NEL TAPPONE NON SUCCEDE (QUASI) NULLA: A CHAMPOLUC VINCE PRODHOMME, DEL TORO E CARAPAZ ASSIEME ALL’ARRIVO

maggio 30, 2025
Categoria: Copertina, News

Era la tappa più dura ma la montagna ha partorito il topolino di un solo attacco sull’ultima e più facile delle cinque salite previste, con la maglia rosa Del Toro e il suo più diretto avversario Carapaz da soli all’arrivo con una ventina di secondi di vantaggio sugli altri “big” della classifica. Troppo tardi per la vittoria di tappa, che grazie alla scarsa belligeranza in gruppo è andata al fuggitivo Nicolas Prodhomme

La diciannovesima e terzultima tappa del 108esimo Giro d’Italia è considerata da molti appassionati la più importante di questa edizione presentando ben 5 GPM, di cui tre di prima categoria, e una lunghezza che, pur inferiore a quella dei famosi tapponi di una volta, è pur sempre ragguardevole con i suoi 166 chilometri. La partenza è fissata a Biella, alle ore 12.30, e il percorso, dopo avere oltrepassato Ivrea, supera il valico di Croce Serra (GPM di terza categoria, 11 chilometri al 5%, abbastanza regolari), piega verso Nord e imbocca la valle della Dora Baltea, la più importante della Val d’Aosta, risalendo verso il capoluogo. All’altezza di Verres si devia in una valle laterale che conduce al Col Tzecore (GPM di prima categoria, ben 16 chilometri all’8% con punte del 15%), da cui si ridiscende nuovamente nella valle della Dora Baltea, passando per Saint-Vincent e Chatillon. Ben presto il percorso devia nuovamente verso Nord, arrampicandosi sino al colle di Saint Pantaléon (GPM di prima categoria, altri 16 chilometri al 7% con punte del 12%), per poi ridiscendere a Saint-Vincent, proseguire in direzione del Col de Joux (terzo GPM di prima categoria: 15 chilometri al 7% con punte del 12%) e scendere infine a Brusson nella Val d’Ayas, dove mancheranno 15 chilometri al traguardo. Da Brusson si risale al paese di Antagnod (GPM di seconda categoria, gli ultimi 4 chilometri hanno una pendenza del 6% con punte dell’11%), e infine si scende al traguardo, situato a Champoluc dopo 5 chilometri di discesa.
In un Giro caratterizzato dal crollo di buona parte dei favoriti a causa di incidenti di ogni tipo e che presenta una classifica molto corta, con i primi cinque racchiusi in tre minuti e con nessun corridore che ha mai dato l’impressione di poter dominare a suo piacimento, pronosticare l’esito di una tappa come quella odierna è molto difficile. Certamente l’ecuadoriano Richard Carapaz (EF Education – EasyPost), secondo a 41 secondi, il colombiano Egan Bernal (INEOS Grenadiers), sesto a 4’43” e il nostro giovane Giulio Pellizzari (Red Bull – BORA – hansgrohe), settimo a 5’02”, tutti ottimi scalatori, sono tra i corridori più accreditati, sia per vincere la tappa, sia per insidiare il primato dell’attuale leader della classifica, il sorprendente messicano Isaac del Toro (UAE Team Emirates – XRG), vincitore mercoledì sul traguardo di Bormio dopo un cedimento nella tappa precedente. Ma molti altri corridori, che sinora hanno risparmiato energie e non si sono fatti notare, potrebbero sorprendere, a partire dal terzo in classifica, il britannico Simon Yates (Team Visma | Lease a Bike), leader di una squadra orfana del grande Jonas Vingegaard e del desaparecido americano Sepp Kuss, del quale si sono perse le tracce dopo le grandi fatiche della stagione 2023.
