SPRINT IN RIVA ALL’ADRIATICO

maggio 7, 2023
Categoria: News

Prima occasione per i velocisti in riva all’Adriatico, anche oggi protagonista della “scenografia” del Giro 2023. Dopo la cronometro d’avvio lungo la Costa dei Trabocchi ampi tratti della seconda frazione si snoderanno ancora lungo la litoranea abruzzese, con alcune divagazioni nell’entroterra che non costituiranno pietre d’inciampo per le squadre dei velocisti: le possibilità di fallire a San Salvo saranno pressoché nulle, anche se il vento potrebbe dare qualche grattacapo.

Protagonista quasi unico dello scenario della cronometro d’apertura, il Mar Adriatico avrà un ruolo preponderante anche nella seconda giornata di gara. La tappa numero 2, infatti, si snoderà per metà del suo sviluppo sulla pianeggiante statale litoranea mentre la resta parte della frazione si svolgerà nell’entroterra, dove si affronteranno salite poco impegnative che, complice anche il fatto che si supererà l’ultima di questa a 74 Km dall’arrivo, faranno di questa tappa la prima delle otto che dovrebbero terminare in volata. Il condizionale è sempre d’obbligo perché molte di queste tappe saranno caratterizzate da tracciati che metteranno a dura prova le formazioni degli sprinter e anche quando il percorso è semplice come quello odierno bisognerà mettere sempre in conto eventuali insidie sopraggiunte, come il vento che sovente spazza i litorali e potrebbe creare fratture in seno al gruppo.
Il primo dei tre tratti collinari che spezzeranno la pianura i corridori lo incontreranno in partenza da Teramo perché prima di giungere in riva all’Adriatico bisognerà percorrere quasi 46 Km, incontrando la prima salita di giornata a 14 Km dal via, quando con 5.4 Km d’ascesa al 5.5% si raggiungerà Bellante, borgo dove recentemente ha lasciato la sua firma il due volte vincitore del Tour Tadej Pogačar, che il 22 marzo 2022 vi si è imposto al termine della quarta tappa della Tirreno-Adriatico, conquistando quella maglia di leader della classifica che porterà sino al traguardo finale di San Benedetto del Tronto dopo aver “condito” la vittoria con il successo anche nel tappone del doppio Carpegna. Scesi nella Val Vibrata, all’estremità settentrionale dell’Abruzzo, il gruppo attraverserà il centro di Nereto subito prima d’intraprendere le due brevi e facili ascese verso Controguerra e Colonnella, centri che furono toccati in senso inverso in occasione della tappa dei muri del Giro 2020, terminata nella vicina Tortoreto Lido e vinta da Peter Sagan, per il quale questo rappresentò il primo successo dopo un digiuno che perdurava dalla quinta frazione del Tour dell’anno precedente.
La discesa da Colonnella chiuderà la prima parte di questa frazione portando il gruppo in riva al mare, raggiunto all’altezza di Alba Adriatica, dalla quale inizierà il primo dei tre tratti disegnati lungo il litorale, quasi 34 Km che – senza contare le rare rotatorie – proporranno una dozzina di curve appena, consentendo al gruppo di procedere a buona velocità. Poco dopo l’inizio di questo tratto si attraverseranno i quartieri marittimi della citata Tortoreto, centro che ha il suo borgo antico posto su una collina che deve il nome al clima mite della zona, per questo motivo da secoli luogo prediletto dalle tortore per la nidificazione. Una doppia anima ha anche la vicina Giulianova, dove la vicinanza della collina al litorale permette ai villeggianti di raggiungere con una breve passeggiata dalla spiaggia il centro storico e visitarne i principali monumenti, come il duomo rinascimentale di San Flaviano.
Toccate le località balneari di Roseto degli Abruzzi e Pineto, il percorso andrà a sfiorare l’antica torre costiera di Cerrano, risalente alla fine del ‘400 e il cui aspetto non fu granché intaccato dalle modifiche apportate negli anni ’20 dall’allora proprietario Diego de Sterlich Aliprandi, eccentrico marchese che fu anche pilota automobilistico e in queste “vesti” vinse impegnative corse in salita (come la Trento – Monte Bondone, nella quale si impose due volte) mentre nel 1926 si prese il lusso di battere uno dei più grandi campioni di questo sport, Tazio Nuvolari, nella Vittorio Veneto – Cansiglio. Anche per i “girini” è venuto il momento di affrontare una salita, quella al 5.4% di pendenza media che, con 5 tornanti, conduce in poco più di 4 Km al panoramico borgo di Silvi, il cui nome ricorda la folta macchia