NIBALI STORY – CAPITOLO 2: LA PRIMA VITTORIA DA PROFESSIONISTA

ottobre 20, 2022
Categoria: News

Il 22 marzo del 2006 è una data particolare per Vincenzo Nibali. Dopo un anno e tre mesi dal suo passaggio tra i professionisti ottiene sul traguardo di Faenza la sua prima vittoria nella massima categoria imponendosi nella seconda tappa della Settimana Internazionale Coppi e Bartali, affermazione che gli consentirà di chiudere la corsa al secondo posto della classifica generale, preceduto di soli due secondi da Damiano Cunego. Riviviamo quel pomeriggio

Un’ora con il cuore a mille, le gambe a tutta ed i pensieri che si rincorrevano nella mente. Sessanta minuti, un’eternità, ad attendere il primo, agognato, successo da professionista. Quando, finalmente, si può correre con i favori del pronostico e si può far capire quanto valga un Vincenzo Nibali, campione dal giorno in cui ha deciso che la sua carriera sarebbe stata questa. Fino a questi lunghi, interminabili, dolcissimi, secondi.
E’ andata oggi in scena la prima vera tappa in linea della Settimana Internazionale di Coppi&Bartali, con partenza da Cervia ed arrivo previsto a Faenza dopo poco meno di 200 chilometri. Dopo la prima giornata, divisa in due semitappe, la maglia di leader era sulle spalle dello statunitense Zabriskie, portacolori del Team CSC, che si è imposto nella cronosquadre di martedì pomeriggio.
La tappa di oggi presentava nel finale il Monte Trebbio, con la vetta posta a 20 chilometri dalla conclusione, come ideale trampolino di lancio per proiettarsi verso il traguardo. I protagonisti chiamati a rispondere all’appello rispondono sicuramente ai nomi di Cunego, Bettini, Simoni, Leipheimer, Pellizotti e Sella.
Dopo alcune classiche schermaglie nei primissimi chilometri, si intravvede una buona azione al chilometro numero 43, quando tra gli altri evadono dal gruppo il vincitore della prima semitappa di ieri, Napolitano, e l’australiano Cadel Evans. Passano però appena quattro chilometri ed il tentativo viene riassorbito. Miglior sorte avrà invece l’azione intrapresa all’ottantaseiesimo chilometro di gara da Kuchynski (Ceramica Flaminia) alla cui ruota si portano da subito Laverde ed un instancabile Napolitano. I due però mollano ben presto ed alla ruota dell’uomo Flaminia si porta l’ex vincitore del Giro Baby, Dainius Kairelis (Amore & Vita Mc Donald’s) che raggiunge il fuggitivo con il quale transita al primo passaggio a Faenza, al novantesimo chilometro, con un vantaggio di 12’’ sulla coppia formata dagli italiani Furlan (Selle Italia) e Facci (Barloworld). La coppia italiana raggiunge i due fuggitivi nel volgere di una quindicina di chilometri, mentre poco prima del centesimo chilometro di gara, l’americano Leipheimer si ritira. Per lui, i test importanti, si presenteranno tra qualche tempo. Al passaggio sul Monte Carla, al chilometro 106, il duo Kuchynski, Kairelis transita insieme, mentre Facci giunge staccato di 10’’. Il gruppo da dietro è tirato dai compagni di squadra di Damiano Cunego, che però non forzano più di tanto ed il quartetto di testa, ricompostosi subito dopo lo scollinamento, accumula secondi su secondi, fino a giungere a portare alla soglia dei 5 minuti di vantaggio in fondo alla discesa del Monte Carla.
Sulla salita del Monte Casale si aprono finalmente i giochi: Kuchynski e Kairelis allungano di nuovo, stavolta in maniera definitiva, mentre nel gruppo si avvantaggiano Bettini, Nibali e Gasparre. Ben presto però Vincenzo Nibali capisce che potrebbe essere il suo giorno e decide di allungare ulteriormente. Saluta la compagnia e si invola tutto solo all’inseguimento della coppia al comando. Il suo ritardo, quando mancano ormai poco più di 30 chilometri, si aggira intorno ai 3 minuti. Alla ruota del siciliano prova a portarsi Josè Enrique Gutierrez della Phonak, ma Nibali appare scatenato e prima di affrontare la scalata del