NON E’ POI MICA TANTO…BRUTT

febbraio 28, 2011
Categoria: News

Il russo della Katusha si aggiudica la 2° edizione della Classica Sarda, ben diversa da quella andata in scena nel 2010. Decisiva una fuga con dentro tutti i “big” partita nei primi chilometri di corsa che ha sfruttato a pieno un percorso nervoso e ricco di saliscendi, quasi da grande classica. Ed è finito anche un po’ dello strapotere dimostrato in questa settimana da Sagan.

Foto copertina: Brutt subito dopo aver tagliato il traguardo della Classica Sarda (foto Bettini)

Se già il Giro di Sardegna aveva virato verso est facendo rotta sulla Slovacchia e su Peter Sagan, la “Classica Sarda” si spinge ancora più in là e fa tappa in Russia premiando un sempre generoso Pavel Brutt, uno dei migliori passisti in circolazione che però non sempre riesce a concretizzare tutta la mole di chilometri in fuga che colleziona in una stagione.
L’arrivo di Chiaramonti, dopo un lungo vagare fra le province di Oristano e Nuoro, non lasciava certo presagire una volata e così è stato, anche in considerazione del fatto che la gara si è praticamente decisa nei primi chilometri quando è andata via la fuga “buona” composta da ben 22 elementi con dentro tutti i favoriti, o comunque quelli che avevano dimostrato di avere la gamba durante il Giro di Sardegna. E, quindi, non poteva mancare il dominatore Peter Sagan che, oltre ad essere in testa e cercare la vittoria, forse sperava anche di poter aiutare qualche suo compagno di squadra per restituire qualche favore, tant’è che in casa Liquigas-Cannondale in avanscoperta sono andati anche Nibali ed Oss. La squadra più rappresentata è l’Androni Giocattoli con ben 4 elementi come Ferrari, Monsalve, Sella e De Marchi ma anche Lampre (Cunego e Gavazzi) e Astana (Tiralongo e Kiserlovski) non sono state certo a guardare. Fra gli altri, poi, Porsev e Brutt della Katusha e gli italiani Gatto e Favilli della Farnese Vini.
Con il fatto che davanti ci sono tutte le squadre in corsa eccezion fatta per tre, la più forte è la Colnago, la fuga prende quasi subito il largo e quando il vantaggio arriva a toccare i 10’, all’altezza del rifornimento, tutto il gruppo inseguitore si ferma lasciando il palcoscenico solamente ai 22 in testa.
La lotta per la vittoria si accende quando al traguardo di Chiaramonti mancano una venticinquina di chilometri ed i primi ad aprire il gas sono Oss, Brutt, Favilli, Ferrari e Thomas. Gli altri due uomini Liquigas stanno ben rintanati nel gruppetto inseguitore ma quando Daniel Oss è vittima di una foratura i “verdi” sono costretti a passare al contrattacco, anche perché manca poco più di 10 chilometri al traguardo e lo svantaggio si avvicina al mezzo minuto. Così, da dietro partono i vari Sagan, Nibali, Cunego, Gavazzi, Gatto, Kiserlovski e Sella. Una volta ricompattato il gruppo in testa è proprio il vicentino a dimostrare di averne di più ma i suoi scatti vengono rintuzzati da un Damiano Cunego che si sacrifica per il più veloce compagno di squadra Gavazzi. Al terzo tentativo Sella riesce ad avvantaggiarsi di una decina di secondi ed a due chilometri dalla fine, nel tratto in salita, è Nibali a provare il tutto per tutto ma il messinese non riesce in alcun modo a riprendere il capitano dell’Androni che sembra veleggiare verso una importante vittoria.
Ma tutti quanti non avevano fatto i conti con Pavel Brutt che si alza sui pedali ad un chilometro e mezzo dal traguardo, prima salta agevolmente Nibali poi riprende Sella nel tratto finale e va a vincere in solitudine. Il vicentino riesce a mantenere perlomeno il secondo posto, difendendosi dal rientro poderoso dell’oramai “solito” Sagan che, una volta visto Nibali in difficoltà, ha cercato di tenere alto l’onore Liquigas. Chiudono la classifica dei primi cinque Francesco Gavazzi ed Oscar Gatto.
Per il vincitore del Giro di Sardegna la Classica Sarda ha avuto un epilogo in ospedale, dove gli sono stati applicati 5 punti di sutura, necessari in seguito ad una caduta avvenuta in discesa nel finale di gara, causata da una buca e nella quale sono stati coinvolti anche il tunisino Chtioui e lo statunitense Busche.

Saverio Melegari

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