LA RIAPERTURA DELLA CACCIA

maggio 8, 2023
Categoria: News

I cacciatori di tappe l’hanno già messa nel mirino. La frazione con arrivo a Melfi rappresenterà per loro la prima, succulenta preda e ci sono già i presupposti perché non falliscano l’obiettivo. La lunga crono d’apertura avrà già creato un nutrito manipolo di potenziali fuggitivi con parecchi minuti di ritardo in classifica al quale il gruppo lascerà carta bianca. Il finale particolarmente tortuoso, inoltre, sarà d’intralcio per un gruppo inseguitore che potrebbe non riuscire a recuperare sulle lepri di giornata.

La stagione venatoria è terminata da un pezzo, ma in Italia il mese di maggio fa eccezione. Al Giro ci sono giornate che i “cacciatori di tappe” attendono con impazienza come i bambini aspettano l’arrivo di Babbo Natale o dei Re Magi, sono quelle giornate nelle quali l’organizzazione ha inserito frazioni che sembrano apparecchiate apposta per loro e quella di Melfi pare proprio come una delle meglio imbandite. Le difficoltà altimetriche che sono state collocate negli ultimi 36 Km, infatti, escluderanno i velocisti dalle possibilità di vittoria e, di conseguenza, le loro squadre non saranno motivate a lavorare in testa al gruppo inseguitore per contenere il vantaggio dei fuggitivi. La “patata bollente” sarà tutta nelle mani delle formazioni dei big, che vorranno evitare che il vantaggio degli attaccanti non aumenti troppo, anche se la maglia rosa di turno potrebbe decidere di non far sprecare troppo energie ai suoi e di lasciare indossare il simbolo del primato a corridori che poi dovranno cederle, magari già dal giorno successivo. Va detto che la lunga crono iniziale avrà avuto un deciso impatto sulla classifica e già ci saranno corridori con distacchi superiori al minuto o ai due minuti e sicuramente andranno cercati tra quei nomi quelli dei ciclisti che oggi avranno concessa la “libera uscita”. Va inoltre aggiunto che i margini di manovra per il gruppo inseguitore per tentare d’arginare il vantaggio dei fuggitivi si azzereranno quasi completamente proprio nei 36 Km conclusivi perché, oltre alle salite, in quel frangente si percorreranno strade particolarmente tortuose, che non agevolano certo il lavoro del plotone. Al contrario, ci sarà parecchia strada a favore nei tratti precedenti perché da Foggia in poi si pedalerà per più di 60 Km su di una comodissima superstrada che si abbandonerà soltanto al momento d’intraprendere i tormentati chilometri conclusivi.
La bandierina del via si abbasserà in quel di Vasto, poi la corsa transiterà nuovamente da San Salvo prima di lasciare l’Abruzzo, nel quale si farà ritorno tra cinque giorni per la prima tappa d’alta montagna, che si concluderà ai 2135 metri dell’Albergo di Campo Imperatore, sul Gran Sasso. Entrato in Molise, nei 40 chilometri successivi il gruppo avrà ancora come compagno di viaggio l’Adriatico, verso le cui acque guarda l’antica Torre del Sinarca, che si sfiorerà poco prima di giungere a Termoli, sede dell’unico porto molisano, base di partenza per i turisti diretti all’arcipelago delle Isole Tremiti. Quest’ultimo “politicamente” appartiene alla regione Puglia, nella quale la Corsa Rosa farà ingresso poco prima di voltare le spalle al mare e infilarsi nell’ampio corridoio pianeggiante che separa i Monti della Daunia dal promontorio del Gargano e dalla fascia costiera nella quale si aprono i laghi di Varano e di Lesina, che non sono solo i due più grandi della Puglia per estensione ma che vantano questo primato per l’intera Italia Meridionale. Procedendo in direzione di Foggia si giungerà sulle strade di San Severo, l’antico capoluogo della Capitanata che dal 2006 è stato ufficialmente insignito del titolo di città d’arte per i monumenti che offre (come la chiesa matrice di San Severino abate) e che i turisti possono ammirare dopo aver degustato uno dei vini prodotti in questa città, i primi in Puglia ad aver ottenuto la denominazione di origine controllata. Ovviamente, l’alcol sarà rigorosamente bandito dalla dieta dei “girini” che si dovranno accontentare dell’acqua contenuta nelle loro borracce pedalando tra le assolate campagne del Tavoliere (4000 Km quadrati che ne fanno la seconda pianura d’Italia per estensione dopo la Pianura Padana) alla volta di Foggia, dove il gruppo giungerà dopo aver percorso un centinaio di chilometri dal via da Vasto, esattamente a metà del cammino giornaliero. Sfioratone il centro storico, ancora ricco di testimonianze artistiche nonostante i danni provocati dalla seconda guerra mondiale e dai terremoti (come il complesso della Chiesa delle Croci, consacrato nel 1742 per “esorcizzare” la carestia e la siccità che in quel tempo imperversavano nel Tavoliere) inizierà