ECATOMBE VERSO NAPOLI, VINCE GROVES MA LA TAPPA È NEUTRALIZZATA
L’australiano Kaden Groves vince a Napoli al termine di una tappa “inutile” ai fini della classifica, dopo che la giuria ha deciso di neutralizzarne gli effetti in classifica a causa di una maxicaduta innescata dalla pioggia
La sesta tappa del 108esimo Giro d’Italia è la più lunga di questa edizione dall’alto dei suoi 227 chilometri, e inizia già alle 11.50, due ore prima rispetto a quella di ieri. La partenza è a Potenza, secondo capoluogo di
provincia della Basilicata a essere toccato dal Giro (dopo che ieri il Giro era arrivato nel primo, Matera) e si
inizia subito con una salita impegnativa, il Valico Romito (4 chilometri al 4% circa), che tuttavia
non è GPM. Sarà molto più impegnativo, al 57esimo chilometro, il Valico di Monte Carruozzo, ben 20
chilometri al 3,7%, in realtà quasi sempre al 5-6% per la presenza di un lungo falsopiano a metà salita, e che
viene considerato GPM di 2° categoria. Dopo altri saliscendi in Irpinia intorno al centesimo chilometro si
affronterà un secondo GPM, stavolta di 3° categoria, la salita di Monteforte Irpino, anche questa molto
lunga, quasi 15 chilometri, ma la cui pendenza media è appena del 2,2%. Seguirà una discesa sino alla
pianura intorno a Napoli con l’arrivo di tappa previsto proprio nel capoluogo campano, sul lungomare di Via
Caracciolo alla fine di un lungo rettilineo: è la situazione ideale per assistere ad una volata di gruppo
nonostante le salite tutt’altro che banali, ma pur sempre lontane dal traguardo. Maglia rosa è il danese
Mads Pedersen (Lidl – Trek), tra i dominatori di questa prima parte di stagione, e già vincitore di tre tappe.
Sulla primissima salita, dopo qualche bagarre iniziale, partono sei corridori di secondo piano, tra i quali si
trova il nostro Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team), attuale leader della classifica degli scalatori e che
punta palesemente a vincerla. A 20 chilometri dalla partenza si riporta sui fuggitivi il nostro Lorenzo
Germani (Groupama – FDJ), col gruppo che si trova ad una quarantina di secondi. Il distacco non aumenta
più di tanto e dapprima altri 5 corridori – fra i quali Mathias Vacek (Lidl – Trek), ieri sugli scudi e terzo in
classifica generale – e infine l’intero gruppo si riportano sui battistrada prima ancora che inizi l’ascesa del
Valico di Monte Carruozzo. All’inizio della salita vanno in fuga l’olandese Taco van der Hoorn (Intermarché –
Wanty, una tappa al Giro e una Parigi-Bruxelles) e il giovane francese Enzo Paleni (Groupama – FDJ), che
vengono ben presto raggiunti dal solito Fortunato. Col vantaggio che stavolta si dilata oltre i cinque minuti
quest’ultimo diventa a un certo punto anche maglia rosa virtuale e riesce a cogliere il suo obiettivo, la
vittoria sul GPM, dopo di che si fa staccare e riprendere dal gruppo. Intanto comincia a piovere, ma Van der
Hoorn e Paleni continuano nella loro azione e affrontano i saliscendi dell’Irpinia con un paio di
minuti sul gruppo. Passano molte decine di chilometri senza che nulla succeda, anche a causa del tempo
inclemente, e il vantaggio della coppia di fuggitivi rimane sempre stabile fra i due minuti e i due minuti e
mezzo.
