LE FINESTRE PARLANO ANCORA INGLESE: YATES SI RIPRENDE QUELLO CHE AVEVA LASCIATO LASSÙ NEL 2018

maggio 31, 2025
Categoria: Copertina, News

Con una grande impresa Simon Yates vince il Giro d’Italia sulla stessa salita sulla quale lo aveva perduto nel 2018. Del Toro e Carapaz si marcano agevolando Yates ma gli errori più gravi sono di Del Toro e della UAE.

Una bellissima tappa ha ribaltato il Giro d’Italia grazie all’attacco di Simon Yates (Team Visma | Lease a Bike), che si è inserito nella battaglia in corso tra Isaac Del Toro (UAE Team Emirates – XRG) e Richard Carapaz (EF Education – EasyPost) e si è involato verso la Cima Coppi, trovando in discesa un passistone con un grande motore come Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike), che gli ha permesso di incrementare il vantaggio nel tratto in falsopiano.
Yates ha fatto una grande impresa come quella che il connazionale Froome aveva fatto proprio ai suoi danni nel 2018 e quindi bisogna attribuirgli il merito della sua stupenda azione, ma vanno parimenti sottolineati i gravissimi errori della UAE e di Del Toro.
Il primo errore della formazione emiratina è stato quello di non inserire un uomo nella fuga, che in una tappa come quella di oggi era una mossa praticamente obbligata vieppiù pensando a che corridore aveva inserito la squadra del terzo della classifica.
Quando Carapaz ha attaccato all’inizio della salita del Colle delle Finestre Del Toro ha risposto molto bene mentre Yates ha proseguito regolare con il suo passo, comunque ottimo, e si è riportato sulla coppia. Nella girandola di scatti e attacchi Yates è stato lasciato andare e sin lì ci può anche stare, visto che non si può rispondere a tutti colpo su colpo, ma quando il vantaggio di Yates aveva superato il minuto Del Toro e Carapaz hanno fatto quasi una sorta di surplace, al punto che Derek Gee (Israel – Premier Tech), che si staccava ad ogni scatto, non solo si riportava sulla coppia dei sudamericani ma rilanciava la velocità semplicemente proseguendo con il proprio passo.
Ora un uomo in maglia rosa sotto attacco non può permettersi di giocare a chi va più piano perché ovviamente per Carapaz arrivare secondo o terzo non fa grossa differenza.
Chi rischiava di perdere il giro era Del Toro che, quindi, doveva mettersi in testa e andare al massimo che poteva per cercare di evitare che il vantaggio lievitasse troppo.
Sicuramente sulla salita avrebbe limitato i danni, visto che il gioco tattico con Carapaz è andato avanti per diversi chilometri. Allo stesso modo in discesa e nel tratto in falsopiano verso il Sestriere invece di chiedere collaborazione a Carapaz e passeggiare dopo aver ricevuto un diniego avrebbe dovuto mettersi a testa bassa e andare a tutta.
Probabilmente avrebbe perduto lo stesso, visto che Yates aveva trovato Van Aert, ma sarebbe stato certamente meglio che consegnare il giro su un piatto d’argento al britannico.
Ovviamente questo non cancella tutte le cose ottime che Del Toro ha mostrato in questo Giro d’Italia, ma quello di oggi è stato un gravissimo errore che nemmeno un giovane deve commettere. Quando Yates è davanti con un minuto di vantaggio la maglia rosa deve prendere l’iniziativa. Non era Carapaz che rischiava di perdere il Giro ma Del Toro. Ora è possibile che Del Toro fosse al limite, però certamente poteva provare ad andare del suo passo senza quasi fermarsi nei momenti in cui Carapaz rallentava per costringerlo ad andare davanti.
Yates ha giocato di esperienza, ma certamente l’errore della Uae e quello di Del Toro hanno facilitato non poco la riuscita dell’impresa.
La tappa è stata caratterizzata da una fuga di circa 30 corridori formatasi in più tempi, che è andata via nelle fasi iniziali della corsa e ha raggiunto un vantaggio massimo di circa 10 minuti
Il tentativo era composto da Timo Kielich (Alpecin-Deceuninck), Sylvain Moniquet (Cofidis), Dries De Bondt (Decathlon Ag2r La Mondiale Team), Enzo Paleni (Groupama-FDJ), Kim Heiduk (Ineos Grenadiers), Jacopo Mosca (Lidl-Trek) e Gianmarco Garofoli (Soudal Quick-Step),Francesco Busatto (Intermarché – Wanty), Mads Pedersen (Lidl-Trek), Carlos Verona (Lidl-Trek), Jon Barrenetxea (Movistar Team), Ethan Hayter (Soudal Quick-Step) e Manuele Tarozzi (VF Group Bardiani CSF – Faizanè),Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck), Jimmy Janssens (Alpecin-Deceuninck), Alessandro Verre (Arkea-B&B Hotels), Pello Bilbao (Bahrain Victorious), Fran Miholjević (Bahrain Victorious), Stefano Oldani (Cofidis), Andrea Vendrame (Decathlon Ag2r La Mondiale Team), Sven Erik Bystrøm (Groupama-FDJ), Kévin Geniets (Groupama-FDJ), Rémy Rochas (Groupama-FDJ), Kevin Colleoni (Intermarché – Wanty), Simon Clarke (Israel – Premier Tech), Jefferson Cepeda (Movistar Team), Chris Harper (Team Jayco AlUla), Mattia Bais (Team Polti VisitMalta), Mirco Maestri (Team Polti VisitMalta), Wout van Aert (Team Visma | Lease A Bike) e Martin Marcellusi (VF Group Bardiani CSF – Faizanè).
