TOUR 2025: LE PAGELLE

luglio 29, 2025
Categoria: Approfondimenti

Le pagelle dell’edizione appena terminata della Grande Boucle

TADEJ POGACAR. Quasi perfetto; due vittorie di tappa nella prima insidiosa settimana e vittoria del Tour costruita a cronometro e sull’Hautacam con una superiorità indiscutibile. Dimostra una raggiunta maturità nella terza settimana di saggio controllo della situazione, senza cedere neppure un centimetro agli attacchi di Vingegaard. Arriva un po’ giusto nel finale, tanto che, su uno strappo adattissimo alla sue caratteristiche, rimane staccato da un Van Aert che si era risparmiato dopo il Giro d’Italia. VOTO 9.5

FLORIAN LIPOWITZ. Ventiquattrenne sul podio alla prima partecipazione al Tour (come un certo Marco Pantani) ed al secondo grande giro portato a termine. Quest’anno ha vinto la classifica giovani alla Parigi-Nizza, al Delfinato ed al Tour de France. Giovane solido e determinato, ha sbagliato tattica sul Col de la Loze e ha pagato, ma è stato bravissimo a riprendersi il giorno dopo e a mettersi al riparo dalla minaccia del rivale Onley senza l’aiuto dell’esperto capitano Roglic. VOTO 9

OSCAR ONLEY. Dal trentanovesimo al quarto posto al Tour de France, un bel salto per il ventiduenne scozzese che, nonostante la giovane età, si è dimostrato molto solido, soprattutto mentalmente. Si è gestito alla perfezione come un corridore in piena maturità, non ha esagerato, non è andato fuori giri è sempre riuscito a dare il massimo, come nella tappa di Courchevel quando ha quasi strappato la maglia bianca a Lipowitz. Quando ha ceduto lo ha fatto perché ha capito che non doveva esagerare, come a La Plagne, quando ha dovuto mollare sull’attacco del teutonico rivale che si era accorto della sua difficoltà. Ha grandi margini di crescita e lo vedremo ancora protagonista. VOTO 9

JONATHAN MILAN- Anche per lui, come Arensman, due vittorie di tappa alla prima partecipazione al Tour impreziosite dalla maglia verde portata a Parigi, cosa riuscita solo ad altri due italiani: “Cuore Matto” Franco Bitossi e “Ale Jet” Alessandro Petacchi. Nonostante sia inferiore a Merlier nel testa a testa, il “Toro di Buja” pareggia i conti nelle vittorie di tappa e con la maglia verde si laurea re dei velocisti a Parigi. VOTO 9

THYMEN ARENSMAN. Due vittorie di tappa all’esordio al Tour de France e che vittorie: il tappone pirenaico e un tappone alpino che, seppur accorciato, era nel mirino dei due grandi protagonisti di questo Tour de France. Alla fine è stato favorito dal tatticismo ma è stato bravissimo nell’individuare il tema tattico che poteva consegnargli la vittoria. Fortissimo, invece, sui Pirenei. La sua commozione dimostra la grandezza della prestazione VOTO 8,5

BEN HEALY. Grande prova dell’irlandese attaccante nato che impreziosisce la sua top ten con una vittoria di tappa e due giorni in maglia gialla. Ceduto il vessillo del primato, ci riprova e sfiora il bis sul leggendario Mont Ventoux, patisce le Alpi ma anche lui stringe i denti e conserva una top ten “ch’era follia sperar”. L’impressione è che, migliorando nella gestione delle energie, possa aspirare anche ad una top five. VOTO 8

JONATHAN NARVAEZ. Il corridore ecuadoriano merita una notazione perché l’accelerazione imposta ai piedi della salita di Hautacam, con la quale ha lanciato il capitano verso la vittoria, è stata davvero impressionante e ha lasciato sul posto anche un certo Jonas Vingegaard, che ha pagato caro il tentativo di rispondere con un bel fuori giri. Il resto del Tour non è stato brillantissimo, nemmeno nel lavoro di gregariato, ma in quella accelerazione c’è buona parte dei 2 minuti di distacco ad Hautacam con i quali Pogacar ha ipotecato il Tour. VOTO 8

TOBIAS JOHANNESENN. Vincitore del Tour de l’Avenir nel 2021, centra una top ten alla terza partecipazione alla Grande Boucle, dopo il trentacinquesimo posto dello scorso anno. Non ha avuto acuti particolari ma è sempre stato con il gruppetto degli uomini di classifica nelle tappe importanti. Ha avuto una brutta crisi sul Ventoux con un malore nel finale che ha fatto temere conseguenze per il prosieguo della corsa, ma il ventiseienne norvegese ha stretto i denti e ha portato a casa un grande risultato. VOTO 7,5