La partenza avviene con un tempo eccellente, anche troppo (ben 26 gradi di temperatura), che arriva dopo il maltempo e il freddo dei giorni scorsi e potrebbe causare ulteriori difficoltà ai corridori. Sulla salita di Croce Serra diversi uomini escono dal gruppo e un po’ per volta si viene a ricreare la situazione della tappa di ieri, con una trentina di uomini in fuga e tra questi ci sono molti cacciatori di tappe, come Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike), Mads Pedersen (Lidl – Trek) e il nostro Christian Scaroni (XDS Astana Team), tutti già vincitori nei giorni scorsi, ma anche Romain Bardet (Team Picnic PostNL), David Gaudu (Groupama – FDJ) e Pello Bilbao (Bahrain – Victorious). Il solo uomo di classifica presente nella fuga è il nostro Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), 15esimo a un quarto d’ora dalla maglia rosa, ma che non è apparso brillante nei giorni scorsi e non rappresenta un pericolo per gli uomini di classifica, tutti riuniti nel gruppo principale che segue a un paio di minuti.
A transitare primo sul GPM di Croce Serra è Mattia Cattaneo (Soudal Quick-Step); il leader della classifica degli scalatori, Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team), non è presente nella fuga in quanto ha ormai vinto matematicamente questa classifica e non ha più interesse a transitare primo sui GPM che si succederanno oggi e domani. Sulla dura salita del Col Tzecore il vantaggio dei fuggitivi supera i due minuti e mezzo, ma qualcuno inizia a perdere terreno; cedono, fra gli altri, Pedersen e Van Aert, ma sia davanti, sia dietro nessuno si muove e pochissimo cambia nella composizione dei vari gruppi e nei distacchi. Il plotoncino dei migliori è comunque capeggiato dagli uomini della maglia rosa, che forse teme un attacco di Carapaz, il quale a sua volta ha due uomini nella fuga (fra questi il forte scalatore Georg Steinhauser, molto brillante l’anno scorso proprio al Giro, dove ha anche vinto la tappa con arrivo al passo Brocon davanti a Pogacar).
Sul Col Tzecore passa per primo Scaroni, secondo nella classifica degli scalatori; l’Astana, con ogni evidenza, vuole anche ottenere il secondo posto in questa classifica dopo essersi già assicurata il primo. Il gruppo dei fuggitivi è composto ancora da 24 corridori, mentre il gruppo dei migliori transita a quasi tre minuti. Nella discesa, lunga e pericolosa, non ci sono cadute ed è già molto di questi tempi; il vantaggio dei fuggitivi aumenta sino a tre minuti e mezzo. Dopo 92 chilometri inizia la terza salita, il Colle di Saint Pantaléon. La fatica inizia a farsi sentire e i fuggitivi cominciano a cedere. Alcuni di loro, come Scaroni, Gaudu e Bardet, si staccano mentre nel gruppo principale iniziano a tirare gli uomini di Carapaz, sia pure senza dare il massimo. Il ritardo del gruppo scende molto lentamente e la situazione cambia solo quando a tirare si mettono gli uomini di Yates, gli olandesi Wilco Kelderman e Steven Kruijswijk. A questo punto il gruppo con i primi in classifica si riduce a una quindicina di unità e il suo ritardo scende a due minuti. Nessuno dei migliori sembra voler cedere, anche se occasionalmente Bernal appare in difficoltà. In cima al colle di Saint Pantaléon i fuggitivi sono rimasti in otto: è il francese Nicolas Prodhomme (Decathlon AG2R La Mondiale Team), quest’anno in evidenza al Tour of des Alps, a transitare per primo. Il gruppo con i migliori passa a due minuti. La discesa allunga di nuovo le distanze e all’attacco del Col de Joux i migliori sono nuovamente a tre minuti dai fuggitivi. Mancano 36 chilometri all’arrivo e non è ancora successo niente di importante, se non un po’ di schermaglie fra Del Toro, Carapaz e Yates, i cui uomini si sono alternati in testa al gruppetto dei migliori. Nessuno di questi ha ceduto e l’unico