Sul Colle delle Finestre la fuga ha perso via via pezzi, finché non sono restati davanti solo Harper e Verre. Quest’ultimo ha provato a tenere il ritmo dell’australiano ma non è riuscito nell’impresa. Verre è stato, però, bravo e gestirsi e a non naufragare, cosa che gli ha permesso di resistere al ritorno di Yates e di guadagnare il secondo posto.
La corsa dei big è stata tutta un’altra cosa. La EF di Carapaz ha tirato per lunghi tratti sino alle prime rampe del Colle delle Finestre, quando l’ultimo uomo ha aperto il gas per lanciare l’attacco di Carapaz, che è stato molto violento e potrebbe aver causato problemi allo stesso corridorre. Del Toro ha risposto prontamente, mentre Yates ha proseguito regolare in progressione ed è riuscito a riportarsi sulla coppia di sudamericani. I primi 3 della generale hanno proseguito assieme per qualche chilometro, alternandosi negli scatti, mentre il quarto, Gee, andava su costante, come da sue caratteristiche. L’ennesimo scatto di Yates ha visto un rallentamento da parte di Carapaz e Del Toro, che si guardavano in faccia perché probabilmente entrambi aspettavano che fosse l’altro a rispondere e così, pian piano, Yates ha guadagnato secondi. L’impressione è stata che Carapaz fosse in grado di seguire Yates e questo è stato forse il più grave errore commesso dall’ecuadoriano, non certo quello di non collaborare con Del Toro (come pure vari opinionisti hanno sostenuto).
Il patatrac ha iniziato a materializzarsi quando Carapaz e Del Toro non inseguivano affatto e anzi quasi si fermavano, consentendo diverse volte il rientro di Gee. In questa fase Yates ha guadagnato oltre un minuto, divenuti un minuto e mezzo in vetta al Finestre. Nei primi chilometri della discesa il britannico ha trovato Van Aert, che si era inserito nella fuga proprio con lo scopo di aiutare il capitano, in un tratto adattissimo alla caratteristiche del belga e, a quel punto, è finita la corsa. Dietro Del Toro e Carapaz non potevano certo competere con un motore come quello di Van Aert, ciò tuttavia non giustifica comunque la totale arrendevolezza dei due, che litigavano su chi dovesse tirare.
Ovviamente, le colpe maggiori ricadono su Del Toro perché era lui in maglia rosa e Carapaz, non essendo riuscito a staccarlo sul Colle delle Finestre, non aveva più alcun interesse a collaborare, dato che per lui arrivare secondo o terzo non avrebbe fatto certo la differenza.
Se Carapaz avesse collaborato con Del Toro, anche nell’ipotesi in cui fossero riusciti a chiudere su Yates, l’ecuadoriano non avrebbe comunque vinto ma avrebbe al massimo fatto secondo, invece che terzo (cosa che per uno che il Giro lo ha vinto non avrebbe fatto grande differenza).
Del Toro, a quel punto, avrebbe dovuto provare ad andare a tutta, invece che proseguire a velocità da gita domenicale, anche se con Van Aert davanti sarebbe stato comunque difficile recuperare.
L’andatura blanda ha consentito il rientro del gruppo di Giulio Pellizzari (Red Bull – BORA – hansgrohe) e Damiano Caruso (Bahrain – Victorious) che era in ritardo di ben due minuti al GPM di Colle delle Finestre.
Terminato il lavoro di Van Aert, Yates ha proseguito di ottimo ritmo sulle dolci rampe verso Sestriere e, mentre Harper tagliava il traguardo braccia al cielo, il britannico pregustava quella maglia rosa che aveva dovuto cedere a Chris Froome proprio sul Colle delle Finestre nel 2018 (quando la tappa, però, terminò sopra Bardonecchia).
Il gruppo maglia rosa con tutti i big, eccetto Egan Bernal (INEOS Grenadiers), è arrivato con quasi 6 minuti di ritardo da Yates, che si ritrova quindi in maglia rosa con un vantaggio di poco inferiore ai 4 primi su Del Toro, con Carapaz sul gradino più basso del podio.
Ottimo Caruso che, a 38 anni, entra in top five grazie alla sua grande esperienza e solidità, mentre Pellizzari ha conquistato un ottimo sesto posto dopo aver lasciato diversi minuti sulla strada per aiutare il capitano Primoz Roglic, ritiratosi a causa di vari problemi fisici in gran parte dovuti alla cadute.
Si chiuderà domani un Giro d’Italia molto emozionante che ha visto delle belle sfide nelle tappe intermedie e insidiose forse più che sulle grandi montagne, con l’eccezione della tappa di oggi.
A questo punto, occhi puntati sul Tour de France e sulle storiche corse di preparazione, Criterium del Delfinato e Giro di Svizzera.

Benedetto Ciccarone

Yates allattacco verso il Colle delle Finestre (Getty Images)

Yates all'attacco verso il Colle delle Finestre (Getty Images)

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