NIBALI STORY – CAPITOLO 28: A SANREMO IL NIBALI CHE NON TI ASPETTI

novembre 18, 2022
Categoria: News

Alzi la mano chi avrebbe puntato un soldo sulla vittoria di un corridore come Nibali alla Milano – Sanremo? La classica primaverile da decenni è divenuta terreno di caccia per velocisti, mentre si sono drasticamente ridotte le possibilità di successo per quei corridori che vogliono tentare la sortita sulla salita del Poggio, mitica quando si vuole ma tutt’altro che dura. Infatti per trovare la vittoria di uno scalatore nell’albo d’oro della Classicissima bisognava tornare indietro nel tempo fino al 1994, quando si era imposto Giorgio Furlan. Ma c’è un corridore che ha dimostrato che quando ci sono classe e volontà sono raggiungibili i traguardi più insperati, anche a dispetto dell’età che avanza: è così il 17 marzo del 2018 il 35enne Nibali ha messo la classica “ciliegina” sulla sua carriera scattando a 7 Km dal traguardo di Sanremo, nel punto di massima pendenza del Poggio,e involandosi a prendere la sua seconda classica monumento dopo il Lombardia nonostante il disperato inseguimento del gruppo, che è riuscito a raggiungere lo “Squalo” proprio sulla linea d’arrivo, ma quando oramai era troppo tardi.

LO SQUALO SBANCA LA SLOT DELLA SANREMO

Vincenzo Nibali vince alla grande la Classicissima con un’azione di forza sul Poggio che non lascia scampo agli avversari. Il tentativo di inseguimento di Trentin naufraga negli ultimi chilometri sull’Aurelia, tratto in cui Nibali stringe i denti e riesce per un soffio a resistere al disperato tentativo di rientro del gruppo. Beffati i velocisti che, fino al Poggio, erano riusciti a tenere chiusa la corsa in un modo per loro ideale.

