NESSUN DORMA, SOTTO LE MURA DI LUCCA VINCERANNNNN!!!

All’orizzonte del Giro c’è un altro arrivo in volata, il terzo consecutivo. Stavolta il gruppo che arriverà a giocarsi la tappa dovrebbe essere più nutrito perché l’ultima salita dovrà essere scavalcata quando al traguardo mancheranno 20 Km, mentre le fasi più complicate dovranno essere affrontate nella prima parte del tracciato. A far da colonna sonora alla giornata, infine, saranno le sublimi note delle opere pucciniane nel 100° anniversario della scomparsa del compositore lucchese.

Un’edizione del Giro d’Italia è un vero e proprio caleidoscopio di ricordi. In ogni tappa c’è sempre qualcosa da rammentare, un precedente arrivo della Corsa Rosa, le gesta di un grande campione che abitava nelle zone attraversate oppure quelle di uomini che nulla hanno a che vedere con il mondo dello sport ma che hanno reso celebre il nome dell’Italia nel mondo. È il caso della tappa odierna con arrivo a Lucca, fortemente voluta dalle autorità locali perché quest’anno cadrà il centesimo anniversario della morte di Giacomo Puccini e così oggi le note delle immortali arie del compositore toscano – dal “Nessun dorma” a “E lucean le stelle”, da “O mio babbino caro” a “Un bel dì, vedremo” – faranno da colonna sonora all’attesa dello sprint finale. Quello di Lucca sarà, infatti, il terzo arrivo in volata consecutivo, una vera e propria rarità perché da diversi anni si sta puntando, per non annoiare gli spettatori, a un’alternanza delle tipologie di tappe e già trovare due frazioni di fila riservate ai velocisti sta diventando sempre più eccezionale. L’ultima volta che la Corsa Rosa ha inserito nel tracciato tre occasioni consecutive destinate allo sprint è successo nel 2017 e ancor prima nel 2014, nel 2014, nel 2004 e nel 2003 (quando addirittura le prime cinque dell’edizione vinta da Garzelli terminarono con un volatone). Rispetto alle due precedenti frazioni di Fossano e Andora quella lucchese dovrebbe la prima ad aprire le porte del traguardo a quegli sprinter che soffrono le difficoltà altimetriche piazzata a ridosso dei finali, nonostante la tappa presenti un numero maggiore di metri di dislivello da superare. La fase più complicata coinciderà, però, con gli 80 Km iniziali, seguiti da un vero e proprio mare di pianura, che s’interromperà solo per la facile ascesa al Montemagno, da scavalcare a 20 Km dal traguardo, un paio in più rispetto alla distanza che separava la cima di questa stessa salita (scalata, però, dall’ancor più pedalabile versante opposto) dalla linea d’arrivo di Viareggio al Giro dello scorso anno. In quell’occasione i velocisti si videro soffiare la possibilità di giocarsi la vittoria per una cinquantina di secondi, ma va anche detto che la tappa presentava un percorso più complicato nella prima parte e per giunta fu disputata sotto il diluvio, nelle stesse ore nelle quali si stava consumando il dramma dell’alluvione nella vicina Romagna.
Sull’onda dei ricordi avverrà anche la partenza da Genova, con la bandierina del via che sarà sventolata presso lo storico scoglio di Quarto, luogo dal quale la notte del 5 maggio 1860 iniziò la Spedizione dei Mille. Le difficoltà che caratterizzano il tratto iniziale non cominceranno subito poiché la vera salita inizierà a una dozzina di chilometri dal via, una volta attraversata Recco, patria della versione più conosciuta della focaccia ligure, quella farcita con lo stracchino, formaggio che nel corso dei decenni ha preso il posto dell’originaria e tradizionale prescinsêua, denotata da un sapore decisamente acido che non incontrava i palati di tutti. Poco più di 4 Km più in alto si scollinerà il piccolo valico della Ruta (la pendenza media è del 6.8%), scavalcando alle spalle il promontorio di Portofino, celebre non solo per l’omonima località turistica ma anche per la millenaria Abbazia di San Fruttuoso e per il Cristo degli Abissi, statua collocata nel 1954 poco meno di 20 metri sotto il livello del mare. Scesi a Rapallo subito si riprenderà a salire per affrontare due brevi ascese consecutive, quella di Castellaro (800 metri al 5%) e quella di 3.1 Km al 5% che termina presso il piccolo santuario della Nostra Signora delle Grazie, innalzato attorno al 1430 in una posizione che consentisse di vederlo dal mare (e non a caso è ricco di ex voto qui lasciati dai marinai). Il mare, ora i “girini” torneranno a vederlo da vicino poiché una volta scesi a Chiavari inizierà un tratto completamente pianeggiante di circa 11 Km, quasi interamente disegnato in riva al Mar Ligure, fase nella quale la corsa toccherà la celebre località balneare di Lavagna, il cui nome richiama immediatamete alla memoria le cave dell’entroterra dalle quali si estrae l’ardesia, roccia utilizzata sia per scopi artistici, sia per altri meno “nobili” come la produzione di tegole e, per l’appunto, lavagne. Quest’anticipo della pianura che regnerà sovrana nella seconda parte di questa tappa si concluderà con il passaggio da Sestri Levante, altra nota meta vacanziera affacciata sulle baie dette “del Silenzio” e “delle Favole”, toponimo quest’ultimo coniato dallo scrittore danese Hans Christian Andersen, uno che di favole se ne intendeva essendo il padre artistico della Principessa sul pisello, della Sirenetta, del Brutto Anatroccolo e della Piccola Fiammiferaia. È arrivato il momento di superare l’ostacolo più impegnativo di questa tappa per raggiungere i 610 metri del Passo del Bracco, valico che è nella