UN TOUR MARE & MONTI

ottobre 20, 2010
Categoria: News

Le ventose lande oceaniche daranno il via ad un’edizione ricca di spunti d’interesse. Gli organizzatori hanno ripensato al tracciato complessivo del Tour, distribuendo meglio le salite nell’economia della corsa, con la speranza che i corridori interpretino il tracciato in maniera più “belligerante” di quanto visto quest’anno. Pirenei e Alpi si spartiranno nel numero le tappe destinate alla selezione, tra le quali spiccano il ritorno a Luz Ardiden e all’Alpe d’Huez, la scopertà della novità di Hourquette d’Ancizan e la doppia scalata al Galibier. Con un occhio di riguardo alle piccole inside della prima settimana.

Foto copertina: la nuova scoperta del Tour 2011, Hourquette d’Ancizan (www.essexroadscyclingclub.com)

È un Tour che piace molto quello che Prudhomme e soci hanno approntato per l’estate del 2011 e che ha incontrato i favori di tutti, dagli addetti ai lavori agli appassionati dello sport del pedale. A dire il vero si pensava al peggio poichè – sulla scorta delle prime indiscrezioni accavallatesi nei mesi scorsi – si paventava che oltralpe stessero procedendo alla tracciatura di un percorso decisamente sottotono. Pareva che gli organizzatori avessero fatto propria la filosofia dell’indimenticato Vincenzo Torriani “Un giro è figlio di quello che l’ha preceduto” e che si accingeresso a riflettere sulle pecche dell’ultima edizione, molto ricca nel profilo altimetrico ma nettamente depauperata da una corsa a lungo fiacca. In effetti, gli uomini di ASO hanno fatto tesoro dell’adagio di Torriani e hanno lavorato sul percorso distribuendo meglio le difficoltà, evitando di “accumularle” com’era stato fatto l’anno scorso sui Pirenei, una concentrazione che forse aveva un po’ spaventato i corridori e frenato i loro ardori. Dunque non ci sarà la “monotappa” pirenaica e nemmeno la riapertura “leblanchiana” verso i grandi cronoman, per i quali si annunciava la presenza di due maxi-prove individuali.
In soldoni, il 98° Tour de France si disputerà tra il 2 luglio 2011 (giorno della partenza dal famigerato Passage du Gois, in Vandea) e il 24 dello stesso mese, quando sugli Champs-Élysées si affronterà l’ultimo dei 3471 Km previsti, suddivisi in 21 frazioni, due delle quali da affrontare contro il tempo, la prima collettivamente e la seconda in maniera classica, come dodici mesi fa proposta alla vigilia della passerella parigina. Le tappe d’alta montagna saranno 6, equamente ripartite tra Pirenei e Alpi, alle quale se ne affiancheranno 3 di medio impegno, mentre 5 saranno gli arrivi in salita. L’unica nota dolente di questo percorso perfetto è rappresentata da una prima settimana piuttosto noiosa, anche se non priva di spunti interessanti: non ci sarà il pavè, che pure Prudhomme aveva promesso, ma va registrato il ritorno della cronosquadre e la presenza di due tappe tracciate attraverso la nervosa geografia bretone, con un traguardo posto in cima all’arcigna côte di Mur de Bretagne e almeno due tappe che potrebbero essere condizionate dalle folate marine, con il connesso rischio dei temuti ventagli.
Le salite vere compariranno all’orizzonte in vista del primo week end, quando il Tour si soffermerà per due giorni sul Massiccio Centrale, dove sarà riproposto l’arrivo di Super-Besse Sancy, lo stesso affrontato nel 2008 (ma stavolta la tappa sarà un pelo più impegnativa per la presenza, nel finale, anche dei 6,3 Km al 6% verso i 1426 metri del Col de la Croix Saint Robert). L’indomani si arriverà a Saint Flour ricalcando le rotte di una frazione cara ai francesi, conquistata dal loro beniamino Virenque nel luglio del 2004: quasi indentica la fase centrale di questa galoppata di 208 Km che abbinerà i già noti Puy Mary e Prat de Bouc all’inedito colle di Perthus (4,4 Km all’8%) e che potrebbe lasciare qualche piccolo segno, nonostante l’ultimo GPM sia collocato ad una cinquantina di chilometri dal traguardo.
