LECTIO MAGISTRALIS DI POGACAR AD HAUTACAM, MATTONATA PER GLI AVVERSARI
Tadej Pogacar parte su una accelerazione tremenda di Narvaez che lascia Vingegaard a qualche metro. Da lì in poi, è un assolo dell’iridato che si vendica del danese, che sulla stessa salita lo staccò due anni fa. Lontanissimi gli altri avversari, salvo un ottimo Lipowitz che conferma quanto di buono aveva fatto vedere al Delfinato.
Era dall’inizio del Tour de France che gli appassionati aspettavano il duello in salita tra i due principali favoriti per la vittoria. Complice anche un percorso un po’ in controtendenza rispetto a quello degli ultimi anni, la salita si è fatta attendere e si cercava di scrutare, di capirci qualcosa nelle piccole scaramucce che c’erano state sugli strappetti del nord della Francia.
L’indicazione esatta era, però, arrivata dalla tappa a cronometro e parlava di un Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) in splendida forma e di un Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) che invece sembrava un po’ in difficoltà , anche se comunque era stato sempre pronto a rispondere alle stilettate del campione del mondo.
L’atteso duello in realtà non c’è stato. Vingegaard ha cominciato a perdere metri già sulla tremenda accelerazione impressa da Jhonatan Narvaez (UAE Team Emirates – XRG) sulle prime rampe della salita verso Hautacam.
Il danese certamente non ha il cambio di ritmo e ha voluto evitare il fuori giri, ma se in un primo momento sembrava potesse contenere lo svantaggio, andando in progressione, è bastato poco per capire che non era giornata.
Pogacar ha proseguito la salita a un ritmo impressionante, guadagnando costantemente, e l’aver attaccato a inizio salita gli ha permesso di arrivare in cima con oltre 2 minuti sul rivale.
I distacchi sugli altri corridori, però, dimostrano che il marziano è solo il campione del mondo.
L’ordine d’arrivo, infatti, parla di un Vingegaard che, a fronte di un distacco di 2′10″, da Pogacar, è riuscito a infliggere solo 13 secondi a un ottimo Florian Lipowitz (Red Bull – BORA – hansgrohe), issatosi in quarta posizione a meno di un minuto dal terzo gradino del podio di Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), che ora scricchiola pericolosamente.
Il belga si era staccato sul Col de Soulor, quando il gruppo era tirato da Tiesj Benoot (Team Visma | Lease a Bike), ed era poi faticosamente riuscito a rientrare, salvo poi staccarsi nuovamente sulla salita finale e giungere con un ritardo di 3′35″. Se si calcola il fatto che Oscar Onley (Team Picnic PostNL) e Tobias Halland Johannessen (Uno-X Mobility) sono giunti a 3 minuti (e quindi a 50 secondi dal danese) e che Kévin Vauquelin
(Arkéa – B&B Hotels) – che era sembrato in crisi – è giunto a 3′33″, ci si rende conto che, alle spalle di Pogacar, sebbene Vingegaard sia nettamente il più forte tra gli avversari dello sloveno, i distacchi subiti dagli altri nei confronti del danese non sono stai abissali. Il vantaggio in generale di Pogacar su Vingegaard (3′31″) è maggior del distacco che il danese vanta sul sesto (Onley, a 6′05″).
Insomma, in un quadro del genere, non si può far altro che constatare la superiorità netta dello sloveno su tutti gli altri. Solo una grossa crisi di Pogacar potrebbe rimettere tutto in discussione. La cosa non è affatto esclusa, visto che non solo Pogacar ha perso due Tour da Vingegaard proprio a causa di una giornata di crisi nera, ma anche che la crisi è qualcosa che in un grande giro può sempre colpire anche chi sembra padrone della corsa (vedi Ullrich nel 1998 e Simon Yates nel 2017).
