SPUNTA CUNEGO DAL MONTE

febbraio 24, 2011
Categoria: News

I suo tifosi lo attendevano da 17 mesi…. il ritorno del successo di Damiano Cunego è arrivato alla sua prima occasione di riscatto, dopo un 2010 nel quale è rimasto totalmente a secco. La sua non è stata una vittoria netta, troppo facile l’ascesa finale per permetterlo, i suoi avversari erano lì a pochi secondi, ma se è vero che l’appetito vien mangiando…. Il successo sull’Ortobene, infatti, potrebbe rimotivare il campione veronese e lanciarlo verso una nuova serie di vittorie. Magari già oggi stesso a Lanusei.

Foto copertina: ecco come è esplosa la gioia di Cunego (foto Bettini)

Gioia, stupore, euforia… chissà cosa è passato nella testa di Damiano Cunego quando si è reso conto che Serpa Perez non poteva più rimontarlo.
E chissà cosa è passato nella testa dei presenti quando hanno rivisto, dopo un digiuno troppo, lungo il veronese davanti a tutti.
La cosa importante per tutti, però, è stato che l’ex enfant prodige del ciclismo italiano è ritornato alla vittoria dopo 17 mesi, passando per primo sul traguardo della seconda tappa del Giro di Sardegna, primo di un gruppetto di 11 fuggitivi. La vittoria che lo ha anche in testa alla classifica generale con 2” su Peter Sagan e 4” su Josè Serpa Perez.
La seconda tappa, quasi 200 Km tracciati tra Porto Rotondo e il Monte Ortobene, sopra Nuoro, ha messo in luce quelli che hanno confidenza con la salita.
Nele fasi iniziali la corsa è vissuto sulla classica fuga in avvio di tappa, protagonisti Mikhail Ignatiev (Team Katusha), David Boily (Team Spidertech), Alessandro De Marchi (Androni Giocattoli), Elia Favilli (Farnese Vini – Neri Sottoli) e Alessandro Malaguti (Ora Hotels – Carrera). Partito al km 8, questo drappello ha raggiunto un vantaggio massimo di 7’ dopo 83km di gara ma, con il passare dei chilometri, i fuggitivi hanno cominciato ad accusare la fatica. Per primo si è staccato Boily, al chilometro 160, mentre gli altri hanno proseguito fino alle porte di Nuoro (chilometro 184) quando è rimasto in testa solo Alessandro De Marchi.
Ma il primo arrivo in salita era ambito da molti e a 4 km dal traguardo si è scatenata la bagarre con una Liquigas bellicosa ma destinata a raccogliere meno di quanto abbia seminato.
L’azione degli uomini in verde è comunque riuscita a sgranare il gruppo a 11 unità.
L’epilogo di giornata ha visto Damiano Cunego tornare alla vittoria davanti al duo Androni Serpa – Sella e al vincitore della prima tappa Sagan. Nel gruppo degli 11 va segnalata anche la presenza di Michele Scarponi, classificatosi 7°.
Con la vittoria odierna il veronese raggiunge quota 44 in carriera, dopo un’astinenza che durava dal settembre 2009, quando si era involata verso il successo sulla Sierra della Pandera, alla Vuelta di Spagna.
Con un urlo ho espresso al traguardo tutta la mia soddisfazione per questa vittoria. E’ fantastico imporsi in una corsa quando sai di essere in condizione, logicamente è ancora più bello vincere se si è in astinenza da un po’ di tempo. Oggi ho avuto la sensazione di riuscire a controllare bene la corsa, accesasi negli ultimi chilometri dell’ascesa finale. Nella parte iniziale della salita i migliori scalatori si sono studiati, non c’è stata grande battaglia, poi però negli ultimi due chilometri sono iniziati gli scatti: in quel frangente Scarponi è stato bravo a inserirsi nel gruppetto di testa, così io ho potuto rientrare sugli attaccanti senza dover lavorare in prima persona. Sono riuscito poi a rimanere lucido per disputare un grande sprint.
E’ doveroso sottolineare il grande lavoro di tutta la squadra, con tutti i miei compagni perfetti nel loro operato sin dai primi chilometri di gara
“.
Oggi si correrà la terza tappa con partenza da Orani e conclusione a Lanusei dopo 173 chilometri, caratterizzati da un percoso di media montagna. Si dovrà salire fino ai 1017 metri della Genna Silana, ascesa interminabile ma molto pedalabile. In dolce salita si svolgerà anche il tratto terminale di questa frazione, meno adatta agli scalatori rispetto a quella vinta da Cunego
Ma non è detto che il “Piccolo Principe” non ci regali ancora una perla delle sue.

Mario Prato

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