GLI AUSTRALIANI PROFETI IN PATRIA

dicembre 7, 2010
Categoria: Giro di pista, News

La Coppa del mondo 2010-2011 è iniziata in Australia e i padroni di casa hanno saputo sfruttare a loro favore il “fattore campo”. Splendida in particolare Anna Meares, capace di dominare nelle prove veloci. I britannici sono apparti un po’ sottotono ma riescono comunque a tornare a casa con un discreto bottino. Per l’Italia, purtroppo, è notte fonda.

Foto copertina: il trionfo di Anna Meares (foto Shane Goss / www.licoricegallery.com)

La nuova versione della coppa del mondo ha preso il via lo scorso fine settimana dalla terra dei canguri dove, sulla non veloce pista di Sidney, si sono viste prestazioni di alto livello, nonostante la forma di molti atleti non sia ancora al meglio.
La nuova formula prevede che anche in coppa del mondo si disputino solo le competizioni olimpiche (omnium, inseguimento a squadre, velocità, velocità a squadre e keirin), con l’aggiunta di due altre prove che cambieranno a rotazione.
Molti big erano presenti all’appuntamento che assegna punti importanti per qualificarsi alle olimpiadi e, di conseguenza, le prove sono state di alto livello.
La prima giornata ha visto la Cina battere la Gran Bretagna nella velocità femminile, importante segnale che denota come anche nel ciclismo femminile sia entrato il meccanismo della globalizzazione. Questo ha fatto sì che le squadre di paesi ciclicamente ancora poco significativi potessero, in qualche circostanza, battere paesi storicamente vincenti nelle discipline della pista.
La velocità a squadre maschile è andata, invece, alla corazzata britannica composta dai fortissimi Hoy, Crampton e Kenny; al secondo posto si è piazzata una sorprendente e giovanissima Nuova Zelanda, costituita da atleti che in futuro potrebbero diventare molto competitivi nelle prove veloci.
Nella finale dell’inseguimento a squadre donne da registrare la bella vittoria dell’Australia con il tempo di 3′22″171, di pochi decimi di secondo inferiore al record del mondo; alle loro spalle si sono vista una bella Germania e la Nuova Zelanda nuovamente in mostra.
Il programma ha poi offerto la prima prova estranea al programma olimpico, la Madison, dominata dai padroni di casa e campioni del mondo in carica Mayer-Howard, che hanno vinto con un giro di vantaggio su Nuova Zelanda e Olanda. Solo 14 le coppie schieratesi al via, segno che se una disciplina non rientra nel programma olimpico le federazioni investono poco su di essa. Per fare un paragone lo scorso anno, quando non erano entrate in vigore le nuove modifiche, era necessario far svolgere delle batterie prima della finale della Madison per il gran numero di coppie che si iscrivevano.
La seconda giornata di corsa ha visto l’assegnazione delle medaglie dell’omnium maschile, vinto dal ventunenne neozelandese Shane Archbold, regolarissimo nelle varie prove che compongono questa gara e vincente solo in una di esse, l’inseguimento individuale. Alle sue spalle sono finiti il canadese Bell e il britannico Clancy.
La velocità femminile ha visto poi la beniamina di casa Anna Meares dominare la prova, stracciando in finale la campionessa del mondo in carica Pendleton 2 a 0. Alle loro spalle è giunta la tedesca Vogel, che non ha potuto disputare la finalina in quanto la sua avversaria, la cinese Guo, si era fratturata la clavicola durante la semifinale.
Il keirin maschile – prova che da oramai parecchio tempo sorride non tanto a chi ha una velocità di punta molto alta, ma a chi ha un mix di velocità e resistenza – ha riproposto alla grande sir Chris Hoy, il campione del mondo, che ha vinto con una prestazione superba la “sua” prova, sprigionando tutta la sua potenza in una volata molto lunga; alle sue spalle sono finiti l’olandese Mulder, campione del mondo del chilometro e il francese Bourgain.
La terza giornata di prove è stata contraddistinta dal dominio degli australiani che hanno conquistato 3 ori su 4.
Il primo è arrivato al termine dei 500 m da fermo (l’altra gara che non fa parte del calendario olimpico), dove Anna Meares ha vinto con il tempo straordinario di 33″593 davanti alla campionessa europea Clair.
Ma la Meares non è doma e dopo i due ori già conquistati vince anche il keirin davanti alla connazionale Mc Culloch e alla Sanchez. Anna si dimostra l’atleta più in forma del momento e un’avversaria da tener d’occhio nei prossimi appuntamenti che contano, considerate le qualità delle sue performance.
L’omnium femminile interrompe il dominio australiano nell’ultima giornata e è vinto dalla spagnola Olaberria che – come accaduto anche fra gli uomini – si impone più per la regolarità che per il fatto di aver gareggiato ad un livello superiore a quello delle altre atlete. Infatti, la spagnola è riuscita a vincere l’oro senza aver fatto sua nessuna delle prove previste nell’omnium, gara il cui regolamento necessita di una modifica, in modo da attribuire maggior peso alle vittorie rispetto ai piazzamenti: proseguendo su questa strada si corre il rischio di vedere divenire campione olimpico un corridore chi non eccelle in nessuna disciplina.
Fra gli uomini la velocità a squadre è finita nelle mani degli australiani che hanno fatto segnare un tempo molto buono (3′56″913), proponedoli fra i favoriti per le prove importanti del prossimo futuro. Delusione per la Gran Bretagna che, sopravanzata dalla Russia, non si è neppure qualificata per la finale.
Nella velocità maschile, vittoria ancora australiana ad opera di Perkins che supera in finale il britannico Kenny. La prova non ha visto al via il faro della disciplina Hoy che ha preferito lasciare ai suoi compagni della velocità a squadre il compito di fare punti in questa disciplina.
Avrete notato che durante il resoconto delle tre giornate non si è mai accennato agli atleti italiani, nonostante i nostri siano stati presenti in quasi tutte le discipline previste.
Purtroppo è con molto dispiacere che, ancora una volta, dobbiamo dire che la trasferta azzurra è stato un fiasco completo. Siamo stati inesistenti nelle prove veloci e al proposito molti appassionati del settore si stanno chiedendo come sia possibile continuare a convocare sempre gli stessi atleti, uomini che, oramai da parecchio tempo, non riescono mai neppure a qualificarsi per il secondo turno nelle varie discipline. L’ultimo risultato degno di nota nelle prove veloci è stato il sesto posto di Francesco Ceci nel keirin – conseguito lo scorso anno a Manchester nella prima prova di Coppa del mondo – ma si è trattato di un risultato isolato. Forse è il caso di non sperperare risorse con trasferte costose in giro per il mondo, mentre sarebbe meglio avere delle basi un po’ più solide ed investire sulla crescita della base del movimento, per poter poi ritrovarsi con atleti all’altezza del confronto a livello internazionale.
Anche nelle prove omnium e inseguimento non è andata meglio, con il tredicesimo posto di Ciccone nell’omnium quale miglior risultato.
In contemporanea alla prova di coppa del mondo si è corsa anche la seigiorni di Zurigo, vinta dai tedeschi Bartko-Hondo sugli svizzeri Aeschbach-Marvulli, rimasti in testa alla classifica dalla seconda serata fino all’ultima americana.

Matteo Colosio

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