NIBALI STORY – CAPITOLO 20: COLPO DI PINNA DELLO SQUALO A LA TOUSSUIRE, MA LA MAGLIA GIALLA NAVIGA LONTANA

novembre 10, 2022
Categoria: News

Ci aveva creduto Nibali, forte della vittoria dell’anno prima, del bis al campionato nazionale e della scarsità di chilometri a cronometro nel percorso del Tour 2015, che presentava solo i 13 Km della tappa d’apertura a Utrecht e i 28 della cronosquadre del nono giorno. Froome, estromesso nel 2014 da una caduta, si era presentato al via poche settimane dopo aver vinto il Delfinato ma non aveva brillato proprio nella prima crono, nella quale lo “Squalo” aveva fatto meglio per sette secondi. Trenta, invece, ne aveva guadagnati il britannico nella cronosquadre che precedeva i Pirenei, sui quali però il siciliano pativa in particolare le prime due tappe, che lo vedevano incassare un passivo di quasi sei minuti. Meglio andava nelle prime due frazioni sulle Alpi, che il nostro terminava a ridosso della maglia gialla, dalla quale aveva però da recuperare otto minuti alla vigilia degli ultimi due tapponi, un impresa quasi impossibile contro un campione del calibro di Froome. Nibali non si dava per vinto e ci provava sul mitico Col de la Croix-de-Fer, riuscendo a tenere botta fino al traguardo di La Toussuire, dove recuperava poco più di un minuto del suo svantaggio. L’indomani si affronterà l’Alpe d’Huez dove Vincenzo sarà, però, protagonista sfortunato per via di una foratura avvenuta subito prima dell’attacco dell’ascesa finale che gli tarperà definitivamente le ali.

24 luglio – 19a tappa: Saint Jean de Maurienne – La Toussuire-Les Sybelles

BENTORNATO SQUALO! IL PODIO ORA E’ VICINO

Vincenzo Nibali vince alla grande una delle tappe più dure del Tour de France con un attacco sulla salita della Croix de Fer, a quasi 60 Km dalla conclusione. Nelle fasi successive è bravo a gestirsi, riuscendo a mantenere ed incrementare il vantaggio, senza strafare in modo da reggere anche l’ultima salita. Negli ultimi chilometri paga un po’ lo sforzo ma resiste al ritorno di Quintana che, con una delle sue progressioni, stacca Froome. Ora il podio è a 1′20″ e domani, se Nibali riuscirà a recuperare la fatica, potrà tentare sull’Alpe l’assalto al terzo posto.

