VALVERDE STORY – CAPITOLO 8: FINALMENTE LA VUELTA (L’ULTIMO AMARILLO)
Il regno di Valverde è solido ma non troppo alla Vuelta 2009. Alla vigilia delle ultime due tappe decisive, la frazione di Segovia con la doppia ascesa al Puerto de Navacerrada e la cronometro di Toledo, il murciano ha soli 32 secondi di vantaggio sull’olandese Robert Gesink e 1’10” sul connazionale Samuel Sánchez, passista scalatore che nel 2007 si era imposto nell’ultima crono della Vuelta. Bisogna provare a mandarli in crisi e il tentativo riesce con il primo, che termina la tappa di Segovia con più di 4 minuti di ritardo da Valverde, secondo al traguardo almeno fino al 2019, anno nel quale l’UCI sancirà la squalifica retroattiva per doping del vincitore di quella tappa e dell’edizione 2011 della Vuelta (che sarà assegnata postuma a Chris Froome), lo spagnolo Juan José Cobo. Nella crono Sánchez riuscirà, invece, a far meglio di Valverde, strappandogli però solo mezzo minuto e lasciando definitivamente la maglia amarillo sulle spalle per 55 secondi. E l’Embatido passerà alla storia anche per essere stato l’ultimo a indossarla perché dall’anno successivo l’organizzazione stabilirà che il leader della classifica vestirà di rosso e il primo a farlo a Madrid sarà un italiano, Vincenzo Nibali.
18 Settembre 2009 – 20a tappa: Ávila – Segovia
COBO, DA ACE(R)BO A MATURATO
Nell’ultima occasione utile per provare a smuovere dal potere Alejandro Valverde, gli uomini di classifica rimangono piuttosto abbottonati e pensano esclusivamente a difendersi. E allora è il turno di Juan Jose Cobo Acebo che, sull’ultimo strappetto saluta la compagnia e guadagna quei 50 metri sufficienti per vincere la tappa. Affonda Gesink, Basso controlla mentre impressiona in positivo anche oggi Paolo Tiralongo.
Doveva e poteva essere l’ultima chance per far saltare il banco a questa Vuelta ma nessuno ha voluto/potuto affondare il coltello nella piaga e allora tutto è rimasto esattamente uguale a questa mattina alla partenza da Avila. Oddio, proprio tutto no. Se Valverde è contento che nessuno ha attaccato la sua leadership, è ancora più contento della debacle di Robert Gesink che è passato dall’essere l’uomo più vicino allo spagnolo (31 secondi appena) a lottare domani a Toledo per rimanere nei primi 10 (adesso è a cinque minuti e mezzo) e il murciano ringrazia sentitamente. Con questo mini-ribaltone sale al secondo posto Samuel Sanchez e al terzo Ivan Basso. Vedremo quello che domani il varesino riuscirà a fare, ma chiudere in bellezza sarebbe un bel segnale anche in vista di Mendrisio.
Ma i bei segnali arrivano anche da Paolino Tiralongo che, dopo una vita a tirar la carretta a Damiano Cunego, in questa Vuelta ha finalmente avuto l’occasione e le gambe, per una volta in carriera, di stare con i migliori fin sotto il traguardo e non solo fino ai meno cinque chilometri dal traguardo. E così, prima da scudiero del veronese nelle due tappe conquistate, e adesso da solo, il siciliano, assieme a Samuel Sanchez, è stato colui che c’ha creduto di più nel finale per andare a riprendere Cobo ma senza riuscirvi. Adesso, complice la disfatta di Gesink, va ad issarsi al 6° posto classifica. Vedremo se lo saprà difendere.
