AGOSTO – SETTEMBRE 2022, TRA TOUR E MONDIALE (PASSANDO PER LA VUELTA)

luglio 29, 2022
Categoria: Approfondimenti

La Vuelta e il mondiale sono i due “perni” attorno al quale ruoto la sessione estiva del calendario ciclistico. Terminato il Tour inizia la serie di corse a tappe che anticiperà la partenza della gara spagnola, prevista per il 19 agosto a Utrecht. Poi tutti i fari si sposteranno sull’Australia dove tra il 18 e il 25 settembre saranno assegnati i prestigiosi titoli iridati. E lungo il cammino per il mondiale ci sarà anche l’europeo di Monaco

26. È il numero dei giorni che intercorrono tra l’ultima tappa del Tour e la prima della Vuelta e già in molti stanno facendo il countdown, soprattutto chi è uscito con le ossa rotte della Grande Boucle e dal Giro d’Italia. Da diverse stagioni la corsa iberica è vista da molti come ancora di salvezza per dare un senso alla propria stagione e in un primo momento sembrava che al via della Vuelta si sarebbe schierato il grande sconfitto dell’ultimo Tour Tadej Pogacar, che aveva già stabilito di prendervi parte ben prima del suo crollo nel tappone del Granon e che poi ha deciso di rinunciarvi qualche giorno dopo la fine della Grande Boucle. Non sarà, invece, questo il caso di Richard Carapaz che, dopo aver perso alla penultima tappa un Giro che considerava vinto, ha puntato sulla Vuelta per la rivincita, ma sulle strade di Spagna dovrà sfidare proprio colui che l’aveva messo in croce sulla Marmolada, l’australiano Jai Hindley.

In attesa del via della Vuelta il mese di agosto proporrà una serie d’interessanti appuntamenti, anche se – tolta la Vuelta a Burgos – manca una corsa a tappe di specifica preparazione al Giro di Spagna perché quelle previste non sono particolarmente adatte agli scalatori, che invece ad aprile e giugno hanno molte più opportunità di prepararsi al meglio in vista di Giro e Tour.

Pur non presentando grandi salite, interessante si annuncia il tracciato del Giro di Polonia (30 luglio – 5 agosto), la cui 79a edizione sembra una versione “light” della Tirreno-Adriatico, scelta da Carapaz come tappa d’avvicinamento all’appuntamento con la Vuelta. A dare il “la” alla corsa polacca sarà una tappa di quasi 220 Km che si correrà tra Kielce e la storica città di Lublino, dove l’arrivo sarà allo sprint tra quei velocisti che non saranno stati respinti dallo strappo all’8% di pendenza massima che s’incontrerà all’interno dell’ultimo chilometro. Dopo la Chełm – Zamość, altra occasione per le ruote veloci, inizierà una serie di tre movimentate frazioni collinari al termine della quale si disputerà – al penultimo giorno di gara – una cronoscalata atipica che dovrebbe risultare decisiva per la vittoria finale. Non si dovrà, però, sottovalutare questo trittico che sarà aperto dalla tappa più lunga dell’edizione 2022, quasi 240 Km per pedalare da Kraśnik a Przemyśl, dove l’arrivo sarà posto in vetta a un doppio strappo (500 metri al 6.8%, tratto intermedio in quota e poi gli 800 metri finali al 10.5%) che fu proposto anche l’anno scorso, quando su questo traguardo s’impose il portoghese João Almeida: identici saranno anche i chilometri precedenti il finale, con tre brevi ascese da superare consecutivamente, sulle quali spicca quella diretta al santuario di Kalwaria Pacławska (2.1 Km al 9.2%). La Lesko – Sanok avrà, invece, l’aspetto delle tappe collinari meno impegnative della “Corsa dei due mari”, anche se i suoi 179 Km non saranno comunque una passeggiata per via dei quasi 2600 metri di dislivello da superare (400 in meno rispetto alla tappa di Torino del Giro), spalmati su di una quindicina di brevi ascese (la più lunga sarà di quasi 5 Km) non particolarmente pendenti. Simile ma leggermente più accidentata sarà la successiva Łańcut – Rzeszów (178 Km), tappa che precederà di ventiquattrore la frazione regina, la cronometro in salita da Gronków, villaggio rurale della cittadina di Nowy Targ, alla piccola stazione di sport invernali di Rusiński, situata a 929 metri di quota nel territorio municipale della località termale di Bukowina Tatrzańska, che così – pur con un finale di tappa inedito – ospiterà un arrivo della corsa polacca per il dodicesimo anno consecutivo. Abbiamo parlato di cronoscalata atipica perché degli 11.8 Km in programma i primi otto saranno in dolce falsopiano, salita vera s’incontrerà solamente nei successivi 2.2 Km al 6.1% per poi ritrovare il falsopiano nei 200 metri che precederanno lo scollinamento, superato il quale si dovranno poi percorrere quasi 1500 metri in quota, tra lieve discesa e pianura, per raggiungere la zona del traguardo. L’indomani l’atto conclusivo sarà rappresentato dalla Valsir – Cracovia, frazione di 178 Km che rappresenterà la terza opportunità riservata ai velocisti.

