NIBALI STORY – CAPITOLO 25: IN CROAZIA CON SCARPONI NEL CUORE

novembre 15, 2022
Categoria: News

Il 22 aprile del 2017 è una data rimasta impressa nella memoria di tutti gli appassionati di ciclismo, italiani e stranieri. È il giorno della tragica scomparsa di Michele Scarponi, piombata come un fulmine a ciel sereno poche ore dopo la fine del Tour of The Alps, che il corridore marchigiano aveva terminato in quarta posizione a 27 secondi dal britannico Geraint Thomas. In quelle stesse ore il suo ex compagno di squadra Vincenzo Nibali è impegnato sulle strade del Giro di Croazia, ultimo appuntamento per lo “Squalo” prima del Giro, corsa alla quale arriva dopo una prima parte di stagione deludente, che l’ha visto sempre terminare le gare alle cui aveva preso parte lontano dai primi e in particolare danno molto da pensare i 6 minuti perduti alla Tirreno-Adriatico. In Croazia lo scalatore siciliano palese una condizione migliorata, concludendo al terzo posto a soli 3 secondi dal vincitore la tappa con l’arrivo posto in vetta alla difficile salita del Biokovo. Un altro arrivo in quota è in programma proprio il giorno della scomparsa di Scarponi e Nibali corre quella tappa con l’intenzione di vincerla e dedicargli la vittoria, ma questa gli sfugge perché sul traguardo del Monte Maggiore lo precede in volata lo spagnolo Rosón, che per soli due secondi gli impedisce anche di conquistare la maglia di leader. A quel punto manca solo la conclusiva tappa di Zagabria, prevalentemente pianeggiante, ma quel giorno Nibali mette sui pedali non solo la sua forza fisica ma anche il cuore e, tra abbuoni e un piccolo vantaggio acquisto sullo strappo che conduce al traguardo, riesce a scavalcare lo spagnolo in classifica e a dedicare la vittoria all’amico scomparso.

19 aprile – 2a tappa: Traù – Biokovo

EMIRI ANCORA IN FESTA IN CROAZIA, BUON TERZO POSTO PER VINCENZO NIBALI

La seconda tappa del Giro della Croazia prevedeva un arrivo in salita, una perfetta prova per il grande favorito del Giro d’Italia Vincenzo Nibali. Lo Squalo dello Stretto in questa tappa è stato sempre nelle prime posizioni insieme ai suoi compagni, che hanno svolto un grande lavoro in suo favore. La vittoria è andata al corridore di casa del ciclista Kristijan Đurasek , militante nella formaziona araba della UAE Team Emirates, vittoriosa anche nella giornata d’apertura.

La seconda tappa del Tour of Croatia prevedeva la lunga salita finale verso il monte Biokovo, oltre 25 Km da percorrere all’insù, ma a causa del maltempo in mattinata l’organizzazione aveva preso la decisione di anticipare il traguardo di circa 14 Km. Poco dopo il via parte una fuga con cinque corridori, che vengono ripresi definitivamente a circa 18 km dal traguardo. Quattro uomini della Bahrain Merida – Agnoli, Boaro, Pellizotti e Siutsou – sono stati per gran pare della corsa in testa al gruppo a fare l’andatura e controllare la corsa per il loro capitano, Vincenzo Nibali. Iniziata la salita finale, cominciano gli scatti da parte di vari corridori, ma il team del siciliano continua a tenere alto il ritmo, recuperando i vari tentativi di fuga. A circa 12 km dal traguardo si stacca Manuale Boaro, dopo aver svolto un grande lavoro per lo Squalo dello Stretto, che sembra avere una buona pedalata, un buon segno in vista della Corsa Rosa. A circa 4 km scatta Samojlau della CCC, ma il gruppo avanza rapidamente con Pellizotti, che riesce a riprendere il fuggitivo bielorusso. A 1900 m dal traguardo è proprio Nibali a scattare; alla sua ruota si attaccano altri cinque corridori, ovvero il suo compagno Siutsou insieme a Rosòn, Đurasek, Hirt e Grossschartner. Mancano meno di 200 m, si supera l’ultima curva e Đurasek scatta andando a tagliare il traguardo per primo. Lo “Squalo” arriva terzo: il Giro è sempre più vicino e la condizione di Nibali migliora di giorno in giorno, allontanando lo spettro della débâcle vista alla Tirreno-Adriatico.