La più dura tappa alpina regala una grande vittoria a Vincenzo Nibali che attacca a 60 Km dalla conclusione, prendendo un rischio non indifferente, anche perchè dietro c’erano gli uomini della top ten che non avevano nessuna intenzione di perdere posizioni. Ciononostante, Vincenzo si gestisce bene nei chilometri che precedevano l’ultima salita per poi dare il massimo salendo verso La Toussuire. Ha pagato un po’ lo sforzo nel finale, poichè negli ultimi chilometri era nettamente in difficoltà ma, da grande campione qual è, è riuscito a gestire anche la difficoltà, resistendo al rientro di uno scatenato Nairo Quintana, che è riuscito a staccare Froome, ma si è mosso decisamente troppo tardi. L’azione del colombiano ha dimostrato che Froome non è inattaccabile; il keniano bianco non ha controllato Quintana, ha dovuto mollare, arrivando al traguardo sfinito e conferma, quindi, come il suo tallone d’Achille nelle grandi corse a tappe sia la terza settimana, nella quale, evidentemente, subisce un calo fisiologico. Del resto, Froome, con le sue azioni, ha dimostrato di avere una gran gamba per inscenare attacchi esplosivi negli ultimi chilometri, ma di non essere un fondista che viene fuori alla distanza. Si pensava, infatti, che l’attuale maglia gialla potesse soffrire la prima settimana nervosa, memori del minuto perso nella tappa dei ventagli del Tour 2013, invece Froome è uscito da quella settimana con la maglia gialla sulle spalle, un primato che ha poi consolidato nel primo arrivo in salita su Pirenei.
Quintana ha atteso decisamente troppo e quanto è successo oggi ha dimostrato che, se il colombiano avesse messo alla frusta il leader un po’ prima, forse ora sarebbe molto più vicino in generale. Froome non aveva mai mostrato segni di cedimento, tuttavia neppure erano stati portati attacchi tali da costringerlo a rispondere, tanto che, sui vari allunghi, i gregari riuscivano a chiudere da soli. Al primo vero attacco a viso aperto di Quintana, Froome ha pagato qualcosa anche se è riuscito a limitare i danni, difendendosi molto bene. Non sono riusciti, invece, a difendersi altrettanto bene Contador e Valverde che, nell’ultima ascesa, non hanno recuperato quasi nulla ad un Nibali che era allo scoperto da molti chilometri. Non bisogna poi dimenticare che Nibali non ha beneficiato per nulla della temporanea compagnia di Pierre Rolland, dato che il forte corridore francese non ha collaborato granché nella discesa del Mollard ed ha ceduto sulla prime rampe della salita finale verso La Toussuire. Di fatto, la cavalcata di Nibali è stata un’impresa solitaria, anche se ha trovato temporaneamente l’appoggio di Talansky.
Veniamo ora al casus belli. Lungo la salita verso il colle della Croce di Ferro, come lo definiva Gino Bartali, Froome ha avuto un problema meccanico e si è dovuto fermare qualche secondo per risolverlo. In quella circostanza, Nibali ha provato ad accelerare e nessuno lo ha seguito. Nulla di antisportivo ovviamente, questa è la corsa. Inoltre, non si può non considerare che una ventina di secondi a 60 Km dalla conclusione in una tappa di montagna non sono gran cosa, specialmente perchè Nibali davanti era solo, mentre dietro erano in gruppo. Tuttavia, già in quella occasione, Froome aveva impiegato un po’ troppo tempo a ritornare sui migliori. Può essere che abbia voluto tornare su regolare, senza sparate assurde, ma questa circostanza unita ai metri persi ieri vicino al GPM di Montvernier doveva indurre un uomo come Quintana a provare a forzare ed andare via con Nibali. Invece, il colombiano è rimasto tranquillo e, pur avendo ben tre minuti di ritardo dal keniano bianco, si è mosso solo negli ultimi 5 chilometri, racimolando circa 30 secondi.
La corsa comunque è stata animata sin da subito e Nibali aveva mostrato spirito battagliero sin dalla prime battute.
La partenza era in salita e questo, si sa, può provocare problemi a molti. Abbiamo, infatti, visto i corridori scaldare le gambe sui rulli per non farsi trovare ingolfati sulle prime rampe.
