HUSHOVD PROMUOVE LA NORVEGIA

ottobre 4, 2010
Categoria: Approfondimenti

I mondiali corsi in terra australiana hanno visto trionfare, nella corsa in linea professionisti, il possente campione norvegese Thor Hushovd che ha regolato in volata i suoi diretti avversari. Molto spavalda la condotta di gara degli azzurri che, però, raccolgono con Pozzato solo la quarta piazza.

Norvegia. L’inesistente squadra norvegese porta a casa il titolo grazie alle doti di un atleta, Hushovd, che ha saputo sfruttare il lavoro delle altre nazionali per poi infilzare tutti sulla rampa (al 5-6 %) che portava al traguardo. Lo sprint finale ha esaltato le doti del velocista vichingo che su arrivi di questo tipo è capace di esprimere al meglio la sua potenza. A differenza di altri velocisti come Cavendish e Farrar che non hanno tenuto sugli strappi brevi ma impegnativi del percorso iridato, il norvegese si è presentato agli ultimi asfissianti metri con una gamba ancora in grado di staccare da ruota avversari come Freire. Voto: 10.

Australia. La formazione di casa era stata costruita intorno a Cadel Evans, Campione del Mondo uscente, e Allan Davis, il velocista della squadra. Il primo si è fatto trovare pronto, quando la corsa si è animata grazie alla squadra italiana, entrando nella fuga insieme ai compagni O’Grady e Gerran; successivamente, non rispondendo immediatamente allo scatto di uno scatenato Gilbert, con una progressione orgogliosa ha saputo comunque ricucire lo strappo dal belga. Il secondo ha tenuto fede alle sue caratteristiche contrastando al meglio un irresistibile Hushovd e cogliendo per la sua nazionale una meritata medaglia di bronzo, ad un passo da quella d’argento conquistato da Matti Breschel (voto 8 per il danese). Voto: 9.

Italia. Corsa preparata con meticolosità dagli atleti e scelte che si sono rivelate azzeccate da parte del CT. Gli azzurri hanno interpretato al meglio le particolari caratteristiche tecniche del percorso iridato, offrendo una prova di squadra convincente ed emozionante. Due sole note da rilevare. La prima riguarda la decisione, forse non troppo razionale, di fare selezione quando mancavano ancora un’ottantina di chilometro all’arrivo. Ottenuto, tuttavia, lo scopo di portare via una fuga (comprendente, tra l’altro, gli elementi di punta delle nazionali australiana e belga), l’Italia non ha però dato al tentativo quell’impulso che avrebbe potuto imprimere avendo a disposizione ben 5 atleti, tra cui il capitano Pozzato. La seconda nota riguarda la prestazione, del tutto opaca, di Luca Paolini. L’atleta, nelle fasi finali della gara, avrebbe potuto e dovuto pilotare il nostro capitano nella volata o addirittura giocarsi le proprie chance allo sprint, mentre non è mai entrato nel vivo della corsa. Una giornata no può capitare a tutti. Voto: 8.

Belgio. Nazionale molto attesa, potendo annoverare tra le sue fila uno dei ciclisti più in forma del momento, Philippe Gilbert. Quest’ultimo, insieme ad un irriducibile Leif Hoste e a Van Avermaet, ha saputo inserirsi nel tentativo di fuga promosso dagli azzurri. Una volta esauritosi il tentativo, ha compiuto una progressione devastante sull’ultimo strappo di giornata, riuscendo a guadagnare una ventina di secondi. Purtroppo, come già è accaduto alla Liegi sul Saint Nicolas, allo scatto è seguita una fase durante la quale l’atleta si è ritrovato a corto di energie, perdendo così ogni possibilità di successo. Se avesse corso con più accortezza, con ogni probabilità avrebbe vestito la maglia iridata. Voto: 7,5

Spagna. Costretta ad impiegare i suoi atleti nel tentativo di ricucire lo strappo operato dagli italiani, trova nella nazionale russa (voto 7) un formidabile alleato per annullare ogni tentativo di fuga. Si è ritrovata nelle condizioni ideali per puntare alla maglia iridata con il suo atleta di punta, Freire. Quest’ultimo, tuttavia, ha tradito le aspettative perchè non ha avuto la forza per finalizzare la strategia della squadra. Evidentemente la sua innata abilità nel “limare” non sempre riesce a compensare le sue difficoltà nell’affrontare strappi percorsi a ritmi sostenuti. Il tre volte Campione del Mondo ha dovuto maledire la tattica della squadra italiana che l’ha obbligato a un lavoro troppo intenso per i suoi mezzi. Voto: 5

Cancellara, Farrar, Cavendish. Tutti e tre questi corridori non hanno saputo sostenere il ritmo di gara imposto, in primis, dalla nazionale italiana. Mentre il primo, nonostante le ambizioni della vigilia, può consolarsi con l’oro conquistato per la quarta volta in carriera nella prova contro le lancette, i due velocisti ritornano da Melbourne con le ossa rotte. Voto: 4.

Francesco Gandolfi

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