Settantadue ore più avanti questa prima presa di contatto con le salite il Tour entrerà nel vivo, andando ad affrontare la prima giornata del trittico pirenaico, un’altra frazione dove si sposerà il nuovo con l’antico. Il giorno della festa nazionale francese le grandi montagne debutteranno con la riscoperta dello storico traguardo di Luz Ardiden, che la Grande Boucle non proponeva da quasi un decennio, affiancato dall’immarcescibile Tourmalet e dalla primizia pepata della Hourquette d’Ancizan, 10300 metri al 7,8% destinati a “pensionare”, almeno per un anno, il glorioso Aspin.
Il giorno successivo si rivedrà la solita tappa trita e ritrita con la salita di grido piazzata ad anni luce dal traguardo, ma stavolta va dato atto agli organizzatori di aver “sprecato” un solo colle, nella fattispecie l’Aubisque, “faro” che cercherà di rischiarare gli ultimi 50 Km della Pau – Lourdes.
Concluderà la parentesi pirenaica un altro ritorno molto atteso, quello di Plateau de Beille, posto in coda ad un tappone condito da altri quattro colli e dal quale tutti si attendono molto, anche perché lassù, nei quattro precedenti traguardi finora disputati si è sempre imposto colui che, pochi giorni più tardi, ha indossato la maglia gialla a Parigi. Per il leader di turno, però, stavolta non potrebbe essere facile mantenere le insegne del comando perchè da lì a tre giorni il Tour sarà sulle Alpi, dove si “bivaccherà” per 96 ore filate. Esattamente quel che accadde al Tour 2010 sui Pirenei, ma con molte salite in meno e con altre occasioni di festeggiare, poiché si celebrerà non solo il centenario della prima scalata al Galibier (le Alpi, ciclisticamente parlando, sono più “anziane”) ma anche il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Mercoledì 20 luglio, infatti, il Tour farà ancora scalo in Piemonte in fondo alla prima vera frazione alpina, poiché la precedente tappa di Gap sarà solo un antipasto, comunque da assaggiare con moderazione (a ridosso del finale si dovranno affrontare i 7,5 Km al 6,8% del Col Bayard, seguito dal più modesto Manse e dalla famosa discesa della Rochette, quella della caduta di Beloki). Ad essere sinceri non sarà un gran tappa quello dello sconfinamento sulle strade di casa nostra, col finale che, di fatto, sarà praticamente lo stesso della Cuneo – Pinerolo del Giro del Centenario, col Sestriere (preceduto dal Monginevro) e il Pra Martino. Una tappa che ebbe comunque un degno epilogo e che sicuramente saprà farsi valere anche al Tour, con anche il compito di far stancare il gruppo in vista dei due tapponi clou. Il primo sarà quello del traguardo fissato ai 2645 metri del Galibier e che costituirà anche la più alta linea d’arrivo della storia della Grande Boucle (il record era finora detenuto dai 2413 metri del Colle del Granon, sede di tappa nel 1986 e situato nello stesso municipio che accoglierà questo arrivo, Serre Chevalier): il versante che si affronterà è quello più abbordabile, ma sicuramente farà molto male, anche perché arrivererà al termine di una giornata che proporrà altri due moloch alpini del tenore dell’Agnello (2748 metri) e dell’Izoard.
Dulcis in fundo il dovuto traguardo all’Alpe d’Huez, che il Tour ha trascurato nelle ultime due edizione, al punto da scatenare le rimostranze degli amministratori locali, che si sono “concessi” anche al Giro del Delfinato per poi arrivare a lasciarsi tentare pure dalla corsa, che negli anni a venire potrebbe proporre un traguardo in cima a quella che è stata definita l’“Alpe degli italiani”. Sarà l’ultimissima occasione per i “grimpeur” che nel corso di questa brevissima frazione – poco più di 100 Km – dovranno tornare a fare i conti col Galibier, stavolta preso dal lato nord assieme al “compagno di viaggio” Télégraphe.
Toccherà ora ai cronoman il compito di tentare di ribaltare i verdetti delle montagne e per la loro “vendetta” ecco approntata, a ridosso della tappa conclusiva, una crono di 41 Km disegnata nei dintorni di Grenoble. Non sarà, però, per loro facile sovvertire i risultati, come sarebbe potuto capitare nella piatta tappa tracciata tra i vigneti del Médoc: stavolta il profilo sarà più accidentato e per i treni alla Cancellara sarà meno facile imprimere alte velocità, lasciando queste al TGV sul quale ci s’imbarcherà al termine di quest’ultima campale giornata, per proiettare verso la “Ville Lumière” vincitori e vinti di questo Tour Mare & Monti.
Sì, proprio un mare di monti.

Mauro Facoltosi

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