NIBALI STORY – CAPITOLO 27: IL LOMBARDIA RITROVA IL SUO SQUALO

novembre 17, 2022
Categoria: News

Se nel 2016 aveva scelto di “tradire” il Lombardia per andare a correre in Kazakistan il Tour of Almaty, la corsa sponsorizzata dalla sua ex squadra, nel 2017 Nibali decide di ritornare sul luogo dove dodici mesi prima aveva messo la firma, per la prima volta in carriera, sulla Classica delle foglie morte. Ad invogliarlo è anche il fatto che, dopo che l’edizione precedente s’è disputata sul meno prestigioso percorso inverso, il Lombardia torna a corrersi da Bergamo in direzione di Como sul tracciato classico, con il Ghisallo e il Muro di Sormano ad anticipare il tradizionale finale che prevede di scalare in successione Civiglio e San Fermo della Battaglia. Anche stavolta il suo affondo parte nella discesa del Civiglio e per gli altri la pinna dello “Squalo” diventerà imprendibile….

LO SQUALO FA IL BIS SUL LUNGOLAGO CON UN’AZIONE ALLA SUA MANIERA

Vincenzo Nibali conferma il feeling che lo lega al lungolago di Como. Dopo il successo del 2015, lo Squalo si conferma e con una grande azione, caratterizzata da un’ottima strategia di gara oltre che da una condizione invidiabile. Dopo aver ripreso Pinot, che aveva fatto di diavolo a quattro sul Civiglio, lo ha staccato in discesa ed ha aumentato il vantaggio sul successivo tratto in pianura e sulla salita di San Fermo della Battaglia.