Trebbio ha già raggiunto e superato l’ormai esausto Mauro Facci. Sulle prime rampe della salita che consegnò a Gilberto Simoni la maglia rosa nel 2003, Nibali si esalta. Kairelis appare subito in difficoltà e viene riassorbito dal siciliano, che prima di scollinare ha raggiunto anche Kuchynski, che nel frattempo era rimasto solo al comando. Ma non è ancora finita: il gruppo transita con un ritardo di 1’44’’ e mancano ancora più di 20 chilometri. Chi pensa che Nibali possa aver già speso tutto, si sbaglia di grosso. Il ragazzo di Amadio capisce che il tratto in discesa può risultare fondamentale. Proprio in discesa si erano infranti i suoi sogni l’anno scorso al Giro della Svizzera, quando Chris Horner lo staccò. Adesso è giunta l’ora di prendersi la rivincita nei confronti dell’asfalto a testa in giù. L’allungo è di quelli decisivi. Kuchynski è sulle gambe e perde inesorabilmente terreno. Il gruppo appare ormai troppo lontano. Gli ultimi metri sanciscono un trionfo atteso più di un anno. Un successo che immette di diritto una nuova stella nel firmamento del movimento azzurro. Al bielorusso va la piazza d’onore, staccato di venti secondi. Il gruppo dei migliori, che ha recuperato secondi a manciate nel finale, transita sul traguardo di Faenza con 42’’ dallo Squalo dello Stretto, regolato dall’olimpionico Bettini. Per Nibali il primo successo significa anche il primato in classifica. Una maglia di leader che deve valere come punto di partenza per una carriera strabiliante. Come è doveroso attendersi dallo Squalo, riuscito finalmente ad apporre il primo sigillo su quella che si prospetta come una vita agonistica da protagonista assoluto.
Il ragazzo della Liquigas sta maturando con estrema velocità. Già al primo anno tra i pro ha dimostrato di saper reggere il confronto con gli avversari maggiormente navigati, ed il successo colto oggi non deve trarre in inganno. La Coppi & Bartali è una gara di valore assoluto alla quale prendono parte atleti di caratura ben più che ottima. E vincere con un’azione del genere, oggi, ha un significato particolare. Spesso Nibali è stato criticato per azioni al limite del masochismo, a volte parse scriteriate o realizzate con l’unico scopo di acquisire visibilità. Oggi tutte queste considerazioni lasciano il tempo che trovano. Oggi Nibali è partito con l’intento di vincere, sapeva di avere le carte in regola per farlo, ed ha sciorinato un numero d’alta scuola. E per un ragazzo di soli 21 anni, questo non può che essere un eccellente punto di partenza. Nibali ha vinto dimostrandosi il più forte su tutti i terreni. Bello lo scatto, strepitoso il numero in salita ed intelligente l’allungo nel finale, grazie al quale ha dimostrato sagacia tattica e capacità di leggere la situazione di gara. Ed è proprio questo che può far parlare di reale maturazione. Il Nibali di un anno fa, molto probabilmente, trovandosi con le stesse energie di oggi, avrebbe sperperato risorse e si sarebbe trovato svuotato nel finale. Oggi, il siciliano ha acquisito quel bagagliaio di esperienza in grado di fargli realizzare numeri del genere.
Per ciò che concerne il capitolo classifica generale, questa tappa ha sancito la conferma su ottimi standard della coppia Bettini-Cunego. Il livornese, dopo uno splendido inizio di marzo, ha dovuto rinunciare alle velleità di classifica alla Sanremo per la caduta alla Tirreno-Adriatico. I postumi di quella caduta sembrano ad oggi smaltiti e la condizione non è di certo andata perduta. Condizione che, più che alla classifica generale di questa Settimana Internazionale, tornerà utile già tra 10 giorni, ai nastri di partenza del Giro delle Fiandre, dove il Grillo vorrà essere tra i sicuri protagonisti.
