VUELTA NEL CAOS, LE PROTESTE ROVINANO IL FINALE DELLA TAPPA DI BILBAO

settembre 3, 2025
Categoria: News

Il timore di violente proteste a favore della Palestina spinge gli organizzatori a neutralizzare, a pochi minuti dalla sua conclusione, gli ultimi tre chilometri di una tappa molto combattuta e che al momento della sospensione vedeva in testa il leader della classifica generale Jonas Vingegaard e l’inglese Tom Pidcock, quest’ultimo tra i favoriti della vigilia e che di certo avrebbe meritato la vittoria. Questa invece, con una decisione che non farà che aumentare le polemiche, non viene assegnata, mentre i tempi presi al momento della neutralizzazione restano validi per la classifica generale, che subisce alcuni cambiamenti.

La nuova moda dei cosiddetti “Grand Tours”, Giro, Tour e Vuelta, è quella di inserirvi una ed una sola tappa che gli appassionati definiscono “mini-classica”, vale a dire con percorsi che ricordano un po’ le cosiddette “monumento” (specialmente quelle del Nord Europa), ricchi di salite brevi, anche ripide, e che possano favorire, più che i veri scalatori, gli uomini dotati nello stesso tempo di grande potenza e resistenza, corridori come ad esempio Wout van Aert (Team Visma | Lease a Bike) – che quest’anno ha vinto questo genere di tappe sia al Giro (quella di Siena), sia al Tour (quella conclusiva a Parigi) – o come l’inglese Tom Pidcock (Q36.5 Pro Cycling Team) e il danese Mads Pedersen (Lidl – Trek), quest’ultimo naturale favorito della tappa di oggi, l’11esima, che appunto si configura come una “mini-classica” nei dintorni di Bilbao. Il suo percorso, lungo 157 chilometri, si snoda sulle colline circostanti e presenta ben 7 GPM, in pratica delle “côte” in versione spagnola: appena partiti da Bilbao si affronta l’Alto de Laukiz (4 km al 4.7%), di terza categoria, e al chilometro 26 arriva l’Alto de Sollube (7.3 km al 4.2%), pure di terza categoria; poi, dopo un tratto meno impegnativo ma ricco di saliscendi, al chilometro 63 si arriva in cima al Balcón de Bizkaia (4.4 km al 5.3%), un altro GPM di terza categoria, seguito, al chilometro 86, dall’Alto de Morga (8.2 km al 3.5%). A questo punto si torna nei pressi di Bilbao, dove si transita per la prima volta, dopo 105 chilometri, sull’Alto del Vivero (4.3 km al 7.9%), le cui pendenza elevate – molti tratti sono al 12, anche 13% – lo classificano come GPM di seconda categoria; si transita poi, al chilometro 120, sul traguardo di Bilbao (traguardo volante), per poi tornare indietro completando un circuito che porta nuovamente ad affrontare il Vivero (e siamo a sei GPM) dopo 134 chilometri. Infine la tappa si allontana un po’ da Bilbao, verso nord, per poi rientrare in città e tagliare la linea di arrivo dopo 157 chilometri: ma prima che questo accada, a soli 7 chilometri dalla fine viene affrontato l’ultimo dei sette GPM, il temibile Alto de Pike (2.1 km al 9.2%), che nonostante sia soltanto di terza categoria si presenta come un “muro” vero e proprio, degno di quelli tipici delle Fiandre, con un chilometro finale tutto al 13% e punte del 16%. Riuscirà Pedersen a far valere le sue qualità? O si vedranno, magari attirati dal muro finale, gli scalatori puri come Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) e il nostro Giulio Ciccone (Lidl – Trek)? Di certo non vedremo una volata di gruppo e neanche grandi sconvolgimenti in classifica generale, ma fare un pronostico attendibile, oggi, è davvero difficile.
Si parte poco prima delle 14, con tempo sereno e finalmente caldo – 30 gradi! – come in ogni Vuelta che si rispetti. In maglia rossa è Vingegaard, seguito dal norvegese Torstein Træen (Bahrain – Victorious) e dal portoghese João Almeida (UAE Team Emirates – XRG); l’australiano Jay Vine (UAE Team Emirates – XRG) capeggia la classifica degli scalatori, Pedersen quella a punti e il nostro Giulio Pellizzari (Red Bull – BORA – hansgrohe) quella dei giovani. La bagarre, grazie all’imminenza della prima salita, inizia subito. Pedersen è fra i primi a mettersi in evidenza e si vede anche Juan Ayuso (UAE Team Emirates – XRG), forse desideroso di dimostrare qualcosa dopo le continue polemiche dei giorni scorsi, culminate nel suo licenziamento dalla UAE; tuttavia sul Laukiz è lo spagnolo Joel Nicolau (Caja Rural – Seguros RGA), seguito dal danese, a passare per primo. Dopo una lunga serie di attacchi e contrattacchi parte infine una fuga importante sulla salita che porta al secondo GPM, l’Alto de Sollube: ne fanno parte, oltre al solito Pedersen, anche lo spagnolo Marc Soler (UAE Team Emirates – XRG) e il venezuelano Orluis Aular (Movistar Team). Proprio Pedersen transita primo sulla cima, davanti a Soler, poi i due invertono le posizioni sul terzo GPM, il Balcón de Bizkaia. Il vantaggio dei fuggitivi si stabilizza sul minuto, con i continui saliscendi che rendono difficile l’inseguimento del gruppo. All’attacco del quarto GPM, l’Alto de Morga, la fatica inizia a farsi sentire con Pedersen e Aular che cedono e vengono ripresi, mentre Soler continua l’azione solitaria e passa per primo in cima; alle sue spalle, ora che gli altri fuggitivi sono stati ripresi, iniziano a darsi da fare alcuni corridori le cui caratteristiche sembrano adatte a una tappa come quella odierna, come l’esperto belga