Non è la sua corsa in assoluto e quella di quest’anno non lo era neppure in modo relativo, visto come si è sviluppata. Ma Vincenzo Nibali (Bahrain Merida) è noto per essere in grado di tirare fuori il coniglio dal cilindro quando meno te lo aspetti ed è esattamente quello che ha fatto oggi, inventandosi un’azione che, per audacia ed imprevedibilità, ha lasciato tutti di stucco, favorendo così il guadagno di un piccolo gruzzoletto di secondi, che gli hanno consentito di presentarsi sul rettilineo d’arrivo con un vantaggio sufficiente a tagliare il traguardo di Via Roma braccia al cielo, nonostante il disperato tentativo di recupero del gruppo, andato praticamente in porto sulla linea d’arrivo, quando oramai era troppo tardi.
In realtà, due elementi potevano far presagire da un lato il possibile tentativo del siciliano, dall’altro la concreta possibilità di vincere. Durante le fasi importanti della corsa Nibali ha, infatti, fatto a “sportellate” per riuscire a mantenere le posizioni migliori in gruppo, sia sui tre storici capi, sia sulla Cipressa, e questo è l’elemento che poteva ingenerare il sospetto che lo “Squalo” fosse venuto a questa corsa per tentare di fare risultato. La caratteristica della Sanremo che, invece, poteva far pensare alla possibilità per un corridore come Nibali di imporsi era il chilometraggio. Per un fondisti di talento come lui, i più di 300 Km da percorrere (considerando anche i 7,5 Km da pedalare per raggiungere il via ufficiale) potevano essere l’elemento decisivo per riuscire a fare la differenza, nel momento nel quale le energie degli avversari si sarebbero ridotte al lumicino. La progressiva riduzione delle distanze delle corse attuali fa sì che, specialmente i più giovani, non siano più abituati a chilometraggi come quello della Sanremo, che ha lasciato la propria lunghezza quasi invariata rispetto al 1907, anno della prima edizione.
La vittoria di Nibali, inoltre, ha riportato questa meravigliosa corsa nella sua giusta dimensione per quanto riguarda la levatura dei vincitori. Scorrendo l’albo d’oro si trovano nomi come quelli di Girardengo, Binda, Bartali, Coppi, Merckx, Gimondi, De Vlaeminck, Fignon, Bugno,Chiappucci, Jalabert, oltre a molti altri che tralasciamo solo per brevità.
Nel ciclismo moderno, però, le caratteristiche del percorso hanno molto spesso portato alla volata, premiando i velocisti ma, anche in quei casi, coloro che sono riusciti a vincere sono stati quelli che hanno retto meglio il chilometraggio che oggi solo questa corsa presenta.
La Cipressa e il Poggio non sono salite durissime e, per di più, vengono percorse a velocità spesso molto elevate anche se regolari, rendendo difficili tentativi di attacco. Tuttavia, dopo aver percorso 290 K anche questa strategia di gara può saltare ed è esattamente ciò che è accaduto oggi. I velocisti sono riusciti a tenere narcotizzata la corsa nonostante la capitolazione della fuga già dal Capo Berta, quando mancavano ancora 40 Km alla conclusione. Sulla Cipressa uomini come Démare (Groupama – FDJ) sono andati in carrozza, leccandosi i baffi pensando alla volata finale nella quale le loro possibilità sarebbero state significativamente elevate. Anche la media molto bassa, dovuta anche al veloce formarsi di una fuga con uomini senza grandi pretese ed alla pioggia che è caduta copiosa per moltissimi chilometri prima di lasciar spazio ad ampie schiarite, sembrava favorire i velocisti, che così potevano risparmiare energie.
La fuga, come si diceva, è partita dopo pochissimi chilometri di gara ed era composta da Mirco Maestri e Lorenzo Rota (Bardiani – CSF), Evgeny Koberniak (Gazprom – Rusvelo), Guy Sagiv e Dennis Van Winden (Israel Cycling Academy), Sho Hatsuyama (NIPPO – Vini Fantini – Europa Ovini), Charles Planet (Novo Nordisk), Matteo Bono (UAE Team Emirates) e Jacopo Mosca (Wilier – Selle Italia).
Questi uomini hanno avuto un vantaggio massimo vicino ai 7 minuti, ma il gruppo ha sempre tenuto sotto controllo l’azione di costoro, che hanno preso moltissima acqua durante la loro azione. Il tentativo ha intrapreso il viale del tramonto nella marcia di avvicinamento alla fase calda della corsa ed è terminato definitivamente lungo la discesa del Capo Berta, dopo che il gruppo di testa si era appena sgretolato sulle pendenze più cattive del celebre strappo. In quel frangente il primo grosso nome a farne le spese è stato quello del tedesco Marcel Kittel (Team Katusha – Alpecin), che partecipava alla Sanremo per la prima volta in carriera.