storia del Giro non in virtù di particolari imprese – rese impossibili dalla facilità dell’ascesa – ma per esser uno dei più toccati dalla Corsa Rosa tra quelli appenninici proprio grazie alla sua collocazione lungo il tracciato della Via Aurelia, del quale rappresenta la “Cima Coppi”. L’ultima volta vi si è saliti nel 2023, la prima nel 1909 (l’anno della prima edizione del Giro) e in entrambe le occasioni si percorse in discesa il versante più lungo, quello che si affronterà in salita quest’anno, 15.3 Km al 3.9% e uno svolgimento a “corrente alternata” perché lungo l’ascesa si alternano tratti più ostici (come i 4600 metri iniziali al 7%) ad altri quasi del tutto privi di pendenza, come nel corso dei 4 Km che precedono lo scollinamento. Una volta percorsa la successiva discesa ci sarà ancora un tratto in salita da superare prima di lasciarsi alle spalle l’intricata fase iniziale, un dentello mica male perché presentano una pendenza media dell’8% i 1400 metri che conducono al Valico del Termine, in cima a quale una piccola cappella costituisce il biglietto da visita del vicino Santuario di Nostra Signora di Roverano, innalzato sul luogo dove la Madonna sarebbe apparsa a due pastorelle, una delle quale era muta dalla nascita e cominciò a parlare proprio dal quel momento. Scesi a Borghetto di Vara – presso il quale si trova l’antica abbazia di Santa Maria Assunta dell’Accola, fondata in epoca longobarda da monaci benedettini provenienti dal monastero emiliano di Bobbio – inizierà il secondo e più consistente dei tre tratti pianeggianti odierni, lungo ben 75 Km. Il primo tratto da percorrere sul velluto si snoderà sulle strade della valle del fiume Vara, che si seguirà in direzione della sua foce nel fiume Magra. Giunti a Ceparana, centro d’origine dell’ex corridore Massimo Podenzana (fu campione italiano per due anni consecutivi e nel 1988 vestì per nove giorni la maglia rosa), il gruppo cambierà direzione per sconfinare temporaneamente in Toscana, dove si supererà il corso del Magra sul nuovo Ponte di Caprigliola, inaugurato il 30 aprile del 2022 dopo che il precedente era improvvisamente crollato l’8 aprile del 2020 per cause ancora ignote e fortunatamente senza provocare vittime essendo in quel periodo il traffico molto ridotto a causa del lockdown imposto un mese prima per arginare la pandemia da Covid-19. Si rientrerà sul suolo ligure poco prima di giungere a Sarzana, presso la quale troneggia la Fortezza Firmafede, vera e proprio cittadella fortificata realizzata su iniziativa di Lorenzo de’ Medici, che in precedenza aveva distrutto quella preesistente durante la Guerra di Serrezzana. Ritrovato il tracciato dell’Aurelia, dal quale ci si era allontanati una volta terminata la discesa dal Bracco, prima di lasciare definitivamente la Liguria si attraverserà la Lunigiana, la porzione orientale della provincia della Spezia che deve il nome all’antica colonia romana di Luni, la cui area archeologica si trova a poca distante dal percorso: per gli appassionati di ciclismo, però, questa zona è principalmente nota per la sua omonima corsa a tappe, una delle principali tra quelle destinate alla categoria juniores, gara che ha proiettato verso il dilettantismo prima e il professionismo poi corridori del calibro di Gilberto Simoni, Damiano Cunego, Vincenzo Nibali, Tao Geoghegan Hart e Remco Evenepoel. Si tornerà in Toscana all’altezza di Avenza, frazione situata quasi a metà strada tra la Marina di Carrara e la città delle celebri cave di marmo, sfruttate sin dall’età del ferro ma il cui utilizzo in maniera più organizzata iniziò in epoca romana, quando era imperatore Giulio Cesare. Se Carrara sarà lasciata ai margini dal tracciato di gara, direttamente si punterà sulla vicina Massa, altro centro che deve la sua fama e la bellezza dei suoi monumenti al pregiato marmo delle Alpi Apuane. Correndo parallela al litorale apuano, la Via Aurelia si farà ora rettilinea in direzione di Pietrasanta, nel cui bel centro storico medioevale spiccano parecchie sculture opera d’artisti attuali e tra queste spicca “Il guerriero” del colombiano Fernando Botero, recentemente scomparso, che dal 1983 aveva individuato questo comune quale sua residenza italiana proprio in virtù della vicinanza alle cave carraresi. Quando mancheranno una trentina di chilometri all’arrivo si cambierà improvvisamente direzione di marcia per allontanarsi dalla pianura apuana e indirizzarsi verso Camaiore, altra località nota agli appassionati di ciclismo per il suo Gran Premio ciclistico, corsa professionistica nata nel 1949 e disputata l’ultima volta nel 2014 poiché dall’anno successivo il comune, senza venir meno alla sua vocazione, ha preferito destinare i fondi che servivano per allestirla all’organizzazione della tappa d’apertura della Tirreno-Adriatico. Proprio all’uscita da Camaiore si dovrà affrontare una delle storiche salite del Gran Premio, il Colle di Montemagno, in cui 2.8 Km al 4.4% in epoca medioevale costituivano un duro ostacolo da superare per i pellegrini perché da questo luogo transitava la storica Via Francigena in direzione di Lucca. Costituirà anche l’ultima difficoltà odierna per i “girini”, che attraversando in dolce discesa la Val Freddana avranno ancora parecchia strada per organizzare gli ultimi preparativi al ricongiungimento con il gruppetto dei fuggitivi di giornata e cominciare a tessere le fila dell’imminente arrivo in volata, il primo (forse) a gruppo più o meno compatto.