Poco dopo le 15 i corridori passano da Avellino, a circa 93 chilometri dal traguardo, e iniziano la salita
verso il secondo GPM, quello di Monteforte Irpino; in città i due fuggitivi mantengono ancora 1 minuto e mezzo di vantaggio sul gruppo che, tirato dagli uomini della Team Visma | Lease a Bike, si avvicina un po’ ma senza mai colmare il distacco. Al GPM è Paleni a transitare per primo; il gruppo, guidato da Fortunato, scollina dopo circa un minuto. Verso la fine della discesa la tappa si ravviva, ma purtroppo nel modo peggiore: nella parte più arretrata del gruppo molti corridori cadono a causa l’asfalto reso viscido dalla pioggia sottile ma incessante. Data la gravità dell’incidente – sono coinvolti, tra gli altri, Jay Hindley (Red Bull – BORA – hansgrohe), Adam Yates (UAE Team Emirates – XRG), Derek Gee (Israel – Premier Tech), Richard Carapaz (EF Education – EasyPost), Jay Vine (UAE Team Emirates – XRG), Fortunato e la stessa maglia rosa – la corsa viene neutralizzata dalla giuria, anche per dare tempo alle ambulanze al seguito di soccorrere i corridori incidentati. Tra questi a Hindley, vincitore del Giro del 2020, subisce un trauma cranico e nonostante non sembri avere niente di rotto è inevitabilmente costretto a ritirarsi. Dopo molte discussioni, che
coinvolgono anche gli stessi corridori, la giuria decide di far ripartire la corsa quando mancano 60 chilometri
al traguardo. Si assiste così allo spettacolo surreale del gruppo che si ferma poco fuori Nola e attende una nuova partenza, mentre 50 secondi prima di tutti gli altri vengono fatti ripartire i due fuggitivi in modo da mantenere il vantaggio residuo che avevano al momento dello stop. L’insistenza dei corridori induce infine la giuria a prendere una decisione di compromesso, che inevitabilmente scontenterà molti appassionati: la corsa
viene neutralizzata per la classifica generale, che quindi non cambierà a fine giornata, ma non per la vittoria
di tappa. Van der Hoorn e Paleni dovranno quindi essere ripresi dal gruppo se qualcuno vorrà impedire loro
di transitare per primi sul traguardo. Sono le 16.10 quando si riparte; il gruppo ha palesemente poca voglia
di impegnarsi e riesce a recuperare lo svantaggio solo quando mancano meno di tre chilometri all’arrivo. A
causa della neutralizzazione tutti gli uomini di classifica si sono fatti staccare e arrivano al traguardo con distacchi pesanti. Per questo motivo il gruppo che arriva a giocarsi la vittoria è composto solo da una cinquantina di corridori, quasi tutti velocisti con qualche compagno di squadra. Di questa anomala situazione cerca di approfittare il redivivo Wout van Aert (Team Visma | Lease a Bike), con un tentativo a 500 metri dalla linea del traguardo che per poco non riesce a dargli la vittoria. Alla fine va a vincere, con uno scatto poderoso negli ultimi 100 metri, l’australiano Kaden Groves (Alpecin – Deceuninck), un velocista puro, davanti al belga Milan Fretin (Cofidis) e al francese Paul Magnier (Soudal Quick-Step). Olav Kooij (Team Visma | Lease a Bike), che indossa la maglia di leader della classifica a punti (primo in realtà è la maglia rosa Pedersen) e che stava rimontando su Groves, è stato però stretto alle transenne da Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), che infatti verrà relegato dalla giuria in ultima posizione, anche se il beneficio per Kooij, solo decimo, è minimo.
Tutto sommato la tappa di oggi è andata – sia nello svolgimento, sia nell’ordine d’arrivo – secondo le
previsioni e verrà ricordata quasi esclusivamente per la disastrosa caduta di Baiano e per le polemiche che
ne seguiranno, tra chi riterrà “giusta” la decisione di neutralizzare la tappa per evitare che le conseguenze
dell’incidente mettano fuori gioco troppi corridori incolpevoli, e chi invece sosterrà che il ciclismo si va
sempre più snaturando e che ormai bastano “poche gocce” per falsare le gare e che “una volta” si
gareggiava in condizioni ben peggiori e senza che i corridori si lamentassero. Altre discussioni infinite
nasceranno sulle cause dell’incidente odierno: incoscienza dei corridori, incapaci di “moderarsi” quando le
circostanze lo richiedono o grande sfortuna nell’incontrare un tratto di strada particolarmente insidioso? Il
ciclismo, sport da sempre avvolto da un mare di polemiche, continuerà ad inventarsi qualcosa per non
rinunciare ad uno spettacolo dove ormai la tradizione e la passione si mischiano continuamente a interessi
economici e persino politici. Intanto con Hindley, un altro dei grandi favoriti, i ritirati illustri sono già due:
ricordiamo che già nella prima tappa si era ritirato, anche lui per una caduta, lo spagnolo Mikel Landa,
uomo di punta della Soudal Quick-Step.
Andrea Carta

Il conciliabolo tra corridori e organizzatori dopo la caduta che portato alla neutralizzazione della tappa di Napoli (foto Dario Belingheri/Getty Images)