In parallelo al Polonia si correrà la Vuelta a Burgos (2-6 agosto), la cui 44a edizione sicuramente calamiterà gli interessi degli appassionati italiani per la presenza di Vincenzo Nibali, il quale poi andrà a disputare anche l’altra Vuelta, quella principale e una delle ultime corse della carriera dello “Squalo”. Per quanto riguarda le difficoltà altimetriche sono state confermate le tre ascese che sono inserite in “pianta stabile” nel percorso dal 2017, il Picón Blanco, le Lagunas de Neila e lo strappo del castello di Burgos, 900 metri al 5.3% in cima ai quali terminerà la prima tappa, un circuito di 153 Km e un finale che negli scorsi anni ha visto imporsi corridori del calibro di Mikel Landa e dei nostri Francesco Gavazzi e Giacomo Nizzolo, a conferma che anche i velocisti più resistenti possono far bene su questo traguardo. Anche nelle altre giornate a loro dedicate non avranno vita facile gli sprinter e così nel finale della successiva Vivar del Cid – Villadiego (158 Km) si dovrà superare a 5.5 Km dall’arrivo un dentello di 1600 metri al 5% che sembra pensato proprio per rompere le uova nel paniere delle squadre dei velocisti. I quasi 8 Km al 9.2% del Picón Blanco saranno il “faro” della terza tappa e, come già capitato l’anno scorso e a differenze delle edizioni passate, non si affronteranno come arrivo di tappa ma come GPM di passaggio, inseriti a 37 Km dalla conclusione della Quintana Martín Galíndez – Villarcayo. Un altro traguardo progettato per far tribolare i velocisti sarà quello della successiva frazione che da Torresandino condurrà in 169 Km all’area archeologica della colonia romana di Clunia Sulpicia, dove attenderà i corridori una rampa finale non ripida (media del 4.9%) che in passato ha sempre creato un po’ di scompiglio, respingendo i velocisti meno resistenti e portando anche gli uomini di classifica a sgomitare per la vittoria, talvolta anche riuscendo a guadagnare qualche secondo. Per ultima si disputerà la tappa più impegnativa che, dopo il via da Lerma, si concluderà 170 Km più avanti ai 1872 metri delle Lagunas de Neila, in vetta all’ascesa simbolo della corsa iberica, 12 Km al 6.2%, dei quali gli ultimi tre al 9.7%.