Nella prima parte di frazione, quella più pianeggiante, se ne va la fuga di giornata: non sono i soliti 16 dei giorni scorsi ma soltanto tre, vale a dire Christophe Riblon (Ag2r), Daniel Martin (Garmin) e Eduard Vorganov (Xacobeo-Galicia). I tre viaggiano di comune accordo e raggiungono un vantaggio massimo superiore ai sette minuti. Il gruppo controlla, con la Caisse d’Epairgne del capo classifica Valverde a tenere alto il ritmo per non lasciarli scappare più di tanto: oggi si punta anche al successo di tappa. Con i fuggitivi che reggono per un centinaio di chilometri, il primo colpo di scena arriva sulle rampe che portano alla vetta (1.785m) del Puerto de la Morcuera che fa la vittima illustre, vale a dire Robert Gesink che non riesce ad esprimersi al meglio dopo la caduta nella tappa di due giorni fa. L’olandese della Rabobank sperava di resistere al ritmo dei Caisse ma ben presto si accorge di doversi fare da parte e tralasciare tutte le sue ambizioni di successo finale.
Come ieri ad Avila, anche oggi a La Granja a farla da padrone è il freddo e la pioggia, per una Spagna che, nonostante la fine di settembre, non è stata certo calda e accogliente come in passato. Intorno ai meno 30 dalla fine la fuga viene annullata e in contropiede provano ad andarsene Hoogerland (Vacansoleil), Kolobnev (Saxo) e Martinez (Xacobeo), ma il gruppo li tiene per un po’ ad una ventina di secondi, in assoluto controllo. All’inizio dell’ultima salita, la seconda scalata al Puerto de Navacerrada, c’è tutta l’Euskaltel davanti per provare a far dura la corsa e favorire un eventuale scatto di SSG. E, di fatti, poco dopo metà salita è proprio il basco a rompere gli indugi e scattare secco in faccia agli altri: Gesink ha già mollato definitivamente e alla sua rasoiata riescono comunque a rispondere Valverde, Basso, Evans e Mosquera. Dopo la sfuriata qualcuno riesce a rientrare e quasi in cima è proprio Cobo a provare l’allungo e alle sue spalle si fionda subito Sanchez. Il gruppetto si ricompone pronti a giocarsi la tappa, con un occhio di riguardo alla discesa visto il fondo reso viscido dalla pioggia. Ai meno cinque ci prova Mosquera ma c’è l’ombra di Valverde, Daniel Moreno, che rintuzza subito l’attacco. Ed allora ecco che ai meno quattro ci prova con decisione Tiralongo ma ancora una volta Moreno chiude. Il momento decisivo, quindi, è ai 2000 metri dalla fine quando parte Juan Cobo Acebo con uno scatto perentorio al quale il gregario della Caisse d’Epairgne non riesce a replicare. L’uomo della Fuji prende subito quei 5-6 secondi che gli consentiranno di guardarsi le spalle tre volte nel rettilineo d’arrivo e di alzare comodamente le braccia al cielo, mentre dietro di lui Valverde non voleva lasciare nemmeno le briciole andandosi a prendere la piazza d’onore, con Evans a chiudere il podio.
Domani ventesima e penultima tappa: la crono decisiva. 27,5km nei dintorni di Toledo. Di primo acchito, sembra un percorso da specialisti con lunghi tratti di falsopiano e un’unica salitella (ma non Gpm) poco dopo metà percorso. Il vantaggio di Valverde sembra rassicurante e forse il murciano, a questo punto, la può solo perdere questa Vuelta.
Saverio Melegari
19 Settembre 2009 – 21a tappa: circuito a cronometro di Segovia
VALVERDE CONSACRATO NELLA TAPPA DI MILLAR
Millar conquista la seconda crono alla Vuelta dopo la squalifica, lo fa mentre la corsa spagnola incorona Valverde come corridore per grandi giri dopo le tante debacle e in una tappa che vede Samuel Sanchez rosicchiare qualche secondo al leader della generale ed assestarsi sul secondo gradino del podio. Al terzo si issa Evans che con una discreta prova scavalca Ivan Basso.
