CORRIDORI FATE CASINO, IN MEMORIA FELIX

maggio 21, 2023
Categoria: News

Sulle strade care all’indimenticato Felice Gimondi si corre una tappa apparentemente mal disegnata, con salite che sembrano gettate alla rinfusa nel tracciato. La più dura si affronterà per prima, un altro paio d’ascese s’incontreranno a metà tappa mentre l’ultima, piazzata a poco meno di 30 Km dall’arrivo, proporrà all’inizio un muro niente male che potrà far scricchiolare qualche big della classifica. Per far sì che lasci il segno, però, bisogna darci dentro e rendere la tappa molto più dura di quello che le cartine lasciano suggerire. E lo spazio per far casino, oggi, c’è…

Da quando, il caldo pomeriggio del 16 agosto del 2019, chiudeva per sempre gli occhi Felice Gimondi il Giro d’Italia non aveva ancora avuto occasione per rendere un vero e proprio omaggio al campione lombardo, anche perché nelle ultime tre edizioni la Corsa Rosa si era sempre tenuta alla larga dalla provincia di Bergamo. Ma nel 2023 questa piccola lacuna sarà colmata con una tappa di quasi 200 Km il cui disegno sarebbe piaciuta parecchio a “Nuvola Rossa”, come ebbe a ribattezzarlo l’altrettanto indimenticato Gianni Brera. Tra Seregno e Bergamo non si dovrà soltanto pedalare sulle strade della sua Sedrina, il paesello della Val Brembana dove il tre volte vincitore della Corsa Rosa era nato il 29 settembre del 1942, ma si andranno ad affrontare una serie di salite che sono nella storia del ciclismo e poco importa il fatto che il disegno della frazione le colloca in una maniera apparentemente un po’ scriteriata, con la più difficile piazzata lontano dal traguardo e parecchi intervalli tra un colle e l’altro. Gimondi si sarebbe divertito tantissimo su questo percorso che, se ben sfruttato, può fare più “casino” del previsto, per utilizzare la stessa parolaccia che tanti anni fa fruttò a Felice una vera e propria cacciata dal palco del “Processo alla tappa”, allontanato e qualche giorno più tardi riabilitato dallo storico conduttore della rubrica, il giornalista romagnolo Sergio Zavoli. Si comincerà a circa 35 Km dalla partenza con il Valico di Valcava, impegnativa ascesa che negli anni ‘80 fu sedotta e abbandonata dal Giro di Lombardia, per poi essere riscoperta dalla medesima corsa in tempi più recenti, non più considerata troppo dura per una gara come la “classica delle foglie morte”. 41 Km più avanti sarà la volta di una delle ascese più iconiche delle valli bergamasche, anche se quella che conduce a Selvino è più conosciuta per la spettacolarità dei suoi tornati che per le inclinazioni. Immediatamente dopo si andrà sul Miragolo, salita che – a differenze della altre che si affronteranno oggi – è una scoperta recente, inserita per la prima volta in una competizione professionistica nel 2016. Isolato rispetto a tutti gli altri l’ultimo dei grandi colli di giornata sarà il Valpiana, pure preso a piene mani dal percorso del “Lombardia”, scavalcato il quale si dovranno percorrere 28 Km per andare al traguardo, prima del quale bisognerà fare i conti con la Boccola, l’acciottolata salitella verso Bergamo Alta che i corridori avranno affrontato anche 54 Km prima: sarà l’ultima tessera di un puzzle di 4000 pezzi, il numero di metri di dislivello complessivo che si dovranno superare, un vero e proprio “incastro” nel quale qualche nome grosso della classifica potrebbe rimanerci stritolato.
Prima che entrino in scena le montagne saranno le colline protagoniste del percorso perché il tratto iniziale si svolgerà attraverso la Brianza, affrontando subito dopo il via la dolce salita – poco meno di 3 Km al 3.7% – che conduce a Monticello Brianza, dosso molto conosciuto in gruppo perché è stato inserito in parecchie edizioni della Coppa Agostoni, subito dopo esser usciti dal tradizionale circuito del Lissolo. Il tratto successivo vedrà attraversare le aree pianeggianti del Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, nel quale sono possibile ammirare curiose piramidi che ricordano quelle egiziane. Raggiunta Merate, presso la quale si trova dal 1923 l’osservatorio astronomico della milanese Accademia di Brera, si cambierà direzione per fare ingresso in provincia di Bergamo attraverso il ponte sul fiume Adda di Brivio, centro il cui nome deriva dal termine celtico Briva (che significa per l’appunto ponte) e sul quale dominano i resti del locale castello. Attraversato Cisano Bergamasco si dovrà, però, uscire dai confini della provincia per tornare nel Lecchese e affrontare la Valcava dal lato più duro, anticipata dall’ascesa di San Gregorio (3.1 Km al 6.3%). È da Torre de’ Busi che ha inizio la prima delle quattro grandi salite di giornata, 10 Km all’8,7% e un tratto di quasi 4 Km al 10.2% che terminerà a mezzo chilometro dallo scollinamento, dopo aver toccato un picco massimo del 17%. Giunti in cima a questa salita, che al Lombardia del 1986 riuscì a mettere in croce uno scalatore del calibro del francese Laurent Fignon, si svalicherà accanto ai tralicci di una delle più