Giada Gambino

22 aprile – 5a tappa: Parenzo – Monte Maggiore

TOUR OF CROATIA, SFIDA ROSÓN-NIBALI CON SCARPONI NEL CUORE

È stato un brutto risveglio quello odierno per il mondo del ciclismo, sgomento per la tragica notizia della scomparsa di Michele Scarponi. Più di tutti ci avrebbe tenuto ad onorarlo il suo ex compagno di squadra Vincenzo Nibali, chiamato oggi a difendere, e forse incrementare, il risicato vantaggio conquistato ieri nella quarta tappa del Giro di Croazia. Ma così non è stato: la sfida tra il messinese e il suo diretto avversario di classifica sull’arrivo in salita del Monte Maggiore si è risolta totalmente a favore dello spagnolo Jaime Rosón, che non solo ha vinto la tappa ma si è anche ripreso la maglia di leader. Gli appena 2 secondi di vantaggio del corridore iberico, però, potrebbero permettere a Nibali di ribaltare nuovamente la situazione nel particolare epilogo della corsa a Zagabria.

Il risveglio dell’Italia e di tutto il mondo del ciclismo non è stato dei migliori. Michele Scarponi, ritornato a casa ieri dal Tour of the Alps, rivede finalmente i suoi “scarponcini” – come affettuosamente chiamava i suoi gemelli di 4 anni – poi questa mattina, quando esce in bicicletta per un allenamento in vista dell’imminente Giro d’Italia, a pochi metri da casa viene travolto da un camion, perdendo la vita.
Il Giro della Croazia prima di prendere il via sta un minuto in silenzio, per ricordare il simpatico campione marchigiano. Il viso dei corridori è sconvolto, i compagni dell’Astana piangono e Vincenzo Nibali non riesce ad esprimere il suo dolore per aver perso un grande amico, prima ancora che un collega di strada.
La seconda ed ultima tappa di montagna scatta da così da Parenzo in questo clima di mestizia generale e subito partono in fuga sette corridori. In quattro vengono successivamente ripresi e così rimangono solo davanti in tre: lo spagnolo Lluís Guillermo Mas (Caja Rural – Seguros RGA), l’italiano Antonino Parrinello (GM Europa Ovini) e il polacco Lukasz Owsian (CCC Sprandi Polkowice). Il team Bahrain Merida inizia da subito a fare l’andatura perchè Vincenzo vuole vincere la tappa e possiamo intuire tutti a chi vuole dedicarla. A circa 17 km vengono ripresi i fuggitivi e, dopo altri tentativi di fuga, ai meno 11 scatta lo svizzero Roland Thalmann (Roth-Akros). La squadra di Nibali continua a fare l’andatura con Manuele Boaro che ricuce la distanza tra il gruppo e il fuggitivo. A 8 Km e mezzo dal traguardo scatta il bielorusso Branislaŭ Samojlaŭ ((CCC Sprandi Polkowice), che viene ripreso nel giro di poche centinaia di metri. Il team Bahrain si mantiene sempre in testa e recupera i vari corridori che tentano la fuga. A 4.3 km va all’attacco un compagno di squadra di Vincenzo, l’altro bielorusso Kanstantsin Siutsou (4° in classifica), in modo da far stare tranquilli il suo capitano e la sua squadra, facendogli prendere un attimo di fiato. A 3,8 km dall’arrivo Siutsou viene ripreso e Pellizotti prende in mano la situazione. Il Bahrain continua a stoppare i tentativi di fuga e a 2,3 dall’arrivo Nibali scatta; alla sua ruota si incollano lo spagnolo Jaime Rosón (Caja Rural – Seguros RGA secondo in classifica a soli 2” dallo “Squalo”) e il ceco Hirt. Vincenzo accelera il passo cercando di fare la differenza, ma non riesce nell’intento. Il messinese si ritrova a disputare la volata finale con Hirt e Rosón ma, per quanto si sforzim non riesce a transitare sulla linea del traguardo per primo. Ad imporsi sul traguardo in salita del Monte Maggiore è lo spagnolo, che riesce a riprendersi quella maglia di leader che Nibali gli aveva strappato il giorno prima e proprio per lo stesso “strappo” di due secondii 2”. Nibali si piazza secondo e sfuma anche la possibilità di dedicare la vittoria all’amico Michele. La tappa di domani non è adatta ai mezzi del siciliano ma la conclusiva frazione di Zagabria non si presenta come la classica conclusione favorevole ai velocisti, per via dello strappetto in vetta al quale sarà collocato il traguardo. Non è detta l’ultima, quindi.

