VALVERDE STORY – CAPITOLO 12: GLADIATORE PER UN GIORNO DOPO UN 2013 DA DIMENTICARE

dicembre 7, 2022
Categoria: News

Se la Vuelta del 2012 aveva riportato il sorriso sul volto di Valverde, diversamente le cose sarebbero andate nel 2013, che lo vede ancora sconfitto alle classiche alle quali tanto punta. Dopo aver vinto per il secondo anno consecutivo la Vuelta a Andalucía (suo secondo e ultimo successo stagionale), si schiera al via delle tanto attese corse del nord dove colleziona un comunque prestigioso secondo posto all’Amstel, un settimo alla Freccia e un terzo alla Liegi. Fallisce l’obiettivo Tour dopo aver perso quasi nove minuti dai migliori nella tappa di Saint-Amand-Montrond a causa del vento, fatto avvenuto nel momento nel quale era secondo in classifica. Un pochino meglio va alla Vuelta che non lo vede mai vincitore di tappa, ma almeno riesce a salire sul gradino più basso del podio a 1’36” dallo statunitense Chris Horner e terzo concluderà due settimane più tardi anche il mondiale di Firenze, penalizzato dalla lotta fratricida con il connazionale Joaquim Rodríguez, che finirà per favorire la vittoria del portoghese Rui Costa. Bisognerà attendere il 2014 per vedere il murciano cominciare a risalire la china, anche se da quel momento in poi – complice un’età non più verdissima – la sua carriera lo vedrà cogliere più soddisfazioni nelle corse di un giorno. In attesa della Freccia, che da quell’anno monopolizzerà per ben quattro edizioni consecutive, l’Embatido decide di venire a correre in Italia dove, dopo il terzo posto alla Strade Bianche, porta a casa la vittoria all’ombra del Colosseo nella Roma Maxima.

LA VENDETTA MAXIMA DI VALVERDE

Lo spagnolo si aggiudica la vittoria della Roma Maxima con un attacco a 40 chilometro dal traguardo, Quintana lancia il compagno di squadra, Pozzovivo da il colpi di frusta decisivo e poi aiuta lo spagnolo a mantenere il vantaggio pur non avendo speranze in volata. Dopo la mezza delusione di ieri Valverde centra la vittoria in una corsa incerta fino agli ultimi metri