La settimana di Ferragosto qualcuno la trascorrerà al “fresco” poiché è in programma l’Arctic Race of Norway (11-14 agosto), la cui nona edizione è stata disegnata – per la prima volta nella storia di questa giovane corsa – interamente a sud del circolo polare artico. Sarà la cittadina di Mo i Rana ad accogliere partenza e arrivo della prima frazione, un circuito di 185 Km che dovrebbe favorire la vittoria di un velocista nonostante la presenza di due ascese di 1a e 2a categoria. Ancor più alla portata dei velocisti sarà la successiva Mosjøen – Brønnøysund, dopo la quale si disputeranno le due tappe chiave dell’edizione 2022, con la prima che scatterà da Namsos per concludersi a Levanger, dove il traguardo sarà posto al termine dell’ascesa della Skallstuggu summit, 3700 metri al 6% contenenti un muro di 1000 metri al 10.5% di pendenza media che termina poco prima dello striscione dell’ultimo chilometro. Considerata la brevità dell’ascesa i distacchi che potrà infliggere saranno giocoforza contenuti, rimandando il verdetto finale alla salita della Tyholt Tower (1.5 Km al 7.5%), che l’indomani dovrà essere ripetuta quattro volte nel circuito della conclusiva tappa di Trondheim, l’ultima quando mancheranno 5.5 Km al traguardo.

La vigilia di Ferragosto sarà, invece, il giorno del campionato europeo riservato alla categoria professionisti, quest’anno eccezionalmente disgiunto dai campionati delle altre categorie (donne élite escluse), che si sono svolti nel mese di luglio in Portogallo e nei quali l’Italia ha conquistato sei medaglie (due di bronzo, tre d’argento e l’oro nella cronometro a squadre mista junior). Questa gara, che l’Italia conquista ininterrottamente dal 2019 (nell’ordine con Matteo Trentin, Elia Viviani, Giacomo Nizzolo e Sonny Colbrelli) nel 2022 finirà nel palmarès di un velocista perché il tracciato disegnato per quasi 209 Km tra Murnau am Staffelsee e Monaco di Baviera presenta solo due brevi salite, inserite nel tratto in linea, mentre totalmente pianeggiante sarà il circuito finale, lungo 13 Km e mezzo e da ripetere cinque volte. La rassegna proseguirà poi con le cronometro (in programma il 17 agosto sul piatto circuito di Fürstenfeldbruck) e con la gara su strada delle donne élite, che pure si disputerà a Monaco (con partenza da Landsberg am Lech) la domenica successiva.

Nel frattempo il calendario UCI ProSeries proseguirà con la 32a edizione del Giro di Danimarca (16-20 agosto), che quest’anno presenterà la novità dell’assenza nel tracciato della cittadina di Frederiksberg, che fin dalla seconda edizione – con un paio di rare eccezioni – era la sede d’arrivo della tappa conclusiva. La corsa scandinava prenderà le mosse con una frazione prevalentemente pianeggiante di 222 km che porterà il gruppo da Allerød a Køge e che, a meno di sorprese (il vento da queste parti spesso provoca parecchia selezione), non dovrebbe sfuggire ai velocisti. Diverso il discorso per la tappa successiva, poiché inevitabilmente lascerà un profondo segno in classifica la cronometro di Assens, 12 Km e 200 metri privi di qualsivoglia difficoltà altimetrica che gli specialisti si berranno tutto d’un fiato. Molto insidiosa si annuncia la seguente Otterup – Herning, i cui 239 Km (si tratterà della frazione più lunga) saranno infarciti di 10 settori di strada sterrata, l’ultimo dei quali però collocato molto distante dal traguardo di Herning, conosciuto in gruppo perché dal 1992 ospita l’omonimo Gran Premio ciclistico, il cui percorso è proprio caratterizzato da diversi tratti da percorrere lontano dall’asfalto. Un altro centro noto per una sua corsa ciclistica è Skive, che accoglierà il via della penultima tappa, destinata a tornarvi dopo aver percorso un anello di 167 Km che rappresenterà la seconda e ultima opportunità di andare a segno per i velocisti. La conclusiva Give – Vejle, infatti, non sarà la classifica passerella di fine corsa per via di un circuito finale di 10 Km da ripetere cinque che potrebbe anche rivelarsi decisivo per la vittoria finale, con il traguardo posto in vetta al muro del “mulino a vento”, 300 metri al 12.7% di pendenza media.

