PRIMO TAPPONE A SCARONI E FORTUNATO. CRISI UAE, GENERALE SCONVOLTA

maggio 27, 2025
Categoria: Copertina, News

Le prime grandi salite hanno dato spettacolo con ritiri, crisi e crolli verticali. I pretendenti al podio sono ancora tanti e mancano ancora tre tappe di montagna. Pellizzari, libero da ordini di scuderia, dimostra forza e classe e rientra in top ten. Caruso quinto in generale a 38 anni.

Abbiamo dovuto aspettare l’inizio della terza settimana per vedere una grande sfida in salita, ma il primo tappone non ha tradito le aspettative. Rispetto a tappe meno dure, in cui si erano visti attacchi magari velleitari anche a grande distanza dal traguardo, oggi è successo tutto sull’ultima salita, ma la lunghezza della tappa e le numerose salite, con il durissimo Santa Barbara, hanno sicuramente fatto sentire il loro peso nell’economia generale della corsa.
La fuga formatasi nelle prime fasi di corsa ha accumulato grande vantaggio e ha consentito a due corridori compagni di squadra di resistere alla battaglia dei big e conquistare la vittoria.
Il primo colpo di scena si è avuto con il ritiro di Primoz Roglic (Red Bull – BORA – hansgrohe), che era nell’aria già dopo la tappa di domenica, mentre più sorprendente è stata la crisi di Juan Ayuso (UAE Team Emirates – XRG) già sul passo di Santa Barbara, che ha portato lo spagnolo a cedere un quarto d’ora sul traguardo di San Valentino e a uscire di fatto dai giochi di classifica. In realtà già da qualche giorno il capitano designato formazione emiratina stava accusando problemi a causa delle cadute e oggi i nodi sono venuti al pettine ben presto.
A chiudere la giornata negativa per la UAE è arrivata anche la crisi di Isaac Del Toro negli ultimi chilometri della salita finale. Il messicano ha salvato la maglia rosa ma ha visto il proprio tesoretto di vantaggio pesantemente eroso dagli attacchi di Richard Carapaz (EF Education – EasyPost) e di Simon Yates (Team Visma | Lease a Bike), senza dimenticare Derek Gee (Israel – Premier Tech) e Michael Storer (Tudor Pro Cycling Team), che pure hanno guadagnato parecchio.
Nota di merito per Giulio Pellizzari (Red Bull – BORA – hansgrohe) che, libero da ordini di scuderia, è andato all’attacco e nel finale è riuscito addirittura a staccare Carapaz, oltre ad essere stato il primo tra i big a giungere al traguardo alle spalle della coppia di testa, rientrando anche in top ten e proponendosi come possibile protagonista dei prossimi giorni che prevedono tante montagne.
I segnali negativi per Del Toro si erano comunque visti in precedenza perché, sulla salita di Santa Barbara, la UAE ha lasciato per lunghi tratti che fossero altre squadre a tirare mentre, quando si portavano in testa loro, l’andatura calava, il vantaggio dei fuggitivi aumentava e uomini in difficoltà come Egan Bernal (INEOS Grenadiers) riuscivano a rientrare agevolmente. Anche sull’ultima salita il ritmo non era sostenuto, tanto che Pellizzari era riuscito a guadagnare un minuto in un batter d’occhio.
Ai primi attacchi di Yates Del Toro aveva risposto prontamente, ma quando Carapaz è partito con una accelerazione violenta non c’è stata risposta dal messicano. Del resto Yates fa delle progressioni mentre il cambio di ritmo con strappo di Carapaz fa male. Man mano che si saliva, le difficoltà sono aumentate e Del Toro ha dovuto lasciare il passo anche a Yates ed ha concluso con un passivo di 1′51″ da Pellizzari, 1′36″ da Carapaz, 1′23″ da Gee e 54 secondi da Yates, per limitarsi ai più diretti avversari, ma anche Storer, Damiano Caruso (Bahrain – Victorious) e Bernal hanno preceduto Del Toro.
Da dimenticare, invece, la prestazione di Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious) che – anche lui acciaccato dopo la caduta di Gorizia – ha pagato un passivo molto pesante sull’ultima salita perdendo oltre un minuto da Del Toro e ora è ottavo a 4′07″, con Pellizzari che è a soli 29 secondi dal laziale.
La tappa è iniziata sotto una pioggia battente che ha accompagnato i corridori per tutta la prima fase della giornata, per poi diradarsi sino a cessare del tutto.
Dopo un inizio concitato, con scatti e controscatti, il primo tentativo nasce per iniziativa di Joshua Tarling (Ineos Grenadiers) che, prima di esser costretto al ritiro per una caduta, porta via un drappello con Wout Van Aert (Team Visma | Lease A Bike), Darren Rafferty (EF Education – EasyPost), Lorenzo Germani (Groupama-FDJ), Jon Barrenetxea (Movistar), Xabier Mikel Azparren (Q36.5) e Josef Černý (Soudal Quick-Step).
I sei vengono successivamente raggiunti da un gruppetto formatosi per iniziativa di Pello Bilbao (Barhein Victorius) e composto anche da Simon Guglielmi (Arkea-B&B Hotels), Sylvain Moniquet (Cofidis), Dries De Bondt (Decathlon Ag2r La Mondiale Team), David Gaudu (Groupama-FDJ), Kim Heiduk (Ineos Grenadiers), Simone Petilli (Intermarché – Wanty), Jefferson Cepeda (Movistar), Gijs Leemreize (Team Picnic PostNL), Davide Bais, Mattia Bais, Mirco Maestri (Team Polti VisitMalta), Yannis Voisard (Tudor), Luca Covili (VF Group Bardiani CSF – Faizanè), Alessio Martinelli (VF Group Bardiani CSF – Faizanè), Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team), Fausto Masnada (XDS Astana Team) e Christian Scaroni (XDS Astana Team).