Victor Campenaerts, tra i più forti gregari di Vingegaard e già vincitore di tappa sia al Giro sia al Tour, e il colombiano Santiago Buitrago (Bahrain – Victorious), anche lui vincitore di tappa al Giro. I due, in compagnia di Nicolau e dell’esperto passista belga Louis Vervaeke (Soudal Quick-Step), cercano di riportarsi su Soler, ma è solo Vervaeke a riuscirci quando i corridori si trovano ormai nella periferia di Bilbao e sta per iniziare la prima ascesa al Vivero; poco dopo il gruppo rinviene sui due fuggitivi e affronta compatto il quinto GPM di giornata. È la maglia a pois Jay Vine a prendere in testa la salita, affiancato da molti uomini della Visma, ma è lo spagnolo Mikel Landa (Soudal Quick-Step), sinora molto deludente, ad attaccare per primo, seguito, dopo qualche minuto, da Buitrago. Ali di folla entusiasta – a volte sembra di essere sulle grandi salite del Giro o del Tour – accompagnano i due corridori sino al GPM, dove passano divisi solo da una manciata di secondi; alle loro spalle il gruppo, ancora composto da una cinquantina di uomini, si è frazionato e passa a circa mezzo minuto. Nella picchiata su Bilbao Landa e Buitrago si riuniscono, con lo spagnolo primo al traguardo volante; alle loro spalle il gruppo, preceduto di pochi secondi da un gruppetto di inseguitori – fra i quali si trovano Campenaerts e nuovamente Pedersen, che ottiene punti buoni per la classifica che sta capeggiando – passa a circa un minuto. Prima di tornare ad affrontare il Vivero il gruppo, tirato dagli uomini della Visma, rientra sugli inseguitori mentre Landa, che ha problemi alla schiena, cede all’improvviso; Buitrago si ritrova da solo ai piedi del penultimo GPM, la seconda salita al Vivero, con una quarantina di secondi di vantaggio che a questo punto della tappa, e senza più l’aiuto di Landa, sembrano troppo pochi per dargli qualche chance di vittoria. Il gruppo inizia a perdere corridori, fra i quali Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale Team) e persino Pedersen; sotto la spinta di Finn Fisher-Black (Red Bull – BORA – hansgrohe), del solito Vine e infine dello stesso Almeida i suoi componenti si riducono rapidamente, dapprima a una trentina di uomini e poi a alla dozzina di elementi che si riporta su Buitrago in vista del GPM; tra di loro ci sono tutti i primi della classifica, inclusi i nostri Ciccone e Pellizzari. Sul GPM passa per primo Pidcock; il resto del gruppo ha circa mezzo minuto di ritardo, ma rientra senza difficoltà nella discesa che riporta i corridori verso Bilbao. È dunque l’ultima salita, il temibile Alto de Pike, a decidere la tappa: ai suoi piedi sono circa 35 i corridori che compongono il gruppo dei migliori, ma solo in 10 affrontano insieme l’ultimo, terribile chilometro. Infine è di nuovo Pidcock, vanamente tallonato da Vingegaard, che riesce a staccare di forza tutti gli altri e passare per primo sulla cima del Pike. Almeida non è lontano. Lungo la discesa Vingegaard e Pidcock si riuniscono e riescono a tenere a distanza Almeida, insieme al quale si trovano Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike), Jai Hindley (Red Bull – BORA – hansgrohe) e il redivivo Gall; più indietro i nostri Ciccone e Pellizzari, in compagnia di Egan Bernal (INEOS Grenadiers) e Matthew Riccitello (Israel – Premier Tech). La coppia di testa entra in Bilbao con ancora 10 secondi di vantaggio sugli inseguitori e… la tappa finisce! La presenza sul traguardo di molti manifestanti pro-Palestina ha convinto, già da qualche minuto, gli organizzatori a neutralizzare gli ultimi tre chilometri, come del resto avviene sempre nelle tappe pianeggianti. Quello che non ci si aspettava, e che probabilmente alcuni corridori neanche sapevano, è che la neutralizzazione non basta: i corridori vengono fermati a 3 chilometri dalla fine e, anche se i tempi presi al momento restano validi per la classifica generale, nessun vincitore di tappa viene proclamato! Al di là di ogni considerazione sull’opportunità (o inopportunità) di disturbare le gare sportive con manifestazioni di protesta, per quanto giusta possa essere la causa in nome della quale ci si batte, è impossibile non chiedersi se la decisione degli organizzatori sia stata la più corretta: si poteva forse anticipare il traguardo e dare la vittoria a chi fosse passato per primo sotto lo striscione dei 3 chilometri? O fermare la corsa ancora prima, magari in cima al Pike? Ad ogni modo la tappa resta senza un vincitore e la classifica generale vede Vingegaard rafforzare il primato, davanti ad Almeida e Pidcock (salvo sorprese dell’ultim’ora, dato che a più di un’ora dall’arrivo non ci sono ancora conferme ufficiali), con Pedersen, Vine e Pellizzari che rimangono al comando di quella a punti, quella degli scalatori e quella dei giovani. Domani, salvo sorprese, si ripartirà per correre una tappa più tranquilla, anche se vi sarà una salita impegnativa nel finale. Sarà corsa vera?

Andrea Carta

Le proteste dei manifestanti minacciano il regolare svolgimento dellundicesima tappa (foto Ander Gillinea / AFP via Getty Images)

Le proteste dei manifestanti minacciano il regolare svolgimento dell'undicesima tappa (foto Ander Gillinea / AFP via Getty Images)

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