NIBALI STORY – CAPITOLO 15: UN TRICOLORE DESTINATO A TINGERSI DI GIALLO

novembre 5, 2022
Categoria: News

Non sembra partire con il piede giusto per Nibali la stagione 2014, nella quale ha deciso di rinunciare al Giro per concentrale le sue forze sul Tour de France: è 12° al Giro dell’Oman, 21° alla Parigi-Nizza, 5° al Romandia e 7° al Delfinato, una sfilza di insuccessi che – complici anche i risultati insoddisfacenti dei suoi compagni di squadra – sfocia in una lettera di rimprovero da parte della dirigenza dell’Astana. La “lavata di capo” fa presto sortire i suoi effetti perché, stimolato dall’imminente partenza del Tour sul quale ha focalizzato la sua stagione, Nibali si schiera al via del campionato nazionale e sulle strade del Trofeo Melinda, che già lo avevano visto vincitore nel 2010, conquista la maglia tricolore. Ancora non sa che una settimana più tardi sarà costretto a rimetterla nel cassetto per sostituirla con una ancora più prestigiosa…

NIBALI, UNA MAGLIA TRICOLORE PER GUARDARE CON FIDUCIA AL TOUR

Vincenzo Nibali è il nuovo Campione Italiano su strada, dopo una corsa ben controllata dall’Astana che si è sviluppata inizialmente con una fuga di sette ciclisti. Nella seconda parte il pressing dell’Astana, alla quale si aggiungevano Cannondale e Lampre-Merida, riprendeva la fuga e riduceva il gruppo finale, dopo attacchi vari, a una decina di unità. Gli ultimi 3 km decidevano la corsa, con il decisivo scatto di Nibali ai meno 2, al quale resisteva soltanto Davide Formolo (Cannondale). Al terzo posto Rabottini (Neri Sottoli) chiudeva il podio. Adesso attesa per il Tour de France in cui Nibali, oltre a indossare il tricolore, sarà uno dei grandi protagonisti attesi insieme a Froome e Contador.

Ancora il Trentino ed il Trofeo Melinda hanno fatto da sfondo all’edizione 2014 dei Campionati Italiani di Ciclismo su strada. Vincenzo Nibali si è imposto meritatamente, assistito al meglio dall’Astana, che ha visto soprattutto in Scarponi un’ottima spalla su cui Vincenzo potrà sicuramente appoggiarsi anche nell’imminente Tour de France. La corsa iniziava immediatamente con attacchi e contrattacchi di diversi atleti, ma la fuga buona si formava soltanto intorno al 13° km e comprendeva Nicola Testi (Androni Giocattoli), Silvio Giorni (Area Zero), Enrico Franzoi (Marchiol), Matteo Gozzi e Giacomo Forconi (Nankang), Alessandro Malaguti (Vini Fantini) e Giorgio Cecchinel (Neri Sottoli). Il gruppo lasciava fare e i sette in fuga accumulavano un vantaggio massimo di 6 minuti e mezzo dopo circa 65 km di corsa. Nel frattempo il gruppo iniziava ad organizzarsi ed a fare l’andatura erano gli uomini delle squadre più attrezzate numericamente, tra cui Cannondale, Lampre e Bardiani. Nella seconda parte della corsa, con l’inizio del circuito finale di Fondo da percorrere 4 volte, Cecchinel e Gozzi erano gli ultimi a resistere al ritorno del gruppo e venivano ripresi a circa 50 km dall’arrivo, subito dopo il penultimo passaggio dal traguardo. Ripartivano all’attacco Montaguti (AG2R), Dodi (Lampre), Damiano Caruso (Cannondale) e Francesco Gavazzi (Astana), ma un tentativo più interessante era portato dallo stesso Montaguti, Elia Viviani (Cannondale), Gianluca Brambilla (Omega Pharma) e Ricardo Pichetta (Team Idea), con quest’ultimo che perdeva le ruote dopo un paio di chilometri. Dietro l’Astana controllava e faceva il ritmo con Scarponi. che scattava e riprendeva i tre battistrada. Nel frattempo Viviani ‘trainava’ De Marchi e anche Zilioli (Androni Giocattoli) e Santaromita (Orica GreenEDGE) si riportavano sui primi. Il gruppo era tirato dagli uomini della Bardiani e della Vini Fantini. Ai meno 31 Viviani si arrendeva alla fatica e si lasciava sfilare, dopo aver lavorato per De Marchi. Nibali con un esplosivo scatto rientrava in poco tempo sui fuggitivi, insieme a Rabottini, Formolo e Pozzovivo. Dietro Oss (BMC) e Caruso (Cannondale) provavano a rientrare sul gruppetto di testa, formando un gruppetto all’inseguimento che comprendeva tra gli altri anche Capecchi e Visconti (Movistar), Finetto e Rabottini (Neri Sottoli), Pozzovivo (AG2R), Trentin (Omega Pharma) e Bennati (Tinkoff Saxo), transitando al penultimo passaggio da Fondo con un ritardo di 18 secondi. Ai meno 20 gli inseguitori riuscivano infine a raggiungere il sestetto di testa, compattando così un gruppetto di 16 ciclisti che si sarebbero disputati la maglia tricolore. Nibali, Formolo e Santaromita provavano addirittura l’allungo in discesa. Al loro inseguimento si buttava Trentin, che riusciva a raggiungere i tre nel giro di un paio di chilometri. Capecchi riportava tutti gli inseguitori (tra cui Visconti, il suo capitano della Movistar) sul quartetto di testa; Scarponi si rimetteva subito in testa a fare l’andatura e sulla strada che iniziava a salire i primi ad alzare bandiera bianca erano De Marchi, Bennati e Trentin. Scatti e contro scatti iniziavano intorno ai meno 13 ed ai meno 10 rimanevano in 11: Nibali, Scarponi, Rabottini, Oss, Finetto, Santaromita, Puccio, Formolo, Pozzovivo, Visconti e Caruso. Scarponi manteneva un ritmo elevato che non permetteva attacchi nel tratto pianeggiante che anticipava i 3 km finali in costante ascesa. Il primo a scattare era Finetto, ma subito dopo era Nibali a prendere in mano le redini della corsa ed involarsi nel tratto finale. Gli riusciva a resistere soltanto un intrepido Davide Formolo, che cercava anche di contrattaccare a sua volta il siciliano sotto lo striscione dell’ultimo chilometro. Ma Nibali lasciava sfogare il giovane ciclista della Cannondale per poi superarlo ai meno 200 metri. Nibali poteva così alzare le braccia al cielo e fare sua la prima vittoria stagionale, con Formolo secondo e Rabottini terzo. Quarto si classificava un redivivo Giovanni Visconti mentre chiudeva la top five Damiano Caruso. Adesso il ciclista dell’Astana potrà esibire la maglia tricolore già al Tour de France, che resta il suo grande obiettivo stagionale.

Giuseppe Scarfone

Nibali veste la maglia tricolore a Fondo, dopo essersi imposto nel Trofeo Melinda (foto Bettini)

Nibali veste la maglia tricolore a Fondo, dopo essersi imposto nel Trofeo Melinda (foto Bettini)

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