importanti postazioni radio-tv dell’Italia settentrionale, operativa dal 1975 e realizzata non molto distante dal luogo dove si trovata la stazione d’arrivo della più antica funivia d’Italia, inaugurata nel 1928 e smantellata alla fine degli anni ’70. La successiva discesa verso la Valle Imagna sarà un “mix” tra due differenti versanti, con il primo che verrà abbandonato all’altezza di Costa Valle Imagna per intraprendere un tratto in quota di circa 3 Km che terminerà in corrispondenza del futuro scollinamento del GPM di Valpiana, dove si riprenderà a scendere in direzione di Capizzone. Raggiunta Almenno San Salvatore, presso la quale si può ammirare la romanica chiesa di San Giorgio in Lemine, si andrà a superare il corso del Brembo alle porte di Villa d’Almè, dalla quale si punterà verso Bergamo. Il primo dei tre passaggi dalla “Città dei Mille”, così chiamata per i quasi 200 volontari bergamaschi che presero parte alla storica spedizione, si svolgerà sulle pianeggianti strade della periferia nordorientale, seguendo le quali il gruppo s’infilerà successivamente nel tratto iniziale della Val Seriana. Si pedalerà in uno degli angoli della nostra nazione che maggiormente fu colpito, nella primavera del 2020, dalla prima ondata della pandemia di Covid, andando a sfiorarne uno degli “epicentri”, l’ospedale di Alzano Lombardo. È dalla vicina Nembro che si tornerà, per la terza volta in questa giornata, a parlare il linguaggio della salita, stavolta per affrontare i 12 Km al 5.3% che con 19 tornanti condurranno fino ai 946 metri di Selvino, la stazione di sport invernali più vicina alla Pianura Padana, della quale sono originarie le ex sciatrici Paoletta e Lara Magoni e dove è in progetto la realizzazione dello Skidome, innovativo impianto sciistico sotterraneo. Stavolta la discesa sarà affrontata in maniera parziale perché, percorsone il tratto iniziale si svolterà a sinistra per intraprendere la più difficile salita – 5 Km al 7.2% – che condurrà al borgo di Miragolo San Salvatore, da non confondere con il quasi omonimo e vicino paesello di Miragolo San Marco, che ebbe fama nel Seicento grazie alle pendole “opus Miragoli” che vi venivano prodotte dalla famiglia Gritti. Testimonianza di questo artigianato è visibile nel Museo della Valle che si trova in fondo alla successiva discesa, nel centro di Zogno, il paese natale di Antonio Pesenti, il primo corridore bergamasco a vincere il Giro d’Italia (1932). Siamo tornati in Val Brembana e da lì a pochi chilometri ci sarà il passaggio da Sedrina, il paesello di Gimondi, conosciuto anche per i suoi ponti sul Brembo, il più antico dei quali secondo la tradizione risale all’anno 110. Pochi chilometri più avanti si ritroveranno strade già percorse in precedenza, riattraversando Villa d’Almè e facendo quindi ritorno a Bergamo, dove si andrà per la prima volta ad affrontare la Boccola, la lastricata stradina che sale verso la città alta, 1200 metri nei quali la pendenza media passa da “quota zero” al 7,9%, con un picco del 12% e un brevissimo tratto in acciottolato che inizia in corrispondenza del passaggio da Porta San Lorenzo, il più piccolo tra i quattro varchi che bucano la cortina delle mura veneziane, innalzata nel XIV secolo quando la città era una delle principali della Serenissima. Seguendo in discesa il panoramico viale che costeggia i baluardi fortificati, si andrà per la prima volta a tagliare la linea d’arrivo, nella parte bassa della cittadina orobica, per poi tornare a pedalare in direzione delle Prealpi Orobie, alle cui pendici si tornerà – dopo una quindicina scarsa di chilometri privi di difficoltà altimetriche – all’altezza di Almenno San Bartolomeo, centro dove gli appassionati d’arte romanica potranno deliziarsi con la visita alla Rotonda di San Tomè, chiesa circolare costruita nella prima metà del XII secolo. Qui si tornerà a prendere l’ascensore, stavolta per affrontare la salita di Valpiana, più famosa tra gli appassionati come “Roncola” dal nome del centro che si attraversa 5 Km prima dello scollinamento. Sono 10 Km al 6.1%, molto più impegnativi di quel che dicono i suoi numeri sia perché gli ultimi 2 Km sono praticamente pianeggianti, sia perché non si percorrerà la strada classica nel tratto iniziale, avendo scelto l’organizzazione d’inserire il cosiddetto “Muro di Barlino”, 1300 metri al 10.3% con i primi 500 metri al 12% che prevedono un picco massimo del 14%. Raggiunto lo scollinamento di Valpiana si dovrà affrontare la discesa già percorsa in precedenza scendendo dalla Valcava, puntando quindi per la terza e ultima volta su Bergamo, dove gli acuminati “dentini” della Boccola nuovamente torneranno ad azzannare i polpacci dei corridori, oggi messi a prova da una frazione che potrebbe far più male del previsto. Basta far casino, in memoria di Gimondi.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella di Monte Marenzo (436 metri). Concide con l’omonimo abitato, toccato lungo la salita di San Gottardo, l’ascesa che anticipa quella della Valcava.

