VALVERDE STORY – CAPITOLO 9: CUCÙ, SONO TORNATO

dicembre 3, 2022
Categoria: News

Se guardate il palmares di Valverde troverete un “buco” nell’elenco delle sue vittorie, un vuoto di due anni che è l’unica macchia della sua travolgente carriera. A imporre questa battuta d’arresto è il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna che si muove con dodici mesi di ritardo rispetto al CONI, che per il coinvolgimento del murciano nell’Operación Puerto, l’inchiesta sul doping che aveva nel 2006 terremotato il ciclismo spagnolo (e non solo), nel 2008 lo aveva “bandito” dalle corse disputate sul suolo italiano. Il 31 maggio 2010 il TAS stabilisce così un periodo di sospensione di due anni, retroattivo per quel che riguarda la stagione in corso e così vengono cancellate con un colpo di spugna le cinque vittorie conseguite nella prima parte dell’anno, tra le quali la prestigiosa affermazione nella classifica generale del Giro di Romandia, mentre non vengono annullati i successi ottenuti negli anni precedenti, sebbene ci siano delle richieste in tal senso. Per tornare a riappendersi un numero di gara sulla schiena Valverde deve così attendere il 17 gennaio del 2012, giorno della partenza del Tour Down Under. E subito dimostra di esser tornato ai suoi livelli imponendosi nella tappa più impegnativa della corsa australiana, quella con l’arrivo in salita a Willunga Hill, fallendo di un amen la conquista della classifica generale, nella quale farà registrare il medesimo tempo del corridore di casa Simon Gerrans, considerato vincitore assoluto in virtù di un miglior piazzamento nella classifica a punti.

VALVERDE-GERRANS, LOTTA SUL FILO DI LANA

I due grandi favoriti del Tour Down Under si danno battaglia sul muro di Willunga Hill con il murciano che la spunta in volata ma nella classifica generale il neocampione australiano lo precede per la somma dei piazzamenti. Tutto si deciderà dunque nella frazione conclusiva di Adelaide

Le prime quattro frazioni del Tour Down Under si sono rivelate molto più impegnative del previsto vuoi per la velocità sostenuta, vuoi per le condizioni atmosferiche con caldo e forte vento e vuoi perchè a metà gennaio molti corridori sono ancora all’inizio della preparazione ma di grandi difficoltà altimetriche non ce ne sono state, a differenza della quinta tappa che con il suo arrivo a Willunga Hill in cima a uno strappo di 3 km al 7,6% di pendenza media era quella che sulla carta avrebbe deciso la classifica generale. La corsa è vissuta sulla fuga di O’Grady (GreenEdge), Miyazawa (Saxo Bank), Haas (Garmin), Fenn (Omega-QuickStep), Goddaert (Ag2r) e un De Gendt (Vacansoleil) uscito dalle zone alte della generale per via della debacle nella frazione di Tanunda: l’emergente olandese era comunque il miglior piazzato tra i battistrada con un ritardo di 7′51” dalla maglia ocra Kohler (BMC) ed è per questo che la formazione del leader ha fatto in modo che il distacco del gruppo si mantenesse intorno agli 8′, con il chiaro intento di non perdere il primato ma soprattutto quello di far sì che la fuga arrivasse al traguardo in modo che atleti come Valverde (Movistar) e Gerrans (Ag2r), decisamente più avvezzi di Kohler ad ascese come quella degli ultimi 3 km, non potessero prendere secondi di abbuono.
Naturalmente le altre squadre non sono state a guardare e la Movistar e la RadioShack di Machado, altro uomo molto adatto al finale, hanno preso il comando delle operazioni iniziando a ridurre il gap dai basttistrada e riuscendo anche complice il vento laterale a spezzare il gruppo in diversi tronconi: per un certo tratto davanti sono rimasti una trentina con Lloyd (Lampre) unico tra i nomi di punta rimasto attardato ma più avanti il plotone si è ricompattato. Sul primo dei due passaggi a Willunga Hill quando mancavano 30 km alla conclusione Haas, vincitore nella passata stagione della Japan Cup, è riamsto solo al comando ma dopo lo scollinamento è stato raggiunto da un gruppo che il forcing di Lopez (Movistar) aveva ridotto a non più di 25 unità.
Il gruppetto si è mantenuto compatto fino a 4 km dal traguardo quando hanno preso il largo Machado, Pate (Sky), il sempre attivissimo Dennis (nazionale australiano) e Gutierrez (Movistar) che aveva però la funzione di stopper per favorire Valverde: sulle prime rampe dello strappo finale Dennis e Machado sono rimasti soli al comando ma sotto il triangolo rosso dell’ultimo km sono stati ripresi da Valverde, Gerrans, Bakelandts (Radioshack), Boasson Hagen e il redivivo Rogers (Sky) e Javier Moreno (Movistar) mentre Kohler pur lottando strenuamente non ce l’ha fatta a rimanere con questi uomini. Rogers ha tentato di partire lungo ma in breve Gerrans e Valverde hanno fatto la differenza con il murciano che è uscito dalla scia dell’australiano e lo ha beffato negli ultimi metri, iniziando con il piede giusto la sua stagione di rientro alle gare dopo la lunga squalifica. Machado è giunto 3° a 2”, Rogers 4° a 4”, Dennis 5° a 7”, un comunque convincente Boasson Hagen 6° a 12” e Moreno e Bakelandts 7° e 8° a 13” mentre vanno segnalati l’11° posto a 29” di Matthews (Rabobank) che dimostra di non essere solo uno sprinter, il 17° a 1′18” di Kohler e il 19° a 1′50” di un Ballan (BMC) che appare bene avviato nel suo cammino di avvicinamento al top della forma per le classiche del Nord.
In classifica generale Gerrans e Valverde hanno ora lo stesso identico tempo con Machado a 8”, Rogers e Dennis a 14” e Boasson Hagen a 18”: il circuito della frazione conclusiva di Adelaide è piatto come un biliardo ma non mancherà lo spettacolo con i due uomini di testa che si daranno battaglia negli sprint intermedi e in quello finale con l’australiano che può contare sul fatto che in caso di arrivo a pari tempo vanta una somma di piazzamenti migliore rispetto a quella dello spagnolo e avrebbe quindi la meglio.

Marco Salonna

La sfida tra Valverde e Gerrans sul traguardo di Willunga (Photo: © Mark Gunter/Cyclingnews)

La sfida tra Valverde e Gerrans sul traguardo di Willunga (Photo: © Mark Gunter/Cyclingnews)

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