Subito dopo il via ufficiale, inizia la bagarre con Feillu che apre la girandola degli scatti. La sua azione, però, non da frutti. Riesce invece ad andarsene Joaquim “Purito” Rodriguez (Team Katusha), con Jean – Christophe Peraud (Ag2r La Mondiale), che con i suoi bendaggi, si riporta sullo spagnolo. Poco dopo si accodano anche Lieuwe Westra (Astana), José Herrada (Movistar), Alberto Losada (Katusha), Romain Sicard (Europcar), Steven Kruijswijk (LottoNL – Jumbo), Ruben Plaza (Lampre – Merida), Dylan Van Baarle (Cannondale – Garmin) e Nicolas Edet (Cofidis). La bagarre, però, non finisce qui e, dal gruppo, continuano ad uscire atleti. Il tentativo di Bauke Mollema (Trek), Mathias Frank (IAM Cycling) e Peter Sagan (Tinkoff – Saxo) non ha buon esito, mentre miglior sorte aspetta Adriano Malori (Movistar), Michele Scarponi (Astana), Christophe Riblon (Ag2r La Mondiale), Alexandre Geniez (FDJ), Michael Rogers (Tinkoff – Saxo), Tony Gallopin (Lotto Soudal), Giampaolo Caruso (Katusha), Pierre Rolland, Cyril Gautier (Europcar), Andrew Talansky, Daniel Martin (Cannondale – Garmin), Daniel Navarro (Cofidis), Jarlinson Pantano (IAM Cycling), Emanuel Buchmann, Bartosz Huzarski (Bora – Argon18) e Daniel Teklehaymanot (MTN – Qhubeka), che riescono a riportarsi sui battistrada.
Poco dopo, ad oltre 120 Km dalla conclusione, allunga Alberto Contador, ma il suo connazionale Alejandro Valverde Belmonte si riporta su di lui, facendo da stopper come già era successo. Il tentativo del pistolero si conclude quindi nel giro di pochi minuti. Più incisivo il successivo tentativo di Vincenzo Nibali, che si riporta sul gruppo di testa e si mette a ruota di Scarponi, che scandisce il ritmo. Dietro, ne approfittano Valverde e Contador, che si riaccodano al gruppo di testa, mentre la maglia gialla resta solo con Pouls che cerca di operare il ricongiungimento, andato in porto dopo lo scollinamento del Col du Chaussy.
Al termine della discesa, una strada di fondovalle di trenta chilometri dava la sensazione, rivelatasi poi esatta, che le scaramucce della prima salita fossero servite sia come test per provare un po’ la gamba e vedere le reazioni, sia come azioni per mettere alla frusta la squadra di Froome e, per quel che riguarda Nibali, in particolare per mettere in difficoltà Geraint Thomas, cosa che è poi puntualmente avvenuta e si è tradotta nell’uscita di classifica del bravo compagno di squadra di Froome, che è ora quindicesimo in generale con circa mezz’ora di ritardo dalla maglia gialla.
Nella discesa attaccano prima Bardet e poi Uran, sui quali si riportano, nel primo tratto di fondovalle, anche Rodriguez, Rogers, Pantano, Kruijswijk, Losada, Edet, Gautier, Sicard, Plaza, Malori, Herrada, Van Baarle, Tony Gallopin, Tim Wellens (Lotto Soudal), Roman Kreuziger (Tinkoff – Saxo), Tanel Kangert (Astana), Stef Clement (IAM Cycling), Stephen Cummings (MTN – Qhubeka) e successivamente anche l’eritreo Daniel Teklehaymanot.
Nel tratto pianeggiante il gruppo cala un po’ il ritmo e la fuga riesce a guadagnare un margine di un paio di minuti. Sulla salita della Croix de Fer, Rolland lancia l’attacco e se ne va da solo, mentre dietro provano ad organizzarsi Uran, Kruijswijk e Plaza. Nel gruppo della maglia gialla si portano in testa gli Astana, con Scarponi che impone un netto cambio di ritmo rispetto a quello regolare impostato dagli Sky. E’ il preludio all’accelerazione dello “Squalo”, sul quale si riportano Froome, Quintana, Valverde e Contador, mentre dietro i vari Thomas, Barguil, Frank e anche Gesink soffrono non poco.