Mauro Facoltosi

Le mura di Lucca e l’altimetria della quinta tappa (lucca.guidatoscana.it)

Le mura di Lucca e l’altimetria della quinta tappa (lucca.guidatoscana.it)

Le mura di Lucca e l’altimetria della quinta tappa (lucca.guidatoscana.it)

I VALICHI DELLA TAPPA

Valico di Ruta (tunnel – 254 metri). Quotato 269 sulle cartine del Giro 2024, è valicato in galleria dalla Strada Statale 1 “Via Aurelia” tra Recco e Rapallo. Il valico geografico è la Sella di Ruta (278 metri), situata sulla displuviale che divide i due versanti del promontorio di Portofino. Il Giro l’ha scalato fin dalla prima edizione (1909, tappa Firenze – Genova, vinta da Giovanni Rossignoli), mentre l’ultimo passaggio risale al 2015 (tappa Rapallo – Sestri Levante, vinta da Michael Matthews). Solo in due occasioni è stato considerato valido per la classifica del GPM: a imporsi lassù sono stati il portoghese Acacio Da Silva nel 1991 (Sala Baganza – Savona, 1° Maximilian Sciandri) e l’abruzzese Germano Pierdomenico l’anno successivo (Genova – Uliveto Terme, 1° Endrio Leoni).

Sella di San Lorenzo (192 metri). Coincide con la località di San Lorenzo della Costa, attraversata dalla Strada Statale 1 “Via Aurelia” nel corso della discesa dalla Ruta verso Rapallo.

Selletta di Macallè (181 metri), Sella di Ca’ Bianca (293 metri), Passo d’Angio (340 metri), Passo del Baracchino, Sella di Bracco (416 metri), Valico di Cà Marcone, Sella di Pian del Lupo (512 metri). Valicate dalla Strada Statale 1 “Via Aurelia” nel corso della salita che da Sestri Levante conduce al Passo del Bracco.

Passo del Bracco (610 metri). Valicato dalla Strada Statale 1 “Via Aurelia” tra Sestri Levante e Carrodano, secondo i geologi non è un vero e proprio valico geografico, ma semplicemente il punto più alto toccato dall’Aurelia. Dal 1933, anno dell’istituzione della classifica dei Gran Premi della Montagna, il Giro vi è transitato ventuno volte e in questo numero non sono ovviamente compresi i frequenti passaggi avvenuti nelle edizioni precedenti. Tra i corridori che hanno conquistato questa salita ricordiamo il due volte vincitore del Giro Giovanni Valetti nel 1938 (l’anno del primo GPM sul Bracco), il fratello del “Campionissimo” Serse Coppi (1946 e 1950), il celebre scalatore spagnolo Federico Bahamontes (1958) e l’eterno secondo Italo Zilioli (1976), mentre l’ultimo in ordine di tempo è stato lo spagnolo Diego Pablo Sevilla durante la Camaiore – Tortona dello scorso anno, vinta dal tedesco Pascal Ackermann. Nel 2011 il GPM del Bracco, inserito nelle fasi iniziali della tappa Quarto dei Mille – Livorno, fu annullato a seguito della decisione di disputare la tappa senza velleità agonistiche in memoria di Wouter Weylandt, deceduto il giorno precedente. Infine, in altre due successive occasioni la salita è stata affrontata in maniera parziale, senza arrivare fino al passo: nel 2012 salendo da Levanto al Valico Guaitarola per poi raggiungere in quota il “bivio della Baracca” (tappa Seravezza – Sestri Levante, vinta dal danese Lars Bak), nel 2015 salendo da Carrodano fino al bivio per Levanto nel corso della Chiavari – La Spezia vinta dal veneto Davide Formolo.