In questo stesso periodo si svolgerà anche il Tour de l’Avenir (18-28 agosto), versione “baby” del Tour de France riservata agli Under23 che l’anno prossimo potrebbe essere affiancata da una corsa riservata alla neonata categoria “donne U23”. Subito avvertiamo che il percorso della corsa francese nulla avrà a che spartire con il nostrano Giro d’Italia giovani, disputato a giugno e caratterizzato da un tracciato molto più duro e avvincente, mentre i transalpini hanno disegnato la loro corsa con mano piuttosto tenera, diversa anche da quella che ha progettato il Tour de France Femmes. Si comincerà con un “prélude” di 3.9 Km, altro modo per definire il velocissimo prologo (sole 7 curve e percorso pianeggiante) che assegnerà la prima maglia gialla in quel di La Roche-sur-Yon, attorno alla quale si snoderà anche la successiva frazione, prima di quattro tappe consecutive riservate ai velocisti, che avranno i traguardi fissati a Civray, La Trimouille e Chaillac (non propriamente adatti agli sprinter puri gli ultimi tre per la presenza di una lieve pendenza nel finale). Si cambierà decisamente marcia con la quinta tappa, la cronometro a squadre che è diventa una presenza fissa al Tour de l’Avenir a partire dal 2018 e che quest’anno si svolgerà sulla distanza di 28 Km tra i centri di Gueugnon e Saint-Vallier, su di un tracciato quasi totalmente pianeggiante. Seguirà a ruota l’unica frazione collinare inserita nel percorso, anche sul sito ufficiale è stata troppo pomposamente definita di montagna la tappa che si snoderà tra Saint-Amour e Oyonnax e nel corso della quale non si salirà oltre i 680 metri della Côte de Ceyssiat, ultima e più difficile (3.5 Km al 6.4%) delle otto brevi ascese che movimentano un tracciato comunque insidioso, ideale per imbastire inattese imboscate il giorno successivo la dispendiosa cronosquadre. Le montagne vere inizieranno 48 ore più tardi, dopo il giorno di riposo che il gruppo osserverà a Thonon-les-Bains, celebre località termale affacciata sul lago di Ginevra. Da quest’ultima scatterà il primo atto del trittico decisivo, che prevede l’arrivo in salita a Saint-François-Longchamp, 15 Km all’8% che coincidono con la prima parte dell’ascesa al mitico Col de la Madeleine. In vetta a quest’ultimo si scollinerà l’indomani nel corso della Ugine – La Toussuire, la tappa nel complesso più difficile, che proporrà il traguardo al termine della salita di 15.5 Km al 7% che è stata tre volte sede d’arrivo al Tour dei “grandi”, l’ultima nel 2015 quando lassù s’impose Vincenzo Nibali. Ancor più in alto si salirà nel corso della conclusiva Bessans – Villaroger perché prima di arrivare al traguardo in quota (ultimi 5 Km al 6.4%) bisognerà arrampicarsi fino a 2770 metri del Col de l’Iseran (13 Km al 7.8%), valico che supera in altezza anche il primato del nostro Passo dello Stelvio.