A 4 chilometri dallo scollinamento nuova accelerazione di Nibali che arriva in concomitanza con un incidente meccanico di Froome. Nibali parte all’attacco mentre Froome deve fermarsi. Nel gruppo maglia gialla nessuno riesce a rispondere al siciliano, che se ne va da solo all’inseguimento del gruppetto con il suo compagno di squadra Talansky. Dopo l’incidente di Froome, in gruppo c’è un attimo di esitazione per capire cosa fare e questo permette a Nibali di guadagnare subito un discreto vantaggio. Nella discesa Nibali non forza e mantiene un ritardo di un minuto da Rolland e un vantaggio di 50 secondi sul gruppo maglia gialla. Su Col du Mollard la Movistar pone Herrada a scandire il passo, ma il ritmo dello spagnolo non riesce ad evitare che il distacco nei confronti dello “Squalo” continui a lievitare, fino a toccare il minuto e 50 allo scollinamento, quando Nibali raggiunge Rolland. Il francese non sembra felicissimo degli inviti del messinese a collaborare e si pone solo sporadicamente davanti nella discesa. Intanto, Bardet tenta di distanziare il gruppo in discesa, ma un problema meccanico gli impedisce di innestare il lungo rapporto nei tratti dove esso sarebbe utile e Bardet deve affrontare la discesa solo cercando le traiettorie migliori, finchè la giuria permette alla sua ammiraglia di passare il gruppo (con uno strappo alla regola) per permettere al corridore di casa di cambiare la bicicletta. Ai piedi della salita finale la coppia di testa ha un vantaggio di circa 2 minuti sul gruppo della maglia gialla, ormai ridotto ad una quidicina di unità.
Bastano poche rampe della salita finale e Rolland è costretto ad alzare bandiera bianca, si accende la spia della riserva e Nibali si risolve ad andar via da solo sulla lunga ascesa finale. A questo punto, l’unico timore del siciliano è che dietro si scateni la fine del mondo tra i grandi e che, ciò, unito allo sforzo fatto, possa ridurre il suo vantaggio mettendo a rischio la vittoria di tappa.
Contador, vedendo che il vantaggio di Nibali si va dilatando e che la sua posizione in classifica peggiora, mette in testa Rafal Majka che, però, scandisce un passo uguale a quello di Nibali, con la conseguenza che il vantaggio resta immutatom veleggiando tra i 2 minuti e 10 ed i 2 e 20.
La situazione cambia solo ai – 5, quando Quintana decide che è il momento di rompere gli indugi ed attacca la maglia gialla. Si suol dire “meglio tardi che mai” ma, in questo caso, l’attacco del leader della Movistar arriva veramente tardi. Si tratta comunque di una azione poderosa: Froome prova a rispondere, ma non c’è la solita frullata ed il keniano bianco deve limitarsi alla difesa, che comunque gli riesce abbastanza bene. Contador, Valverde e gli altri non reggono il ritmo e Nibali mantiene il vantaggio di oltre due minuti su di loro, conquistando la quarta posizione e portandosi ad 1 minuto e 20 secondi dal podio.
Quintana guadagna 30 secondi su Froome e probabilmente stasera avvertirà il rammarico dell’eccessivo attendismo che ha caratterizzato la sua condotta in corsa.
A questo punto c’è da chiedersi cosa accadrà domani.
Se Quintana deciderà di tentare il tutto per tutto potrebbe cercare di far fare un ritmo alto per staccare gli Sky nella prima parte dell’eterna salita verso la Croix de Fer e, poi, attaccare nella seconda parte della salita e vedere la risposta di Froome. Se il britannico dovesse manifestare difficoltà, l’azione potrebbe anche continuare e Nibali potrebbe affilarsi in cerca del podio. A quel punto, Quintana avrebbe il problema di Valverde, ma difficilmente il colombiano sacrificherebbe una possibile maglia gialla per il terzo posto del compagno di squadra. Potrebbe cercare di staccare Nibali, ma solo sull’Alpe dato che prima gli sarebbe anche utile. In una simile situazione, potrebbe succedere di tutto perchè Contador potrebbe avere interesse a tirare, ma Valverde si troverebbe nella spiacevole situazione (per il suo podio) di avere Quintana davanti.
Oppure potrebbe esserci la battaglia finale solo sull’Alpe, ma questo significherebbe per Quintana accontentarsi della seconda piazza proprio dopo aver verificato che Froome è attaccabile. Nibali, dal canto suo, potrebbe pagare lo sforzo di oggi.
Tuttavia, queste sono tutte supposizioni e quel che accadrà domani ce lo diranno solo le gambe dei corridori

Benedetto Ciccarone

Nibali vince alla sua maniera il più duro dei tapponi alpini del Tour 2015 (foto Bettini)

Nibali vince alla sua maniera il più duro dei tapponi alpini del Tour 2015 (foto Bettini)

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