La Roma Maxima ha visto l’attacco vincente di uno degli uomini più attesi, Alejandro Valverde, che non è affatto partito a sorpresa. I Campi di Annibale rappresentavano il punto dove lo stesso Valverde aveva dichiarato di voler provare a dare la svolta alla corsa.
Dopo il deludente terzo posto di ieri in una corsa in cui era il favorito numero uno, lo spagnolo riesce ad aggiudicarsi una corsa adatta alle sue caratteristiche, ma molto incerta per la distanza tra l’ultima salita e l’arrivo di Roma.
Favoriti erano, infatti, uomini con diverse caratteristiche; in caso di arrivo in volata Modolo e Colbrelli apparivano i più quotati, mentre, in caso di crisi dei velocisti in salita, le possibilità si spostavano su Ratto, Gilbert, Pozzato e appunto Valverde.
Il nostro Pozzovivo, invece, è apparso il più brillante in salita, ha contrattaccato nel durissimo tratto finale dei Campi di Annibale, riuscendo anche a staccare Valverde di qualche metro. E’ stata di fatto proprio l’accelerazione di Pozzovivo a creare il buco decisivo in prossimità del GPM, Valverde è riuscito a contenere il distacco in pochi metri e, dopo lo scollinamento, è riuscito agevolmente a riportarsi sullo scalatore Lucano.
Nel finale, abbiamo visto Valverde molto attivo nel tentativo di conservare il vantaggio sul gruppo ma bisogna dire che, contrariamente a quanto si poteva pensare, Pozzovivo ha fatto la sua parte, determinante per la buona riuscita dell’attacco.
La corsa è stata caratterizzata da una fuga partita nei primi chilometri di gara ed esauritasi definitivamente proprio sulle prime rampe della salita dei Campi di Annibale, grazie al lavoro in testa dei Movistar che hanno voluto portare il capitano Valverde in testa alla corsa nel punto prescelto per sferrare l’attacco.
Il primissimo tentativo è stato dell’uomo di casa Pirazzi che, però, non è riuscito a guadagnare più di 11 secondi. Quando il gruppo si riporta sul laziale, cominciano gli scatti in testa finchè non se ne vanno in sette: Thomas Damuseau (Giant Shimano), Matthias Brandle (IAM Cycling), Niccolò Bonifazio (Lampre Merida), Daniel Teklehaymanot e Dennis Van Niekerk (MTN Qhubeka), Ben Gastauer (Ag2r-La Mondiale) e Kiel Rejnen (Unitedhealtchcare). Il gruppo lascia fare e gli attaccanti riescono in breve a conseguire un vantaggio considerevole che arriva a sfiorare i 7 minuti.
Quando mancano ancora poco meno di 150 Km alla conclusione, la Movistar si pone in testa al gruppo ed il vantaggio dei fuggitivi cominicia pian piano a scendere: a 70 Km dall’arrivo è di 3 minuti e mezzo, mentre alcuni atleti perdono contatto dal gruppo.
Nella fase di avvicinamento alla salita di Rocca Priora, i Movistar rallentano leggermente ed il vantaggio dei fuggitivi torna a salire. Tuttavia, nel corso dell’ascesa passano i testa gli uomini della Bardiani che impongono un ritmo altissimo che provoca il crollo del vantaggio dei fuggitivi, fino a farlo scendere sotto il minuto ai 50 dall’arrivo.
Vedendo che il vantaggio è in costante calo, Gastauer tenta di allungare nell’ultimo chilometro della salita verso Rocca Priora; l’accelerazione consente al corridore dell’Ag2r-La Mondiale di guadagnare dapprima qualche metro poi, man mano, sempre di più sugli ormai ex compagni d’avventura. Il tentativo di Gastauer non appare, però, credibile sia in considerazione dell’esiguità del vantaggio sul gruppo, sia per via dei chilometri ancora da percorrere che non favoriscono certa la marcia di un corridore solitario.
Sulle prime rampe della salita dei Campi di Annibale, quando mancano ancora quasi 40 Km all’arrivo, allunga Alejandro Valverde, prima in modo timido poi più deciso ed il gruppo inizia a sfilacciarsi, mentre gli immediati inseguitori di Gastauer vengono ripresi.
Poco dopo il primo tentativo di allungo di Valverde, parte al contrattacco Nairo Quintana cui si accodano immediatamente Pirazzi e Pozzovivo, mentre nel gruppo è piena bagarre; il colombiano della Movistar continua a dettare un ritmo infernale e i velocisti rimangono attardati.
Nel momento in cui battistrada Gastauer viene ripreso riparte Valverde, stavolta con decisione maggiore; alla sua ruota si pone Bongiorno nel ruolo di stopper, dato che non passa mai in testa, mentre si riaccodano anche Anacona e Pozzovivo che, nel tratto diù duro della salita dopo Rocca di Papa, parte deciso e nessuno riesce a stargli a ruota. Alejandro Valverde, con una tattica molto intelligente, non risponde alla rasoiata del forte scalatore Lucano ma, mantenendo un ritmo molto alto, riesce a non farselo sfuggire alla vista e si riporta progressivamente su di lui dopo la fine del tratto duro. Alle spalle della coppia di testa si trovano Anacona, Quintana e Rabottini, a 18 secondi, che vengono presto raggiunti da un altro gruppetto cosicché dietro si forma un gruppetto di dodici uomini a circa 20 secondi: Hoogerland, Quintana, Dupont, Kangert, Nocentini, Anacona, Tschopp, Hermans, Pellizzotti Pardila Rabottini e Bongiorno.