un lunghissimo tratto lontano dalla civiltà nel quale si percorrerà per poco più di 40 Km la statale Bradanica, superstrada a due corsie (nel progetto iniziale dovevano essere quattro) costruita a partire dal 1989 per collegare Foggia a Matera. In questo tratto non s’incontreranno centri abitati, ma solo gli svincoli che permettono di raggiungerli con deviazioni in salita, come quella che conduce ad Ascoli Satriano, presso la quale furono combattute in antichità due storiche battaglie, la prima nel 279 a.C. durante le guerre pirriche e la seconda settant’anni più tardi in occasione della più conosciuta seconda guerra punica che contrappose l’esercito romano a quello cartaginese di Annibale. Se dell’epoca non conserva quasi più tracce (è rimasto solo il ponte romano sul fiume Carapelle), in città alta si possono ammirare diversi monumenti eretti in epoche successive, come la romano-gotica concattedrale della Natività della Beata Vergine Maria e il Palazzo Ducale, recentemente ristrutturato.
Un’altra deviazione dal percorso di gara è quella che, poco prima dell’ingresso in Basilicata, permette di salire al borgo di Candela, presso il quale si trova il “capolinea” meridionale del Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, una delle più lunghe vie di transumanza d’Italia, sfruttate per il trasferimento del bestiame sin dall’epoca preromana.
Subito dopo l’ingresso in Lucania s’incontrerà lo svincolo che permette di raggiungere San Nicola, la principale frazione del comune di Melfi, presso la quale negli anni ’90 è stata realizzata una delle più estese zone industriali d’Italia, nota soprattutto per la presenza di uno stabilimento della Stellantis, l’holding nata nel 2021 dalla fusione dei gruppi PSA e Fiat Chrysler Automobiles: quando l’azienda torinese era ancora sponsor del Giro nel 1994 all’esterno dello stabilimento si concluse una tappa della Corsa Rosa, terminata con il successo allo sprint del veneto Endrio Leoni.
All’altezza dello svincolo per San Nicola il gruppo lascerà la statale Bradanica ma per un’altra abbondante dose di chilometri – 22 per la precisione – si pedalerà in un contesto simile, stavolta seguendo l’asse viario della Strada Statale 401 che risale la valle dell’Ofanto, il fiume più importante della Puglia, fino allo svincolo per Monticchio Bagni. Attraversando questa piccola località termale, nota sin dall’epoca romana, si andrà ad affrontare la prima delle due salite che caratterizzano il finale, il Valico dei Laghi di Monticchio (7.3 Km al 5.7% e un tratto intermedio di 1300 metri all’8.5%), che prende il nome dai due bacini d’origine vulcanica tra i quali si snoderà la successiva breve discesa. Dominati dall’imponente Abbazia di San Michele Arcangelo, sorta a partire dall’VIII secolo nel luogo dove si trovava una grotta scavata nel tufo abitata da monaci basiliani, si andrà immediatamente all’attacco della successiva salita, il Valico La Croce (3.1 Km al 6.1%), scavalcata la quale mancheranno 22 Km al traguardo, caratterizzati come anticipavamo in apertura da un tracciato “laocoontico” che si snoderà in discesa fino a circa 5 Km dall’arrivo. Senza affrontare grandi inclinazioni si planerà su prima Rionero in Vulture e su poi su Barile, centro nel quale risiede una delle cinque colonie albanesi d’Italia presenti in Basilicata e situato su di una collina caratterizzata da miriadi di grotte scavate nel tufo, ancor oggi utilizzate come cantine per conservare il vino e in una delle quali nacque nientemeno Gesù (ma per svelarvi questo arcano vi rimandiamo alla rubrica “Ciak si giro”). Attraversata Rapolla, presso la quale nel 1856 fu rinvenuto un imponente sarcofago in marmo risalente al secondo secolo dopo Cristo, la discesa terminerà per lasciar strada a uno strappo di 1 Km in lieve pendenza che contribuirà a rendere ancor più tormentato il finale di gara e offrirà una bella occasione ai cacciatori di tappa per sparare il loro colpo di fucile con vista (non troppo, viste le numerose curve) sull’oramai prossimo obiettivo del traguardo di Melfi.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Valico dei Laghi di Monticchio (703 metri). Non segnalato sul testo di riferimento (si veda più sotto), è valicato dalla Strada Provinciale 167 “dei Laghi di Monticchio” tra Monticchio Bagni e i due laghi. È parzialmente inedito per il Giro perché la prima parte della salita è stata percorsa nel 2010 durante la tappa Avellino – Bitonto, terminata con il successo allo sprint dallo statunitense Tyler Farrar: in quell’occasione giunti alle terme di Monticchio si seguiva la strada per Melfi scollinando ai 668 metri del Valico dell’Imbandina, dove scollinò in testa il britannico Charles Wegelius.