Valico del Bivio della Baracca (589 metri). Valicato dalla Strada Statale 1 “Via Aurelia” lungo la discesa dal Passo del Bracco a Carrodano. Coincide con il bivio, in località “La Baracca”, dove si stacca la strada che scende verso Levanto.

Valico del Termine (264 metri). Valicato dalla Strada Statale 1 “Via Aurelia” tra Borghetto di Vara e Carrodano Inferiore. Trovandosi sulla strada per il Passo del Bracco inevitabilmente il Giro d’Italia vi è transitato spesso, ma questa salita non è stata mai considerata come GPM. L’ultimo passaggio risale allo scorso anno, durante la citata tappa di Tortona.

Colle di Montemagno (224 metri). Quotato 212 metri sulle cartine del Giro 2024, è valicato dalla Strada Provinciale 1 “Francigena” tra Camaiore e Monsagrati. Mai proposto come GPM alla Corsa Rosa, è stato affrontato l’ultima volta al Giro dello scorso anno, nel finale della Scandiano – Viareggio, vinta dal danese Magnus Cort Nielsen. Alla Tirreno-Adriatico, che l’ha inserito spesso nel tracciato nelle ultime edizioni, è stato considerato valido come GPM solamente nel 2018, affrontato nei chilometri iniziali della tappa Camaiore – Follonica, vinta dal tedesco Marcel Kittel dopo che sul Montemagno era scollinato per primo il valtellinese Nicola Bagioli.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

CIAK SI GIRO

Piazza del Duomo a Pietrasanta è ritenuta une delle più belle della Toscana e non poteva così non finire sotto l’occhio della macchina da presa. Succede nell’estate del 1998 quando Giorgio Panariello vi girò parecchie scene di “Bagnomaria”, film che uscirà nel febbraio dell’anno successivo. Sarà il primo film diretto dal popolare comico toscano, che oltre ad esserne regista, di questa pellicola sarà anche autore del soggetto e sceneggiatore, oltre che – ovviamente – attore. E in quest’ultimo ruolo si farà addirittura in quattro perché Panariello interpreterà ben 4 personaggi, i più noti dei quali sono il bagnino Mario e il ciclista Merigo, che il pubblico aveva imparato a conoscere negli anni precedenti grazie alla partecipazione dell’attore in diversi programmi RAI, condotti dall’amico e conterraneo Carlo Conti. Tornado a “Bagnomaria”, le riprese non vedranno coinvolta solo Pietrasanta ma anche la vicina e omonima Marina e Forte dei Marmi, mentre alcuni “ciak” furono battuti nel delizioso borgo di Montecarlo, che gli appassionati di ciclismo conoscono perché da diversi anni è divenuto il “buen retiro” del due volte vincitore della Liegi (e ci fermiamo qui perché la lista è lunga) Michele Bartoli.

In collaborazione con www.davinotti.com

Piazza del Duomo a Pietrasanta nel film “Bagnomaria” (www.davinotti.com)

Piazza del Duomo a Pietrasanta nel film “Bagnomaria” (www.davinotti.com)


Piazza del Duomo a Pietrasanta nel film “Bagnomaria” (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/bagnomaria/50003806

FOTOGALLERY

Genova, lo scoglio di Quarto dei Mille

La galleria allo scollinamento del Valico della Ruta

Camogli, Abbazia di San Fruttuoso

Chiavari vista dal Santuario di Nostra Signora delle Grazie

Sestri Levante, Baia del Silenzio

Passo del Bracco

Borghetto di Vara, Abbazia di Santa Maria Assunta dell’Accola

Sarzana, Fortezza Firmafede

Luni, anfiteatro romano

Le celebre cave di Marmo di Carrara

Massa, la porta d’accesso al Pomerio Ducale, realizzata con il marmo scavato nelle vicine cave di Carrara

Pietrasanta, “Il guerriero” di Fernando Botero

Pietrasanta, Piazza Duomo

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