Le vicende di questo folto gruppo saranno molto fluide sui vari GPM di giornata, mentre merita di essere segnalata la brutta caduta di Martinelli lungo la discesa di Carbonare, con il lombardo che verrà soccorso e portato in ospedale.
Si verifica una caduta anche nel gruppo maglia rosa, nella quale rimangono coinvolti Carapaz e Roglic, con lo sloveno che opta per il ritiro.
Lungo la salita di Candriai (prima parte del Monte Bondone da Trento) Ayuso rimane staccato dopo essersi fermato per un cambio di abiti e fa una gran fatica e rientrare, circostanza che – col senno di poi – rappresentava un campanello di allarme di quello che sarebbe successo lungo la successiva ascesa.
Salendo verso il Passo di Santa Barbara il gruppo di testa perde pezzi mentr dal gruppo maglia rosa, che pure si assottiglia sempre più, perde contatto proprio Ayuso quando mancano ancora oltre 40 chilometri al traguardo e si capisce che il passivo sarà pesantissimo. Vista la situazione, la squadra decide di abbandonare Ayuso al suo destino e lasciare tutti gli uomini con Del Toro.
Lungo le severe rampe del Santa Barbara provano ad allungare Storer, Florian Stork e Max Poole (Team Picnic PostNL), che saranno successivamente ripresi in discesa, mentre il gruppo maglia rosa è ormai ridotto a una quindicina di unità con tutti i big ramme Ayuso e Thymen Arensman (INEOS Grenadiers).
Il ritmo della Visma e della EF manda in difficoltà Bernal, che però riesce a rientrare quando in testa si porta la UAE, segno che Del Toro forse non è in grande giornata perché i suoi uomini tengono un ritmo più tranquillo. La mossa di per sé non sarebbe univocamente sintomatica di scarsa brillantezza da parte della maglia rosa, ma l’indizio si ricava dal diverso atteggiamento del capoclassifica, che sino a domenica era apparso piuttosto spavaldo ed esuberante.
Tra i battistrada Voisard attacca lungo la discesa, ma sulle rampe del San Valentino viene raggiunto e staccato da Fortunato, Scaroni e Cepeda.
Il terzetto dura poco perché Scaroni attacca e Cepeda non riesce a rispondere, così anche Fortunato lo saluta e va a riprendere il compagno di squadra. Nel finale Fortunato ne ha palesemente di più ma lascia la vittoria di tappa al compagno di squadra, avendo fatto man bassa di punti per la maglia azzurra su tutti i GPM oggi previsti.
L’Astana piazza così due uomini ai primi due posti e questa è anche la prima vittoria italiana al Giro 2025.
Nel gruppo della maglia rosa il primo ad attaccare è Pellizzari, che viene lasciato andare perché considerato non pericoloso in ottica classifica generale. Ma quando si muove Simon Yates Del Toro, con Carapaz a ruota, sembra riuscire a rispondere abbastanza bene. La prima legnata arriva proprio dal vincitore del Giro 2019 che, come suo costume, parte con uno scatto violentissimo al quale Del Toro non prova neppure a rispondere.
Carapaz vola e va a riprendere Pellizzari; dietro Del Toro si stacca anche da Yates e Storer, mentre su di lui rientrano altri uomini come Bernal e Caruso, che erano rimasti staccati.
Nel finale Pellizzari accelera e stacca Carapaz e Gee andando a completare un podio tutto italiano.
Del Toro ora ha un vantaggio di soli 26 secondi su Yates e 31 su Carapaz. Per lui sarà fondamentale capire se la crisi di oggi è stata una difficoltà passeggera o l’inizio di una condizione che comincia a calare. Il messicano ha speso molte energie sinora e, essendo ancora molto giovane, paga sicuramente la scarsa esperienza rispetto a senatori come Yates e Carapaz.
Nelle prossime tappe di montagna, a cominciare da quella di domani, la maglia rosa verrà certamente attaccata a testa bassa ma non solo da Carapaz e Yates, perché dietro ci sono corridori come Gee che non sono ancora tagliati fuori dai giochi per la classifica.
Infine una menzione per gli italiani che oggi si sono presi l’intero podio parziale. In classifica c’è uno splendido Caruso che, con i gradi di gregario, è quinto in generale a 38 anni davanti al suo capitano Tiberi, ottavo, mentre uno splendido Giulio è rientrato in top ten e promette battaglia sul suo terreno preferito.
Ci sono tutti gli ingredienti per un finale di Giro davvero emozionante.

Benedetto Ciccarone

Ad opera di Lorenzo Fortunato e Christian Scaroni arriva finalmente la prima vittoria italiana sulle strade del Giro 2025 (foto Tim de Waele/Getty Images)

Ad opera di Lorenzo Fortunato e Christian Scaroni arriva finalmente la prima vittoria italiana sulle strade del Giro 2025 (foto Tim de Waele/Getty Images)

Commenta la notizia