Da questo momento è stata una guerra di posizione, con gli uomini più blasonati impegnati a tenere le migliori posizioni, anche perché ritrovarsi dietro in queste fasi potrebbe anche voler dire salutare definitivamente le speranze di vittoria. Diverse cadute si sono registrate negli ultimi 40 Km e la più paurosa è stata certamente quella occorsa a Mark Cavendish (Dimension Data) che, nel tratto immediatamente precedente l’imbocco del Poggio, è andato ad impattare violentemente contro uno spartitraffico posto dopo l’uscita di un rondò, facendo un volo pauroso e venendo centrato da un altro corridore che sopraggiungeva.
Sulla Cipressa, gli uomini di Démare hanno tenuto una andatura molto regolare e neppure l’avvicendarsi in testa degli Sky ha potuto scalfire la tranquillità del campione francese che, nella pericolosa discesa successiva, ha messo di nuovo in testa i suoi uomini e si è ripresentato sull’Aurelia addirittura con qualche secondo di vantaggio sul resto del gruppo, ancora composto da ben oltre cento unità.
Nel generale tentativo di restare davanti si è arrivati al Poggio con i migliori intenti a fare a spallate. Appena iniziato lo salita è partito Marcus Burghardt (Bora – Hansgrohe), che sembra più intenzionato ad accelerare l’andatura del gruppo in vista di un attacco di Peter Sagan piuttosto che a staccare gli altri. Quasi subito Jean-Pierre Drucker (BMC) si è riportato sul tedesco ma, tramontato tale tentativo, si è mosso Krists Neilands (Israel Cycling Academy) con a ruota Vincenzo Nibali. Dietro si sono marcati un po’ troppo, pensando ad un tentativo effimero e, nel tratto più duro della salita, lo “Squalo dello Stretto” ha provato l’affondo deciso, riuscendo a guadagnare una decina di secondi grazie all’indecisione di Sagan e Michał Kwiatkowski (Sky), che continuavano a marcarsi tra loro aspettando ognuno che fosse l’altro a prendere in mano la situazione. In un simile quadro l’esperto Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), intuito il pericolo concreto, si è lanciato all’inseguimento ed un’altra volta Sagan e Kwiatkowski non sono saltati sulla ruota del corridore di Borgo Valsugana, lasciandolo da solo all’inseguimento di Nibali. Trentin ha continuato l’inseguimento nella discesa ma, una volta ritornato sull’Aurelia, il gruppo, lanciato a forte velocità, lo ha tosto riassorbito.
Gli ultimi 2,8 Km sono stati i più duri per Nibali che, dopo aver affrontato la discesa a forte velocità, ha dovuto dare fondo a tutte le energie per resistere al ritorno del gruppo su vialoni dritti e larghi da percorrere faccia al vento. In un simile terreno, 100 corridori che inseguono un uomo solo sono certamente in grado di recuperare una decina di secondi ma, ancora una volta, gli avversari del messinese non sono riusciti a condurre un inseguimento strutturato, procedendo un po’ disordinatamente alla ricerca di una quadra che non hanno mai trovato. Il vantaggio di Nibali ha cominciato a polverizzarsi solo quando da dietro hanno lanciato lo sprint lungo. Tutto ciò non è stato sufficiente per raggiungere il bravissimo siciliano che ha tagliato lo storico traguardo di Via Roma con almeno un paio di biciclette di vantaggio su Caleb Ewan (Mitchelton-Scott) che ha preceduto Arnaud Démare.
Dopo l’ormai lontano successo di Filippo Pozzato, datato 2006,, la Classicissima prende di nuovo la strada dell’Italia, grazie ad un numero veramente pregevole di Vincenzo Nibali.
Anche se la condotta di gara degli avversari dopo l’attacco ha certamente favorito la vittoria del siciliano, non si può non apprezzare la classe e la fantasia di questo atleta che si conferma un fuoriclasse che, dove non arriva con le gambe, arriva con la testa e con una perfetta visione di gara.
Dopo la conclusione, Nibali affermerà che la strategia di gara era quella di fare da stopper per portare alla volata Sonny Colbrelli, ma è apparso chiaro che l’inserimento in eventuale tentativo era finalizzato a tenere aperte entrambe le possibilità per la squadra.
La stagione delle classiche monumento non poteva iniziare in un modo migliore e si spera che anche la corse del Nord possano offrire grande spettacolo e qualche soddisfazione per i nostri atleti che vi parteciperanno. Il prossimo grande appuntamento sarà rappresentato dalla Gand-Wevelgem di domenica prossima, che anticiperà di una settimana l’atteso Giro delle Fiandre, quest’anno in calendario il giorno di Pasqua.

Benedetto Ciccatone

Nibali allattacco sul Poggio, dove osano le grandi aquile della Sanremo (foto Bettini)

Nibali all'attacco sul Poggio, dove osano le grandi aquile della Sanremo (foto Bettini)

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