Cominceranno intanto a rombare i motori in vista dei campionati del mondo, che si terranno a fine settembre in Australia, e quei corridori che hanno scelto di prepararsi al mondiale senza passare dalla Vuelta avranno a disposizione due brevi ma intense e non troppo difficili corse a tappe, il Giro di Germania (24-28 agosto) e il Tour of Britain (4-11 settembre), mentre quest’anno non ci sarà la possibilità di usufruire delle strade del Benelex Tour perché la corsa nordeuropea – prevista dal 29 agosto al 4 settembre – è stata cancellata dagli organizzatori a causa dell’eccessivo affollamento di gare in calendario e rinviata al 2023 in una nuova collocazione ancora non annunciata. L’edizione 2022 della corsa tedesca vedrà il ritorno nel tracciato di una tappa a cronometro, disputata l’ultima volta nel 2008, e si tratterà del cronoprologo di 2.7 Km che si svolgerà sulle strade di Weimar. Dalla medesima cittadina si ripartirà alla volta di Meiningen, dove si arriverà al termine di 172 Km movimentati da alcune salite che non dovrebbero impedire l’arrivo allo sprint. Fa gola ai finisseur, invece, il traguardo del giorno successivo a Marburgo, preceduto da una “selva” di piccole colline che, seppur prive d’inclinazioni particolarmente significative, costituiranno un invito a nozze per i virtuosi dei “colpi dei fucile”. Non ci sarà solo il ritorno della crono nel tracciato perché questa edizione tornerà a proporre dopo diversi anni un arrivo in salita, previsto sulle pendici della Schauinsland, montagna della celebre Foresta Nera che si raggiungerà in 150 Km partendo da Friburgo in Brisgovia e arrampicandosi sino a 1200 metri di quota negli ultimi 12 Km, caratterizzati da una pendenza media del 6.5% e immediatamente preceduti dallo strappo del Luisenhöhe (poco meno di 4 Km al 7.2%). Se le pendenze della Schauinsland non avranno scavato solchi troppo profondi e ci fosse ancora un margine d’incertezza sulla vittoria finale ci si giocherà tutto nella conclusiva Schiltach – Stoccarda di 188 Km, che prevede un circuito finale di 10.5 Km con la triplice ascesa all’Herdweg (1300 metri al 7.8%), la salita che caratterizzò il percorso dei campionati del mondo del 2007, vinti da Paolo Bettini.

Il Giro della Gran Bretagna, invece, si disputerà su di un percorso geograficamente inverso rispetto a quello dello scorso anno, quando la corsa partì dalla Cornovaglia per terminare nella cittadina scozzese di Aberdeen. Stavolta quest’ultima sarà la sede di partenza della prima frazione, subito destinata a vedere in azione i corridori che puntano al successo finale perché l’arrivo sarà previsto nella piccola stazione di sport invernali del Glenshee Ski Centre, affrontata un’ascesa finale di 2.8 Km al 5.6%. Il gruppo si fermerà in Scozia anche per la tappa numero due, che porterà il gruppo da Hawick a Duns con un percorso di 175 Km privo di particolari difficoltà fino a 28 Km dall’arrivo, quando inizierà un ottovolante costituito da tre brevi e facili collinette consecutive (la più impegnativa di 1.7 Km al 6.2%, la più vicino all’arrivo da superare a 7 Km dal traguardo).  Le rimanenti frazioni si svolgeranno sulle strade dell’Inghilterra (rimarrà escluso dal tracciato il Galles, che lo scorso anno ospitò le due tappe più impegnative della corsa), che accoglierà la corsa britannica con la Durham – Sunderland (164 Km), prima occasione riservate ai velocisti. Un arrivo allo sprint ristretto, invece, l’indomani porrà termine della Redcar – Duncombe Park (149.5 Km) per vie delle due collinette che gli organizzatori hanno collocato nel finale: quella di Carlton Bank – da superare a 26 Km dall’arrivo – è in concreto un muro di 1800 metri al 10.7% mentre quella di Newgate Bank (1500 metri al 7.2%), che si dovrà scavalcare a 8.5 Km dal traguardo, sarà coronata dall’ultimo dei tre traguardi volanti giornalieri. La successiva West Bridgford – Mansfield (187 Km) sarà totalmente pianeggiante e nuovamente favorevole alle “ruote veloci” poi, in continuo alternarsi di scenari differenti, si correrà la Tewkesbury – Gloucester (171 Km), nel complesso poco impegnativa ma il cui finale stuzzicherà i pretendenti alla vittoria finale per la presenza di due brevi ma non semplicissime salite piazzate al punto giusto, negli ultimi 27 Km: la prima è la Crawley Hill, 1700 metri al 7.7% contenenti un muretto di 600 metri all’11% di pendenza media; successivamente un ulteriore scoglio di 2 Km al 6.2% dovrà essere superato quando al traguardo mancheranno poco meno di dieci chilometri. Dopo la West Bay – Ferndown, terzo e ultimo appuntamento segnato sull’agenda dei velocisti, il Tour of Britain sbarcherà per la prima volta nella storia sull’isola di Wight per una tappa finale disegnata nel bel mezzo del canale della Manica e insidiosa più per i ventagli e le conseguenti fratture nel gruppo che potrebbero innescarsi che per il suo disegno altimetrico. Non saranno comunque una passerella i 149 Km che da Ryde, il centro principale dell’isola, condurranno al traguardo, situato presso gli spettacolari faraglioni soprannominati The Needles (letteralmente “gli aghi”), percorsa una salita finale di 2 Km i cui 400 metri conclusivi presentano una pendenza media del 9.6%.