La corsa è stata animata da un attacco di ben 50 corridori che ha conseguito un vantaggio massimo di circa 2 minuti. Il foltissimo gruppo era composto da Tim Wellens (UAE Emirates XRG), Tiesj Benoot (Visma | Lease a Bike), Maximilian Schachmann (Soudal Quick-Step), Harrison Sweeny (EF Education-EasyPost), Louis Barré (Intermarché-Wanty), Laurenz Rex (Intermarché-Wanty), Santiago Buitrago (Bahrain Victorious), Lenny Martinez (Bahrain Victorious), Robert Stannard (Bahrain Victorious), Fred Wright (Bahrain Victorious), Thymen Arensman (INEOS Grenadiers), Tobias Foss (INEOS Grenadiers), Axel Laurance (INEOS Grenadiers), Carlos RodrÃguez (INEOS Grenadiers), Connor Swift (INEOS Grenadiers), Laurence Pithie (Red Bull – BORA – hansgrohe), Aleksandr Vlasov (Red Bull – BORA – hansgrohe), Thibau Nys (Lidl-Trek), Mattias Skjelmose (Lidl-Trek), Edward Theuns (Lidl-Trek), Guillaume Martin (Groupama-FDJ), Valentin Madouas (Groupama-FDJ), Paul Penhoët (Groupama-FDJ), Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck), Julian Alaphilippe (Tudor), Marc Hirschi (Tudor ), Michael Storer (Tudor Pro Cycling Team), Matteo Trentin (Tudor), Ben O’Connor (Team Jayco AlUla), Luke Durbridge (Jayco AlUla), Mauro Schmid (Team Jayco AlUla), Raúl GarcÃa Pierna (Arkéa-B&B Hotels), Clément Venturini (Arkéa-B&B Hotels), Pablo Castrillo (Movistar Team), Iván Romeo (Movistar Team), Einer Rubio (Movistar Team), Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale), Aurélien Paret-Peintre (Decathlon AG2R La Mondiale), Emanuel Buchmann (Cofidis), Bryan Coquard (Cofidis), Ion Izagirre (Cofidis), Dylan Teuns (Cofidis), Harold Tejada (XDS Astana Team), Simone Velasco (XDS Astana Team), Steff Cras (TotalEnergies), Thomas Gachignard (TotalEnergies), Anthony Turgis (TotalEnergies), Michael Woods (Israel – Premier Tech), Joseph Blackmore (Israel – Premier Tech), Alexey Lutsenko (Israel – Premier Tech) e Jarrad Drizners (Lotto).
L’armonia si spezza sul Col de Soulor e, mentre in gruppo i capitani fanno alzare il ritmo, davanti restano solo 14 dei 50 attaccanti.
La Visma fa il ritmo sulla salita ma la squadra non si dimostrerà all’altezza, tanto che Vingegaard rimarrà solo ai piedi della salita finale in balia degli UAE.
Davanti si mette in mostra Armirail che, quando il gruppo dei battistrada esplode, riesce a riportarsi su Woods e Skjelmose, che avevano attaccato a loro volta, ed a staccarli, presentandosi da solo ai piedi della salita finale.
Il gruppo è a quel punto tirato da Wellens che, dopo la lunga fuga, si mette al servizio di Pogacar e va chiudere sulla fuga, fino a quando Narvaez non piazza una spaventosa accelerata che mette in difficoltà anche Vingegaard.
Dai -12 sarà un assolo di Pogacar, con Vingegaard che tenterà di gestirsi ma pagherà un passivo pesante di oltre due minuti.
Grande battaglia alle spalle del danese tra Lipowitz, Onley, Johannessen, Primoz Roglic (Red Bull – BORA – hansgrohe) e Vauquelin. Alla fine Roglic pagherà il passivo più pesante, mentre Lipowitz per poco non va a riprendere Vingegaard. Gli altri arrivano tutti separati da pochi secondi con Evenepoel che arriverà insieme a Vaquelin e riuscirà a salvare la terza posizione da Lipowitz per soli 49 secondi.
Domani la cronoscalata a Peyragudes sarà un test importante per avere conferme o smentite di quanto visto oggi, in attesa del vero e proprio tappone pirenaico con il “Giro della morte” e l’arrivo a Luchon-Superbagnères
Benedetto Ciccarone

Pogacar in azione sulla salita di Hautacam (foto Marco Bertorello / AFP via Getty Images)