mediterranea nella quale è adagiato. L’escursione nell’entroterra sarà di breve durata e nel giro di una dozzina di chilometri si farà ritorno in riva all’Adriatico, che tornerà a essere filo conduttore della tappa fino al passaggio di Pescara, dove si costeggerà il centro storico del comune più popoloso d’Abruzzo, nel quale su Corso Manthonè si affaccia la casa natale di Gabriele D’Annunzio, dal 1963 sede di un museo dedicato al “vate”. Il percorso tornerà ora ad allontanarsi dal mare per l’ultima e più lunga “scampagnata” in collina prevista in questa frazione, una sessantina di chilometri che inizieranno con la risalita della valle del fiume Aterno-Pescara (i suoi 152 Km ne fanno il più lungo della regione), ancora con strada pianeggiante per un bel tratto, fino alla zona industriale di Chieti Scalo. È qui che ha inizio la salita più impegnativa di questa giornata, la “Colonnetta”, 4500 metri al 6.2% in cima ai quali il 16 maggio del 1909 si concluse la seconda tappa del primo Giro d’Italia, vinta dal tortonese Giovanni Cuniolo, che s’impose allo sprint precedendo il corridore che quel giorno si portò al vertice della classifica generale detronizzando il romano Dario Beni, il futuro vincitore di quella prima edizione della Corsa Rosa Luigi Ganna. Teatro di quel finale fu Chieti che fece da sfondo a quella tappa con i suoi monumenti, dalla romano-gotica cattedrale di San Giustino ai resti archeologici dell’antica Teate Marrucinorum. Come sempre i “girini” non avranno tempo per apprezzare queste bellezze perché tosto dovranno imboccare la successiva discesa verso la valle dell’Alento, raggiunta la quali si riprenderà immediatamente a salire verso il borgo di Ripa Teatina (2.6 Km al 5%), dove è possibile ammirare una statua del pugile più forte della storia della boxe, Rocky Marciano, statunitense di nascita ma originario da parte paterna di questo centro. Transitati ai piedi della collina di Miglianico (vi si trova il Santuario di San Pantaleone, al quale nel 1902 D’Annunzio una delle “Novelle della Pescara”, opera pubblicata in sei volumi), il gruppo farà velocemente ritorno sulla statale litoranea, che d’ora in avanti sarà seguita fedelmente nei rimanenti 63 Km, leggermente più movimentati rispetto ai “piattoni” che avevano caratterizzato i precedenti tratti disegnati in riva all’Adriatico. Un primo tratto ondulato i corridori lo incontreranno all’altezza di Ortona, dove non si entrerà in centro ma si rimarrà sulla veloce strada di circonvallazione, terminata la quale il tracciato lambirà il cimitero militare canadese che ancora ci ricorda come in queste zone si combatté duramente durante i tristi giorni della Seconda Guerra Mondiale. Il tratto successivo vedrà ancora i trabocchi rubare la scena al gruppo poiché si dovrà ripercorrere a ritroso il tracciato della cronometro d’apertura, anche se per questioni di sicurezza non si pedalerà sulla ciclabile ma sulla leggermente più tortuosa strada statale che, a differenza dell’ex ferrovia, asseconda con dolci curve l’orografia della Costa dei Trabocchi. Tornati a Fossacesia Marina, il percorso riprenderà a farsi più lineare superando con un lungo rettilineo il corso del Sangro, secondo fiume d’Abruzzo per lunghezza, in prossimità della sua foce per poi correre tra il mare e il margine orientale della Riserva Naturale della Lecceta di Torino di Sangro, il cui simbolo è la testuggine di terra e nei cui pressi è possibile sostare per un momento di riflessione presso un altro sacrario militare, come quello di Ortona progettato dall’architetto britannico Louis de Soissons. Pochi chilometri più avanti si lascerà temporaneamente la linea di costa e, affrontato un piccolo strappo, si tornerà a pedalare alla presenza del mare all’altezza di Punta Penna, presso la quale si trovano il porto di Vasto e il suo faro che, dall’alto dei suoi 70 metri, è il secondo per altezza d’Italia, preceduto di quasi 50 metri dalla celebre Lanterna di Genova.
Sfiorata la vicina Vasto, che l’indomani ospiterà il via della terza tappa e che meriterebbe una deviazione per ammirarne i principali monumenti (come Palazzo d’Avalos o il panoramico rudere con vista sul mare della facciata della chiesa di San Pietro), un’ultima successione di rettilinei porterà i corridori a San Salvo, dove un paio di curve a gomito lanceranno il gruppo verso il primo, appassionante volatone del Giro 2022