KÉVIN VAUQUELIN. I corridori di casa al Tour si impegnano al 200% e il giovane francese non poteva farsi sfuggire l’occasione in un Tour de France che prendeva il via proprio dalla sua regione. Ottima prima parte poi, nella terza settimana, con le grandi salite alpine, ha patito la fatica e la giovane età e ha vissuto giornate difficili ma è riuscito, anche lui stringendo i denti, a conservare la top ten. Davvero lodevole per l’impegno e la grinta. VOTO 7,5

BEN O’CONNOR. Grande vittoria contro ogni pronostico nel tappone alpino, quando si è tolto tutti di ruota e ha accumulato un vantaggio che gli ha permesso di gestire un finale nel quale non ne aveva più. Nella tappa da fughe di Portalier, tenta di difendersi in prima persona dagli attacchi di Jegat, ma la benzina finisce troppo presto. VOTO 7,5

JONAS VINGEGAARD. Nella prima settimana sembra riuscire a resistere alle sgasate del rivale sloveno, ma cede a cronometro e patisce seriamente sulla salita di Hautacam, quando nel finale perde anche dagli altri avversari. Si riprende nella terza settimana e si conferma un uomo di fondo ma i suoi attacchi non bastano ad impensierire Pogacar e, a dispetto della dichiarazioni bellicose, nell’ultima tappa bada solo a mettere la sua ruota davanti a quella del disinteressato rivale e conclude il Tour senza vittorie di tappa. Ci ha provato ma non ha convinto. VOTO 7

FELIX GALL. Sempre solido in salita, non ha fatto grandi attacchi se non quando ha visto Roglic in crisi dopo l’attacco sul Col du Prè per andarsi a prendere la top five. Non ha avuto acuti particolari e gli attacchi che ha provato sono stati tutti piuttosto velleitari. Però, l’impressione è che abbia badato al piazzamento per dimostrare di essere un uomo da tenere in conto per la classifica generale delle corse a tappe e non solo per le vittorie parziali in montagna. VOTO 7

JORDAN JEGAT. Nome circolato soprattutto nella seconda parte del Tour, quando ha animato varie fughe e soprattutto nella penultima tappa, quando ha intavolato e vinto la partita a distanza con Ben O’Connor per l’ultimo posto nella top ten. Come per Vauquelin, lodevole l’impegno nella corsa di casa più prestigiosa. VOTO 7

MATHIEU VAN DER POEL- Una vittoria di tappa e quattro giorni in giallo sono un bel bottino ma, alla quarta tappa, viene battuto da Pogacar su un arrivo perfetto per lui. Con la girandola di finali adatti a lui nella prima settimana poteva raccogliere anche di più. Una polmonite lo costringe al ritiro mentre era in piena lotta per la maglia verde. VOTO 7

WOUT VAN AERT. Dopo un Giro d’Italia dispendioso, soprattutto nel finale quando si è sacrificato del tutto alla causa di Simon Yates, il belga ha disputato un Tour anonimo. Ma la vittoria sui Campi Elisi, staccando Pogacar su uno strappo adattissimo anche allo sloveno, è un colpo di classe che gli vale la sufficienza abbondante. VOTO 6,5

PRIMOZ ROGLIC. Veniva da un Giro d’Italia sfortunato e non aveva puntato la preparazione sul Tour e si è visto nella prima parte della Grande Boucle. Col passare dei giorn, è cresciuto sino ad arrivare alla quinta posizione in generale, cosa che ovviamente non contava granché per un corridore esperto che annovera 5 grandi giri vinti ed un podio al Tour. Ha cercato la vittoria di tappa ma, nel tappone con arrivo a La Plagne, ha sbagliato del tutto strategia quando ha visto che il gruppo non lasciava spazio. Avrebbe potuto tirare subito i remi in barca e riprovarci nel finale, con il tatticismo tra i due grandi che avrebbe potuto favorirlo. Invece, non è stato neppure utile al suo compagno di squadra in lotta per il podio. VOTO 6

REMCO EVENEPOEL. Ha vinto la cronometro di Caen e ha provato a reagire alle difficoltà sui Pirenei, dovute probabilmente anche alla preparazione compromessa a causa dell’infortunio patito in inverni. Ma tutte queste attenuanti, se possono certamente rendere meno grave il suo ritiro sul Tourmalet, non bastano per far raggiungere la sufficienza a un corridore che non è mai sembrato all’altezza del podio conquistato lo scorso anno. VOTO 5,5

Benedetto Ciccarone

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