A questo punto, il destino della coppia di testa sembrerebbe segnato poichè mancano oltre trenta chilometri alla conclusione e non sono più previste asperità, eccetto un breve strappo. Dietro inseguono in dodici mentre nella coppia di testa Pozzovivo non sembrerebbe in condizioni di collaborare dato che lo sprint non è decisamente la specialità del lucano. Dietro, tuttavia, non c’è accordo mentre Pozzovivo, seppur in misura minore, fa la sua parte nella fuga tanto che i due uomini di testa incrementano il vantaggio sugli inseguitori. Valverde, per non far calare il ritmo, accenna diverse accelerazioni specialmente su tratti con i sanpietrini. Dal gruppo inseguitore evade Rabottini, che si accorge (in verità troppo tardi) che manca l’accordo nell’inseguimento e guadagna una decina di secondi sui dieci, ma rimane nella sgradevole situazione di trovarsi da solo senza alcuna possibilità di rientrare sui due di testa. Sullo strappo dei Cappuccini Quintana appare in difficoltà e perde contatto, Bongiorno evade dal gruppetto degli inseguitori ma l’avanscoperta dura poco e al termine del tratto più ripido della discesa la coppia di testa ha ancora un buon vantaggio. I chilometri che mancano favoriscono certamente gli inseguitori, dato che si tratta di 18 chilometri in falsopiano a scendere sino al traguardo.
Ai 15 al traguardo, su una accelerazione degli insegutori Pellizzotti rimane letteralmente sulle gambe a causa di un attacco di crampi, cerca di sciogliere i muscoli ma per lui non c’è nulla da fare e perde irrimedibilmente contatto.
A 8 Km dall’arrivo, la situazione sembra decisa: davanti ci sono Valverde e Pozzovivo con oltre trenta secondi di vantaggio su Rabottini, che è restato a “bagnomaria”, e oltre 50 sul gruppo degli inseguitori. Quando mancano 6 chilometri al traguardo si verifica un colpo di scena poichè un gruppo molto nutrito con diversi velocisti si riporta sui dieci inseguitori di Rabottini e della coppia di testa e, grazie all’arrivo dei rinforzi, il gruppo inizia un recupero vertiginoso: si riporta immediatamente su Rabottini e nel giro di un paio di chilometri dimezza il passivo dalla coppia di testa. Ai 1500 metri prova a uscire dal gruppo Samuel Sánchez ma il suo tentativo viene neutralizzato quasi subito. Dopo il triangolo rosso dell’ultimo chilometro Valverde e Pozzovivo iniziano a studiarsi mentre il gruppo rinviene fortissimo. Negli ultimi metri Valverde lancia la volata appena in tempo per impedire il ritorno del gruppo che, proprio sulla linea del traguardo, assorbe Pozzovivo che conclude in quinta posizione. Il secondo posto se lo aggiudica Daide Apollonio davanti a Sonny Colbrelli che continua la splendida serie di piazzamenti ai quali ora manca solo la vittoria.
La tattica di Valverde è stata perfetta, ha prima provato un allungo per saggiare la resistenza degli avversari e quindi ha lanciato Quintana, che ha fatto un forcing davvero efficace per spianare la strada ad un ulteriore contrattacco di Valverde. Il murciano poi ha gestito alla perfezione la reazione all’attacco di Pozzovivo, non ha risposto colpo su colpo ma non si è lasciato sfuggire il contatto visivo, in modo da raggiungere Pozzovivo senza difficoltà alla fine del tratto duro e, contemporaneamente, conseguire un distacco rispetto agli altri avversari.
Pozzovivo, invece, ha adottato una tecnica discutibile aiutando, seppur timidamente, un corridore contro il quale non aveva alcuna possibilità allo sprint e senza che vi fossero ulteriori asperità sulle quali tentare di staccarlo. Il rammarico è ancora maggiore se si considera che secondo si è piazzato Apollonio, compagno di squadra di Pozzovivo.
La Roma Maxima 2014 è stata ricca di emozioni, incerta sino agli ultimi metri, con un ottimo attacco a lunga gittata il cui protagonista ha saputo costruire, chilometro dopo chilometro, le basi del successo anche in una situazione iniziale che non sembrava lasciare grandi speranze.
Valverde riscatta così la sconfitta di ieri e si propone quale protagonista di rilievo della stagione.
Quintana ha imposto un ritmo infernale per poi lanciare il contrattacco di Valverde ma ha probabilmente pagato lo sforzo e si è staccato successivamente.
In ogni caso, lo stato di forma del colombiano si vedrà nel corso della Tirreno-Adriatico, che inizierà nei prossimi giorni priva di un assoluto protagonista come Froome, vittima di un problema alla schiena. Al suo posto correrà Porte che avrebbe dovuto, invece, partecipare alla Parigi – Nizza.

Benedetto Ciccarone

Valverde affronta in testa uno dei tratti più ostici della Roma Maxima (foto Bettini)

Valverde affronta in testa uno dei tratti più ostici della Roma Maxima (foto Bettini)

Commenta la notizia