Mauro Facoltosi

La spiaggia della Marina di San Salvo e laltimetria della seconda tappa (www.vivilabruzzo.it)

La spiaggia della Marina di San Salvo e l'altimetria della seconda tappa (www.vivilabruzzo.it)

CIAK SI GIRO

In collaborazione con www.davinotti.com

Anche quest’anno vi porteremo alla scoperta dei luoghi della nostra bella Italia che sono stati immortatali sul grande schermo e cominciamo con un film interamente girato in Abruzzo, non molto distante dalle strade toccate durante la seconda tappa. È “Omicidio all’Italiana”, seconda pellicola firmata dal comico abruzzese Marcello Macchia, originario di Vasto e fattosi conoscere con programmi come “Mai dire Lunedì” e con la serie “Mario”, dove s’è presentato con il nome d’arte con il quale è noto, Maccio Capatonda. Se per il suo primo film, “Italiano medio”, Capatonda scelse Milano quale set, quando si trattò di dare un “volto” al microscopico borgo di Acitrullo – dove è interamente ambientato “Omicidio all’Italiana” – si optò per Cortina, paesino dell’appennino pescarese dal nome altisonante teatro dell’omicidio che dà il nome alla pellicola, in realtà una morte causata da un boccone finito di traverso che il sindaco del paesino taroccherà in assassinio per accoltellamento per attirare ad Acitrullo le telecamere dei principali telegiornali nazionali e in particolare quelle di “Chi L’Acciso”, parodia di “Chi l’ha visto” condotta dalla giornalista Donatella Spruzzone, personaggio interpretato da Sabrina Ferilli e che fa il verso alla nota criminologa Roberta Bruzzone. Si possono così ammirare suggestivi scorci di questo borgo privo di particolari attrattive turistiche e sul quale spicca il campanile della scomparsa chiesa di Sant’Andrea Apostolo, nel film ribattezzato “San Ceppato”.

Il borgo di Corvara nel film Omicidio allitaliana (www.davinotti.com)

Il borgo di Corvara nel film "Omicidio all'italiana" (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/omicidio-all-italiana/50040300

FOTOGALLERY

Teramo, Piazza Martiri della Libertà

Il borgo di Bellante (www.facebook.com/comunedibellante)

Il borgo di Tortoreto

Giulianova, duomo di San Flaviano

Pineto, Torre del Cerrano

Il litorale adriatico visto dal borgo di Silvi

Pescara, casa natale di Gabriele D’Annunzio

Chieti, Teatro Romano

Ripa Teatina, statua di Rocky Marciano

Miglianico, santuario di San Pantaleone

Ortona, cimitero militare canadese

Torino di Sangro, cimitero militare inglese

Il faro di Punta Penna presso il porto di Vasto

La facciata dell’ex chiesa di San Pietro a Vasto (wikipedia)

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