vermeersch.

Alle spalle di Pogačar ed Evenepoel, molte attese ricadono su Tom Pidcock, terzo alla Vuelta e anche lui forte di un’ottima condizione. Una top five potrebbe essere alla sua portata. In seconda battuta la Gran Bretagna può puntare Oscar Onley, ma non trascuriamo neppure Joseph Blackmore e Mark Donovan.

Nel 2025 Isaac Del Toro ha stupito tutti con la vittoria del Giro d’Italia e altre numerose affermazioni, basti pensare il recente poker italiano nel giro di una settimana (GP Industria & Artigianato, Giro della Toscana, Coppa Sabatini e Trofeo Matteotti). Ma è già da inizio stagione che il giovane ciclista messicano va fortissimo, a cominciare dalla vittoria della Milano – Torino. La gamba è ottima, ma i quasi 270 km del percorso di Kigali influiranno sulla sua giovane età? Da notare che la nazionale messicana schiererà al via solo 3 corridori, 5 in meno rispetto all’Italia e alle principali nazionali al via.

La Danimarca è priva di Mads Pedersenm che ha mostrato di avere un’ottima condizione alla Vuelta e punterà gli Europei di inizio Ottobre. In Rwanda il capitano unico sarà Mattias Skjelmose Jensen, reduce da buone prestazioni nelle corse canadesi e da un secondo posto al Giro del Lussemburgo.

L’Olanda senza Mathieu van der Poel sembra essere poca cosa ma le doti da fondista ed il buon feeling con le salite alzano le quotazioni di Thymen Arensman. Citiamo anche Wout Poels, che in passato ha mostrato di essere a suo agio su percorsi simili a quello di Kigali.

L’Australia non avrà il Pogačar di turno ma ha sicuramente una delle rose più intriganti con Jay Vine e Jai Hidley che condivideranno il ruolo di capitano. Il ciclista dell’UAE Team Emirates XRG ha vinto un argento e un bronzo in questi mondiali e la sua gamba fa invidia a quella di Evenepoel, venendo anche da una Vuelta da protagonista (per lui tre vittorie di tappa, compresa la cronosquadre di Figueres, e la vittoria nella classifica dei GPM). Hindley è, invece, reduce dal quarto posto alla Vuelta ed è sempre stato tra i primi nelle tappe che contavano. Da segnalare anche Michael Storer, che può dire la sua sfruttando l’effetto sorpresa.

Nella Francia occhi puntati su Julian Alaphilippe, che ha vinto alla grande il recente GP del Quebec. Le vittorie iridate del 2020 e del 2021 sembrano lontane ma mai fidarsi di “Loulou”, che parte da outsider ma potrebbe stupire. Altro nome caldo della formazione transalpina è quello di Valentin Madouas.

Nonostante abbia una rosa di soli cinque ciclisti, la Svizzera ha quattro opzioni da sfruttare con Jan Christen, Fadio Christen, Mauro Schmid e soprattutto Marc Hirschi, altro ‘outsider di lusso’.

Juan Ayuso ha candidamente dichiarato nei giorni scorsi di voler lottare per il podio. Restano i dubbi sulla condizione non propriamente spumeggiante dello spagnolo, che si porta dietro le delusioni di Giro e Tour. La Spagna non è più protagonista ai Mondiali dai tempi di Valverde e anche quest’anno non sembra poter ambire a chissà cosa. Roger Adrià e Marc Soler possono essere l’alternativa ad Ayuso, ma a nostro giudizio al massimo per una top ten.

Peggio sembra essere messa l’Italia che con il forfait di Giulio Pellizzari pare definitivamente poter dire addio ai già flebili sogni di gloria. Il venticinquesimo posto di Giulio Ciccone a Zurigo pesa ancora sulla considerazione del ciclismo italiano, che non otteneva un risultato così deludente ai Mondiali da tempo immemore. Magari chissà che lo stesso Ciccone in un impeto di orgoglio riesca a fare meglio. La top ten sembra comunque un risultato difficile ma non impossibile da ottenere.

Di una cosa siamo sicuri di Ben Haely: attaccherà. L’irlandese si era già messo in luce a Zurigo e viene da un Tour de France in cui ha vinto una tappa ed è andato spesso in fuga. Il sesto posto al recente Giro del Lussemburgo dimostra che la condizione c’è.

Se è nella giornata buona, Richard Carapaz è uno di quei ciclisti che può sorprendere. Terzo al Giro, ha fin qui passato una seconda parte di stagione senza acuti ma affinando la condizione per l’appuntamento mondiale, nel quale ritorna a partecipare dopo cinque anni di assenza. Come Del Toro, correrà con l’handicap di una nazionale ridotta a soli tre elementi.

Gli Stati Uniti puntano su Quinn Simmons, ciclista simil-Healy dall’attacco facile.

Tra i ciclisti africani, tra i pochi che possono ben figurare citiamo l’eritreo Biniam Girmay, anche se per lui dovrebbe essere difficile (se non impossibile) anche la top ten.

Ultimo outsider che citiamo è il lettone Toms Skujiņš, il ciclista che chiuse in quarta posizione lo scorso anno a Zurigo. Il suo 2025 fin qui è stato piuttosto anonimo, se si eccettua le vittorie su strada a cronometro a campionati nazionali. Vedremo di che pasta è fatto su un percorso come quello di Kigali.

Antonio Scarfone

Commenta la notizia