Poi tutti a pensare ai campionati del mondo di ciclismo, che per il 2022 sono stati assegnati a Wollongong, cittadina australiana del Nuovo Galles del Sud situata a un’ottantina di chilometri a sud di Sidney e affacciata sull’Oceano Pacifico. Ad aprire la rassegna iridata saranno il 18 settembre le cronometro riservate alle categorie élite con donne e uomini che per la prima volta nella storia del mondiale gareggeranno nello stesso giorno e sullo stesso percorso, un circuito cittadino di circa 17 Km che dovrà essere ripetuto due volte e la cui unica difficoltà altimetrica sarà lo strappo che conduce nel quartiere di Mount Lousey, mezzo chilometro al 6.5% di pendenza media. Il programma delle prove contro il tempo proseguirà il 19 con la gara Under23 e il 20 con quelle destinate agli juniores (uomini e donne), sempre sullo stesso percorso dei “grandi” ma in versione accorciata (lo strappo sarà comunque sempre presente). Dopo la gara “mixed relay” del 21 settembre (cronometro a squadre per nazionali mista, con formazioni composte di atleti di entrambi i sessi) una giornata di stacco permetterà ai corridori di prendere le misure del circuito delle prove su strada, che si svolgeranno tra il 23 e il 25 settembre, la data della gara più attesa, quella destinata agli uomini élite. Mentre i corridori delle altre categorie non lasceranno mai Wollongong, i professionisti prenderanno il via dal centro di Helensburgh e dovranno percorrere un tratto in linea pianeggiante di una trentina di chilometri prima di transitare per la prima volta sulla linea del traguardo e affrontare un primo giro di circuito di 34 Km che prevede l’ascesa sino ai 463 metri del Mount Keira (7.6 Km al 5.7%). Terminato quest’anello – del quale è prevista solo questa tornata – si andrà a imboccare il circuito iridato vero e proprio, lungo 17 Km e 500 metri, che presenta due brevi salite consecutive, lo stesso strappo di mezzo chilometro affrontato nelle crono e, immediatamente dopo, quello molto più impegnativo del Mount Pleasant, un chilometro esatto all’8.7% reso più impegnativo dal fatto che la strada è quasi totalmente dritta, spezzata da rare curve. Quando si sarà superata per l’ultima volta quest’asperità mancheranno soli 8 Km al traguardo di un mondiale che il commissario tecnico della nazionale italiana Daniele Bennati ha definito adatto a corridori come l’olandese Mathieu van der Poel, l’eritreo Biniam Girmay e il campione del mondo in carica, il francese Julian Alaphilippe. Gli azzurri, invece, punteranno sul toscano Alberto Bettiol.

Mauro Facoltosi

I SITI WEB DELLA CORSE

Tour de Pologne

www.tourdepologne.pl/en/

Vuelta a Burgos

www.vueltaburgos.com/es/

Arctic Race of Norway

www.arctic-race-of-norway.com/en/

Campionati europei

www.munich2022.com/en/road-cycling

PostNord Danmark Rundt

https://postnorddanmarkrundt.dk/

Tour de l’Avenir

https://tourdelavenir.com/en/

Vuelta a España

www.lavuelta.es/en/

Deutschland Tour

www.deutschland-tour.com/en/home

Tour of Britain

www.tourofbritain.co.uk/

Campionati del mondo

https://wollongong2022.com.au/

Le Lagunas de Neila, sede darrivo della tappa regina della Vuelta a Burgos (wikipedia)

Le Lagunas de Neila, sede d'arrivo della tappa regina della Vuelta a Burgos (wikipedia)

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