L’ultima tappa decisiva della Vuelta, prima della passerella conclusiva di domani a Madrid, assesta definitivamente la classifica generale che ora vede in amarillo Valverde (Caisse d’Epargne), finalmente sul gradino più alto del podio dopo anni in cui una debacle giornaliera lo relegava a battagliare per le posizioni di rincalzo nei GT. Un prevedibile secondo posto per il connazionale Samuel Sanchez (Euskaltel) che nella tappa odierna rosicchia 30” al leader della generale, al Murciano restano comunque 55” in vista della tappa conclusiva: una formalità. Il basco ha concluso un’ottima cronometro facendo solo 5” peggio del vincitore Millar (Garmin). Il cronoman inglese ha chiuso in meno di 36’ coprendo i 29km del percorso ad una media stratosferica di 46km/h guadangnando negli ultimi 19km più di 1’ a Gilbert (Silence) che sorprendentemente deteneva il miglior primo intertempo. Come prevedibile il belga già dopo 19km finiva per naufragare nelle posizioni di rincalzo a mezzo minuto dal leader Millar, dietro al britannico e al basco: Evans (Silence) che con una buona prova scalza l’italiano Ivan Basso e si appresta a salire sul gradino più basso del podio domani nella capitale spagnola. Al varesino rimanevano appena 14” da gestire nella tappa odierna, ma l’italiano, discreto cronoman prima della squalifica, non riesce a fare meglio del 18° posto a 1’03” da Millar e 54” dall’avversario diretto Evans. Basso scende quindi al quarto posto davanti a Mosquera (Xacobeo) 64°oggi. Più indietro Gesink (Rabobank) vittima di una caduta due giorni or sono che lo ha fatto scivolare dal terzo al sesto posto, quindi Rodriguez (Caisse d’Epargne) che grazie alla prestazione di oggi si riprende il settimo posto che ieri gli aveva rubato Tiralongo (Lampre). Chiudono la top ten Deignan (Cervelo) e Cobo (Fuji).
Per Evans un terzo posto nella generale così come nella cronometro “conclusiva”, a 9” da Millar e 4” da Samuel Sanchez. Per l’australiano una maledizione che non gli consente di fare meglio del podio nei grandi giri, dopo una sfilza di secondi posti eccoarrivare questo terzo gradino del podio, salvo sorprese, e forse fine delle speranze. Per molti questa era l’ultima chiamata per un corridore classe ’77.
Nella calda Toledo, sovrastata da un sole battente, Valverde ha gestito bene tutta la gara chiudendo al settimo posto lasciando al migliore circa 1” e mezzo al km per tutta la tappa, segno di una maturità ormai raggiunta e di una forma fisica importante che lo potrà rendere uno dei protagonisti dei prossimi mondiali di Mendrisio. Davanti a lui oggi si sono piazzati Cesar Veloso (Xacobeo) quarto autore di una “signora crono” sempre nelle prime posizioni fina dai chilometri iniziale, Kreuziger (Liquigas) e Gilbert (Silence) che dopo l’exploit di inizio gara ha pagato 34” sul traguardo, dietro al murciano, invece, chiudono nei dieci Herrero (Xacobeo) 1” dopo il connazionale, nono Del Nero (Fuji) e decimo Westra (Vacansoleil). Basso 18° primo italiano e per vedere Tiralongo bisogna scendere di altre 52 posizioni fino alla 70° piazza. Da lui non ci si aspettava di certo una grande crono e l’ottavo posto nella generale è davvero la bella sorpresa di questa Vuelta. Ci riserviamo lo spazio per fare i complimenti a tutti i corridori, per l’impegno e per la fatica prima ancora che per le prestazione, il tutto nonostane una Vuelta un po’ amara di emozioni, qualcuno direbbe “poche ma buone” anche se noi preferiremmo la filosofia del “viva l’abbnondanza”, ma in un momento di crisi bisogna accontentarsi di tutto.
Andrea Mastrangelo

Valverde veste per l'ultima volta la maglia amarillo sul podio di Madrid (foto Bettini)