Nibali non si smentisce, dal 2013 ad oggi ha sempre regalato grandi prestazioni. Se nel 2013, nel 2014 e 2016 ha conquistato un grande giro, nel 2015 e nel 2017 si è imposto al Giro di Lombardia con grandi azioni degne della sua classe. Quest’anno, inoltre, ha portato a casa una grande vittoria che è arrivata sia grazie alla condizione ottima del siciliano, sia grazie ad una perfetta strategia di gara.
Quanto al primo elemento va osservato che Vincenzo ha comunque centrato due podi in altrettanti grandi giri disputati, impreziositi da prestigiose vittorie di tappa come quella dello Stelvio, e che le sue caratteristiche di fondista gli hanno permesso di uscire dalla Vuelta con una grandissima condizione che rischiava di essere compromessa da una microfrattura. Lo “Squalo dello Stretto” è stato in grado di non farsi condizionare da tale sfortunato fuori programma e si è presentato al meglio ai nastri di partenza dell’ultima classica monumento di questa stagione.
Riguardo al secondo elemento, è bastato guardare la corsa per apprezzare l’ottima strategia adottata dal capitano della Bahrain Merida. Con una squadra non al meglio il siciliano ha cercato di far lavorare la formazione nella prima parte, prima dello scoppio della bagarre, per poi rimanere in posizione di controllo sul Civiglio. Ha chiuso sul primo allungo di Pinot (FDJ), mentre ha preferito lasciarsi sfilare sul secondo per poi partire deciso dalla retrovie con una progressione irresistibile. Ha saltato Pozzovivo (AG2R La Mondiale) a doppia velocità e si è riportato in men che non si dica sulla scatenato francese, che aveva tentato di mettere tutti alla frusta. Nella seconda parte della discesa Nibali, conscio delle difficoltà che Pinot ha sempre avuto in questo terreno di gara, ha forzato per andarsene. Il transalpino ha però dimostrato di essere migliorato molto e, pertanto, il vantaggio accumulato dallo “Squalo” non era rassicurante. A questo punto il messinese, come i migliori passisti, ha cercato di fare una sorta di cronometro nel tratto di pianura. Anche in questo terreno Pinot ha fatto ottimi progressi rispetto a qualche anno fa, ma in corse di elevato chilometraggio conta moltissimo il fondo dell’atleta, la resistenza agli sforzi prolungati ed in questa specialità Vincenzo non ha certo nulla da imparare. Le energie rimaste e la gestione dello sforzo hanno, infatti, permesso a Nibali di aumentare progressivamente sia il vantaggio sul gruppo, sia quello su Pinot, che sulla salita finale ha pagato gli sforzi tanto da essere raggiunto dal gruppo in vista dello scollinamento del San Fermo. Il connazionale Alaphilippe (Quick-Step Floors), che con un allungo era stato il primo a riprendere Pinot, ha fatto valere le sue doti di discesista nel disperato tentativo di riportarsi su Nibali, ma ormai il vantaggio era talmente ampio da permettere al siciliano di gestirsi senza prendersi eccessivi rischi, come ha dovuto invece fare Alaphilippe scendendo a rotta di collo verso Como.
A proposito di discesa va segnalata la paurosa caduta di Laurens De Plus (Quick-Step Floors) che è volato al di là del guard rail scendendo dalla Colma dei Sormano, finenendo nella sottostante scarpata. Per fortuna le conseguenze di questa rovinosa caduta non sono state gravi come si era temuto in un primo momento.
La corsa è partita forte sin dalle prime battute, tanto che Davide Ballerini (Androni – Sidermec) e Jacques Janse Van Rensburg (Dimension Data), che erano stati i primi ad uscire dal gruppo, restano per molti chilometri a bagnomaria con un vantaggio di una manciata di secondi senza che il tentativo riuscisse a prendere concretezza. La situazione si sblocca quando i due attaccanti vengono raggiunti da Pierpaolo De Negri (Nippo – Vini Fantini), Lorenzo Rota (Bardiani – CSF), Mathias Le Turnier (Cofidis) e Lennard Hofstede (Team Sunweb). A questo punto il gruppo rallenta sensibilmente e la fuga prende il largo, arrivando ad avere un vantaggio massimo di dodici minuti sul Colle del Gallo. Sono a questo punto la Cannondale e la Bahrain Merida che si portano in testa al gruppo, aumentando notevolmente il ritmo e dimezzando il gap nel giro di pochissimi chilometri. Una volta riportato sotto controllo lo svantaggio, il gruppo ha cominciato a viaggiare alla stessa velocità dei fuggitivi per diversi chilometri, fino a quando Movistar, Lotto Soudal e Sky non hanno preso in mano le operazioni per andare a ridurre ulteriormente la distanza dai fuggitivi che, ai piedi del Ghisallo, conservavano un margine intorno ai due minuti.