Come protagonista vorrà essere, al Giro d’Italia, il Piccolo Principe. Cunego sta attraversando un periodo di forma confortante ed a differenza di quanto accadde nel 2005, non sta soffrendo l’esasperazione del mancato successo. Dal 2005 ha tratto la giusta esperienza per non commettere gli stessi errori ed in questo momento si trova secondo in classifica generale. Sta correndo bene e senza spendere energie residue, testandosi costantemente sulle salite. Il suo percorso di avvicinamento al Giro dovrà essere proprio questo. Chi si è preoccupato di non averlo visto brillante nella Classicissima, può dormire sonni tranquilli. Cunego sta bene e non sarebbe affatto sorprendente vederlo primeggiare già in questa competizione, che gli servirà per mettere ulteriori chilometri nelle gambe.
Chi ha invece deluso un po’ le aspettative, sempre in chiave corsa rosa, è Gilberto Simoni. Il Gibo è in evidente ritardo di condizione rispetto agli avversari che si troverà di fronte alla partenza in Belgio. Oggi è giunto al traguardo con quasi 13 minuti di ritardo. Il Trebbio stavolta lo ha percorso più da turista che da attaccante. Tuttavia non bisogna lasciarsi suggestionare. Simoni, un po’ alla pari di Cunego, sta tornando ad un programma di avvicinamento al Giro “vecchio stampo” per cui raggiungerà l’apice della condizione molto gradualmente. In questa Settimana Internazionale è già fuori dai giochi e non si dovranno attendere grossi miglioramenti, che sarà invece lecito aspettarsi tra 3-4 settimane, quando grazie al lavoro svolto in inverno con Pietro Algeri, si comincerà ad intravedere il vero Gibo.
Una citazione particolare merita un corridore dimenticato un po’ da tutti: Leonardo Giordani. Il laziale, approdato alla Naturino, si sta finalmente mettendo in mostra. Dopo una stagione sciagurata come quella del 2005, in cui strappò a fatica un contratto con la Universal Cafè, l’ex iridato di Verona nel 1999 ha trovato le energie mentali per rimettersi di nuovo in gioco. Si è fatto vedere alla Sanremo ed oggi è arrivato nel gruppo dei migliori nonostante il percorso non fosse adattissimo alle sue caratteristiche. In questa stagione avrà l’occasione di mettersi alla prova in una formazione maggiormente quotata, e gli si augura di cuore di poter trovare il colpo di pedale che da troppo tempo ormai non si abbina più al suo nome.
Infine il capitolo squadre. Le più attrezzate in questa prima tappa sono sembrate la Liquigas e la Phonak Hearing Systems, capaci entrambe di piazzare tre atleti nelle prime venti posizioni. Tuttavia il miglior gioco di squadra è stato sicuramente quello della Lampre, la squadra che più di tutte è andata a cucire gli strappi tra gli attaccanti ed il gruppo per spianare la strada a Cunego. Nel team di Martinelli sembra essere tornata l’armonia che solo un anno fa appariva come un miraggio. La scelta di far ruotare i corridori da affiancare a Cunego, prima del Giro, può essere valida per verificare il reale affiatamento tra il capitano, stavolta unico ed i compagni.
Da par suo anche la Liquigas sembra far paura. Piazzare tre uomini nei primi venti, ottenendo anche il successo di tappa, in una frazione del genere, senza disporre di uomini come Garzelli o Di Luca, è un dato su cui riflettere. Onorare sempre e comunque le competizioni in Italia è di certo un punto a favore della squadra di Amadio.
Ciò che è stato un po’ sottotono, finora, è il rendimento della Panaria, squadra abituata a dare spettacolo in tutte le competizioni. Si è vista poco alla Sanremo (anche se ha avuto due uomini nella fuga iniziale), si sta vedendo ancora meno in questa Settimana Internazionale. I velocisti della squadra sembrano appannati, mentre Sella, complice una caduta, sta subendo un’involuzione. Per una squadra che punta all’entrata nel circuito ProTour,non è di certo un bello spot…

Marco Ferri

Nibali si impone a Faenza alla Settimana Internazione di Coppi e Bartali 2006 (foto Bettini)

Nibali si impone a Faenza alla Settimana Internazione di Coppi e Bartali 2006 (foto Bettini)

Commenta la notizia