Sella di San Gottardo (403 metri). Si trova alle porte dell’omonima località, all’altezza del bivio dove inizia il versante lecchese del Valico di Valcava.

Forcella di Valcava (1336m). Raggiunta dalla Strada Provinciale 179 “della Valcava” sul versante lecchese e dalla SP 22 “Valsecca-Costa Valle Imagna” sul versante bergamasco, mette in comunicazione Torre de’ Busi con Costa Valle Imagna. È nota anche come “Valico di Ca’ Perucchini” e “Valico di Valcava”, toponimo con il quale è segnalato sulle cartine del Giro 2023. Scoperta dal grande ciclismo in occasione del Giro di Lombardia del 1986, è rimasta nel tracciato della classica di fine stagione fino al 1990 per poi essere riscoperta dalla stessa corsa nel 2011, venendo proposta anche nel 2012, nel 2013 e nel 2016. Per il Giro d’Italia si tratta della seconda volta sulla Valcava, già affrontata nel 2012 durante la tappa Busto Arsizio – Pian dei Resinelli (Lecco), vinta dall’abruzzese Matteo Rabottini, primo anche in vetta alla difficile ascesa lombarda.

Sella di Selvino (941 metri). Vi sorge l’omonima località di sport invernali e mette in comunicazione la Val Seriana con la Val Brembana e la Val Serina. Quotata 946 sulle cartine del Giro 2023, è stata affrontata 5 volte alla corsa rosa, tre come GPM di passaggio e due come arrivo di tappa. La prima volta fu scalata nel 1969 nel finale della semitappa Zingonia – San Pellegrino Terme, vinta dal vicentino Marino Basso dopo che al GPM era transitato in testa il bresciano Michele Dancelli. Ci si tornerà nel 1976 nei chilometri conclusivi della Terme di Comano – Bergamo, vinta in casa da Gimondi con il varesino Wladimiro Panizza primo a Selvino. L’ultimo GPM “di passaggio” è stato proposto nel 2017 durante la Valdengo – Bergamo ed è stato conquistato dal francese Pierre Rolland, mentre al traguardo si era imposto il lussemburghese Bob Jungels. I due arrivi di tappa sono stati conquistati dall’americano Andrew Hampsten nel 1988 (Novara – Selvino) e dall’elvetico Tony Rominger nel 1995 (cronoscalata da Cenate): in entrambi i casi i vincitori di tappa qualche giorno più tardi si imporranno nella classifica finale della corsa rosa.