Sulla salita verso la Madonna dei Ciclisti iniziano a muoversi gli outsiders con Primož Roglič (Lotto NL – Jumbo), Laurens De Plus (QuickStep – Floors), Rodolfo Torres (Androni – Sidermec), Jan Polanc (UAE Team Emirates) e Mikaël Cherel (AG2R La Mondiale) che, partendo in contropiede sul tentativo di Jesús Herrada (Movistar Team) e Andrei Grivko (Astana), riescono a sfuggire al controllo del gruppo.
Tra i fuggitivi Ballerini tenta di allungare, ma Le Tournier resiste all’attacco ed in un secondo momento stacca l’italiano andandosene tutto solo, mentre tra i contrattaccanti sono Cherel e De Plus, che riescono a resistere al ritmo di Roglič . Anche in questo caso saranno i due che si erano accodati a staccare chi aveva promosso il cambio di ritmo. Cherel e De Plus riescono a riportarsi sul battistrada in vista del prestigioso scollinamento, mentre in gruppo iniziano a muoversi le acque con Philippe Gilbert (QuickStep – Floors), Mathias Frank (AG2R La Mondiale), Alessandro De Marchi (BMC), Fabrice Jeandesboz (Direct Énergie), Enrico Battaglin (Lotto NL – Jumbo) e Diego Rosa (Sky) che mettono la testa avanti ma vengono ripresi ai piedi della salita verso la Colma di Sormano che, anche quest’anno, è stata raggiunta dalla via del prestigioso muro, con pendenze sino al 27%.
Su questa salita la situazione dietro si ricompatta con i contrattaccanti, ma il gruppo va progressivamente perdendo pezzi ed assottigliandosi chilometro dopo chilometro, mentre davanti Cherel stacca i due compagni di avventura. In discesa, De Plus si prende qualche rischio di troppo per cercare di ricucire e finisce al di là del parapetto, lasciando tutti col fiato sospeso finché non arriva la notizia delle buone condizioni generali del belga.
Al termine delle discesa Gilbert e De Marchi ci riprovano, ma con loro stavolta c’è anche Pello Bilbao (Astana). I tre riprendono Cherel ma da dietro i ritmi aumentano in vista delle fasi cruciali della corsa con la FDJ di Pinot in testa a fare l’andatura.
Gli attaccanti devono alzare bandiera bianca sulle prime rampe del Civiglio ed a quel punto scoppia la battaglia tra i grandi. Al primo allungo di Alexis Vuillermoz (AG2R La Mondiale) risponde Nairo Quintana (Movistar) con Nibali che riporta sotto anche gli altri. Il secondo tentativo è di Gianni Moscon (Sky) che tenta di soprendere tutti partendo in contropiede in un momento di rallentamento generale. L’italiano viene seguito dal giovane Sam Oomen (Team Sunweb) prima e da Ben Hermans (BMC) poi. A sfruttare la scia di Hermans ci pensa Pinot che, con poche pedalate, si riporta sulla testa. Stavolta è Nibali a reagire per primo, portandosi dietro Rigoberto Urán (Cannondale-Drapac), Quintana ed Egan Bernal (Androni-Sidermec), mentre Fabio Aru (Astana), Alaphilippe e Pozzovivo perdono qualche secondo. Dopo la chiusura su Pinot il gruppo, ormai ridottissimo, si ricompatta ma è solo la quiete che precede l’uragano perché Pinot riparte a tutta con Pozzovivo che tenta di reagire e Nibali che sembra in un primo momento guardare in faccia gli altri. Il siciliano sta però affilando le armi: infatti, si lascia sfilare leggermente per poi aprire il gas, dando il via allo show che abbiamo raccontato nella prima parte.
Il siciliano giunge in perfetta solitudine sul traguardo lariano, mentre Alaphilippe conquista la piazza d’onore. Terzo in volata Gianni Moscon, con qualche polemica con i francesi.
La classica delle foglie morte ancora una volta non ha deluso, ha regalato grande spettacolo ed ha rappresentato una degna chiusura della stagione del grande ciclismo.
Per questo chi scrive non può condividere quanto scritto da Pier Bergonzi sulle pagine della Gazzetta dello Sport di oggi, paventando uno spostamento del Lombardia in primavera per radunare le classiche monumento e permettere la partecipazione anche a corridori che, dopo la Vuelta ed il mondiale, chiudono bottega. Chi scrive ritiene che questo non sia un buon motivo per snaturare questa corsa che trova proprio nella sua collocazione attuale molti dei suoi pregi. Il tutto accompagnato dall’imprevedibilità meteorologica che ci permette di vedere corse calde ed assolate come oggi oppure gare flagellate dalle piogge che accompagnano il cambio di stagione ed i colori dell’autunno che cominciano ad avanzare dandoci l’appuntamento all’anno successivo.
Eccessivo romanticismo? Sarà, ma spostare il Lombardia in primavera sarebbe come festeggiare il Natale ad Agosto. Chi preferisce scartare i regali sotto l’ombrellone piuttosto che sotto l’albero?

Benedetto Ciccarone

Al Giro di Lombardia 2017 Nibali raccoglie a piene mani unaltra perla della sua prestigiosa carriera (foto Bettini)

Al Giro di Lombardia 2017 Nibali raccoglie a piene mani un'altra perla della sua prestigiosa carriera (foto Bettini)

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