motivo di interesse sembra, al momento, la prova d’orgoglio del nostro Tiberi, che è ancora nel gruppetto dei fuggitivi. Il Col de Joux inizia a mietere vittime e davanti rimangono in tre (Tiberi, Prodhomme e Carlos Verona della Lidl – Trek, vincitore ad Asiago qualche giorno fa), mentre il gruppetto dei migliori perde prima Adam Yates (UAE Team Emirates – XRG), nono in classifica, e poi Davide Piganzoli (Team Polti VisitMalta), Kruijswijk, Kelderman e Bilbao, quest’ultimo reduce dalla fuga. A metà salita il gruppetto ha ancora un minuto e mezzo da recuperare ai primi tre, dai quali si è staccato Prodhomme che sta tentando l’azione solitaria. A 5 chilometri dallo scollinamento i migliori si riportano su Verona e Tiberi e resta quindi in fuga il solo Prodhomme. Gli uomini della UAE, ancora numerosi, iniziano a tirare il gruppetto, con Rafał Majka particolarmente attivo: a due chilometri dal GPM sono ancora insieme i primi dieci della classifica generale, tranne Yates, e in più Majka, l’americano Brandon McNulty (UAE Team Emirates – XRG) e Tiberi. Prodhomme è sempre in fuga e mantiene un minuto di vantaggio. A un chilometro dalla cima Carapaz accelera, ma Yates e Del Toro gli sono subito a ruota. Prodhomme scollina per primo con 50 secondi di vantaggio sugli inseguitori e nulla cambia lungo la discesa. Sulla salita verso Antagnod Prodhomme insiste con molta convinzione, nella speranza che dietro tutti continuino a guardarsi come hanno fatto per tutta la tappa, e aumenta il suo vantaggio sino a 1 minuto e mezzo quando mancano 11 chilometri al traguardo. A 9 chilometri nulla è cambiato: Majka e McNulty tirano sempre il gruppetto dei migliori cercando di impedire ogni attacco. A 7 chilometri, infine, Carapaz attacca e Del Toro gli rimane incollato. Nessun altro riesce a seguirli, mentre davanti Prodhomme mantiene più di un minuto di vantaggio. Il solo Peliizzari fa un paio di tentativi, ma invano, mentre la coppia in fuga guadagna qualcosa, ma senza fare il vuoto sugli inseguitori. Prodhomme è primo anche ad Antagnod, a 5 chilometri dal traguardo, con un minuto di vantaggio sulla coppia Carapaz-Del Toro. Dopo altri 20 secondi passano gli altri dieci corridori rimasti nel gruppetto dei migliori. La discesa è rapida e non succede più nulla: dopo pochi minuti Prodhomme va a vincere la tappa (con un tempo complessivo di 4 ore e 50 minuti) e alle sue spalle Carapaz e Del Toro, che arrivano a 58 secondi, sprintano per il secondo posto, col messicano che prevale e guadagna un paio di secondi (solo di abbuono) sul rivale. A un minuto e 22 secondi arrivano gli altri dieci e la tappa si chiude senza il minimo scossone, sia pure con un brivido finale causato da una caduta di Pellizzari a pochi metri dal traguardo, per fortuna senza gravi conseguenze. Come ribadiscono anche in telecronaca, la montagna ha partorito il proverbiale topolino e nulla è cambiato in classifica generale. Anche il fatto che la tappa sia stata vinta da un uomo rimasto in fuga sin dai primi chilometri fa capire come tutti i migliori si siano sostanzialmente guardati dall’inizio alla fine senza mai attaccare seriamente. Isaac Del Toro è sempre più vicino a vincere, a sorpresa, il Giro d’Italia e domani si corre l’ultima tappa che potrebbe cambiare la classifica, nella speranza che chi vuole vincere il Giro si dia veramente da fare.

Andrea Carta

Carapaz attacca Del Toro sulla salita verso Antagnod (foto Tim de Waele/Getty Images)

Carapaz attacca Del Toro sulla salita verso Antagnod (foto Tim de Waele/Getty Images)

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