Giada Gambino

23 aprile – 6a tappa: Samobor – Zagabria

NIBALI, VITTORIA DI CUORE E DI VOLONTÀ

Ieri una triste notizia aveva percosso i nostri cuori, Michele Scarponi era andato in fuga per sempre. Nibali, il pomeriggio stesso aveva tentato di vincere la tappa del Monte Maggiore, la più adatta alle sue potenzialità, più per dedicarla all’amico scomparso che per portare a casa il Giro di Croazia. Non ce l’aveva fatta ma la volontà di onorare Scarponi è stata più forte di tutto e si è concretizzata oggi nella più facile tappa-passerella finale, vinta da Sacha Modolo e nella quale il corridore siciliano è riuscito dove il giorno prima aveva fallito: staccato lo spagnolo Jaime Rosón, che lo precedeva in classifica di soli 2 secondi, si è imposto in classifica e ha avuto così modo di dedicare il successo allo scalatore marchigiano.

Nell’aria non c’è un buon clima, tristezza e amarezza sono ben visibili sul volto dei corridori anche alla partenza dell’ultima tappa del Giro di Croazia. Sono in programma 147 km da Samobor a Zagabria, senza troppe pretese, anche c’è uno strappo finale in pavè da ripetere tre volte. Il gruppo nei primi chilometri rimane compatto. Arrivati allo sprint intermedio è Nibali (Bahrain Merida) ad aggiudicarsi l’abbuono, prendendo 3″ di vantaggio allo spagnolo Rosón che già gli bastano per portarsi virtualmente al vertice della classifica, precedendo di appena un secondo il corridore della Caja Rural. Intorno ai 30 km si forma una fuga di ben quindici corridori, che vengono definitivamente ripresi a 600 metri dal traguardo. A 50 metri dalla linea d’arrivo scatta Jan Polanc (UAE Team Emirates ), ma il corridore sloveno non sembra in ottime condizioni. A questo punto fuoriesce dal gruppo il suo compagno di squadra Sacha Modolo, che transita per primo sulla linea del traguardo. Vincenzo Nibali arriva 4°, staccando Rosòn di altri 7 secondi, che divento otto nella classifica definitiva. Lo Squalo dello Stretto si aggiudica così il Giro della Croazia, sua prima vittoria stagionale e sua prima vittoria in maglia Bahrain Merida. Il suo trionfo, com’era ovvio, lo dedica a Michele e ai suoi due gemelli. Sul podio Vincenzo accenna appena un sorriso perchè troppa è la tristezza che alberga nel cuore di chi considerava Michele un fratello prima che un collega ed un ex compagno di squadra. Qualche minuto dopo, alla Liegi-Bastogne-Liegi, arriva per primo al traguardo un brillante Valverde, che dedica anche lui la vittoria all’amico Scarponi. Undici mesi prima Valverde, Scarponi e Nibali si erano abbracciati, quando lo Squalo aveva preso la Maglia Rosa. Oggi i i tre si sono abbraccati nuovamente, con il cuore.

Giada Gambino

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