L’ÉTAPE DU JOUR: MONTÉLIMAR – MONT VENTOUX

luglio 25, 2009
Categoria: News

Siamo arrivati alla tappa più attesa, quella che porterà Contador e soci fino ai 1912 metri del mitico Mont Ventoux. Ai piedi dell’osservatorio non dovremmo assistere a particolari ribaltoni, perché la maglia gialla pare inattaccabile. Ma la lotta per il podio è ancora apertissima ed anche stavolta ci sarà chi maledirà il “Gigante della Provenza”.

Era la tappa più attesa del Tour 2009. E lo sarà ancora, anche se difficilmente potrà spodestare Contador dal trono: ancora aperta, infatti, sarà la lotta per i gradini più bassi del podio essendo concentrati in meno di 2 minuti ben 5 predendenti. Una lista aperta e chiusa dai fratelli Schleck e nella quale spicca il nome di Lance Armstrong. Anche in caso di crisi della maglia gialla, per il giovane Andy non sarà facile recuperare il gap di 4’11” che lo separa dallo spagnolo e dovrà pure guardarsi le spalle: oltre ad Armstrong, infatti, si ritrova alla calcagna anche Wiggins e Kloden (che, però, correrà in favore di Contador). Situazione critica per il migliore degli italiani, Vincenzo Nibali, che pare troppo distanziato da questo gruppetto per poter pensare al podio: ma mai dire mai, Nibali è un fior di scalatore ed il Ventoux è un monte dalle mille sorprese.
I “tourini” lo affronteranno al termine d’una frazione non lunga ma dispendiosa, se la media si manterrà elevata sin dai primi chilometri. Infatti, la marcia d’avvicinamento al “Géant de Provence” non sarà agevolissima perché frastagliata da parecchi su e giù, ostacoli risibili ma da mettere in conto. Le sfide da podio, però, dovrebbero iniziare solamente negli ultimi 6000 metri quando, lasciata la località di Chalet Reynard si entrerà nel regno del Ventoux, un regno fatto di pietraie e di un implacabile sole a picco.

SOUVENIRS DU TOUR 1
Montélimar ha accolto una sola volta il Tour, in occasione d’una tappa che ha lasciato il segno in classifica, pur non essendo assolutamente di montagna. Il 15 luglio del 2006 tutti attendevano un arrivo in volata, invece andò in porto quella che viene definita una fuga “bidone”: primo al traguardo il tedesco Voigt, gruppo a quasi mezz’ora, maglia gialla allo spagnolo Pereirio Sio, che la perderà all’Alpe d’Huez, la riconquisterà nella tappone della Toussuire, tornerà a perderla nella crono di Montceau-les-Mines e la riconquisterà definitivamente solo un anno più tardi, per l’acclarata positività della maglia gialla Floyd Landis.
Ben più nutrito il numero di presenze del Ventoux sul percorso del Tour, affrontato 6 volte come GPM di transito e 7 come traguardo di tappa. Il debutto avvenne nell’edizione del 1951, inserito nel tracciato della tappa Montpellier – Avignone, vinta da Bobet dopo che era scollinato in testa sul “monte calvo” il connazionale Lucien Lazarides. In seguito metteranno il Ventoux nel loro carniere il francese Robic nel 1952 (Aix-en-Provence – Avignone), lo stesso Bobet nel 1955 (Marsiglia – Avignone), il lussemburghese Gaul in occasione del primo dei sette arrivi in vetta (cronoscalata da Bédoin nel 1958), il francese Poulidor nel 1965 (da Montpellier al monte), lo spagnolo Julio Jimenez nel 1967 (Marsiglia – Carpentras, il giorno della tragica scomparsa di Simpson), il belga Merckx nel 1970 (arrivo in vetta, da Gap), il francese Thévenet nel 1972 (ancora un arrivo in salita, da Carnon-Plage), il “carneade” spagnolo Aja nel 1974 (Savines-le-Lac – Orange) ed il francese Bernard nel 1987, a capo di un’altra cronometro, partita da Carpentras. Bisognerà attendere il 1994 per vedere un italiano svettare sul monte che nel 1336 fu “conquistato” da Petrarca: il 18 luglio di 15 anni fa scollinò solitario in testa Eros Poli, che poi si imporrà sul traguardo di Carpentras, portando così a termine una fuga durata ben 171 Km. Sfatata la cabala avversa, anche il successivo ritorno sul “Gigante della Provenza” parlò italiano, col successo di Marco Pantani, era l’edizione del 2000, davanti ad Armstrong. L’ultima (finora) puntata della storia ciclistica del Ventoux al Tour è stata scritta il 21 luglio 2002, quando ai quasi 2000 metri dell’osservatorio giunse primo il francese Virenque, al termine d’una frazione di 221 Km partita da Lodève.