Passo di San Bernardo (858 metri). Concide con l’omonima frazione del comune di Roncola, attraversata dalla Strada Provinciale 172 “della Roncola” lungo la salita a Valpiana. Il Giro l’ha inserita due volte nel tracciato, la prima durante la Milano – Bergamo del 1983, vinta dal lombardo-piemontese Giuseppe Saronni dopo che al GPM, fissato in località Roncola e non al punto di scollinamento, era transitato primo Lucien Van Impe, lo scalatore belga che nel 1976 si era imposto al Tour de France. Durante la pocanzi citata tappa Novara – Selvino del Giro del 1988 a conquistare il GPM, stavolta correttamente collocato al termine dell’ascesa, passò per primo Renato Piccolo, il corridore veneto che quell’anno conquisterà la classifica riservata agli scalatori.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Felice Gimondi e l’altimetria della quindicesima tappa del Giro 2023 (strada.bicilive.it)

Felice Gimondi e l’altimetria della quindicesima tappa del Giro 2023 (strada.bicilive.it)

CIAK SI GIRO

Se vi piacciono i film comici surreali allora conoscerete – e se non li conoscete dovreste colmare questa lacuna – le strampalate commedie firmate dal regista milanese Maurizio Nichetti, la cui figura è stata accostata da diversi critici a quella di Woody Allen. È autore di film come “Volere volare”, che ricorda molto “Chi ha incastrato Roger Rabbit” per la commistione tra realtà e fantasia cartoonistica, “Ratataplan” (il film che l’ha fatto conoscere) e “Ladri di saponette”, ispirato al celebre “Ladri di biciclette”, il capolavoro del neorealismo firmato nel 1948 dal grande Vittorio De Sica. In “Ladri di saponette”. In questo film Nichetti è due volte regista, perché interpreta sia sé stesso, sia Antonio, il protagonista di un film neorealista da lui diretto e che viene invitato a presentare a un talk show televisivo, condotto quest’ultimo non da un attore ma da uno dei più noti critici cinematografici italiani, Claudio G. Fava. Un imprevisto tecnico provoca, però, un black out dalle conseguenze inattese, con i protagonisti del film in bianco e nero che vengono catapultati nella vita reale a colori e lo stesso regista che, viceversa, si vede costretto a varcare il confine con la finzione per cercare di riportare sui binari originari la trama originaria, riuscendo nell’intento ma poi rimanendo intrappolato nel film. Se la pellicola è surreale, reali – ovviamente – sono i luoghi delle riprese, svoltesi nel breve volgere di 38 giorni a Milano e in alcune dei luoghi che saranno oggi sfiorati dal percorso di gara. Il ponte di Brivio sull’Adda fa così da sfondo alla scena nella quale Antonio si allontana in bici dall’azienda dove lavorava (in realtà un’ex cristalleria situata nel quartiere Bovisasca a Milano) e dalla quale aveva appena rubato un lampadario. Bergamo Alta, invece, è stato il set del famoso spot televisivo del detersivo per pavimenti Ajax, che in quegli anni fu mandato in onda di frequente durante i famosi “consigli per gli acquisti”. Molti ancora ricordano la scena delle massaie che, cantando “igiene sì, fatica no” lanciano per aria i secchi e che si vede anche in questo film, anche se in realtà solo in parte si tratta d’immagini del vero spot, che era stato girato in una suggestiva piazzetta del centro storico di Viterbo. Quando, nell’opera di Nichetti, Maria (la moglie di Antonio, interpretata dall’attrice materana Caterina Sylos Labini) viene catapultata dal film neorealista allo spot trasmesso in quel momento alla tv e può finalmente coronare il suo sogno di divenire attrice, l’azione si svolge in un set diverso, non più a Viterbo ma nella centralissima Piazza Vecchia di Bergamo.

In collaborazione con www.davinotti.com

La scena del spot del detersivo Ajax rigirata da Maurizio Nichetti in Piazza Vecchia a Bergamo per il film “Ladri di saponette” (www.davinotti.com)

La scena del spot del detersivo Ajax rigirata da Maurizio Nichetti in Piazza Vecchia a Bergamo per il film “Ladri di saponette” (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/ladri-di-saponette/50002812

FOTOGALLERY

Una delle Piramidi di Montevecchia (villago.it)

Merate, Osservatorio Astronomico di Brera (www.brera.mi.astro.it)

Brivio vista dal ponte sul fiume Adda

Il centro trasmittente di Valcava, al culmine dell’omonima salita

Almenno San Salvatore, chiesa di di San Giorgio in Lemine

L’ospedale di Alzano Lombardo

Uno dei tornanti della salita di Selvino

Ponti di Sedrina

Almenno San Bartolomeo, Rotonda di San Tomè

Bergamo, Ponte San Lorenzo

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