Valico la Croce (855 metri). È valicato dalla Strada Provinciale 167 “dei Laghi di Monticchio” tra i Laghi di Monticchio e Rionero in Vulture. Non è stato mai inserito nel percorso del Giro.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Il castello di Melfi e l’altimetria della terza tappa (www.turismo.it)

Il castello di Melfi e l’altimetria della terza tappa (www.turismo.it)

CIAK SI GIRO

Vi abbiamo annunciato poco che Cristo nacque a Barile, in provincia di Potenza, e non si tratta di un’eresia. È quel che accadde nell’estate del 1964 quando Pier Paolo Pasolini vi girò le scene ambientate a Betlemme de “Il vangelo secondo Matteo”, che il celebre regista avrebbe voluto filmare in Terrasanta ma che, dopo un lungo viaggio effettuato in quei luoghi l’anno precedente, si era rivelata inadatta alle riprese a causa dei mutamenti urbanistici subiti nel tempo da località come la stessa Betlemme, Nazareth e Gerusalemme. Per lo stesso motivo tutti i film sulla figura di Cristo prodotti in quegli anni erano stati girati altrove, come “Il re dei re” del 1961 filmato interamente in Spagna e “La più grande storia mai raccontata” del 1965 le cui riprese si svolsero tra Arizona, California, Nevada e Utah. Pasolini preferì puntare su paesaggi nostrani e in particolare fu affascinato dai Sassi di Matera, perfetti ancora al giorno d’oggi (“The Passion” di Mel Gibson è del 2004) per interpretare la città di Gerusalemme. La Basilicata fu una vera miniera di location per Pasolini, che non si limitò alla sola Matera ma sconfinò nel potentino dove a Castel Lagopesole fu ricreato il sinedrio di Gerusalemme (è qui che Cristo viene condotto subito dopo la condanna alla crocifissione), mentre la collina sforacchiata di grotte di Barile fu – come ricordavamo, il set della nascita di Gesù e della visita dei Re Magi. L’intera Italia Meridionale fu coinvolta nelle riprese, con la troupe che si spostò anche in Puglia (il tempio di Gerusalemme è nientemeno che Castel del Monte e molte altre località del “tacco d’Italia” furono immortalate nella pellicola), in Sicilia (sull’Etna fu girata parte della scena delle tentazioni di Cristo) e in Calabria, dove la costa ionica tra Crotone e Le Castella divenne lo scenario dei momenti del film ambientati sulle sponde del Lago di Tiberiade. E non è ancora finita perché anche spettacolari location laziali fanno da quinta ad altre scene, come quella del battesimo di Gesù nelle acque che nei testi sacri sono quelle del fiume Giordano e nella finzione filmica sono quelle del Fosso Castello a Soriano nel Cimino, luogo che tanto affascinò Pasolini da decidervi di acquistarvi e ristrutturare un vecchio castello abbandonato per poi farne la sua casa di campagna, “buen retiro” nel quale isolarsi quando voleva fuggire dalla routine di Roma.

In collaborazione con www.davinotti.com

La grotta di Betlemme a... Barile (www.davinotti.com)

La grotta di Betlemme a... Barile (www.davinotti.com)

Le altre location del film (su due pagine)

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/il-vangelo-secondo-matteo/50000537

FOTOGALLERY

La Torre Sinarca alle porte di Termoli

Il porto di Termoli

Lago di Lesina

San Severo, chiesa matrice di San Severino

La statale che attraversa i campi del Tavoliere in direzione di Foggia

Foggia, complesso della Chiesa delle Croci

Tratto della superstrada Bradanica verso la Basilicata

Il ponte romano sul Carapelle alle porte di Ascoli Satriano

Ascoli Satriano, Palazzo Ducale

Il borgo di Candela visto dalla superstrada Bradanica

La sede di Stellantis a San Nicola di Melfi

Il più grande dei due Laghi di Monticchio

L’abbazia di San Michele Arcangelo vista dalle sponde del Lago Piccolo

Barile, le grotte scavate nel tufo

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