Monsieur Le Ventoux (http://foto.ctirad.eu)

Monsieur Le Ventoux (http://foto.ctirad.eu)


SOUVENIRS DU TOUR 2

Montélimar è un centro del dipartimento della Drôme, famoso per la produzione del “nougat” (torrone). Città turistica situata ai piedi del massiccio del Vercors, fu la capitale del popolo celtico dei “Ségovéllaunes”, prima di diventare centro romano, dal quale transitava la “Via Agrippa”. Sul piano artistico spiccano la cappella romanica di Notre-Dame de la Rose e il castello degli Adhémar, la famiglia che governò questo centro e il circondario dalla fine del XI secolo fino al XIII secolo. Infatti, l’attuale nome di Montélimar deriva da un toponimo nato in quel tempo, “Monteil des Aimar”, dove “Aimar” era un’altra versione del gentilizio della famiglia regnante.
“Montiliens” celebri sono il pianista Michel Petrucciani, l’esploratore Louis de Freycinet e i politici Émile Loubet (presidente della repubblica dal 1899 al 1906, gli anni che videro la nascita del Tour de France) e Michel Vauzelle, che è stato portavoce di Mitterand ed è attualmente presidente della regione “Provence-Alpes-Côte d’Azur” e dell’ Euroregione Alpi-Mediterraneo, che comprende anche territori italiani (Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta).
Il Ventoux è il monte francese per antonomasia. Punto culminante del massiccio delle Baronnies, il suo isolamento dalle cime circostante lo rende visibile da parecchi chilometri di distanza, immediatamente riconoscibile per il biancore delle sue pietraie. Alcuni studiosi ritengono che il nome, infatti, derivi da “Ven-topp” che signfica “cima innevata”. È certo, invece, che non abbia a che fare con il mistral: la traduzione francese di ventoso, infatti, non suona “ventoux”, ma “ventilé” oppure “venteuse”. La prima storica scalata fu quella del Petrarca del 1336, ma già da due secoli l’uomo vi saliva per rifornire di legna i cantieri navali di Tolone: è, comunque, opera della natura il “deserto” sommitale, sul quale spicca la struttura dell’osservatorio, eretta nel 1882. Dal 1994 il Ventoux è stato classificato “Riserva di biosfera” dall’UNESCO.

LA MÉTÉO
Il Ventoux può essere fornace oppure spazzato da folate supersoniche, ma stavolta non dovrebbero verificarsi nessuno di questi estremi.
Cominciamo, però, come ovvio, dalla partenza da Montélimar, dove il meteo prevede temperature tipicamente estive, che potranno raggiungere e superarare i 25°C, in condizioni di vento moderato (max 33 Km/h) e bassa umidità (attorno al 40%).
In cima al Ventoux si registreranno situazioni opposte a quelle che hanno fatto la fama del monte provenzale, a cominciare da temperature abbastanza basse (16°C), consone all’altezza del luogo (1912m). Mancheranno totalmente i venti, almeno nelle ore previste per l’arrivo (anticipato di 60 minuti rispetto al solito), mentre il tasso d’umidità sarà pari al 33%.

BOULE DE CRISTAL

Ultimo arrivo in salita e penultima tappa.
La condotta della gara sarà semplice: corsa controllata fin sotto la salita, in quanto non credo che tentativi di fuga possano arrivare. Sarà l’ultima lotta per le posizioni di classifica e per la maglia gialla. Vedremo sicuramente colpi di scena perché siamo al 20° giorno di gara e il Mont Ventoux ha sempre mandato in crisi qualche corridore. Mi aspetto un grande attacco di corridori come Sastre. E dopo l’arrivo potremo dire chi ha vinto il Tour.

LA TERNA SECCA DI LUCA ZANASCA

1° Sastre
2° Pellizotti
3° Contador

Mauro Facoltosi & Luca Zanasca

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